11 Ottobre 2024

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Roccabernarda, a fuoco magazzini. Evacuate le case vicine

Roccabernarda, a fuoco magazzini. Evacuate le case vicineUn incendio si è sviluppato la scorsa notte in alcuni magazzini siti a Roccabernarda. Sul posto sono giunte due squadre dei vigili del fuoco di Petilia Policastro e Crotone.

Per precauzione sono state evacuate alcune abitazioni ubicate nelle vicinanze. I vigili del fuoco hanno anche individuato e reso inoffensive alcune bombole di gpl, acetilete e gas refrigerante che erano custodite nei magazzini. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri che indagano.

Al momento non si conosce se l’incendio ai capannoni sia di natura dolosa oppure riconducibile a un corto circuito interno.

Vibo Valentia, distraggono beni per 400mila euro. 3 denunce

Vibo Valentia, distraggono beni per 400mila euro. 3 denunceAvrebbero distratto dal fallimento beni e disponibilità finanziarie per circa 400 mila euro sottraendoli ai creditori. Per questo motivo tre imprenditori operanti nel settore commerciale sono stati denunciati dai finanzieri della Compagnia di Vibo Valentia per bancarotta fraudolenta.

La “sparizione” è stata scoperta grazie a controlli disposti dalla Procura della Repubblica in considerazione dell’entità del fenomeno dei fallimenti in provincia.

Melito Porto Salvo. Picchiava la moglie. Arrestato per maltrattamenti

Melito Porto Salvo. Picchiava la moglie. Arrestato per lesioniViolenza tra le mura domestiche. I carabinieri di Melito Porto Salvo, nel Reggino, hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, un sessantenne, S.A., per maltrattamenti contro familiari e conviventi, lesioni personali aggravate e continuate.

Dalle indagini condotte dagli investigatori dell’Arma di Melito Porto Salvo sarebbero emerse le continue vessazioni cui l’arrestato sottoponeva la moglie convivente. Un “vizietto”, quello di dare “le botte” alla donna e ai familiari, di cui l’uomo dovrà risponderne adesso all’Autorità giudiziaria, che ha emesso nei suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Roma, blitz nel centro migranti Baobab. Perquisizioni a tappeto

Roma, blitz nel centro migranti Baobab. Perquisizioni a tappetoPerquisizioni e identificazioni a tappeto stamani all’interno di un centro d’accoglienza migranti gestito da volontari, il “Baobab”, di via Cupa. L’operazione si inserisce nell’ambito dei controlli antiterrorismo per il Giubileo, potenziati dopo gli attentati di Parigi.

Secondo quanto rendono noto gli stessi volontari della struttura, una sessantina tra Carabinieri e agenti di Polizia, anche in tenuta antisommossa e con unità cinofile, sono arrivati al centro verso le 6:30 bloccando la strada con due mezzi blindati.

Sempre secondo le fonti citate dall’Ansa, le forze dell’ordine stanno separando chi possiede documenti in regola da chi non ne ha o risulti irregolare, per portare questi ultimi all’ufficio immigrazione. I volontari del centro “Baobab” rinnovavano la loro “preoccupazione in seguito a voci di un prossimo sgombero della struttura, quando ancora manca una reale alternativa per il ricollocamento dei migranti ospitati”.

Circa 40 tra magrebini, etiopi ed eritrei senza documenti, da quanto riporta l’Ansa, sono stati portati via dalle forze dell’ordine dal Centro di accoglienza “Baobab” di via Cupa a Roma e condotti all’ufficio immigrazione di via Patini. Una trentina, in regola, sono stati lasciati nella struttura.

Anche in Italia i controlli si sono intensificati, come nel resto d’Europa. Qualche giorno fa erano stati arrestati 4 siriani con passaporti falsi negli aeroporti di Orio al Serio a Bergamo e quello di Ciampino a Roma. Ieri sono stati espulsi quattro marocchini a Bologna sospettati di essere fiancheggiatori dell’Isis.

Jet russo anti Isis abbattuto in Turchia. Tensione Mosca-Ankara

Caccia russo abbattuto in Turchia. Tensione Mosca- Ankara
La sequenza dell’abbattimento del Jet militare russo. Nel riquadro la mappa tra Turchia e Siria dove è stato abbattuto

Un Jet militare russo è stato abbatuto al confine tra Siria e Turchia da postazioni missilistiche turche perché avrebbe violato lo spazio aereo turco. Secondo il ministero, della Difesa russo si tratterebbe di un Su-24 abbattuto “presumibilmente” da un attacco da terra con un missile.

Il jet russo è stato colpito solo dopo che questo avrebbe ignorato diversi avvertimenti di abbandonare lo spazio aereo turco, riferiscono fonti militari di Ankara, precisando così di aver agito secondo le regole d’ingaggio.

Il velivolo avrebbe violato lo spazio aereo turco nel distretto di Yayladag, nella provincia sud-orientale di Hatay. Il caccia si è schiantato in Siria nei pressi di un villaggio turcomanno tra le montagne, dove da alcuni giorni sono in corso raid aerei russi e siriani.

VIDEO DELL’ABBATTIMENTO

I piloti del jet militare russo hanno fatto in tempo a catapultarsi, riferisce il ministero della Difesa russo precisando che il Su-24 volava a un’altezza di 6.000 metri. Le autorità di Mosca non sanno in che condizioni si trovino i piloti. Si teme il rischio che i due finiscano nelle mani del Califfato come il pilota giordano.

Sull’area operano diversi Jet dell’alleanza franco-russa-Usa, schierati contro gli obiettivi dell’Isis in molte città la Siria.

Intanto, la Turchia si consulterà con la Nato e l’Onu sulla situazione al confine con la Siria dopo aver abbattuto un aereo militare che aveva violato il suo spazio aereo, riferisce l’ufficio del primo ministro, Ahmet Davutoglu.

Lazio, dramma sui binari: morti una pakistana e un siciliano

Lazio, dramma sui binari: morti una pakistana e un siciliano
La stazione ferroviaria Colle Mattia dov’è morto un 35 enne mentre attraversava i binari

Morti travolti dai treni sui binari. Due tragedie sono avvenute lunedì nel Lazio. Una pachistana di 22 anni è morta dopo essere stata investita da un treno della linea Ancona-Orte. Ancora in corso le cause dell’incidente.

L’altro dramma è accaduto sulla linea ferroviaria Fl6 Roma-Cassino nei pressi della stazione Colle Mattia, dove un uomo di 35 anni è stato schiacciato dal convoglio regionale 7540, partito da Termini intorno alle 8 di stamane, destinazione Cassino.

M.I., queste le iniziali della vittima (di origini siciliane), sarebbe stato in forte ritardo e una volta arrivato in stazione avrebbe attraversato di corsa i binari nel tentativo di salire a bordo del treno per Cassino.

Proprio mentre stava attraversando i binari, il 35enne non si sarebbe accorto dell’arrivo di un altro treno, che l’ha investito in pieno. L’uomo è morto pressoché sul colpo. A nulla sono valsi i soccorsi. Sul posto si sono recati gli agenti della Polfer di Colleferro e i Vigili del Fuoco di Frascati. Ritardi sono stati registrati nella circolazione. Estremi disagi per i pendolari

Attacchi a Parigi, così Barbara Serpentini scampa la morte

Attentati Parigi . La sequenza video. Nel riquadro Barbara Serpentini
La sequenza del terrore. Da sinistra il terrorista spara ma il mitra s’inceppa, al centro la donna si alza e poi scappa via. Nel riquadro la “protagonista” Barbara Serpentini, di soli 18 anni

L’Italia ha rischiato di piangere la sua seconda vittima (la prima è Valeria Solesin, ndr) se non fosse stato che l’Ak-47 in mano a Salah Abdeslam non si incepasse.

E’ italiana infatti la donna scampata alla morte per miracolo al Caffè italiano “Casa Nostra” durante i minuti drammatici mostrati in un video della telecamera di sorveglianza pubblicato dal Daily Mail.

Si chiama Barbara Serpentini, 18 anni, studentessa di Scienze Politiche a Parigi, la donna che si trovava nel locale insieme a una sua amica, Sophia Bejali, di 40 anni.

Appena il terrorista si è avvicinato al bistrot ha cominciato a sparare all’impazzata. Gli avventori del bar cercano riparo sotto i tavolini; alcuni si rifugiano al piano superiore, mentre all’interno volano vetri in frantumi.

Lui, che gli investigatori ritengono sia Salah, l’uomo più ricercato d’Europa, si vede andare via, ma poi ci ripensa e torna indietro. Fuori dal locale, sotto uno dei tavoli si trovano le due donne.

I MINUTI DEL TERRORE A PARIGI

Salah si avvicina minaccioso e punta il mitra premendo il grilletto. Fortunatamente l’arma si inceppa o ha finito i proiettili. Il jihadista va via e Barbara Serpentini trova il coraggio di alzarsi e girare l’angolo del bar.

“Tutt’e due – spiega la ragazza al Daily Mail – abbiamo pensato che non ci avesse visto”. E invece “ho aperto gli occhi e ho visto i suoi piedi. Aveva le scarpe da ginnastica nere, è stato davanti a me per un tempo che mi è sembrato un’infinità. Non volevo che i nostri occhi si incrociassero e mi sono messa nuovamente le mani sul viso. Le scarpe erano a 20 centimetri da me”.

“Non avevo realizzato che eravamo così vicini alla morte”, ha detto Barbara Serpentini. E’ pazzesco pensare che le nostre vite siano state salvate perché non avesse più proiettili”.

“Mi sento fortunata. Ancora non posso credere che quella donna nel video sia io. So che può sembrare pazzesco, ma mi vedo dall’esterno”, ha detto ancora la quotidiano britannico.

Argentina, il nuovo presidente è l'oriundo italiano Mauricio Macri

Argentina, il nuovo presidente è l'oriundo italiano Mauricio MacriUn ballottaggio storico in una domenica di sole a Buenos Aires soprattutto per Mauricio Macri: secondo i primi dati il leader della coalizione di centro-destra “Cambiemos” ha battuto con un distacco consistente (53,48% contro 46,52) alle presidenziali in Argentina il peronista Daniel Scioli.

Pochi istanti dopo la chiusura delle urne (alle 18, le 22 in Italia) e la diffusione di indiscrezioni sugli exit poll che davano un forte distacco tra i due candidati, nel bunker di “Cambiemos” a Buenos Aires è scattata la ‘fiesta’: i simpatizzanti del ‘macrismo’ hanno saltato e ballato, mentre urlavano ‘Mauricio presidente’.

Subito dopo è intervenuto Marcos Peña, uomo chiave dello ‘staff’ di Macri: “Siamo molto, molto, felici per quanto è successo oggi in Argentina”. Completamente diverso invece il clima nel quartier generale di Scioli, l’hotel ‘Nh Bolivar’, dove c’era poca gente e il sentimento prevalente è l’amarezza. E dove s’invitava la stampa “ad aspettare i dati ufficiali”.

Come tante altre volte negli ultimi decenni, la scelta politica chiave delle elezioni di oggi nel paese sudamericano è stata quella tra peronismo e ‘non peronismo’. Tra dare ancora una chance in altre parole al peronismo al potere, oppure chiudere il ciclo e aprire le porte al centro-destra e al cambio: anzi, al ‘Cambiemos’ guidato da Macri.

Liberale e fautore di programmi marcatamente “pro-business”, durante la campagna elettorale ha attaccato duramente il ‘kirchnerismo’, il peronismo di sinistra al potere da 12 anni, prima con Nestor Kirchner, poi con la consorte, Cristina. Il 56/enne sindaco della città di Buenos Aires è quindi riuscito a convincere la maggioranza degli elettori, dimostrando così di aver azzeccato la coalizione vincente, creata mesi fa tra il suo partito (Propuesta Republicana, Pro) e due forze centriste (radicali e Coalicion Civica).

Diversa la situazione sull’altro schieramento in corsa, quello del peronista Fronte para la Victoria guidato da Scioli, governatore a sua volta della provincia di Buenos Aires. Scioli è infatti rimasto intrappolato in una contraddizione di fondo: non ha tagliato del tutto il cordone ombelicale con la presidente uscente, Cristina Fernandez de Kirchner. E’ stato quindi poco chiaro, proponendosi come l’uomo del rinnovamento peronista ma anche come quello della continuità con la signora Kirchner. Un giorno emblema di un programma politico moderato, l’altro invece ‘Cristina-dipendente’, in sintonia cioè con l’irruenza, nello stile e nelle politiche, della Casa Rosada.

Lo scorso 25 ottobre, nel primo turno, il vincitore politico è fu Macri, prova che la formidabile macchina elettorale del peronismo si era inceppata, tra l’altro anche a causa del complesso rapporto Scioli-Cristina. La conferma dell’ascesa di “Cambiemos” si è avuta nel cuore economico del Paese, la provincia di Buenos Aires dove si è imposta Maria Eugenia Vidal, 42/enne stella nascente del ‘macrismo’: forse, la vera sorpresa di questa storica tornata elettorale in Argentina.

Il Paese pare quindi essere cambiato in profondità e l’opposizione è avviata a chiudere la giornata con il controllo nei principali distretti elettorali. Il “kirchnerismo” rischia invece di scomparire nell’implosione di un peronismo sconfitto e che da domani si rimetterà alla ricerca di una nuova leadership.

Corigliano, pensionato ferisce il figlio con un cacciavite. Arrestato

Corigliano, pensionato, Antonio Bomparola, ferisce il figlio con un cacciaviteUn pensionato di 68 anni, A.B, è stato arrestato dai carabinieri di Corigliano Calabro per tentato omicidio nei confronti del figlio.

L’uomo, nel corso dell’ennesima lite familiare, con un cacciavite ha ferito il figlio 42enne, un operaio incensurato. Il destinatario del ferimento, colpito al basso ventre, è stato soccorso ed accompagnato all’ospedale di Corigliano dove è stato operato. Non sarebbe in pericolo di vita.

I militari dell’Aliquota radiomobile della Compagnia Carabinieri di Corigliano Calabro, intervenuti dopo il ferimento, hanno sequestrato “l’arnese” e hanno tradotto A.B, presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Non è chiaro il motivo del diverbio che ha fatto perdere le staffe al padre al punto da indurlo a ferire il figlio con un cacciavite.

Bodrum, Turchia. Bambina siriana trovata morta come Aylan

Bodrum, Turchia. Bambina siriana trovata morta come Aylan
La guardia costiera turca sul luogo dove è stata trovata la bambina a Bodrum. (Ansa/Epa/Gokay Karadut/Anadolu Agency)

Il corpicino di una bambina di 4 anni è stato ritrovato da alcuni pescatori sulla costa egea della Turchia. Lo riferiscono i media turchi, secondo cui la piccola sarebbe tra i 10 dispersi del naufragio avvenuto mercoledì scorso al largo di Bodrum, in cui altre 5 persone erano state salvate.

Lo scorso settembre, il mondo era rimasto sconvolto dalle immagini del piccolo Aylan,  il bambino profugo siriano di tre anni annegato – anche stavolta – davanti alla spiaggia di Bodrum.

Secondo la testimonianza resa da Mirvan Hassan, uno dei 5 migranti salvati nel naufragio, la bambina si chiamava Sena e viaggiava insieme alla madre.

Il corpo della piccola è stato trovato tra le rocce dell’isola di Catalada, 5 km al largo della località di Turgutreis, nella penisola di Bodrum.

La bimba indossava pantaloni blu e una maglia rossa, un abbigliamento simile a quello del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni ritrovato a inizio settembre sulla spiaggia di Bodrum le cui immagini sconvolsero il mondo. In seguito al ritrovamento di Aylan Kurdy, furono ritrovati anche il corpo del fratellino Garbin di 5 anni e della loro madre. Nei mesi successivi annegarono anche altri bambini.

Lotta all'Isis, "Serracchiani bugiarda seriale". Polemica Pd-M5S

Lotta al'Isis, "Serracchiani bugiarda seriale". Polemica Pd - M5S
L’immagine postata sul blog di Grillo. Debora Serracchiani “Bugiarda seriale”

La vicesegretaria del Pd, Debora Serracchiani è in trend topic su diversi social network, tra cui Twitter con l’hashtag #SerracchianiBugiarda, lanciato dal M5S dal blog di Beppe Grillo che pubblica anche una foto con su scritto “Bugiarda seriale”. Ma cosa ha combinato la governatrice del Friuli

In un intervento, l’esponente politico aveva polemizzato con il M5S a proposito della guerra all’Isis: “Il Pd – dice Serracchiani – non ha paura di Grillo. Piuttosto: gli italiani hanno paura del M5S?”, ricorda lo stesso Grillo in un post. “Perché li ho ascoltati in tv, ho sentito dire che per risolvere le drammatiche vicende di questi giorni bisogna dialogare con l’Isis, tagliare i fondi alla Difesa per finanziare il reddito di cittadinanza e riaprire l’ambasciata in Siria. Vi sembrano risposte all’altezza del problema?”, ha detto Debora Serracchiani

“La Serracchiani – attacca il M5S – ha problemi di udito, o di intelletto, o più semplicemente segue la linea del suo partito di dire sempre e comunque il contrario della verità. Il M5S in Tv, sul blog, su Facebook, nelle piazze ha detto che per eliminare l’Isis bisogna togliergli la benzina, troncare tutti i finanziamenti che gli arrivano dai Paesi amici dei terroristi tra cui l’Arabia Saudita che “il Bomba” (Renzi, ndr) ha incontrato qualche giorno fa”. Il riferimento è alla visita del premier negli Emirati arabi.

“Il M5S – è scritto nell’articolo di Grillo – ha ribadito che bisogna smettere di armare questi Paesi mentre la scorsa settimana è partito dalla Sardegna un carico di bombe per l’Arabia Saudita e il governo ha venduto armi al Kuwait (altro Paese colluso con i terroristi) per miliardi di dollari”.

“E’ necessario, inoltre, togliere le sanzioni alla Russia e potenziare le risorse per la sicurezza e per l’intelligence, come richiesto dal M5S in Parlamento tramite un emendamento bocciato dal Pd. Per finanziare il reddito di cittadinanza sono previsti tagli alla spese inutili degli armamenti, come gli F35. Gli italiani non hanno paura del M5S, ma di un governo incapace ed inetto che si concentra sugli avversari politici anzichè su come fronteggiare l’emergenza terrorismo. Serracchiani, sturati le orecchie”, conclude il post del M5S diventato virale sui Social.

Firenze, 93enne investe passeggino con l'auto. Grave bimbo

Firenze, 93enne investe passeggino con l'auto. Grave bimboUn anziano di 93 anni alla guida della sua auto, mentre stava facendo manovra è andato a sbattere contro una panchina presso cui c’era un passeggino con dentro un neonato. E’ successo in zona Novoli, davanti a un centro commerciale, a Firenze.

Il bimbo, di soli tre mesi, è stato trasportato in ospedale ed è in gravi condizioni. La prognosi, a detta dei sanitari, è riservata.

Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe effettuato una manovra di parcheggio quando la sua auto è salita sul marciapiede investendo la carrozzina dove stava dormendo il bambino.

Illesa la madre, originaria del Bangladesh, che è disperata. Il piccolo ha riportato un trauma cranico. Ora si trova ricoverato in neurochirurgia in gravi condizioni.

L’anziano, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, è rimasto di pietra quando si è accorto del dramma. Sul posto sono giunti i sanitari del 118 con le forze dell’ordine di Firenze. Non si conoscono al momento provvedimenti giudiziari nei suoi confronti. E’ altamente probabile che non potrà più mettersi alla guida.

Mileto, (Vibo Valentia): auto contro galleria. Muore un 19enne

il-luogo-della-tragedia Nel-riquadro Domenico Napoli
Nel riquadro Domenico Napoli

Un ragazzo 19enne di Cinquefrondi, Domenico Napoli, è morto in un brutto incidente stradale avvenuto dopo la mezzanotte nei pressi dello svincolo di Mileto dell’autostrada Salerno – Reggio Calabria.

Domenico Napoli era alla guida della sua Fiat Panda quando, per cause ignote, è andato a sbattere contro il muro di una galleria.

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia stradale di Vibo Valentia, il personale dell’Anas ed i vigili del fuoco.

Sconosciute le cause del drammatico incidente. Sono in corso verifiche per accertare l’esatta dinamica. L’impatto è stato violentissimo al punto che è stato sbalzato fuori dall’auto. Inutili i soccorsi di automobilisti e i sanitari del 118. Domenico Napoli, purtroppo, è deceduto sul colpo.

Livorno, denunciate tre persone per evasione. Sequestri

Livorno, denunciate dalla Gdf tre persone per evasioneI militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal gip del locale Tribunale, Antonio Del Forno – apponendo i sigilli ai locali (6 vani, di circa 80 mq) ed alle attrezzature mediche (per un valore di circa 24 mila euro) riconducibili ad un odontotecnico livornese e ad un dentista, denunciati all’Autorità Giudiziaria, in concorso tra di loro, per l’esercizio abusivo della professione medica. E’ quanto si legge in una nota della Gdf di Livorno.

Le indagini, svolte sotto la direzione di Fiorenza Marrara, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, hanno avuto origine dall’avvio di una verifica fiscale (nel mese di giugno scorso) nei confronti dell’odontotecnico.

In particolare, nel corso dell’iniziale accesso, che aveva avuto ad oggetto l’abitazione privata e un appartamento di proprietà del professionista ma nella disponibilità giuridica di altro soggetto (un dentista che l’aveva formalmente preso in locazione), erano stati rinvenuti circa 63.000 euro in contanti ed orologi di pregio (due marca “rolex” e un “cartier”). In tale ambito, era stata acquisita, peraltro, copiosa documentazione extracontabile.

L’odontotecnico aveva dichiarato di svolgere la propria attività presso un altro immobile, ubicato sempre a Livorno, risultato, di fatto, un mero box, in cui i militari hanno rinvenuto esclusivamente masserizie e altri beni mobili non pertinenti alla professione.

Di contro, il soggetto era presente, all’atto di apertura della verifica fiscale, presso lo studio medico del dentista con indumenti sanitari e in camice verde Le successive investigazioni, condotte dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, hanno consentito di appurare – attraverso l’analisi della documentazione, l’acquisizione di informazioni da numerosi clienti e lo sviluppo di indagini finanziarie – che il soggetto livornese, abilitato all’esercizio della sola attività di odontotecnico, era solito presentarsi ai propri pazienti come dentista, svolgendo regolari visite ed interventi dentari, quali estrazioni, otturazioni e impianti, la cui esecuzione, come noto, è riservata alla specifica competenza del medico odontoiatra.

Quest’ultimo, infatti, è l’unico autorizzato, per legge, ad effettuare attività di visita e diretto intervento sui pazienti. L’odontotecnico, malgrado avesse già riportato, per fatti analoghi, due condanne con sentenze passate in giudicato (nel 1994 e nel 1997), ha, quindi, negli anni, proseguito nell’attività illecita, dirigendo – di fatto – lo studio medico odontoiatra, attraverso la fattiva collaborazione di un dentista “regolare”, per superare, almeno formalmente, l’inibizione prevista dalla legge.

Anche quest’ultimo è stato denunciato all’Autorità giudiziaria, in concorso, avendo consentito all’odontotecnico di utilizzare la propria strumentazione medica ed assistendo, in alcune occasioni, alle visite dei pazienti, completando alcune prestazioni mediche iniziate dall’odontotecnico ovvero beneficiando della clientela acquisita, per successive prestazioni gestiste in proprio, tra cui la pulizia dei denti.

In questo contesto, è stata segnalata alla locale Procura della Repubblica anche una terza persona, con mansioni di segretaria di entrambi i soggetti, per il reato di favoreggiamento personale, avendo ella tentato di eludere le investigazioni in corso nei confronti dei due professionisti, rendendo dichiarazioni reticenti e contraddittorie. Al termine dell’indagine di polizia giudiziaria, è stata conclusa anche la verifica fiscale, accertando nei confronti del falso dentista – che dichiarava ufficialmente un reddito da lavoro autonomo di circa 15 mila euro annui – un’evasione fiscale di circa 210 mila euro, connessa a compensi non dichiarati dal 2010 in avanti

Lamezia Terme, indagati due avvocati per truffa in concorso

Avvocati truffaldini denunciati a Lamezia TermeDue avvocati sono indagati per il reato di truffa in concorso in una inchiesta della Procura di Lamezia Terme. La Guardia di finanza ha notificato stamane ai legali un avviso di conclusione delle indagini preliminari.

I due avvocati di Lamezia Terme si sarebbero fatti consegnare da un loro cliente somme di denaro per oltre 110 mila euro con la promessa che avrebbero utilizzato il denaro per investimenti nel campo immobiliare. Investimenti di cui non vi sarebbero tracce. Le indagini hanno avuto inizio dopo la denuncia della vittima

Caso Roberta Lanzino, prelievo Dna per due fratelli di Franco Sansone

Caso Roberta Lanzino, prelievo Dna per due fratelli di Franco Sansone
Roberta Lanzino

Nuovo colpo di scena nell’interminabile e irrisolto caso di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende uccisa l’estate di 27 anni fa sulla strada di Falconara di Torremezzo.

Il gip di Paola ha ordinato il prelievo coatto del Dna di Remo e Raffaele Sansone, 53 e 56 anni, di Cerisano, fratelli di Franco Sansone, processato e assolto in primo grado a maggio con l’accusa di aver stuprato e ucciso, il 26 luglio del 1988, la studentessa di Rende, che all’epoca aveva 19 anni.

I magistrati di Paola, grazie agli esami compiuti dal Ris di Messina, vogliono comparare il profilo genetico dei due fratelli con le tracce biolociche di “Ignoto 1”, rinvenute sul corpo di Roberta Lanzino e repertate dagli inquirenti all’epoca dei fatti.

Lo scorso maggio, in primo grado furono assolti i due imputati Franco Sansone e Luigi Carbone (ritenuto morto per lupara bianca). A scagionarli era stata proprio la prova del Dna: secondo i giudici il Dna dell’assassino di Roberta Lanzino non apparteneva ai due imputati.

La ragazza, il 26 luglio 1988 con il suo motorino cercò di raggiungere la sua casa al mare a Torremezzo. Le indagini, svolte nel tempo accertarono che la studentessa durante il tragitto sulla strada di Falconara era stata seguita da una Fiat 131 Mirafiori di colore chiaro che si pose di traverso costringendo la ragazza a fermarsi. Roberta Lanzino fu prima stuprata e poi sgozzata dai suoi assassini.

Suicidio a Cosenza. Bancario si lancia nel vuoto da viadotto sull'A3

Suicidio a Cosenza. Bancario si lancia nel vuoto da viadotto sull'A3 ad AltiliaSuicidio a Cosenza. Un funzionario di banca di 58 anni si è tolto la vita lanciandosi da un viadotto della Salerno Reggio Calabria, all’altezza di Altilia Grimaldi. La tragedia è avvenuta domenica mattina intorno aĺle 10.

L’uomo, di San Sosti, nel Cosentino, ha parcheggiato la sua auto in una piazzola dell’arteria, ha raggiunto a piedi il ponte e si è lanciato nel vuoto.

Sul posto sono intervenuti la Polizia stradale di Lamezia Terme, i carabinieri di Rogliano e i socorritori del 118. Per Enzo, questo il suo nome, non c’era più nulla da fare. Complicato il recupero del corpo da parte dei vigili del fuoco per la zona impervia.

Il funzionario, pare avesse prima tentato di tagliarsi le vene dei polsi, poi ha scavalcato la protezione del viadotto e si è lasciato andare.

Sconosciuto il motivo del suicidio. Non si esclude che la povera vittima sia caduta in una forte crisi depressiva. Da quanto raccontano in paese e a Cosenza, il bancario era una persona perbene e benvoluta da tutti.

Sconcerto e sgomento tra i parenti, nell’istituto di credito presso cui lavorava e tra i tanti amici e conoscenti che lo stimavano e apprezavano

Bruxelles: "Neutralizzata cellula jihadista". 21 arresti. Sparito Salah

Bruxelles: "Neutralizzata cellula jihadista". Diffuso identikit terzo kamikaze
A sinistra militari a Bruxelles, a destra l’identikit del terzo kamikaze dello Stade De France

“Neutralizzata una delle cellule jhadiste”. Con ventuno arresti e una sfilza di perquisizioni è terminato il blitz anti terrorismo in Belgio.

Tuttavia, ha precisato il ministro dell’Interno belga Jan Jambon, “Il lavoro non è ancora finito”. Una valutazione più approfondita sul mantenimento del massimo stato d’allerta sarà condotta nelle prossime ore dall’organismo preposto all’analisi delle minacce alla sicurezza (Ocam).

Le operazioni di polizia sono cominciate domenica mattina e sono terminate intorno alle 23 in diversi luoghi del Belgio e della regione di Bruxelles. L’obiettivo massimo dei raid era di catturare il super ricercato Salah Abdeslam. Ma di lui, ha affermato il procuratore in conferenza stampa, si sono perse le tracce, nonostante fosse stato visto “a Liegi” dalla stessa polizia. Da quanto hanno riferito le autorità, pare che Salah sia in fuga su una Bmw diretto in Germania.

Il Blitz della polizia era cominciata alla Grande Place in un clima surreale che vede ancora in queste ore la capitale belga “blindata” con l’allerta al suo massimo grado. Il dispiegamento di forze militari è imponente. “Sono in un ristorante e i poliziotti ci hanno chiesto di terminare in fretta e di raggrupparci nella sala interna aspettando il via libera per uscire”, ha detto un testimone.

Intanto, la polizia francese ha diffuso domenica sera una foto del terzo kamikaze allo Stade de France. L’immagine è seguita da un appello a testimoniare per chiunque possa identificarlo. Si tratta di uomo tra i 28 e i 35 anni, altezza 1.75 circa e carnagione scura.

Dei tre uomini che si sono fatti esplodere, si conosce con certezza soltanto l’identità del ventenne francese residente in Belgio Bilal Hadfi. Il secondo aveva un passaporto siriano falso che corrisponde al nome di Ahmad al-Mohammad. Il terzo kamikaze rinvenuto nei pressi dello stadio, era stato classificato come “ignoto”.

Pescara, è giallo sul "suicidio" in Uruguay di Mario Di Loreto

Mario Di Loreto il giovane pescarese scomparso che si ritiene si sia suicidato in Uruguay
Mario Di Loreto il giovane pescarese scomparso che si ritiene si sia suicidato in Uruguay

Mario Di Loreto, il 31enne di Pescara di cui si erano perse le tracce lo scorso 28 ottobre a Madrid, in Spagna, per gli investigatori si sarebbe suicidato in un albergo di Montevideo (Uruguay). Lo riferiscono all’Ansa fonti della polizia.

Il padre, Renato Valter Di Loreto, aveva denunciato la scomparsa all’Interpol. Del caso si era occupata la trasmissione “Chi l’ha visto?”. La famiglia di Mario Di Loreto, vissuta per alcuni anni a Pescara, si era trasferita a Tenerife.

Si ignora quando il giovane sarebbe arrivato in Uruguay. La Farnesina si è mobilitata per accertare gli elementi del caso. Al momento non si conoscono dettagli sull’estremo gesto dell’uomo. Il perché resta tutto un mistero di questo misterioso suicidio. “Perché scegliere un albergo del lontanissimo Uruguay e non l’Italia o la Spagna per farla finita?” èla domanda che rimane senza risposte.

Da quanto scrivono alcuni media locali, l’ultima a vedere Mario era stata una zia, nella capitale spagnola. L’ultimo avvistamento risalirebbe al 28 ottobre scorso, all’aeroporto di Barajas, dove Mario Di Loreto era in attesa di imbarcarsi, così aveva riferito, per Tenerife, dove vivono i genitori.

Mario Di Loreto aveva lavorato in Olanda come pizzaiolo, ma aveva deciso di tornare a , dove la sua famiglia lavora, e prima di tornare a casa di fare una puntatina dalla sorella in Perù.

San Marco Argentano, esplode bombola. Tre feriti di cui uno grave

San Marco Argentano, esplode bombola. Tre feriti di cui uno graveSi è sfiorata la strage a San Marco Argentano dove una fuga di gas di una bombola ha provocato 3 feriti di cui uno grave. L’incidente è avvenuto all’ora di pranzo a San Marco Argentato, nel Cosentino. Grave un anziano.

Nell’esplosione sono anche rimasti  feriti in modo “non grave” un’altra anziana e una bambina di quattro anni. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno soccorso i feriti.

L’uomo anziano, per le gravi ferite riportate è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale “Annunziata” di Cosenza, mentre la donna e la bambina hanno raggiunto il nosocomio in ambulanza.

La casetta dov’è avvenuta l’esplosione, da un primo esame, è risultata “inagibile”. Divelte porte e finestre e all’interno le mura appaiono sventrate dalla deflagrazione.

Tanta la paura nel vicinato, fortissimo il boato udito a molta distanza. Indagano i Carabinieri della stazione di San Marco Argentano per accertare le cause dell’incidente. Non è esclusa che la fuga del gas di una bombola, sia venuta a contatto con fonti di calore o circuiti elettrici.

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