13 Ottobre 2024

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Bari, volevano uccidere ispettore di Polizia. 7 fermi

Catania, sequestro per 12 milioni di euro a clan Carateddi | Foggia - Bari - IspettoreLa volontà di uccidere un ispettore di Polizia di Foggia emerge dalle intercettazioni dell’indagine della Dda di Bari che ha portato oggi al fermo di 7 affiliati al clan Moretti – Lanza -Pellegrino, indiziati di detenzione e porto d’armi da guerra e comuni da sparo, rapina ed estorsione, con l’aggravante mafiosa. Un ottavo pregiudicato è irreperibile.

La conversazione è del 19 gennaio scorso. Dal telefono intercettato di Alessandro Moretti parte inavvertitamente una telefonata e si riconoscono – in ambientale – le voci di Moretti e Francesco Abruzzese (entrambi fermati oggi) che si trovano assieme.

Il secondo dice al primo esplicitamente di essere intenzionato a uccidere Angelo Sanna, ispettore capo in servizio presso la Squadra Mobile di Foggia, dicendo anche di volergli incendiare l’automobile. “Io sono un killer, bastardo in faccia… quel cornuto di Sanna… lo devo sparare in testa… lo devo sparare… mò gli devo accendere la macchina”, dice Francesco Abruzzese. (Ansa)

Google ha "evaso" 300 milioni. Big G. "Noi rispettiamo leggi"

Sede GoogleGiovedi mattina la Procura della Repubblica di Milano e la Guardia di Finanza hanno notificato a Google un “processo verbale di accertamento” per la riscossione di qualche centinaio di milioni di euro. Lo riporta il quotidiano La Repubblica. “Dal 2008 al 2013 il motore di ricerca di Mountain View avrebbe evaso il fisco italiano per circa 300 milioni di euro”, si legge.

Cifra che tuttavia sarebbe l’imponibile. Le tasse che il gigante del web avrebbe evaso in Italia ammonterebbero a circa 227 milioni di euro, tra il 2009 e il 2013, su un imponibile di circa 300 milioni di euro. Risulta dalla verifica fiscale su una società irlandese del gruppo di Google conclusa oggi dalla Gdf di Milano con l’atto in corso di notifica sia alla Procura di Milano sia all’Agenzia delle Entrate.

“Dopo l’apertura dell’inchiesta penale per “dichiarazione fraudolenta” da parte del dipartimento guidato dal procuratore aggiunto milanese Francesco Greco – il sostituto titolare del fascicolo è Isidoro Palma – a Google viene imputato di aver evaso le tasse per una cifra pari a 800 milioni facendo risultare sede fiscale della società l’Irlanda e non l’Italia.

Dopo mesi di trattative tra le parti – accordi trapelati ma poi smentiti, offerte che si aggiravano tra i 150 e i 200 milioni fino a poche settimane fa – l’atto formale firmato dalla Guardia di Finanza metterebbe Google con le spalle al muro. “Google rispetta le normative fiscali in tutti i Paesi in cui opera: Continuiamo a lavorare con le autorità competenti’ è la replica dell’azienda di Mountain View.

Rossano, estorsioni con riti satanici. Una denuncia

Rossano (Cosenza), estorsioni con riti satanici. Una denuncia
Il materiale sequestrato a P.M. a Rossano

Un esercente di Rossano è stato vittima di ripetute estorsioni che venivano perpetrate anche con l’ausilio di minacce e riti satanici al fine di spaventarlo.

Per questa ragione un uomo di 52 anni, P.M., è stato denunciato dalla polizia di Stato di Rossano perché ritenuto responsabile di estorsione, minacce e falsità materiale commesse da privati.

I poliziotti sono intervenuti presso un pubblico esercizio della città ionica, a seguito di specifica richiesta di intervento delle forze dell’ordine da parte del titolare dello stesso locale.

Il proprietario ha riferito agli agenti di essere già da  diverso tempo vittima di estorsione da parte del 52enne e che i soldi gli venivano estorti  attraverso minacce di sortilegi non solo a suo danno ma anche a danno dei propri familiari.

Il rifiuto di consegnare il denaro da parte dell’esercente, avrebbe scatenato una colluttazione che aveva coinvolto sia P.M. , lo stesso titolare ed altri avventori intervenuti in suo aiuto.

L’attività investigativa svolta dalla polizia di Stato, ha permesso di accertare che  richieste di denaro venivano effettuate da parte del denunciato anche ad altre persone dallo stesso minacciate di ogni tipo di maleficio.

A tale proposito, a seguito di perquisizione del veicolo con il quale P.M. era giunto sul posto, veniva rinvenuto materiale utilizzato per rituali esoterici-satanisti.

Sono in corso ulteriori accertamenti da parte del personale del Commissariato della Polizia di Stato di Rossano

Gioia Tauro. Non si fermano all'Alt: 2 arresti dopo inseguimento

Gioia Tauro. Non si fermano all'Alt: 2 arresti dopo inseguimentoViolano il regime della sorveglianza speciale e non si fermano ad un posto di blocco, mettendo in atto un pericoloso inseguimento. Due uomini di Gioia Tauro, Marco Amato, di 41 anni e Damiano Bevilacqua, di 27 anni, sono stati arrestati da uomini dei carabinieri e della polizia di Stato di Gioia Tauro.

I due, pregiudicati e già sottoposti a misure giudiziarie, lo scorso lunedì sono saliti a bordo di una Fiat Punto per farsi forse un giro in città, ma quando hanno trovato i militari dell’Arma che gli hanno imposto l’Alt, non si sono fermati e si sono dati ad una fuga rocambolesca innescando un inseguimento ad alta velocità per diversi chilometri per le vie del centro cittadino.

Una volta raggiunti in via Zungri, a seguito di “manovre di accerchiamento” operate con numerose pattuglie dell’Arma e della Polizia, fatte convergere sul luogo, Bevilacqua, spiegano gli investigatori, ha tentato un’ulteriore fuga a piedi ma veniva bloccato dopo circa 500 metri.

All’esito delle verifiche Amato, risultava senza patente a bordo di un’autovettura di proprietà di un’altra persona e sprovvista dell’assicurazione obbligatoria e di revisione, mentre la successiva perquisizione veicolare e personale, effettuata dai militari operanti, consentiva di rinvenire, a bordo del veicolo, diversi grimaldelli ed attrezzi da scasso.

Milano, arrestati 19 albanesi per prostituzione e droga

Milano, arrestati 19 albanesi per prostituzione e drogaMilano, Monza, Rimini, Albania e Slovacchia. Dall’alba di questa mattina, i carabinieri del comando provinciale di Milano, coadiuvati nella fase esecutiva da quelli di Monza e di Rimini e, per il tramite del servizio per la cooperazione internazionale di Polizia, dai collaterali organi di polizia albanesi e slovacchi, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari emessa dal gip di Milano, su richiesta della Procura della Repubblica meneghina, nei confronti di 19 cittadini di origine albanese per favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’attività investigativa ha consentito di ricostruire, per il periodo compreso tra il settembre 2014 ed il giugno 2015, le presunte condotte criminose degli indagati che “controllavano” la prostituzione “da strada” di giovani donne costrette, in alcuni casi anche con gravi minacce, a vendere il proprio corpo in alcune zone della città di Milano (Stazione Centrale, corso Lodi) o in comuni dell’hinterland (Trezzano sul Naviglio e Paullo).

L’operazione, che ha assunto la denominazione convenzionale di “Tempesta 4”, costituisce l’ulteriore filone di un’articolata e complessa manovra, condotta dai carabinieri di Milano che, dall’autunno del 2011, ha consentito di disarticolare molteplici sodalizi criminali responsabili – in Milano e provincia – delle medesime condotte delittuose in danno di ragazze originarie dell’Europa dell’Est e di arrestare, complessivamente, un centinaio sfruttatori.

L’azione strategica svolta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano, finalizzata all’aggressione del fenomeno della prostituzione in strada, è stata condotta nel tempo attraverso lo svolgimento di diverse operazioni di servizio ed in particolare: con quella denominata “Tempesta 1”, dell’aprile 2013, i Carabinieri hanno eseguito, complessivamente, 30 provvedimenti cautelari e proceduto al sequestro di 320 gr. di cocaina e di 7.000 euro; con “Tempesta 2”, risalente al febbraio 2014, i militari operanti hanno dato esecuzione a 46 misure cautelari e al sequestro di 141 kg. di marijuana, 2 pistole con matricola abrasa e 1.400 euro in contanti ed, infine, con “Tempesta 3”, nell’ottobre del 2014, sono state tratte in arresto altre dieci persone, colpite da altrettanti provvedimenti restrittivi.

Hamil Mehdi pregava tra i tappeti e sognava la guerra dell’Isis

Hamil Mehdi
L’arresto di Hamil Mehdi

Emergono particolari inquietanti nell’inchiesta antiterrorismo che ha portato all’arresto del giovane marocchino, Hamil Mehdi, il presunto foreign fighter di Daesh arrestato ieri a Luzzi, in provincia di Cosenza, perché dopo 7 mesi di indagini è stato ritenuto un fanatico dell’Isis pronto a “sposare la causa” del califfato. L’uomo, che ha tentato di andare in Turchia era stato respinto per motivi di sicurezza pubblica.

Secondo le risultanze investigative della Polizia di Stato di Cosenza, che diffonde altri video (di cui alcuni trovati dalla polizia nel computer dell’aspirante jihadista), le giornate e la vita di Hamil Mehdi, sono costituite dalla consultazione sistematica e ripetuta in modo ossessivo di video di auto addestramento e che riproducono scenari di guerra nelle zone controllate dal  “Daesh” (ISIS – ISIL).

Anche lunedì, subito dopo l’arresto, appena giunto presso la Questura di Cosenza,  il giovane compiva un gesto simbolico chiedendo  un posto dove potersi lavare le mani e di poter pregare.

VIDEO

I connotati salienti della personalità di Hamil Mehdi, spiegano gli investigatori, si rilevano anche dallo stringata dotazione al seguto per il viaggio che secondo le sue intenzioni doveva essere senza ritorno, erano un tappetino per la preghiera, (Musallah) il pantalone di una mimetica militare da combattimento ed una rivista dei fratelli musulmani contenente i comportamenti da tenere da un buon musulmano, secondo il Corano.

Nei filmati che ossessivamente giornalmente visionava il presunto foreign fighter, si susseguono scene di auto addestramento sui quali campeggia l’immancabile bandiera nera del califfato, nonchè decapitazioni, omicidi di massa con successive sepolture in fosse comuni attraverso l’impiego di una ruspa.

Particolarmente significative le immagini inerenti i preparativi del martirio di tale Abu Salem Addarawi il quale, comunica che il destino dei fratelli musulmani è quello della lotta armata e poi,  con espressione particolarmente efficace, si fa collegare da un fratello i fili di una cintura esplosiva  e, quando una voce fuori campo gli chiede se non gli faccia paura l’esplosivo, risponde che la cosa importante è quella di uccidere i nemici di Allah; mentre in una scena successiva lo stesso riferisce che:  “Sta legando le chiavi del paradiso con le sue mani”.

Cosenza, muore un neonato in sala parto. Aperta inchiesta

Cosenza, muore un neonato in sala parto. Aperta inchiestaAncora una morte in sala parto. Nel pomeriggio di lunedì è morto un neonato nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza. A darne comunicazione è stato lo stesso direttore generale dell’Asp calabrese, Achille Gentile, che sul caso ha aperto una indagine interna. Al momento non si conoscono dettagli sulle cause che hanno portato al decesso del piccolo.

La direzione, informata dal direttore facente funzioni dell’Unità operativa del nosocomio, il ginecologo Clemente Sicilia, spiega che “l’indagine ha lo scopo di acquisire gli elementi necessari per una compiuta valutazione dell’accaduto, accertare eventuali responsabilità e adottare i conseguenti provvedimenti”.

Il manager afferma che “il parto, avvenuto per via spontanea, ha presentato difficoltà nel momento dell’espulsione del feto, morto per cause ancora in corso di accertamento. Le condizioni di salute della puerpera, alla terza gravidanza, ricoverata stamane e sottoposta a tutti gli accertamenti strumentali che risultavano regolari, sono buone”.

Quello di oggi è l’ennesimo caso di morte in sala parto in Italia. In Calabria, a Vibo Valentia, nei primi giorni di gennaio, era morto un bimbo poco prima di vedere la luce.

Rosarno, due cognati coinvolti in una rapina in farmacia

Rapina a Rosarno, due cognati coinvolti in una rapina
Da sinistra Nazereno Cucinotta e Rocco Sposato

ROSARNO – Due cognati sarebbero al centro di una rapina in una farmacia di Rosarno (Reggio Calabria). I militari della locale stazione, lo scorso 23 gennaio hanno arrestato Nazareno Cucinotta, di 37 anni, già noto alle forze dell’ordine, poiché ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso per fatti commessi a Rosarno lo scorso 20 settembre 2015. L’ordine di custodia in carcere è stata emessa dal gip presso il tribunale di Palmi il 23 gennaio 2016.

Le attività investigative dell’Arma, pienamente concordate dal competente ufficio di Procura di Palmi, avviate all’indomani della rapina alla nota “Farmacia Alessio”, nel centro di Rosarno, già nel recente passato al centro di analoghi e gravi episodi delittuosi, avevano già, a distanza di appena 24 ore, consentito il fermo di quello che gli inquirenti ritengono l’autore materiale, Rocco Sposato, 20 anni, pregiudicato.

Sposato si era introdotto all’interno della Farmacia e, alla presenza di tre farmacisti, sotto la minaccia di un paio di forbici, aveva asportato il cassetto del registratore di cassa con all’interno 300 euro circa, in monete e banconote.

Le indagini dei militari hanno ricostruito come Sposato all’epoca si avvalse della complicità del cognato, appunto Nazareno Cucinotta, che quella sera di metà settembre lo accompagnò con la propria autovettura nei pressi dell’attività commerciale, lo fece scendere e poi si posizionò in maniera tale da assicurargli la fuga.

Braccianti agricoli nei campi a 1 euro all'ora. Denunciati caporali

Braccianti agricoli nei campi a 1 euro all'ora. Denunciati caporali a Sibari
Un frame del video i caporali che avrebbero sfruttato i braccianti agricoli

Braccianti agricoli sfruttati per 1 euro all’ora nella raccolta degli agrumi. E’ quanto hanno scoperto i militari della Guardia di finanza di Sibari nel corso di controlli per contrastare il fenomeno del caporalato.

I finanzieri hanno denunciato 6 persone, di cui quattro italiani, un bulgaro ed un pakistano, per sfruttamento del lavoro ed intermediazione illecita, attuati mediante minaccia, violenza ed intimidazione.

Nel corso dei controlli è emerso che i braccianti agricoli, sia italiani che stranieri, venivano impiegati nei campi, per la raccolta degli agrumi, per più di 10 ore al giorno ricevendo un corrispettivo di 1 euro all’ora, senza effettuare alcuna pausa e soprattutto senza riceve alimenti.

Europol: "Daesh programma attacchi in Europa su larga scala"

Miliziani dell'Isis smantellata cellula in Italia - Blitz antiterrorismo anti isis Daesh | Europol“L’Isis sta programmando attacchi su larga scala in Europa”. Ad affermarlo è il direttore di Europol, Rob Wainwright in conferenza stampa nell’ambito della riunione dei ministri dell’Interno Ue. “Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala”.

“Tutti i Paesi Ue lavorano per prevenire”, dice ancora il direttore di Europol. “Ci sono tutte le ragioni per aspettarsi che l’Isis, o terroristi che si ispirano all’Isis o un altro gruppo terroristico ispirato da motivi religiosi, possa condurre di nuovo un attacco in Europa, in particolare in Francia, con lo scopo di provocare morti di massa tra la popolazione civile”, si legge in un rapporto pubblicato oggi da Europol. Inoltre, “ad una significativa proporzione di foreign fighter – il 20% secondo una fonte, anche di più secondo altre – sono stati diagnosticati problemi mentali prima di entrare nell’Isis“. “Una larga porzione di persone reclutate – le stime parlano dell’80% – hanno precedenti penali”, si spiega.

Alfano: “Non c’è minaccia specifica per l’Italia” – Sul terrorismo “abbiamo fatto un lavoro di prevenzione che fino ad ora ha funzionato. Non c’è una minaccia specifica e concreta per l’Italia”, così il ministro dell’Interno Angelino Alfano al termine della riunione Ue ad Amsterdam. “Alla fine di questa giornata di lavoro Schengen è salva per ora. Abbiamo poche settimane per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali”. Per la realizzazione “degli hotspot stiamo valutando anche l’area del nord-est perché dobbiamo tenerci pronti ad un’ipotesi di flusso dalla frontiera nord-est a seguito della rotta balcanica”, sostiene il ministro dell’Interno. E alla domanda se si stia pensando a Tarvisio o al Brennero, risponde: “Stiamo valutando”.

Media, documenti su progetto fusione Isis-Qaida –  Un autorevole giornale panarabo riferisce di “documenti segreti” su progetti di fusione in Libia fra “quadri” dell’Isis e jihadisti libici filo-al Qaida al fine spartirsi Tripoli e Sirte. “Documenti segreti hanno rilevato che quadri di Daesh, ‘gruppi militanti’ libici provenienti da al Qaida e Fratelli musulmani della Libia contano di fondersi in un ‘Consiglio della Shura’ unificato”, scrive il quotidiano Asharq Al-Awsat. Secondo il giornale pubblicato a Londra, documenti attestano uno “stato confusionale” dei capi estremisti in seguito all’accordo sul governo di intesa nazionale libico e la “tendenza di queste organizzazioni a fondersi per contenere le divergenze interne”. Il capo di uno di questi “gruppi di militanti” ha detto ai suoi che la formazione ha perso la propria egemonia a causa della debolezza di Al Qaida e dell’ascesa dell’Isis: “la situazione richiede di aderire a Daesh” affinché “Tripoli sia nostra e Sirte sia loro”, ha detto il “quadro” secondo quanto riferisce Asharq Al-Aws.

Siracusa, la finanza scopre e denuncia 7 furbetti del cartellino

Siracusa, la finanza scopre 7 furbetti del cartellino
un frame del video della guardia di finanza

Sette dipendenti del Comune di Pachino (Siracusa) sono stati denunciati per truffa nell’ambito di un’inchiesta sull’assenteismo della guardia di finanza di Siracusa. Sono un dirigente e sei impiegati degli Uffici Agricoltura, Sportello unico attività produttive e Commercio.

Le indagini dei militari di Noto, coordinate dal procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano e dal sostituto Caterina Aloisi, sono durate 20 giorni e si sono avvalse di telecamere nascoste. Oltre 439 ore di videoriprese, secondo l’accusa, hanno fatto emergere che sette dipendenti su 12 si assentavano arbitrariamente dal posto di lavoro.

In totale oltre 100 ore di assenza che arrivano fino a 60 ore di presenza falsamente attestate, con assenze fino all’82%. Alcuni tornavano a casa, altri uscivano per fare shopping e passeggiate. Ma c’era anche chi andava a fare commissioni personali anche fuori provincia o andava a caccia.

Intanto, scattano i primi provvedimenti a Sanremo, dopo i furbetti del cartellino scoperti qualche mese fa al comune. Un vigile urbano è stato licenziato. I filmati delle telecamere lo ritraevano in mutande mentre timbrava il cartellino. Il vigile, tramite il suo legale ha fatto sapere di che impugnerà il provvedimento. A Sanremo le indagini delle forze dell’ordine accertarono che quasi mezzo comune era assenteista.

Isis, arrestato a Cosenza foreign fighter che vendeva tappeti

Isis, arrestato a Cosenza Hamil Mehdi foreign fighter che vendeva tappeti
Il presunto foreign fighter arrestato, Hamil Mehdi

Faceva il venditore ambulante di tappeti, ma per la Polizia di Cosenza e la Dda di Catanzaro avrebbe sposato la causa dell’Isis. Finisce così in manette, un marocchino di 25 anni, Mehdi Hamil, con la pesante accusa di essere un foreign fighter di Daesh ed è il primo a finire nei guai in Italia con la nuova normativa anti terrorismo.

Gli uomini della Digos di Cosenza, hanno condotto nella notte un’operazione coordinata dal Servizio centrale Antiterrorismo. Hamil Mehdi, con permesso di soggiorno, è stato prelevato a Luzzi, centro in provincia di Cosenza. Il giovane era sotto stretta “sorveglianza” dallo scorso mese di luglio.

Secondo quanto emerge dall’inchieta, condotta dagli uomini del questore Luigi Liguori e della Dda catanzarese, il giovane sarebbe stato pronto a raggiungere gli scenari di guerra, dove predomina il califfato. Il marocchino è indagato per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo introdotta dalla legge n. 43 del 17 aprile 2015, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters, art. 270-quinquies del codice penale.

Gli agenti della Digos di Cosenza e del Servizio centrale Antiterrorismo lo hanno monitorato costantemente dal luglio scorso dopo che era stato respinto in Turchia per motivi di sicurezza ed era rientrato in Italia.

Spiegano gli inquirenti, che Mehdi Hamil era stato bloccato all’aeroporto di Istanbul da dove avrebbe tentato di raggiungere la Siria per arruolarsi nelle file dell’Isis. Il marocchino è così stato respinto dalle autorità turche e rispedito in Italia dove è stato bloccato all’aeroporto di Fiumicino.

VIDEO DEL BLITZ ANTI TERRORISMO

Neanche ai familiari aveva svelato le sue intenzioni: quando infatti gli agenti della Digos si sono presentati a casa sua in Calabria, i familiari hanno detto che sarebbe rientrato quella stessa sera. Nel corso della perquisizione, i poliziotti hanno trovato tra l’altro nel suo zaino un paio di pantaloni militari, una pubblicazione dei Fratelli Musulmani sui comportamenti che deve tenere un buon musulmano secondo il Corano, due telefoni cellulari e 800 euro.

“Sono andato in Turchia solamente per pregare”, ha detto il giovane marocchino Hamil Mehdi ai poliziotti di Cosenza al momento dell’arresto eseguito stamane per il reato di auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Mehdi era stato respinto nel luglio scorso dalla Turchia. “Mi avevano già contestato – ha aggiunto – di appartenere all’Isis ma io ho sempre negato. Ed anche ora ribadisco che non appartengo all’Isis. Sono andato in Turchia solamente per pregare”, perché c’erano “Moschee più grandi”.

“L’arresto di oggi è uno dei primi casi di applicazione della legge del 2015 che contesta l’auto addestramento ai fini di terrorismo internazionale. Il marocchino arrestato è il classico combattente straniero”, ha invece detto il coordinatore della Dda di Catanzaro, Giovanni Bombardieri. “Lo abbiamo monitorato costantemente – ha aggiunto – dopo che in estate era stato espulso dalla Turchia”. Al momento dell’arresto, all’uomo è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del coordinatore della Dda, Giovanni Bombardieri, e del sostituto procuratore, Paolo Petrolo.

Rozzano, risolto caso dell'omicidio Tromboni. E' stato il fratello

Rozzano, risolto caso dell'omicidio Tromboni. E' stato il fratello
Sandro Tromboni, presunto assassino del fratello Luca

Rozzano (Milano) – I carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato, per presunto omicidio volontario aggravato, Sandro Tromboni, fratello di Luca Tromboni, l’imprenditore cinquantenne che fu rinvenuto cadavere, ucciso a colpi di arma da fuoco, all’interno dell’azienda di famiglia, il 20 marzo 2015, a Quinto de’ Stampi, una frazione di Rozzano.

I militari del nucleo investigativo, al termine di complesse e minuziose indagini, hanno demolito l’alibi del fratello, portando alla luce i sentimenti di astio e di risentimento che nutriva nei confronti del fratello, la cui uccisione, spiegano gli inquirenti, “ha lucidamente organizzato, pianificato ed eseguito per forti rancori personali e professionali riconducibili alla conduzione della ditta, di cui erano soci”.

Cosenza, si finge disabile e tenta una rapina. Preso "Rambo"

Cosenza, si finge disabile e tenta una rapina. Preso "Rambo"É evaso dai domiciliari, si è finto disabile ed ha tentato di compiere una rapina in un bar di Cosenza. Il protagonista è Mario Mazzei, di 55 anni, arrestato dagli agenti della polizia di Stato.

L’uomo, già detenuto per il reato di rapina, è entrato nell’esercizio commerciale usando delle stampelle e si è avvicinato alla barista di turno. Improvvisamente ha gettato le stampelle ed ha estratto un coltello da 15 centimetri che aveva nascosto nei pantaloni della tuta.

La barista è riuscita a chiudersi nel gabbiotto dove è custodita la cassa ed ha sventato la rapina. “La scena – ha chiarito nel corso della conferenza stampa il capo della squadra mobile di Cosenza, Giuseppe Zanfini – è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza, che chiariscono che l’uomo non è un disabile.

A memoria non ricordo rapine simili, e la cosa curiosa è che conclusa la rapina, seppur non andata a buon fine, Mazzei si è ripreso le stampelle ed è andato via”.

Studentesse minori facevano sesso per una ricarica. Indagato uomo

Studentesse minori facevano sesso per una ricarica. Indagato uomo
Le studentesse minorenni avrebbero chiesto tra i 20 e i 40 euro a prestazione

Cinque ragazze tra i 15 e i 17 anni, studentesse di un istituto professionale di Brescia, si sarebbero prostituite per pochi euro, da 20 a 40 euro, in base alla “prestazione” sessuale. Lo ha scoperto la polizia provinciale di Brescia: un uomo di 45 anni è indagato per violenza.

Secondo quanto ricostruito, le studentesse minorenni avrebbero avuto rapporti sessuali anche a scuola tanto da spingere il preside dell’istituto a far chiudere i bagni dove le giovani avrebbero avuto rapporti pare talvolta solo per ottenere una ricarica telefonica. Più in generale le adolescenti contattavano i clienti attraverso i social network e li incontravano nei parcheggi dei centri commerciali. Una delle giovani ha ammesso il suo comportamento, mentre quattro hanno negato ogni addebito.

A far scattare l’indagine è stata la madre di una quindicenne che vedeva spesso la figlia tornare a casa la sera accompagnata da un adulto, un 45enne ora indagato per violenza. A casa dell’uomo sono state trovate centinaia di pillole, con ogni probabilità Viagra.

Brescia, 7 chili di coca sotto la branda del tir. Arrestato corriere

Brescia, 7 chili di coca sotto la branda del tir. Arrestato corriere
un frame del video della Polizia di Brescia

BRESCIA – Aveva escogitato un trucco per nascondere la droga su un tir, ma è stato bloccato e arrestato con l’accusa di traffico di stupefacenti.

L’uomo, un cittadino italiano bresciano ma residente in Spagna, autotrasportatore di professione, è stato arrestato dalla polizia di Stato di Brescia dopo essere stato sottoposto a perquisizione personale e veicolare a Montichiari, nel Bresciano.

Il camionista, probabilmente un corriere internazionale di stupefacenti, aveva nascosto ben 7 chili di cocaina nel sottofondo della brandina dove di solito riposano gli autotrasportatori.

CON LA DROGA SOTTO LA BRANDA DEL TIR

Gli agenti, che questi trucchi li conoscono tutti, sono andati a colpo sicuro, levando un ritaglio di moquette e lì hanno trovato i panetti di cocaina che nella vendita al dettaglio avrebbe potuto fruttare circa 130.000 euro.

I poliziotti di Brescia, hanno poi perquisito la casa bresciana, trovando circa 153mila euro in contanti in cassaforte divisi in vari tagli e dodici orologi di alto valore. Soldi, orologi e droga sono stati sequestrati, mentre l’uomo è finito nel carcere bresciano di Canton Mombello.

Grazzanise (Ce), evade dai domiciliari, beccato e portato in carcere

 

via Fiume Morto Grazzanise
via Fiume Morto a Grazzanise

I carabinieri di Grazzanise e quelli del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di evasione,  Vittorio Ranucci, classe ’82, di Lucca.

L’uomo, che per un cumulo di pena si sarebbe dovuto trovare in regime di detenzione domiciliare in Lucca, presso la sua abitazione, per scontare una pena di  14 anni di reclusione per i reati di rapina, furto, resistenza a pubblico ufficiale, spaccio di sostanze stupefacenti ed altro.  Vittorio Ranucci è stato, invece, sorpreso dai carabinieri  in via  Fiume Morto, a Grazzanise e pertanto dichiarato in arresto. Nella circostanza l’uomo, allo scopo di sviare accertamenti sulla propria identità, ha fornito, ai militari, false generalità.

I rilievi dattiloscopici effettuati a seguito del rinvenimento di documenti con esatte generalità, occultati tra gli effetti personali, hanno poi consentito ai militari dell’Arma di accertare la sua vera identità e che lo stesso era evaso dal proprio domicilio rendendosi irreperibile dal 30 dicembre 2015. Il 34enne, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Cuneo, sei casi di stalking. Denunciate anche donne

Cuneo, sei casi di stalking. Denunciante anche donne
Una donna denuncia ai militari di Cuneo (archivio)

Sei casi tra stalking, minacce e lesioni aggravate sono stati registrati in pochi giorni nel Cuneese. In due di questi casi sono state le donne ad usare violenza contro i conviventi. I carabinieri delle Compagnie di Cuneo, Mondovì, Borgo San Dalmazzo, Bra e Savigliano sono intervenuti per rimettere “ordine” in contesti di maltrattamenti e violenze domestiche.

A Cuneo è finito nei guai con l’accusa di atti persecutori (stalking) un disoccupato 26enne albanese che, dopo essere stato “mollato” dalla fidanzata, una barista 21enne cuneese, ha iniziato a molestarla, insultandola per strada e mentre era con le amiche. In più occasioni l’avrebbe anche minacciata all’interno del bar dove lavora. La donna, ormai esasperata e molto impaurita dalle minacce del suo ex, ha presentato denuncia in caserma ed i carabinieri, al termine delle indagini, hanno denunciato l’albanese a carico del quale il magistrato potrebbe ora emettere un provvedimento di “divieto di avvicinamento alla vittima”.

Sempre a Cuneo i carabinieri hanno denunciato per  atti persecutori un’operaia 40enne cuneese che, dopo aver avuto una relazione extraconiugale con un 34enne commerciante del luogo, ha iniziato a perseguitarlo per costringerlo a separarsi dalla moglie per andare a vivere con lei. La donna stalker più volte ha minacciato ed insultato l’uomo sui social network danneggiandogli anche l’auto. Lui l’ha denunciata ed i militari hanno svolto le indagini denunciandola all’autorità giudiziaria.

A Mondovì i militari sono intervenuti presso l’abitazione di una coppia di conviventi 20enni monregalesi perché lei, nel corso di un litigio per futili motivi, aveva aggredito lui rompendogli in testa un vaso. Il giovane è stato poi soccorso dai sanitari del 118, fatti intervenire dall’Arma, ed è stato ricoverato in ospedale dove è rimasto ricoverato per alcuni giorni in osservazione a causa del trauma cranico riportato. La sua convivente è stata denunciata per lesioni personali aggravate.

A Borgo San Dalmazzo i carabinieri hanno denunciato un operaio 35enne marocchino per i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni personali e tentata violenza sessuale ai danni della moglie, una casalinga 26enne sua connazionale. I militari hanno accertato che da alcuni mesi l’uomo picchiava, senza un reale motivo, la moglie ed in un’occasione aveva tentato di avere rapporti sessuali con lei contro la sua volontà e per impedirgli di richiedere aiuto le aveva anche rotto il telefonino. Sulla vicenda i carabinieri stanno svolgendo ulteriori accertamenti.

A Bra i carabinieri hanno denunciato per maltrattamenti in famiglia un operaio 38enne astigiano che da qualche tempo, senza alcun motivo, picchiava la moglie, una casalinga 36enne anche lei originaria di Asti. La coppia, che vive nel Roero, è stata segnalata dai vicini di casa ai carabinieri per le ripetute e violente liti domestiche e, dopo l’intervento in casa dei militari, la donna ha preso coraggio denunciando il marito che ora rischia di essere sottoposto ad una misura cautelare che gli impedisca di nuocere ancora alla vittima.

A Savigliano (Cuneo) nei guai è finito con l’accusa di atti persecutori (stalking) un 47enne del luogo denunciato dai carabinieri perché perseguitava la sua ex convivente, una 35enne saviglianese. L’uomo, dopo  che era cessata la loro relazione, aveva iniziato a perseguitare la donna pedinandola e minacciandola continuamente, fino all’intervento dei militari.

Strage nell'Egeo, morti 45 migranti tra cui 20 bambini

Naufragio nell'Egeo, 40 morti tra cui 20 bambiniE’ di almeno 45 vittime, tra cui 20 bambini, il bilancio di tre naufragi avvenuti nell’Egeo al largo delle coste greche tra giovedì notte e venerdì mattina. Nel primo caso, un barcone con a bordo 49 persone è affondato al largo dell’isola di Farmakonissi, nell’est dell’Egeo: 40 migranti sono riusciti a mettersi in salvo mentre 8, tra cui 6 bambini, sono annegati.

Poche ore dopo, un altro barcone con a bordo un numero imprecisato di persone, è affondato al largo dell’isola di Kalolimnos, a sud di Farmakonissi. La Guardia Costiera ha tratto in salvo 26 persone – 22 uomini e 4 donne – e recuperato 34 cadaveri, tra cui vi sarebbero 11 bambini. Le ricerche sono ancora in corso perché non è ancora certo il numero delle persone che erano a bordo del barcone.

Un terzo naufragio è avvenuto al largo della località costiera turca di Dydyma: finora sono stati recuperati i corpi di tre bambini. Sono centinaia i migrati morti dall’inizio dell’anno nella striscia di mare che collega la Turchia alle isole della Grecia.

Rapinava tabaccai di Cosenza, arrestato un giovane di 20 anni

Rapinava tabaccai di Cosenza, arrestato un giovane di 20 anniVenerdì mattina, i carabinieri della compagnia di Cosenza hanno arrestato M.D., 20enne di Cassano allo Ionio ma domiciliato in zona Moccone (Cosenza), perché ritenuto responsabile di rapina aggravata in concorso e ricettazione.

I carabinieri, al termine di una articolata attività d’indagine, hanno raccolto gravi e concordanti indizi di colpevolezza nei confronti del ragazzo in merito a due rapine consumate l’8 agosto scorso ai danni della tabaccheria di via Monte San Michele a Cosenza e, sempre consumata nel medesimo giorno, della tabaccheria a contrada Pasquali di Mendicino, per un “bottino” totale di circa 400 euro.

Rapine che si distinsero per l’efferatezza in quanto il giovane, insieme a complici in via d’identificazione, compirono il reato a mano armata e, almeno nel secondo caso, minacciando violentemente il titolare al punto che M.D. colpiva in testa la vittima e, una volta fatto cadere a terra, infieriva su di essa sferrando dei calci senza che vi fosse la necessità.

LA DURA VITA DEI TABACCAI…

In entrambi i casi i rapinatori utilizzarono due motorini oggetto furto per dileguarsi. Le immediate attività d’indagine permettevano di giungere all’identificazione del 20enne e, a seguito della perquisizione personale e domiciliare, è stato trovato in possesso di una pistola semiautomatica marca Bruni mod. 92 cal 8 a salve, priva di tappo rosso, un ciclomotore marca Gilera modello “Runner”, oggetto di furto, e del ciclomotore Yamaha “Neo’s”, utilizzati per compiere le rapine e che andavano a corroborare il quadro probatorio. Indagini serrate sono tutt’ora in corso per identificare i complici. L’indagato, già con precedenti di polizia, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso la locale casa circondariale.

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