13 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1144

Omicidio rumena, arrestati i fratelli Cioffo. "Uccisa per 500 euro"

Cipriano Cioffo e Arturo Cioffo arrestati ad Aversa per omicidio rumena a Villa di Briano
I fratelli Cipriano e Arturo Cioffo, arrestati ad Aversa

AVERSA (CASERTA) – Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri del reparto territoriale di Aversa hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 2 indagati ritenuti presunti responsabili di omicidio in concorso,  detenzione illegale di armi  e incendio. Si tratta dei fratelli Cipriano e Arturo Cioffo.

L’indagine venne avviata dai Carabinieri nel maggio 2015, a seguito del rinvenimento del cadavere di una donna rumena, Maria Veronica Sologiuc, 35 anni, colpita da colpi d’arma da fuoco alla testa, nelle campagne di Villa di Briano (Caserta).

La donna sarebbe stata uccisa per un debito di 500 euro. Il quadro agghiacciante è stato svelato dagli inquirenti per spiegare l’omicidio della donna freddata nelle campagne del Casertano.

“Allora che devo fare, lo devo uccidere come ho fatto per la donna di Villa di Briano”. E’ questa una delle intercettazioni ascoltate da pm e carabinieri che hanno portato all’arresto di due fratelli di San Cipriano d’Aversa, Cipriano e Arturo Cioffo, accusati dell’omicidio di Maria Veronica Sologiuc, 35 anni.

Il cadavere della donna fu ritrovato nei pressi del santuario di Villa di Briano il 20 maggio del 2015, con 3 colpi di arma da fuoco, una calibro 7,65, alla testa. La sua auto fu trovata, bruciata, dopo qualche giorno, non lontano dal luogo del delitto, nelle campagne di San Marcellino.

Un quadro indiziario molto particolare, così lo ha definito il procuratore del tribunale di Napoli Nord, Francesco Greco, per un omicidio maturato per un debito di 500 euro. L’indagine dei militari dell’Arma di Aversa, iniziata nel maggio del 2015 e conclusa nel settembre dello stesso anno, e svolta attraverso intercettazioni ambientali, telefoniche e una perquisizione a casa dei due fratelli che vivevano insieme in una villa bifamiliare, ha permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio sul delitto.

La donna aveva con i due assassini un rapporto di interessi illeciti, soprattutto truffe assicurative e traffico di autovetture, gestiti nel suo bar, e aveva una relazione con uno di loro, Cipriano. A essere ascoltate dai carabinieri come testimoni anche le mogli dei due fratelli, che, nel tentativo di creare un alibi ai mariti sono comunque cadute piu’ volte in contraddizione.

Da un’analisi dei tabulati dei telefoni della vittima e dei due fratelli, nonché dalle immagini di alcune telecamere nei pressi del luogo del delitto e dell’abitazione dei Cioffo, sono venuti alla luce i contatti telefonici con la vittima poco prima dell’omicidio e il passaggio delle loro autovetture nella zona del Santuario.

“Hanno cercato di mettere in piedi una esecuzione cercando di depistare le indagini – spiega Greco – sia bruciando l’auto, sia nella modalità dell’omicidio che nel mettere in bocca alla donna un anello con testa di serpente rinvenuto durante l’autopsia”. Nel corso di una perquisizione a casa dei Cioffo è stata trovata anche una scarpa, all’interno della cui suola vi erano documenti appartenenti alla vittima, due codici pin e una tessera sanitaria. Sulla scarpa, così come sul cruscotto dell’auto di Cipriano Cioffo, sono emerse tracce biologiche sia della 35enne che degli indagati. Dalle intercettazioni è emersa anche la preoccupazione espressa dai due fratelli per le indagini e in cui facevano riferimento alla benzina utilizzata per incendiare l’auto e alle scarpe.

Choc a Napoli, muore ragazza di 20 anni per un aborto

Choc a Napoli, muore ragazza di 20 anni per un aborto
L’ospedale Cardarelli di Napoli dove è morta la giovane Gabriella Cipolletta

Tensione questo pomeriggio all’ospedale Cardarelli di Napoli dopo la morte di una ragazza di 20 anni di Mugnano, Gabriella Cipolletta, che si era sottoposta ad una interruzione di gravidanza volontaria. La giovane, a quanto si apprende, sarebbe morta per una emorragia.

I familiari di Gabriella Cipolletta, hanno denunciato l’accaduto alla polizia dopo aver tentato di aggredire i medici del reparto di ginecologia del nosocomio partenopeo.

La ragazza sembra si sia accorta di essere incinta per caso. Scrive Il Mattino che Gabriella Cipolletta, avrebbe appreso la notizia in seguito all’inizio di una cura per un fungo della pelle. Sarebbe stato il suo medico a consigliarle l’interruzione della gravidanza dopo l’assuzione di un farmaco per la cura: questo per evitare eventuali malformazioni del feto.

La salma è stata sequestrata così come la cartella clinica. Da quanto si apprende la ragazza è stata sottoposta ad una serie di trasfusioni, quattro sacche di plasma, e sarebbe deceduta per uno “choc ipovolemico” alle 15di martedì pomeriggio.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha disposto l’invio degli ispettori ministeriali all’ospedale Cardarelli di Napoli.

Lecce, ergastolano Fabio Perrone trasferito a Catanzaro

Lecce, ergastolano Fabio Perrone trasferito a Catanzaro
Fabio Perrone

E’ stato trasferito nel carcere di Catanzaro, l’ergastolano evaso il 6 novembre scorso dall’ospedale di Lecce dopo aver prima sottratto una pistola all’agente penitenziario, e poi ferito tre persone. Fabio Perrone, al termine di complesse indagini da parte della polizia è stato arrestato sabato scorso nella città natale di Trepuzzi (Lecce).

Il trasferimento di Fabio Perrone, rinchiuso nella casa circondariale leccese di Borgo San Nicola, è stato disposto dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per motivi di opportunità.

Una fuga da film. La mattina del 6 novembre 2015, l’ergastolano era andato in ospedale per una colonscopia. Ma al terzo piano del nosocomio a messo in atto l’azione fuggitiva. Ha sfilato l’arma d’ordinanza a uno dei due agenti di polizia penitenziaria che lo accompagnavano e poi ha sparato ferendo un agente e un’altra persona.

GUARDA L’ARRESTO DI FABIO PERRONE

Uscendo fuori, ha fermato un’auto e ha fatto scendere la proprietaria sotto la minaccia della pistola. Poi la fuga e l’investimento di un’altra persona. La latitanza durerà oltre due mesi.

Qualche giorno fa, il 09 gennaio 2016, è stato catturato a Tripuzzi in casa di parenti. Portato prima in Questura e poi nella casa circondariale di Lecce, l’amministrazione penitenziaria ha disposto il trasferimento a Catanzaro per questioni di opportunità.

Ashley Olsen uccisa dal senegalese Diaw Cheikh Tidiane. Ha confessato

Diaw Cheikh Tidiane e la vittima Ashley Olsen
Diaw Cheikh Tidiane e la vittima Ashley Olsen

FIRENZE – E’ stato il 27enne senegalese Diaw Cheikh Tidiane, fermato ieri sera, a uccidere la 35enne Ashley Olsen a Firenze. L’uomo, ha confessato. “Non volevo uccidere. Abbiamo fatto sesso, poi litigato; l’ho spinta e ha sbattuto la testa. Non l’ho strangolata ma i segni sul collo sono il tentativo di rialzarla”, ha detto agli inquirenti Tidiane.

Ma l’esame dell’autopsia svela altro. La donna, ha spiegato il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, è deceduta per “strangolamento, ma la morte sarebbe sopravvenuta anche per altre lesioni: l’autopsia ha fatto rilevare due fratture al cranio”, ha detto il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo spiegando che l’omicidio “ha avuto sia un’azione contundente, sia un’azione di strangolamento”.

L’uomo ha quindi ammesso le proprie responsabilità. Non avrebbe avuto l’intenzione di uccidere. Tidiane ha detto di averla incontrata in un locale e di essere andato in casa con lei. I due – ha raccontato – hanno avuto un rapporto sessuale ma poi hanno litigato: lui l’ha spinta e lei ha battuto la testa. I segni di strangolamento sarebbero legati al fatto che avrebbe cercato di rialzarla.

Tra le prove finali che hanno fatto scattare il fermo “ci sono i risultati delle analisi del dna”, ha detto il procuratore Creazzo aggiungendo che dalla “casa sono stati presi reperti biologici, un profilattico e una cicca di sigaretta nel bagno”, che “grazie ad uno stratagemma degli investigatori è stato poi possibile comparare con il dna” del sospettato. Tra gli indizi il procuratore Creazzo ha evidenziato che alcuni testimoni “hanno visto Ashley allontanarsi dalla discoteca Montecarla uscendo con il senegalese” ed altri testimoni “hanno visto il senegalese entrare nella casa della ragazza con la ragazza”.

“Non c’è traccia di gioco erotico. E’ possibile che i due protagonisti non fossero lucidi. Aspettiamo gli esami tossicologici su Ashley – ha detto – Abbiamo elementi per pensare che avessero assunto sostanze che non li rendevano lucidi, alcol di sicuro, forse altro. Non risulta che si conoscessero”.

La clamorosa svolta nell’omicidio di Ashley Olsen, ieri sera quando la polizia ha fermato l’extracomunitario, nell’ambito delle indagini sulla morte della la 35enne americana uccisa nella sua casa dell’Oltrarno fiorentino. Il fermo è stato disposto dalla procura di Firenze.

L’accusa è di omicidio aggravato. L’uomo, un senegalese, secondo quanto trapela, sarebbe “lo spacciatore” individuato dagli inquirenti nei frame dei filmati delle telecamere di sorveglianza mentre cammina insieme alla vittima dal locale Montecarla di via de’ Bardi, fino a via Santa Monaca, dove c’è l’appartamento della Ashley Olsen.

Il cerchio attorno al killer si sta stringendo sempre più attorno ad alcune persone ritenute coinvolte nell’omicidio di Ashley Olsen, la 35enne americana trovata morta strangolata sabato scorso a Firenze. Le indagini si starebbero indirizzando soprattutto su almeno una dei esse. Fondamentali, secondo quanto apprende l’Ansa, sarebbero state le immagini delle telecamere di sicurezza. Al momento, tuttavia, non ci sarebbero ancora elementi sufficienti per provvedimenti giudiziari. Mistero sulla scomparsa del cellulare della donna.

In un primo momento si era ipotizzato che la donna fosse stata vittima di “giochi erotici”, ma questa pista apparirebbe debole. Ulteriori esami stabiliranno se ha fatto Ashley ha fatto sesso o no quella notte.

Ashley Olsen, la 35enne statunitense trovata strangolata a Firenze nel suo appartamento, è stata uccisa con un laccio, una corda o un cavetto. E’ quanto emerge dall’autopsia che escluderebbe segni di colluttazione. La giovane, insomma non avrebbe lottato con il suo assassino per cercare di salvarsi.

Saranno poi altri esami a stabilire se vi sia stato un rapporto sessuale e gli accertamenti chimico-tossicologici a chiarire se la vittima aveva assunto sostanze. Al momento, la procura non ha dato il nulla osta alla sepoltura. Ancora non ci sono indagati. Per il momento non ci sono immagini del portone della casa, ma gli inquirenti stanno lavorando su numerosi video. Dalle testimonianze emerge che la notte fra giovedì e venerdì Ashley è uscita dalla discoteca da sola, intorno alle 3-4 del mattino. Il cadavere è stato trovato alle 14 di sabato scorso.

Le indagini si starebbero concentrando sugli incontri fatti dalla donna nella notte tra giovedì e venerdì scorsi all’interno del locale Montecarla di via de’ Bardi, l’ultimo posto in cui è stata vista viva. Uno degli scenari vagliati in queste ore dagli investigatori, che nei giorni scorsi hanno sentito a lungo il fidanzato e gli amici della giovane, è che la 35enne possa essere stata uccisa da qualcuno incontrato, magari occasionalmente, proprio all’interno del locale. Tutte le ipotesi restano tuttavia aperte.

Sarebbe stata la donna a far entrare in casa l’omicida. Sulla porta non ci sono segni di scasso: fin da subito è stata esclusa la rapina. Altro elemento importante è che Ashley Olsen amava i cani. Ne aveva uno in casa. Il pet, dicono i vicini abbaiava spesso alla vista di sconosciuti. Quella notte, invece il cane è stato in silenzio. Segno che l’animale avrebbe già conosciuto in passato la voce e la faccia dell’assassino.

Rossano, tre arresti per acquisti con banconote false

Rossano, tre arresti per acquisti con banconote false
Il denaro falso sequestrato dalla Guardia di finanza a Rossano

COSENZA – La Guardia di finanza di Rossano ha arrestato tre persone, sorprese a fare acquisti con banconote false in un esercizio commerciale del centro della città dell’Alto Ionio.

I finanzieri, in borghese, in collaborazione con la Polizia, si sono insospettiti per i movimenti dei tre ed hanno deciso di effettuare un controllo. Gli spacciatori di false banconote hanno tentato di nascondersi tra la folla, ma sono stati inseguiti e bloccati. Perquisiti, si è scoperto che erano in possesso di altre banconote false.

I tre, due napoletani e un uomo di Corigliano Calabro, con diversi precedenti penali, sono stati arrestati e anche denunciati alla Procura della Repubblica di Castrovillari per spendita e detenzione di banconote da 100 euro false e per ricettazione. I beni acquistati ed il contante consegnato come resto per l’acquisito sono stati restituiti al commerciante che aveva accettato le false banconote.

Torino, presi autori violenta rapina in tabaccheria. VIDEO

Torino, presi autori violenta rapina in tabaccheria. VIDEO
I due georgiani ritenuti dalla Polizia gravemente indiziati della rapina a Torino. Shota Chuberidge e Baaka Kopaliani

Avrebbero messo in atto uno delle più violente e spietate rapine che si siano mai viste negli ultimi tempi non solo a Torino, ma in tutta Italia. Il titolare di una tabaccheria accoppato alle spalle, selvaggiamente picchiato, accoltellato e poi botte da orbi fino a renderlo quasi cieco. Una violenza inaudita che che solo criminali spietati sono capaci di fare. Secondo le conclusioni della Polizia di Stato di Torino, a compiere la brutale rapina del 17 dicembre scorso, in corso Belgio, sarebbero stati un profugo e un clandestino, entrambi georgiani.

Il commissariato di Dora Vanchigia, dopo giorni di indagini serrate, ha chiuso il cerchio attorno a Shota Chuberidge, di 26 anni e Baaka Kopaliani, di 31 anni. I due soggetti sono stati fermati perché gravemente indiziati di essere gli autori della rapina e dell’inaudita violenza contro l’esercente, come dimostrato dal video. A essere determinanti, oltre ad altri elementi, le immagini di videosorveglianza all’interno dell’esercizio e alcuni gratta e vinci che i banditi hanno rubato nella tabaccheria insieme a 4mila e 500 euro.

Quella mattina, ricostruisce la Polizia, il titolare dell’esercizio, un cittadino cinese, di oltre 60 anni, poco dopo l’apertura alle 7 del mattino, era stato violentemente aggredito da due uomini. Un primo uomo, il ventiseienne, era entrato nell’esercizio colpendo subito violentemente con calci e pugni il titolare della tabaccheria.

Il tentativo di reazione della vittima veniva soffocato anche dall’intervento del complice del primo aggressore, il quale, dopo aver abbassato la serranda della tabaccheria, si accaniva anch’egli sulla vittima. L’azione procurava all’esercente gravi lesioni al volto, al punto che neanche oggi l’uomo ha ancora recuperato la funzionalità di un occhio.

VIDEO CHOC DELLA RAPINA (Consigliato a pubblico adulto)

Nel corso dell’aggressione, infatti, l’esercente subiva ferite da arma da taglio inferte con un grosso coltello dal primo rapinatore, fendenti che interessavano il volto dell’uomo. Al termine dell’aggressione, i due si impossessavano di 4.500 euro in contanti e di “Gratta e vinci” per un valore di 6.000 euro e si allontanavano.

L’intera sequenza veniva registrata dalle telecamere della tabaccheria. Le immagini consentivano agli inquirenti di avere piena chiarezza dei fatti ma soprattutto di acquisire elementi sulle caratteristiche fisiche dei rapinatori. Inoltre, dal momento che erano stati asportati numerosi “Gratta e Vinci”, gli uomini del commissariato Dora Vanchiglia hanno pensato di accertare dove sarebbero state incassate le vincite dei tagliandi, provento della rapina.

Le articolate indagini hanno permesso di risalire a due tabaccherie entrambe ubicate nel quartiere San Paolo, a Torino. Di qui è stato possibile verificare che, in una delle tabaccherie, la vincita era stata ritirata da un uomo e una donna entrambi stranieri lo stesso giorno dell’aggressione.

La coppia e un loro amico, anch’egli straniero, inoltre, venivano riconosciuti come frequentatori di un’altra tabaccheria nella quale erano stati cambiati tagliandi vincenti.
I successivi servizi di osservazione hanno permesso agli inquirenti di risalire al domicilio della coppia: Kopaliani e la sua compagna A.M., georgiana di 26 anni. I due occupavano un alloggio in gestione ad una cooperativa sociale, utilizzato per ospitare profughi o rifugiati, infatti sia Baaka Kopaliani che la donna risiedono in Italia con quest’ultimo status.

L’uomo veniva riconosciuto come colui che era entrato in un secondo momento nella tabaccheria lo scorso 17 dicembre. Nella giornata di giovedì, i poliziotti del Commissariato hanno visto uscire dallo stabile monitorato anche Chuberidge, riconoscendolo sebbene avesse cambiato il colore dei capelli e tagliato il pizzetto per non farsi individuare.

All’atto del controllo, lo straniero, irregolare sul territorio nazionale, opponeva resistenza estraendo e brandendo un coltello (forse lo stesso utilizzato nel corso della rapina) verso gli agenti che riuscivano ugualmente a immobilizzarlo. Subito dopo nel suo alloggio veniva fermato anche il complice. La donna invece è stata denunciata a piede libero.
La Polizia non esclude che gli stranieri possano essere autori di altre rapine, commesse con analoghe modalità. Gli indagini degli inquirenti proseguono.

Maltempo in Calabria, vento forte in tutta la regione. Disagi

Maltempo in Calabria, vento forte in tutta la regione. DisagiCATANZARO – Vento forte dalla notte in tutta Calabria. I problemi maggiori per le raffiche più intense si registrano nel centro di Catanzaro dove sono stati scoperchiati alcuni tetti in lamiera, sono volati cornicioni e tegole.

Porte divelte dalle raffiche nella Galleria Mancuso. Non si segnalano persone ferite. Tutte impegnate le squadre dei vigili del fuoco del comando provinciale. Disagi per il vento molto sostenuto anche sulla zona jonica della provincia di Reggio Calabria e nel cosentino.

Camorra, due fermi a Caserta e Latina per estorsione

Camorra, due fermi a Caserta e Latina per estorsione - Angela Alessi e Cosimo PetruoloStamani, nelle province di Caserta e Latina, i militari della stazione dei carabinieri di Macerata Campania hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dal Pubblico di Ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di due persone per complessive sei estorsioni, tra consumate e tentate, tutte aggravate dal metodo mafioso.

Si tratta di Angela Alessi, nata a Latina nel 1966, e Cosimo Petruolo, nato a Caserta nel 1996. In particolare, il provvedimento scaturisce da indagini condotte tra i mesi di luglio e dicembre 2015, sia con attività tecniche che tramite testimonianze, nonché con l’acquisizione di filmati, dai carabinieri della Stazione di Macerata Campania (Caserta), che hanno permesso di accertare, a seguito della denuncia sporta da un imprenditore edile impegnato in un cantiere per la realizzazione di alcuni campi di calcetto nella Frazione Caturano del comune di Macerata Campania, la persistenza di presunti fenomeni estorsivi in danno di imprenditori nei comuni di Portico di Caserta e Macerata Campania.

L’attività investigativa si inserisce nel più ampio ambito di accertamenti condotti, sotto la direzione della Dda di Napoli, aventi ad oggetto le presunte attività illecite della famiglia camorristica Petruolo, operante nel Comune di Macerata Campania, e riconducibile al presunto clan Belforte di Marcianise, che già avevano portato all’esecuzione in data 09.11.2015 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per tentata estorsione aggravata a carico di Francesco Argenziano e Giovanni Iodice.

Il provvedimento di fermo – spiega la Dda partenopea – è stato eseguito nei confronti di Angela Alessi e Cosimo Petruolo, rispettivamente moglie e figlio di Filippo Petruolo, presunto referente del clan Belforte per il comune di Macerata Campania e comuni limitrofi, in atto detenuto in quanto condannato all’ergastolo per reati associativi, per attività criminose poste in essere in concorso con il citato Francesco Argenziano, non destinatario del decreto di fermo in quanto allo stato già detenuto.

Le risultanze investigative hanno permesso di accertare che Francesco Argenziano effettuava le presunte richieste estorsive su incarico di Angela Alessi, attività poi svolta da Cosimo Petruolo successivamente all’arresto di Argenziano.

L’attività delittuosa è stata posta in essere, in corrispondenza delle scadenze “tipiche” delle tre festività, Natale, Pasqua e Ferragosto, nei confronti di diversi imprenditori operanti nel settore dell’edilizia e della rivendita di materiale edile, nonché di titolari di concessionarie e di negozi di elettrodomestici, tra questi anche un soggetto che ricopriva l’incarico di consigliere comunale del comune di Macerata Campania.

Le vittime, sentite dagli inquirenti, non solo hanno confermato di essere state destinatarie di richieste estorsive, secondo il consolidato modus operandi che vedeva l’avvicinamento presso il cantiere con la tradizionale richiesta di denaro, ma anche di essere state oggetto di vere e proprie aggressioni fisiche”.

Esplosione a Istanbul. C'è l'Isis dietro la strage di tedeschi

Esplosione in piazza turistica a Istanbul. Morti e feriti
Soccorritori e polizia a iazza Sultanahmet, a Istanbul dove è avvenuta l’esplosione

ISTANBUL – Apparteneva all’Isis il kamikaze che si è fatto esplodere a Istanbul tra la folla di turisti, uccidendo 10 persone (otto turisti tedeschi e due peruviani) e ferendone altre 15, sempre stranieri. E’ accaduto nel quartiere turistico di Sultanahmet, una zona molto frequentata in quanto ospita le maggiori attrazioni turistiche della città.

Il kamikaze è un saudita di origini siriane di 28 anni. Fonti locali citate dai media turchi, dicono che il giovane camminava insieme a una donna (irrintracciabile) quando a un certo punto l’uomo, identificato come Nabil Fadli, ha fatto scattare il detonatore in mezzo a decine di turisti.

Una forte esplosione ha scosso martedì. attorno alle 10.30, Piazza Sultanahmet, a Istanbul. La deflagrazione ha causato almeno 10 morti e 15 feriti.

Al momento, riferisce l’agenzia Dha, non è ancora chiaro se si tratta di una esplosione causata da terzi, ma è molto probabile che la matrice sia del califfato islamico. L’area è molto frequentata dai turisti e ospita le maggiori attrazioni turistiche della città.

La polizia turca in via cautelativa, ha chiuso Piazza Sultanahmet dove si trovano la nota Moschea Blu e il Topkapi Palace. L’Unità di crisi della Farnesina si è immediatamente attivata ed è in contatto con il Consolato generale d’Italia a Istanbul per verificare l’eventuale coinvolgimento di italiani nell’esplosione. Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha attivato l’unità di crisi per gestire la situazione dopo l’esplosione.

Quarto, il M5S espelle dal movimento il sindaco Rosa Capuozzo

Quarto, il M5S espelle dal movimento il sindaco Rosa Capuozzo
il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo

Il sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo è stata ufficialmente espulsa dal Movimento cinque stelle. La notizia sul blog di Beppe Grillo. Il movimento le aveva chiesto di dimettersi, ma lei, che nell’inchiesta della procura di Napoli su presunte infiltrazioni camorristiche a Quarto non è indagata, non lo aveva fatto. Il “provvedimento” è scattato nelle ultime ore, quando sono emerse intercettazioni in cui in sindaco avrebbe subìto ricatti che non ha denunciato. “L’operato del sindaco non è lineare. Una posizione che approfondiremo”, aveva detto il pm Henry John Woodkock, titolare dell’inchiesta.

“Rosa Capuozzo è stata raggiunta da un provvedimento di espulsione dal Movimento 5 Stelle per grave violazione dei suoi principi. Perché siamo il Movimento 5 Stelle e non un Pd qualsiasi”. Con queste parole il blog di Beppe Grillo ha comunicato l’espulsione del sindaco di Quarto, piccolo comune in provincia di Napoli. A Rosa Capuozzo arrivano pressioni da più parti, Pd in testa,  che la invitano a fare un passo indietro.

“È dovere di un sindaco del Movimento 5 stelle – si legge sul blog del leader Cinquestelle – denunciare immediatamente e senza tentennamenti alle autorità ogni ricatto o minaccia che riceve. Perché noi siamo geneticamente diversi dai partiti che invece di sbattere la porta in faccia alla criminalità organizzata, come fatto a Quarto, la fa accomodare e sedere al proprio tavolo per spartirsi la torta”.

“La nostra differenza sta proprio nel non predicarla solamente, l’onestà, ma nell’applicarla giornalmente. Come diceva Paolo Borsellino in riferimento alla necessaria pulizia da fare all’interno dei partiti, non bisogna soltanto essere onesti, ‘ma apparire onesti’, al di fuori di ogni dubbio e al di sopra di ogni sospetto”, conclude il post, che ripercorre la vicenda giudiziaria e le intercettazioni che hanno coinvolto l’amministratrice campana.

“La camorra a Quarto ha perso, perché non è riuscita a incidere in alcun modo sull’amministrazione, e tutte le richieste pervenute sono state rimandate indietro duramente. Ma dalle parole di Rosa Capuozzo è evidente che si è trattato di un caso di ricatto da parte dell’ex consigliere Giovanni De Robbio, al contrario di quanto da lei stessa sostenuto nelle sue dichiarazioni pubbliche e di quanto riferito ai membri del M5S nei diversi incontri avuti, in cui ha parlato di semplici pressioni politiche”, conclude il blog di Grillo.

Milano, spari davanti a una discoteca. Bloccati tre "Latinos"

Milano, decapitata la gang latinos. 15 arresti del Barrio 18
Alcuni Latinos tatuati

Nelle prime ore di lunedì, i Carabinieri del nucleo radiomobile del comando provinciale di Milano sono intervenuti nei pressi di una discoteca di via Padova, dove, al transito della pattuglia, l’addetto alla sicurezza, un italiano del ’90, ha richiamato l’attenzione dei militari dell’Arma, indicando un SUV, dal quale, pochi istanti prima, era stato esploso un colpo d’arma da fuoco, all’indirizzo di una giovane frequentatrice del locale, una ventunenne di origini sudamericane.

I militari hanno immediatamente bloccato ed identificato gli occupanti della vettura ed hanno rinvenuto, nascosta sotto il bracciolo, tra i sedili anteriori, a seguito di un’accurata perquisizione personale e del veicolo, la pistola a salve appena utilizzata, risultata modificata e priva del tappo rosso.

Le verifiche hanno consentito di ricostruire che la grave intimidazione è giunta a conclusione di una lite, scaturita per futili motivi. I Carabinieri hanno quindi proceduto alla denuncia a piede libero dei 3 giovani, che occupavano il fuoristrada, un colombiano e un peruviano, entrambi del ’92, e un ecuadoregno dell’80, risultati vicini alle bande giovanili di strada latinoamericane, le cosiddette “pandillas”, da qualche anno presenti anche a Milano e caratterizzate dall’estrema violenza con la quale portano a compimento le proprie azioni criminali.

Proprio due giorni fa era stata registrata, sempre in via Padova, a Milano, un’azione vandalica da parte di alcuni Latinos equadoregni. In sei hanno prima fermato un bus della linea 56, hanno minacciato il conducente e sfasciato un finestrino del mezzo. La Polizia di Stato intervenuta sul posto ha arrestato due componenti della gang. A settembre era stata decapitata la banda dei Latinos di via Barrio.

Droga e contrabbando a Napoli, manette a 18 membri clan Lo Russo

Droga e contrabbando a Napoli, arrestati 18 membri clan Lo RussoNAPOLI – Diciotto persone ritenute affiliate al presunto clan camorristico dei “Lo Russo”, che opera nella zona nord di Napoli sono state arrestate dai Carabinieri in un’operazione scattata all’alba.

Durante il blitz i militari del Gico della Guardia di Finanza hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.

Gli arrestati sono ritenuti a vario titolo presunti responsabili di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti nonché di associazione finalizzata al traffico di tabacchi lavorati esteri e associazione finalizzata al contrabbando di carburante.

Nel corso di indagini coordinate dalla Dda di Napoli, i militari dell’Arma hanno documentato l’operatività del clan, dedito prevalentemente allo smercio di consistenti quantitativi di stupefacenti e individuato i responsabili di un consistente traffico internazionale di tabacchi lavorati esteri e di carburante.

“Lo Stato non abbassa mai la guardia e le nostre forze di polizia sono sempre più efficienti ed efficaci nella lotta alle organizzazioni dedite al malaffare”. E’ questo il commento del sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, coordinatore regionale del Nuovo Centrodestra in Campania, dopo aver appreso dell’operazione contro i presunti affiliati al clan Lo Russo.

“Il territorio della Campania e i suoi cittadini – ha aggiunto Gioacchino Alfano – meritano la massima attenzione da parte delle istituzioni per sconfiggere l’annosa piaga delle organizzazioni criminali che minano la legalità in una regione che, mai più di ora, deve rialzarsi e iniziare a correre per stare al passo delle nuove sfide e opportunità economiche, in seguito alle riforme che il Governo e il Nuovocentrodestra stanno portando avanti con impulso».

Soffocata con una busta in testa. Morta Beata Balon. E' mistero

Empoli, Beata Balon trovata morta soffocata. E' mistero
Beata Balon

Una donna polacca di 45 anni, Beata Balon, è stata trovata morta in un’abitazione a Ponzano di Empoli, in provincia di Firenze, con un sacchetto in testa. A scoprire il cadavere, intorno alle 8 del mattino di lunedì 11 gennaio, è stato il compagno della donna.

L’uomo, un vigilantes italiano, è già stato sentito dai carabinieri e dal sostituto procuratore Ornella Galeotti nel comando della compagnia carabinieri di Empoli. Gli investigatori, dai primi rilievi escluderebbero la rapina, mentre è da stabilire se si sia trattato di suicidio, in apparenza poco probabile, o di omicidio.

Secondo fonti investigative citate da La Stampa, l’uomo avrebbe riferito di aver dormito insieme a lei e che non si sarebbe reso conto di niente. Tra i due, stando al suo racconto, ci sarebbe stato un peluche a ostruire la “visuale”. L’interrogatorio è continuato anche nel primo pomeriggio. Una quindicina di parenti e amici dei due è stata chiamata per essere ascoltata dal magistrato.

Il decesso, da quanto trapela, è avvenuto per soffocamento o per strangolamento. Beata Balon, originaria di Varsavia, ma da anni in Italia, lavorava come addetta alle pulizie in una grossa cooperativa di servizi. La donna aveva due figli in Polonia nati da una precedente relazione. Con l’attuale convivente non aveva avuto figli.

Tanto nesuno capisie la mia soferenzza, da quando o perso mia madre non sono più io,e dura vivere qua in Italia esere…

Posted by Beata Balon on Domenica 8 novembre 2015

Stando a quando appreso, la donna avrebbe sofferto di crisi depressive e di problemi di alcolismo. Da qualche tempo aveva perso la madre e su Facebook aveva ammesso di soffrire e sentirsi sola. “Da quando ho perso mia madre, non sono più io. Nessuno capisce la mia sofferenza”.

Altri post confermerebbero che Beata Balon era in preda ad un forte stato di ansia ed esprimeva i suoi stati d’animo sul social network. Stati d’animo che a primo acchitto parlano di un grande disagio psicologico. La chiave del giallo è il compagno che ha passato l’ultima notte con lei. Gli investigatori indagano.

In particolare un altro status dell’8 novembre, svela particolari di un certo interesse. La donna nel porsi una domanda, risponde con il “suo italiano” che abbiamo cercato di mettere in lingua. “Credevo di aver trovato finalmente la persona più dolce del mondo! Ero molto felice e lo amo pure, purtroppo la mia malattia, che è la depressione per quello che ho passato, non vuole andare via”.

be una bella domanda? credevo di aver trovata finalmente la persona più dolcie del mondo! ero molto felicie e lo amo…

Posted by Beata Balon on Domenica 8 novembre 2015

“Io non voglio fare male a nessuno. Ci ho provato a rifarmi un’altra vita, ma il segno della vita precedente mi ha confusa, (resa) incredula senza fiducia per nessuno. Lo so, mi chiamate ubriacona, pazza. E va bene, forse è cosi, so solo chi è. Non sono felice, la vita mi fa schifo non voglio entrare nel particolari. Basta cosi! Il mio principe non c’è più; mi disprezza, mi sopporta, ma non c’è amore. Lo capisco, farei uguale come lui. Mi dispiace tanto, io lo amo ma non cambio (ricambia)!, nonostante le sue uscite fuori di testa!”.

[vc_text_separator title=”Artykuł napisany po polsku” color=”blue” border_width=”7″]

Beata Bałon, polka 45 łat, została znaleziona martwa w domu w Ponzano w Empoli w prowincji Firenza. Kobieta miała załozony worek na głowie. Zwłoki zostały odkryte w poniedziałek 11 stycznia o godz około 8 rano przez towarzysza. Mezczyzna z pochodzenia włoskiego został juz przesłuchany przez policje i zastepce prokuratora Ornelle Galeotti w miejscowym komisariacie w Empoli. Sledczy z pierwszych badan wykluczaja włamanie. Mozliwe jest samobojstwo albo morderstwo. Według zrodeł sledczych mezczyzna zeznał ze spałi razem i niczego sie sie spostrzegł bo pomiedzy nimi był pluszowy mis. Zeznania odbyły sie do południa. Zostałi tez przesłychani rodzina i przyjaciele. Smierc mogła nastopic wskutek uduszenia. Baeta Balon, była z Warszawy, we włoszech pracowała jako sprzataczka. W Połsce miała dwoje dzieci z poprzedniego zwiazku, z aktualnym towarzyszem nie miała dzieci. Jak wynika ze zrodeł kobieta mogła cierpiec na depresie i miec problemy z alkohołem. Na facebooku pisała ze cierpi i czuje sie samotna. Po stracie matki pisała ze nie jest soba i “Nikt niezna mojch cierpien”. Detektywi badaja sprawe.

Omicidio Ancona, Antonio Tagliata beve candeggina in carcere

Omicidio Ancona, Antonio Tagliata beve candeggina in carcere
Antonio Tagliata con la fidanzatina figlia dei coniugi uccisi

Avrebbe sentito “delle voci in testa”, Antonio Tagliata, il 18enne rinchiuso nel carcere di Ascoli perché ritenuto presunto responsabile di aver ucciso i genitori della fidanzatina 17enne, Fabio Giacconi e Roberta Pierini. Voci che lo avrebbero indotto a bere “candeggina”, probabilmente allo scopo di togliersi la vita.

Questa circostanza è stata raccontata dal giovane ai genitori. Il gesto, risale allo scorso martedì. Antonio Tagliata è stato portato in ospedale per accertamenti e poi di nuovo in carcere.

“Una voce mi ha detto di farlo”, ha riferito, secondo quanto ha reso noto il difensore Luca Bartolini. Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha confermato l’episodio: la candeggina, di quelle in dotazione ai detenuti per la pulizia delle celle, aveva un basso principio attivo e il ragazzo ne ha ingerita pochissima, tanto che non è stato necessario ricoverarlo.

E’ da giorni che Antonio Tagliata, detenuto nella “sezione protetti” nel carcere ascolano, dice di sentire “delle voci in testa”. Quando fu arrestato, raccontò agli inquirenti di essersi recato a casa dei Giacconi per parlargli – armato di pistola e tre caricatori – e riferì che a un certo punto “ho visto fumo e ho fatto fuoco di copertura”.

Chieti, assalto armato alla Caripe. Accerchiati e presi i 3 banditi

Sambuceto, Chieti, assalto armato alla Caripe. Accerchiati e presi i 3 banditi bottino 58mila euroSAMBUCETO (CHIETI) – Momenti di paura in una filiale della Caripe, quando attorno alle 14,40, tre rapinatori hanno fatto irruzione nella agenzia della Cassa di Risparmio di Pescara di via Po’, in  Sambuceto di San Giovanni Teatino (Chieti) impossessandosi di poco meno di 60mila euro.

La rapina è durata pochissimi minuti. Armati di pistola, i banditi hanno immobilizzato i dipendenti e avrebbero compiuto il colpaccio se non fosse stato per il sistema antirapina della banca che ha allertato carabinieri e polizia. Giunti subito sul posto, le forze dell’ordine hanno accerchiato l’istituto chiudendo ogni via d’uscita ai malviventi, che si sono arresi e sono stati arrestati.

I FATTI – Tre, italiani, dal chiaro accento abruzzese, venti minuti alle 15 di lunedì, sono entrati nell’istituto minacciando gli impiegati dell’Agenzia e sono riusciti ad arraffare in pochi istanti un cospicuo bottino.

Nel frattempo, il sistema antirapina dell’Istituto, aveva lanciato l’allarme che è stato raccolto contemporaneamente dai Carabinieri di Chieti e dalla Questura di Pescara.

Sul posto, quindi, si sono precipitati i carabinieri della stazione di Sambuceto che supportati da una pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Pescara e da una volante della Questura di Chieti, operavano in sinergia tra loro, accerchiando le uscite dell’istituto bancario nel quale i tre rapinatori si trovavano, insieme agli impiegati.

Sono stati sufficienti pochi istanti ed il perentorio ordine di arrendersi intimato dai militari intervenuti è stato prontamente eseguito dai malviventi, ormai spalle al muro e senza vie d’uscite che si sono arresi e sono usciti, abbandonando l’arma,  uno alla volta.

Sono stati così arrestati tre giovani italiani, tutti della Provincia di Pescara: si tratta di T.M. di 27 anni; M.M., 27enne e C.L. 26enne, noti alle forze dell’ordine. Le forze dell’ordine hanno recuperato l’intera refurtiva ammontante a circa 58.000 euro ed una pistola semiautomatica perfettamente efficiente e pronta all’uso.

Il brillante risultato – spiegano i carabinieri – oltre a confermare l’elevato livello di efficienza delle forze di Polizia nel territorio provinciale, evidenzia, altresì, il perfetto raccordo di coordinamento tra l’Arma dei Carabinieri e la Polizia di Stato che, nelle fasi concitate di un intervento a così alto rischio per l’incolumità delle persone e degli stessi militari ed agenti, hanno agito effettuando un’operazione che può definirsi “da manuale” salvaguardando l’incolumità personale di tutte le persone coinvolte, compresi gli stessi rapinatori, che dovranno ora rispondere al giudice di tentata rapina pluriaggravata, porto illegale di arma da fuoco ed altri reati che eventualmente emergeranno nel prosieguo delle indagini.

Riforma costituzionale, la Camera approva con 367 si

Riforme, la Camera approva il Ddl Boschi con 367 si
Riforme, la Camera approva il Ddl Boschi con 367 si

L’Aula della Camera ha approvato con 367 sì, 194 no e cinque astenuti il disegno di legge Boschi di riforma costituzionale. Il testo ora torna al Senato.

“Siamo soddisfatti, mancano ancora due passaggi e ora ci prepariamo al Senato”. Così il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha commentato uscendo dall’Aula il via libera della Camera al ddl di riforma costituzionale.

Bandiere tricolori nell’Aula della Camera: le hanno esposte i deputati M5S mentre Danilo Toninelli concludeva la sua dichiarazione di voto finale sulle riforme. La presidente Laura Boldrini ne ha chiesto la rimozione da parte dei commessi.

“Oggi quarto voto sulle riforme costituzionali: maggioranza schiacciante in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno. Stiamo dimostrando che per l’Italia niente è impossibile. Con fiducia e coraggio, avanti tutta”, esulta il premier Matteo Renzi su Facebook.

Il presidente del Consiglio pubblica una foto del tabellone dell’Aula della Camera dopo il voto sulla riforma costituzionale. “Due anni fa – sottolinea – nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece è tornata la politica, è tornata l’Italia”.

“I professori non più precari, la legge elettorale stabile, le tasse su case e lavoro che vanno giù, la disoccupazione che grazie al Jobs Act‬ finalmente scende, la giustizia civile che riduce gli arretrati: tutti provvedimenti votati da questo Parlamento”.

Il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, il meno amato d'Italia

Il sindaco di Crotone, Peppino Vallone, il meno amato d'Italia
Ultimo tra i sindaci d’Italia – Il primo cittadino di Crotone, Peppino Vallone

ROMA – E’ il sindaco di Crotone, Peppino Vallone il meno amato dagli italiani. E’ quanto attesta la classifica sul gradimento degli amministratori dell’Istituto demoscopico Ipr Marketing per Il Sole 24Ore. Il primo cittadino della città pitagorica, che guida una coalizione di centrosinistra, si colloca al centesimo posto con il 42%, perdendo 17,4 punti dal giorno della sua elezione nel 2011 (59,4). Peppino Vallone condivide il primato negativo con il sindaco di Alessandria Maria Teresa Rossa.

In Calabria, alla pari, al 41esimo posto, i sindaci di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, centrosinistra, (che perde 7 punti rispetto al 2014) e quello di Cosenza, Mario Occhiuto che guadagna un +1,7% rispetto allo stesso anno. A seguire Elio Costa, (liste civiche) al 63esimo posto con 52 punti (+1,2) e Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro, del centrodestra, con 48 punti (-2). Abramo è all’89esimo posto.

Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, è il vincitore in assoluto del “Governance Poll 2015″, la speciale classifica sul gradimento degli amministratori locali stilata dall’Ipr Marketing per il Sole.

Paolo Perrone, che guida una coalizione di centrodestra, realizza una crescita di due punti rispetto al consenso ottenuto lo scorso anno, ottiene il 62,5% che gli permette di balzare in vetta alla classifica dei sindaci più amati d’Italia.

Al secondo posto si piazza uno dei sindaci eletti quest’anno:  Luigi Brugnaro, primo cittadino di Venezia, centrodestra anche lui, ottiene l’incremento più rilevante, con un ulteriore balzo dell’8,8% rispetto giorno delle elezioni, e con il  62% si ferma ad un passo dalla vetta.

Al terzo posto, Matteo Ricci, alla guida del comune di Pesaro per il centrosinistra, con il 60% e un aumento di un punto rispetto al consenso dello scorso anno.

Scarica la classifica

Parigi, Salah Abdeslam in giro 12 ore dopo attacchi. FOTO

Parigi, Salah Abdeslam in giro 12 ore dopo attacchi
Cerchiato in bianco Salah Abdeslam. accanto a Attou Hamza

Sono state diffuse le prime immagini di Salah Abdeslam, il terrorista fuggitivo membro del commando degli attentati del 13 novembre a Parigi. Nelle immagini della videosorveglianza, svelate oggi in esclusiva dall’emittente BFM-TV, si vede il terrorista in un’area di servizio vicino al confine col Belgio poche ore dopo la strage.

Sono le 9.45 del mattino del 14 novembre. Salah sembra disteso, le mani in tasca. Dodici ore prima partecipava ai sanguinari attentati che hanno causato la morte di 130 persone tra i locali di Parigi e lo Stade de France a Saint-Denis. Al suo fianco, i due amici che da Bruxelles sono andati a prenderlo nella notte a Parigi per riportarlo in Belgio, Mohammed Amri, ritratto mentre fa il pieno alla Golf, e Hamza Attou, 21 anni.

Secondo l’avvocato di uno dei complici, i tre avevano appena fumato uno spinello. Durante il viaggio Parigi-Bruxelles la polizia li ha fermati per ben tre volte ma lasciandoli sempre liberi di andare. In quel momento il nome di Salah non era ancora legato ai massacri appena perpetrati nella capitale della Francia.

FOTO DI SALAH ABDESLAM ALLA STAZIONE DI SERVIZIO

Nella stazione di servizio, insieme agli altri due compari, Salah rimane per dodici minuti, tranquillo, con il volto scoperto e le mani in tasca. Poco prima delle dieci la Golf riprende il cammino verso Bruxelles. Abdeslam verrà depositato nel comune di Laeken, alle porte della capitale. Da allora di lui si sono perse le tracce. Amry e Hattou sono stati arrestati il giorno dopo a Molenbeek, nel primo blitz delle teste di cuoio.

Palazzo Adriano (Palermo), ucciso bracciante di 40 anni

Palazzo Adriano (Palermo), ucciso bracciante di 40 anni
La vittima, Luciano Pecoraro

E’ stato ucciso con due colpi di pistola, Luciano Pecoraro, 40 anni, bracciante agricolo, trovato ieri sera riverso per terra nel suo podere in contrada San Benedetto a Palazzo Adriano (Palermo).

Lo hanno stabilito i carabinieri della scientifica e il medico legale. Luciano Pecoraro, incensurato,  è stato trovato in una pozza di sangue.

Secondo i primi rilievi sono stati sparati due colpi uno alla faccia e uno alla nuca. La salma è stata portata nel reparto di Medicina Legale del Policlinico per l’autopsia. Sul fatto di sangue si indaga a 360 gradi.

Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone è il più amato d'Italia

Da sinistra i sindaci Paolo Perrone (1°, Lecce), Luigi Brugnaro (2°, Venezia), Matteo Ricci (3°, Pesaro),
Da sinistra i sindaci Paolo Perrone (1°, Lecce), Luigi Brugnaro (2°, Venezia), Matteo Ricci (3°, Pesaro),

E’ il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, il vincitore del Governance Poll 2015, cioè la speciale classifica sul gradimento degli amministratori stilata dall’Istituto demoscopico IPR Marketing per “Il Sole 24 Ore” e pubblicata oggi dal quotidiano economico.

Paolo Perrone, che guida una coalizione di centrodestra, realizza una crescita di due punti rispetto al consenso ottenuto lo scorso anno, ottiene il 62,5% che gli permette di balzare in vetta alla classifica dei sindaci più amati d’Italia.

Al secondo posto si piazza uno dei sindaci eletti quest’anno:  Luigi Brugnaro, primo cittadino di Venezia, centrodestra anche lui, ottiene l’incremento più rilevante, con un ulteriore balzo dell’8,8% rispetto giorno delle elezioni, e con il  62% si ferma ad un passo dalla vetta.

Al terzo posto, Matteo Ricci, alla guida del comune di Pesaro per il centrosinistra, con il 60% e un aumento di un punto rispetto al consenso dello scorso anno. Sono questi i sindaci che hanno conquistato le prime 3 posizioni del  “Governance Poll” 2015, sondaggio sul consenso di cui godono i sindaci dei comuni capoluogo. Al quarto posto si colloca il sindaco di Fermo, Paolo Calcinaro, (liste civiche), con una percentuale del 59,7.

I SINDACI DELLE GRANDI CITTA’. Nelle grandi aree metropolitane si registrano sorprese e conferme. Al quarto posto Piero Fassino, sindaco di Torino con il 59,7%, in sesta posizione, invece, con il 59,5%, Dario Nardella, primo nel Governance Poll dell’anno scorso, pur se in calo il consenso per Nardella rimane superiore a quello guadagnato nel giorno della sua elezione. Anche Antonio Decaro,  sindaco di Bari, sconta una flessione, ma comunque conferma percentuali alte di consenso (58,5%) e conquista il 16° posto. 

Particolarmente interessante il risultato del Sindaco uscente di Milano: Giuliano Pisapia balza in avanti sia rispetto all’indice dello scorso anno che al risultato delle elezioni raggiungendo il 58,3% arrivando al 18° posto in graduatoria. Una sostanziale tenuta per il sindaco di Napoli Luigi De Magistris che con il 50,5% ed il 76° posto si gioca la possibilità di rielezione nella prossima tornata elettorale. Leggermente sotto il 50%, invece, il primo cittadino di Bologna Virginio Merola che con il 49,5% si piazza in 88° posizione. Anche il sindaco di Genova Marco Doria è in calo e con il 48% arriva all’ 88° posto.

Tra i nuovi sindaci grillini destini diversi: mentre  a Parma Federico Pizzarotti si piazza a metà classifica in 49° posizione con il 54,3%, il protagonista della storica conquista di Livorno Filippo Nogarin, nonostante tutte le polemiche legate alla raccolta dei rifiuti, rimane stabile rispetto allo scorso anno al 50%,  quello di Ragusa Federico Piccitto cala, invece, al 49% e si colloca all’86° posto.

In generale, solo i primi 3 sindaci superano il 60% mentre ad essere al di sopra dell’asticella del 50% sono 84 sui 101 in carica, i rimanenti 17 sono sotto il 50.

Il sindaco, sia delle piccole che grandi città, è diventato nell’immaginario collettivo il riferimento più importante di intermediazione con il Governo – afferma Antonio Noto, direttore dell’Istituto IPR Marketing –  una sorta di portavoce delle istanze dell’opinione pubblica, ma al contempo gli si richiedono doti di management, sintesi politica e carattere duro. Se a livello nazionale i partiti sono stati sostituiti dal leaderismo personale spinto – conclude Noto – a livello locale questa tendenza è ancora più marcata ed il concetto di “un uomo solo al comando” si addice sempre di più a quello che i cittadini richiedono al proprio sindaco.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO