13 Ottobre 2024

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Bova Marina, voleva interrompere concerto. Arrestato

Bova Marina, voleva interrompere concerto. ArrestatoBova Marina (Reggio Calabria) – Domenica, i militari dell’Arma hanno arrestato Vincenzo Minniti, di 47 anni, di Bova Marina, per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, danneggiamento, ubriachezza molesta e guida in stato di ebbrezza.

L’uomo, spiegano i carabinieri, era a bordo della propria autovettura in evidente stato di ebrezza alcolica quando, dopo aver forzato le transenne poste a chiusura della piazza del Municipio, era intento a interrompere la manifestazione musicale che si stava svolgendo, aggredendo con calci e pugni i volontari addetti alla sicurezza del palco.

Prontamente fermato dai militari, Minniti è stato accompagnato presso la locale caserma. Durante la stesura degli atti, ha poi minacciato verbalmente i carabinieri opponendo accanita resistenza all’arresto.

Oppido Mamertina, violenze sulla moglie, arrestato 36enne

Oppido Mamertina, violenze sulla moglie, arrestato 36enneOppido Mamertina (Reggio Calabria) – I carabinieri hanno tratto in arresto Antonio Madafferi, di 36 anni, per maltrattamenti in famiglia e porto e detenzione illegale di armi.

L’uomo, di di Oppido Mamertina, già sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova ai servizi sociali, si sarebbe reso responsabile di plurime condotte illecite nei confronti della moglie, maltrattandola, ingiuriandola e minacciandola continuamente con l’uso delle armi e violenze fisiche e psicologiche.

L’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari, che revoca contestualmente i benefici dell’affidamento in prova, è stata emessa dal Tribunale di Palmi.

Quarto, perquisizione in comune e in casa del sindaco M5S

Quarto, perquisizione in comune e in casa del sindaco M5S Henry John Woodkock
Da sinistra Beppe Grillo, il Pm Henry John Woodkock e il sindaco di Quardo Rosa Capuozzo

Perquisizione dei Carabinieri nel Municipio di Quarto (Napoli) dove stanno acquisendo documenti nell’ambito dell’inchiesta su presunti infiltrazioni della camorra nell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Rosa Capuozzo (M5s). Il decreto è stato adottato dal pm della Dda di Napoli Henry John Woodkock e dai procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli.

I Carabinieri stanno eseguendo perquisizioni anche nell’abitazione del sindaco che – secondo quanto apprende l’Ansa – non è indagata. Dall’inchiesta al momento non emerge alcuna compromissione del sindaco Capuozzo con la camorra.

La vicenda delle presunte infiltrazioni camorristiche e il voto di scambio al comune di Quarto, nasce da una inchiesta del pm napoletano che indaga sul ruolo di un imprenditore in odor di camorra e dell’ex pentastellato (espulso dal movimento), Giovanni De Robbio.

In una intercettazione del giugno scorso l’imprenditore Alfonso Cesarano, avrebbe dato indicazioni al clan dei Polverino di appoggiare al ballottaggio a Quarto, il candidato a sindaco dei Cinque Stelle, Rosa Capuozzo: “Adesso – avrebbe detto al suo interlocutore – si deve portare a votare chiunque esso sia, anche le vecchie di ottant’anni. Si devono portare là sopra, e devono mettere la X sul Movimento 5 Stelle”. Spiegando poi che una volta vinte le elezioni “l’assessore glielo diamo noi. E lui ci deve dare quello che noi abbiamo detto che ci deve dare. Ha preso accordi con noi. Dopo, così come lo abbiamo fatto salire così lo facciamo cadere”.

Intercettazioni che bruciano. Il quotidiano torinese La Stampa le pubblica e scoppia il finimondo. De Robbio in cambio di voti avrebbe promesso a Cesarano la gestione del campo sportivo e comunque di agevolarlo negli affari legati alla amministrazione comunale, scrive il quotidiano.

Polverone e bufera sul M5S col Pd sulle barricate. La polemica costringe Beppe Grillo a prendere le difese del sindaco di Quarto. Dopo qualche giorno, il leader del Movimento invita Rosa Capuozzo a dimettersi da sindaco in modo da far cadere giunta e consiglio e andare a nuove elezioni. Ma la sindachessa non intende seguire il capo, convinta della sua buona fede e della sua onestà: “Dimettermi?, ci devo pensare”, ha detto a stretto giro.

Le polemiche non si placano e, tra botte e risposte politiche, l’inchiesta della magistratura va avanti. Oggi le perquisizioni, domani, forse sviluppi più clamorosi.

Sassari, tenta di uccidere il figlio 17enne. Preso in tempo

Sassari, tenta di uccidere il figlio 17enne. Preso in tempoSASSARI – Un senegalese di 40 anni, ha aggredito il figlio 17enne con botte e poi con un coltello. Prima che la violenza domestica si trasformasse in tragedia, è scattato l’allarme e l’uomo è stato arrestato per tentato omicidio dai carabinieri di Sassari che hanno fatto irruzione nell’appartamento.

E’ successo nella notte in via Farina. I militari della compagnia di Sassari sono intervenuti, dietro richiesta di alcuni residenti, in via Farina dove erano stati segnalate urla provenienti da un’abitazione al primo piano di un palazzo per una violenta lite familiare.

I cittadini riferivano di avere intravisto, attraverso una finestra, un uomo che, brandendo un coltello, rincorreva un ragazzo e lo colpiva ripetutamente con calci e pugni.

Il giovane divincolatosi per un momento, riusciva anche ad affacciarsi alla finestra per chiedere aiuto, venendo subito trascinato all’interno così scomparendo alla vista delle persone nel frattempo accorse.

I Carabinieri, intervenuti per tempo, hanno sfondato la porta d’ingresso e hanno bloccato Elhadji Mansour Diop, un cittadino senegalese di 40 anni che, con un coltello da cucina in mano, stava ancora aggredendo violentemente quello che poi si è rivelato essere il figlio 17enne.

Disarmato l’aggressore, l’uomo è stato ammanettato per tentato omicidio e il giovane, trasportato presso il pronto soccorso dell’ospedale di Sassari, dove gli sono state medicate le ferite al collo e alla regione lombare. Il ragazzo ha una prognosi di 7 giorni.  Ignoti i motivi del litigio.

Crotone, aveva in casa un chilo di cocaina. Arrestato

Crotone, aveva in casa un chilo di cocaina. Arrestato
Gdf sequestra un chilo di cocaina a Crotone

CROTONE – Nascondeva, all’interno di un garage di pertinenza della sua abitazione, oltre un chilo di cocaina assieme a sostanza da taglio e due bilancini. Un uomo di 32 anni, B.A., con precedenti specifici e obbligo della firma, è stato arrestato dalla Guardia di finanza a Crotone con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. I finanzieri, nel corso di una perquisizione nell’abitazione dell’uomo, hanno trovato la droga suddivisa in panetti e “pallotte”.

Addio a David Bowie, leggenda del rock mondiale

David Bowie
David Bowie

E’ morto a David Bowie, una delle figure più leggendarie del rock mondiale. Aveva compiuto venerdi scorso 69 anni. Il “Duca Bianco”, autore di classici come Starman e Space Oddity, aveva pubblicato l’ultimo suo lavoro tre giorni fa: Blackstar.

David Bowie è morto circondato dai suoi cari “dopo 18 mesi di battaglia contro il cancro”, ha fatto sapere la famiglia con una nota sulla sua pagina ufficiale Facebook. “Molti di voi condivideranno questa perdita, vi chiediamo di rispettare la privacy della famiglia in questo momento di dolore”.

Poco dopo l’annuncio su Facebook, la notizia è stata confermata anche dal figlio, Duncan Jones, noto anche come Zowie Bowie, con un messaggio accompagnato da una foto di entrambi, quando il bimbo era piccolo: “Davvero addolorato e triste nel dire che è vero. Sarò fuori dalle reti sociali per un pò. Grande affetto a tutti”.

Le voci sulla sua salute si erano rincorse per anni. In pubblico aveva cantato l’ultima volta nel 2006, in un concerto a New York per beneficienza.

Innovatore e capace di sperimentare nuovi territori musicali, l’artista, che di recente era stato visto molto poco in pubblico, è stato una delle figure più celebrate e di successo del secolo trascorso. Aveva anche interpretato in italiano una canzone scritta da Mogol: “Ragazzo Solo, Ragazza Sola”. Esecuzione maestrale con melodia stile Lucio Battisti.

Immediato il tributo del mondo dello spettacolo e della cultura. Anche il premier britannico David Cameron ha voluto dare il suo tributo: “Sono cresciuto ascoltando e guardando il genio pop di David Bowie. è stato un maestro della re-invenzione. Una perdita enorme”.

Riservato, poco disponibile ad interviste Bowie era sposato a Imam, modella di successo fino al fatale incontro, e che poi, dopo il matrimonio nel 1992, gli è sempre stata accanto, in una delle unioni più durature dello star-system.

Il camaleontico Duca Bianco aveva saputo coniugare talento, successo commerciale e ambiguità ed è riuscito a influire su generazioni di artisti con uno stile ineguagliabile.

Provocatore, enigmatico e innovatore, David Robert Jones, questo il suo nome, è riuscito ad essere punto di riferimento imprenscindibile della cultura glam e virtuoso sulla scene, ma anche attore, produttore discografico e venerata icona della moda per la sua tendenza a provocare e a giocare con la sua immagine. Ma David Bowie è soprattutto riuscito a segnare la storia della musica per cinque decenni.

Negli anni ’70, la profondità intellettuale del suo lavoro, la voce particolare e l’originalità di tutti i suoi progetti lo trasformò in uno dei maestri del glam rock. Autore di album inneggiati dalla critica come Heroes (1977), Lodger (1979) o Scary Monsters (1980), l’ artista nato a Brixton (Londra), e trasferitosi a New York da diversi anni, raggiunse il successo il 6 giugno 1972 con The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spider From Mars”.

Un disco osannato, che racconta l’inverosimile storia del personaggio Ziggy Stardust, un extraterrestre bisessuale e androgino, diventato stella del rock, in cui sintetizzò due delle sue ossessioni: il teatro giapponese Kabuki e la fantascienza. Eppure l’eccentrico personaggio fu solo una dei molti e variopinti personaggi adottati, come alter ego della sua carriera creativa: Aladdin Sane o anche il Duca Bianco appunto. Era noto come ‘ducà ma arrivò persino a rifiutare di essere insignito dalla regina con il titolo di cavaliere. David Bowie, nella sua Londra, nel 2003 fece appunto quello che pochi altri nella storia hanno fatto: rifiutare un titolo dalla sovrana Elisabetta II.

Contrariamente ai “baronettì” Paul McCartney, Elton John e Mick Jagger, che quel titolo lo hanno preso volentieri, David Bowie quell’anno, alla notizia della futura premiazione, disse: “Non potrei mai e poi mai accettare qualcosa come questo. Veramente non capisco a cosa serva. Non è quello a cui ho dedicato l’intera mia vita”.

Ma nonostante il rifiuto, che costò non poco imbarazzo alla Casa Reale, Bowie è sempre stato legato alla metropoli inglese e alle sue rivoluzioni. Del resto nacque a Brixton, popolarissimo quartiere nel sud della capitale, proprio negli anni in cui quell’area iniziava a essere popolata dalle genti dei Caraibi e dell’Africa. Il miscuglio di popoli è ancora vivissimo a Brixton, il quartiere che tuttora si porta addosso l’etichetta di “luogo dove è nato David Bowie”.

Tutta Londra, comunque, è stata impregnata negli ultimi decenni dell’opera del Duca Bianco. Al punto che il Victoria & Albert Museum, l’istituzione culturale britannica nel cuore di Kensington, nel 2013 dedicò a Bowie una delle sue mostre più riuscite di sempre. Dal 23 marzo al 28 luglio di quell’anno, decine di migliaia di persone visitarono le sale del museo, che ospitavano oltre 300 oggetti legati in un qualche modo al cantante. Una mostra multimediale, piena di musica e di video, che consacrava Bowie nell’empireo dell’arte e che in qualche modo dava al visitatore l’idea che uno dei figli più importanti della capitale sul Tamigi fosse veramente immortale. Fino a oggi.

Mafia, Dda di Milano confisca 5 milioni ai fratelli Cristodaro

Milano, l'Antimafia confisca beni per 5 milioni di euroQuesta mattina, i carabinieri del comando provinciale di Milano, su delega della locale Direzione distrettuale antimafia  ed in collaborazione con personale della Guardia di Finanza di Crema, hanno dato esecuzione ad un decreto del tribunale del capoluogo lombardo firmato dal magistrato Fabio Roia, con cui è stato disposto alla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 3 anni e 6 mesi, Rocco Cristodaro e la conseguente confisca di ben 124 immobili, 2 autovetture e 38 rapporti finanziari riconducibili al Cristodaro ed al fratello Domenico.

Il provvedimento colpisce un patrimonio immobiliare realizzato, secondo gli investigatori, mediante ripetute condotte illegali, in particolare evasione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Il provvedimento di confisca dell’imponente patrimonio riconducibile ai fratelli Cristodaro ha integralmente recepito – spiegano gli inquirenti – gli esiti degli accertamenti patrimoniali che i carabinieri della squadra misure di prevenzione della sezione di polizia giudiziaria, in collaborazione con personale della tenenza della Guardia di finanza di Crema, sotto il coordinamento e la direzione del sostituto procuratore della Repubblica, Alessandra Dolci, responsabile dell’Ufficio misure di prevenzione, presso la Dda, hanno svolto per oltre un anno, individuando la fitta rete di prestanome e società usate dai fratelli Cristodaro per schermare un patrimonio immobiliare realizzato mediante presunte ripetute condotte illegali, in particolare evasione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

Il procedimento di prevenzione nei confronti dei Cristodaro arriva dopo articolate attività investigative riguardanti la criminalità organizzata, coordinate dalla Dda e condotte negli ultimi anni dal Ros dei Carabinieri e dalla Polizia di Stato.

Il procedimento è stato iscritto nel luglio 2013, nell’imminenza dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare che sarebbero state emesse, il settembre successivo, nei confronti del presunto clan Mangano, a coronamento di un’indagine, coordinata dall’Antimafia milanese e condotta dalla squadra mobile di Milano, nella quale Rocco e Domenico Cristodaro risultavano indagati a piede libero per associazione per delinquere di tipo mafioso e false fatturazioni, avendo rivestito il ruolo di commercialisti di fiducia di Giuseppe Porto, principali ideatori del sistema di cooperative che venivano create ad hoc e poste in liquidazione dopo pochi anni per sfuggire ai controlli fiscali.

Proprio la Dda di Milano decideva poi di avviare nei confronti dei Cristodaro il procedimento di prevenzione, al fine di aggredire l’ingente patrimonio accumulato, profitto delle ritenute condotte illegali poste in essere negli anni dai due fratelli e mai colpito nel corso delle pregresse indagini avviate nei loro confronti. La prima fase degli accertamenti si era conclusa, il 15 luglio 2014 con il sequestro, ampiamente confermato dalla successiva confisca, di 124 immobili, 3 società, 2 autovetture e 81 conti correnti.

Veracruz (Messico). Bus giù dal ponte, 20 morti

Veracruz (Messico). Bus giù dal ponte, 20 morti
La tragedia a Veracruz, in Messico. Il bus si schianta dopo volo dal ponte e finisce nel fiume. 20 morti e feriti

VERACRUZ (MESSICO) – Almeno venti persone che viaggiavano su un autobus, tra le quali i giocatori e i tifosi di una squadra di calcio dilettante, sono morti a causa di un incidente stradale nel sud dello stato messicano di Veracruz.

Da quanto riferiscono le autorità locali, l’autobus è precipitato nel momento in cui stata attraversando un ponte. Il mezzo è sbandato ed è finito in fondo al burrone di un fiume. Ignote le cause dell’incidente. Dalle prime ricostruzioni sarebbe stata l’alta velocità a causare il drammatico incidente.

Sull’autobus, viaggiavano circa 30 persone. Nello schianto, precisano le autorità, sono rimaste ferite gli altri passeggeri, tra cui alcuni in modo grave.

Il presidente messicano, Enrique Peña Nieto, ha espresso le sue condoglianze alle famiglie delle vittime su Twitter. Non è chiaro se il conducente è sopravvissuto.

 

Sporting Locri, con la Lazio la partita del "riscatto"

Sporting Locri, con la Lazio la partita del "riscatto"
L’allenamento della squadra dello Sporting Locri prima della partita con la Lazio (Ansa/Costantino)

LOCRI (REGGIO CALABRIA) In campo finalmente per battere la paura. E’ stato il giorno del riscatto dello sport per la Locride e per la Calabria, spesso al centro della cronaca per fatti di ‘ndrangheta. Una festa di agonismo e di colori per lo Sporting Locri e per la Lazio, le due formazioni che si sono affrontate nell’11/mo turno del campionato di categoria della serie A elite. E tutto questo a quasi due settimane dalle intimidazioni che hanno provocato le dimissioni della dirigenza dello Sporting Locri. Una giornata, all’insegna del gioco, che ha finalmente posto sotto i riflettori le atlete, affrontatesi in un match grintoso e, a tratti, dai toni agonistici accesi.

E’ finita con il risultato di 3 reti a 2 per le ospiti romane, ma non è mancato il bel gioco e anche il fair play da entrambe le parti. Sugli spalti, tra le agguerrite fazioni delle tifoserie laziali e calabresi, anche Carlo Tavecchio, presidente della Figc, e i vertici del calcio dilettantistico e di categoria. “Le ragazze di Locri ha detto Tavecchio – hanno vinto. Siamo qui per questo e per dare solidarietà a loro e alla città. Questa collettività è vittima di discorsi che non c’entrano nulla con lo sport. E’ stata una bella partita e anche di buon livello tecnico per il gioco dimostrato in campo dalle ragazze”.

In merito alle indagini sulle minacce alla dirigenza dello Sporting Locri, Tavecchio non si è sbilanciato. “La vicenda – ha detto – è in mano agli organi competenti dello Stato. Qui parliamo solo di sport. La squadra avrà vita propria come la società merita e come merita anche il Comune. La Federazione aiuterà a finire il campionato. Ma sono sicuro che non saranno necessari nostri contributi. Lo Sporting Locri avrà un futuro”. “Da parte del presidente Tavecchio – ha detto il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese – abbiamo avuto conferma della grande disponibilità nei confronti dello Sporting, ma anche della città. Ci è stato garantito supporto e stiamo cercando di lavorare a questo nuovo assetto societario che dovrà consentire il futuro a questa bella realtà di Locri e della Calabria”.

Tra il pubblico anche il presidente dimissionario dello Sporting, Ferdinando Armeni, che ha confermato la sua decisione di abbandonare la dirigenza della società. “Siamo in attesa – ha detto – di conoscere gli esiti delle indagini. Ora vediamo sul piano sportivo chi vorrà rilevare la società. Concretamente, però, non si è ancora fatto vivo nessuno”.

Le due squadre, alle 18, hanno fatto il loro ingresso in campo e dagli spalti c’é stato un fragore di applausi e cori. Già in precedenza, all’arrivo delle formazioni nell’area antistante l’impianto, c’era stata anche una ressa di fotografi e cineoperatori. Poi sul parquet foto di gruppo davanti alla tifoseria e tutti in piedi per l’Inno nazionale. Alla fine i complimenti e le strette di mano con il presidente Tavecchio. Il futuro per lo Sporting Locri é ricominciato oggi. (Clemente Angotti, inviato Ansa)

Intimidazione a cronista Pasqualino Rettura. Soluri: Gesto vile

Intimidazione a cronista Pasqualino Rettura. Soluri: Gesto vileL’automobile di un giornalista calabrese, Pasqualino Rettura, è stata incendiata a Lamezia Terme. A dare notizia dell’intimidazione é il “Quotidiano del Sud”, il giornale per il quale Rettura lavora da anni.

Secondo quanto ha riferito la Polizia, la vettura incendiata è in uso alla moglie di Rettura e l’incendio risale alla notte tra il 5 e 6 gennaio scorsi. I danni, comunque, sono lievi perché un parente di Pasqualino Rettura è intervenuto subito spegnendo le fiamme. Indagini della polizia sono in corso per risalire agli autori del vile gesto.

“Il gesto intimidatorio di cui è stato vittima il giornalista Pasqualino Rettura de “Il Quotidiano del Sud” rappresenta l’ultimo tentativo, in ordine di tempo, di limitare e condizionare la libera attività di chi, per lavoro, si occupa di cronaca e di informazione. L’episodio si aggiunge ad un ormai lungo elenco di intimidazioni perpetrate ai danni di giornalisti calabresi particolarmente impegnati sul terreno della cronaca nera e giudiziaria”. E’ quanto sostiene in una nota il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri commentando il fatto che criminali ancora ignoti hanno tentato di incendiare una delle auto nella disponibilità della famiglia di Rettura”.

“La reazione e la solidarietà espressa a Pasqualino Rettura dai colleghi, dalla società civile e dalle Istituzioni -aggiunge Soluri- confermano che la violenza e le intimidazioni non possono in alcun modo raggiungere il loro scopo ed anzi ottengono l’effetto contrario dando più forza a chi, come Rettura, ogni giorno si limita a fare onestamente e correttamente il proprio lavoro di cronista”.

“Nell’esprimere a Pasqualino Rettura ed al suo direttore Rocco Valenti la solidarietà più piena e forte dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria, sono certo -conclude Soluri- che magistratura e forze dell’ordine sapranno presto fare luce sul gesto vigliacco e criminale subito dal nostro collega”.

Portomaggiore, Ferrara. Esplosione al poligono causa 3 morti

Portomaggiore, Ferrara. Rogo al poligono causa 3 mortiUn’esplosione si è verificata in un poligono di tiro privato a Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Nell’esplosione, secondo le prime informazioni dei vigili del fuoco sono morte tre persone e altre quattro sono rimaste ustionate.

Feriti anche due vigili del fuoco a causa del crollo di un solaio durante le operazioni di spegnimento dell’incendio. L’incidente è avvenuto attorno alle 10 di domenica in un poligono in via Carlo Cattaneo che si trovava al secondo piano di un piccolo capannone di circa 400 metri quadri.

Ancora da accertare le cause che hanno provocato l’incidente. L’esplosione ha causato un violento incendio. Sia i tre ustionati sia i due vigili del fuoco coinvolti nel crollo del solaio sono stati trasportati all’ospedale di Cona. Si indaga per accertare le cause del rogo a Portomaggiore.

Secondo una prima ipotesi, lo scoppio e il conseguente incendio sarebbe avvenuto per la saturazione di gas dell’ambiente all’interno del poligono, che è di proprietà di un’associazione privata. Altra ipotesi, più verosimile, ma tutta da accertare, potrebbe condurre alla grande quantità di munizioni custodite all’interno della struttura che in quel momento ospitava circa una decina di persone. Le fiamme, alte qualche decina di metri, sarebbero state alimentate anche dalle pareti insonorizzate del poligono.

Il sindaco di Portomaggiore, Nicola Minarelli, si dice sgomento per quanto accaduto domenica mattina: “E’ una tragedia che nessuno poteva aspettarsi. La comunità di Portomaggiore è sconvolta da questo drammatico incidente”. L’identità delle vittime non è stata ancora resa nota.

Crotone, cade da montain bike e muore. Tragedia a Melissa

Melissa Crotone.Cade da montainbike. Muore Cataldo IppolitoMELISSA (CROTONE) – Tragico destino per un appassionato calabrese di mountain bike. Un uomo di 38 anni, Cataldo Ippolito, pasticcere di Cirò Marina, durante una escursione in bici con amici a Melissa, Crotone, è caduto sbattendo violentemente ed è morto.

Lo sfortunato Cataldo Ippolito è deceduto sul colpo. Sono in corso accertamenti per capire la dinamica del tragico incidente. E’ probabile che abbia sbattuto la testa su una grossa pietra.

L’uomo, sabato aveva organizzato una uscita con i compagni della squadra dilettantistica “Cirò Mountain Bike, quando un certo punto, su un tratto evidentemente scosceso, dei classici percorsi da mountain bike, avrebbe perso in corsa l’equilibrio andando a sbattere il capo su un sasso.  Cataldo Ippolito, era protetto dal casco.

A nulla è valso l’intervento dei sanitari del 118 che lo hanno trovato già senza vita. Sconcerto e sgomento tra i colleghi appassionati di mountain bike che erano con lui. Commozione a Cirò dove Cataldo Ippolito era molto conosciuto.

Solbiate (Como), 75ene in cella per l'omicidio di Massimo Villa

Solbiate (Como), 75ene in cella per l'omicidio di Massimo VillaSOLBIATE (COMO) – Stamattina, i carabinieri della stazione di Olgiate Comasco, in Solbiate, hanno arrestato un 75enne di Solbiate, ritenuto presunto responsabile di omicidio preterintenzionale.

L’ordine di esecuzione per la carcerazione è stato emesso dal magistrato Valentina Mondovì della procura della Repubblica presso il tribunale ordinario di Como – Ufficio esecuzioni penali.

L’anziano, il 4 marzo 2013, in Binago (Como), presso il Bar “Edera”, aveva avuto un violento litigio, nato per futili motivi, con Massimo Villa, classe 1965, il quale, dopo essere stato colpito al volto, perdeva l’equilibrio battendo violentemente il capo al suolo e decedendo due giorni dopo presso l’ospedale civile di Varese.

L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato condotto presso la casa circondariale di Como dove dovrà scontare 5 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale.

Omicidio a Firenze, è giallo sulla morte di Ashley Olsen

Omicidio a Firenze, è giallo sulla morte di Ashley Olsen
Ashley Olsen in una foto del suo profilo Facebook

FIRENZE – Una donna americana di 35 anni, Ashley Olsen, è stata trovata morta stragolata oggi pomeriggio nella sua abitazione di via Santa Monaca 3, a Firenze, in zona Oltrarno.

A confermare l’uccisione per strangolamento è stato il medico legale, chiamato sul posto dalla Polizia che intervenuta a seguito dell’allarme lanciato dal fidanzato, pittore fiorentino, che ha raccontato di non vedere la donna da tre giorni dopo un litigio.

Ashley Olsen, originaria della Florida, viveva a Firenze da qualche anno. Secondo quanto trapelato, l’uomo, preoccupato, ha chiesto alla proprietaria della casa di portargli le chiavi e di andare con lui a vedere cosa fosse successo, poiché la donna non rispondeva al telefono. Appena entrati, la tragica scoperta. La donna era riversa sul letto con ecchimosi e graffi sul collo.

E’ giallo sull’omicidio. La proprietaria di casa, il fidanzato e alcuni amici americani sono in questura sotto interrogatorio.

Il corpo della vittima è stato portato all’obitorio, a disposizione dell’autorità giudiziaria che ha disposto l’autopsia per la serata di sabato. L’esame stabilirà cause, giorno e ora del decesso.

La procura di Firenze, intanto, ha aperto una inchiesta per far luce sul delitto della donna. Nessuna pista al momento è esclusa. Le indagini sono a 360 gradi.

Sul posto è poi giunta la Polizia postale che ha effettuato rilievi sui cellulari e sui computer della vittima.

 

Vibo Valentia, arresti e denunce dei carabinieri

Vibo Valentia, arresti e denunce dei carabinieri
Pistola e droga sequestrata dai carabinieri di Vibo Valentia

VIBO VALENTIA – E’ in corso, da parte dei carabinieri, una costante attività di contrasto ai reati predatori ed in materia di armi, soprattutto nella zona delle Serre, con quotidiani risultati operativi.

A San Nicola Da Crissa è stato arrestato in flagranza di reato il cittadino rumeno E. F., di 30 anni, per il furto di una banconota da cento euro da un registratore di cassa in un mini market del piccolo centro montano.

A San Calogero è stato denunciato un sessantacinquenne del luogo per furto di energia elettrica, e nel corso della medesima attività è stata rinvenuta una pistola calibro 22, risultata provento di furto, nonché un barattolo in cartone contenente 22 grammi di marijuana.

A Fabrizia, un sessantenne del luogo è stato denunciato per detenzione abusiva di munizionamento per armi comuni da sparo. Infine nella città di Vibo Valentia, una coppia di cittadini marocchini è stata denunciata dai militari perché stavano tentando di asportare dei capi di abbigliamento da un negozio del centro commerciale Vibo Center.
Sul campo sono impegnate tutte le articolazioni del comando provinciale di Vibo Valentia, supportate dagli specialisti dello squadrone eliportato “Cacciatori”.

Abaaoud, "la mente", in metro dopo attentati a Parigi. VIDEO

Abdelham Abaaoud, in metro dopo gli attentati a Parigi
Una sequenza di Abdelham Abaaoud, in metro dopo gli attentati a Parigi

E’ stato diffuso il video registrato dal circuito interno dalle telecamere di sicurezza della metropolitana di Parigi che mostra la “mente” degli attentati del 13 novembre, Abdelham Abaaoud, in una stazione insieme a un complice mezz’ora dopo gli attacchi nelle terrazze di diversi caffè parigini.

Le immagini, di cui si sapeva l’esistenza ma che non erano diffuse, sono state rese note da un’emittente privata, la tv M6, e mostrano Abaaoud apparentemente tranquillo, che entra senza pagare il biglietto nella metro insieme a un altro uomo, alla stazione Croix de Chavaux, nel sobborgo parigino di Montreuil.

Il secondo individuo, il cui volto appare “pixellato”, volutamente irriconoscibile, potrebbe essere, secondo l’emittente, la persona che si fece esplodere il 18 novembre, cioè cinque giorni dopo gli attacchi a Parigi, in un appartamento di Saint Denis, durante l’assalto delle forze di polizia in cui morirono tre persone: Abaaoud, sua cugina Hasna Aboulahcen (che si è fatta esplodere), e un terzo uomo ancora non identificato.

VIDEO CON ABDELHAM ABAAOUD IN METRO DOPO LA STRAGE DI PARIGI

Nel video, quello che è considerato il capo dei tre commando autori degli attentati del 13 novembre, in cui morirono 130 persone, appare sorridente, vestito con abito sportivo scuro e con vistose sneaker di color arancione. Le immagini sono state girate ale 22:14 ora locale, cioè più o meno mezz’ora dopo che il cosiddetto “commando delle terrazze” lasciò più di una trentina di morti in varie brasserie e ristoranti del distretti X e XI di Parigi.

La stazione metro è a circa 250 metri dal luogo dove apparve con vari kalashnikov la Seat Leon di color nero utilizzata dal commando jihadista. Gli inquirenti ritengono che da lì Abaaoud prese la metro per avvicinarsi alla sala Bataclan, dove ancora era in corso la presa degli ostaggi.

L’emittente mostra un’altra immagine esclusiva in cui Brahim Abdeslam -il cui fratello Salah, anche lui tra i terroristi degli attacchi, èancora in fuga- è nel caffè Comptoir Voltaire pochi minuti prima di azionare la cintura esplosiva con cui si fece saltare in aria e ferì gravemente una cameriera. Lo stesso reportage diffonde immagini statiche dei fratelli Abdeslam e di Mohamed Abrini, un altro dei complici fuggiti, in una pompa di benzina sulla strada verso Parigi la notte precedente gli attentati. Tutti provenivano dal Belgio.

Violenza di Capodanno a Colonia, scontri tra destra e polizia

Violenza di Capodanno a Colonia, scontri tra destra e polizia
Un momento degli scontri a Colonia tra nazionalisti e polizia

Scontri a Colonia tra la polizia e manifestanti dell’estrema destra nazionalista di Pegida, scesi in piazza per protestare contro il governo a seguito dei gravi fatti di Colonia, dove un migliaio di islamici organizzati hanno festeggiato il Capodanno molestando e stuprando alcune centinaia di ragazze.

Gli agenti al fine di disperdere i dimostranti, hanno utilizzato cannoni ad acqua e gas lacrimogeni. A loro volta, i manifestanti hanno lanciato bottiglie e petardi contro i poliziotti. Nella città si stanno svolgendo due opposte manifestazioni – quella di Pegida e dei collettivi di estrema sinistra – per le violenze contro le donne nella notte di Capodanno.

Secondo la polizia, a far degenerare la manifestazione della piazza della destra sono stati circa 800 hooligans presenti tra i 1.700 sostenitori di Pegida in piazza a Colonia. Un portavoce del movimento ha invitato tutti i partecipanti ad “andare a casa”, spiegando che “l’evento è ufficialmente terminato”.

Intanto, è di oggi la posizione della cancelliera Angela Merkel sulle violenze di Capodanno in Germania. “A Colonia la notte di Capodanno abbiamo assistito ad azioni criminali disgustose con donne attaccate e molestate”, ha detto aggiungendo che “vanno cambiate le leggi”. Norme che Merkel auspica siano più dure, e che poi vanno effettivamente applicate”.

La cancelliera ha anche annunciato che saranno espulsi dal Paese tutti i profughi condannati, anche quelli la cui condanna sia stata sospesa con la condizionale.

“Se un profugo trasgredisce le regole, allora ne subirà le conseguenze, questo significa che potranno perdere i loro diritti di residenza in Germania, a prescindere se abbiano ricevuto una condanna sospesa con la condizionale o immediatamente esecutiva”.

Le denunce delle donne molestate e stuprate Capodanno, secondo quanto riportano alcuni media tedeschi, aumenta di giorno in giorno. Dalle 90 di tre giorni fa, sfiorano trecento esposti.

Strage a Licola di Giugliano, morta intera famiglia

Licola - Giugliano - (Napoli), massacra con l'ascia moglie e figlia e tenta suicidio - Volodymir Havrylyuk
STRAGE A LICOLA MARE – Volodymir Havrylyuk, la moglie Marina (Nel riquadro la piccola Katia)

LICOLA A MARE – Morta una intera famiglia. E’ deceduto in ospedale anche l’operaio ucraino di 44 anni, Volodymir Havrylyuk, che stamani ha ucciso a colpi d’accetta la moglie di 30 anni e la figlia di 4 anni. L’uomo dopo avere ammazzato moglie e figlia, si era ferito alla gola con un coltello. La tragedia è avvenuta in una villetta che affaccia direttamente sulla spiaggia tra Licola Mare e Varcaturo, frazione balneare del comune di Giugliano, (Napoli).

Le vittime della furia omicida sono la moglie Marina, di 30 anni e la figlioletta Katia, di 4 anni.

Subito dopo avere massacrato la famiglia, l’uomo aveva tentato il suicidio. L’omicida era stato ricoverato in stato di fermo in ospedale, poi qualche ora dopo il decesso. Prima che arrivassero militari e soccorsi Volodymir Havrylyuk era insanguinato ma lucido. Al suo datore di lavoro ha detto: “Ho fatto un guaio”, spiegando di avere ucciso la consorte e la figlioletta.

L’imprenditore ha immediatamente allertato il 112 dicendo: “Correte in via Licola Mare, all’altezza dell’hotel Panorama, c’è una strage. Dentro una casa sulla spiaggia, vi aspetto fuori così vi indico dov’è”.

Spettrale lo scenario che si sono ritrovati carabinieri e soccoritori. Sangue dappertutto e i corpi senza vita della donna e della piccola Katia che, secondo quanto scrive il Mattino, era “sordomuta”.

La coppia, secondo quanto raccontano alcuni vicini, si era trasferita da un paio d’anni a Licola, dove vivono anche alcuni loro parenti. Una famiglia definita “abbastanza tranquilla”, con qualche lite sporadica ma nulla che facesse presagire un epilogo tragico di questa portata.

“Lui lo vedevo uscire di buon mattino – dice Franco, il guardiano di un vicino cantiere – e qualche volta si tratteneva con me per fumare una sigaretta. Un tipo tranquillo, una famiglia come tante altre. Non li ho mai sentiti litigare. Anche lei era una bravissima persona, molto discreta”.

Sul duplice delitto – suicidio indagano i carabinieri che cercano di fare luce sul movente dell’efferato crimine. Al momento sembra non esserci un perché. Sul posto anche la Scientifica e il magistrato di turno che ha disposto l’autopsia sui tre corpi.

Firenze, pakistano molesta 29enne. Arrestato per violenza sessuale

Firenze, pakistano molesta 29enne. Arrestato per violenza sessualeMentre a Colonia in questi giorni stanno manifestando i tedeschi per protestare contro le violenze sessuali su centinaia di donne a Capodanno, da parte di una rete organizzata di un migliaio di arabi e nord africani islamici, a Firenze un pakistano è stato arrestato perché ritenuto responsabile di aver molestato una donna.

All’uomo, 30 anni, è stato contestato il reato di violenza sessuale. Ad ammanettarlo, la Polizia di Stato dopo aver raccolto la denuncia di una donna di 29 anni, vittima degli abusi. Il pakistano avrebbe palpeggiato il seno e le parti intime della donna in piazza San Marco, in pieno centro cittadino, a Firenze.

L’episodio, che desta inquietudine dopo quanto successo a Colonia, risale alla scorsa notte. Intorno alle 4 la giovane – di ritorno da una serata trascorsa in compagnia di amici – ha percorso un tratto di strada da sola per raggiungere il fratello e tornare a casa con lui.

Ad un certo punto la vittima della violenza, si è resa conto di essere seguita ma, appena svoltato l’angolo, è stata raggiunta, immobilizzata e pesantemente molestata. Per fortuna, alla scena hanno assistito alcuni testimoni, in particolare un tassista.

“Quando ho visto che lui si avvicinava e la baciava, ho pensato fossero due fidanzati – ha raccontato più tardi agli agenti – ma poi ho sentito lei gridare “aiuto” e quando gli ho puntato addosso i fari dell’auto, lui si è subito allontanato a passo svelto”.

Chiamato il 113, il tassista ha preso a “pedinare” l’aggressore con la sua macchina ma nel giro di pochissimo sono arrivate le volanti della questura del capoluogo toscano che hanno individuato e bloccato l’uomo, in Italia con regolare permesso di soggiorno ma disoccupato e senza fissa dimora.

La donna, portata in stato di choc al pronto soccorso, è stata dimessa con una prognosi di 10 giorni per il forte stato d’ansia post traumatica.

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