11 Ottobre 2024

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'Ndrangheta, sequestro di beni a Michele Crudo, genero di Tegano

'Ndrangheta, sequestro di beni a Michele Crudo, genero di Giovanni TeganoLa Polizia di Stato ha messo a segno un ulteriore attacco ai patrimoni illecitamente acquisiti da presunti esponenti appartenenti alla ‘ndrangheta. Oggi è stata data esecuzione a un provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale – Sezione Misure di prevenzione di Reggio Calabria, originato da una proposta del Questore di Reggio Calabria, effettuata sulla scorta di un’articolata attività di natura patrimoniale svolta dalla locale Divisione Anticrimine.

Il provvedimento ha interessato beni per un milione di euro riconducibili al genero di Giovanni Tegano, Michele Crudo, di 38 anni, ritenuto dagli inquirenti presunto affiliato alla cosca Tegano. L’uomo, già detenuto, è stato condannato in via definitiva alla pena di dieci anni di reclusione per associazione mafiosa ed estorsione, nell’ambito dell'”Operazione Agathos” e sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza per la durata di quattro anni.

Le indagini patrimoniali, condotte dal locale Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, hanno dimostrato la sproporzione tra i redditi percepiti da Michele Crudo e il patrimonio a lui direttamente o indirettamente riconducibile, frutto del reimpiego di capitali illeciti.

Il tribunale, accogliendo le risultanze investigative ha disposto il sequestro dei seguenti beni, tutti ubicati nel Comune di Reggio Calabria: 3 unità immobiliari; quote sociali, intero capitale e intero patrimonio aziendale della “Ditta San Michele & C. S.a.s.” di Michele Crudo, avente per oggetto il commercio all’ingrosso e al dettaglio di generi alimentari.

Il valore del patrimonio sequestrato ammonta complessivamente a circa 1.000.000 di euro. Più in generale, dall’inizio dell’anno ad oggi, la Polizia di Stato ha realizzato ben 6 sequestri. In tutto, compreso il sequestro di oggi, il patrimonio ammonta ad un importo di 15,3 milioni di euro. Sono stati inoltre oggetto di confisca, con due diversi provvedimenti, beni per un valore di circa 1.020 milioni di euro. I destinatari degli atti sono tutti elementi di spicco della criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista.

Reggio Calabria, blitz anti droga tra Bagnara e Scilla. 9 arresti

Reggio Calabria, blitz anti droga tra Bagnara e Scilla. 9 arrestiE’ di nove arresti e un divieto di dimora il bilancio di un’operazione anti droga condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria stamane a Bagnara Calabra e Scilla in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del tribunale di Reggio Calabria.

Quattro le persone che andranno in carcere, mentre cinque agli arresti domiciliari.

Associati al penitenziario di Arghillà sono Vincenzo Cardillo, di 28 anni, Annunziato Spanto, ( 28); Maurizio Pratesi, (37) e Antonio Ragusa, (25);

Ai domiciliari Carmela Arena, di 22 anni; Concettina Pietropaolo, (44); Giuseppe Pietropaolo, (42); Maria Cardillo, (25) e Michele Novella, (53). Misura cautelare personale del divieto di dimora emessa nei confronti di Vittoria Ciccone, di 29 anni.

Sono tutti accusati, a vari titolo, di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, favoreggiamento personale, concorso in ricettazione, concorso in detenzione e porto di arma da fuoco e tentato danneggiamento.
L’operazione, denominata “Calcara”, è stata condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, con l’ausilio di personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.

L’Autorità giudiziaria ha emesso i provvedimenti restrittivi concordando con le risultanze investigative assunte dai militari della Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni, in ordine all’attività d’indagine poi denominata “Calcara”.

L’indagine ha preso il via dal tentato omicidio commesso ai danni di Vincenzo Cardillo nel novembre del 2013, quando ignoti esplodevano tre colpi di arma da fuoco in direzione dell’automobile di Cardillo.

L’attività investigativa ha permesso di accertare come Vincenzo Cardillo risultasse “immerso nel contesto criminale del quartiere degradato della località Calcara” del Comune di Bagnara Calabra, dedito al commercio di sostanze stupefacenti e di ogni altro bene provento di attività illecita, nonché illegittimo possessore di armi e coautore di tentati danneggiamenti.

L’indagine ha consentito di ricostruire provate responsabilità secondo le quali le persone indagate, seppur non tutti e non stabilmente collegati fra loro, in un’area geografica ben definita comprendente i comuni di Bagnara Calabra e Scilla, erano dediti in particolare alla compravendita di sostanze stupefacenti ed alla ricettazione di rame.

Gli investigatori hanno inoltre “accertato, come alcuni di loro si fossero resi responsabili di specifici eventi delittuosi di cui sopra perpetrati nella medesima area geografica tra il 2013 ed il 2014”.
I destinatari di misura cautelare in carcere sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria – Arghillà, a disposizione dell’Autorità giudiziaria reggina.

Terrorismo, sgominata rete che innegiava a Daesh. Minacce al Papa

Terrorismo, sgominata rete kosovara che innegiava a Daesh
Uno degli arresti per terrorismo nell’operazione condotta dalla Polizia di Brescia tra Italia e Kosovo

“Apologia al terrorismo” e “istigazione all’odio razziale”. Sono queste le accuse rivolte contro una presunta rete di jihadisti kosovari sgominata in un blitz congiunto tra Italia e Kosovo.

L’operazione anti terrorismo condotta dagli uomini della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, l’Antiterrorismo italiano, e da quelli della Digos di Brescia, è coordinata dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo. Quattro i provvedimenti cautelari: un arresto, due espulsioni e una misura di sorveglianza speciale a carico di altrettanti kosovari sospettati di fiancheggiare l’Isis.

L’inchiesta, denominata “Van Damme”, nome venuto fuori d una intercettazione (“Non siamo nè Rambo nè Van Damme, facciamo i fatti seri”), ha permesso di “disarticolare una compagine terroristica che, anche attraverso l’uso dei social network, propagandava l’ideologia jihadista”, affermano gli inquirenti.

Per una di loro, una donna, è scattata per la prima volta la misura della sorveglianza speciale, contemplata in reati per mafia la cui normativa è stata recentemente estesa ai reati di terrorismo. La richiesta è stata avanzata direttamente dal Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti.

La rete, ha fatto sapere la Polizia è risultata essere “altamente pericolosa” per i “collegamenti diretti accertati con filiere jihadiste attive in Siria, riconducibili al noto terrorista kosovaro “Daesh”, Lavdrim Muhaxheri”.

Gli investigatori hanno ricostruito contatti e organigramma della presunta organizzazione terroristica che, anche attraverso l’uso della rete e dei social network, propagandava l’ideologia jihadista.

“Ricordatevi che non ci sarà più un Papa dopo questo, questo è l’ultimo”. Questa è una delle frasi che il gruppo avrebbe divulgato sul web insieme ad altre minacce contro il Papa. Il punto di riferimento del gruppo è stato identificato in Imishiti Samet, arrestato in Kosovo e ritenuto affiliato al Daesh (Isis).

Caso Bergamini, il gip archivia l’inchiesta: “Elementi insufficienti”

Denis Bergamini
Denis Bergamini

Il gip presso il Tribunale di Castrovillari (Cosenza), Annamaria Grimaldi, ha archiviato l’inchiesta sulla morte del calciatore del Cosenza, Donato Denis Bergamini, deceduto in circostanze poco chiare il 18 novembre 1989 lungo la statale 106, all’altezza di Roseto Capo Spulico.

Nell’inchiesta erano indagati l’ex fidanzata del calciatore, Isabella Internò, accusata di concorso in omicidio ed il camionista, Raffaele Pisano, per favoreggiamento e false dichiarazioni.

Nel dicembre del 2014 la Procura di Castrovillari aveva chiesto proprio l’archiviazione ma la famiglia del calciatore si era opposta.

Secondo il giudice, dalle carte emerge “l’infondatezza della notizia di reato, da intendersi come assoluta mancanza di elementi di prova efficacemente rappresentativi della sussistenza del delitto”.

I familiari di Bergamini, in testa la sorella Donata, però, non si arrendono. Il 21 dicembre incontreranno il nuovo procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che si sarebbe detto disponibile a riaprire l’inchiesta nel caso in cui spuntino novità rilevanti.

Il calciatore era stato trovato morto investito da un camion 26 anni fa sull’arteria jonica che collega Calabria e Basilicata. Da subito si è seguita la pista del suicidio, ma poi familiari e tifosi del Cosenza Calcio, spinsero a far riaprire l’inchiesta sulla base di nuovi elementi: omicidio fu la nuova ipotesi di reato.

Indagati la fidanzata del calciatore e il camionista. I nuovi elementi non sono però stati ritenuti sufficienti dalla procura, che giusto un anno fa aveva chiesto l’archiviazione, sebbene in tutta la vicenda, secondo la famiglia, restano molti punti oscuri.

Pochi giorni fa a Denis Bergamini, il Comune di Cosenza guidato da Mario Occhiuto, alla presenza della sorella Donata Bergamini, ha dedicato una piazza vicino lo stadio “Gigi Marulla”.

Lavoro, Istat: cala l'occupazione. Disoccupazione all'11,5%

Lavoro, Istat: cala l'occupazione. Disoccupazione all'11,5%
(Ansa)

ROMA – Ad ottobre si registra un nuovo calo, il secondo consecutivo, degli occupati su base mensile, con una diminuzione di 39 mila unità rispetto a settembre (-0,2%). Lo rileva l’Istat spiegando che il calo “è determinato dagli indipendenti”, tra cui rientrano i lavoratori autonomi. Su base annua invece l’occupazione cresce: +75 mila persone (+0,3%).

Il tasso di disoccupazione ad ottobre di quest’anno si attesta all’11,5%, toccando i minimi da quasi tre anni, ovvero dal dicembre del 2012. Così l’Istat diffondendo i dati provvisori sul mercato del lavoro.

Negli ultimi tre anni si è registrata una crescita pressoché costante degli occupati di 50 anni o più: +13,9%, pari a circa +900 mila tra gennaio 2013 e ottobre 2015: l’Istat rileva così un boom dell’occupazione over50, su cui pesa l’invecchiamento della popolazione ma ancora più gli interventi che hanno allungato l’età per andare in pensione.

Il calendario 2016 della Polizia di Stato in favore dell'Unicef

Il calendario 2016 della Polizia di Stato in favore dell'Unicef
Un collage con immagini mozzafiato del calendario 2016 della Polizia di Stato

E’ stato presentato oggi a Roma, alla presenza del Capo della Polizia, il Prefetto Alessandro Pansa, l’edizione 2016 del Calendario della Polizia di Stato.

La cerimonia di presentazione, condotta dal giornalista Mario Calabresi, si è svolta all’interno dell’avveniristica struttura polifunzionale del locale “La Lanterna” di Via Tomacelli, ideata dall’architetto Massimiliano Fuksas, presente alla manifestazione insieme all’astronauta Umberto Guidoni ed al Presidente dell’Unicef Giacomo Guerrera.

Il calendario 2016 è stato realizzato dal fotografo Massimo Sestini, vincitore del General News del World Press Photo of the Year 2015, dal 1995 uno dei più importanti premi foto giornalistici al mondo.

Alla professionalità del noto fotografo è stata affidato il compito di ritrarre il delicato ruolo degli uomini e delle donne della Polizia di Stato, attraverso 12 scatti che rappresentano l’operatività della Polizia di Stato immortalata da un’originale prospettiva: lo zenit, il punto più in alto, perpendicolare all’osservatore.

”Un’immagine scattata dalla prospettiva zenitale offre una nuova visione, esaltando dettagli e colori. Una percezione della realtà che risulta completa e rappresenta un mondo non altrimenti percepibile” sostiene il fotografo.

Gli scatti aerei di Sestini, infatti, catturano l’attenzione e calano dall’alto l’osservatore nell’operatività dell’attività di polizia. Anche quest’anno la realizzazione del calendario della Polizia di Stato ha trovato la partenship di Unicef.

Il ricavato della vendita verrà devoluto al Comitato italiano per l’Unicef – Onlus, allo scopo di sostenere il progetto “Sud Sudan – protezione per i bambini vittime dell’emergenza umanitaria”, per garantire protezione e istruzione di base ai bambini sfollati.

Grazie a questa consolidata partnership, dal 2001 ad oggi sono stati complessivamente raccolti più di 2 milioni di euro e completati diversi progetti, di cui alcuni a sostegno dell’infanzia e contro lo sfruttamento dei minori in Cambogia, Benin, Congo, Guinea, Repubblica Centro Africana.

I cittadini interessati all’acquisto dei calendari della Polizia di Stato, in prenotazione dal mese di settembre u.s., possono ancora farlo contattando gli uffici Relazioni con il pubblico (Urp) delle questure dislocate sul territorio italiano.

Alife, Caserta: sequestrati 17 immobili per violazioni di legge

Alife, Caserta: sequestrati 17 immobili per violazioni di leggeSANTA MARIA CAPUA VETERE  (CASERTA) – Lunedì mattina, i militari della Stazione di Alife (Caserta) hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguardante 17 immobili edificati in quel Comune in contrasto con le prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti.

La laboriosa attività investigativa, condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere guidata da Maria Antonietta Troncone, ha consentito di accertare la responsabilità di numerose persone che, a vario titolo, alcuni nella qualità di amministratori e funzionar! pubblici ed altri come committenti e proprietari, hanno fatto sì che venissero realizzati numerosi fabbricati ad Alife in presunto dispregio della normativa vigente in materia edilizia ed urbanistica.

Il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura, in parziale accoglimento delle richieste di quest’ultimo Ufficio, è stato concesso in relazione a 17 immobili, alcuni non completi essendo in fase di ultimazione dei lavori ed altri ultimati di recente.

Le ipotesi accusatorie in forza delle quali è avvenuta l’esecuzione del sequestro preventivo  sono riconducibili a presunte illegittimità nei permessi a costruire, abuso d’ufficio e altre violazioni del Testo unico in materia edilizia.

Bagnara Calabra, guardone scattava foto a una coppia. Denunciato

auto carabinieriAveva preso la brutta abitudine di fotografare e filmare una coppia di coniugi dall’esterno della loro abitazione. Poi effettuava passaggi continui sotto la loro casa in modo quasi maniacale. Ma è stato denunciato dai Carabinieri.

E’ successo a Bagnara Calabra (Reggio Calabria), dove i militari, dopo indagini, hanno deferito in stato di libertà un pregiudicato di 59 anni, R.C.N., di Bagnara. L’uomo è finito nei guai per il reato di atti persecutori.

Gli uomini dell’Arma, a seguito della denuncia della coppia di coniugi, hanno svolto accertamenti e avrebbero accertato che il presunto “guardone”, per futili motivi, utilizzando il suo smartphone, scattava innumerevoli foto e riprese video nei confronti dei denuncianti nonché continui passaggi nei pressi della loro abitazione a Bagnara Calabra, provocando alla coppia un perdurante stato d’ansia.

Le immagini e le riprese venivano realizzate dal pregiudicato all’insaputa delle coppia. I coniugi, una volta scoperto che l’uomo li aveva scelti come “soggetto” da riprendere, si sono rivolti ai Carabinieri che hanno denunciato il cinquantanovenne.

Terrorismo, la Dda di Torino interrogherà Noussair Louati, il jihadista di Rossano

Terrorismo, la Dda di Torino interrogherà Noussair Louati, il jihadista di Rossano
Il tunisino foreign fighter, Noussair Louati

Noussair Louati era probabilmente uno dei detenuti nel carcere calabrese di Rossano Calabro che hanno festeggiato dopo gli attentati jihadisti del 13 novembre a Parigi. Al grido di “Allahu Akbar”, un gruppo di islamici detenuti, avevano fatto preoccupare non solo i vertici del penitenziario calabrese ma anche impensierito l’intelligence italiana.

Ora, la Direzione distrettuale antimafia di Torino – scrive il Corriere della Calabria – ha chiesto di interrogare il tunisino Noussair Louati, 27 anni, noto alle cronache per essere stato arrestato ad aprile a Ravenna dalla Digos in applicazione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dalla Dda di Bologna, perché il giovane sarebbe stato pronto per partire in Siria per associarsi al Califfato e sostenere la causa dell’Isis.

Da allora Noussair Louati, sbarcato come profugo a Lampedusa nel 2011, si trova dietro le sbarre a Rossano, provincia di Cosenza. L’uomo è ritenuto dall’intelligence un foreign fighter. E’ stato il primo a cui è stata applicata la normativa di contrasto sui combattenti dell’autoproclamato stato islamico.

I magistrati torinesi avrebbero ottenuto il via libera a interrogare il presunto jihadista che insieme al suo legale dovrebbe incrociare i pm torinesi venerdì 4 novembre a Roma.

Quanto è stato arrestato, del suo caso se ne occupò “Servizio Pubblico”. Scriveva il 22 aprile Tommaso Romanin per l’Ansa: “Per ora la sua “guerra santa” la inseguiva su Facebook. “Sto arrivando, se Allah lo vuole. Voglio fare la Jihad per Allah”, scriveva un mese fa chattando con chi gli si presentava come palestinese e diceva di essere a Yarmouk, campo profughi alle porte di Damasco. Ma Noussair Louati, tunisino di 27 anni fermato a Ravenna dalla Digos, in Siria a combattere per l’Is voleva andare sul serio.

Ci aveva provato comprando il biglietto aereo per Instanbul, da Bergamo (aeroporto Orio al Serio, lo stesso dove la scorsa settimana sono stati fermati i due siriani con passaporti falsi, ndr). Tentativo fallito: non gli avevano concesso il passaporto.

Oggi, attraverso un altro contatto, sarebbe dovuto partire per la Germania. Stanato sui social, il presunto ‘foreign fighter’ è stato bloccato la scorsa notte in strada nel quartiere della Darsena della città romagnola, dietro alla stazione ferroviaria e a due passi da dove abita la moglie italiana dalla quale ha avuto una figlia.

Come ricordato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano è la prima applicazione della disposizione, contenuta nella nuova normativa contro il terrorismo, che sanziona la condotta di chi si arruola in modo autonomo in un’organizzazione terroristica. Le Digos di Ravenna e di Bologna, coordinate dal Procuratore capo della Dda Roberto Alfonso e dai Pm bolognesi Antonella Scandellari e Antonello Gustapane, erano sulle tracce di Louati dall’11 febbraio, quando era andato fino al centro culturale islamico di viale Jenner a Milano per cercare, invano, un contatto per arruolarsi il prima possibile.

Le sue mosse di lì in avanti sono state monitorate, così come il suo attivismo in rete. Il giovane tunisino infatti sul suo profilo Fb usava una foto con una maglietta nera con scritte bianche – i colori dell’Is – e la frase: “Non ci distruggeranno, noi siamo la Umma di Maometto”. E sempre sul web non mancano riferimenti a millantati obiettivi: “E se Dio vuole conquistiamo Roma e vengo a liberare mia figlia”; e ancora: “Si alzerà la bandiera di Allah sulla torre di Pisa”.

Dal 20 marzo iniziò poi un dialogo con una comunità virtuale che come immagine di copertina ha un cavaliere con bandiera nera sovrastato dalla scritta: “Se combattere in nome di Dio è terrorismo allora io sono il primo terrorista”. Sempre il 20 marzo chiamò un numero turco per ricevere informazioni utili a raggiungere la Siria, il giorno dopo comprò il biglietto, ma il progetto fallì per il diniego del passaporto dal consolato. A Genova fu denunciato per minacce e danneggiamenti perché, arrabbiato per il no, aveva rotto una tenda e minacciato gli impiegati presenti. Tornato in Romagna, secondo le intercettazioni nell’ultimo periodo stava cercando, lui che ha precedenti per droga, di guadagnare i soldi per il viaggio attraverso lo spaccio.

Da Amazon le consegne dei pacchi col Drone. In mezz'ora

Da Amazon le consegne dei pacchi col Drone. In mezz'ora
Uno dei prototipi di Droni si Amazon.

Amazon, la maggiore società di e-commerce al mondo, è pronta per le consegne con i droni. A due anni dall’annuncio del progetto, il colosso americano ha realizzato uno spot e ha dedicato al servizio una pagina web ad hoc. Nel video Amazon mostra uno dei prototipi che sta testando e che può recapitare pacchi in tempi record, addirittura nel giro di mezz’ora.

Il servizio Prime Air – così si chiama il sistema di consegne con i droni della compagnia di Seattle – è ancora in attesa dell’ok delle autorità, ma i piani di Amazon a riguardo sono più che solidi. Nel video la compagnia fa sapere che sta testando diversi prototipi.

Quello che si vede nel filmato – più largo e centrato sulle consegne rispetto al modello mostrato un paio di anni fa – è in grado di consegnare pacchetti che pesano fino a 2,3 chili circa volando a un’altezza che non supera i 122 metri.

VIDEO DEL DRONE PROTOTIPO DI AMAZON

Sfrutta una tecnologia per evitare collisioni con altri velivoli e per operare in sicurezza. Il dispositivo è “metà elicottero e metà aereo”, spiega Amazon: ha due sistemi propulsori, uno per il decollo verticale e l’altro per muoversi in orizzontale verso destinazione. La discesa avviene in un punto designato indicato a terra con apposito segnale.

Il prototipo svelato non è che uno di quelli in fase di sviluppo, spiega lo stesso Clarkson: Amazon ha pronta una intera famiglia di droni. Dunque ci saranno diversi modelli che si adatteranno a differenti ambienti di consegna. Quello che era considerata un’utopia fino a qualche anno fa è diventata realtà.

Ambiente, in Italia record negativo di morti premature per smog

inquinamentoNel giorno dell’avvio della Conferenza mondiale Onu sul Clima a Parigi, in cui i leader del mondo intendono giungere ad un accordo sulle emissioni, arriva l’allarme dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), che pone l’Italia in cima alla classifica (negativa) delle morti premature per l’ambiente inquinato.

Il nostro Paese nel 2012, dice lo studio Aea ha registrato 84.400 decessi per smog e inquinamento dell’aria, su un totale di 491mila a livello Ue. Tre i fattori “killer” sotto accusa per questo triste primato.

Le micro polveri sottili (Pm2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono, quello nei bassi strati dell’atmosfera (O3), a cui lo studio attribuisce rispettivamente 59.500, 21.600 e 3.300 morti premature in Italia. Il bilancio più grave se lo aggiudicano le micropolveri sottili, che provocano 403mila vittime nell’Ue a 28 e 432mila nel complesso dei 40 Paesi europei considerati dallo studio.

il rapporto Aea dice che l’impatto stimato dell’esposizione al biossido di azoto e all’ozono invece è di circa 72mila e 16mila vittime precoci nei 28 Paesi Ue e di 75mila e 17mila per 40 Paesi europei. L’area più colpita in Italia dal problema delle micro polveri si conferma quella della Pianura Padana, con Brescia, Monza, Milano, ma anche Torino, che oltrepassano il limite fissato a livello Ue di una concentrazione media annua di 25 microgrammi per metro cubo d’aria, sfiorata invece da Venezia.

Considerando poi la soglia ben più bassa raccomandata dall’Organizzazione mondiale sulla salute di 10 microgrammi per metro cubo, il quadro italiano peggiora sensibilmente, a partire da altre grandi città come Roma, Firenze, Napoli, Bologna, arrivando fino a Cagliari, è scritto nel rapporto Aea

Crotone, truffa all'Ue da imprenditore agricolo. Sequestri

Crotone, truffa all'Ue da imprenditore agricolo. SequestriBeni per 400 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza della compagnia di Crotone ad un imprenditore agricolo coinvolto in una truffa all’Unione Europea.

I beni sequestrati, su disposizione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Crotone, sono immobili e conti correnti.

L’imprenditore, attraverso finti contratti di affitto di terreni agricoli, ha incassato, negli anni compresi tra il 2011 ed il 2014, la somma di 230.000 euro di contributi comunitari.

Enna, arrestate tre persone per rapine ad anziani

Enna, arrestate tre persone per rapine ad anzianiI Carabinieri della Compagnia di Nicosia, in provincia di Enna, hanno eseguito tre provvedimenti di custodia cautelare in carcere emesso dal locale Tribunale nei confronti di altrettanti pregiudicati della provincia di Enna, residenti nel Comune di Regalbuto.

I tre arrestati sono ritenuti responsabili di due rapine commesse in danno di donne anziane durante la scorsa estate. I malviventi seguivano sempre lo stesso modus operandi: prima individuavano la vittima, di solito un’anziana donna, la pedinavano e dopo essersi allontanati da occhi indiscreti, con violenza, le rapinavano dell’oro che indossavano.

Gioiosa Ionica, picchia la moglie e il figlio minore. In manette

Gioiosa Ionica, picchia la moglie e il figlio minore. In manetteGIOIOSA IONICA (REGGIO CALABRIA) – Un uomo di 42 anni è stato arrestato dai carabinieri e posto ai domiciliari a Gioiosa Ionica (Reggio Calabria) per maltrattamenti in famiglia.

L’uomo ha aggredito e picchiato la moglie ed il figlio minorenne intervenuto per difendere la madre. La donna ed il bambino sono stati soccorsi dai carabinieri ed accompagnati nell’ospedale di Locri. Successivamente i militari hanno rintracciato il quarantaduenne e lo hanno arrestato. (Ansa)

Milano, retata anti 'ndrangheta: 9 arresti nella cosca Cristello. VIDEO

Milano, retata anti 'ndrangheta: decapitata cosca Cristello. 9 arrestiUna vasta operazione anti ‘ndrangheta dei Carabinieri del Comando provinciale di Milano, ha portato all’arresto di nove persone e 22 decreti di perquisizioni domiciliari e personali. I provvedimenti sono stati emessi dal gip presso il tribunale di Milano, Stefania Donadeo su richiesta della locale Procura Distrettuale. L’operazione è stata denominata “Disco Italia”.

L’attività inquirente ha consentito di disarticolare “una agguerrita struttura criminale organizzata”, gravitante nell’ambito di una cosca di ‘ndrangheta della Brianza, con base nella province di Milano, Como e Monza e Brianza, presunta responsabile di traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo, tentato omicidio e lesioni personali aggravate.

Al centro delle indagini, dei militari dell’Arma, la famiglia calabrese dei Cristello, originaria di Mileto (Vibo Valentia) ma da anni attiva in Brianza. Nove le ordinanze di custodia cautelare, mentre 14 persone sono indagate a piede libero.

VIDEO DEI CARABINIERI DI MILANO

A finire in manette Domenica “Mimma” Cristello, di 50 anni; suo marito Stefano Zibra di 58 e il figlio Stefano di 26 anni. Insieme a loro sono andati in carcere anche i nipoti di Rocco Cristello, i fratelli di 19 e 21 anni Emanuele e Simone Cristello, figli di Umberto che era stato arrestato a Mariano Comense (provincia di Como) il 12 settembre 2012 in uno dei filoni dell’inchiesta “Infinito”.

Tra i nove destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (a otto dei quali viene contestata l’associazione per delinquere), c’è anche un cugino di Rocco Cristello, il 40enne Valeriano Siragusa che, sempre secondo quanto riferito dagli investigatori, sarebbe stato indicato dal collaboratore di giustizia Antonino Belnome, come il prossimo reggente della cosca a Seregno, e che in questa indagine viene indicato come a capo dell’associazione che ogni 15 giorni circa acquistava un chilo di cocaina da spacciare nella zona di Seregno e Desio.

Domenica “Mimma” Cristello è la sorella di Rocco Cristello, ucciso a colpi d’arma da fuoco la sera del 27 marzo del 2008 davanti la sua casa di Verano Brianza.

L’inchiesta, conclusa lo scorso mese di gennaio, era scattata a marzo 2014 dopo che era stata bersagliata con sette colpi di pistola l’auto di un socio della discoteca di Cesano Maderno (Monza) “Disco Italia” (da cui ha preso il nome l’operazione) che “di cui gli indagati volevano acquisisre il controllo e la gestione”.

Secondo quanto spiegato dagli inquirenti, la cosca voleva la supremazia territoriale in tutto il Milanese e l’area brianzola.

Truffava persone per conto dell'Airc. Denunciata donna di Cosenza

Truffa persone per conto dell'Airc. Denunciata donna di CosenzaSi presentava a ignari cittadini per conto e per nome dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), spillando loro quattrini che sarebbero finiti nelle sue tasche, anziché nella cruciale lotta contro i tumori. Così è stata scoperta e denunciata dalla Squadra mobile di Cosenza. Si tratta di una donna cosentina di 54 anni, R.G., deferita in stato di libertà alla locale procura della Repubblica per presunta truffa aggravata e continuata, nonché di sostituzione di persona.

Le indagini hanno preso il via all’indomani della denuncia presentata dal Presidente regionale dell’Airc, che nel mese di novembre aveva avuto notizia di una donna che, presentandosi alle vittime individuate come delegata dell’Airc, si faceva consegnare svariate somme di denaro a titolo di sostegno per l’associazione di ricerca.

Gli accertamenti della Polizia, svolti mediante la testimonianza delle persone truffate e di altre informate sui fatti, hanno permesso di verificare che la donna si era resa responsabile di truffe analoghe in almeno 10 casi, più altri in corso di accertamento.

Le modalità di compimento della truffa erano sempre le stesse: le vittime, in larga parte persone anziane e di elevata estrazione sociale, venivano prima contattate dalla presunta truffatrice che nell’occasione si presentava come il Presidente dell’AIRC; dopo il primo contatto e l’esposizione della finalità della richiesta di sostegno economico, le vittime venivano invitate a consegnare ad una persona opportunamente incaricata, una somma di denaro oscillante tra i 100 ed i 300 euro in busta chiusa.

Naturalmente, l’incaricata al ritiro era sempre la stessa persona che aveva effettuato la telefonata e l’iniziale richiesta che, quindi, per mettere a segno le truffe si era sostituita alla persona del reale Presidente dell’Airc.
In altre occasioni, invece, per le medesime finalità illecite, la truffatrice si era presentata alle vittime qualificandosi come incaricata del Parroco di una comunità cristiana locale, per la raccolta di fondi destinati a persone ammalate bisognose di costose cure fuori regione.
Sono in corso ulteriori indagini da parte della Squadra mobile di Cosenza finalizzate all’accertamento di fatti analoghi avvenuti nell’area urbana.

Taurianova, è Fabio Scionti (Pd), il nuovo sindaco

Fabio Scionti è il nuovo sindaco di Taurianova
Fabio Scionti è il nuovo sindaco di Taurianova

Fabio Scionti, centrosinistra, è il nuovo sindaco di Taurianova (Reggio Calabria). Scionti è stato eletto nel turno di ballottaggio con 4.042 voti, pari al 51%, con uno scarto di circa duecento voto sull’avversario Roy Biasi -appoggiato da alcune liste civiche di espressione del centrodestra – che ha ottenuto 3.809 voti (49%).

Scionti è stato negli ultimi anni presidente della Consulta delle Associazioni ed ex presidente dell’Azione Cattolica in una delle parrocchia cittadine, è un ingegnere civile, dipendente regionale.

Il comune di Taurianova ha di nuovo il suo sindaco dopo che per tre volte è stato sciolto per infiltrazioni mafiose: la prima nel 1991, la seconda nel 2009 e la terza nel 2013.

Legato al Pd, Scionti era stato presentato come “elemento di grande novità capace” di traghettare il comune di Taurianova “verso la democrazia”. A lui tocca ora il difficile compito di recuperare il terreno perduto dopo un lungo periodo di commissariamento.

Parigi, inizia la conferenza mondiale sul Clima. Capitale blindata per Obama

Parigi, inizia la conferenza mondiale sul Clima. Capitale blindata per Obama
Obama e Hollande davanti il teatro Bataclan a Parigi. Oggi avvio conferenza sul Clima (Ansa/Epa)

E’ cominciata a Parigi la XXI Conferenza dell’Onu sul Clima. Dopo gli scontri di ieri tra poliziotti e antagonisti che hanno portato a oltre duecento fermi di Polizia, oggi i leader del mondo iniziano a confrontarsi per giungere a un’intesa “storica” sulle emissioni inquinanti. “Abbiamo un obbligo di successo” e “la posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso”, ha avvertito il ministro degli Esteri francese e presidente della conferenza, Laurent Fabius, in apertura dei lavori.

Il presidente americano, Barack Obama, appena arrivato a Parigi, intorno alle 23 di ieri sera, ha fatto una sosta fuori programma davanti alla sala concerti del Bataclan, il teatro della strage del 13 novembre, dove sono morte 90 persone. Al suo fianco, il presidente francese Francois Hollande. Insieme ad Obama e Hollande, anche il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo.

Il presidente americano si è quindi fermato per alcuni minuti in silenzio davanti alle tantissime candele e ai tantissimi fiori posti dai parigini a ricordo delle vittime. Lui stesso ha posto in terra una rosa bianca. Subito dopo il presidente Usa, dopo aver salutato l’omologo francese con un abbraccio, è risalito sulla sua auto senza rilasciare dichiarazioni, diretto alla residenza dell’ambasciatore Usa (l’Hotel de Pontalba), nel centro della capitale francese. I giornalisti del pool della Casa Bianca al seguito del presidente spiegano che la fermata al Bataclan non era nel programma ufficiale, ma era stata preparata da giorni. Lo staff ha raccontato quindi come la visita si sia svolta in un clima quasi surreale.

La Conferenza di Parigi è l’occasione per il mondo di mostrarsi unito nel costruire un futuro migliore per i nostri figli: è il messaggio postato da Barack Obama su Facebook prima della sua partenza per la capitale francese dove parteciperà alla Conferenza internazionale sul clima. Obama sottolinea quindi come la leadership dell’America sulle politiche ambientali stia aiutando a fare progressi. “Le nostre imprese e i nostri lavoratori – scrive – hanno dimostrato che è possibile fare passi in avanti verso un futuro più pulito anche mentre si creano nuovi posti di lavoro e l’economia cresce”. “La nostra produzione industriale – prosegue il presidente americano – è al livello più alto di sempre, ma le nostre emissioni inquinanti sono ai minimi da 20 anni”.

Imponenti le misure di sicurezza. Gli agenti del Secret Service – raccontano i giornalisti del pool al seguito del presidente – hanno ispezionato tutta l’area prima che Obama scendesse a terra e hanno perquisito tutti i veicoli del corteo presidenziale, ricorrendo anche a un’unità di cani anti-bomba. Ad accogliere il presidente degli Stati Uniti c’era l’ambasciatore americano a Parigi, Jane Hartley. Entrato rapidamente nella sua auto superblindata denominata “The Beast”, appositamente trasportata da Washington per i suoi spostamenti nella capitale francese, Obama si è diretto verso l’albergo. Anche qui lungo la strada imponenti misure di sicurezza, con parte dell’autostrada bloccata per l’occasione.

Reggio Calabria, speronò auto dei Carabinieri. Arrestato

Reggio Calabria, speronò auto dei Carabinieri. Arrestato
Mario Bevilacqua

Era riuscito a fuggire speronando la gazzella dei Carabinieri dopo un tentativo di furto. A distanza di poche settimane, i Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria sono riusciti a rintracciare e arrestare il presunto autore, Mario Bevilacqua, di 46 anni.

I fatti risalgono al 7 novembre scorso, quando i Carabinieri avevano sorpreso due persone nel tentativo di rubare una Fiat 500 in pieno centro città.

Nel corso di quella notte a finire in manette era stato Roberto Morello, di 34 anni, arrestato in flagranza dai militari, mentre il suo complice era riuscito a fuggire a bordo di un’auto riconosciuta come una Peugeot 206. A nulla è servita però quella rocambolesca fuga, durante la quale un militare è stato aggredito e una gazzella danneggiata.

Mario Bevilacqua, infatti, era già noto ai militari, che non hanno fatto molta fatica a riconoscerlo e ad identificarlo.

La ricostruzione effettuata dall’Arma reggina ha permesso al Gip del locale Tribunale di emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti Bevilacqua, indagato per rapina impropria, lesioni, resistenza a Pubblico ufficiale e danneggiamento. Espletate le formalità di rito, l’uomo è stato tradotto presso il carcere di Reggio Calabria.

Salgono così a quattro gli arresti per furto d’auto effettuati dei Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, impegnati in prima linea nel contrasto del fenomeno, vera e propria piaga che affligge il capoluogo reggino.

Droga sull'asse Napoli-Palermo. Blitz dei Carabinieri: in cella 7 persone

Droga sull'asse Napoli-Palermo. Blitz dell'Arma: in cella 7 personeBlitz dei Carabinieri contro una presunta rete dedita allo spaccio di droga. Sette le persone arrestate su provvedimento emesso dal Gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea.

Si tratta di Gennaro Tranchino, (30 anni); Gaetano Busiello, (26); Mauro Capone, (45); Michele Bertolino, (32); Gaetano Casella, (23); Maria Casella, (30) e Luigi Torina, (51).

Gli indagati sono gravemente indiziati in ordine alla partecipazione ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e a reati di detenzione e spaccio di droga.

Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Casal di Principe guidati dal tenente Simone Calabrò, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli dei Comandi Provinciali di Napoli, Avellino e Palermo.

L’indagine, avviata dal novembre 2012 fino al gennaio 2014, è consistita in attività tecniche di intercettazione, telefonica e ambientale, e in servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ha consentito di ricostruire la struttura e il modus operandi di un’associazione per delinquere dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti radicata nell’hinterland partenopeo, con una rete di contatti estesa anche nell’agro aversano, in altri comuni della provincia di Caserta, nella provincia di Avellino e in Sicilia.

Nel corso delle indagini sono stati eseguiti arresti in flagranza di 13 persone per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti e sono stati sequestrati complessivamente circa 35 chili di sostanze stupefacenti di vario tipo (cocaina, eroina, crack, hashish e marijuana). Inoltre, sempre per lo stesso presunto reato era stato arrestato un latitante ricercato dal 2008.

Le investigazioni hanno inoltre consentito di accertare l’esistenza di un consolidato canale di commercio di partite di sostanza stupefacente del tipo hashish lungo l’asse Napoli-Palermo. La droga proveniente da soggetti operanti a Marano di Napoli (NA), giungeva direttamente alla malavita palermitana, attraverso un sistema a “staffetta”, ossia facendo precedere l’autovettura con a bordo il carico, da altri veicoli condotti da complici individuati sia tra i fornitori che tra gli acquirenti,  in modo tale da far scattare l’allarme in caso di posti di controllo.

In particolare a seguito dell’ascolto di intercettazioni telefoniche è stato tratto in arresto in flagranza un soggetto di Palermo che trasportava un carico di 30 chili circa di hashish acquistato a Marano di Napoli per essere trasportato in Sicilia.

Dai dialoghi intercettati è emerso come gli indagati utilizzassero un linguaggio in codice per riferirsi alla sostanza stupefacente, ricorrendo ai termini “fotografia bianco e nero” per indicare cocaina ed eroina, ai termini “pantaloni o magliette” per indicare hashish, o ancora al termine “lenti bianche” per indicare la cocaina.

A conclusione delle indagini, è stata applicata la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di 4 indagati e la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 3 indagati. Tra i soggetti colpiti da provvedimento c’è anche un imprenditore dell’Avellinese, già tratto arrestato in flagranza durante le indagini, mentre acquistava quantitativi sostanziosi di diverse tipologie di stupefacenti dall’associazione.

Nel corso dell’esecuzione degli ordini di custodia cautelare i Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe hanno rinvenuto, a Giugliano, presso l’abitazione di due dei destinatari del provvedimento, 10 grammi di cocaina ed un bilancino di precisione. Anche a Marano di Napoli, nel corso delle perquisizioni, i militari dell’Arma hanno rinvenuto 20 g di eroina. Il tutto è stato sottoposto a sequestro.

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