12 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1150

Sanremo, accoltella giovane per rapinarlo del cellulare. Preso

Sanremo, accoltella giovane per rapinarlo del cellulare. Preso
Il coltelli in possesso dell’ucraino arrestato dai Carabinieri a Sanremo

I Carabinieri della Compagnia di Sanremo poco dopo la mezzanotte del primo giorno dell’anno hanno arrestato un 56enne ucraino accusato di una tentata rapina aggravata, lesioni personali gravi e porto di armi od oggetti atti ad offendere.

Il tutto è iniziato poco prima della mezzanotte dell’ultimo giorno dell’anno. Un 18enne si trovava in piazza a Sanremo, precisamente a Pian di Nave, per festeggiare il capodanno con alcuni coetanei. All’improvviso si è avvicinato al giovane un uomo che, brandendogli contro un grosso coltello, gli ha intimato di consegnargli il cellulare che aveva in mano.

Al diniego del ragazzo il rapinatore gli si è scagliato addosso cercando di colpirlo con l’arma da taglio. Nella colluttazione il ragazzo è rimasto ferito in più parti del braccio e ha dovuto far ricorso alle cure mediche presso il prono soccorso dell’ospedale di Sanremo.

Immediatamente sono stati chiamati i Carabinieri di Sanremo che, grazie al prezioso ausilio di un collega in servizio presso l’Aliquota radiomobile della Compagnia di Imperia, in quel momento anch’egli in piazza per festeggiare il capodanno con la propria famiglia, sono riusciti ad individuare e bloccare il 56enne aggressore.

Sottoposto a perquisizione personale, l’uomo è stato trovato in possesso di due grossi coltelli di oltre venti centimetri, di cui uno utilizzato per ferire il ragazzo. I Carabinieri hanno fatto scattare le manette ai polsi dell’ucraino e lo hanno condotto in caserma dove, poco dopo la mezzanotte, è stato dichiarato in stato di arresto. L’uomo è stato associato presso la Casa Circondariale di Imperia a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Nasce a Reggio Calabria la prima bimba del 2016 in regione

Nasce a Reggio Calabria la prima bimba del 2016Si chiama Gemma, la prima nata in Calabria nel 2016. La piccola, che pesa oltre 3 chili, ha visto la luce venti minuti dopo la mezzanotte negli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

La bimba è figlia di un matrimonio misto. Il padre è di origine africana mentre la mamma è italiana.

Alle 4.10 fiocco rosa anche a Catanzaro dove è nata Gaia che pesa poco meno di 4 chili. A Cosenza, alle 8.20, è stato il turno di Annamaria, 3 chili, e solo 12 minuti dopo di Mihaela, 2,9 chili, figlia di una coppia di cittadini romeni che vivono nel crotonese.

Botti di fine anno, cinque feriti lievi in Calabria

Botti di fine anno, cinque feriti lievi in CalabriaE’ di cinque feriti lievi, tutti adulti, il bilancio dei botti di fine anno in Calabria. Nel reggino sono due le persone che hanno fatto ricorso alle cure dei sanitari per lesioni giudicate guaribili in dieci giorni.

Uno a Crotone per una ferita all’arcata sopraciliare. Solo lievi escoriazioni per un adulto di Serra San Bruno, nel vibonese, mentre a Rende (Cosenza) un cinquantenne, ha riportato ferite non gravi al volto. Nessuna segnalazione dalla provincia di Catanzaro. (Ansa)

Prato, Lavinia è la prima bimba del 2016. E' nata alle 00.00

Prato, Lavinia è la prima bimba del 2016. E' nata alle 00.00Spetta a una bimba di Prato il record di prima nata nel 2016. La madre l’ha partorita giusto alle ore 00.00 spaccate. L’orario giusto per essere registrata come nata il 1 gennaio 2016 e inaugurare così il Capodanno. La piccola, riferisce la Asl di Prato, si chiama Lavinia e pesa 3,040 chili. Il parto, viene precisato, è stato “fisiologico”, ossia naturale. Neonata e madre stanno bene.

Beppe Grillo (M5S): "Mattarella è la controfigura di Renzi"

Beppe Grillo (M5S): "Mattarella è la controfigura di Renzi"
Un frame del video di Beppe Grillo nel suo consueto contro discorso di fine anno

Il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, come ormai da anni, ha fatto il suo contro discorso contestualmente a quello del capo dello Stato. Attacchi “al potere” dominante, alla politica e al mondo “conformista”. Nel video l’ex comico ha presentato l’ologramma di sé stesso ironizzando come nel suo stile ma lanciando strali al presidente della Repubblica e soprattutto al premier Matteo Renzi, il primo ritenuto “l’ologramma” del secondo.

“L’Italia è un ologramma. Chi vi parla è l’ologramma di Beppe Grillo. mi potete passare attraverso, come se fossi un fantasma”, ha esordito nel contro-messaggio di fine anno, il leader del M5S. L’evento è stato trasmesso in rete dal suo blog dove ha lanciato l’hashtag su twitter e altri Social: “#ioGuardoPeppe”.

“Sono l’ologramma di Beppe Grillo ed è un ologramma il Paese, il governo, il Parlamento” anche il “presidente della Repubblica, un ologramma dell’ologramma”, ha proseguito Beppe Grillo sottolineando che “non esistono in questo Paese, il parlamento, il governo. Abbiamo un presidente della Repubblica che è l’ologramma di un ologramma (Matteo Renzi, ndr). Ma vi siete resi conto di che Paese abbiamo? Ci sono deputati e senatori che non esistono. Abbiamo leggi popolari, referendum: sono tutti ologrammi”.

“Non so – continua Beppe Grillo – come sarà il nostro anno che ci attende ma vi faccio gli auguri e speriamo bene!”. un discorso che prende spunto dal suo prossimo spettacolo dove Beppe Grillo impersona l’ologramma di sé stesso e si sdoppia in comico e politico. Gli strali sono indirizzati al potere e alle commistioni tra politica e malaffare.

Mattarella: "Ancora difficoltà. Manca il lavoro per i giovani"

Il nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella subito dopo la sua elezione il 31-1-2015
Il capo dello Stato Sergio Mattarella

“L’occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l’uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie. Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani”. Lo dice il presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine anno agli italiani.

“Sono giovani che si sono preparati, hanno studiato, posseggono talenti e capacità e vorrebbero contribuire alla crescita del nostro Paese. Ma non possono programmare il proprio futuro con la serenità necessaria”, sottolinea il presidente. “Accanto a loro penso a tante persone, quarantenni e cinquantenni, che il lavoro lo hanno perduto, che faticano a trovarne un altro e che vivono con la preoccupazione dell’avvenire della propria famiglia. Penso all’insufficiente occupazione femminile”, conclude Mattarella.

Diseguaglianza sociali pesano su giovani – “Le diseguaglianze rendono più fragile l’economia e le discriminazioni aumentano le sofferenze di chi è in difficoltà. Come altrove, anche nel nostro Paese i giovani che provengono da alcuni ambienti sociali o da alcune regioni hanno più opportunità: dobbiamo diventare un Paese meno ingessato e con maggiore mobilità sociale” ha continuato il presidente.

Mezzogiorno è questione nazionale – “Il lavoro manca soprattutto nel Mezzogiorno. Si tratta di una questione nazionale. Senza una crescita del Meridione, l’intero Paese resterà indietro ha sottolineato Mattarella.

Non parlo di politica ma di vita ogni giorno – “Questa sera non ripeterò le considerazioni che ho fatto, giorni fa, incontrando gli ambasciatori degli altri Paesi in Italia sulla politica internazionale, e neppure quelle svolte con i rappresentanti delle nostre istituzioni. Stasera vorrei dedicare questi minuti con voi alle principali difficoltà e alle principali speranze della vita di ogni giorno. Il lavoro anzitutto”.

Lo afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno agli italiani. Un saluto molto cordiale a quanti mi ascoltano e gli auguri migliori, altrettanto cordiali, a tutte le italiane e a tutti gli italiani, in patria e all’estero; e a coloro che si trovano in Italia e che amano il nostro Paese. A tutti un buon 2016″, esordisce Mattarella. “L’anno che sta per concludersi ha recato molte novità intorno a noi: alcune positive, altre di segno negativo”, conclude Mattarella.

Arriva la carta di identità elettronica con impronte digitali

Arriva la carta di identità elettronica con impronte digitali
Arriva la carta di identità elettronica con impronte digitali

Avrà le impronte digitali e anche la possibilità di indicare la scelta sulla donazione degli organi. Arriva la nuova Carta d’identità elettronica, progetto atteso da quasi venti anni. Il ministero dell’Interno ha pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto, di concerto con ministeri Pubblica amministrazione ed Economia, con le regole di emissione della norme previste dal Dl Enti Locali.

Dopo tanti stop and go sono state quindi messe a punto le procedure per l’implementazione definitiva di un’operazione che era stata ideata nel 1997, aveva registrato varie sperimentazioni e anche il rilascio di alcune carte d’identità elettroniche.

Ma il progetto non è decollato e così si è pensato a un documento digitale unico, con l’incorporazione della tessera sanitaria. Poi, però, anche questo si è fermato e il Governo Renzi ha deciso di ripartire con una nuova Carta, stanziando nel dl Enti locali della scorsa estate anche delle risorse ad hoc

Crotone, sequestrata una tonnellata di botti illegali

Crotone, sequestrata una tonnellata di botti pronti a esplodere al Capodanno 2015
Uomini della Guardia di Finanza davanti al furgone con botti illegali sequestrati a Crotone

Mega sequestro di botti illegali in Calabria. Si tratta di una tonnellata tra petardi, cipolle e altri botti pericolosissimi. Il materiale è stata sequestrato nel corso di due distinte operazioni compiute a Crotone dai militari della Guardia di finanza. Durante le due operazioni sono stati recuperati e sequestrati 22.250 pezzi.

I finanzieri hanno denunciato due persone per la detenzione illegale dei fuochi pirotecnici. Il Comando provinciale della Guardia di finanza ha incrementato i controlli finalizzati a contrastare la vendita dei botti illegali, un atto teso anche a prevenire possibili feriti e lesioni gravi a cose e persone.

A cavallo tra Natale e Capodanno sono stati effettuati altri ingenti sequestri di botti di dubbia provenienza e affidabilità. Le forze dell’Ordine nel suo insieme sconsiglia vivamente di utilizzare questi fuochi per festeggiare le festività, soprattutto far avvicinare i bambini a questi petardi. Il bilancio di morti e feriti gravi a seguito dell’uso di botti vietati è ogni anno, purtroppo, tragico, nonostante le raccomandazioni.

Marò, trattativa segreta tra India e Italia per risolvere caso

I marò Massimiliano Girone e Salvatore Latorre
I marò Massimiliano Girone e Salvatore Latorre

Per risolvere la questione dei marò, ci sarebbe una trattativa segreta tra India e Italia. I due paesi sarebbero al lavoro per definire una “roadmap” che permetta di mettere fine a quattro anni di tensioni diplomatiche legate alla vicenda dei due fucilieri della Marina militare italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati da New Delhi di aver ucciso (in acque internazionali) due pescatori indiani il 15 febbraio 2012.

A riferirlo in esclusiva, è il quotidiano britannico “The Telegraph” che cita come fonti autorevoli “tre alti responsabili” indiani. All’intesa si sarebbe giunti per questioni di interessi economici e militari che starebbero “frenando” l’India nel suo “sviluppo” e “progresso”.

Il tabloid scrive premettendo che l’eventuale accordo “comporterà che ognuna delle parti accetti richieste chiave dell’altra” e aggiunge che comunque “il negoziato non dovrà in alcun modo interferire con gli aspetti legali del caso esaminato dalla Corte suprema indiana e dalla Corte permanente di arbitrato dell’Aja (Cpa), e che non si proporrà di raggiungere accordi extragiudiziari”.

Se la trattativa avrà successo, l’India “non si opporrà ad una richiesta italiana davanti alla Corte suprema di permettere al marò Salvatore Girone di ritornare in Italia”. Girone è infatti ancora trattenuto in India dopo il ritorno per malattia di Latorre alcuni mesi fa.

Ma prima di questo, dice ancora “The Telegraph”, l’Italia dovrà impegnarsi a ritirare le sue “obiezioni” all’adesione dell’India a quattro importanti organismi di controllo delle modalità di esportazione: Nuclear Suppliers Group (Nsg), Missile Technology Control Regime (Mtcr), Wassenaar Arrangement e Australia Group. Tutte “esportazioni” che stanno al cuore dell’India e che l’Italia starebbe “frenando” proprio per via delle tensioni sorte attorno ai marò.

Una seconda condizione che New Delhi pone per il raggiungimento dell’intesa sui marò sarebbe, sempre secondo le fonti citate dal Telegraph, un allentamento delle pressioni esercitate da Roma sull’Unione europea (Ue) per non accelerare un accordo commerciale con l’India.

Infine l’Italia dovrebbe impegnarsi davanti alla Corte suprema a rimandare i due marò Latorre e Girone per un processo in India qualora la Cpa si esprimesse a favore di essa sul tema della giurisdizione.

Sanità, Mario Oliverio nomina i cinque nuovi manager

Il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio
Il governatore della Regione Calabria Mario Oliverio

La Giunta regionale, presieduta da Mario Oliverio, si è riunita giorno 30 dicembre ed ha nominato cinque nuovi direttori generali nella sanità. All’azienda sanitaria provinciale di Cosenza è stato nominato Mauro Raffaele; all’Asp di Vibo Valentia, Angela Caligiuri; all’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri che era già Commissario; all’Azienda ospedaliera di Cosenza, Achille Gentile (già Commissario); all’azienda ospedaliera di Reggio, Frank Benedetto (già Commissario).

“Con la nomina dei Direttori generali delle Asp e delle Aziende ospedaliere della nostra Regione, – è il commento di Mario Oliverio – la Giunta ha inteso valorizzare il merito ed i buoni risultati conseguiti dai manager sanitari dando stabilità al Servizio sanitario regionale”.

“Con questo atto – spiega il governatore – si chiude una fase di instabilità del Sistema sanitario regionale e ciò consentirà finalmente al Dipartimento di elaborare gli obiettivi che i direttori generali dovranno perseguire per uscire dal Piano di rientro in collaborazione con la Struttura Commissariale”.

“Sono convinto – ha concluso Mario Oliverio – che una sempre più stretta collaborazione tra le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere ed il Dipartimento regionale per la tutela della Salute, sarà un positivo strumento per il miglioramento dei servizi ai cittadini e per la razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale”.

Blitz antimafia a Bari. Arresti. Trovato un bazooka

Blitz antimafia a Bari. Arresti. Trovato un bazooka. Immagine archivioBARI – C’è anche un bazooka, trovato – nell’ottobre scorso – nascosto in campagna sottoterra, nella disponibilità di un gruppo di presunti affiliati al clan di stampo mafioso “Di Cosola” nei cui confronti i Carabinieri stanno eseguendo dalle prime luci dell’alba un provvedimento di custodia cautelare emesso dalla Direzione Distrettuale antimafia di Bari. L’operazione dei carabinieri, con l’ausilio dei Nuclei Elicotteri e cinofili, è stata eseguita a Bari e in provincia.

Le persone raggiunte dal provvedimento di custodia cautelare sono personaggi di spicco della criminalità organizzata barese e dovranno rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso aggravata dall’uso delle armi. Quella odierna è la conclusione di indagini, durate mesi, nel corso delle quali sono state verificate circostanze riferite da collaboratori di giustizia a seguito anche di un’altra operazione dei Carabinieri, chiamata ‘”Pilastro”, che permise l’arresto nell’aprile scorso di 64 presunti affiliati. Le indagini hanno consentito di recuperare numerose armi, anche da guerra e persino il bazooka (recuperato nelle campagne lo scorso 23 ottobre), tutto materiale a disposizione degli arrestati.

Incidente bus A1, si aggrava il bilancio. 44 feriti, di cui 10 in codice rosso. "3 gravissimi"

Anagni (Frosinone), si ribalta bus di calabresi. 18 feriti, 3 gravi A1 Milano Napoli
Il tratto dell’A1 della Milano Napoli, al chilometro 609, dove il bus si è ribaltato (Street view)

Passeranno un brutto Capodanno una quarantina di calabresi che viaggiavano su un bus di linea partito dalla Reggio Calabria e diretto nel Nord Italia. Il mezzo si è ribaltato attorno alle 4 della notte sulla A1 Milano-Napoli, nel tratto tra Ferentino e Anagni (Frosinone), al chilometro 609.

Il bilancio è di 44 feriti, di cui “10 ricoverati in codice rosso e tre in condizioni molto gravi.”, scrive Il Messaggero  sulla scorta di quanto riferito dal 118 di Frosinone, che si è occupato complessivamente di 44 feriti. L’autobus, a due piani, riferisce Autostrade per l’Italia, “è sbandato autonomamente” e si ribaltato su un lato ponendosi di traverso sulla carreggiata in direzione Roma. Secondo quanto ricostruito, il bus prima di ribaltarsi sarebbe finito su un terrapieno.

Sul posto la Polstrada, diverse ambulanze con personale medico e i mezzi dei vigili del fuoco che da quanto si apprende, hanno estrarre i passeggeri dalle vetrate del bus.

Dei 60 passeggeri trasportati, alcuni persone sarebbero rimaste ferite con contusioni di live entità, gli altri sono stati soccorsi  in codice giallo e rosso nei vari ospedali delle province di Frosinone e Roma. 3 i feriti seri: 2 donne e un uomo. Sarebbero in “gravissime” condizioni.

I passeggeri illesi, sono stati trasferiti su un altro autobus che avrebbe proseguito la sua corsa verso il Piemonte.  Il tratto di autostrada è stato riaperto alle 9 di stamani.

Il gruppo di calabresi avevano trascorso le vacanze di Natale nei loro paesi di origine in Calabria. Ieri sera la partenza verso Milano e Torino dove sarebbero dovuti rientrare nella tarda mattinata del 31, giusto in tempo per il cenone di Capodanno.

Caserta, sequestrate 6,5 ton. di botti. Anche la "Bomba di Parigi"

Caserta, sequestrate 6,5 tonnellate di botti, tra cui la "Bomba di Parigi"
Parte dei botti illegali sequestrati dalle Fiamme gialle di Caserta

CASERTA – Si avvicinano i festeggiamenti di fine anno ed il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta, ha predisposto un dispositivo di contrasto alla detenzione ed alla vendita illegale di materiale esplodente su tutto il territorio della Provincia, a tutela della sicurezza dei cittadini.

Le Fiamme Gialle delle Compagnie di Caserta e Capua hanno sequestrato circa 6,5 tonnellate di artifici pirotecnici e “botti” illegali artigianali, pronti per essere smerciati anche se privi di qualsiasi dispositivo di sicurezza, nonché oltre 300 kg di polvere da sparo prodotta artigianalmente, che sarebbe stata utilizzata per il confezionamento di ulteriori “botti” illegali. Il valore commerciale della merce sottoposta a sequestro è di circa 400.000 euro.

Tra gli oltre 80.600 prodotti esplodenti illegali rinvenuti, c’era anche la “Bomba di Parigi”, sequestrata dai militari della Compagnia di Caserta presso un negozio di articoli per la casa gestito da cittadini di nazionalità cinese. Il micidiale ordigno, dalla denominazione quantomeno infelice, conteneva circa 10 kg di polvere da sparo e una miccia programmata per far esplodere cento differenti colpi.

Una vera e propria “Santa Barbara” considerato che i numerosi manufatti esplosivi sono stati rinvenuti per lo più all’interno di polveriere abusive o private abitazioni e che, in considerazione della notevole quantità di materiale deflagrante presente, già collegato in serie ed, in alcuni casi, posizionato nei mortai di accensione, in caso di innesco accidentale, avrebbe provocato notevoli danni a persone ed edifici. Nel corso delle operazioni di polizia giudiziaria non è stata reperita alcuna documentazione comprovante il lecito acquisto di fuochi pirotecnici ed è stata invece accertata la produzione abusiva delle c.d. “bombe” (cipolle, cobra, sfere e trak, tristemente conosciute per i numerosi danni causati agli incauti utilizzatori).

La parte più consistente di materiale deflagrante è stata scoperta in una fabbrica a Villa Literno (Caserta), interamente sottoposta a sequestro, poiché al suo interno venivano confezionati artifici pirotecnici illegali utilizzando polvere da sparo fabbricata artigianalmente utilizzando una “molazza”, macchinario con macine in pietra impiegato soprattutto nell’edilizia. Le Fiamme Gialle, inoltre, hanno rinvenuto in Mignano Montelungo (CE), durante un normale controllo di polizia, una autovettura ripiena di 296 manufatti esplosivi fuochi d’artificio e “bombe” artigianali trasportate all’interno del portabagagli.

All’interno di una ulteriore polveriera abusiva, sono stati rinvenuti inoltre circa 550 kg di artifici pirotecnici denominati “Cobra” prodotti in maniera artigianale e senza adottare alcuna cautela per la pubblica incolumità. Le attività di servizio, eseguite mediante decine di perquisizioni domiciliari, hanno condotto complessivamente alla denuncia di 34 persone alla competente Autorità giudiziaria, per detenzione e commercio abusivo di prodotti esplodenti nonché per fabbricazione abusiva di materiale esplosivo.

Le attività condotte dai militari in forza al Comando Provinciale di Caserta, oltre ad essere l’ennesima conferma della capillarità del controllo economico del territorio svolto dalla Guardia di Finanza, sottolineano la costante attenzione posta dal Corpo al fenomeno della vendita clandestina dei “botti di Capodanno” che, nel periodo delle festività natalizie, sembra non conoscere crisi.

Capodanno, l'incubo attentati è globale

Capodanno, allerta terrorismo globale
Soldati impegnati nei controlli anti terrorismo a Bruxelles. Capodanno blindato in Belgio e Usa (Ansa/Epa)

Allerta terrorismo globale per Capodanno. Alla vigilia delle tradizionali feste di piazza per la fine dell’anno, torna l’incubo attentati in tutto il mondo, appena poche settimane dopo le stragi di Parigi e di San Bernardino. Tanto che a Bruxelles, il sindaco Yvan Mayeur ha deciso di cancellare i fuochi e le feste di piazza, per motivi di sicurezza.

Una decisione “giusta sulla base delle informazioni ricevute”, ha commentato il premier Charles Michel, confermando l’esistenza di un rischio concreto. Intanto, la Cnn ha rivelato, in vista del Capodanno l’esistenza di minacce di attacchi jihadisti nelle tre principali città americane, New York, Los Angeles e Washington. I vertici dell’Fbi hanno informato il Presidente Barack Obama, prima della sua partenza per le vacanze alle Hawaii. Come a Bruxelles, oggi ad Ankara, sono stati sventati in extremis attentati che avevano lo scopo di macchiare di sangue la notte di San Silvestro.

In ambedue i casi sono stati arrestati due sospetti legati all’Isis, secondo un copione purtroppo comune in questa fase della nostra storia. I due jihadisti belgi avevano pianificato attentati nella Grand Place, contro i commissariati e le forze dell’ordine. Nei loro covi sono state trovate uniformi, materiale propagandistico dello Stato Islamico, ma ne’ armi, ne’ esplosivo. S’e’ scoperto che facevano parte di un gruppo di motociclisti, un motoclub, che si chiamava, ironia della sorte, ‘Kamikaze Riders’. E che uno dei due, Said Souati, 30 anni, considerato il leader e il reclutatore della cellula terroristica, era un predicatore salafista radicale. L’altro, Mohammed Karay, 27 anni, lavorava in una officina di auto. E di recente si divertiva con il ‘paint ball’, i combattimenti simulati con fucili carichi con proiettili di vernice. Dei due fermati in Turchia, invece, si sanno solo le iniziali del nome, M. C . e A.Y. e che volevano farsi esplodere contemporaneamente, uno vicino ad un bar e l’altro in un centro commerciale nel quartiere di Kizilay, ripetendo la dinamica seguita dai commando di Parigi. Il piano era già definito nei dettagli, visto che nel loro appartamento sono state trovate cinture esplosive.

Strategie diverse ma con un identico obbiettivo: diffondere il terrore tra la gente comune, in festa per strada, in Belgio, in Turchia, come in tutto il mondo. Sempre a Bruxelles, in serata, gli agenti hanno portato a termine due perquisizioni, fermando un sospetto a Molenbeek, il quartiere a più alta concentrazione di potenziali radicalizzati della città. L’uomo bloccato sarebbe un amico dei fratelli Abdeslam, uno morto l’altro scappato dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre, per i quali si conferma sempre di piu’ l’ipotesi di una ‘regia’ belga. In tutto il Belgio si da’ la caccia a 4 foreign fighters partiti nei mesi scorsi per combattere in Siria e poi scomparsi dai radar degli inquirenti. Gli agenti hanno diffuso i loro identikit, visto che gia’ in passato erano conosciuti alle autorita’ come esponenti di un gruppo oggi disciolto, Sharia4Belgium. L’allarme terrorismo si traduce anche in crisi dei consumi.

Preoccupata del grave calo di presenze dei turisti, in novembre un meno 20/30% negli hotel, la città di Bruxelles sta pensando a una campagna di comunicazione per rilanciare la sua immagine al livello internazionale, uscita a pezzi dopo i giorni di allerta massima e i continui rischi terrorismo. A gennaio sarà presentata la strategia per convincere il resto del mondo e soprattutto l’Europa che la capitale belga non e’ la tana dei terroristi. Uno sforzo sul quale pesa uno scandalo a sfondo sessuale che sta imbarazzando la credibilità delle forze di sicurezza belghe: proprio oggi e’ partita un’inchiesta interna su una presunta orgia tra due poliziotte e otto soldati, avvenuta in un Commissariato di Bruxelles nei giorni della massima allerta. (Ansa)

Geoingegneria e manipolazione climatica: chi “controlla” il tempo che fa?

di Andrea Degl’Innocenti

Estati torride di terra secca e assetata, primavere scosse da nubifragi e alluvioni. Che il clima stia cambiando sotto ai nostri occhi è ormai accettato da tutti. Il dibattito si è spostato su altri aspetti della questione: il cambiamento è solo frutto del nostro stile di vita, conseguenza inevitabile dell’inquinamento atmosferico? Oppure esistono altri fattori, che non siamo in grado di controllare? Quanto influiscono sul meteo i sempre più numerosi esperimenti di manipolazione climatica? E a che scopo vengono effettuati? Per combattere il surriscaldamento globale oppure per accelerarlo? La questione, in rete, è annosa e rischia di dividere in categorie contrapposte chi invece sta dalla stessa parte.

Da un lato gli ambientalisti, concentrati sulla lotta all’inquinamento, sulla riduzione delle emissioni nocive, sul cambiamento degli stili di vita; dall’altro i cosiddetti “complottisti”, convinti invece che ogni azione intrapresa in tal senso sia destinata a fallire miseramente, non andando a colpire i veri artefici del crimine climatico. Comunque la si voglia mettere, entrambi i ragionamenti partono da presupposti solidi.

1. È dimostrato scientificamente che l’inquinamento causato dalla produzione industriale e dai nostri stili di vita ha un impatto determinante nei cambiamenti del clima; 2. Esistono numerosi esperimenti che studiano come modificare artificiosamente il clima, causare pioggia o siccità, innescare tornado e nubifragi. Di seguito ci avventureremo sul terreno accidentato della manipolazione climatica, partendo dai fatti più evidenti per spingerci oltre, a gettare uno sguardo su alcune teorie più articolate, difficili da dimostrare ma non per questo meno degne di essere approfondite o prese in considerazione. Partendo dal presupposto che non esiste alcun conflitto ex ante fra chi predica un passaggio a stili di vita più sostenibili e chi vuole indagare i tentativi di condizionare la vita sul pianeta. Qualche tempo fa il prestigioso quotidiano britannico The Guardian pubblicava sul proprio sito internet la mappa qui sotto.

Si tratta di una mappa mondiale della geoingegneria prodotta dall’ETC Group, un’organizzazione internazionale che si batte per l’ambiente, la sostenibilità e i diritti umani. La geoingegneria consiste appunto nell’applicazione di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico, dall’atmosfera, agli oceani, alla biosfera, crisosfera, idrosfera, litosfera. Allegato alla mappa vi è un interessantissimo documento che elenca – suddividendoli geograficamente paese per paese e nominando le istituzioni, gli enti e le multinazionali coinvolte – tutti gli esperimenti sul clima effettuati nel corso degli anni. Secondo tale dossier i primi esperimenti si sono svolti sul finire degli anni Quaranta in Honduras ad opera della United Fruit Company, oggi Chiquita, che ai tempi esercitava un potere enorme su una larga fetta dell’America del Sud. Il documento si compone in tutto di 115 pagine piene di dati certificati che attestano un proliferare di esperimenti su come modificare il clima terrestre, per vari scopi.

I più frequenti sono quelli riguardanti l’aumento o la diminuzione delle piogge; solo l’Italia ne conte ben sette differenti, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri. Gli ultimi sono quelli del progetto Climagri, all’interno del quale sono stati realizzati test di riduzione della pioggia. Il documento dimostra in maniera inequivocabile che sono in corso, da ormai più di sessant’anni, studi ed esperimenti su come manipolare il clima terrestre, condotti dai governi di tutto il mondo con il contributo di imprese private, istituti, multinazionali. Fin qui parliamo di dati di fatto incontestabili. Ci sono invece alcune domande a cui non è possibile rispondere in maniera altrettanto lineare: quali capacità di manipolazione climatica sono state raggiunte negli anni attraverso lo sviluppo della tecnica? Quanto questi esperimenti influiscono sui cambiamenti climatici? Con quali scopi vengono effettuati? Il perché non sia possibile fornire risposte certe lo si intuisce: mancanza di documentazioni, reticenza da parte dei media e della classe politica ad affrontare apertamente queste tematiche, oscurantismo e tentativi di nascondere i veri scopi delle operazioni in questione. Ciò che possiamo fare è presentare le varie teorie, vagliare le ipotesi ed usare il buon senso per provare a rispondere – ovviamente non in via definitiva – ai tanti interrogativi che ci affollano la mente quando ci addentriamo in questioni così delicate.

LO SVILUPPO DELLA TECNICA Partiamo con lo stato dell’arte. Secondo la scienza e la ricerca ufficiali la capacità umana di influire sul clima è minima. D’altra parte è ipotizzabile che molti esperimenti sul clima si svolgano all’interno di operazioni segrete finanziate dai governi e gestite dai servizi d’intelligence; che dunque i loro risultati non vengano divulgati pubblicamente né acquisiti all’interno del sapere scientifico condiviso.

Alcuni dati sembrano dimostrare che la capacità di manipolazione climatica va molto oltre la posizione ufficiale della comunità scientifica. Un recente articolo del Daily Mail riporta che un’equipe di scienziati assoldati segretamente dal presidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Khalifa bin Zayed Al Nahyan, sono stati in grado di generare 50 potenti temporali ad Abu Dhabi.

Già nell’aprile 2007 il governo cinese annunciava fiero di aver provocato la prima nevicata artificiale sulla città di Nagqu. È dimostrato che si possono generare artificialmente tornado anche di grandi dimensioni, di cui si sta persino provando a trarre energia pulita. D’altronde basta tornare con la mente agli esperimenti del prof. Pier Luigi Ighina per rendersi conto che condizionare il meteo non è cosa poi così fantascientifica. Davanti alle telecamere di Report, in una puntata di qualche anno fa, lo scienziato scomparso nel 2004, collaboratore in gioventù di Guglielmo Marconi, mostrava come addensare o disperdere le nuvole tramite uno strumento da lui realizzato: un’elica coperta di polvere di alluminio che a seconda del senso di rotazione si caricava positivamente o negativamente ed aveva effetti opposti sulle nubi, ora attirandole, ora respingendole.

Ighina, le cui teorie non sono mai state riconosciute dalla comunità scientifica, sosteneva anche di aver inventato un macchinario capace evitare i terremoti: una sorta di grande valvola attraverso la quale trova sfogo l’energia racchiusa nel sottosuolo. In fatto di condizionamento atmosferico Ighina non è certo l’unico esempio di scienziato fuori dal coro. Ancor prima di lui furono in molti a studiare i comportamenti dell’energia e della sua trasmissione. Nikola Tesla, nell’ultimo periodo della sua vita, stava lavorando ad un metodo di trasmissione dell’energia senza fili detto teleforce, ribattezzato dai media statunitensi “raggio della pace” o “raggio della morte” per via delle sue potenzialità distruttrici. Alla sua morte molti dei documenti dello scienziato furono sequestrati dalle autorità governative statunitensi e bollate come top secret. Riprendendo gli studi di Tesla, negli anni Ottanta il fisico texano Bernard J. Eastlund, del MIT di Boston, registrò una serie di brevetti, di cui il primo chiamato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”. I suoi brevetti furono in seguito segretati e infine utilizzati per lo sviluppo del laboratorio Haarp, High Frequency Active Auroral Research Program, che ha lo scopo dichiarato di studiare l’effetto delle onde elettromagnetiche sulle comunicazioni, ma che secondo alcune teorie viene utilizzato per intervenire artificialmente sul clima. Così un rapporto della Duma, il parlamento russo: “Sotto il programma HAARP, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”.

QUALE INCIDENZA SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI?
È verosimile che lo sviluppo della tecnica sia giunto al punto di poter condizionare in maniera sensibile il clima. Resta da rispondere alle altre domande. Innanzitutto, queste eventuali tecniche vengono utilizzate? E a quali scopi? La risposta a queste domanda è oltremodo complessa. Navigando in rete è facile imbattersi in teorie che vedono la mano dell’uomo dietro a qualsiasi evento climatico estremo occorso negli ultimi anni.

Tali teorie, per quanto affascinanti, sono spesso prive di prove concrete e arrivano a negare l’eventualità (evidente) che una catastrofe possa essere anche generata da cause naturali. D’altra parte esistono trattati e documenti che dimostrano che sono in atto tentativi, più o meno concreti, di intervenire sul clima.

Nel gennaio 2002 Italia e Stati Uniti firmarono un accordo chiamato “Cooperazione Italia-Usa su scienza e tecnologia dei cambiamenti climatici”. Il progetto aveva l’obiettivo dichiarato di sviluppare tecnologie per le energie rinnovabili, ma all’interno del rapporto si leggeva che fra gli scopi vi era la “esecuzione di attività di ricerca eco-fisiologica su diversi siti sperimentali italiani dove vengono modificate artificialmente le condizioni ambientali a cui è esposta la vegetazione” e la “progettazione di tecnologie per la manipolazione delle condizioni ambientali con particolare riferimento al controllo della temperatura e della concentrazione atmosferica di CO2”.

Più recentemente due ingegneri dell’Università di Harvard hanno annunciato l’intenzione di immettere solfati nell’atmosfera attraverso dei palloni aerostatici: una sorta di spray che sarebbe in grado di riflettere parte dei raggi solari, diminuendo così la temperatura del pianeta. L’esperimento si svolgerebbe per adesso soltanto su aree ristrette, ma i due non negano l’ipotesi di un futuro uso più esteso del metodo. D’altronde c’è chi sostiene che sostanze in grado di modificare il clima vengano già comunemente immesse nell’atmosfera. Secondo una teoria molto diffusa in rete, miliardi di nanoparticelle verrebbero quotidianamente diffuse attraverso le cosiddette scie chimiche, scie di pulviscoli bianche e persistenti rilasciate in cielo da aerei non segnalati. Senza addentrarci nei dettagli della teoria, facilmente rintracciabile sul web, è curioso notare che una recente scoperta proveniente ancora da Harvard sembrerebbe confermare alcune intuizioni dei teorici delle chemtrails. Secondo l’articolo del Daily Mail, che riporta i risultati dello studio, l’atmosfera sarebbe cosparsa in quantità diversa di “particelle atmosferiche della dimensione di una frazione di capello umano [che] potrebbero influire sul cambiamento climatico”. L’articolo non spiega da dove provengano tali particelle: potrebbero ad esempio essere frutto delle combustioni prodotte da inceneritori, automobili, ecc. D’altronde non si può escludere l’eventualità che siano state rilasciate appositamente nell’atmosfera per manipolare artificialmente il clima.

A QUALE SCOPO?
Sui motivi che spingono fondazioni, multinazionali, governi ad investire nella ricerca sulla manipolazione del clima il web è prodigo di spiegazioni, ma avaro di dati certi e credibili. La versione ufficiale fornita dagli enti coinvolti vuole, quasi in tutti i casi, che le ricerche sul clima siano effettuate per combattere il surriscaldamento globale o studiare i possibili scenari futuri. Ma è pur vero che in passato esperimenti climatici sono stati effettuati per ben altri scopi. Bellici ad esempio. Alcuni documenti dei servizi segreti ormai desecretati testimoniano come negli anni della guerra in Vietnam gli Stati Uniti, nella cosiddetta Operazione Popeye, tentarono di prolungare la stagione monsonica sul Laos caricando le nuvole di ioduro d’argento. Potrebbero poi sussistere motivazioni economiche. Sebbene si opponga ad ogni teoria cospirazionistica, Naomi Klein nel suo Shock Economy descrive minuziosamente come le multinazionali più potenti del pianeta traggano profitti enormi dai cataclismi ambientali, dai disastri, persino dal surriscaldamento globale. “Date le temperature bollenti, sia climatiche sia politiche, – scrive la giornalista canadese – i futuri disastri non avranno bisogno di cospirazioni segrete. Tutto lascia pensare che, se le cose restano come sono ora, i disastri continueranno a presentarsi con intensità sempre più feroce. La generazione dei disastri, dunque, può essere lasciata alla mano invisibile del mercato. Questa è un’area in cui il mercato funziona davvero”. Esiste un’altra infinità di teorie, più o meno originali e fantasiose, sui motivi che stanno alla base della manipolazione climatica. Ciò che è importante ricordare è che seppure tali esperimenti fossero condotti in buona fede con lo scopo di limitare i mutamenti climatici, mettere le mani sul clima è di per sé un gioco rischioso e dalle conseguenze imprevedibili. Come avverte uno studio condotto da un team di scienziati di varie nazioni e riportato sul sito della European Geosciences Union, “una soluzione geoingegneristica ai cambiamenti climatici potrebbe causare una notevole riduzione delle piogge e avere effetti indesiderati per la Terra ed il genere umano”.

Leggi anche:

La CIA ammette di usare la Geoingegneria e manipolazione climatica come arma di guerra

Obama: "Ecco il mio piano per il clima. Per pensare al futuro"

Giallo a Mestre, uccisa un'ex dipendente di un Casinò

Giallo a Mestre, uccisa l'81enne Francesca Vianello
La palazzina dov’è stata trovata uccisa Francesca Vianello a Mestre (Street view)

Il cadavere di una anziana donna, Francesca Vianello, 81 anni, è stato ritrovato martedì a Mestre, all’interno del suo appartamento di Corso del Popolo, 167. Si tratta di omicidio. Attorno al collo dell’anziana, stesa a terra, la squadra mobile di Venezia ha trovato un cordino. Ad un primo esame medico legale, la morte sarebbe avvenuta infatti per soffocamento.

L’anziana donna, ex dipendente di un Casinò, abitava al sesto piano di una palazzina. Da quanto emerso finora pare che sulla porta non vi siano segni di effrazione. Segno che la donna poteva conoscere il killer oppure che sia stata seguita fin nell’appartamento, immediatamente imbavagliata per evitare urla, per poi ucciderla e forse asportare via qualcosa. Ancora non è chiaro se si tratti di una rapina.

Gli inquirenti, dai primi rilievi, escluderebbero questa ipotesi.  Il questore di Venezia, Angelo Sanna, in una dichiarazione citata da Il Gazzettino, ha affermato che “si tratta di un episodio non legato a un fatto di criminalità. Siamo solo a 24 ore di distanza ma gli elementi che abbiamo in mano ci portano ad escludere l’aggressione a scopo di rapina”.

La Squadra Mobile – scrive ancora il giornale veneziano – starebbe seguendo la pista domestica: ovvero l’assassino è da ricercare all’interno della cerchia delle conoscenze dell’anziana. Interrogatori sono in corso per ricostruire gli ultimi giorni di vita di Francesca Vianello.

Agguato nella cava a Savio (Ravenna). Ucciso un vigilantes

Savio, Ravenna. Agguato al vigilantes Salvatore ChianeseSAVIO (RAVENNA) – E’ stato ucciso con almeno due colpi esplosi da un fucile da caccia Salvatore Chianese, 42 anni, metronotte morto la scorsa notte a Savio, nel Ravennate. Uno dei colpi ha centrato la vittima alla testa. Sul posto sono in corso le ricerche della pistola d’ordinanza dell’uomo, sparita dopo l’omicidio.

Nato a Napoli, incensurato, a lungo residente a Trentola Ducenta, nel Casertano, l’uomo era ora domiciliato assieme alla moglie e al figlio di 9 anni a Campiano, frazione alle porte di Ravenna. A trovarne il cadavere, verso l’1.15 di mercoledì sull’ingresso della cava Manzoni, è stato vigilantes inviato dalla centrale dopo inutili tentativi di contatto con la vittima.

Un collega dell’istituto di vigilanza “Civis Augustus”, ha notato il parabrezza posteriore dell’auto di servizio in frantumi e il corpo senza vita di Salvatore Chianese riverso sui sedili. Da quanto parzialmente ricostruito, sembra che l’uomo sia stato colpito a freddo senza la minima possibilità di potersi difendere. Un agguato.

Dopo l’allarme, sul luogo dell’omicidio sono intervenuti i Carabinieri, oltre al pubblico ministero di turno. L’uomo era già morto. Sarà l’autopsia ad determinare con esattezza l’ora della morte. Intanto è caccia aperta ai killer.

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, per esprimere cordoglio alla famiglia e il dispiacere dell’intera città. “Ho parlato con il colonnello Massimo Cagnazzo, comandante dell’Arma dei Carabinieri, che mi ha confermato che le indagini per individuare l’assassino della guardia giurata avvenuto a Savio vengono svolte a 360 gradi e con il massimo dispiegamento di forze. Esprimo le condoglianze alla famiglia della vittima: il cuore di Ravenna sanguina per questo efferato omicidio che ha spezzato questa giovane vita”, ha concluso il sindaco.

Smog, un flop il blocco delle auto a Milano e Roma

Inquinamento, un flop il blocco delle auto a Milano e Roma
Strade vuote a Milano ma lo smog aumenta (Ansa/Mascolo)

Al terzo giorno di fermo delle auto a Roma e Milano, le polveri sottili non accennano a diminuire. Il livello di Pm10 è uguale se non superiore ai giorni prima del blocco. Si parla di vero e proprio “flop”. Oggi governatori e sindaci incontrano il ministro dell’Ambiente Galletti per concordare altre misure. Per Maroni servono “misure strutturali per due miliardi”.

In sostanza il blocco delle auto totale o le targhe alterne non bastano per ridurre lo smog. Lo dicono le centraline di Milano e Roma che ieri hanno mostrato addirittura aumenti o stabilità delle polveri sottili PM10. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni riconosce che i “blocchi estemporanei non servono” mentre ci vogliono 2 miliardi per misure strutturali (per potenziare il trasporto pubblico locale e per incentivi per vietare nella regione veicoli inquinanti). Palazzo Marino spiega che le valutazioni vanno fatte al termine delle tre giornate di fermo del traffico e che, comunque, questo provvedimento ha contribuito a non far aumentare l’inquinamento.

In attesa di misure strutturali e di lungo periodo, ma soprattutto coordinate, che dovrebbero essere esaminate oggi nell’incontro del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti con governatori e sindaci dei grandi centri urbani, il premier Renzi ha fissato un obiettivo: “Nell’arco di un paio di anni, passare da 2.000 centraline di ricarica elettrica a 20.000, rinnovare il parco autobus ed efficientare le case popolari”.

Un rinnovamento del parco dei mezzi pubblici e incentivi anche per quelli privati, un piano per l’efficienza energetica degli edifici e per la sostituzione dei sistemi di riscaldamento anche dei privati, investimenti sulla mobilità sostenibile e stop ai dati che creano allarmismo sono alcune priorità che Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, presenterà oggi.

E’ poi necessaria “una forte guida del Governo, sul modello della cabina di regia di Italia Sicura” mentre bisogna “abbandonare le speculazioni politiche perché è un argomento troppo serio per rimanere al voto in più della campagna elettorale”. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi chiede di “cambiare la normativa” sul conteggio dei giorni di sforamento del tetto delle polveri sottili, non ripartendo ogni volta dal capodanno, ma “considerando sempre i 365 giorni precedenti”.

'Ndrangheta, confiscati beni alla cosca Tripodi per 37 mln

Vibo Valentia, 'Ndrangheta, confiscati beni alla cosca Tripodi per 37 mlnVIBO VALENTIA – Dalle prime ore di Mercoledì 30 dicembre 2015, in diverse località della provincia di Vibo Valentia, nonché in Roma, Milano, Bologna, Monza, Padova e Messina, i militari del Comando Provinciale dei Carabinieri e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia, supportati dai Reparti locali, nonché dai Finanzieri dei Nuclei di Polizia Tributaria di Milano e Bologna e del Gruppo di Monza, stanno eseguendo un provvedimento di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Vibo Valentia, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di esponenti e sodali della cosca di ‘ndrangheta “Tripodi” di Vibo Valentia Marina, ritenuti responsabili dei reati di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, usura, estorsione, illecita detenzione di arma comune da sparo e frode nelle pubbliche forniture (reati aggravati dalle modalità di cui all’art. 7 L. 203/91).

Il provvedimento odierno discende dall’attività investigativa sui “Tripodi” coordinata dalla DDA di Catanzaro, seguita dal Procuratore Aggiunto Dott. Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore Dott. Pierpaolo Bruni e condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza.
Il decreto riguarda tra l’altro, 13 aziende, tra cui alcuni bar e ristoranti nel centro di Roma ed in provincia di Milano ed imprese edili operanti in Milano, Padova, Roma e Vibo Valentia, quote di società operanti in provincia di Bologna, Roma e Vibo Valentia, 31 immobili, di cui 10 fabbricati di pregio in Milano e Roma e 21 terreni ubicati in parte in provincia di Roma ed in parte in quella di Vibo Valentia, 13 tra automezzi industriali ed autoveicoli,
Il valore complessivo dei beni confiscati ammonta a circa 37 milioni di euro.

L’operazione pone il sigillo finale ad una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di accertare l’operatività della citata cosca “Tripodi”, ricostruendone le attività illecite nell’arco temporale 2006 – 2012, le dinamiche interne ed esterne, nonché i variegati interessi economici in diverse Regioni. Il quadro emerso è quello di un’organizzazione dedita all’infiltrazione, attraverso società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia, nei lavori pubblici lungo la costa vibonese e in opere pubbliche realizzate in altre località del territorio nazionale; all’utilizzo di numerose società riconducibili alla cosca, che costituiscono lo strumento per la commissione dei reati e in particolare per l’accaparramento degli appalti, tanto da poter far ritenere la cosca una vera e propria Holding di ‘ndrangheta; all’usura, accertata in particolare nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese ed alle estorsioni ai danni di altri operatori economici, attuate anche attraverso l’imposizione del pagamento di fatture per prestazioni in realtà mai eseguite nonché dell’acquisto di beni e prestazioni d’opera dalle ditte riconducibili al sodalizio.

Tale attività investigativa ha registrato il fermo di 20 indagati nel maggio del 2013 (operazione “Libra”), seguito nel luglio 2014 dall’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo dei beni ora sottoposti a confisca e dal riconoscimento in sede giudiziaria dell’esistenza della cosca Tripodi avvenuta per effetto della sentenza del Tribunale di Catanzaro n. 30/2015 del 4 Febbraio 2015.
Nel luglio 2015, infine, è stato catturato il latitante Salvatore Tripodi, scovato dai militari dell’Arma in un covo di Zambrone (VV), insieme a due fiancheggiatori, arrestati per favoreggiamento.
Con il provvedimento di confisca, inoltre, è stata applicata la misura di prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di dimora nel comune di residenza a carico di sei indagati residenti nella provincia di Vibo Valentia. I particolari dell’attività saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, presieduta dal Procuratore Aggiunto della DDA Dott. Giovanni Bombardieri, che avrà luogo alle ore 11 di oggi 30 dicembre presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

Terrorismo, espulso marocchino jihadista

Angelino Alfano - contro terrorismo califfato
Angelino Alfano

Un cittadino marocchino, Adil Bamaarouf, residente a Monselice (Padova), è stato espulso dall’Italia per motivi di prevenzione del terrorismo emesso dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri del Ros.

“Far esplodere la città di Roma”, luogo “da dove deve iniziare l’Islam”, per vendicare il mondo arabo per le iniziative dell’Ue e degli Usa nella lotta all’Isis.

Sarebbero queste, secondo quanto emerso dalle indagini dei Ros, le convinzioni esternate da Adil Bamaarouf.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO