12 Ottobre 2024

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Ceglie Messapica (Brindisi), omicidio in famiglia a Natale

Ceglie Messapica (Brindisi), omicidio in famiglia a NataleCEGLIE MESSAPICA (BRINDISI), 25 DIC – Un detenuto in permesso premio di Ceglie Messapica, Giancarlo Zaccaria, di 30 anni, è morto in seguito a ferite da arma da fuoco riportate pare in una lite familiare durante il pranzo di Natale in paese.

L’uomo è stato immediatamente trasportato al nosocomio, dove è morto poche ore dopo. Il presunto autore dell’omicidio, si è poi costituito ai carabinieri in nottata. Si tratta di Patrizio Laveneziana, 44 anni, cognato della vittima.

Secondo quanto ricostruito, Giancarlo Zaccaria, con precedenti penali per spaccio di droga, sarebbe stata raggiunta da proiettili di pistola a una gamba. A causare il decesso nell’ospedale Perrino di Brindisi, dove Zaccaria era stato trasportato, sembra sia stata una emorragia femorale.

Il movente sarebbe riconducibile a vecchi rancori. Zaccaria si era presentato a casa del cognato – presenti la moglie e i 4 figli – con il quale avrebbe avuto una violenta discussione e dopo, il presunto omicida avrebbe esploso i colpi fatali con una semiautomatica legalmente detenuta.

Il pm di turno alla Procura di Brindisi, Valeria Farina Valaori, ha disposto l’autopsia; domani mattina ci sarà il conferimento dell’incarico al medico legale Antonio Carusi.

L’uomo, dopo essere stato interrogato, avrebbe fatto parziali ammissioni ed stato arrestato per omicidio preterintenzionale. I carabinieri stanno indagando sulle cause del diverbio sorto in un’abitazione del centro di Ceglie Messapica.

Soverato, i carabinieri salvano due donne dalle fiamme

Soverato, Catanzaro. I carabinieri salvano due donne dalle fiammeSOVERATO (CATANZARO) – Solo paura ma nessuna conseguenza per una vedova di 86 anni e per la donna che l’assiste, di 57, tratte in salvo dopo che in casa dell’anziana, una stufa elettrica ha preso fuoco per un corto circuito.

E’ accaduto a Soverato. Il fumo generato dal rogo ha saturato gli ambienti e le due donne, in preda al panico, sono rimaste bloccate per lo spavento. A salvarle l’intervento di due carabinieri che allertati dai vicini hanno sfondato la porta e le hanno soccorse. Le donne sono fortunatamente illese.

Reggio Calabria, 371 migranti tratti in salvo dalla Guardia Costiera

Libia, ucciso uno dei "capi" delle deportazioni di migranti. Rifiutò di dare soldi a corrotti europeiREGGIO CALABRIA, 25 DIC – E’ arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave “Corsi” della Guardia costiera con a bordo 371 migranti.

Gli uomini sono 312 e le donne 59. Non è segnalata la presenza di bambini. Ci sono dei casi di scabbia. Le attività di primo soccorso e assistenza, coordinate dalla Prefettura, sono svolte da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, Capitaneria, enti locali, Azienda ospedaliera, associazioni di volontariato e Croce rossa italiana. I migranti provengono in gran parte dall’Africa centrale.

Nigeria, esplode cisterna di gas. 100 morti al rifornimento

Nigeria, esplode cisterna di gas. 100 morti al rifornimentoNNEWI (NIGERIA) – Sarebbero almeno 100 i morti in Nigeria a causa dell’esplosione causata da un camion cisterna in un affollato distributore di gas, mentre decine di persone erano in fila per riempire le bombole da cucina per il Natale. E’ avvenuto a Nnewi, comunità prevalentemente cristiana del sudest del paese.

L’incendio è divampato verso le 11, quando il camion che aveva finito di scaricare gas allo stabilimento Chikason è ripartito senza aspettare il tempo di raffreddamento prescritto.

“L’incendio è esploso come una bomba e l’intera stazione di servizio è stata avvolta da un denso fumo nero, tra un’esplosione di bombole di gas da cucina”, afferma un testimone.

Riccione, drammatico tamponamento sull'A14. Morti madre e bimbo

Riccione, drammatico tamponamento sull'A14. Morti madre e bimboRICCIONE (RIMINI) –  Un bimbo di 9 mesi è morto insieme con la mamma di 27 anni questa mattina in un tamponamento avvenuto intorno alle 9.30 in A14, poco prima del casello di Rimini Nord.

Lo scontro è avvenuto fra due auto, una delle quali ferma in una piazzola di sosta. Il tratto autostradale fra Riccione e Rimini sud è stato chiuso a lungo, mentre attualmente il traffico risulta regolare.

Feriti, ma non in pericolo di vita il padre 32enne del bambino e il fratellino di due anni. Sono ricoverati all’ospedale di Cesena. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti. Ferito anche il conducente dell’altra auto. L’uomo è ricoverato a Riccone.

Secondo la ricostruzione della polizia autostradale di Forlì, l’incidente è avvenuto sulla corsia in direzione Nord dell’A14. Ignote le cause dell’impatto. La Polstrada ha effettuato i rilievi per accertare la dinamica del drammatico tamponamento.

Crotone, maltrattava moglie e figli: allontanato dalla casa

Crotone, maltrattava moglie e figli: allontanato dalla casaCROTONE – Per anni avrebbe maltrattato e minacciato la moglie ed i figli. Una storia di violenze fisiche e psicologiche cui ha messo fine la squadra mobile di Crotone che ha notificato ad un sessantenne, un provvedimento di allontanamento dalla casa. La vicenda è venuta alla luce dopo il ferimento dell’uomo con due coltellate.

Gli investigatori hanno scoperto che era stata la moglie a colpirlo mentre lui minacciava con una pistola un figlio. La donna è stata denunciata per la vicenda.

Nella serata di ieri gli agenti della Squadra Mobile hanno messo la parola fine ad anni di presunte violenze fisiche e psicologiche consumate all’interno delle mura domestiche (con all’interno minori) eseguendo una misura cautelare “di allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone offese” nei confronti di un sessantenne di un paese della provincia di Crotone, gravato da numerosi precedenti per reati in materia di droga, contro il patrimonio, la persona, violazione di domicilio ed altro.

Il provvedimento è scaturito dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile a seguito del ferimento di A.B. (iniziali di fantasia), avvenuto poco più di una settimana fa, allorquando lo stesso giungeva al pronto soccorso dell’Ospedale di Crotone con delle lesioni da arma da taglio e punta ai fianchi, per le quali veniva immediatamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico.

L’uomo, nella circostanza, aveva riferito ai sanitari di essersi fatto male accidentalmente mentre era intento a raccogliere della legna all’interno di un magazzino adiacente la propria abitazione.

La versione fornita, però, era da subito apparsa poco credibile agli investigatori che, dopo aver effettuato un immediato sopralluogo presso l’abitazione di A.B., provvedevano ad ascoltare quanti potessero fornire utili informazioni in ordine al grave fatto di sangue.

È così che, dai racconti della moglie e dei figli di A.B., è emerso uno spaccato di vita familiare cadenzato dalle continue angherie poste in essere dall’uomo, spesso ubriaco, nei confronti principalmente della consorte verso la quale, molte volte anche alla presenza dei figli minori, non lesinava di rivolgere epiteti umilianti, degradanti ed offensivi della dignità di donna e madre soprattutto quando rientrava a casa ubriaco e quando qualcuno dei familiari osava contraddirlo.

Lo scorso 11 dicembre è stato uno dei tanti giorni contrassegnati dal clima di violenza e di terrore in cui A.B. costringeva a vivere la propria famiglia all’interno della quale stava per consumarsi una irreparabile tragedia.

A seguito dell’ennesima lite, scaturita per futili motivi, A.B., in evidente stato di ebbrezza alcolica, mentre si trovava in cucina, avrebbe infatti estratto dalla cintola dei pantaloni una pistola puntandola all’indirizzo del proprio figlio che si era frapposto tra lo stesso e la propria madre nel tentativo di riappacificare i due.

Alla visione di tale scena la donna, allo scopo di impedire che l’azione delittuosa intrapresa dal coniuge potesse essere portata a compimento, sferrava nei suoi confronti due fendenti con un grosso coltello da cucina colpendolo ai fianchi.

Successivamente, dopo aver soccorso A.B., unitamente ai propri figli, la donna avrebbe provveduto a far sparire l’arma.

Per quanto sopra, la donna veniva denunciata per i delitti di tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo mentre A.B. per i delitti di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, minacce gravi ed aggravate, nonché maltrattamenti contro familiari e conviventi.

Il provvedimento emesso nella giornata di ieri dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Crotone e richiesto del pm titolare dell’indagine, Alessandro Riello, a seguito dell’attività investigativa effettuata, ha disposto per l’uomo l’obbligo di lasciare la casa familiare e di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie e dai figli.

Trieste, sgominata banda di ladri seriali di Napoli

Trieste, sgominata banda di ladri seriali di NapoliTRIESTE – I Carabinieri di Trieste, coadiuvati dai colleghi di Napoli, hanno arrestato nel capoluogo campano 4 persone ritenute presunti responsabili di furti aggravati in concorso ai danni di numerosi esercizi commerciali situati, oltre che a Trieste, anche nelle province di Ancona – Ascoli Piceno – Asti – Bergamo – Brescia – Firenze – Milano – Novara – Pavia – Torino – Trento – Varese e Verona.

I quattro arrestati, gia noti alle forze dell’Ordine, sono tutti originari di Napoli. Il provvedimento di custodia cautelare è stato emesso dal gip presso il tribunale di Trieste su richiesta della locale procura che ha svolto una lunga e complessa attività di indagine iniziata alla fine del 2014 sotto la direzione della del pm Lucia Baldovin. L’operazione è stata denominata “Kimifa”

Gli arresti, condotti in collaborazione con i carabinieri della Compagnia di Napoli Centro, sono stati eseguiti a Napoli ed in provincia di Caserta. Tre persone sono state sottoposte agli arresti domiciliari ed una in carcere. Si tratta di A.R., classe ’77; C.C., classe ‘82; R.P, classe ‘67 e S.S., classe ‘86.

Il lavoro investigativo condotto dagli uomini dell’Arma ha consentito la ricostruzione di un quadro probatorio articolato e complesso circa le illecite attività del sodalizio, impegnato nella commissione dei reati contestati.

Gli inquirenti hanno trovato particolarmente interessante il modus operandi adottato dai quattro arrestati: dal settembre 2014 al marzo 2015, fingendosi fattorini dipendenti dalle più note aziende private di corriere espresso, si presentavano presso esercizi commerciali, che avevano ricevuto da poco la merce con corriere, e, adducendo errori di consegna o di qualità dei prodotti consegnati poco prima, ritiravano i manufatti facendoli immediatamente sparire.

In particolare, sono stati presi di mira 19 negozi di vendita di abbigliamento, di telefonia mobile e prodotti di bellezza. Nell’arco dei 7 mesi di operatività, il gruppo criminale è riuscito ad asportare merce per un valore complessivo di 300.000 euro circa, in parte recuperata.

Nell’ambito della stessa indagine, inoltre, i Carabinieri triestini di via Hermet hanno individuato, in Bologna, un soggetto ufficialmente dipendente di una azienda di corriere espresso, a carico del quale sono ipotizzate presunte responsabilità per il reato di riciclaggio, per avere compiuto atti diretti ad ostacolare l’identificazione della provenienza furtiva dei beni sottratti, provvedendo a modificare imballaggi ed etichette di spedizione. Questo quinto elemento della banda è stato denunciato in stato di libertà e sul suo ruolo sono ancora in corso approfondimenti investigativi.

Cosenza, la Polizia arresta uno spacciatore di droga

Cosenza, la Polizia arresta uno spacciatore di drogaGli agenti della Polizia di Stato di Cosenza hanno arrestato, in flagranza di reato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti un giovane di 23 anni,  Marco Tornelli.

In particolare, spiega la Polizia, nel tardo pomeriggio,  personale dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico (Upgsp) e del Reparto prevenzione crimine di Cosenza, hanno sorpreso Tornelli mentre cedeva eroina ad un tossicodipendente noto agli operatori.

Nel corso del controllo effettuato, infatti,  gli agenti hanno potuto accertare che oggetto della cessione era sostanza stupefacente del tipo eroina per un ammontare di 0,26 grammi.

La successiva perquisizione effettuata presso l’abitazione del presunto spacciatore ha consentito di rinvenire e sequestrare ulteriori 23,61 grammi di sostanza stupefacente del tipo eroina,  un bilancino di precisione,  numerosi involucri di cellophane utili al confezionamento dello stupefacente.

L’arresto è stato possibile grazie ai servizi di polizia giudiziaria finalizzati al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, potenziati in questo periodo natalizio, dal Questore di Cosenza, Luigi Liguori.

Banca Etruria, no dell'Ue al salvataggio dei risparmiatori

Hill e Vestager, commissari Ue alla concorrenza e alla stabilità finanziaria, dicono "no" al soccorso a Banca Etruria, le altre tre e ai risparmiatori. Sarebbe "aiuto di Stato"
Hill e Vestager, commissari Ue alla concorrenza e alla stabilità finanziaria, dicono “no” al soccorso a Banca Etruria, le altre tre e ai risparmiatori. Sarebbe “aiuto di Stato”

“Riteniamo non ci sia contraddizione tra le direttive” per la risoluzione delle banche e quella per la tutela dei depositi. Così la lettera dei commissari Ue Hill e Vestager al ministro Pier Carlo Padoan, secondo cui l’uso del fondo di garanzia dei depositi rientra nella materia degli aiuti di Stato e fa scattare la risoluzione.

“Se uno stato membro opta per lo schema di garanzia dei depositi per ricapitalizzare una banca” allora “è soggetto alle regole Ue sugli aiuti di Stato”. Quindi “se la valutazione porta a concludere che l’uso di questo schema è aiuto di Stato, scatterà la risoluzione della direttiva Brrd (risanamento delle banche, ndr)”. Al contrario se è “un puro intervento privato” non scatta la risoluzione. Così la lettera Ue.

“L’intervento da parte di schemi di garanzia obbligatori” imposti dallo stato alle banche già in passato sono “stati considerati aiuti di stato”, mentre “se altre banche decidono da sole di intervenire in un meccanismo pienamente privato, questo esula dall’ambito del controllo Ue sugli aiuti di stato”. Lo precisa la Commissione Ue in merito alla lettera dei commissari Vestager e Hill. Il fondo interbancario tutela depositi italiano, con lo stato che impone alle banche di contribuirvi, rientra così negli aiuti di stato.

I “contatti” sul salvataggio delle 4 banche tra Bruxelles e Roma “sono cominciati a maggio”, e la “cooperazione tra i nostri servizi è stata costruttiva, e vorremmo esprimere il nostro apprezzamento”. Così i commissari Ue Hill e Vestager nella lettera al ministro Padoan, spiegando che la loro intenzione “durante questo processo” era di “fornire guida e supporto alle autorità italiane per trovare rapidamente soluzioni pragmatiche e corrette”.

La lettera dei commissari Hill e Vestager “spiega che si applicano le regole Ue sugli aiuti di stato e la direttiva sulla risoluzione delle banche” e l’uso dello schema obbligatorio di garanzia dei depositi non fa eccezione”. Così le precisazioni della Commissione Ue, ricordando che “c’è anche una semplice logica soggiacente” alla missiva: “il sostegno pubblico deve arrivare solo in ultimo ricorso”, altrimenti le regole Ue che salvaguardano i contribuenti “potrebbero essere facilmente aggirate”.

L’Ue ha oggi bocciato il salvataggio di una quinta banca, la banca di Teramo, Tercas. Cosa che dimostrerebbe, secondo fonti del Mef citate dall’Ansa, “la bontà delle scelte sulle altre quattro”, Banca Etruria compresa.

Orrore a Civitanova Marche. Bimbo ucciso e buttato nella spazzatura

Civitanova Marche, neonato ucciso e buttato nella spazzatura (Immagine archivio)CIVITANOVA MARCHE (MACERATA) – Un neonato prematuro è stato ritrovato morto in un sacchetto di plastica gettato in un cassonetto della spazzatura in via Dalmazia a Civitanova Marche, in provincia di Macerata. A notare il sacchetto col corpicino sarebbero state due ragazzine che erano andate a gettare l’immondizia.

Poi è arrivato un adulto, che ha chiamato il 113. Sul posto è accorsa un’equipe del 118, ma il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso del neonato. Sono in corso accertamenti per risalire alla madre biologica. Non si sa chi possa aver gettato via il bimbo, probabilmente partorito in casa.

Gli inquirenti, da quanto si apprende, starebbero contattando ospedali, cliniche e medici privati per appurare se abbiano preso in cura una donna appena partorita. La fase post partum è infatti molto delicata (e pericolosa) per la donna. Una “leggerezza” potrebbe costare la vita. Non si esclude possa trattarsi di una gravidanza non gradita e ben nascosta da una ragazza o una minorenne.

L’esame autoptico potrà accertare il giorno esatto del decesso nonché la causa. E’ ipoteticamente probabile che la creatura sia stata prima soffocata – per non attirare l’attenzione alle sicure urla del piccolo -, rinchiuso in un sacco della spazzatura e poi buttato nel cassonetto.

Via Dalmazia è una strada centrale di Civitanova Marche, nella zona del Ponte della Castellara. Nei pressi ci sono negozi e altre attività commerciali. Sotto choc l’intero quartiere: curiosi e passanti vengono tenuti lontani dal luogo del rinvenimento, dove sono intervenuti anche carabinieri e vigili urbani. A coordinare le indagini, tentando di risalire a chi si è disfatto del piccolo, sarà la procura della Repubblica di Macerata.

Motta San Giovanni (Rc), segrega in casa moglie e suocera. Arrestato

Motta San Giovanni (Reggio Calabria), segrega in casa moglie e suocera. ArrestatoMOTTA SAN GIOVANNI (REGGIO CALABRIA). Un uomo di 59 anni ha segregato in casa sua suocera e la sua – di fatto – ex moglie, probabilmente per una accentuata forma di gelosia.

E’ successo a Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria dove i militari dell’Arma hanno arrestato il marito geloso.

Dopo aver chiuso la porta di casa, l’uomo, S.P., s’è portato via le chiavi lasciando le due donne nell’incubo. Arrivato l’allarme al 112, i carabinieri sono intervenuti sfondando la porta e liberando madre e figlia.

Lo spiacevole episodio si inquadra, hanno accertato i militari di Motta San Giovanni, in un rapporto coniugale caratterizzato da precedenti maltrattamenti familiari. L’uomo dovrà rispondere ai magistrati di segregazione e maltrattamenti.

Nella giornata di ieri, il Gip del tribunale di Reggio Calabria ha convalidato l’arresto eseguito dalla polizia giudiziaria, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto di avvicinamento e di comunicazione con la donna.

Cosenza, un arresto per la rapina da "Splendidi e Splendenti"

Cosenza, un arresto per la rapina da "Splendidi e Splendenti" arrestato Cesare D'Elia
Il negozio “Splendidi e Splendenti” di via Montegrappa a Cosenza (foto da sito della catena commerciale)

COSENZA – Nell’ambito dei servizi di polizia giudiziaria finalizzati al contrasto dei reati contro il patrimonio, potenziati in questo periodo natalizio, da Questore Luigi Liguori,  nella serata di ieri la Polizia di Stato ha tratto in arresto, in flagranza di reato, per rapina aggravata Cesare D’Elia, di anni 31, sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, con precedenti specifici.

In particolare, nel tardo pomeriggio di ieri,  due persone, uno dei quali con una pistola in pugno e travisate con sciarpa e caschi semi integrali, entravano all’interno dell’esercizio commerciale di prodotti per la casa “Splendidi e Splendenti”, di via Montegrappa intimando alle dipendenti di dare loro il denaro in cassa.

Dopo aver prelevato il contenuto della cassa, i due si davano alla fuga a bordo di una Fiat Bravo di colore bianco condotta da un terzo complice che li attendeva ad un centinaio di metri dal luogo della rapina.

Cesare D’Elia, riferisce la Polizia, è stato sorpreso subito dopo la rapina dall’equipaggio della Squadra mobile intervenuto subito dopo, coadiuvato dal dispositivo posto in campo e composto da personale dell’Upgsp e del Reparto prevenzione crimine Calabria.

L’attività info-investigativa ha consentito pochi minuti dopo di fermare Cesare D’Elia nei pressi della propria abitazione, poco distante dall’esercizio commerciale rapinato.

Il presunto rapinatore è stato trovato in possesso di banconote di piccolo taglio e numerosissime monete custodite nelle tasche.

Inoltre sotto l’abitazione di Cesare D’Elia gli agenti hanno trovato, nella cuccia di un cane, il casco di colore bianco lucido con sfumature laterali di colore verdi e rosso, in precedenza calzato dal rapinatore e riconosciuto “con certezza” dalla responsabile del negozio. Sono in corso ulteriori indagini,  a cura della Squadra mobile, finalizzate all’identificazione dei due complici.

Milano, arrestato rapinatore seriale di 17 anni

Milano, arrestato rapinatore seriale di 17 anniMILANO – I Carabinieri della compagnia di Sesto San Giovanni, hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un minorenne pregiudicato, M.M., del 1998, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni del capoluogo.

Il 17enne è ritenuto responsabile di quattro rapine, avvenute nei comuni di Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo, nel Milanese, tutte nel mese di Settembre 2015. Gli episodi delittuosi, perpetrati in rapida successione ai danni di farmacie e supermercati, con una pistola giocattolo, senza tappo rosso, avevano destato particolare allarme tra i cittadini del luogo.

Il minore aveva utilizzato per le fughe dopo i “colpi” uno scooter Yamaha “Tmax” di colore nero, con targa non leggibile, in quanto munita di un sistema che la faceva piegare verso l’alto.

I militari dell’Arma – che insieme al Comando provinciale di Milano sono impegnati in un serrato controllo del territorio – sono arrivati a identificare il giovane grazie a un’indagine tradizionale, scaturita dai filmati delle videocamere di sorveglianza e sviluppata con osservazione a distanza e pedinamenti.

L’attento monitoraggio del giovanissimo malvivente si è concluso con l’arresto in flagranza, il 24 settembre. In quell’occasione, i Carabinieri hanno sventato un colpo, programmato presso la farmacia comunale di Via Veneto a Bresso (Milano), e arrestato anche un complice maggiorenne, raggiunto dai carabinieri, dopo un breve inseguimento a piedi.

Il minorenne, a carico del quale, nonostante l’età, figurano già diversi precedenti per reati contro il patrimonio, passerà le festività in cella, ristretto nel carcere Beccaria.

Terrorismo, fermata e rilasciata Khadgia Shabbi, filo Daesh. Tensione a Palermo

Terrorismo, Khadgia Shabbi viene fermata dalla Polizia di Palermo. Sarà poi rilasciata. Khadija Shabby
La ricercatrice libica Khadgia Shabbi viene fermata dalla Polizia di Palermo. Sarà poi rilasciata

La polizia, su ordine della Procura, ferma a Palermo una cittadina libica di 45 anni, Khadgia Shabbi, ricercatrice universitaria nell’Ateneo siciliano, per istigazione a commettere reati di terrorismo, ma il Gip non è d’accordo e la rilascia non convalidando l’arresto disponendo per la donna soltanto l’obbligo di dimora nel capoluogo siciliano.

Secondo gli elementi indiziari raccolti dagli investigatori della Questura palermitana guidata Guido Longo, Khadgia Shabbi, era in contatto con diversi foreign fighters e faceva propaganda per Al Qaeda sul web. Khadgia Shabbi vive a Palermo da tre anni. E’ ricercatrice in Economia e riceve un assegno di duemila euro al mese dall’ambasciata libica.

L’accusa rappresentata dal pm Geri Ferrara con l’aggiunto Leonardo Agueci, le contestano l’istigazione a delinquere in materia di terrorismo aggravata dalla transnazionalità. Il Gip presso il tribunale di Palermo,
Fernando Sestito in oltre 70 pagine motiva la decisione del rilascio provocando “tensione” tra i due Uffici del tribunale siciliano.

La polizia, dopo alcune segnalazioni, ha tenuto d’occhio la donna accertando i suoi contatti con due foreign fighters, uno in Belgio, l’altro in Inghilterra. La donna avrebbe anche cercato di pianificare l’arrivo in Italia di un suo cugino, poi morto in Libia in uno scontro a fuoco e avrebbe mandato diverse somme di denaro in Turchia.

La ricercatrice sarebbe imparentata con esponenti di una organizzazione terroristica coinvolta nell’attentato all’ambasciata americana in Libia nel 2012 e avrebbe fatto propaganda sui social ad Al Qaeda. Gli inquirenti hanno trovato molto materiale investigativo ritenuto “di grande interesse”. Khadgia Shabbi, 45 anni il 28 dicembre, nata a Bengasi, avrebbe scritto: “Allah che deve mangiare il cuore ai nemici”.

Il gip di Palermo Fernando Sestito non ha convalidato il fermo. Per il giudice non sussisterebbe il pericolo di fuga, presupposto che autorizza il fermo. Il giudice, inoltre, non ha applicato alla donna la custodia cautelare in carcere, come chiesto dalla Procura, ma l’obbligo di dimora a Palermo senza imporre all’indagata alcun divieto di comunicazione con l’esterno.

Per il magistrato, che ha riconosciuto comunque la sussistenza dei gravi indizi a carico della donna, non ci sarebbero però rischi di inquinamento probatorio, ma solo la possibilità che reiteri il reato, circostanza che, a parere del magistrato, rende sufficiente la misura dell’obbligo di dimora con divieto di uscire durante le ore notturne (dovrà rientrare a casa alle 20 e uscire alle 7)

Secondo quanto accertato dalla polizia, il profilo Facebook di Khadgia Shabbi era pieno di materiale propagandistico di gruppi terroristici islamici come Ansar Al Sharia Libya: scene di guerra, volantini, “sermoni” inneggianti al Jhiad. Li aveva presi in rete attraverso i suoi contatti con pagine come “Battaglioni dei martiri della Libia libera” e “Siamo quelli dal volto coperto”.

“Prossimamente verrà misurata l’appartenenza al proprio Paese, dimmi se sei a favore e ti dirò chi sei”, scriveva su Fb. Shabbi avrebbe svolto una intensa attività di proselitismo e propaganda. La donna usava, per le sue comunicazioni, soprattutto Facebook e Whatsapp, ritenendoli mezzi difficilmente intercettabili. Dall’inchiesta è emerso che aveva rapporti con foreign fighters tornati in Europa dopo aver combattuto in Libia e Medio Oriente. La ricercatrice è finita sotto indagine quasi un anno fa nell’ambito degli accertamenti svolti dalla Digos sull’eventuale presenza di sostenitori dell’islamismo integralista a Palermo. Shabbi è zia di un combattente del fronte islamico: il giovane le avrebbe chiesto istruzioni per arrivare in Italia insieme a un compagno d’armi e sfuggire alla cattura dell’esercito regolare libico.

“La misura è del tutto inadeguata alle esigenze cautelari e all’intensissima rete di rapporti intrattenuti dall’indagata, oltre che contraddittoria e contraria alla più recente giurisprudenza. Pertanto la impugneremo”, ha commentato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Peraltro nel provvedimento del gip non si impone alcun divieto di comunicazione all’indagata, accusata, tra l’altro, di fare propaganda per Al Qaeda tramite i social.

Migranti, e' ancora strage di bambini nell'Egeo. Morti in 7

Migranti, e' ancora strage di bambini nell'Egeo. Morti in 7
Un’operazione di salvataggio nell’Egeo (ekathimerini.com)

Almeno sette bambini, due donne e quattro uomini sono annegati in un naufragio al largo della piccola isola egea di Farmakonisi. Lo riferiscoo funzionari della guardia costiera greca citati dall’agenzia Ekathimerini.

La loro imbarcazione è affondata per cause sconosciute. Altre 15 persone sono state salvate e uno risulta ancora dispersa, secondo quanto riferito da superstiti. Un elicottero, una motovedetta e imbarcazioni private sono sul posto per le operazione di ricerca e soccorso.

“Il motoscafo, di metri (20 piedi), è affondato in circostanze sconosciute”, riferiscono le autorità citate dalla Reuters: “Erano in acqua quando sono stati avvistati da un battello di emergenza”. Dodici persone sarebbero state salvate.

L’ISOLA DI FARMAKONISI SULLA MAPPA DELL’EGEO

L’incidente è avvenuto a est di Farmakonisi, vicino alla costa della Turchia. Decine di migliaia di profughi, principalmente siriane, hanno sfidato il mare mosso di quest’anno per fare il breve ma precario viaggio dalla Turchia alle isole della Grecia. Viaggi della speranza che spesso si trasformano in tragedie.

L’APPELLO DEL PADRE DI AYLAN: “FATE PASSARE I BAMBINI”
E proprio da Abdullah Kurdy, padre di Aylan – il bambino siriano morto annegato a Bodrum, Turchia, la cui foto fece il giro del mondo – arriva un appello affinché le istituzioni europee “aiutino i siriani a facilitare il transito in Europa” per “evitare queste tragedie”. L’uomo dopo una traversata drammatica ha perso due figli e la moglie.

Legge di Stabilità, arriva l'ok definitivo del Senato

Legge di Stabilità, arriva l'ok definitivo del Senato
L’aula del Senato

Via libera del Senato alla fiducia sulla legge di Stabilità. La manovra ha così incassato l’ok definitivo del Parlamento.  I voti favorevoli sono stati 162, i no 125. Ora va al Quirinale per la promulgazione. Il Senato ha approvato anche il Disegno di legge di bilancio con 154 voti favorevoli e 9 contrari. Nessun astenuto, come nel caso della legge di Stabilità.

E’ così terminata la sessione di bilancio in Parlamento. La legge di Stabilità che ha appena ricevuto l’ok definitivo in Parlamento. ha commentato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, “rafforza e stimola la crescita e il lavoro e indirizza risorse importanti per i poveri, i meno abbienti e per i giovani”.

Dopo aver approvato la legge di Stabilità e la riforma della Rai, l’Aula del Senato sospende i suoi lavori per le festività natalizie. La prossima seduta è stata fissata per il 12 gennaio alle 16,30. All’ordine del giorno la riforma degli appalti.

Per le mamme arriva la proroga del voucher pannolino. Per i neo-papà il raddoppio del mini-congedo parentale. Ai nonni oltre i 75 anni sale la no-tax area e ai nipotini 18enni arriva la card con 500 euro da spendere anche in concerti. Per le famiglie arriva soprattutto il calo delle tasse: l’addio alla Tasi sulla prima casa (dal 2016, ndr), la riduzione a 100 euro del canone tv. Occhio però all’autovelox: non controllerà solo la velocità ma anche il pagamento del bollo e le revisioni fatte.

Milano, vigilanza serrata dell’Arma. Sorvegliate le stazioni

controlli carabinieriMILANO – Prosegue a ritmo incessante l’attività di prevenzione da parte dei Carabinieri di Milano, in particolare nei luoghi di concentrazione sia turistica che commerciale in prossimità delle festività natalizie.  Dopo i 110 malviventi arrestati la scorsa settimana, nella ultime 24 ore i militari hanno ulteriormente intensificato la presenza nelle maggiori stazioni ferroviarie della città, la Centrale, la Garibaldi e quella di Rogoredo, allo scopo di vigilare sulle partenze dei pendolari e di quanti, in numero crescente, si mettono in viaggio per rientrare nei luoghi d’origine e trascorrervi le feste. Il flusso dei viaggiatori è in queste ore notevolmente aumentato e i Carabinieri di Milano hanno dispiegato un dispositivo col quale colpire la criminalità predatoria.

Presso la Stazione Centrale, la rete dei controlli ha portato ad arresti tutti al femminile: una milanese del ’90 è stata sorpresa all’interno di un bar, dopo essere evasa dal domicilio di Settimo Milanese, dove avrebbe dovuto trovarsi per maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale; due donne nomadi, di cittadinanza rumena, entrambe del ’79, sono state sorprese mentre rompevano le confezioni e occultavano tra gli abiti generi alimentari per 200 euro.

Sempre in Centrale, tra turisti e passeggeri che affollano il lato Est della stazione, tra i viali del parco e i pullman in attesa, sono stati identificati e quindi deferiti a piede libero altri 3 stranieri, tra i quali, due cittadini marocchini, risultati illecitamente presenti sul territorio nazionale, e un ladro albanese, sorpreso mentre cercava di trafugare alcuni capi d’abbigliamento. Un giovane di Firenze, in rientro a casa per le feste, è stato perquisito e denunciato, in quanto trovato in possesso di alcune dosi di marjuana ed hashish.

Presso la Stazione Garibaldi, i militari dell’Arma, insospettiti dal girovagare senza scopo, tra i negozi presenti all’interno dello scalo,  di un livornese del ‘95, apparentemente in stato confusionale, lo hanno identificato e arrestato, per l’evasione dagli arresti domiciliari, disposti dall’Autorità giudiziaria di Pisa. Ai militari operanti, l’uomo ha dichiarato di “essere alla ricerca di un nuovo domicilio”.

A Rogoredo, due clochard in evidente stato di alterazione alcolica sono stati separati prima che venissero alle mani ed allontanati su segnalazione dei passeggeri.

Nelle ore serali, il controllo della circolazione stradale nelle aree prospicienti gli scali ferroviari ha consentito ai Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Milano il deferimento all’Autorità giudiziaria di un italiano, sorpreso alla guida con un tasso alcolemico superiore al consentito, mentre altri tre automobilisti, tutti stranieri, sono stati deferiti a piede libero per essersi rifiutati di sottoporsi all’accertamento.  Il controllo igienico-sanitario e amministrativo di due pasticcerie ha procurato la contestazione di sanzioni amministrative per oltre 6’500 euro.

Sicurezza, il ministro Alfano: "Diminuiti i reati". Espluso Jihadista

Sicurezza, Alfano: "Diminuiti i reati". Espluso Jihadista
Angelino Alfano durante la conferenza stampa del 22 dicembre 2015

Un trentenne marocchino di Bologna segnalato dall’intelligence per attività di propaganda in favore dell’Isis è stato espulso la scorsa notte da Bologna con un provvedimento del ministero dell’Interno.

Lo ha annunciato il ministro Angelino Alfano sottolineando che dall’inizio dell’anno si tratta della sessantaquattresima espulsione disposta per motivi di ordine e sicurezza pubblica.

Nella conferenza di fine anno il ministro dell’Interno ha snocciolato i numeri del suo dicastero sostenendo che i “reati sono diminuiti in Italia”.

“Un anno positivo grazie a chi ha consentito che così fosse”, ha affermato Alfano commentando il bilancio dell’anno che si sta per chiudere, come risulta dai dati sull’attività e gli obiettivi raggiunti dal Viminale, illustrati oggi ai giornalisti alla presenza del viceministro Bubbico, dei sottosegretari Bocci e Manzione, e dei vertici dell’Amministrazione.

Moltissimi gli argomenti e i dati forniti dal ministro. Sul tema dell’antiterrorismo, spiega una nota del ministero, il responsabile del Viminale ha sottolineato che grazie all’opera delle forze dell’Ordine e dell’intelligence è stato evitato che “qualcosa di grave accadesse nel nostro Paese”.

Anche sul piano normativo, il parlamento ha contribuito in questa attività, convertendo in legge il dl antiterrorismo. L’altro pilastro dell’attività del ministero è rappresentato, ha chiarito il ministro, dal contrasto al crimine organizzato che ha portato all’arresto di 1.794 mafiosi e di 53 latitanti oltre a circa 11.000 beni sequestrati per un valore di oltre 4,2 miliardi di euro. Tra i risultati in questo settore, Alfano ha citato anche le 9 gestioni commissariali disposte per infiltrazioni della criminalità organizzata.

VIDEO DELLA CONFERENZA STAMPA DEL MINISTRO DELL’INTERNO

Sul fronte della sicurezza, il ministro ha evidenziato come nel “nostro paese stanno diminuendo i reati “. Lo conferma, infatti, l’indice di delittuosità: -10,2% i delitti commessi, di cui -11,16% gli omicidi, -13,8% le rapine e -9,7% i furti.

“Stanno funzionando – ha spiegato il ministro- i decreti contro la violenza negli stadi e contro la violenza di genere. Questa è la prova che il nostro ordinamento produce norme efficaci che producono risultati “. Lo evidenziano i dati sul Daspo di gruppo (5.158 provvedimenti di cui 4.966 per il calcio) che ha contribuito ad aumentare la sicurezza nelle manifestazioni sportive. Nel campionato 2014/2015 gli incontri con feriti erano diminuiti del 18% mentre nell’attuale stagione è stato confermato il consolidamento del dato positivo (-22%).

Anche i dati sugli atti persecutori registrano una diminuzione del fenomeno ha detto il ministro e l’appello lanciato da Alfano coinvolge tutti i cittadini invitandoli alla denuncia, per “non voltare le spalle ” di fronte agli abusi perché l’attuale normativa tutela sia le vittime che coloro che denunciano.

“Risultati straordinari grazie alla Guardia di Finanze e alle prefetture ” sono stati, poi, conseguiti, ha proseguito il ministro, nella lotta all’abusivismo commerciale come dimostrato dall’aumento (+35% in valore) dei beni sequestrati.
Anche sul piano degli investimenti, ha sottolineato il ministro, c’è un incremento per la sicurezza del Paese con risorse aggiuntive per un miliardo di euro a testimoniare che la sicurezza rappresenta una priorità nelle scelte strategiche del governo.

Altro lavoro straordinario è stato compiuto nel settore dell’accoglienza e gestione dei migranti. Un dato su tutti è rappresentato dall’ormai smaltimento da parte delle commissioni dell’arretrato delle domande di asilo. E per il 2016 sottolinea Alfano, l’obiettivo è il funzionamento del meccanismo dei rimpatri.

Sono stati poi, circa 2.000 gli interventi al giorno effettuati dai Vigili del Fuoco, che rappresentano sempre, come ha sottolineato il ministro, uno dei Corpi dello Stato più amati dai cittadini.

Il ministero dell’Interno è anche protagonista, con il dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, della digitalizzazione del Paese attraverso l’implementazione sempre più avanzata del progetto di carta d’identità elettronica.
Il ministro Alfano ha concluso annunciando l’obiettivo strategico dell’Amministrazione per il 2016: un disegno di legge sulla sicurezza urbana che intervenga sul fenomeno dei furti e delle truffe e con nuove norme sulla legittima difesa.

Gioia Tauro, arrestate 7 persone affiliate al clan Piromalli

Gli arrestati dell'operazione Atlantide di Gioia Tauro presunti affiliati del clan Piromalli
Gli arrestati dell’operazione “Atlantide” di Gioia Tauro

GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – I Carabinieri della compagnia di Gioia Tauro, con l’ausilio di personale dello squadrone eliportato Cacciatori “Calabria”, della compagnia speciale e di unità cinofile del Goc di Vibo Valentia, in esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip presso il tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura hanno arrestato, nell’ambito dell’operazione denominata “Atlantide”, Biagio Guerrisi, di anni 51; Gennaro Paolillo, di anni 31; Rocco Ivan Stillitano, di anni 52; Giuseppe Stillitano, di anni 22, figlio di Rocco Ivan; Cosimo Romagnosi, di anni 55; Elio De Leo, di anni 59, medico del Sert di Polistena (Reggio Calabria) e Antonio Esposito, di anni 39. Diversi gli indagati.

Gli indagati sono gravemente indiziati per i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, porto e detenzione illegale di armi, estorsione, danneggiamento aggravato, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.

Tutti già noti alle forze dell’ordine, gli indagati sono ritenuti dagli inquirenti, organici, anche con ruoli apicali, della ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata famiglia “Piromalli”, imperante nella municipalità di Gioia Tauro, con ramificazioni in tutta la “Piana” ed in altre regioni del Nord-Italia.

In particolare l’articolata attività d’indagine, che ha beneficiato anche del contributo di alcuni collaboratori, sviluppata autonomamente sotto il coordinamento della Procura distrettuale antimafia, consentiva di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine all’appartenenza degli indagati ad un’associazione di tipo ‘ndranghetista finalizzata, avvalendosi della forza di intimidazione che scaturiva dal vincolo associativo e delle conseguenti condizioni di assoggettamento e di omertà, allo sfruttamento delle risorse economiche del territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, acquisendone direttamente o indirettamente – tramite intestazioni fittizie – la gestione e/o il controllo, ovvero con la riscossione di somme di denaro a titolo di compendio estorsivo.

L’attività ha permesso, infatti, di documentare numerosi episodi estorsivi, consumati e tentati, nonché alcuni danneggiamenti seguiti da incendio o perpetrati mediante l’esplosione di colpi d’arma da fuoco, effettuati nel medesimo contesto a scopo intimidatorio in danno degli operatori economici. È, inoltre, emersa la posizione di un medico del SER.T. di Polistena (RC), DE LEO Elio, il quale, intraneo alle locali logiche criminali, ed al fine di favorire gli affiliati alle organizzazioni malavitose del territorio, approfittando del proprio ruolo e posizione, redigeva certificazioni mediche attestanti falsamente lo stato di incompatibilità col regime carcerario di molti affiliati, dichiarandoli alcool/tossicodipendenti

È stato, inoltre, ricostruito come la cosca, con la disponibilità di armi, al fine di realizzare il controllo egemonico sul territorio abbia realizzato accordi con organizzazioni criminose omologhe sopprimendo i soggetti che a quel controllo si contrapponevano nonché commesso delitti contro il patrimonio, contro la vita e l’incolumità individuale e in materia di armi.

Gli arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Palmi (Reggio Calabria).

Domiciliari per il prete che avrebbe fatto sesso con minore

Domiciliari per il prete Don Antonello Tropea che avrebbe fatto sesso con minoreREGGIO CALABRIA – Don Antonello Tropea, il sacerdote arrestato nella Piana di Gioia Tauro con la pesantissima accusa di aver adescato minori a scopo sessuale, dal carcere va agli arresti domiciliari.

Il parroco di Messignadi (Ommido Mamertina), è stato mandato a casa su richiesta degli avvocati Andrea e Giuseppe Alvaro, che hanno fatto valere alcune attenuanti sulla misura cautelare che sono state accolte dal gip Antonio Scortecci.

L’uomo era stato arrestato qualche giorno fa per detenzione di materiale pedopornografico, adescamento di minorenni e sostituzione di persona.

La più pesante delle accuse sarebbe stata riferita da un minore che avrebbe detto sotto interrogatorio di aver ricevuto dal prete fino a venti euro in cambio di sesso. Dichiarazioni da prendere con le pinze. Tuttavia questa circostanza sarebbe stata accertata dagli inquirenti le cui indagini sono culminate con l’arresto di don Antonello Tropea

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