12 Ottobre 2024

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Elezioni in Venezuela, dopo 16 anni archiviato il chavismo

Elezioni in Venezuela, dopo 16 anni archiviato il chavismo
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, “erede” politico di Hugo Chávez

L’opposizione antichavista dopo 16 anni ha vinto le elezioni legislative in Venezuela, conquistando 99 dei 167 seggi dell’Assemblea Nazionale, contro i 46 del partito chavista. Lo ha annunciato Tibisay Lucena, presidente della Commissione nazionale elettorale del Venezuela.

Lucena ha comunque precisato che 19 seggi devono ancora essere attribuiti, giacché i risultati dello scrutinio non sono ancora considerati irreversibili. L’affluenza, che la responsabile del Cne ha definito “straordinaria”, è stata del 74,25%.

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha riconosciuto la vittoria dell’opposizione nelle elezioni legislative, in un messaggio televisivo trasmesso dopo la proclamazione dei risultati ufficiali da parte della Commissione elettorale nazionale (Cne).

“Con il voto abbiamo battuto democraticamente un governo che non è democratico”: con queste parole Jesus Torrealba, segretario del Tavolo dell’Unità Democratica (Mud) ha festeggiato la vittoria dell’opposizione nelle elezioni legislative in Venezuela.

Torrealba ha detto che i risultati contenuti nel “primo stitico bollettino” della Commissione nazionale elettorale (Cne) segnano solo l’inizio di “una fragorosa disfatta del governo e di una chiara vittoria dell’opposizione” che nello scrutinio finale sarà ancora più marcata. Rivolgendosi al governo, il dirigente antichavista ha detto che “il popolo ha parlato chiaramente. Le famiglie venezuelane si sono stancate di soffrire a causa del vostro fallimento. Ora basta! E’ ora di rispettare la volontà del popolo”.

Nicolas Maduro era succeduto al presidente morto nel 2013 Hugo Chávez, leader della Rivoluzione Bolivariana e protagonista indiscusso di 16 anni (dal 1999) di potere chavista.

Casoria (Napoli), sequestrati 500mila euro falsi. Inseguimento e arresto. VIDEO

Casoria (Napoli), la Finanza sequestra 500mila euro falsi
Un frame del video del sequestro della Gdf a Casoria (Napoli)

Banconote da 10 euro, nuova serie, stampate come la tipografia della Bce. Con clichè accurati progettati nei minimi dettagli. I finanzieri che li hanno visto i biglietti hanno parlato di biglietti di “pregevole fattura”, in grado da trarre in inganno chiunque, forse anche le banche, talmente sembravano “veri”. Ma c’era un particolare che il trafficante o falsario ha trascurato: la calma.

Succede che a Casoria, in provincia di Napoli, un uomo milanese di 39 anni, A.F., preso dalla foga o nervosismo di trasportare in auto un bel malloppo da mezzo milione di euro, si è messo a scorazzare a tutta velocità per le vie della cittadina al punto da insospettire la Guardia di Finanza che nel periodo prenatalizio ha intensificato i controlli per prevenire reati.

Affiancato dall’auto dei finanzieri, che si qualificavano e gli intimavano l’Alt, il presunto trafficante di banconote false ha risposto sgommando ad alta velocità verso le strade di Casoria. Dopo un inseguimento di 10 minuti, l’uomo si è dovuto arrendere, ma non prima di speronare l’auto delle fiamme gialle. Momenti di tensione che hanno portato i militare a chiudere la strada per proteggere l’incolumità dei passanti.

Dopo aver immobilizzato il fuggitivo ed effettuato le perquisizioni sulla persona e sull’automezzo gli agenti della Gdf hanno ritrovato all’interno del bagagliaio, quattro scatole di cartone, contenenti oltre 500.000 euro nel taglio da 10. I preliminari accertamenti effettuati sulle banconote hanno permesso di constatarne la pregevole fattura, in grado di ingannare facilmente chiunque ne fosse venuto in possesso.

E’ probabile che l’uomo era in fase di consegna delle scatole nel Napoletano o, viceversa, un trasporto da fare nel Nord Italia. In entrambi i casi, smerciare banconote false di piccolo taglio sarebbe stato facile per via della buona qualità dei biglietti.

VIDEO DELL’ARRESTO E DEL SEQUESTRO DELLA FINANZA

Non è tanto l’importo che ha stupito – spiegano i finanzieri -, quanto il fatto che si tratta di banconote false della nuova serie Europa introdotta dalla Bce, appena dal settembre 2014, con nuove caratteristiche di sicurezza proprio per contrastare il fenomeno del falso ampiamente diffuso in tutti i Paesi dell’Unione.

Si tratta del primo sequestro di banconote della nuova serie mai effettuato in Europa ed è indicativo che è avvenuto nell’hinterland partenopeo dove la produzione italiana di banconote false, meglio nota come “Napoli Group”, ha radici storiche. L’arrestato, A.F,. è stato deferito alla Procura della Repubblica di Napoli Nord che ha assunto immediatamente la direzione delle indagini.

Questo è un ulteriore colpo messo a segno da parte dei militari del Comando Provinciale di Napoli e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria di Roma, dopo lo smantellamento di 5 stamperie clandestine negli ultimi due anni, a testimonianza del costante impegno del Corpo nel contrasto al falso monetario, a tutela dei cittadini, dell’economia legale e dei mercati finanziari.

Reggio Calabria, perseguita l’ex convivente. Arrestato per stalking

Reggio Calabria, perseguita l'ex convivente. Arrestato per stalkingREGGIO CALABRIA – Non accetta la fine della relazione con l’ex convivente e pratica nei suoi confronti atti persecutori. E’ successo a Reggio Calabria, dove i carabinieri hanno arrestato, in flagranza di reato, un uomo di 39 anni, Adriano Scopelliti, con l’accusa di atti persecutori, ingiurie, minacce e lesioni personali. L’uomo era già noto alle forze dell’Ordine.

L’intervento dei militari s‘inquadra in un ampio contesto di numerose denunce-querele presentate dalla vittima, a partire dalla metà del novembre scorso, nei confronti dell’ex compagno per una serie di presunte condotte persecutorie poste in essere a seguito della fine della relazione sentimentale.

La donna, chiuso il rapporto di convivenza, sarebbe stata costretta a subìre azioni di stalking da parte dell’ex. Minacce, ingiurie e violenze continue che la vittima non ha più sopportato e si è rivolta ai carabinieri. A seguito di indagini, i militari sono entrati in azione dopo l’ennesima “aggressione” a Reggio Calabria, trovando Scopelliti in flagranza di reato.

Svolta nell'omicidio di Oliver Degenhardt. Arrestati 4 romeni

Svolta nell'omicidio di Oliver Degenhardt. Arrestati 4 romeni
Il condomicio di via Volsci dov’è avvenuto il delitto. Nel riquadro la vittima Oliver Degenhardt (Ansa)

Svolta nell’omicidio del 49enne Oliver Degenhardt, il manager tedesco della Kao Italia trovato ucciso e bruciato a Roma San Lorenzo il 6 novembre scorso.

I Carabinieri di Roma, dopo circa un mese di indagini, hanno arrestato tre giovani rumeni, ritenuti i presunti autori dell’omicidio commesso in via Volsci. I militari sono risaliti ai loro anche grazie alla cooperazione con le polizie di Romania e Norvegia. Il quarto arresto, eseguito a Roma, è riferito al padre di uno di loro.

Si tratta di Dragan Madalin Laurentiu, di 26 anni; Sebastian Marcel Zamfir, di 28 anni e Costantin Cristinel Andronache, di 23 anni. I primi due sono stati fermati i Romania, il terzo in Norvegia.

Arrestato per favoreggiamento e ricettazione Dragan Ionel Laurentiu, 44 anni, artista di strada e padre del 26enne. L’uomo è stato rintracciato in un rifugio lungo il Tevere e aveva con sé alcuni oggetti scomparsi dalla casa della vittima, Oliver Degenhardt.

I tre presunti killer subito dopo il delitto erano fuggiti all’estero. Le indagini del Nucleo investigativo dei carabinieri di Roma, condotte attraverso complesse attività tecniche e scientifiche, ha permesso al Gip presso il tribunale di Roma, su richiesta del Pubblico Ministero, a emettere un’ordinanza di custodia cautelare a carico dei tre giovani e del padre di uno di loro.

Oliver Degenhardt, 49 anni, era stato trovato con ferite di arma da taglio al capo e alla gola, nel suo appartamento di via Volsci 20, a San Lorenzo. Per non lasciare tracce, gli assassini avevano appiccato fuoco alla casa. L’uomo era l’Ad della Kao Italia, un’azienda giapponese che commercia cosmetici.

Non paga il biglietto del treno e picchia il controllore. Arrestato

Non paga il biglietto del treno e picchia il controllore. Arrestato Melito di Porto Salvo
La stazione ferroviaria di Melito Porto Salvo

MELITO DI PORTO SALVO (REGGIO CALABRIA) – Non paga il biglietto del treno e picchia il controllore. E’ successo sabato nel Reggino, dove un uomo, di 42 anni, Domenico Giovanni Nucera è stato arrestato dai Carabinieri di Melito di Porto Salvo per presunta violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.

L’uomo era salito a bordo del treno regionale “Reggio Calabria Centrale – Catanzaro Lido” senza il previsto titolo di viaggio quando ad un controllo è stato invitato a pagare e si è rifiutato.

A quel punto, invitato a scendere dal convoglio, il viaggiatore, stizzito, avrebbe aggredito il dipendente di Trenitalia procurandogli contusioni ed escoriazioni multiple della faccia, del collo e agli arti superiori con una prognosi di otto giorni.

La vicenda ha determinato disagi al normale svolgimento del servizio col blocco della circolazione ferroviaria per oltre un’ora.

Bari, arrestato jihadista Muhamad Majid per immigrazione clandestina

Muhamad Majid, l'iracheno arrestato a Bari ritenuto filo jihadista
Muhamad Majid, l’iracheno arrestato a Bari ritenuto filo jihadista

La Polizia di Stato ha arrestato a Bari uno jihadista già condannato per terrorismo, questa volta perché ritenuto responsabile anche di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina sul territorio nazionale. Si tratta di Muhamad Majid, nato Bagdad (Iraq) il 1 dicembre 1970.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Dda del capoluogo pugliese. Dieci gli indagati

Muhamad Majid era uscito da poco tempo dal carcere dopo aver scontato una condanna definitiva a 10 anni per associazione con finalità di terrorismo all’esito di un procedimento penale della Procura della Repubblica di Milano, su indagini della Digos del capoluogo lombardo.

Le indagini sono iniziate nel febbraio del 2015, quando, a seguito di una perquisizione domiciliare all’interno di un appartamento a Bari, veniva constatata la presenza di un gruppo di extracomunitari (di cittadinanza irachena ed iraniana) tutti, in qualche modo, aventi titolo alla permanenza sul territorio nazionale, tra i quali Muhamad Majid.

Nel corso della perquisizione, Muhamad Majid – spiega la Polizia – veniva trovato in possesso di alcuni documenti comprovanti il suo collegamento con Ayachi Bassam, noto Imam di Molenbeek (il quertiere di Bruxelles dove sono stati operari blitz della polizia belga a seguito degli attentati di Parigi, ndr), già tratto in arresto dalla Digos di Bari nel maggio del 2009 per associazione con finalità di terrorismo.

Il procedimento penale di Milano aveva sancito l’appartenenza di una serie di soggetti di nazionalità prevalentemente irachena, all’organizzazione “Ansar Al Islam” (letteralmente “i sostenitori dell’Islam” o “i difensori dell’islam”), inserita dalla Comunità Internazionale nella Black List dei gruppi terroristici internazionali e fondata nel 2001 da Mullah Krekar, al secolo Faraj Ahmad Najmuddin, arrestato recentemente in Norvegia e a capo di una cellula che aveva diramazioni anche a Merano-Bolzano.

Il gruppo, dopo anni di collegamenti con “Al-Qaeda”, avrebbe, recentemente stretto alleanza con i sostenitori del Daesh (ad-Dawlah al-Islāmiyah fī ‘l-ʿIrāq wa-sh-Shām – Stato Islamico comunemente conosciuto con la denominazione “Isis”) ed opererebbe, come di consueto, nel Kurdistan Iracheno, contrapponendosi alla principale fazione politica lì attiva, ossia il PUK (Unione Patriottica del Kurdistan).

Con l’Isis, l’organizzazione “Ansar al Islam”, condivide la comune finalità politica di instaurare uno Stato Islamico radicale, privo di confini, governato esclusivamente dalle leggi della Shari’a.

Ansar al-Islam aderisce a una rigida ideologia salafita ed i suoi adepti ritengono che “il jihad in Iraq è un dovere individuale di ogni musulmano dopo che il nemico infedele ha attaccato la terra dell’Islam”.

In particolare, in quel contesto investigativo, era stato appurato che Muhamad Majid (alias Mullah Fouad) risultava membro di rilievo dell’organizzazione terroristica internazionale menzionata, fungendo, tra l’altro, da raccordo tra i capi dell’organizzazione transnazionale e l’attività dei membri della cellula italiana, con particolare riferimento all’approvvigionamento di documenti falsi ed il reclutamento di volontari per il “jihad” da inviare sullo scenario di guerra iracheno.

Elezioni in Francia, stravince il Front National di Marine Le Pen

Elezioni in Francia, stravince il Front National di Marine Le Pen
Marine Le Pen, leader del Front National, mentre vota (Ansa/Epa)

Il Front National di Marine Le Pen si accinge a essere il primo partito di Francia al primo turno delle regionali, con il 29,5%, seguito dai Républicains di Nicolas Sarkozy con il 27% e dai socialisti di Hollande con il 23%.

Dai primi exit poll diffusi dalla tv francese, Marine Le Pen è la grande vincitrice di queste elezioni regionali che hanno coinvolto milioni di francesi a sole tre settimane dagli attentati jihadisti di Parigi.

Il Front National è in testa in sei regioni mentre Marine Le Pen e Marion Le Pen-Marechal (la nipote, ndr) otterrebbero intorno al 40% dei voti nelle rispettive regioni in cui si sono candidate in Francia: Il Nord Pas-de-Calais Picardie e la Provence-Alpes-Cote d’Azur.

Il partito di Marine Le Pen ha ottenuto il 42,1% nella regione Nord-Pas-de-Calais-Picardie, dove è candidata alla presidenza, secondo le stime di iTélé. Nel suo feudo di Hénin-Beaumont, dove ha radunato i suoi, esplode l’applauso di alcune decine di sostenitori che attendono il suo arrivo. Il ballottaggio è previsto per il 13 dicembre.

“Il popolo si è espresso e la Francia ha sollevato la testa. Il Front National è il primo partito di Francia. E’ un risultato magnifico”, è il primo commento a caldo della leader della pasionaria della destra francese che negli anni in cui è succeduta al padre Jean Marie Le Pen, ha portato il FN a essere il primo partito. La Le Pen dopo il successo di oggi punta al traguardo presidenziale del 2017.

Parma, donna uccisa a Montanara. Caccia al convivente

Parma, Alessia Della Pia uccisa a Montanara. Caccia al convivente
Il cortile dove è stato rinvenuto il cadavere di Alessia Della Pia (foto da parmatoday.it)

Una donna italiana di 39 anni, Alessia Della Pia, è stata trovata morta nell’androne del condominio di edilizia popolare in via dei Bersaglieri dove viveva a Parma, nel quartiere Montanara.

Il suo corpo presentava lividi e ferite, segno di violenza. Secondo quanto appreso, sarebbe stato il convivente, di origine nordafricana e con precedenti per spaccio, ad avvertire il 118, prima di rendersi irreperibile. L’uomo viene ora cercato dai carabinieri. I vicini hanno riferito di frequenti litigi della coppia.

Il corpo di Alessia Della Pia, è stato trovato riverso davanti al portone d’ingresso del palazzo Acer, alla prima periferia di Parma, dove la coppia viveva da poco tempo; l’appartamento risulta assegnato alla vittima. Secondo alcuni vicini, la donna non aveva un lavoro ed era seguita da strutture che si occupano di assistenza.

Il compagno, di 27 anni, è stato arrestato più volte per spaccio. Secondo una prima ricostruzione il corpo della donna, dopo una violenta lite in casa, sarebbe stato trascinato nell’ascensore e portato fino all’ingresso del palazzo. Poi, la chiamata al 118 e l’allontanamento dell’uomo. All’arrivo dei sanitari, per la donna non c’era più nulla da fare. Allertati i militari dell’Arma, sono iniziati i rilievi e le indagini. Ignoto al momento il movente del probabile delitto. Sarà la procura a disporre l’autopsia sul corpo della vittima, Alessia Della Pia, per accertare le cause del decesso.

“È un delitto orribile quello avvenuto in quartiere Montanara, un ennesimo caso di femminicidio che scuote le coscienze di tutti. Un atto tra i più vili e criminali verso il quale non ci può che essere una ferma condanna, e una forte presa di coscienza da parte della società”, ha commentato su Facebook il sindaco Federico Pizzarotti. “Le autorità competenti facciano al più presto chiarezza. Parma si stringe attorno al ricordo di una giovane donna che oggi, purtroppo, non c’è più”.

Indagini serrate dei militari dell’Arma per rintracciare il compagno che si ritiene abbia a che fare con la morte di Alessia De Pia.

Pistola giocattolo in Piazza San Pietro. Denunciata giornalista

Pistola giocattolo in Piazza San Pietro. Denunciata giornalista
Controlli della Polizia in Piazza San Pietro

ROMA – Voleva fare lo “scoop” sulla “scarsa” sicurezza di piazza San Pietro in vista del Giubileo della Misericordia, ma è stata sorpresa e denunciata dalla Digos della Questura di Roma per procurato allarme. Si tratta di una giornalista free lance di 40 anni.

La donna si era introdotta nella piazza superando i controlli con una pistola giocattolo per far vedere poi sul web, come fosse facile entrare armati nella piazza più sorvegliata d’Italia.

Venerdì la reporter si era presentata in piazza San Pietro come accompagnatrice di un disabile con un tesserino falso e aveva introdotto nella piazza una pistola in plastica non visibile ai metal-detector. Durante l’ingresso ha documentato l’intera azione al fine di fare lo “scoop” giornalistico e utilizzarlo a corredo di un suo articolo online.

Secondo quanto riferito alla Digos dalla donna, le foto postate accanto al testo sono state però realizzate con una pistola vera messa a disposizione da uno dei suoi due complici, mentre quella giocattolo sarebbe stata gettata immediatamente dopo.

Gli investigatori hanno già acquisito utili elementi per l’identificazione delle altre due persone coinvolte per procedere a loro carico per gli stessi reati.

La vicenda ha provocato particolare “disappunto per gli effetti negativi che simili “messinscena” provocano sulla percezione di sicurezza delle persone e, ancor più grave – sostiene la Polizia – distolgono le forze dell’Ordine dalle prioritarie attività finalizzate a garantire l’incolumità e la tranquillità dei cittadini” in vista di un evento che attrae milioni di persone.

Frosinone, grave incidente sull'A1. Un morto e 15 feriti

Frosinone, grave incidente sull'A1. Un morto e 15 feriti Ceprano Arnara
Le due auto coinvolte nello scontro sull’A1 a Frosinose (foto Mariozzi per corriere.it)

Un grave incidente si è verificato alle due di questa notte al km 632 sud dell’autostrada A1 nel territorio del Comune di Arnara (Frosinone) che ha visto coinvolti tre pullman, un mezzo pesante e due autovetture. Il bilancio è grave: un morto e una trentina di feriti di cui una quindicina sono state portate in ospedale, e il resto con ferite molto lievi.

L’incidente si è verificato sull’A1 Roma Napoli, tra i caselli di Frosinone e Ceprano, in direzione sud. Il conducente di una delle auto, un quarantunenne originario di Taranto, Puglia, è deceduto sul colpo, mentre una quindicina di feriti sono state trasportate presso gli ospedali di Frosinone, Alatri e Cassino. Un ferito è grave. La vittima viaggiava su una Fiat Dono; il ferito, originario di Varese, su di una Lancia Musa. Entrambe le auto sono andate distrutte per il violento impatto.

Sulla dinamica sono in corso gli accertamenti da parte della Polizia Stradale intervenuta sul posto insieme ai vigili del Fuoco e ai soccorritori a bordo di cinque ambulanze.

Secondo quanto ricostruito, le due auto, per cause ignote, si sono scontrate prima dell’arrivo di una colonna composta da tre pullman di turisti romeni diretti in pellegrinaggio a Bari, presso un santuario.

Uno dei tre pullman di pellegrini sarebbe rimasto lievemente coinvolto nel sinistro e, mentre gli occupanti del mezzo scendevano per prestare soccorso alle vittime incastrate tra le lamiere, è sopraggiunto un autoarticolato che ha centrato il pullman. La tratta autostradale interessata è rimasta chiusa dalle tre alle sette di domenica.

A Reggio Calabria 906 migranti. "Sospetti casi di malaria"

La nave Siem Pilot della Guardia costiera norvegese è giunta nel porto di Reggio Calabria con 906 migranti
La nave Siem Pilot della Guardia costiera norvegese è giunta nel porto di Reggio Calabria

E’ giunta nel porto di Reggio Calabria la nave della Guardia Costiera norvegese “Siem Pilot” con 906 migranti del centro Africa salvati nei giorni scorsi.

Del gruppo fanno parte 715 uomini, 168 donne – 10 incinte – e 23 minori. Sono segnalati 6 casi sospetti di malaria e 300 casi di scabbia.

Per affrontare la situazione, sotto il coordinamento del prefetto Claudio Sammartino, è stata allestita una tenda pressurizzata per trattamenti epidermici fornita dalla Protezione civile.

Elezioni in Francia, alle 12 affluenza al 16,27%

Elezioni in Francia, alle 12 affluenza al 16,27%
Elezioni in Francia. Manifesti elettorali
Seggi aperti in Francia per le elezioni regionali a tre settimane dagli attentati che hanno provocato la morte di 130 persone a Parigi. Si vota fino a stasera alle 20 per il primo turno di queste prime elezioni dopo la riforma che ha accorpato le 22 regioni riducendole a 13.

A mezzogiorno il tasso di partecipazione al primo turno delle regionali delle elezioni in Francia è del 16,27%. Il dato è in leggerissimo rialzo rispetto allo scrutinio regionale del 2010, quando alla stessa ora era stata al 16,07%. (

Sono chiamati alle urne 44,6 milioni di francesi, metà dei quali – secondo i sondaggi – si asterranno. Gli elettori dovranno eleggere 1.757 consiglieri regionali e 153 consiglieri territoriali (Corsica, Guyana e Martinica) scegliendoli dai 21.456 candidati di 171 liste.

Il Front National è in posizione di forza, favorito dai sondaggi che lo danno in grande vantaggio in almeno due regioni per la vittoria finale, il Nord Pas de Calais – dove si candida la presidente del partito, Marine Le Pen – e il PACA (Provenza, Alpi, Costa azzurra), dove la candidata è sua nipote Marion Marechal-Le Pen.

La destra dei Republicains di Nicolas Sarkozy non sembra in grado di contrastare questa avanzata ma sarà comunque in grado di conquistare 8 regioni. Staccato, il Partito socialista – leader di una sinistra di governo arrivata completamente divisa – che può aspirare a due regioni. Nelle precedenti elezioni del 2010, la Gauche aveva conquistato 21 regioni su 22.

Ragusa, arrestati tre scafisti degli sbarchi di 524 migranti

Ragusa, arrestati tre scafisti degli sbarchi di 524 migranti a PozzalloTre presunti scafisti sono stati arrestati sabato dalla Polizia di Ragusa dopo lo sbarco di 524 migranti a bordo di due imbarcazioni che sono giunti sabato al porto di Pozzallo (Ragusa).

Si tratta di un tunisino B.T., ed un marocchino, I. H., (a bordo della prima barca) mentre l’altra era condotta da un egiziano H. M..

I tre maghrebini sono stati sottoposti a fermo per favoreggiamento all’ingresso clandestino di cittadini extracomunitari nel territorio nazionale.

I migranti sbarcati in Sicilia erano provenienti da diverse regioni africane. Dopo i controlli di routine, sono stati ospitati presso il C.P.S.A. di Pozzallo.

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota di Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le prime fasi delle indagini in poco più di 12 ore.

Le indagini, spiega la Polizia, con un così alto numero di migranti sono sempre molto complesse, paradossalmente è più semplice trovare testimoni in un piccolo gruppo rispetto alla massa che permette sempre di defilarsi. Nonostante tutto, gli investigatori sono riusciti ad individuare gli scafisti per entrambi gli eventi soccorsi.

Sono stati fondamentali gli interpreti che, provenienti dalle stesse zone dalle quali sono fuggiti i migranti, hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei fermati.

I presunti scafisti individuati sono stati informati della possibilità di confessare ed avere in futuro uno sconto di pena, ma ciò nonostante si sono trincerati nel silenzio.

Dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica, i tre sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea.

Sempre sabato, La Polizia di Ragusa ha arrestato due sedicenti cittadini libici, trovati in possesso di passaporti falsi. Gli agenti, transitando per le vie di Pozzallo, hanno notato un’auto sospetta con due stranieri a bordo ed ha richiesto l’intervento in ausilio della Volante del Commissariato di Modica.

I due stranieri stavano uscendo da un hotel della città marinara per recarsi al porto di Pozzallo con due biglietti già acquistati per Malta, quindi pronti a partire. Nel corso del controllo, i due hanno fornito passaporti libici e permessi di soggiorno rilasciati dalle autorità maltesi.

L’ispezione dell’auto faceva emergere che la documentazione inerente la stessa era contraffatta e nascoste nel bagagliaio dell’auto c’erano targhe libiche. A seguito degli arresti della Squadra Mobile, la Procura della Repubblica ha richiesto la convalida e contestuale applicazione della misura cautelare in carcere

Gioiosa Ionica, proiettili contro auto del sindaco Salvatore Fuda

Gioiosa Ionica, proiettili contro auto del sindaco Salvatore Fuda
Il sindaco di Gioiosa Ionica Salvatore Fuda

Alcuni colpi di pistola sono stati esplosi nella notte tra sabato e domenica contro due auto appartenenti alla famiglia del sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda. A sparare sono stati ignoti.

Le automobili erano parcheggiate nel cortile di un condominio di proprietà della convivente del sindaco e del padre di Salvatore Fuda. Sull’atto intimidatorio hanno avviato indagini i carabinieri dopo che il primo cittadino ha presentato denuncia nella mattinata di domenica.

Sono numerosi gli attestati di solidarietà al sindaco provenienti dal mondo politico, istituzionale e associativo. Salvatore Fuda è stato eletto sindaco di Gioiosa Ionica nel 2013 con una lista civica.

Quello a Fuda, è l’ennesimo atto intimidatorio rivolto contro amministratori pubblici nella Locride e in Calabria.

Londra, terrore nella “Tube” di Leytonstone. E’ terrorismo VIDEO

Leytonstone-station-London-Tube1-765x510Sono stati attimi di terrore, sabato, alla stazione Leytonstone della “Tube” periferica di Londra, dove un uomo, con simpatie jidhaiste, ha accoltellato tre persone al grido di “questo lo faccio per la Siria”. L’aggressione è avvenuta nel tardo pomeriggio.

L’uomo è stato poi immobilizzato dalla polizia con dei proiettili di gomma. Scotland Yard ha fatto sapere che si tratta di un “atto terroristico”.

Uno dei feriti, che ha 59 anni, ha riportato gravi lesioni, ma non sarebbe in pericolo di vita. Il riserbo degli inquirenti è massimo. Dell’aggressore si conosce solo l’età: 29 anni. Il coltello usato dall’uomo “è lungo 7,5 centimetri”, hanno riferito fonti di polizia citati dalla Bbc.

Si cerca di capire se il giovane faccia parte di una cellula dormiente o di un “cane sciolto” che ha agito dopo i gravi recenti fatti di sangue in Francia, Mali e Usa.

VIDEO DELL’AGGRESSORE ATTA STAZIONE DI LEYTONSTONE (Attenzione: immagini consigliate a pubblico non sensibile)

L’uomo dopo essere stato ammanettato, è stato prima portato in una stazione della polizia per poi essere interrogato. L’azione viene compiuta a pochi giorni dall’aprovazione della Camera dei comuni di Londra dei raid aerei in Siria in funzione anti-Isis.

Pordenone, precipita ultraleggero. Due morti

Pordenone, precipita ultraleggero. Due morti
Il campo dove è precipitato il velivolo a Pordenone

Un sorvolo della città di un quarto d’ora si è trasformato in una tragedia per due amici, morti tra le lamiere di un ultraleggero precipitato oggi nei pressi dell’aviosuperficie della Comina, a nord di Pordenone.

I due si erano dati appuntamento per un sabato pomeriggio ai comandi del Pioneer 200 di proprietà dell’Aeroclub La Comina, sede, dal 1910, della prima scuola di volo italiana.

I due si erano dati appuntamento per un sabato pomeriggio ai comandi del Pioneer 200 di proprietà dell’Aeroclub La Comina, sede, dal 1910, della prima scuola di volo italiana.

Roberto Giacon, 68 anni, di Pordenone, e Mauro Armani (65), di Maniago, erano due piloti esperti, con centinaia di ore di volo alle spalle. Giacon, in particolare, era stato anche pilota dell’aviazione leggera dell’Esercito, mentre Armani, noto assicuratore della zona, aveva preso il brevetto nel 2004.

Il dramma si è consumato in fase di atterraggio, attorno alle 15, sotto gli occhi attoniti di numerosi automobilisti di passaggio lungo l’attigua strada provinciale: l’ultraleggero si stava avvicinando alla pista quando è accaduto l’irreparabile.

Dopo una virata, il Pioneer 200 ha perso improvvisamente quota, forse per uno stallo, precipitando e incendiandosi nell’impatto al suolo avvenuto in un campo.

Le indagini sono a cura del personale della Questura di Pordenone coordinato dal sostituto procuratore Monica Carraturo che ha posto sotto sequestro i rottami del velivolo.

“Siamo affranti – il commento del direttore della scuola di volo Stefano Turchet -: i nostri soci erano esperti e molto prudenti, mentre l’aereo aveva due tipi di manutenzione, una settimanale standard e una giornaliera quando ne era previsto l’utilizzo.

l velivolo aveva volato a lungo anche stamani e non era stata ravvisata la minima anomalia”.
Secondo Turchet sarebbe da escludere il malore: “Il Pioneer 200 dispone di doppi comandi e quindi nel caso uno dei due piloti si fosse sentito male sarebbe potuto intervenire il collega.

Potrebbe trattarsi dell’epilogo di una manovra anomala a quella quota, poiché anche l’avaria appare al momento poco probabile: secondo quanto riferito dai testimoni, la virata a quota troppo bassa avrebbe innescato lo stallo, da cui è stato impossibile riprendersi”. (Ansa)

Catanzaro, picchia la moglie. In cella

Catanzaro, picchia la moglie. In cellaCATANZARO – Un uomo di 34 anni, M.G. avrebbe picchiato ripetutamente la moglie durante una lite, fino a quando, lanciato l’allarme al 112, sono intervenuti i militari nell’appartamento della coppia mettendo fine ad un “calvario” che andava avanti da tempo, secondo il racconto della moglie.

Il presunto aggressore è stato arrestato “in flagranza” per maltrattamenti in famiglia.

La donna, soccorsa e medicata al pronto soccorso dell’ospedale Pugliese, ha poi raccontato ai militari numerosi altri episodi di violenze e maltrattamenti subiti dal marito. L’uomo è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Siano.

Giubileo, Gabrielli impone misure restrittive. La prima volta di due papi

Sicurezza in Piazza San Pietro in occasione del Giubileo
Un agente della polizia davanti piazza San Pietro, Città del Vaticano, 29 novembre 2015. (Ansa/Carconi)

Il prefetto di Roma Franco Gabrielli, in occasione dell’apertura della Porta Santa di San Pietro che dà inizio al Giubileo Staordinario della Misericordia l’8 dicembre, ha disposto il divieto di trasportare armi, munizioni, materiali esplodenti e carburanti, Gpl e metano in tutta Roma.

Le misure restrittive sono estese sul Grande Raccordo Anulare.  Vietata anche l’accensione di fuochi d’artificio. Il divieto è imposto dalle 6 di domenica fino alle 18 di mercoledì 9 dicembre.

E’ stato deciso, inoltre, per l’8 dicembre il divieto assoluto di sorvolo tra le 6 e le 22. Il provvedimento, che rientra nel piano sicurezza, riguarderà il centro di Roma e lo spazio aereo sopra le principali basiliche.

Anche il Papa emerito Benedetto XVI parteciperà martedì 8 dicembre alla cerimonia dell’apertura della Porta Santa di San Pietro per il Giubileo. Il Pontefice emerito ha infatti accettato l’invito di papa Francesco.

Sarà quindi presente dell’Atrio della Basilica in occasione del rito di apertura. Sarebbe la prima volta nella storia della Cristianità, che due papi saranno presenti all’inaugurazione di un Giubileo.

Donna trovata carbonizzata. Strano suicidio a Tavoleto (Pesaro Urbino)

Strano suicidio a Tavoleto ( Pesaro Urbino )Strano “suicidio” a Pesaro. Il cadavere semicarbonizzato di una donna ungherese di 47 anni, da tempo residente in Italia, è stato rinvenuto a Tavoleto (Pesaro Urbino) lungo un tratto di una strada provinciale chiusa al traffico per una frana.

Secondo i carabinieri si tratterebbe di un suicidio: la donna, sposata con un italiano, madre di una ragazza e attualmente disoccupata, avrebbe ingerito dei barbiturici e poi si sarebbe data fuoco.

La sua auto, una Clio, era parcheggiata a poca distanza dal cadavere: i militari hanno trovato alcuni farmaci e altre tracce che fanno propendere per l’ipotesi di un gesto volontario.

Il corpo non presenta segni di violenza o di colluttazione, e sul terreno non sono state individuate orme umane o tracce di pneumatici diverse da quelle della Clio. Non si esclude che la quarantasettenne si sia tolta la vita per forti preoccupazioni economiche.

Sul posto sono intervenuti i Carabiniere del Nucleo investigativo di Pesaro e militari della compagnia di Urbino, la Scientifica, il 118, e i vigili del fuoco. L’indagine è coordinata dal pm di Urbino Simonetta Catani.

Catanzaro. "Operazione Rinascita", pene definitive: 5 arresti

Catanzaro. "Operazione Rinascita", pene definitive: 5 arresti Alessandro Bevilacqua, Luca Bianco, Alessandro Bevilacqua, Mario Bevilacqua, Gianluca BerlingieriLa squadra mobile di Catanzaro ha arrestato cinque persone che dovranno scontare le rispettive sentenze definitive di condanna relative all’operazione “Rinascita”, condotta dalla squadra mobile del capoluogo di regione nel 2010 e coinvolse più di 70 persone, per lo più appartenenti alla comunità rom catanzarese.

Il provvedimento è stato disposto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. In manette sono finiti Alessandro Bevilacqua, 30 anni, condannato alla pena di 5 anni e 1 mese di reclusione; Luca Bianco, 37 anni, condannato alla pena di 3 anni e 5 mesi; Alessandro Bevilacqua, 36 anni (omonimo del primo), condannato alla pena di 5 anni e 3 mesi; Mario Bevilacqua, 42 anni, condannato alla pena di 5 anni e 10 mesi; Gianluca Berlingieri, 37 anni, attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, condannato alla pena di 10 anni e 9 mesi.

L’indagine è confluita in processi celebrati fino alla Cassazione, che ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro le condanne emesse nel 2012 dalla Corte d’Appello a carico degli arrestati.

I cinque sono ritenuti colpevoli di delitti legati al traffico di sostanze stupefacenti, gestendo le piazze di spaccio a Catanzaro. Per quanto riguarda la posizione di Luca Bianco, l’uomo dovrà scontare il carcere perchè ritenuto colpevole di un episodio di estorsione.

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