11 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1166

Parigi, blitz a Saint-Denis. 2 jihadisti morti e arresti. VIDEO

Parigi, a Saint-Denis è caccia a Abdelhamid Abaaoud
Parigi, a Saint-Denis è caccia a Abdelhamid Abaaoud

E’ terminato il blitz delle forze speciali francesi a Saint-Denis dove era stato individuato un covo di terroristi jihadisti. Sarebbero almeno due i morti tra loro, due agenti feriti e sette arresti.  I jihadisti erano asserragliati con le armi in pugno. Ancora nessuna traccia della presunta mente degli attentati di Parigi, Abdelhamid Abaaoud, il belga che si ritiene abbia coordinato gli attacchi simultanei di venerdi sera nella capitale francese. Secondo un sito belga, il terrorista sarebbe morto.

L’operazione nel sobborgo del nord della capitale grazie a un cellulare dei kamikaze trovato in un cestino davanti al teatro Bataclan che ha localizzato il covo dei terroristi che, stando ad alcuni sms sul telefonino ritrovato, avrebbero  progettato un attentato alla Defense, la zona dove sono concentrati molti uffici nella capitale francese.

Il blitz è scattato alle 4 e 20 di mercoledì mattina ed è terminato alle 11.30. Imponente lo schieramento delle forze speciali di Polizia intervenuta a 800 metri dallo Stade de France, dove una donna kamikaze ha azionato la propria cintura esplosiva e si è fatta saltare, secondo la ricostruzione della procura. Almeno un altro terrorista sarebbe stato ucciso. Poi la reazione degli occupanti degli appartamenti, che per il loro numero (almeno 8) ha sorpreso le teste di cuoio e due agenti sono rimasti feriti. I fermati al momento sono sette, anche una donna, tre terroristi e quattro sospetti. Non se ne conoscono i nomi, quello che è certo è che Abaaoud, il cervello, non è fra loro. Nessun sospetto sarebbe in fuga.

La polizia ha chiuso il centro cittadino e chiesto a tutti di rimanere in casa. Tre in tutto i terroristi morti nell’assalto, tra cui la donna kamikaze che si è fatta esplodere vicino il covo, a meno di un chilometro dallo Stade de France

FOTO DEL BLITZ (FONTE: ANSA/AP/EPA)

Il primo ministro Manuel Valls e il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, sono entrati all’Eliseo per seguire insieme con il presidente Francois Hollande le notizie sullo svolgimento del blitz a Saint-Denis. Ogni auto diretta verso Parigi viene fermata e controllata da numerosi posti di blocco nel nord di Parigi.

I passeggeri e guidatori vengono invitati da poliziotti armati di mitra a scendere e ad aprire il bagagliaio della loro auto uno ad uno il che sta causando lunghissime file sulle vie d’accesso alla capitale. Pequisizioni e arresti nella notte.

BLITZ A SAINT-DENIS CHI E’ IL “CERVELLO” DELL’ATTACCO A PARIGI 

Abdelhamid Abaaoud, belga, 27 anni, conosciuto pure come Abu Umar Al Baljiki, originario del quartiere di Molenbeek a Bruxelles, è stato identificato come uno “dei boia più attivi dello Stato islamico”. Amico d’infanzia di Salah, altro super ricercato, è schedato in tutti gli archivi delle polizie del mondo per terrorismo. Sarebbe anche stato condannato in contumacia a 20 anni di carcere in un processo per il reclutamento di foreign fighters belgi in Siria. E a Raqqa avrebbe “costretto” ad andare anche suo fratello Younes, di soli 14 anni. Abdelhamid Abaaoud sarebbe colui che ha coordinato gli attacchi simultanei a Parigi.

VIDEO DEL BLITZ A SAINT-DENIS PARIGI

In Germania ieri è stata una giornata campale. La partita Germania Olanda ad Hannover è stata annullata e lo stadio fatto evacuare per un “rischio concreto di atttacchi”. Si è trattato di un allarme bomba. Poi non sono stati trovati ordigni ma la paura è stata tanta. In tribuna c’era la cancelliera Angela Merkel che è stata portata via dall’intelligence tedesca. Diversi sono stati gli arresti effettuati tra sospetti e fiancheggiatori jihadisti.

Omicidio Loris, Veronica Panarello: "L'ho trovato morto in casa"

Veronica Panarello mamma di Loris Stival
Veronica Panarello

Altra ammissione “parziale” di Veronica Panarello. Avrebbe detto, nel tardo pomeriggio di martedì, che il figlio Loris Stival l’ha trovato “morto in casa” con le facestte elettriche. La donna parlando ha detto che è stato “un incidente”. Quindi si è davanti alla seconda rivelazione “clou” della madre ritenuta dagli inquirenti probabile assassina del figlio.

Già la scorsa settimana aveva ammesso al marito, in una intercettazione in carcere durante un colloquio con David Stival, papà del bimbo, che il figlio “non l’ho accompagnato a scuola”.

Queste due ammissioni, insieme a tutto il quadro indiziario (“schiacciante”) tracciato dagli investigatori, pongono Veronica Panarello in una posizione molto complicata. Non sono confessioni vere e proprie ma rivelazioni che indicano in modo evidente che sin dall’inizio la donna non avrebbe mai detto la verità. Sono le telecamere di sorveglianza che la inchioderebbero alle sue responsabilità.

Nell’ultima confessione la donna ha detto di aver trovato il figlio “già morto in casa”, ribadendo che non l’ha ucciso lei Loris Stival. Poi ha preso l’auto “per adagiarlo nel canalone” dove è poi stato ritrovato con gli slip abbassati. Questo, ritengono gli inquirenti, per “simulare” la violenza sessuale di cui aveva parlato inizialmente la madre. Alla domanda sul perché non abbia chiamato i soccorsi, Panarello avrebbe detto di avere “paura” per i sospetti che avrebbe attirato su di sé.

La donna appare sempre più confusa e contraddittoria. Intanto la Cassazione, nelle motivazioni con cui conferma la custodia cautelare in carcere di Veronica Panarello spiega che la decisione si basa “su una coerente analisi critica degli elementi indizianti e sulla loro coordinazione in un organico quadro che appare dotata di adeguata plausibilità logica e giuridica nell’attribuzione a detti elementi del requisito della gravità nel senso della conducenza con elevato grado di probabilità della responsabilità dell’indagata per l’omicidio”, scrive la Cassazione.

Le ultime rivelazioni di Veronica Panarello mettono in difficoltà le strategie difensive dell’avvocato della donna Villardita, che sin dall’inizio ha cercato di smontare il “castello accusatorio” contro la sua assistita.

Svolta nella scomparsa di Ylenia Carrisi. Forse uccisa da camionista

Al Bano e Ylenia Carrisi
Al Bano e Ylenia Carrisi

Svolta clamorosa nella scomparsa di Ylenia Carrisi, la figlia di Al Bano e Romina Power inghiottita nel nulla a New Orleans, Usa, alla fine del 1993. Le autorità giudiziarie americane hanno disposto il prelievo del Dna all’artista pugliese e a tutta la famiglia, per compararlo col cadavere “ignoto” di una donna uccisa e ritrovata a Holt, in Florida, il 15 settembre del 1994, a pochi mesi di distanza dalla scomparsa della Carrisi.

Le autorità americane sospettano possa trattarsi della figlia degli artisti italiani, ma serviva un riscontro genetico e per questo, due settimane addietro i Carabinieri si sono presentati in casa Carrisi per effettuare un prelievo salivare “a fini Dna” a tutti i membri della famiglia, eccetto Romina Power, che si trovava negli Stati Uniti. Al Bano Carrisi ha confermato la notizia.

Gli sviluppi nell’indagine ci sono stati negli ultimi mesi, dopo che uno sceriffo della Contea di Palm Beach ha messo mano al fascicolo impolverato del caso di una donna uccisa 21 anni fa e che non è mai stata identificata.

Per tentare di darle un nome, l’uomo con la stella, ha riaperto il carteggio e leggendo gli atti si ritrova la confessione di un camionista pluriomicida, Keith Hunter Jesperson – un canadese-statunitense conosciuto anche come “Happy Face Killer” – il quale nel 1996 nell’interrogatorio reso alle autorità, ammise allora di aver ucciso una ragazza dopo averle dato un passaggio in una stazione di servizio, in Florida. La giovane, disse il killer reo confesso, “si faceva chiamare Suzanne”, proprio il nome con cui Ylenia Carrisi era solita farsi chiamare. Il camionista aveva sulla coscienza sette omicidi, l’ottava è la donna “ignota”.

Per risalire all’identità della donna uccisa da Jesperson, lo sceriffo chiama un esperto di ricostruzioni facciali tridimensionali. Un lavoro da fare con computer e software molto sofisticati.

Dall’incrocio dei punti fisionomici dei resti del cranio è venuta fuori una immagine facciale che il capo della Polizia e il perito hanno comparato con le ragazze scomparse dell’epoca. Tra queste anche la foto di Ylenia Carrisi. Nel raffronto delle due foto i due rimangono sbalorditi: La somiglianza è molto forte. Lo sceriffo, allora si muove e mobilita l’Interpool che a sua volta ha ritenuto “attendibile” l’indagine svolta dallo sceriffo. Secondo alcune fonti giudiziarie che hanno preso visione delle due immagini, ci sarebbe in effetti una “chiara somiglianza con Ylenia Carrisi”, la figlia di Al Bano e Romina Power sparita a fine ’93. La ragazza aveva 24 anni quando è scomparsa.

Grecia: violento terremoto a Lefkada. Morti. VIDEO

Terremoto a Lefkada Grecia 6.5 scala Richter. Morti e crolli. Paura in sud Italia
La mappa dove si è verificato il terremoto con epicentro Lefkada, Grecia. Morti. Paura In Puglia, Calabria e Sicilia

Almeno due persone sono rimaste vittime in seguito al violento terremoto di magnitudo 6.5 della scala Richter che ha colpito alle 8.10 di stamane l’isola greca di Lefkada, nello Ionio.

Le vittime, riferiscono i media greci, sono due donne: una di 60 anni è stata travolta da una frana che si è staccata da un monte sopra la sua casa situata nel villaggio di Ponti, presso Vassiliki. La seconda vittima è stata sepolta dal crollo di una stalla nel villaggio di Athani, presso Porto Katsiki, a sud ovest dell’isola. Vi sono anche decine di feriti  e decine di abitzioni danneggiate e qualche crollo.

Due i movimenti tellurici di rilievo registrati finora. Il primo, quello delle 8.10, di 6,5 gradi, i sismografi lo hanno tracciato a 14 chilometri da Nidri, a 10 chilometri di profondità.

La seconda scossa di magnitudo 5.3 alle 9.33. A seguire altre scosse di assestamento di minore intensità. Il vice governatore di Lefkada ha ordinato la chiusura di tutte le scuole. Il terremoto è durato molti secondi e ha generato panico tra le popolazioni colpite.

IL VIDEO IMPRESSIONANTE DEI PALAZZI CHE TREMANO

Il sisma per la sua violenza, che sembra non aver generato al momento tzunami, è stata avvertita anche nei centri abitati della costa ionica italiana e in Puglia, Calabria e Sicilia. Lo ha reso noto l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania.

Tra le località in cui è stato avvertito vi sono Brindisi, Lecce, Taranto, Francavilla, Bisceglie, Acireale, Catania, Catanzaro, Reggio Calabria, Siracusa, Augusta, Soverato, Crotone e Taranto. In alcuni centri del sud Italia colpiti dalle onde sismiche è stata disposta la chiusura delle scuole. Anche in queste aree la gente si è riversata nelle strade.

Provaglio d'Iseo, Brescia. Uccide a botte la convivente. Fermato

Provaglio d'Iseo Simona Simonini uccisa da convivente
Il Carabinieri vicino l’abitazione dove è stata uccisa Simona Simonini (da corriere.it – Fotogramma/Bs)

Sarebbe morta a causa delle percosse subite Simona Simonini, la 46enne, di Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia, trovata senza vita questa lunedì mattina dal suo convivente.

E’ stato l’uomo a chiamare i carabinieri che, al loro arrivo, hanno constatato che per Simona Simonini non c’era più nulla da fare. Elio Cadei, coetaneo della donna, alle prime domande poste dagli inquirenti avrebbe manifestato più di qualche incongruenza. Tradotto in caserma, dopo un lungo interrogatorio, per lui è scattato il fermo con l’accusa di omicidio.

Secondo gli investigatori non ci sarebbero dubbi: si tratta di omicidio. Quando i carabinieri sono arrivati in via Regina Elena 60, dove la coppia abitava, hanno trovato sangue un po’ ovunque e il corpo della donna in camera da letto.

All’origine dell’omicidio una violenta delle tante liti che questa volta è stata fatale per Simona Simonini. Tra i due, nel tempo, sarebbe intercorsa una relazione burrascosa, fatta di grida e botte reciproche. Nell’aprile del 2010 era stata la donna ad aggredire l’uomo, colpendolo allo stomaco con una coltellata.

Simona Simonini aveva raccontato di essere continuamente vittima dell’uomo tanto che in una circostanza ha denunciato Elio Cadei per violenza sessuale. Tornati a vivere assieme a Provaglio d’Iseo, le acque si erano per un po’ calmate tra la coppia. Ma la tregua è durata poco. Nell’ottobre del 2014, lui l’aveva ancora malmenata e lei lo aveva colpito alla schiena a forbiciate.

Gallico (Rc), arrestati due macedoni per tentato omicidio

Gallico (Rc), arrestati due macedoni per tentato omicidio - in foto auto carabinieriPer contendersi il “territorio” ove chiedere l’elemosina, due persone straniere hanno massacrato prima di botte un giovane nigeriano e poi lo hanno investito con la loro auto per tentare di ucciderlo.

E’ successo a Gallico (Reggio Calabria), all’esterno di un supermercato sulla statale 18. Allertato il 112, il giorno seguente, dopo un’ininterrotta attività di indagine, i Carabinieri della Stazione di Gallico sono risaliti agli aggressori che sono stati tratti in arresto con l’accusa di tentato omicidio.

In manette sono finiti un uomo e una donna di nazionalità macedone: si tratta di Nijaz Redjep, di 49 anni e Jasarevic Suzana, di 45, entrambi disoccupati.

Secondo la ricostruzione dei militari, sarebbero stati loro a pestare a sangue un cittadino nigeriano 26enne, senza fissa dimora, avvenuto a seguito di una lite all’esterno del supermercato “Lidl”.

I tre hanno cominciato a litigare per contendersi il “territorio” dove sostavano per chiedere l’elemosina ai clienti del market. I due macedoni, che evidentemente non gradivano un terzo “intruso” a fargli “concorrenza”, avrebbero cominciato a inveire contro il giovane nigeriano.

La lite è degenerata e i due macedoni arrestati lo hanno preso a pugni e a calci. Poi lo avrebbero colpito a bastonate. Non contenti, hanno preso la loro Opel Corsa e lo hanno investito mandandolo in ospedale con lesioni e contusioni guaribili in sette giorni.

Al termine delle formalità di rito, l’uomo e la donna sono stati associati presso la Casa circondariale di Arghillà a disposizione dell’Autorità giudiziaria reggina.

G20, Obama: "L'Isis va distrutto". "Sintonia" con Putin

Barack Obama nell'incontro con Vladimir Putin al G20 in Turchia
Barack Obama nell’incontro con Vladimir Putin al G20 in Turchia

“L’Isis è il volto del male. Dobbiamo distruggerlo”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a conclusione del G20 ad ad Antalya, Turchia. “L’Isis – ha detto in una conferenza stampa – non è uno stato ma un gruppo di killer” e la lotta contro l’Isis è “non convenzionale” afferma Obama, sottolineando che il successo richiederà la fine della guerra in Siria. “Siamo uniti di fronte alla minaccia dell’Isis E abbiamo raggiunto un nuovo accordo per semplificare la condivisione di informazioni di intelligence e militare con la Francia per prevenire nuovi attacchi”.

Domenica c’era stato l’incontro riservato di mezz’ora tra Obama e il presidente russo Vladimir Putin, con cui c’è stata “una discussione costruttiva”. Tra i due è emersa la ferma volontà di fermare l’Isis e stabilizzare la Siria con interventi “efficaci”. Intervenire in Siria, secondoi due leader, “è più che mai un imperativo“.

Il presidente Obama ha accolto positivamente l’impegno delle nazioni per frenare l’avanzata dello Stato islamico e ha sottolineato l’importanza degli sforzi militari in Russia concentrati contro questo gruppo. Infine, sull’Ucraina, Obama ha ribadito il suo sostegno per una piena attuazione degli accordi di Minsk e a Putin ha fatto le condoglianze per le vittime russe dell’aereo caduto in Egitto il 31 ottobre scorso. Un punto di ripartenza positivo dopo i dissidi delle scorse settimane, sul ruolo in Siria e in Ucraina.

Secondo il presidente Usa, però, “i fatti di Parigi ci dicono che non basta colpire l’Isis in Siria e Iraq. Sappiamo che la battaglia contro l’Isis è di lungo termine” e “ci stiamo muovendo per ridurre le loro fonti di finanziamento”, ha detto che l’operato “richiede tempo, ma dobbiamo intensificare le nostre strategie contro ogni singolo gruppo terroristico”. Un passaggio delicato è quello del paventato invio dei marines: “L’invio di truppe di terra in Siria sarebbero un errore”, evidenzia con lo sguardo rivolto agli interventi Usa passati (Afghanistan e Iraq su tutti).

“C’è accordo sulla necessità di fare di più per il popolo siriano e i rifugiati”, rimarca Barack Obama affermando che “chiudere la porta ai rifugiati sarebbe tradire i nostri ideali. L’Isis non rappresenta l’Islam, anzi la stragrande maggioranza delle vittime del terrorismo è musulmana, gli stereotipi sono controproducenti. Molti rifugiati sono vittime del terrorismo. Tutti i Paesi devono controllare ma accettare ed accogliere i rifugiati”, ha esortato il presidente USA lanciando un appello agli alleati “per intensificare il loro contributo alla lotta all’Isis”. Le loro risorse sono necessarie “per prevenire un ulteriore flusso di combattenti da Siria e Iraq”

LA BOZZA DEL G20 – “Condanniamo con forza gli attacchi terroristici a Parigi ed Ankara: sono un inaccettabile affronto contro a tutta l’umanità”, viene sottolineato nella bozza finale del G20 sul terrorismo, in cui si esprime condoglianze alle vittime e si riafferma il principio della lotta al terrore “in ogni forma e con qualsiasi mezzo sia necessario”.

“Siamo uniti nella lotta al terrorismo” che non può essere “giustificato in nessuna forma”, prosegue il testo in cui si evidenzia che si tratta della principale “priorità per tutti i paesi” da affrontare “insieme, con un lavoro comune” in stretto accordo con il ruolo centrale dell’Onu e le sue leggi su diritti umani e rifugiati. Il contrasto al terrorismo deve continuare “a far parte di un approccio complessivo”, finalizzato anche alle ragioni strutturali del fenomeno.

Il G20 si impegna nella lotta per contrastare “i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda la cooperazione nello scambio di informazioni, il congelamento degli asset dei terroristi e sanzioni verso i regimi che finanziano”.

Marigliano (Napoli), moglie uccide il marito Mariano Cannava

Omicidio a Marigliano, Anna Cozzolino uccide marito Mariano Cannava, Napoli,Una donna di 37 anni, Anna Cozzolino, ha ucciso a coltellate l’ex compagno Mariano Cannava, anch’egli 37enne durante un litigio la scorsa notte a Marigliano (Napoli) e ha poi tentato di suicidarsi tagliandosi le vene.

Il delitto è avvenuto in via Campanella, a Marigliano, nel cuore della notte tra domenica e lunedì. A chiedere l’intervento dei carabinieri sono stati alcuni vicini di casa che hanno sentito rumori e grida durante un litigio fra Mariano Cannava e Anna Cozzolino.

La donna è ora ricoverata all’ospedale di Nola sotto la sorveglianza dei Carabinieri. Non sarebbe in pericolo di vita. Secondo i primi accertamenti la donna non avrebbe accettato la separazione decisa dall’uomo, che l’avrebbe lasciata alcune settimane fa.

La vittima era un sergente maggiore dell’Aeronautica Militare. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Marigliano e della compagnia di Castello di Cisterna. Intervenuti i soccorritori che hanno tentato di rianimare Mariano Cannava ma purtroppo non c’è stato nulla da fare. L’uomo lascia un figlio di 4 anni avuto con un precedente matrimonio.

Parigi, ecco chi erano i terroristi jihadisti. FOTO E NOMI

sei dei terroristi di Parigi, 3 ricercati e 3 morti
Sei dei terroristi di Parigi, In alto i 3 ricercati, in basso 3 morti

C’è ancora un po’ di comprensibile confusione nel tracciare un quadro preciso degli attentatori che hanno agito venerdì sera a Parigi. Ciò che al momento si conosce è che i terroristi uccisi, almeno quelli che individuati nei luoghi degli attentati, sarebbero in tutto “sette”, come detto dalle autorità, ma al momento si hanno solo 4 nomi. “Un ottavo” è ricercato, ma come vedremo i numeri sono un po’ diversi.

La procura di Parigi aveva specificato che il commando era composto da 24 persone: 19 jihadisti in azione e 5 che sarebbero stati di copertura e base logistica.

Oltre ai sette terroristi finora uccisi, sono stati individuati 3 fuggitivi, uno belga e due francesi che a detta dell’intelligence avrebbero fatto parte del gruppo di morte. Si tratta dei due più pericolosi: Abdelhamid Abaaoud (il cervello) e Abdeslam Salah e di Samy Amimour, prima dato per morto, poi ricercato.

I TERRORISTI RICERCATI
Il primo dei ricercati sarebbe la mente dell’attacco di venerdì sera. Si chiama Abdelhamid Abaaoud 27 anni, conosciuto pure come Abu Umar Al Baljiki, originario del quartiere di Molenbeek a Bruxelles, è stato identificato come uno “dei boia più attivi dello Stato islamico”. Amico d’infanzia di Salah, è schedato in tutti gli archivi delle polizie del mondo per terrorismo. Sarebbe anche stato condannato in contumacia a 20 anni di carcere in un processo per il reclutamento di foreign fighters belgi in Siria. E a Raqqa avrebbe “costretto” ad andare anche suo fratello Younes, di soli 14 anni. Abaaoud sarebbe colui che ha coordinato gli attacchi simultanei a Parigi.

Abdeslam Salah è un francese nato in Belgio il 15 settembre 1989. E’ uno dei ricercati più pericolosi in mezza Europa. Nel blitz a Molenbeek le teste di cuoio cercavano anche lui. Hanno trovato il fratello Mohamed che è stato arrestato e subito rilasciato. Sarebbe stato Salah a noleggiare la Polo nera ritrovata davanti al teatro Bataclan. Non è chiaro che ruolo abbia avuto nel massacro alla sala concerti. Al Bataclan c’era anche la misteriosa Seat Ibiza nera che le autorità ritengono sia entrata in Italia via Ventimiglia.

Samy Amimour è uno dei terroristi che ha agito al Bataclan e sarebbe riuscito a fuggire. In un primo momento era dato per morto, poi la procura di Parigi ha precisato che non è morto bensì “è ricercato”. Nato a Parigi nell’ottobre 1987, anche Amimour è schedato per reati riconducibili al terrorismo. Era stato messo sotto inchiesta nel 2012 “per associazione a delinquere con fini di terrorismo (progetto fallito di partenza per lo Yemen), e messo in libertà vigilata”.

I TERRORISTI MORTI
Ahmad Al-Mohammad
, nato in Siria 25 anni fa, è il cosiddetto “rifugiatoentrato in Europa attraverso la Grecia. Da lì ha raggiunto il cuore dell’Europa attraverso la via dei Balcani. Era insieme a un gruppo di migranti siriani. E’ mistero il suo passaporto siriano ritrovato accanto ai resti allo Stade de France dove Al-Mohammad si è fatto saltare in aria. Il documento sarebbe contraffatto. Sul suo caso, sono sorte delle polemiche per le frontiere “colabrodo”.

Insieme a Ahmad Al-Mohammad allo Stade de France, si è fatto esplodere anche Bilal Hadfi, anche lui residente in Belgio ma di nazionalità francese. Classe ’95, era un foreign fighter andato in Siria a combattere con il califfato.

Ibrahim Abdeslam – fratello del più noto ricercato Salah – è nato in Francia il 30 luglio 1984, in Belgio, a Bruxelles. E’ il kamikaze che ha azionato il detonatore davanti la “brasserie Comptoir Voltaire”, nell’undicesimo arrondissement. I due fratelli hanno partecipato insieme all’assalto di venerdì. E’ probabile che Salah prima di recarsi al teatro Bataclan con la Polo nera, abbia lasciato il fratello davanti alla brasseria.

Il primo kamikaze ad essere stato riconosciuto è Ismael Omar Mostefai. Nato nel 1984 a 50 chilometri da Parigi (Courcouronnes) era ritenuto un soggetto estremante a rischio Era stato in Siria tra l’autunno 2013 e la primavera 2014. Da quanto riferiscono le autorità francesi, Mostefei ha agito alla sala concerti Bataclan. Di lui si dice che era un rapper. In rete ci sono dei video mentre si esibisce.

L’ARTIFICIEREMohamed Amri, 27 anni, è una delle persone arrestate nel blitz di Molenbeek, nonché proprietario della Golf sequestrata a Rue Dubois Thorn, a Parigi. Sarebbe lui “l’artificiere” del commando terroristico. Nel commando vi sono altri che sono ricercati dall’intelligence francese. Il puzzle del commando di fuoco è ancora a metà. Dei terroristi uccisi si hanno 4 nomi e 3 foto (manca quella di Ibrahim Abdeslam, fratello di Salah).

Parigi, è mistero su una Seat Ibiza di terroristi giunta in Italia

La frontiera di Ventimiglia dove sarebbe passata la misteriosa Seat Ibiza nera dei jihadisti
La frontiera di Ventimiglia dove sarebbe passata la misteriosa Seat Ibiza nera dei jihadisti

Uno o più attentatori jiadhisti di Parigi potrebbero essersi introdotti in Italia con una Seat Ibiza nera. Lo ha comunicato il Servizio di cooperazione internazionale di Polizia a tutte le strutture competenti italiani. Ma è mistero. La polizia avrebbe detto, secondo quanto scrivono alcuni media, tra cui il Fatto, che l’auto sarebbe stata ritrovata già domenica sera in Francia.

Fra l’altro, la nota sarebbe stata diramata nella mattinata di sabato alle 6,35. Non oggi. Al momento, viene spiegato da fonti qualificate citate dall’Ansa, non c’è in ogni caso alcuna certezza che l’auto sia effettivamente entrata in Italia.

“Si prega di voler ricercare una autovettura Seat Ibiza di colore nero, targa GUT 18053 con probabile ingresso a Ventimiglia (confine Francia-Italia, ndr). Possibile collegamento con gli attentati in Francia”,  aveva scritto il Servizio.

La polizia stradale che pure ha diramato le ricerche della Seat Ibiza “a tutte le pattuglie in servizio sulle autostrade del Piemonte e sulla tangenziale di Torino”. Le ricerche, si apprende, sono estese in tutto il Nord Italia, non solo in Piemonte. A bordo di questa macchina le autorità sostengono vi sia un ragazzo francese di 32 anni, Baptiste Burgy. La gendarmeria sospetta che Burgy possa essere uno dei componenti del commando terroristico di Parigi.

Tuttavia, non si esclude che a bordo della misteriosa Seat o di altre auto possano essere in movimento i super ricercati Abdelhamid Abaaoud, la mente belga della mattanza di Parigi e Abdeslam Salah, belga anche lui e amico d’infanzia di Abaaoud. E’ probabile che vi siano anche dei fiancheggiatori, i complici che si ritiene abbiano fatto da base logistica ai terroristi in Francia. La procura di Parigi sostiene infatti che il commando era formato in tutto da 24 jihadisti, 19 per gli attacchi divisi in tre “squadroni” e 5 di copertura. Diversi arresti sono stati effettuati in Belgio. Il fratello di Salah, Mohamed Abdeslam, era stato arrestato nel blitz di Molenbeek a Bruxelles, ma poi è stato rilasciato.

La Seat Ibiza nera è stata segnalata a tutte le polizie dei paesi confinanti con la Francia: in un documento del centro di cooperazione di polizia della dogana di Hendaye, al confine tra la Francia e la Spagna si segnala alle autorità spagnole la necessità di ricercare “un veicolo sospetto che è stato visto nel circondario vicino ai luoghi dove sono stati commessi gli attentati di Parigi”. Si tratta appunto della fantomatica Seat. Nel documento si segnala inoltre che a bordo dell’auto c’erano tre persone (e non il solo Baptiste Burgy, ndr) e che la targa, la stessa indicata dalle autorità italiane, è incompleta. Quindi sembra che ci sia molto “caos” anche tra le autorità dei diversi paesi.

Parigi, pioggia di missili francesi contro l'Isis in Siria. VIDEO

Raid aerei francesi contro Isis a Raqqah in Siria - Opération CHAMMAL
Raid aerei francesi contro Isis a Raqqah in Siria
Pioggia di missili contro l’Isis in Siria. La “spietata” vendetta francese, come aveva promesso Francois Hollande immediatamente dopo gli attacchi terroristici a Parigi, non si è fatta attendere. La flotta aerea da guerra è entrata in azione domenica sera. E’ composta da 12 velivoli di cui 10 cacciatori – nel dettaglio 6 Rafale, 4 Mirage 2000 e 2 M2000D M2000N. Gli aerei francesi sono decollati contemporaneamente dalle basi del Golfo Persico (GAP) e Giordania. Gli equipaggi si sono uniti sulla Siria per attaccare simultaneamente gli obiettivi occupati da Daech (acronimo araba dell’Isis).

Gli attacchi sono stati mirati su siti precedentemente individuati durante le missioni di ricognizione di settembre condotte dalla Francia. L’operazione è stata avviata in collaborazione con la coalizione, gli Usa su tutti.

A 6 km a sud di Raqqa, roccaforte dei jihadisti in Siria, il primo obiettivo è stato colpito da una pattuglia dei due Mirage 2000D. Il sito – informa il ministero della Difesa francese – è stato utilizzato da Daech come un posto di comando, di reclutamento jihadista e centro armeria e munizioni.

L’obiettivo serviva al funzionamento dell’organizzazione e sarebbe uno dei luoghi da cui sarebbe partito l’ordine di attaccare la Francia venerdì. Una pattuglia di quattro Rafale e Mirage 2000D 2 ha distrutto il secondo obiettivo situato ad ovest di Raqqah. Un’area industriale non utilizzata, era sede di un campo di addestramento per terroristi e le cellule di reclutamento. Entrambi i siti sono stati oggetto di una lunga osservazione preliminare.

VIDEO DEI RAID AEREI DELLA FRANCIA CONTRO L’ISIS IN SIRIA

Questo – afferma il ministero della Difesa – ha permesso operazioni aeree per indebolire i due principali pilastri su cui poggia il gruppo terroristico per compiere attentati: la capacità di comando e di reclutamento. Il raid è stato condotto grazie ai dati dell’intelligence (anche Usa) che hanno raccolto con dei sorvoli in Siria l’8 settembre scorso sulle posizioni strategiche controllate dall’Isis.

Orrore nel Cuneese. Ucciso e bruciato con l'auto. Disposta autopsia

Gambasca, San Bernando di Martiniana, Saluzzo, Cuneo Baldassarre Ghigo
Nel riquadro l’auto carbonizzata dove è stato rinventuo un uomo. Le targhe dell’auto intestate a Baldassarre Ghigo

E’ orrore del Cuneese. Il corpo carbonizzato di un uomo è stato trovato all’interno di un’auto nei boschi di Gambasca, provincia di Cuneo. In base agli accertamenti effettuati dai carabinieri sulla targa del veicolo, una Ford Fiesta, potrebbe trattarsi di Baldassarre Ghigo, 66 anni di Fossano, nome associato alla targa dell’auto. L’uomo da quanto si apprende, sembrerebbe irreperibile.

Sui resti del cadavere è stata disposta l’autopsia. Il ritrovamento è stato fatto a Gambasca, piccolo centro vicino San Bernardo di Martiniana Po, nel Cuneese, dopo che una segnalazione ha fatto scattare l’allarme.

I militari dell’Arma, intervenuti sul posto, non escludono alcuna ipotesi. Una delle piste al momento più accreditate pare essere quella che l’uomo sia stato prima ucciso e poi bruciato insieme alla sua auto. Gli inquirenti hanno effettuato i rilievi sul luogo del ritrovamento e intendono capire le circostanze dell’orrendo crimine.

L’autopsia, già disposta per le prossime ore, farà chiarezza sull’identità dell’uomo (sarà Baldassarre Ghigo?), ma anche per accertare se sul corpo vi siano ferite da arme da taglio o da fuoco e sull’ora esatta della morte. Dagli esiti dell’esame autoptico si potranno appurare altre circostanze, ossia il movente che avrebbe spinto il probabile assassino a uccidere l’uomo e poi brutalmente a dargli fuoco con tutta la sua macchina.

Chi ha dato appiccato le fiamme alla vettura intendeva evidentemente cancellare ogni traccia. Dai primi riscontri, sembrerebbe molto debole l’ipotesi del suicidio.

Panico a Parigi. Fuggi fuggi dopo esplosioni, ma erano petardi. VIDEO DELLA FUGA

Piazza della Bastiglia a Parigi dove sarebbe avvenuta esplosione
Piazza della Bastiglia a Parigi dove sarebbe avvenuta l’esplosione dei petardi

E’ ancora paura a Parigi. Due forti esplosioni sarebbero state avvertite nei pressi della Bastiglia, a Parigi. La folla che era radunata in piazza appena ha udito l’esplosione è scappata. Si scoprirà poi erano “falsi allarmi”. Petardi lanciati da qualche incauto in un momento molto particolare per i francesi. Ormai è psicosi nella capitale.

Qualcuno ha udito un’esplosione nel quartiere del Marais, nei pressi della rue des Rosiers, il cuore del quartiere ebraico nella capitale francese.

Un’altra esplosione sarebbe stata udita in un’altra zona della città, a place de la Republique, durante l’omaggio alle vittime di due giorni fa, con migliaia di persone presenti.

Al Carillon, durante la preghiera, come si vede nel video sotto, la gente all’improvviso è cominciata a correre e a gridare. La polizia ha evacuato la piazza, qualcuno avrebbe udito anche degli spari. E’ un fuggi fuggi caotico. Anche qui erano falsi allarmi.

C’è tuttavia qualcosa di inquietante e deve destare attenzione. La mattina degli attentati sono stati lanciati due allarmi bomba da anonimi. L’hotel dove alloggiava la nazionale tedesca, che doveva giocare la sera con la Francia, era stato evacuato. Si rivelarono falsi. Ma ai falsi allarmi, a distanza di poche ore è seguita  la carneficina dei terroristi islamici dell’Isis. E’ comunque psicosi.

La Bastiglia, simbolo della Rivoluzione Francese, si trova in piazza della Bastiglia, nel centro di Parigi.

VIDEO DELLA FUGA DOPO “ESPLOSIONE”
[brid video=”20063″ player=”3867″ title=”Panico a Parigi fuggi fuggi dopo esplosioni”]

Parigi, Anonymous all'Isis: "Noi non perdoniamo. Aspettateci". VIDEO

Parigi, Anonymous all'Isis Noi non perdoniamo. Aspettateci
Parigi, Anonymous all’Isis: “Noi difenderemo la nostra Libertà. Noi non perdoniamo. Aspettateci”

“Basta terrorismo, basta sofferenza, basta morte”. Anonymous, la più grande comunità internazionale di hacker e attivisti digitali, scende in campo per difendere la “libertà” messa a rischio dai jihadisti dell’Isis. In un video multilingue pubblicato sui canali Social, l’organizzazione esprime “cordoglio” ai parenti delle vittime e si dice determinata a “smascherare i membri dei gruppi terroristici responsabili dell’attacco a Parigi”. Contemporaneamente, Anonymous ha lanciato l’hashtag #OpParis per pubblicizzare l’iniziativa. “Non non perdoniamo, aspettateci”, è il messaggio che lanciano ai criminali

Non è la prima volta che gli “hacktivist” prendono posizione contro gi uomini del califfato che, peraltro, sempre di più usano la rete e i social network non solo per diffondere la loro propaganda ma anche e soprattutto per reclutare nuovi affiliati al loro gruppo.

Già dopo gli attacchi di gennaio a Charlie Hebdo, sempre a Parigi, Anonymous aveva infatti lanciato una campagna per arginare l’attività su internet dell’Isis.

Ora si compie un passo ulteriore. “Noi non ci fermeremo, noi non perdoneremo, e faremo tutto ciò che è necessario per mettere fine alle loro azioni”, dice un portavoce dell’organizzazione, vestito in abito nero e con la maschera di Guy Fawkes, vero e proprio emblema di Anonymous.

VIDEO DI ANONYMOUS

“Facciamo appello a voi”, prosegue l’attivista. “Riunitevi, mobilitatevi, difendete i nostri valori e la nostra libertà e aspettatevi una mobilitazione totale da parte nostra”, intesa a rintracciare e oscurare uno dei più importanti canali di comunicazione dei terroristi: internet.

“Questa violenza – aggiunge il portavoce – non ci deve indebolire ma anzi deve darci la forza di riunirci e lottare insieme contro l’oscurantismo e la tirannia”. Il messaggio video si chiude con “Noi siamo Anonymous, Noi siamo la legione, Noi non perdoniamo, Noi non dimentichiamo. Aspettateci!”

Addio a Moira Orfei, la regina che sussurrava ai leoni

Addio a Moira Orfei, la regina che sussurrava ai leoni
Moira Orfei

Moira Orfei, la fondatrice dell’omonimo Circo, è morta nella notte a Brescia. A dicembre avrebbe compiuto 84 anni. La “regina”, che ha fatto divertire intere generazioni, è stata trovata senza vita dai familiari questa mattina nella sua casa mobile.

Il Circo Orfei che Moira, insieme al marito Walter Nones ha guidato sin dalla sua fondazione nel 1965, per volontà dello stesso, dei figli e dei nipoti, ha deciso di non cancellare gli spettacoli di questa sera a Brescia, confermando anche le date di Milano della prossima settimana. Un po’ sulla scia dell’adagio artistico: “The show must go on”.

Il suo nome di battesimo era Miranda, ma tutti la chiamarono Moira per la sua carnagione “mora”, diventata poi Moira. E’ stata la donna che i 40/50enni di oggi ricordano con grande simpatia e emozione. Le sue presentazioni erano semplici ma accattivanti. Negli ultimi anni si era messa un po’ in disparte ma ha sempre seguito da molto vicino il suo “gioiello”. Moira Orfei, che è stata anche attrice, ha portato le sue tende e i suoi caravan in tutto gli angoli del pianeta, facendo impazzire adulti e piccini con la magia di artisti che lavoravano duro pur di dare il massimo nelle esecuzioni e nelle loro prestazioni artistiche.

Il Circo di Moira Orfei era una garanzia. Se in città c’era il Circo la gente voleva assicurazioni che fosse targato “Orfei”. Del resto è tra i più conosciuti e rinomati nel mondo. Si ricordano ancora i suoi collaboratori indiani agli angoli degli incroci cittadini distribuire i biglietti scontati per andare agli spettacoli. Oltre mezzo secolo di successi. Attraverso i suoi tour, Orfei ha fatto conoscere e toccare con “mano”, animali della giungla che i comuni mortali potevano vedere solo in qualche documentario televisivo o nei film di Tarzan. E’ stata una grande domatrice. Cavallerizza, virtuosa del trapezio e acrobata, la regina addestrava anche elefanti e colombe, ma era capace di sussurrare a tigri, leoni e ai felini più temibili. Riusciva a parlargli anche con un solo sguardo.

Tante le tornee per il mondo, dove Moira Orfei, in passato, ha portato anche il Circo sul ghiaccio e altri spettacoli memorabili. A ogni Capodanno l’appuntamento fisso era a Montecarlo con la “regina” che tutti ricordano con la sua pettinatura a turbante indiano. Inimitabile e bellissima. Milioni di spettatori inchiodati davanti alla tv per guardare i suoi spettacoli con le sue tigri, i suoi leoni, elefanti, prestigiatori, clown, trapezisti e artisti di ogni dove che lei ha fatto diventare grandi e famosi. Mancherà a tutti.

Omicidio di San Cosmo Albanese, si stringe il cerchio attorno al killer

San Cosmo Albanese dove è avvenuto omicidio di Carmine Avato riquadro
San Cosmo Albanese, dove è avvenuto omicidio di Carmine Avato, nel riquadro

Si stringe il cerchio attorno al killer di Carmine Avato, il muratore di 52 anni ucciso sotto casa nella mezzanotte tra sabato e domenica a San Cosmo Albanese, Cosenza. I Carabinieri indagano ad ampio raggio e per esclusione delle altre, una delle piste privilegiate sarebbe quella della sfera privata. L’uomo sembra che prima di ritirarsi a casa sia stato, come ogni settimana, in un locale tra Vaccarizzo e San Cosmo Albanese. Non si esclude uno “sgarro” ingenuo fatto pagare con la morte. Le indagini sul delitto sono coordinate dalla procura di Castrovillari guidata da Eugenio Facciolla.

L’uomo era incensurato. Mai problemi con la giustizia e fuori dal giro della criminalità. “Una brava persona”, lo definisce il sindaco del piccolo centro con 600 anime, Cosmo Azzinari. All’uomo è stata tesa una imboscata da chi sapeva tenere tra le mani bene e “ferma” una pistola, i cui colpi, quattro, hanno colpito a morte il povero operaio.

L’agguato gli è stato teso sotto casa sua, a San Cosmo Albanese, comune Arbereshe del Cosentino. Dopo avere fatto fuoco, il killer, forse con dei complici, si è dileguato facendo perdere le proprie tracce. Tra i vicoli dell’abitazione non ci sarebbero telecamere. Carmine Avato, che faceva l’operaio presso ditte edìli, era sposato e padre di tre figli. L’allarme è scattato quando i vicini di casa hanno udito più spari nella notte.

L’uomo è morto sul colpo. Inutili i soccorsi del 118. Sul luogo dell’omicidio si sono recati il magistrato di turno della Procura di Castrovillari, Maria Grazia Anastasia, il medico legale e i carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro che hanno effettuato i rilievi di rito per stabilire la dinamica e hanno avviato le indagini per risalire all’assassino.

Interrogatori sono in corso. Sentiti i parenti, amici, conoscenti e vicini di casa. Al momento non risulterebbero testimoni oculari o, chi ha visto da dietro le tende di qualche finestra, preferisce l’omertà. “Chi sa parli”, è l’invito di amici e amministratori. Gli investigatori scavano nella vita dell’uomo per capire il movente del delitto. Ogni elemento, anche apparentemente il più insignificante, può tornare utile alle indagini dei militari. Un omicidio che in paese, dove tutti si conoscono, nessuno riesce a spiegarsi e si tinge di giallo.

Il Pentagono: “Ucciso Abu Nabil, il capo dell’ISIL in Libia”

Il Pentagono: Ucciso Abu Nabil, il capo dell'ISIL in LibiaL’esercito degli Stati Uniti, avrebbe ucciso in un raid aereo in Libia, il leader dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) in Libia. Si tratta di Abu Nabil, conosciuto anche come Wissam Najm Abd Zayd al Zubaydi. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, Peter Cook.

Abu Nabil – cittadino iracheno e soggetto di rango di lunga data di al-Qaeda – sarebbe il mandante della barbara esecuzione di un gruppo di cristiani copti egiziani decapitati a febbraio su una spiaggia della costa del Paese nordafricano. Fu lui ad annunciarlo in un video, come crudele forma di propaganda. Ad Abu Nabil gli si imputano diversi crimini.

“La morte di Nabil ha detto Cook – indebolisce la capacità di ISIL di raggiungere gli obiettivi del gruppo terroristico in Libia, tra cui il reclutamento di nuovi adepti nell’organizzazione, la proliferazione di basi in Libia e la pianificazione di attacchi contro gli Stati Uniti”.

Anche se questo non è stato il primo attacco americano contro i terroristi in Libia, è di sicuro il primo attacco degli Usa contro un leader ISIL in nella nazione nord africana. Ciò dimostra, ha spiegato il portavoce, che gli Stati Uniti saranno ovunque i leader dell’Isil si stabiliscano e operino.

Peter Cook ha concluso dicendo che l’operazione è stata autorizzata e avviata dal Pentagono prima che l’attacco terroristico a Parigi avesse luogo.

Probabilmente Abu Nabil è una delle menti della strage del museo del Bardo a Tunisi, dove furono trucidate 24 persone tra cui quattro italiani.

Appena due giorni era stata annunciata anche l’uccisione di un altro dei boia dell’Isis: Jihadi John, al secolo Mohammed Emwazi, il britannico di origini kuwaitiane che sarebbe stato colpito in un raid di droni Usa a Raqqa, in Siria. Fonti militari Usa di alto rango hanno riferito che la sua morte “è certa al 99 percento”.

Parigi, ecco la mappa dell’orrore che ha sconvolto l’Occidente

La-mappa-dei-5-attacchi-terroristici-a-Parigi-BbcSono 129 morti e oltre 350 feriti, dei quali quasi cento in condizioni gravissime. E’ questo il bilancio ancora provvisorio dell’ondata di attentati simultanei che ha terrorizzato Parigi la scorsa notte. Due i feriti italiani. Ancora irreperibile l’italiana Valeria Solesin Gli attentatori hanno colpito almeno sei luoghi diversi, dallo stadio di calcio Stade de France fino a una pizzeria, a un ristorante italiano e un teatro.

L’Agenzia Italia ha riassunto i luoghi di Parigi dove sono stati compiuti gli assalti dei terroristi, otto dei quali sono stati uccisi dalle forze speciali francesi. Il commando sarebbe composto da 15 o 20 persone, tra cui una o più donne. L’Isis ha fatto sapere che erano solo 8. Evidentemente per dar fiato di fuga agli altri fuggitivi, che da quanto ha riferito la polizia francese, ci sono. Intanto, si registrano cinque arresti in Belgio.

LA SALA CONCERTO BATACLAN: 82 MORTI
La sala concerto, un locale molto noto situato nella parte orientale della città, era affollato di circa 1.500 persone per un concerto del gruppo statunitense Eagles of Death Metal (secondo la stampa americana, i componenti sono tutti illesi). Circa un’ora dopo che la band era salita sul palco, la sala concerto si è trasformata in un bagno di sangue, come ha raccontato un giornalista catanese che era sul posto.

Un gruppo di 4 uomini vestiti di scuro e armati di kalashnikov ha fatto irruzione nel locale sparando con calma fredda e sanguinaria alle centinaia di persone presenti. Alla fine si conteranno decine di morti. In questo luogo forse c’è la chiave dell’attacco (celebrato come una grande vittoria ma non formalmente rivendicato da Isis). Un testimone ha riferito che uno dei 4 terroristi urlava: “è colpa di Francois Hollande. è colpa del vostro presidente, non avrebbe dovuto intervenire in Siria”, un chiaro riferimento ai raid aerei contro i jihadisti iniziati a fine settembre. I quattro assalitori sono stati tutti uccisi quando le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nel locale dove decine di persone erano trattenute in ostaggio: tre hanno attivato il giubbotto carico di esplosivo, un quarto è stato freddato.

ECCO LA MAPPA INTERATTIVA DEI LUOGHI DELL’ORRORE A PARIGI

STADE DE FRANCE: 4 MORTI
Allo stadio nazionale francese, dove era in corsa il primo tempo di una partita di calcio amichevole tra Francia e Germania, ci sono state tre esplosioni. Sono morte almeno quattro persone all’esterno. Un’esplosione è avvenuta vicino ad un ristorante McDonald’s. Almeno una delle due esplosioni a rue Jules Rimet è stato un attacco kamikaze. Il presidente francese, Francois Hollande, che era allo stadio per assistere alla partita, è stato precipitosamente portato via. Poi i tifosi disorientati sono stati fatti scendere sul terreno di gioco in attesa che fossero dichiarate sicure tutte le uscite. Lo stadio si è svuotato in un clima di calma surreale. Migliaia di persone sono rimaste bloccate dentro lo stadio e si sono riversate sul terreno di gioco.

RUE DE CHARONNE, 18 MORTI
Scene di guerra anche a Rue de Charonne, dove sono morte 18 persone. Gli obiettivi: un ristorante giapponese e un caffè nelle vicinanze. “C’era sangue ovunque” ha raccontato un testimone. Un altro testimone ha raccontato di raffiche e spari che sono andati avanti “per due o tre minuti”: “ho visto i corpi insanguinati a terra. Non so se fossero morti”.

RUE ALIBERT, ALMENO 12 MORTI
La terrazza di un ristorante cambogiano a Rue Alibert, nel X arrondissment, Le Petit Camboge, è stato il teatro di un altro attacco. Bilancio almeno 12 morti. “Abbiamo sentito il suono degli spari, trenta secondi di esplosioni. Non c’era fine. Abbiamo pensato che fossero fuochi d’artificio”, ha raccontato un residente, Pierre Monfort. Un’altra testimone, Florence, arrivata appena un minuto dopo i fatti, ha raccontato anche lei l’orrore: “Era surreale, tutti a terra. Non si muoveva nulla all’interno del Petit Camboge. E al Carillon Bar (adiacente) erano tutti a terra”. “Ma c’era calma: la gente non capiva cosa fosse successo. Una ragazza era in braccio ad un uomo, sembrava morta”.

RUE DE LA FONTAINE AU ROI, ALMENO 5 MORTI
A poche centinaia di metri da Bataclan, un altro luogo colpito è stato la terrazza della pizzeria italiana Casa Nostra. Cinque le vittime del fuoco di armi automatiche, secondo un testimone, Matthieu, 35 anni. “C’erano almeno cinque persone attorno a me, altri nella strada. Sangue ovunque. Io sono stato fortunato”.
Un altro testimone ha riferito che gli spari partivano da una Ford Focus nera.

BOULEVARD VOLTAIRE, 1 MORTO
Una fonte giudiziaria ha riferito che un kamikaze si è fatto saltare in aria a Boulvard Voltaire, vicino il Bataclan. Ci sarebbe un morto.

Napoli, agguato nel rione Sanità. Ucciso boss Pietro Esposito

agguato a rione Sanita a Napoli. ucciso boss Pietro Esposito
Il corpo di Pietro Esposito a terra davanti la basilica del rione Sanità a Napoli

La guerra di camorra a Napoli prosegue lenta e inesorabile. Nessuna tregua. Un pregiudicato, Pietro Esposito, di 45 anni, è stato ucciso con alcuni colpi d’arma da fuoco nel quartiere Sanità a Napoli.

Secondo fonti investigative, l’uomo sarebbe stato colpito dai sicari alla testa e al torace. Nell’agguato è rimasto ferito al torace anche il giovane dipendente di un pub, Giovanni Catena, colpito dai killer mentre stava andando a buttare la spazzatura. E’ stato ferito all’addome. Trasportato in ospedale, il 29enne non sarebbe in pericolo di vita.

L’omicidio al boss è stato compiuto davanti alla basilica Santa Maria della Sanità attorno alle 16,30. Pietro Esposito era a bordo di uno scooter quando è stato avvicinato dai killer che hanno esploso più proiettili contro di lui.

Il boss, conosciuto anche come Pierino, dominava il rione. I sicari lo hanno ucciso sul colpo. Sul posto le forze dell’Ordine, la Scientifica e i soccorritori che hanno tentato invano di rianimarlo.

Pietro Esposito venne scarcerato a fine 2014. A gennaio di quest’anno sempre nello stesso quartiere, alcuni killer uccisero il figlio Ciro, di ventanni. L’omicidio, ironia della sorte avvenne a pochi metri dal luogo dove è stato ucciso oggi Pietro Esposito.

Orrore a Frigento (Avellino). Massacra i genitori con l'accetta. Preso

Ivano Famiglietti Frigento Sturno, Avellino Ivan Famiglietti
La casa dell’orrore nelle campagne di Sturno. Nel riquadro il presunto assassino Ivano Famiglietti (foto casa da www.ottopagine.it)

Un giovane di 27 anni, Ivano Famiglietti, con problemi psichici e di tossicodipendenza avrebbe ucciso con un accetta entrambi i genitori, Michele e Maria Famiglietti, nella loro casa di campagna in contrada Amendola, tra Frigento e Sturno, in provincia di Avellino.

I corpi senza vita delle vittime pare siano stati rinvenuti dalla sorella del presunto assassino massacrati a colpi d’ascia nella camera da letto. Anche amici della coppia aveva sollecitato i parenti perché non avevano notizie da due giorni.

Ivan Famiglietti, che dopo il duplice delitto si è nascosto nelle campagne attorno, è stato rintracciato e fermato dai Carabinieri di Frigento. Era in forte stato confusionale. Condotto in caserma, il giovane avrebbe confessato ai militari o fatto parziali ammissioni di colpevolezza sull’orrendo duplice omicidio.

Si presume che il crimine sia stato commesso tra giovedi e venerdì. Le salme sono state prelevate e trasferite presso l’ospedale di Avellino dove sarà eseguita l’autopsia. Dai risultati verrà accertato giorno e ora del decesso della coppia.

Ivano Famiglietti da quanto scrivono alcuni siti, avrebbe intrattenuto contatti via Facebook con una setta satanica. Sul suo profilo del popolare social vi sono numerose immagini che sembrano ricondurre a questa ipotesi. Sempre da quanto scrivono i media locali, un anno e mezzo fa l’uomo ha decapitato la statua di san Michele Arcangelo, patrono di Sturno, e poi vandalizzato un’altra statua del santo portando via l’effige del demonio.

Ignoto, al momento, il movente del macabro delitto. Un crimine che per la sua brutalità ha scosso tutta la comunità avellinese e l’intera Campania.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO