13 Ottobre 2024

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Milano, sgominata gang di bulli adolescenti a Bollate

Milano, sgominata gang di bulli adolescenti a BollateBOLLATE (MILANO) – Dopo il grave fenomeno di bullismo a Pordenone, che ha portato una adolescente di 12 anni a gettarsi dalla finestra di casa, c’è fermento tra le istituzioni italiane per portare la legalità nelle scuole.

Tuttavia, il bullismo è pericoloso anche fuori dalle mura scolastiche, soprattutto se si forma il cosiddetto “branco” che rende più “forti” e sicuri i singoli.

E’ di stamane la notizia positiva, che i carabinieri hanno disarticolato una gang di giovanissimi che terrorizzavano coetanei in un parco di Bollate, in provincia di Milano.

I giovani, agivano in gruppo, fermando e deridendo giovani studenti adolescenti cui sottraevano, con violenza, le biciclette ed i telefonini. Alcune volte le vittime sono dovute ricorrere alle cure dei sanitari per le percosse ricevute.

Il parco di Bollate, intitolato ad una “icona” della non violenza si era trasformato in un luogo pericoloso e pieno d’insidie, per gli adolescenti del luogo ma, grazie alle indagini dei Carabinieri, il parco è tornata ad essere meta di svago sereno e di divertimento.

I militari dopo avere raccolto alcune denunce da parte di genitori preoccupati, si sono messi all’opera ed in breve tempo hanno risolto la questione, individuando un gruppo di sedicenni che, in virtù della loro giovane età, sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Milano per concorso in rapina, violenza privata, lesioni, percosse e minacce.

Gli episodi accertati sono sei e si sono verificati tra il mese di novembre e dicembre dello scorso anno. L’aggressione si svolgeva sempre con il solito “modus operandi”: la vittima sia che fosse sola che in compagnia, veniva accerchiata, canzonata e poi picchiata. In alcuni casi è stato esibito anche un coltello a serramanico per aggravare la minaccia ed inasprire l’intimidazione.

Dopo l’intervento dei Carabinieri, che hanno convocato in caserma sia i genitori che i “bulli”, le aggressioni sono terminate ed il parco è ritornato ad essere il luogo tranquillo a disposizione di famiglie, giovani e anziani. Senza più bulli.

Scontro tra due metro a Cagliari. 70 feriti di cui 2 gravi. Inchiesta della procura

Impatto frontale tra due metro a Cagliari. 30 feritiCAGLIARI – Sale il bilancio dei feriti a Cagliari, dopo lo scontro frontale tra due convogli della metro leggera. 70 feriti di cui due in gravi condizioni.

Lo scontro è avvenuto martedi mattina verso le 8.30 nei pressi della stazione “Centro commerciale”, all’Auchan di Pirri.

Nell’impatto, che secondo le prime informazioni dei Vigili del fuoco sarebbe avvenuto a velocità moderata ma su di un unico binario, sarebbero rimaste ferite in un primo momento una trentina di persone. Bilancio salito per il doppio nel pomeriggio.

Uno dei macchinisti era rimasto incastrato tre le lamiere ed è stato liberato dai vigili del fuoco. Sul posto anche diverse ambulanze del 118.

Nessuno dei feriti, quasi tutti studenti che stavano andando a scuola, è in pericolo di vita. Più gravi le condizioni di uno dei macchinisti, che è stato prima soccorso dai vigili del fuoco, dopo essere rimasto incastrato nella cabina di guida, e poi dal 118.

Sul posto oltre alle ambulanze sono intervenute i vigili urbani, Polizia e Carabinieri di Cagliari. Ancora da accertare la dinamica dell’incidente ed il perché entrambi i treni si trovassero sullo stesso binario in direzioni opposte.

Secondo le prime verifiche, uno dei due convogli era appena partito dalla fermata del centro commerciale di Pirri e aveva percorso una quarantina di metri, mentre il secondo aveva lasciato la fermata di via Vesalio non troppo distante dal luogo in cui poi è avvenuto lo scontro. La velocità, quindi, non sarebbe stata elevata anche se il peso dei due convogli avrebbe reso difficile la frenata. Uno dei tram ha superato un cantiere ancora aperto lungo quel tratto di ferrovia, ma l’Arst esclude al momento collegamenti con l’incidente. Arrivati all’altezza del parcheggio del centro commerciale i due tram si sono scontrati frontalmente. La polizia municipale ha prelevato le scatole nere dei due tram.

La Prefettura continua a seguire la situazione al fine di fornire ogni notizia disponibile in ordine alla situazione dei feriti più gravi segnalati. Si può telefonare allo 070 60006243 o mandare una mail a rita.cozzolino@interno.it

ARST, ERRORE UMANO – “I nostri ingegneri sono qui al lavoro, al momento non sono in grado di spiegare nel dettaglio la dinamica, abbiamo avviato tutti gli accertamenti, speriamo di riuscire a sapere presto tutto. La cosa certa è che c’è sicuramente un errore umano”. Lo ha detto l’amministratore unico dell’Arst (l’azienda di trasporti regionale che gestisce anche il servizio di metro leggera), Giovani Caria, giunto sul posto dell’incidente di questa mattina alla periferia di Cagliari. “Siamo molto addolorati per i feriti e per i nostri operatori. Uno dei macchinisti è rimasto ferito gravemente – ha detto ancora Caria – i feriti sono stati soccorsi subito, ora stiamo facendo il possibile per accertare la dinamica dell’incidente”.

PROCURA APRE INCHIESTA PER DISASTRO –  Il sostituto procuratore di Cagliari, Guido Pani, ha aperto un’inchiesta per disastro ferroviario in merito all’incidente che questa mattina ha coinvolto due treni della metro leggera che si sono scontrati frontalmente all’altezza di via Vesalio, a Cagliari. Il magistrato non ha ancora disposto il sequestro dei convogli, anche se l’ipotesi al momento non viene totalmente esclusa, ma gli investigatori della Procura stanno raccogliendo gli elementi per comprendere se lo scontro sia dipeso da un errore umano o da un guasto tecnico.

SEMAFORO IN ZONA SPENTO DA TEMPO – Era spento il semaforo che gestiva il traffico nella zona tra via Vesalio e via Caracalla, teatro dello scontro tra i due treni della metropolitana leggera di Cagliari. “Sull’impianto semaforico – fanno sapere dall’Arst – c’è un’inchiesta tecnica in corso”. La polizia municipale sta effettuando un sopralluogo. Secondo quanto si è appreso, è da diverso tempo che in quel tratto della linea si procede a vista: in sostanza, giunto in via Caracalla il tram aspetta l’arrivo del secondo convoglio per dare la precedenza. Saranno le inchieste a stabilire se il semaforo non funzionante abbia in qualche modo provocato l’incidente.

STUDENTE FERITO, ABBIAMO AVUTO PAURA – “Ero in piedi sulla metro quando a causa dell’impatto sono stato catapultato in avanti finendo a terra, ho rotto un tubo poggiamani con la pancia. Abbiamo avuto paura, nessuno di noi ha capito cosa era successo, stavamo raggiungendo piazza Repubblica per andare a scuola”. Sono le parole di Lorenzo, uno degli studenti rimasti feriti nello scontro tra due treni della metro leggera avvenuto questa mattina alla periferia Cagliari. “C’era tanta gente a terra – racconta – qualcuno si è tagliato al volto cadendo”. Stefano, un altro studente, racconta la sua esperienza prima di salire sull’ambulanza per andare in ospedale per essere visitato. “Avevo le cuffie quindi non ho sentito il frastuono dell’impatto – dice – siamo stati sbalzati in avanti finendo a terra, ma fortunatamente lo zaino ha attutito il colpo. C’era gente terrorizzata, abbiamo aperto con la maniglia d’emergenza le porte e siamo scesi, eravamo molto spaventati”.

PIGLIARU SEGUE EVOLVERSI SITUAZIONE – Il presidente della Regione Francesco Pigliaru esprime la sua vicinanza a tutte le persone coinvolte nell’incidente della metropolitana di Cagliari e segue personalmente l’evolversi della situazione. Per verificare in tempo reale lo svolgimento delle operazioni di assistenza ai feriti, l’assessore della Sanità Luigi Arru ha chiesto il rinvio della commissione consiliare, mentre l’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana, si è recato subito sul luogo dell’incidente accompagnato dall’amministratore unico dell’Arst Giovanni Caria e dai tecnici dell’azienda.

ZEDDA, ACCELERARE RADDOPPIO LINEA – “Il nostro pensiero va alle persone ferite, a coloro che questa mattina hanno preso la metropolitana per andare al lavoro e scuola e mai si sarebbero aspettati di essere coinvolti in un incidente del genere, per fortuna non ci sono state vittime”. Lo ha detto il sindaco di Cagliari Massimo Zedda arrivato sul luogo dello scontro tra i due tram, insieme all’assessore alla mobilità Mauro Coni. “Al di là delle responsabilità, in questo momento è importante parlare si sicurezza e per farlo bisogna parlare del raddoppio della linea ferroviaria – ha sottolineato il primo cittadino – l’investimento per la realizzazione c’è, adesso bisogna accelerare il più possibile per far partire i lavori. Noi siamo pronti a dare ausilio e supporto”.

Cosenza, fiamme all'auto dei parenti di Antonio Taranto

Cosenza, fiamme all'auto dei parenti di Antonio Taranto
Antonio Taranto

COSENZA – Ignoti hanno incendiato, nella notte tra sabato e domenica scorsi, l’auto dei parenti di Antonio Taranto, il giovane di 26 anni ucciso nella notte tra il 28 e il 29 marzo scorsi, al secondo lotto di via Popilia, a Cosenza. L’auto era utilizzata dai fratelli del giovane ucciso.

Il veicolo, al momento dell’attentato, era parcheggiato sotto la casa dei familiari di Taranto. Si indaga per capire se l’episodio sia riconducibile all’omicidio del giovane.

Il presunto assassino del giovane, che sarebbe stato ucciso per un errore, era stato individuato, nel dicembre scorso, in Domenico Mignolo, 28 anni, legato alla cosca della ‘ndrangheta dei “Rango-Zingari”.

All’arresto si è giunti grazie ad intercettazioni e all’acquisizione di informazioni, anche da collaboratori di giustizia. Mignolo avrebbe ucciso Taranto sparando dal balcone della sua abitazione, nel quartiere di via Popilia. E questo perché sarebbe stato arrabbiato perché la cosca, durante un suo precedente periodo di detenzione, non gli aveva pagato lo “stipendio”.

Quella notte, gli animi si erano già riscaldati qualche ora prima, a seguito di una lite avvenuta in una discoteca. L’uomo, infatti, mentre era affacciato al balcone, alla vista di quello che riteneva il responsabile del mancato pagamento, avrebbe sparato con una calibro 38, colpendo però la persona sbagliata.

Massacro di Motta Visconti (Pavia). Ergastolo per Carlo Lissi

Carlo Lissi e la moglie uccisa insieme ai figli Cristina Omes
Maria Cristina Omes e il marito Carlo Lissi in una foto scattata il giorno del loro matrimonio

PAVIA – E’ stato condannato all’ergastolo Carlo Lissi, l’uomo di 34 anni accusato del triplice omicidio della moglie Maria Cristina Omes e dei figli Giulia, cinque anni, e Gabriele, venti mesi, sgozzati il 14 giugno 2014 a Motta Visconti (Pavia).

La sentenza del gup di Pavia prevedeva anche tre anni di isolamento diurno, poi la pena è stata ridotta perché Carlo Lissi era a giudizio con rito abbreviato. Il giudice ha riconosciuto le attenuanti generiche, subordinate però alle aggravanti contestate.

La strage è stata consumata nel giugno 2014 nella loro villa a un piano di Motta Visconti. Fu un triplice omicidio orrendo e efferato. La scena per i soccorritori è stata raccapricciante. Sangue dappertutto nell’abitazione. I bambini trovati uccisi nella loro cameretta, riversi su un piccolo letto matrimoniale, mentre Cristina Omes nella stanza della coppia. Sgozzati con un coltello da cucina, poi buttato via e ritrovato in un tombino. Sui corpi delle vittime furono rinvenute numerose altre lesioni che non fecero escludere un accanimento da parte dell’assassino.

Fu proprio Carlo Lissi ad allertare attorno alle 2 di notte i carabinieri, nel tentativo di deviare le indagini sulla pista di una rapina finita in tragedia. Fu infatti trovata la cassaforte aperta e lui raccontò di essere stato a vedere la partita dell’Italia contro l’Inghilterra, giù in paese. Il crudele massacro è stato commesso di sera. Poi è sceso giù in cantina, si è fatto una doccia ed è uscito con un amico per vedere il match. Testimoni che erano con lui raccontarono agli inquirenti che aveva anche esultato per i goal dell’Italia.

Avviate le indagini, Carlo Lissi fu ascoltato ma subito sono affiorate incongruenze. I magistrati non hanno creduto alla sua versione dei fatti facendolo cadere in vistose contraddizioni. Non erano stati i ladri, ma era lui l’assassino. L’uomo, prima fermato e poi arrestato, rese subito la sua confessione. “Sono stato io. Datemi il massimo della pena”. Il movente sarebbe che si era “infatuato” di una collega e che era “molto stanco della vita familiare”. Carlo Lissi faceva il consulente informatico a Milano, la donna aveva un negozio di ortofrutta.

Calabria stretta nella morsa del gelo. Temperature sotto zero

Calabria stretta nella morsa del gelo. Temperature sotto zeroLa Calabria è stretta nella morsa del gelo con la colonnina di mercurio che è scesa ulteriormente nelle ultime ore. Il picco del freddo si è raggiunto nella notte sulle vette della Sila con -18 gradi, ma anche nelle principali località della zona si è andati abbondantemente sotto lo zero con i -13 di Camigliatello “saliti? sino a -10 alle 11 di stamani. La coltre di neve ha superato i venti centimetri in alcuni luoghi dell’altopiano. Neve anche sul Pollino e sui rilievi oltre i 600 metri.

Il freddo intenso ha interessato anche i capoluoghi di Provincia, con la temperatura più bassa, -4, registrata nella notte a Cosenza, ma anche nelle altre città il freddo si fa sentire con 1 grado, di notte, a Catanzaro, 2 a Vibo Valentia e 4 a Reggio. Nel corso della mattinata si sono toccate temperature tra i 5 e gli 8 gradi. Stabile, invece, Crotone, che ha fatto registrare un + 7 sia di notte che stamani.

Condizioni meteorologiche avverse anche nella mattina di martedì 19 gennaio, dice la Protezione civile, con precipitazioni, anche a carattere di rovescio o temporale, su Basilicata, Calabria e Sicilia, che risulteranno a carattere nevoso al si sopra dei 300-500 metri sulla Basilicata e sulla Calabria settentrionale, al di sopra dei 500-800 metri sulla Calabria centro-meridionale.

Sono previsti anche venti forti dai quadranti orientali, con temporanei rinforzi fino a burrasca. Saranno possibili, infine, mareggiate lungo le coste esposte.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani criticità gialla per rischio idrogeologico in Calabria.

Quarto, Rosa Capuozzo accusa il M5S: "Ha preferito scappare"

Quarto, Rosa Capuozzo accusa il M5S: "Ha preferito scappare"
EX COMPAGNI DI PARTITO – Rosa Capuozzo con Roberto Fico

ROMA – Dura accusa del sindaco di Quarto al Movimento Cinque Stelle. Rosa Capuozzo ha scelto di scrivere su Facebook per esprimere la sua visione sul movimento dopo l’espulsione della scorsa settimana.

Scrive il sindaco:  “M5S scappato davanti lotta malaffare  E’ inutile avere le mani pulite se poi le si tiene in tasca. Il M5s ha avuto l’occasione di combattere il malaffare in prima linea con un suo Sindaco che lo ha fatto, ma ha preferito scappare a gambe levate, smacchiarsi il vestito, buttando anche il bambino insieme all’acqua sporca. Non si governano così i Comuni ed i territori difficili, non si abbandonano così migliaia di persone che hanno creduto in noi e nel movimento”.

“E’ stata fatta – prosegue -Rosa Capuozzo – una scelta politica in una stanza grigia di Milano. Io ho fatto una scelta di principio per i cittadini onesti di Quarto. É una forma di rispetto che Quarto meritava: rimanere e combattere. Ora – dice il sindaco – lavoreremo per il territorio in modo ancora più incisivo con i principi del movimento nell’anima. Mi ripeto citando Don Milani “è inutile avere le mani pulite e poi tenerle in tasca”, è l’atto d’accusa che il sindaco muove verso i vertici del M5S.

Intanto emerge il contenuto delle dichiarazioni del sindaco al Pm Woodcock:  “Ho informato immediatamente dopo l’onorevole Fico del mio interrogatorio e del contenuto di tale interrogatorio”. La risposta sulla circostanza se abbia informato il direttorio del M5S del suo interrogatorio sulle presunte minacce da parte del consigliere comunale Giovanni De Robbio avvenuto il 24 novembre scorso.

E' inutile avere le mani pulite se poi le si tiene in tasca. Il m5s ha avuto l'occasione di combattere il malaffare in…

Posted by Rosa Capuozzo on Lunedì 18 gennaio 2016

La  dichiarazione è contenuta nel verbale dell’interrogatorio, in qualità di teste, reso dal sindaco, il 12 gennaio scorso. In quella occasione Rosa Capuozzo rivela anche che percepì la natura illecita delle pressioni esercitate da De Robbio soltanto durante il terzo incontro con quest’ultimo che faceva riferimento ai presunti abusi edilizi eseguiti nell’abitazione dove vive con il marito.

A tale proposito il sindaco ha detto al pm che era intenzionata a registrare le conversazioni con De Robbio facendosi regalare da un parente una “penna” in grado di videoregistrare. “In quel momento – ha affermato – ero determinata a denunciare”. Il terzo episodio al quale si riferisce Rosa Capuozzo avvenne in Consiglio comunale dove ebbe un colloquio con De Robbio e che risale, spiega il sindaco, al 22 o al 23 novembre, prima cioè di essere interrogata in Procura.

“Se abbiamo chiesto le dimissioni del sindaco di Quarto pur non sapendo del ricatto significa che, se pure siamo garantisti dal punto di vista processuale, sappiamo che c’è il rischio che tra 5 o 6 anni l’inchiesta possa certificare che ci sia stato un numero di voti inquinati andati al ballottaggio al sindaco. Questo ci fa tremare”. Lo dice il deputato M5s Luigi Di Maio in una video-intervista a “Ciociaria Oggi” trasmessa dal blog dei parlamentari 5 Stelle. “Ci fa tremare – continua – perché abbiamo fatto un patto di onestà con i cittadini. Per questo abbiamo invitato fino all’ultimo il sindaco a dimettersi: non l’abbiamo abbandonata, abbiamo difeso un progetto. Molti – conclude – credono che bisogna essere omertosi ma non è il nostro caso”.

Catanzaro, Arturo Bova ascoltato in procura dai magistrati

Catanzaro, Arturo Bova ascoltato in procura dai magistrati
Arturo Bova

CATANZARO – Il consigliere regionale della Calabria Arturo Bova è stato sentito lunedì 18 in Procura, in qualità di parte offesa, dopo aver subito sabato scorso il secondo incendio dell’automobile in dieci mesi.

Bova, esponente del Pd, avvocato penalista e presidente della commissione regionale contro la ‘ndrangheta, è stato ascoltato dal Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, dai sostituti Graziella Viscomi e Vito Valerio, e dal comandante del reparto operativo provinciale dei carabinieri di Catanzaro, colonnello Alceo Greco.

Sul contenuto dell’audizione di Bova viene mantenuto il massimo riserbo. Gli investigatori, al momento, stanno svolgendo le indagini senza trascurare alcuna ipotesi.

Alcuni sconosciuti sabato notte, ad Amaroni, hanno incendiato l’automobile di Arturo Bova, un Suv dell’Audi, mentre il mezzo era parcheggiato all’esterno dell’abitazione del consigliere regionale. Nell’aprile dello scorso anno Bova aveva subito un episodio analogo con l’incendio di due sue automobili.

Intanto, nel piccolo centro del Catanzarese, dove l’esponente politico è stato sindaco per due mandati, si è svolto un consiglio comunale aperto dove è stato condannato il gesto intimidatorio subito dal consigliere regionale.

Arturo Bova,  alle elezioni regionali del 23 novembre 2014, venne eletto con 2.953 preferenze nella circoscrizione “Centro” con i “Democratici Progressisti”, lista che sostenne la coalizione di Centrosinistra che ha portato alla vittoria l’attuale governatore, Mario Oliverio. Nel mese di novembre 2015, Bova è stato eletto presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta del Consiglio regionale riportando 19 preferenze su 31 presenti e votanti in consiglio regionale.

Licata, choc in centro disabili per minori. Un arresto e 8 indagati

Licata, choc in centro disabili per minori. Un arresto e 8 indagatiLICATA (AGRIGENTO) – Alcuni dipendenti di una struttura per minori disabili avrebbero maltrattato fisicamente e psicologicamente dei minori, inabili psichici, affidati ad una comunità alloggio di Licata. Uno dei pazienti minorenni, sarebbe stato trovato legato al letto con una catena di ferro.

Una assistente sociale, responsabile della gestione della struttura, è stata arrestata e posta ai domiciliari, mentre per tre operatori è scattato il divieto di dimora nella provincia di Agrigento e l’amministratore è stato interdetto dall’esercizio.

L’ordinanza cautelare è stata disposta dal Gip del tribunale di Agrigento, Alessandra Vella su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Alessandro Macaluso. Nell’ambito dell’operazione, condotta dai carabinieri e denominata “Catene spezzate”, sono complessivamente otto le persone iscritte nel registro degli indagati; la struttura è stata sottoposta a sequestro preventivo.

In particolare, i carabinieri di Licata, nel corso delle indagini hanno rilevato che “senza alcuno scrupolo per la condizione di fragilità psico-fisica dei minori con deficit mentali e degli altri ospiti disabili”, gli indagati “ricorrevano sistematicamente all’inflizione di punizioni come il digiuno, il divieto di contatti telefonici con i familiari, la reclusione all’interno delle stanze da letto; sottoponevano quotidianamente un ospite a gravose limitazioni della propria libertà personale tenendolo il giorno e la notte legato con catene in ferro alla struttura metallica del proprio letto; mantenevano precarie condizioni igienico sanitarie all’interno della struttura utilizzando acque contaminate da batteri coliformi; distribuivano per il consumo alimenti in cattivo stato di conservazione e scaduti”.

Pordenone, bulli contro 12 anne e lei tenta il suicidio: "Contenti?"

Pordenone, bulli contro 12 anne e lei tenta il suicidio: "Contenti?"PORDENONE – Una ragazzina di 12 anni si è gettata stamani dal secondo piano della propria abitazione restando ferita in modo grave. Prima di lanciarsi nel vuoto, la piccola, che frequenta la seconda media, ha lasciato due lettere sulla scrivania: una ai genitori, scusandosi per il gesto; l’altra ai compagni di classe, con una frase emblematica, “adesso sarete contenti”.

La ragazzina è finita prima sulla tapparella del piano sottostante, che ne ha frenato la caduta, poi a terra all’interno del cortile. Rimasta sempre cosciente, la piccola è stata immediatamente soccorsa e ricoverata con prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva di Pordenone, dove i sanitari le hanno diagnosticato numerose fratture.

Per il sospetto interessamento dell’area spinale, si sta ora valutando il trasferimento all’ospedale di Udine. La madre si è accorta della vicenda quando, entrando nella sua camera, non ha trovato la figlia notando la finestra aperta. Allora si è affacciata e l’ha vista nel cortile. Le lettere lasciate sulla scrivania non sono state scritte oggi ma riportano una data della settimana scorsa, probabilmente giovedì.

L’adolescente, almeno dall’ultima lettera indirizzata ai compagni di scuola, sarebbe rimasta vittima di atti di bullismo da parte di alcuni coetanei a scuola. Una lettera che è un atto d’accusa pesante come un macigno.

Belvedere Marittimo, non si ferma all'Alt. Arrestato sorvegliato

Belvedere Marittimo, non si ferma all'Alt. Arrestato sorvegliatoBELVEDERE MARITTIMO (COSENZA) – E’ stato sorpreso alla guida della sua auto nonostante non potesse farlo perché sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza ed ha tentato la fuga dando vita ad un rocambolesco inseguimento che si è concluso col suo arresto. E’ accaduto nella notte a Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza.

I carabinieri hanno imposto l’Alt ad una Fiat Seicento condotta da Sergio Carrozzino. L’uomo non si è fermato al posto di blocco ed ha tentato la fuga per le strade della cittadina a forte velocità.

Nel corso dell’inseguimento avrebbe anche tentato più volte di speronare l’auto di servizio dei militari. L’inseguimento è finito quando Sergio Carrozzino ha perso il controllo della vettura ed è andato a schiantarsi contro un muro di contenimento.

L’uomo ha cercato di fuggire a piedi ma è stato bloccato. Carrozzino è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di violazione degli obblighi e resistenza a pubblico ufficiale.

Catania, fermati tre scafisti. Coinvolti in due sbarchi

Catania, fermati tre scafisti. Coinvolti in due sbarchi
La Dattilo – Cp 940 della Guardia Costiera che ha soccorso i migranti a Catania

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Catania, hanno fermato tre presunti scafisti per favoreggiamento all’immigrazione clandestina in merito allo sbarco dei 246 migranti e di un cadavere, giunti lo scorso 16 gennaio presso il porto di Catania a bordo dell’unità della Capitaneria di Porto “Dattilo CP 940”.

Si tratta di due adulti e minorenne: B. L. (classe 1990) e il minorenne G.D., del 1999; i due sono stati individuati quali componenti dell’equipaggio di un primo gommone su cui hanno viaggiato 131 migranti, mentre A. I. (classe 1987) sarebbe stato alla guida dell’altro gommone soccorso, con a bordo 116 migranti.

Gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Stato e del Gico della Guardia di Finanza, anche sulla scorta degli elementi raccolti dalla Guardia Costiera durante le operazioni di soccorso, hanno ricostruito la dinamica del viaggio acquisendo le prove necessarie all’adozione dei provvedimenti di fermo sotto il coordinamento dell’autorità giudiziaria. etnea.

Il pattugliatore ha trasportato anche il cadavere di un migrante che, in base a una prima ricostruzione dell’evento, durante le fasi del soccorso del secondo gommone, sarebbe caduto in mare, annegando.

Secondo le testimonianze acquisite nel corso delle indagini, altri cinque migranti, anch’essi a bordo del secondo gommone, sarebbero caduti in mare, risultando dispersi, nonostante le immediate ricerche.

Espletate le formalità di rito, i due maggiorenni fermati sono stati associati presso la casa circondariale “Piazza Lanza” di Catania, mentre il minorenne è stato accompagnato presso il centro di prima accoglienza di via Franchetti, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Tennis mondiale come la Fifa. Ombra di combine e corruzione

Tennis mondiale come la Fifa. Ombra di combine e corruzioneDopo il calcio, con lo scandalo di corruzione che ha investito la Fifa, un altro scandalo potrebbe investire il Tennis mondiale. Ad alzare l’ombra su possibili gare truccate,  fino a “Wimbledon”, alcuni documenti riservati in possesso della Bbc e BuzzFeed News. Le presunte combine riguarderebbero anche reti di scommesse al Nord Italia e Sicilia.

Secondo l’emittente britannica e il sito web d’informazione statunitense, che pubblicano la notizia nel giorno di inaugurazione di “Australia Open”, negli ultimi dieci anni 16 giocatori che si sono affermati nella top 50, sono stati ripetutamente segnalati alla Tennis Integrity Unit (Tiu) per match persi in modo sospetto.

Per nessuno di questi, compresi vincitori di tornei del Grande slam, sono stati comunque presi provvedimenti. La Tiu, organizzazione creata per indagare sulle accuse di truffe nel mondo del tennis, afferma da parte sua di tenere un approccio di tolleranza zero verso la corruzione legata alle scommesse.

I documenti entrati in possesso di Bbc e BuzzFeed includono i risultati di un’indagine istituita nel 2007 dall’Association of Tennis Professionals (Atp). Il suo scopo era di controllare attività di scommesse sospette dopo una partita tra Nikolay Davydenko e Martin Vassallo Arguello: i due giocatori sono stati giudicati ‘puliti’, ma le indagini si sono sviluppate in un’inchiesta molto più ampia su una rete di scommettitori legati a giocatori di alto livello.

“I documenti che abbiamo ottenuto – afferma la Bbc online – mostrano come le indagine abbiano trovato cartelli di scommettitori in Russia, Italia settentrionale e Sicilia che hanno guadagnato centinaia di migliaia di sterline con scommesse su partite truccate, tre delle quali giocate a Wimbledon”.

L’Association of Tennis Professionals (Atp) respinge le notizie in merito a episodi di presunte partite truccate non sanzionati, diffuse ieri sera da Bbc e BuzzFeed News. In una conferenza stampa oggi al Melbourne Park il presidente dell’Atp, Chris Kermode, ha “respinto assolutamente qualsiasi sospetto che prove di partite truccate siano state per qualsiasi motivo soppresse o non siano state oggetto di indagine”. Secondo l’emittente britannica e il sito web statunitense, i vertici del tennis non avrebbero tenuto nel giusto conto ripetute segnalazioni arrivate nell’ultimo decennio contro 16 giocatori classificati anche tra i primi 50 del ranking mondiale.

Cosenza, consorzio agricolo truffa ed evade 11 mln di euro

Cosenza, consorzio agricolo truffa ed evade 11 mln di euro consorzio agricolo SibariCOSENZA – Una truffa ai danni dell’erario per oltre 3 milioni di euro ed un’evasione fiscale per circa 11 milioni di euro sono state scoperte dalla Guardia di Finanza di Sibari. Le indagini, relative all’attività di un consorzio agricolo di produttori operante nel territorio della Sibaritide, avrebbe fatto emergere l’indebita percezione di contributi pubblici dal consorzio per un importo complessivo di circa 2,2 milioni di euro, concessi per la realizzazione di un programma di investimenti.

Per realizzare la truffa sarebbero state costituite due società ed utilizzate fatture false per circa 4 milioni di euro. Una prima società aveva il compito di sovrafatturare (per circa 150%) il costo dei lavori, delle prestazioni di servizio e delle cessioni di beni oggetto di finanziamento; la seconda, attraverso l’emissione di false fatture, consentiva la restituzione finanziaria del denaro.

Un’ulteriore truffa sarebbe stata compiuta ai danni dell’Inps, mediante il diretto coinvolgimento di falsi braccianti agricoli del consorzio. Il Consorzio agricolo, nel periodo 2011-2013, avrebbe denunciato all’Inps complessivamente 319 falsi braccianti agricoli. La falsa attestazione di assunzione di braccianti e la dichiarazione fittizia di circa 25.000 giornate lavorative, ha consentito di ottenere indebite indennità previdenziali ed assistenziali per oltre un milione di euro.

Il controllo della posizione fiscale del consorzio avrebbe evidenziato ulteriori gravi irregolarità risultando costituita una contabilità parallela dell’impresa, finalizzata a dissimulare la reale situazione economica della società. Complessivamente, sarebbe stata accertata l’omessa dichiarazione di circa 10 milioni di euro ed un’evasione di Iva per oltre 1 milione di euro.

Il Tribunale di Castrovillari ha disposto il sequestro dell’intero opificio e di un impianto industriale per la lavorazione di prodotti agricoli , per un valore complessivo di circa 7 milioni. La Sezione Giurisdizionale per la Calabria della Corte dei Conti di Catanzaro è stata inoltre informata di un danno erariale per circa 2,2 milioni di euro, pari all’importo pubblico erogato fino all’intervento dei finanzieri. Alla Procura della Repubblica di Castrovillari , che ha coordinato l’attività , è stata inviata una denuncia per truffa ai danni dello Stato e dichiarazione fraudolenta.

Etruria, Alfano: "Non cade il governo per Flavio Carboni"

Etruria, Alfano: "Non cade il governo per Flavio Carboni"
L’imprenditore Valeriano Mureddu

“Il Governo non sta in piedi o cade per Carboni”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano, con riferimento alla vicenda Banca Etruria di cui il quotidiano “Libero” ha rilanciato nei giorni scorsi alcune indiscrezioni che coinvolgerebbero il padre del ministro Maria Elena Boschi,  Pier Luigi; il faccendiere Flavio Carboni e l’imprenditore Valeriano Mureddu che presentò – secondo quanto scrive pure il Corriere della Sera – Carboni al padre del ministro per “aiutarlo con gli sceicchi del Qatar”, al fine di “salvare Etruria”.

“Su queste vicende – ha aggiunto Alfano – non cade il Governo”. “Tutta questa questione per cui una grande democrazia come l’Italia sia condizionata da quattro veri o finti massoni io non me la bevo”, ha sottolineato il ministro dell’Interno a proposito del ruolo di Flavio Carboni. “Ho ascoltato la Boschi in aula e lei ha avuto parole chiare di fronte a Parlamento che assorbono anche le vicende che si sono verificate dopo” ha aggiunto.

Intanto Flavio Carboni replica ai quotidiani: “Mi sono state attribuite affermazioni che non ho mai fatto, perché vogliono creare problemi al governo”. Flavio Carboni smentisce all’Ansa quanto riportato dai giornali, in particolare Libero, sulla natura dei suoi contatti con Pier Luigi Boschi, all’epoca vice presidente della Banca Etruria, e preannuncia iniziative giudiziarie. “Con Pier Luigi Boschi ci sono stati due soli incontri molto brevi – afferma Carboni – durante i quali non abbiamo parlato dell’Etruria”. Chi era in contatto con Pier Luigi Boschi, ribadisce Carboni, era Valeriano Mureddu, che glielo ha presentato.

Maltempo in Calabria, freddo, neve e gelo. In Sila -8 gradi

Maltempo in Calabria, freddo, neve e gelo. In Sila -8 gradi
Maltempo in Calabria: in Sila 15 centimetri di coltre bianca e -8 gradi

Gelo, neve e pioggia. L’ondata di maltempo annunciata sta facendo sentire i suoi effetti su gran parte della Calabria. In Sila la colonnina di mercurio, domenica 17 gennaio ha raggiunto i -8 gradi, ma le basse temperature caratterizzano un po’ tutta la regione, oscillando dai 6 gradi di Cosenza ai quasi 10 di Reggio, ma con le minime che hanno toccato i 2-3 gradi. A Camigliatello, una delle principali località sciistiche della Sila, la neve è arrivata a 15 centimetri.

Imbiancate cime anche a quote più basse, così come l’Aspromonte. Nel reggino è la pioggia a caratterizzare la domenica. Nessun problema è segnalato sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria e sulle principali strade della regione.

LA SITUAZIONE NAZIONALE PER LUNEDI’ – Nella prima parte della giornata di lunedì – scrive la Protezione civile nel suo bollettino nazionale – una saccatura in movimento verso est, alimentata dalla discesa di aria molto fredda di origine artica, sarà la causa di residue condizioni di instabilità al sud e sulle regioni centrali adriatiche, con precipitazioni a carattere nevoso fino a quote basse, e venti settentrionali ancora intensi.

Il dipartimento della Protezione civile, sulla base delle previsioni disponibili e d’intesa con le Regioni coinvolte – alle quali spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati – ha emesso un ulteriore avviso di condizioni meteorologiche avverse, che integra ed estende quello diffuso nei giorni scorsi I fenomeni meteo, impattando sulle diverse aree del Paese, potrebbero determinare criticità idrogeologiche e idrauliche.

L’avviso prevede dal pomeriggio di oggi, domenica 17 gennaio, il persistere di venti forti o di burrasca dai quadranti settentrionali su Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, con mareggiate lungo le coste esposte.
L’avviso prevede, inoltre, dalla serata di oggi, il persistere di nevicate – con apporti al suolo complessivi moderati – su Marche, Abruzzo e Molise fino al livello del mare.

Si prevedono poi nevicate su Basilicata e Puglia a quote superiori a 100 – 200 metri con apporti al suolo complessivi da deboli a moderati. Nevicate, infine, su Calabria e settori settentrionali della Sicilia a quote superiori a 300 – 400 metri, con temporanei sconfinamenti anche a quote inferiori, con apporti al suolo complessivi da deboli a moderati.

Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per domani criticità gialla per rischio idrogeologico localizzato su Abruzzo, zone costiere delle Marche e Puglia, mentre per rischio idraulico sul Molise.

Il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione

Posta in sicurezza la bomba bellica a Villa San Giovanni

Posta in sicurezza la bomba bellica a Villa San Giovanni
Artificieri dell’Esercito Italiano dell’11° Reggimento Genio Guastatori di Foggia al lavoro sulla bomba bellica a Villa San Giovanni

REGGIO CALABRIA – E’ stata messa in sicurezza con successo, la bomba della Seconda Guerra Mondiale ritrovata nell’ottobre scorso in località Acciarello, nel comune di Villa San Giovanni.

Le operazioni si sono concluse nella tarda mattinata, senza problemi. L’ordigno del peso di 500 libbre (225 chili circa) è stato posto in sicurezza attorno a una protezione di grossi contenitori di sabbia.

Circa un migliaio di persone, all’alba, hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per consentire che le operazione, coordinate dalla Prefettura di Reggio Calabria, si svolgessero senza incidenti. Gli artificieri dell’11/mo Reggimento Genio Guastatori di Foggia hanno rimosso la spoletta e poi hanno spostato l’ordigno che sarà fatto brillare domani in una cava a Reggio Calabria.

Nel corso dell’intervento, avvenuto in una zona poco distante dagli imbarcaderi per la Sicilia, è stata interrotta la circolazione sulla linea ferroviaria tra Reggio e Villa San Giovanni, con bus sostitutivi di Trenitalia, ed il traffico dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria è stato deviato su percorsi alternativi.

Sciame sismico in Molise, 5 giorni di paura. "Scuole chiuse"

Sciame sismico in Molise, 5 giorni di paura. Scuole chiuse
Sciame sismico in Molise mentre imperversa il maltempo con freddo neve e gelo

Il presidente della Regione Molise, Paolo Frattura, dopo lo sciame sismico, invita i sindaci dei Comuni della Regione che gravitano nel raggio di dieci chilometri dal luogo del’epicentro sismico e che dunque hanno potuto risentire dei contraccolpi delle scosse avvertite in maniera massicce ieri e nelle ultime ore a valutare la possibilità di chiusura degli edifici scolastici per la giornata di domani, lunedì 18 gennaio.

E’ stata una notte di paura quella appena trascorsa in Molise, mentre nella regione imperversa il maltempo freddo, gelo e neve Lo sciame sismico che da cinque giorni sta interessando la zona di Campobasso non ha concesso tregua: dopo quelle di ieri sera, nella notte si sono verificate altre dieci scosse, la più forte all’1.28, con magnitudo 3.2, che è stata nettamente avvertita dalla popolazione. Chi ha potuto, a Campobasso e nei paesi limitrofi, ha lasciato le case per spostarsi in zone più lontane dall’epicentro.

A Baranello il comune più vicino è stata allestita un’area per chi ha scelto di non trascorrere la notte in casa. “Da una prima verifica dello stato dei luoghi, centro storico, chiese e fabbricati abbandonati, – ha riferito il primo cittadino Marco Maio – non si registrano danni rilevanti.

Nessuna richiesta di assistenza sanitaria a persone e al momento non si segnalano criticità rilevanti”. Tutto questo avviene mentre la situazione climatica è precipitata: per tutta la notte hanno imperversato in Molise bufere di neve e la temperatura è di diversi gradi sotto lo zero. A Campobasso e nei comuni dell’hinterland il manto bianco ha superato i 20 centimetri e sono in azione da ore i mezzi spartineve.

Massacro dell'Isis a Dayr az Zor, Siria: 300 morti. "150 decapitati"

Massacro dell'Isis a Deir Ezzor, Siria: 300 morti e 400 ostaggi
La mappa della Siria. Il fermo rosso indica Deir Ezzor, dov’è avvenuta la strage dell’Isis

Nuovo orrore in Siria: i miliziani dell’Isis hanno assaltato ieri alcuni sobborghi di Dayr az Zor, nell’est della Siria, facendo strage tra i militari e i civili filo-governativi – 300 i morti secondo Damasco – e sequestrando centinaia di persone, 400 scrive l’Osservatorio nazionale siriano (Ondus).

“Almeno 150 persone sono state decapitate ieri dall’Isis nel massacro di Dayr az Zor, incluse decine di donne e bambini”, denunciano invece gli attivisti locali. I jihadisti hanno fatto strage “in due sobborghi controllati dal regime siriano a Dayr az Zor, Ayash and Begayliya”. “Li hanno uccisi casa per casa”.

Anche l’Ondus conferma che tra le vittime ci sono militari, paramilitari e le loro famiglie. I morti stimati dalle fonti ufficiali di Damasco sono 300, “in gran parte donne, bambini e anziani”. Alcune delle vittime “sono state crocifisse”. Non si fa alcun accenno a militari tra i morti, ma è una consuetudine della propaganda governativa siriana. Il premier Wael al-Halaqi ha puntato l’indice contro “tutti i Paesi che sostengono e finanziano l’orda terroristica dell’Isis”. [update 17-01-2016 ore 19:05]

I militanti dello Stato islamico hanno rapito oltre 400 civili in Siria, dopo un massacro compiuto a , nell’Est del paese. Secondo l’agenzia Sana, i jihadisti avrebbero ucciso 300 persone, “in maggioranza donne, bambini e anziani”, mentre l’Osservatorio nazionale per i diritti umani parla di almeno 135 morti, 85 civili e 50 combattenti del regime siriano.

Se confermata, sarebbe una delle più stragi di massa più gravi mai avvenute, e commessa in un unico giorno in quasi cinque anni di guerra civile in Siria. Combattimenti sono avvenuti in diversi quartieri della città e nella rivendicazione del “grande attacco”, l’Isis ha comunicato che i suoi miliziani hanno preso il controllo di Al-Baghaliyeh, periferia nord della città.

E’ è proprio qui che sarebbe avvenuto il massacro di civili. I 400 civili sunniti sequestrati sono stati rapiti ieri dai miliziani dell’Isis durante un assalto a Deir Ezzor sono state portate in altre aree controllate del gruppo terroristico.

Secondo l’Osservatorio, l’Isis controlla ora circa il 60% di Deir Ezzor, la capitale dell’omonima provincia, ricca di petrolio e confinante con l’Iraq. Sporadici combattimenti sono avvenuti anche oggi nella parte nord-occidentale della citta’, e aerei da guerra russi nella notte hanno bombardato Al-Baghaliyeh, in sostegno delle truppe di terra del regime siriano, che al momento controllano ancora il vicino aeroporto militare, nonostante ripetuti attacchi jihadisti

Catanzaro, 8 colpi di pistola contro negozio di mobili

Locri, indagato per omicidio colposo il minore che sparò al padre - CatanzaroCATANZARO – Otto colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro la porta di ingresso di un negozio di mobili situato in via Lucrezia della Valle, a Catanzaro.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della Compagnia di Catanzaro, che hanno avviato le indagini, la zona risulta videosorvegliata, per questo sono stati acquisiti i filmati delle videocamere.

Sul posto sono stati, inoltre, repertati tutti i bossoli delle munizioni esplose e alcuni frammenti di ogiva su cui saranno avviati gli accertamenti balistici. Al momento non si esclude alcuna ipotesi rispetto al movente. Si indaga a 360 gradi. Non si è esclude che l’episodio sia riconducibile a qualche richiesta di tangenti inevasa. dall’imprenditore.

Intimidazione a Nicola Gratteri. Sotto scorta il figlio

Nicola Gratteri - beni confiscati
Nicola Gratteri

E’ stato messo sotto tutela il figlio del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, protagonista di un episodio dai contorni ancora misteriosi ma che viene affrontato con la massima attenzione dalle forze dell’ordine.

La decisione è stata presa in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica dopo che due persone incappucciate hanno suonato al campanello dell’edificio in cui abita a Messina.

A seguito del fatto, è stato rafforzato anche il dispositivo di tutela dello stesso procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Gratteri è da anni sotto scorta per le tante minacce ricevute nel corso della sua attività di magistrato impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta, ai traffici internazionali di droga, ed ai rapporti con i cosiddetti colletti bianchi.

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Un inquietante episodio si è verificato a Messina. Coinvolto il figlio del magistrato antimafia, Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di Reggio Calabria ed autentica “bestia nera” della ndrangheta per le sue apprezzate e mirate inchieste sul traffico di droga.

Il figlio di Gratteri, che studia all’università di Messina, ha denunciato di essersi ritrovato sul pianerottolo di casa due uomini che avevano bussato alla porta di casa sua dicendo di essere due poliziotti.

Il giovane non si è fidato ed ha guardato da una finestra che affaccia sul pianerottolo rendendosi conto che i due erano incappucciati. Non ha dunque aperto la porta telefonando subito alla Polizia per denunciare l’episodio. Il giovane avrebbe visto i due finti poliziotti scappare via di corsa.

L’ipotesi investigativa considerata più attendibile è che si sia trattato di una intimidazione rivolta al giudice Nicola Gratteri. Immediata e generale la solidarietà venuta sia dal mondo politico che da esponenti della società civile nei confronti di Nicola Gratteri, uno dei magistrati italiani più brillanti ed apprezzati (nonché più esposti) e da sempre impegnato in prima linea nella battaglia contro la ndrangheta ed i suoi miliardari ed internazionali traffici di stupefacenti. Indagini sono in corso per risalire all’identità dei due falsi poliziotti.

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