12 Ottobre 2024

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Terrorismo, due arresti in Belgio. “Preparavano attentato”

Militari in controlli anti terrorismo a Bruxelles, in Belgio
Militari in controlli anti terrorismo a Bruxelles, in Belgio (Ansa/Ap-Photo/Michael Probst, File)

Due persone sono state arrestate nell’ambito di un’operazione antiterrorismo in Belgio. Lo riferisce l’emittente Rtbf. I due “preparavano attentati”. Secondo i media, tra gli obiettivi di un attacco “imminente”, il quartier generale della polizia nei pressi della Grand Place a Bruxelles.

Nel complesso, sono sei le persone fermate nell’ambito del blitz antiterrorismo: 4 sono state rilasciate dopo l’interrogatorio. I due arrestati “preparavano un attacco nel corso delle feste per la fine dell’anno”. Nelle perquisizioni è stato trovato “materiale di propaganda dell’Isis” e “uniformi di tipo militare”. Secondo fonti della procura citate dai media belgi, è stata sventata una “seria minaccia”.

Inseguimento con sparatoria a Bruxelles – Un inseguimento, uno scontro a fuoco, due arresti, ma per fortuna nessun ferito, ieri sera, in una via molto trafficata di Bruxelles, nella zona commerciale di Ixelles, vicina al centro, in Belgio. Secondo la ricostruzione di Le Soir, una macchina con targa francese ha forzato un posto di blocco, aggredendo gli agenti. A quel punto l’auto avrebbe cercato di scappare nel tunnel di Avenue Louise, andando contromano.
La vettura in fuga, però, è rimasta poi bloccata dalla barriera tra le due corsie di marcia. Quindi, gli agenti avrebbero aperto il fuoco. Un portavoce della Polizia belga ha aggiunto che non ci sono stati feriti e che due persone sono state arrestate.

Giallo a Città di Castello, indagato il figlio per l’omicidio della madre

Nel riquadro la vittima Anna Maria Cenciarini
Nel riquadro la vittima Anna Maria Cenciarini

CITTA’ DI CASTELLO (PERUGIA) – E’ stato indagato per l’omicidio aggravato della madre, Federico Bigotti, il figlio ventunenne di  Anna Maria Cenciarini, trovata morta nella sua casa, a Città di Castello, dove i due erano soli. Il padre e l’altro figlio non erano in casa. La donna è stata trovata cadavere con una decina di coltellate.

Il reato gli è stato contestato in procura a Perugia. Davanti ai pm il giovane – difeso dagli avvocati Francesco Areni e Vincenzo Bochicchio – si è avvalso della facoltà di non rispondere e all’uscita dagli uffici giudiziari ha quasi accennato un sorriso senza tuttavia rilasciare dichiarazioni ai giornalisti. Fin da ieri gli inquirenti hanno ascoltato i familiari della vittima, come persone informate dei fatti,. Il delitto resta comunque avvolto nel mistero. Quale sia il movente dell’omicidio è tutto da scoprire.

Anna Maria Cenciarini, è stata trovata uccisa con una decina di coltellate all’addome e alla gola nella sua abitazione in località Varesina, sulle colline di Città di Castello (Perugia). A far scattare l’allarme è stato nella mattinata di lunedì, proprio il figlio di 21 anni che martedì è stato indagato per l’assassinio della madre. Sul posto sono arrivati i carabinieri dopo che il ragazzo ha chiamato il 112 dicendo: “Venite subito, ho trovato mia madre in un lago di sangue”.

Il giovane, poco dopo il fatto, è stato portato in caserma dove, secondo quanto trapelato, sarebbe stato interrogato come persona informata sui fatti per la morte della madre. Secondo alcuni media locali, il figlio sarebbe stato ascoltato dagli inquirenti. Quando la donna è morta il marito ed uno dei due figli non si trovavano in casa. Gli inquirenti non escludono nessuna pista. Appare debole l’ipotesi del suicidio, sebbene per gli investigatori non c’è al momento una ipotesi “privilegiata”.

“Attendiamo gli esiti degli accertamenti in corso e di sentire diverse persone”, si è limitato a dire il comandante provinciale dell’Arma, colonnello Cosimo Fiore, ai giornalisti. In casa con la donna trovata morta in un casolare in località Varesina c’era solo il figlio. La vittima, una casalinga, Anna Maria Cenciarini, è stata trovata in cucina, con addosso il pigiama. Secondo gli elementi raccolti finora dagli investigatori è stata raggiunta da diverse pugnalate tra addome e collo, almeno una decina. E’ molto probabile che l’omicidio sia maturato in famiglia, per contrasti finora sconosciuti.

Il giovane – in base a quanto ha riferito dal figlio ai militari – era in camera sua quando avrebbe sentito urlare la madre. Quindi, dopo averla trovata, ha avvertito il padre. In base agli accertamenti condotti finora le ferite sono state inferte con un coltello da cucina trovato accanto alla vittima. Nessun segno di effrazione sul casolare dove stamani è stata trovata morta una donna nei dintorni di Città di Castello è stato trovato dai carabinieri che indagano su quanto successo. Sul posto si sono portati anche il magistrato di turno ed il procuratore aggiunto Antonella Duchini. Poco dopo i due magistrati hanno lasciato l’abitazione per recarsi a sentire i familiari della vittima.

“Sono cose che pensi possano succedere solo agli altri… quando le vedi in tv”: il fratello della donna trovata morta in casa a Città di Castello ha lo sguardo che sembra assente mentre parla con i giornalisti. Con un piccolo gruppo di altri parenti è davanti all’abitazione di famiglia. Su quanto successo l’uomo preferisce non fare ipotesi. Parla di una “famiglia normale” che aveva trascorso insieme il Natale. “E mia sorella – aggiunge – aveva già programmato cosa fare per la fine dell’anno”. Un omicidio al momento inspiegabile.

Milano, Roma e Firenze chiuse per smog in clima surreale

Milano, Roma e Firenze chiuse per smog
Primo giorno di blocco del traffico in zona Porta Venezia. Milano (Ansa/Mascolo)

Oggi a Milano è scattato il blocco del traffico. E dalle 10 la città è avvolta da un silenzio surreale. Il blocco del traffico, che durerà fino alle 16, è stato deciso dal Comune a causa del superamento ripetuto delle polveri sottili (Pm10). La città era avvolta dallo smog.

Complice il fatto che per le vacanze natalizie molti milanesi sono fuori città, nelle ore precedenti si è registrato uno scarso traffico di autovetture. Sono 200 le pattuglie della Polizia locale, per circa 400 uomini, impegnate a far rispettare il divieto. Sono state 300, a fronte di 1500 controlli eseguiti, le violazioni riscontrate dagli agenti della polizia locale durante il blocco.

Blocco anche a Roma, dove dalle 7.30 è in vigore il divieto di circolazione nella cosiddetta “Fascia Verde” per i veicoli con targa dispari, fino alle 12.30 e dalle 16.30 alle 20.30. Potranno circolare i veicoli meno inquinanti: metano, gpl, ibride, euro 6, ciclomotori due ruote quattro tempi euro 2 e motocicli quattro tempi euro 3.

Martedì 29 dicembre il divieto riguarderà le targhe pari. Nel pacchetto anti smog del Campidoglio per oggi e domani la possibilità di usare fino a mezzanotte sulle linee di trasporto pubblico di superficie e per la metropolitana il biglietto da 1,50 euro con una sola obliterazione. Rafforzati i controlli dei vigili urbani per multare i conducenti dei veicoli che non rispetteranno le targhe alterne.

Firenze, da oggi al 31 blocco traffico in Ztl – “Blocco preventivo” del traffico in ztl e limitazione di utilizzo del riscaldamento fino al 31 dicembre: è il provvedimento che firmerà oggi il sindaco di Firenze Dario Nardella per contenere i quantitativi di smog pm10 in città.

Ad annunciare l’imminente firma dell’ordinanza, è stato lo stesso sindaco, a margine della presentazione del Capodanno nelle piazze del centro storico. “Dai rilievi dell’Arpat emerge che siamo ancora al di sotto della soglia dei 15 sforamenti del limite delle Pm10 – ha detto Nardella – siamo a 13.

L’Arpat è rimasta chiusa per 3 giorni, solo oggi abbiamo potuto avere nuovi rilievi. Considerate che Milano è a 97. Nonostante questo, ritengo che a titolo di prevenzione sia utile assumere dei provvedimenti soprattutto a tutela delle persone fragili, come bambini e anziani, più esposti all’inquinamento. Per questo oggi firmerò un’ordinanza che prevede una serie di limitazioni all’ingresso in ztl di veicoli a diesel e benzina, oltre che limitazioni su riscaldamento con rispetto della soglia di 17 gradi nei luoghi di lavoro, fabbriche e attività artigianali e 18 gradi negli altri luoghi, comprese le abitazioni civili”.

Il sindaco ha aggiunto che “gli altri Comuni della cintura metropolitana verranno informati del provvedimento, affinché misure analoghe alla nostra siano adottate nei loro territori”. La battaglia contro lo smog prosegue, nonostante le polemiche dei giorni passati.

Napoli, 17enne rapita e violentata per 4 giorni. In cella albanese

Napoli, 17enne rapita e violentata per 4 giorni. In cella albaneseVILLARICCA (NAPOLI) – Rapita, sequestrata e violentata per quattro giorni per costringerla a prostituirsi. É accaduto a Villaricca, in provincia di Napoli dove una ragazza albanese di 17 anni è stata tratta in salvo dai carabinieri. L’incubo per la minorenne inizia il 21 dicembre.

La 17enne, che era in Italia da poche settimane, ospite di parenti, va a fare una passeggiata e viene rapita. Nei giorni successivi, la sua famiglia pensa ad una bravata, poi con il passare dei giorni aumenta la preoccupazione e così il 24 dicembre viene denunciata la sua scomparsa ai carabinieri. Poche ore dopo la famiglia viene contattata da alcuni amici: dicono che la ragazza sta bene e che vuole il passaporto.

Una richiesta che non convince i militari i quali organizzano comunque l’incontro. É proprio allora che scoprono quanto c’è dietro la scomparsa della 17enne: la donna che si presenta all’appuntamento crolla e ammette di essere stata costretta a fare da intermediaria.

I militari riescono, così, a raggiungere il casolare di Castel Vulturno dove la ragazzina era stata segregata, senza cibo e vittima di continue violenze: chi l’aveva rapita, voleva trasformarla in una prostituta. La 17enne viene liberata e condotta in caserma: per lei pranzo di Natale con i militari. Il suo aguzzino, un albanese 42enne, finisce invece in carcere: per lui l’accusa è di sequestro di persona, violenza sessuale aggravata e induzione alla prostituzione minorile

Google dice addio alle password

Google dice addio alle passwordGoogle verso l’addio alle password. Non grazie ad avanzati sensori per riconoscere retina o voce dell’utente ma sfruttando l’indirizzo di posta elettronica e le notifiche sul cellulare. Big G, scrive il blog TechCrunch, ha confermato che sta testando una nuova modalità di accesso per gli account Google: basterà inserire l’indirizzo email; dopo di che si riceverà un messaggino sul telefono con la domanda “Stai cercando di entrare?”. Con un click sul “sì” l’accesso sarà eseguito.

Per ora la funzione è disponibile come test per una ristretta cerchia di utenti – iOS e Android – ed è simile all’idea recentemente lanciata da Yahoo! di un “Account Key”, che pure sfrutta le notifiche via smartphone per approvare il login ai servizi online.

Prima che altre avanzate tecnologie di riconoscimento personale si diffondano nei consumi di massa, un simile sistema potrebbe farci dimenticare del tutto le password tradizionali che sono state oggetto di attenzione da parte di hacker di tutto il mondo.

Il meccanismo testato da Google potrebbe anche aiutare gli utenti a difendersi dal phishing, pratica sfruttata dai cybercriminali per rubare informazioni dagli account online. A tal fine ad aprile il colosso di Mountain View ha lanciato il Password Alert, un’estensione del browser Chrome – una funzione da installare gratuitamente – che avvisa gli utenti ogni volta che viene inserita la password Google in un sito che non è quello legittimo di Google, smascherando l’accesso dalle pagine che fanno finta di esserlo.

Mirto Crosia (Cosenza), 80enne rapinata in casa

rapina in casa di anziana a Mirto CrosiaMIRTO CROSIA (COSENZA) – Una donna di 80 anni, nubile, è stata rapinata Mirto Crosia (Cosenza) da due persone col viso coperto che si sono introdotte nella sua abitazione. I due banditi, dopo aver immobilizzato la donna, l’hanno legata con nastro adesivo per poi mettere a soqquadro la casa alla ricerca di denaro.

Il bottino della rapina ammonterebbe a 250 euro. Dopo avere prelevato il denaro, i due rapinatori hanno liberato l’anziana e si sono allontanati. É stata la stessa donna ad avvertire i carabinieri, i quali hanno avviato indagini per risalire agli autori.

Buonvicino (Cosenza), bimba uccisa dal "monossido di carbonio"

Buonvicino (Cosenza), bimba Gaia Piccato uccisa dal monossido di carbonioBUONVICINO (COSENZA) – Una bambina di sei anni, Gaia Piccato, è stata trovata morta in casa a Buonvicino, paese dell’Alto Tirreno, in provincia di Cosenza. L’ipotesi degli investigatori, al momento, è che a provocare la tragedia sarebbero state le esalazioni di una stufa.

La bambina era in casa assieme alla madre, Romina Maiolino, 36 anni, che è rimasta intossicata dalle esalazioni. La donna è stata portata in elisoccorso nell’ospedale “Annunziata” di Cosenza, dove é stata ricoverata con prognosi riservata.

Sul posto si sono recati i carabinieri della locale stazione, i sanitari del 118 e il pm di turno della procura di Paola, Maria Camodeca. Ad un primo esame medico legale, pare sia stato il monossido di carbonio il “killer” della piccola Gaia. Sul corpo infatti, non sembra siano stati riscontrati segni di violenza.

A fare la tragica scoperta è stato un parente che ha subito chiamato soccorsi. La madre, da quanto trapelato, pare sia stata trovata senza sensi a causa delle possibili esalazioni. L’intervento dei parenti le avrebbero salvato la vita aprendo subito le finestre e facendo circolare aria nella camera satura di monossido. Per la piccola, purtroppo non c’era niente da fare.

Indagano i carabinieri della compagnia di Scalea per accertare la causa del dramma. La pista al momento più accreditata è quella della tragedia accidentale ma non si escludono altre ipotesi. La madre della bambina, appena si ristabilirà, potrà chiarire meglio dinamiche e circostanze.

Crosia (Cosenza), pastore inghiottito da un pozzo di 12 metri. Salvato

Mirto Crosia Rossano Cosenza, pastore inghiottito da un pozzo di 12 metri. SalvatoMIRTO – CROSIA (COSENZA) – Brutta avventura a Crosia, nel Cosentino, per un pastore di 51 anni. Mentre stava pascolando il suo gregge, R.P., è stato inghiottito da un pozzo d’irrigazione profondo oltre 12 metri e largo circa un metro. L’uomo, è il caso di dire, ha visto la morte in faccia tra le pareti anguste e buie del “tubo” che, da quanto appreso, non era né segnalato né protetto.

L’uomo è precipitato nel pozzo – fortunatamente privo d’acqua – attorno alle 17 di ieri pomeriggio restando isolato, ferito e in preda allo sconforto per oltre 8 ore. Il salvataggio è avvenuto attorno all’1.30 di notte per mano dei Vigili del fuoco e con l’ausilio dei Carabinieri.

Per tutte queste ore, sotto choc, R.P. è comunque riuscito a gridare aiuto per attirare l’attenzione. Intanto, i familiari, non vedendolo rientrare, avevano lanciato l’allarme a tarda sera. Allertati vigili e carabinieri, militari e tute rosse si sono recati immediatamente sul posto dove hanno iniziato a setacciare l’area alla ricerca del malcapitato. Per fortuna le flebili grida dell’uomo, sono state udite dai soccorritori che si sono subito resi conto della gravità del caso.

Col mezzo dei “Pompieri”, dotato del sacco “Saf” (Soccorso alpino e fluviale), un vigile si è calato con l’attrezzatura all’interno del pozzo. Giunto in fondo, il soccorritore ha imbracato l’uomo e pian piano i due sono risaliti in superficie. Un intervento di salvataggio che è durato circa un’ora.

Sottratto alla morte, il pastore è stato soccorso dai sanitari del 118 per poi essere trasportato all’ospedale “Annunziata” di Cosenza dove è stato ricoverato in prognosi riservata. R.P., nella caduta ha riportato contusioni e fratture, ma non sarebbe in pericolo di vita.

Reggio Calabria, arrestato un topo d'appartamento

carabinieriREGGIO CALABRIA – Avrebbero approfittato del giorno di Santo Stefano per introdursi in un appartamento allo scopo di compiere un furto, ma sono stati colti con le mani nel sacco dai carabinieri.

E’ successo intorno alle 15 del 26 dicembre in una casa al piano terra di via Reggio Campi, a Reggio Calabria dove due persone sono riuscite a entrare in un’abitazione. Arrivata una segnalazione al 112 in cui si raccontava di due sospetti all’interno della casa, una “gazzella” si è subito recata sul posto per verificare.

All’arrivo di militari, i ladri sono stati colti in flagranza di reato. Uno è riuscito a fuggire, mentre l’altro è finito in manette.

Si tratta di Demetrio Matteo Serra, 45enne reggino, con diversi pregiudizi per reati contro il patrimonio, in possesso di materiale vario del valore complessivo di 500 euro circa, asportato poco prima dalla citata abitazione, riconosciuto dal proprietario e a quest’ultimo immediatamente restituita.

A seguito del sopralluogo eseguito dai Carabinieri, i locali interessati risultavano completamente a soqquadro. Sulla scorta di quanto accertato dai carabinieri, Demetrio Matteo Serra è stato condotto presso la caserma di Viale Calabria e dichiarato in stato di arresto per il reato di furto aggravato in abitazione.

L’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina, in attesa del rito direttissimo. Intanto, è caccia al complice.

Torino, dramma in sala parto. Muoiono madre e figlia

Torino, dramma in sala parto. Muoiono mamma e bimba - In foto la vittima, Angela Nesta
La vittima, Angela Nesta

TORINO – Una donna al nono mese di gravidanza è morta in ospedale, insieme alla propria bimba, durante la fase di preparazione al parto. E’ successo al nosocomio Sant’Anna di Torino. Sull’accaduto hanno aperto un’indagine i carabinieri e la magistratura. I militari sono intervenuti anche per sedare una lite: il padre della donna si è scagliato contro il personale medico.

La donna, Angela Nesta, 39 anni, casalinga, secondo i primi accertamenti è deceduta nelle ultime fasi del travaglio per un arresto cardiocircolatorio. La bimba è venuta alla luce già morta. I carabinieri della stazione Lingotto hanno identificato i componenti dell’equipe medica che si è occupata di Angela, sequestrando inoltre la documentazione sanitaria. Domani la procura di Torino farà eseguire le autopsie. I militari hanno dovuto sedare un litigio nei corridoi dell’ospedale: il padre di Angela ha affrontato il personale medico per avere spiegazioni.

“Voglio soltanto sapere che cosa è successo a mia figlia”. E’ quanto racconta Pietro, padre di Angela Nesta, la donna morta all’ospedale Sant’Anna di Torino durante il parto insieme alla propria figlia. “Aveva un dolore all’addome. Pensavo fosse normale per il parto, che era previsto per oggi. Poi i medici ci hanno detto, prima a me e poi al suo compagno, di andare a casa. Da allora ho solo saputo che è morta con la bambina e nessuno mi ha dato uno straccio di spiegazione”.

“E’ stato qualcosa di improvviso. Non c’era nulla che potesse preannunciare un esito così tragico”. Così Chiara Benedetto, direttrice del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Sant’Anna di Torino, in merito al caso di Angela Nesta, la donna morta durante il parto insieme alla propria bimba. “Fino al momento del malore – spiega la direttrice – il decorso clinico era stato assolutamente normale e non c’era nulla che potesse preannunciare un esito così tragico. Aspettiamo anche noi l’autopsia per capire che cosa sia successo”. La direttrice precisa anche che “in sala parto era presente un anestesista che ha tentato in ogni modo di defibrillare e rianimare la paziente, sfortunatamente senza risultati positivi”.

Omicidio Carmine Avato, arrestati il cognato e un romeno

Da sinistra la vittima Carmine Avato, a destra Cristian Dulan
Da sinistra la vittima Carmine Avato, a destra Cristian Dulan

SAN COSMO ALBANESE (COSENZA) – Svolta nelle indagini sull’omicidio di Carmine Avato, il muratore di 52 anni, barbaramente ucciso tra il 14 e il 15 novembre 2015 mentre era davanti casa a San Cosmo Albanese, centro Arbereshe in provincia di Cosenza.

Domenica mattina, 27 dicembre, sono stati arrestati un cittadino romeno, Cristian Dulan, di 30 anni, ed il cognato della vittima, Salvatore Buffone, 31enne, ritenuti autore e mandante del delitto che sarebbe maturato per “contrasti familiari”. A casa di Dulan, è stata trovata una pistola compatibile con quella del delitto.

Le indagini sono state condotte dalla procura di Castrovillari guidata da Eugenio Facciolla con l’ausilio dei Carabinieri di Corigliano che proprio in mattinata hanno effettuato una perquisizione a casa di Dulan dove è stata rinvenuta una 7.65, pare la stessa arma utilizzata per l’omicidio dello scorso novembre, insieme a munizioni dello stesso calibro. L’uomo, riferiscono gli investigatori, avrebbe tentato di disfarsi dell’arma dalla finestra. La pistola è stata recuperata e sarà affidata agli esperti per gli esami balistici.

Il movente dell’omicidio di Carmine Avato sarebbe riconducibile a “forti contrasti di carattere familiare”. La sfera familiare è sempre stata la pista “privilegiata”, per esclusione delle altre. La vittima non aveva infatti legami con il crimine organizzato, ma “era una brava persona”, disse il sindaco di San Cosmo Albanese.

La svolta sull’omicidio Avato è “frutto del lavoro encomiabile svolto dall’ufficio di Procura di Castrovillari con i Carabinieri di Corigliano che ha portato a raccogliere elementi tali da arrivare a un punto nevralgico dell’inchiesta”, ha detto il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla, che sulle indagini ha mantenuto sin da subito il più stretto riserbo.

Carmine Avato era un muratore coniugato con tre figli. Il suo rapporto sentimentale era da tempo entrato in crisi. Dopo due giorni dall’omicidio, la vittima avrebbe dovuto deporre sulla sua prossima separazione con la moglie. Gli investigatori indagano ancora per accertare il coinvolgimento di altre persone. Non si escludono altri grossi sviluppi nell’inchiesta.

Palizzi, la ragazza lo lascia e lui la minaccia. Arrestato

Palizzi, (Reggio Calabria). La ragazza lo lascia e lui la minaccia. ArrestatoPALIZZI (REGGIO CALABRIA) – E’ stato lasciato dalla convivente la vigilia di Natale, e lui avrebbe cercato di incendiare l’auto della famiglia della giovane donna, ha minacciato di morte il padre, ha sfondato la porta del palazzo in cui vive ed ha cercato di fare lo stesso col portone d’ingresso dell’appartamento della ragazza.

Il protagonista di questa storia a Palizzi, nel Reggino, si chiama Cristian Amendola, 21 anni. Il ragazzo è stato arrestato dopo una breve fuga dai carabinieri di Palizzi Marina per tentato incendio, tentata violazione di domicilio, danneggiamento e minaccia. Era nascosto in un garage.

Scomparsa Mario Bozzoli, pm: "Omicidio pianificato da tempo"

Mario Bozzoli
Mario Bozzoli, l’imprenditore scomparso che gli inquirenti ritengono sia stato ucciso in fonderia a Marcheno

BRESCIA – Da una parte le indagini per dare un nome all’assassino, dall’altra il futuro produttivo dell’azienda. Corre su due binari il giallo di Brescia legato alla scomparsa di Mario Bozzoli, l’imprenditore bresciano svanito nel nulla la sera dell’8 ottobre e per gli inquirenti finito nel forno della sua fonderia.

L’azienda è sempre sotto sequestro e i sindacati hanno lanciato l’allarme. “I dipendenti non sanno nulla del loro futuro, sono feste di totale incertezza”, ha detto Stefano Olivari di Fim-Cisl. Il rischio fallimento sarebbe un’ipotesi concreta. “Non si può nascondere che è così. Se non il fallimento, i dipendenti rischiano di trovare un’azienda in liquidazione”, ha spiegato il sindacalista che ha chiesto di incontrare il procuratore capo Tommaso Buonanno.

“Sappiamo della delicatezza delle indagini, ma c’è anche il futuro dei lavoratori da tutelare”. I dipendenti, una ventina, a dicembre hanno percepito la tredicesima, ma fornitori e istituti di credito nelle ultime settimane si sarebbero allontanati dalla fonderia del mistero, la cui produzione è ferma dal 13 ottobre.

“Molto dipenderà da quello che la proprietà è riuscita a fare in questo periodo, ma due mesi di fermo in un momento come quello attuale è un’enormità”, ha aggiunto Olivari. Il destino dei lavoratori della Bozzoli dipenderà dallo sviluppo delle indagini.

Gli inquirenti attendono risposte dal Ris di Parma e da un laboratorio milanese che stanno analizzando “l’enorme mole di materiale” repertato dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo all’interno della fonderia. Si cercano frammenti di ossa che possano stabilire con certezza che Mario Bozzoli sia finito nel forno, l’ipotesi più accreditata dagli inquirenti: “Chi ha ucciso Bozzoli ha pianificato tutto, forse da molto tempo prima”.

Contro i quattro indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere, i nipoti dell’imprenditore Giacomo e Alex Bozzoli e i due operai Oscar Maggi e il senegalese Abu, ci sarebbe “un quadro indiziario molto pesante”. Stando agli atti dell’ inchiesta, da tre anni i nipoti dell’imprenditore scomparso avrebbero manifestato malumore nei confronti dello zio e la frase “prima o poi ammazzo lo zio” pronunciata da Giacomo Bozzoli è confermata dagli inquirenti.

Sempre a conferma della profonda crepa tra i due nuclei familiari, secondo gli investigatori, ci sarebbe anche il fatto che dal giorno della scomparsa di Bozzoli ad oggi, i due nipoti dell’imprenditore non avrebbero mai effettuato una telefonata alla moglie dello zio e ai figli. “Ma non ci sono prove e gravi indizi di colpevolezza”, ripetono gli inquirenti. Solo una convinzione: chi la sera dell’8 ottobre era in fabbrica ha partecipato all’uccisione di Mario Bozzoli, “mai uscito dalla sua azienda”. (Andrea Cittadini per l’Ansa).

Renzi: "L'economia torna su, le tasse vanno giù"

Matteo Renzi (Cimaglia/LaPresse)
Matteo Renzi (Cimaglia/LaPresse)

“Non solo abbiamo confermato” il taglio dell’Irap e la copertura degli 80 euro, “ma abbiamo anche eliminato le tasse sulla prima casa, le tasse agricole e gli 80 euro sono anche per tutte le forze dell’ordine. L’economia torna su, le tasse vanno giù”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua enews.

Il 2015 “ha visto l’approvazione di leggi attese da molto tempo. E spesso passate sotto silenzio. Dall’articolo 18 alla legge elettorale, dalla tassa sulla prima casa all’Expo, dalla flessibilità al bicameralismo paritario, ci sono alcuni argomenti di cui i politici prima di noi hanno parlato per anni senza realizzare granché”.

Poi Renzi segnala i prossimi impegni del governo: “Siamo ancora in pista per i diritti civili (ius soli, civil partnership, servizio civile e terzo settore), per i decreti legislativi di attuazione alla riforme della Pubblica Amministrazione e della Scuole, per le misure di sostegno al credito”.

Smog a Milano, Pm10 oltre i limiti. Da domani stop alle auto

Smog a Milano Pm10 oltre i limiti. Da lunedì stop alle autoMILANO – Oggi in tutta la Lombardia la giornata è soleggiata con aria mite anche in quota. Una situazione che, secondo Arpa (l’Agenzia regionale per l’Ambiente della Lombardia), non dovrebbe variare fino alla notte tra lunedì e martedì con l’arrivo di una debole perturbazione. Da lunedì scatta il provvedimento di blocco del traffico a Milano e in altre città lombarde dalle 10 alle 16.

Il Pm10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle, ndr) ha superato il valore limite di 50 microgrammi al metro cubo anche sabato, 26 dicembre, a Milano e in molte altre zone della Lombardia.

Secondo i dati dall’Azienda Regionale per la protezione dell’ambiente, le centraline hanno registrato i 60 microgrammi nella centrale via Senato, i 58 nella zona di via Pascal e i 57 in quella del Verziere. Nella provincia di Milano il dato più alto di Pm10 è ad Arese con 73 microgrammi al metro cubo.

Nel resto della Regione il picco è a Meda (Monza e Brianza), con 74, mentre anche nella zona parco di Monza si arriva ai 60. Valore oltre il limite anche a Como (65) e in zone collinari come Merate (Lecco) con 66 microgrammi.

Minacce allo Sporting Locri. Informativa dei Carabinieri al vaglio della procura

Locri, squadra di calcio femminile chiude per minacceLOCRI (REGGIO CALABRIA) 28 dicembre 2015 – I carabinieri del Gruppo di Locri hanno redatto un’informativa di reato, che è stata trasmessa alla Procura della Repubblica, sulle minacce rivolte alla squadra di calcio a 5 femminile Sporting Locri che hanno portato alla decisione della dirigenza di chiudere la società.

L’informativa è adesso al vaglio del pm di turno della Procura, che valuterà se aprire formalmente un’inchiesta per accertare il movente delle minacce ed identificarne il responsabile.

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LOCRI (REGGIO CALABRIA) 27 dicembre 2015 – E’ una catena di solidarietà nazionale quella espressa nei confronti della squadra di calcio femminile a 5 “Sporting Locri”, società che milita in serie A e che a Natale ha subìto pesanti intimidazioni e minacce tanto da costringere il presidente Ferdinando Armeni a chiudere la società “per minacce”.

TAVECCHIO: “PORTEREMO LA NAZIONALE AZZURRA A LOCRI” – “Vergogna, porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque per testimoniare la nostra solidarietà”, ha affermato Carlo Tavecchio che all’Ansa ha manifestato il suo “sdegno” per le minacce che hanno costretto la società femminile della cittadina calabrese a dare l’addio all’attività agonistica.

“Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport – prosegue il presidente della Federcalcio -. Esprimo massima solidarietà allo “Sporting Locri”, ai suoi dirigenti e alle sue tesserate”. “La Figc è al loro fianco. Andremo in Calabria con la Nazionale femminile di Calcio a 5 per testimoniare tutto il nostro sostegno affinché nel meridione d’Italia non si spenga una bella realtà di sport in rosa”.

MALAGO “SPORT ITALIANO AL FIANCO DELLA SQUADRA” – “Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo”. Così il presidente Coni Malagò esprime la sua solidarietà alla squadra femminile di calcio a 5 costretta a lasciare l’attività causa minacce. “Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti”, dice.

SOCIETA’ SOTTO SCORTA – Il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino ha disposto “adeguate misure di protezione” nei confronti della dirigenza della squadra di calcio a 5 femminile Sporting Locri. Gli stessi dirigenti saranno sentiti nei prossimi giorni in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal Prefetto.

Intanto sono serrate le indagini delle forze dell’Ordine per risalire all’autore o agli autori delle gravi minacce ad Armeni e alla sua squadra.

ARMENI: “RINGRAZIO TUTTI MA NON TORNO INDIETRO. CEDO SOCIETA’ GRATIS” – “Ringrazio tutti per la vicinanza ed il sostegno, ma la serenità non c’era prima e non c’è ora per cui non torno indietro. Se qualcuno è disposto a rilevare la società la cedo gratis”. Così il presidente della squadra di calcio a 5 donne Sporting Locri, Ferdinando Armeni, conferma, sempre via Ansa, il ritiro della squadra per le minacce subite.

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LOCRI (REGGIO CALABRIA) 26 dicembre 2015 – La società di calcio femminile a 5 “Sporting Locri”, impegnata nel campionato nazionale di serie A di categoria, chiude i battenti. Per minacce. Ad annunciarlo è il presidente della Asd, Ferdinando Armeni, destinatario di messaggi espliciti a lasciare perdere rivolti anche alla sua famiglia e ad altri dirigenti. Il presidente Armeni ha denunciato il fatto ai carabinieri e alla Digos che indagano per individuare gli autori delle gravi intimidazioni.

– La società di calcio femminile a 5 “Sporting Locri”, impegnata nel campionato nazionale di serie A di categoria, chiude i battenti. Per minacce.

Ad annunciarlo è il presidente della Asd, Ferdinando Armeni, destinatario di messaggi espliciti a lasciare perdere rivolti anche alla sua famiglia e ad altri dirigenti. Il presidente Armeni ha denunciato il fatto ai Carabinieri e alla Digos che indagano per individuare gli autori delle gravi intimidazioni.

Cassano allo Ionio, furto di monete al municipio

Cassano allo Ionio, furto di monete al municipioCASSANO ALLO IONIO (COSENZA) – Un furto è stato compiuto la notte scorsa nel palazzo del Comune di Cassano allo Ionio. Ignoti, dopo avere infranto il vetro di un finestrone, si sono introdotti nel palazzo municipale ed hanno forzato e danneggiato un distributore automatico di bevande e caffè situato al terzo piano per impossessarsi delle monete. Dai primi accertamenti della polizia municipale, i ladri non avrebbero “visitato” altre stanze, tutte chiuse a chiave. Indagano i carabinieri.

Cosenza, sequestrati 40 chili di botti illegali

botti illegali sequestratiCOSENZA – Quaranta chili di botti illegali sono stati sequestrati dai carabinieri della Compagnia di Cosenza nel corso di controlli in città condotti con l’ausilio degli artificieri del Comando provinciale. Nel corso delle verifiche effettuate, i militari, oltre al sequestro, hanno provveduto a denunciare due persone ed elevato sanzioni amministrative per vendita senza licenze ad altre tre per un totale di 15 mila euro.

Urbi et Orbi, Papa Francesco: "Basta con atrocità dell'Isis"

Urbi et Orbi, Papa Francesco: "Basta con atrocità dell'Isis"
Papa Francesco Urbi et Orbi Natale 25 dicembre 2015 (Ansa/Di Meo)

Una messa di Natale segnata dai conflitti in Medio Oriente e in Siria e i tanti altri sparsi nel mondo, dalle stragi terroristiche e le “atrocità” dell’Isis, dalle sofferenze dei migranti, dei bambini soldato, delle vittime della tratta, alle difficoltà di chi non ha lavoro. Non è mancata nessuna delle emergenze che segnano il mondo di oggi nel messaggio natalizio di papa Francesco, che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale di San Pietro. Emergenze che Bergoglio, in questo Natale dell’Anno giubilare, ha elencato nel segno della misericordia divina, come indice di speranza e di salvezza. “Solo la Misericordia di Dio può liberare l’umanità da tante forme di male, a volte mostruose, che l’egoismo genera in essa. La grazia di Dio – ha detto – può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili”. Per il Pontefice “dove nasce Dio, nasce la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c’è più posto per l’odio e per la guerra”. Eppure, ha ammesso, “proprio là dove è venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire”. “Possano Israeliani e Palestinesi – è stato il suo appello – riprendere un dialogo diretto e giungere a un’intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull’intera Regione”.

Francesco ha invocato anche che l’intesa raggiunta all’Onu “riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata”. Altrettanto urgente “che l’accordo sulla Libia trovi il sostegno di tutti, affinché si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese”. Poi, pur senza citarlo espressamente, il riferimento all’Isis: “l’attenzione della Comunità internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocità che”, sia in Siria e Libia “come pure in Iraq, Yemen e nell’Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli”.

Il pensiero del Papa è andato “pure a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d’Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi”. Ricordati anche i cristiani “perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede”: “sono i nostri martiri di oggi”. “Pace e concordia” sono state chieste dal Papa per la Repubblica Democratica del Congo, il Burundi, il Sud Sudan, la Colombia, così come per l’Ucraina, dove il Natale “offra sollievo – ha auspicato – a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volontà di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell’intero Paese”. I richiami del Pontefice si sono poi soffermati sulla situazione di “schiere di uomini e donne” che oggi “sono private della loro dignità umana e, come il Bambino Gesù, soffrono il freddo, la povertà e il rifiuto degli uomini”.

Ha espresso “vicinanza ai più indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico”. E ha augurato “conforto” “a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita”: il Papa ha benedetto “quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono”.

Infine, ha invocato che si ridia “speranza a quanti non hanno lavoro”, con “l’impegno di quanti hanno responsabilità pubbliche in campo politico ed economico” che “si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignità di ogni vita umana”. Un ultimo pensiero, sotto l’egida del Giubileo della misericordia, per i carcerati, perché “il Signore doni loro di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male”. Misericordia che tutti – ha augurato alla fine – in questo Natale dell’Anno Santo possano “accogliere nella propria vita”. In piazza ad ascoltare il Papa c’erano circa 40 mila persone: molte altre sono rimaste fuori perché gli ingressi a un certo punto sono stati bloccati per le imponenti misure di sicurezza.

Calabria, Natale 2015 secondo tradizione

Natale 2015 in Calabria secondo tradizioneCATANZARO  – Natale 2015 all’insegna della tradizione in Calabria. In maggioranza, i calabresi hanno optato per un 25 dicembre in famiglia tra menu di pesce per la vigilia e tanta carne per la giornata del 25 con il corollario dei tanti dolci del periodo.

Cieli nuvolosi, sole a sprazzi e temperature miti, dal sapore tipicamente primaverile, hanno caratterizzato la festa più attesa dell’anno. Traffico nella norma sia sull’autostrada Salerno Reggio Calabria che sulla viabilità ordinaria. Al momento non registrano feriti di rilievo da botti e petardi.

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