14 Ottobre 2024

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Padova, svolta nell'omicidio di Ezio Sancovich. Confessa Renato Rossi

Omicidio a Padova, ucciso agente di commercio Ezio Sancovich
La vittima Ezio Sancovich

E’ stato risolto il giallo di Padova. Un uomo, Renato Rossi, 68 anni, di Martellago (Venezia) è stato sottoposto questa sera a fermo dai carabinieri di Padova in relazione all’omicidio di Ezio Sancovich, 62 anni, l’agente di commercio ucciso domenica sera con tre colpi di pistola all’interno della sua auto a Piombino Dese (Padova).

Dopo alcune ore di interrogatorio Rossi è crollato e ha ammesso l’omicidio ai militari. All’origine del gesto ci sarebbe un contrasto per alcuni debiti non pagati.

Ezio Sancovich, operante nel settore dell’abbigliamento, nella tarda serata di domenica è stato trovato ucciso a Piombino Dese (Padova). L’uomo era riverso all’interno della sua auto con tre proiettili in testa sparati da una pistola di piccolo calibro e a distanza ravvicinata.

Le indagini sulla morte di Ezio Sancovich, condotte dai carabinieri, sono culminate martedì 2 febbraio col fermo di Renato Rossi. Secondo i primi rilievi, l’auto non presentava alcun segno di effrazione né danneggiamento esterno. L’ipotesi prevalente è che la tragedia si sia consumata all’interno dell’auto.

A Rubano (Padova), dove Ezio Sancovich risiedeva, lo hanno descritto come un tranquillo padre di famiglia. Una moglie, due figlie e la passione per la bicicletta. “Abbiamo saputo della tragedia, siamo sconvolti – racconta una vicina di casa che dice di parlare anche a nome della famiglia -. Ezio era una persona normale, tutto lavoro e famiglia, con l’hobby della bicicletta”, ha concluso. [Aggiornato il 2-2-2016 – ore 20:47]

Catanzaro, scoperta frode fiscale da 900 mila euro

Catanzaro, scoperta frode fiscale da 900 mila euro
Gdf scopre frode fiscale

CATANZARO – Due società di servizi “cartiere”, che si limitavano cioè ad emettere verso terzi fatture attestanti la fornitura di beni e servizi falsi sono state scoperte dal gruppo della Guardia di finanza di Catanzaro.

L’attività dei finanzieri, che ha accertato una frode per 900 mila euro, ha consentito di far emergere l’esistenza di un sodalizio di imprese, operanti nel catanzarese, che ha realizzato un giro di certificazioni di rapporti commerciali, mai avvenuti, al fine di consentire alle imprese coinvolte indebiti vantaggi di natura fiscale.

Le indagini, avviate nel 2014, hanno permesso di individuare alcune aziende risultate destinatarie di fatture false utilizzando i dati identificativi di soggetti estranei alla frode o addirittura inesistenti. Individuato anche un imprenditore, operante nel catanzarese, che oltre ad utilizzare le false fatture, ha realizzato un autonomo sistema di emissione di false certificazioni fiscali, utilizzando dati di due soggetti economici ignari del ruolo di emittenti. (Ansa)

Svolta nell'omicidio di Luana Finocchiaro. Fermato ex compagno

Svolta nell'omicidio di Luana Finocchiaro. Fermato ex compagno
La vittima Luana Finocchiaro

CATANIA – C’è una svolta nell’omicidio di Luana Finocchiaro, la 41enne uccisa ieri sera nella sua abitazione di Misterbianco: i carabinieri del comando provinciale di Catania hanno fermato il suo ex convivente, un 37enne, e che con lei aveva avuto un figlio, che ha 4 anni. Secondo l’accusa, l’uomo l’avrebbe strangolata al culmine di una lite scaturita per gelosia e per la gestione del bambino.

Luana Finocchiaro era stata sposata, e dal matrimonio aveva avuto due figli maschi. Si era separata e aveva avviato una relazione con il 37enne fermato dai carabinieri, con il quale aveva avuto un bambino, che ha 4 anni. La coppia avrebbe avuto dei problemi personali e si è separata, ma l’ex convivente non si sarebbe rassegnato alla fine della loro relazione, ed era aperto un contenzioso sull’affidamento del figlio.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, al culmine di una lite nella casa della donna il 37enne avrebbe ucciso, strangolandola, la sua ex convivente. A trovare il corpo riverso per terra accanto al letto è stata ieri sera la madre di Luana Finocchiaro: insospettita e preoccupata dal fatto che la figlia non le rispondesse al telefono si è recata nella sua abitazione, dove è entrata perché in possesso di un secondo mazzo di chiavi e ha fatto la tragica scoperta.

Ha telefonato al 112, facendo scattare le indagini dei carabinieri della Tenenza di Misterbianco e del nucleo investigativo del reparto mobile di Catania. Il provvedimento di fermo è stato firmato dal sostituto procuratore di Catania, Alessia Natale.

Palermo, scatta "Aquarium 2". 11 arresti e 6 obbligo di ps

Palermo, scatta "Aquarium 2". 11 arresti e 6 obbligo di psPALERMO – Una vasta operazione antidroga, con la partecipazione di un centinaio di carabinieri che stanno eseguendo complessivamente 17 misure cautelari, è in corso tra Palermo e Termini Imerese.

L’inchiesta, denominata “Aquarium 2”, è coordinata dalla Procura di Termini Imerese. Militari dell’Arma stanno eseguendo sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, cinque agli arresti domiciliari e sei misure cautelari dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, emesse dal gip per spaccio di sostanze stupefacenti.

L’organizzazione avrebbe gestito la vendita di cocaina, hashish, e marijuana nella piazza del Palermitano. I prezzi della droga variavano a seconda del servizio chiesto allo spacciatore che applicava una maggiorazione nel caso di “consegna a domicilio”.

Brescia, decapita la moglie e si suicida schiantandosi contro tir

Brescia, decapita la moglie e si suicida contro un tir sull'A4Dramma a Brescia dove un uomo al culmine di una lite familiare ha ucciso a coltellate la moglie di 56 anni, Marinella Pellegrini e poi si è volutamente suicidato in autostrada dove si è schiantato in contromano con un tir.

Paolo Piraccini, di 56 anni, ieri sera verso le 22.30, ha chiamato i carabinieri dicendo di aver ucciso la moglie nell’abitazione della coppia. Poi è fuggito in auto imboccando contromano l’autostrada A/4 e finendo contro un mezzo pesante. L’uomo è morto sul colpo. Era il proprietario di una pizzeria in provincia di Brescia.

Scattato l’allarme, Marinella Pellegrini è stata trovata in cucina sgozzata e quasi decapitata. Dopo l’omicidio, il marito Paolo Piraccini ha chiamare il cognato per dirgli: “Ho ucciso Marinella e adesso vado ad ammazzarmi”. Così poco dopo ha fatto. L’uomo ha imboccato con la sua auto contro mano il casello autostradale di Ospitaletto (Brescia) ed è andato a schiantarsi contro un mezzo pesante.

La coppia avrebbe avuto una lite furibonda ieri sera che l’uomo ha tragicamente concluso impugnando il coltello e uccidendo la moglie. La coppia non aveva figli e abitava in un lussuoso appartamento a Brescia 2, quartiere cittadino. I vicini di casa descrivono i due come “una coppia tranquilla e molto discreta”. La donna lavorava come impiegata, mentre l’uomo era il titolare di una pizzeria da asporto in provincia e secondo alcuni parenti ultimamente stava affrontando un periodo di depressione legata ad alcuni problemi di salute.

Gioia Tauro, armi e munizioni in masseria. In cella padre e figlio

Gioia Tauro, armi e munizioni in masseria. In cella padre e figlio
Rodolfo e Antonio Circosta

GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Avrebbero occultato armi e munizioni in una masseria della Piana di Gioia Tauro ma ad un controllo dei carabinieri sono stati scoperti e arrestati. Si tratta di padre e figlio: Rodolfo Circosta, di 60 anni, di Rosarno, bracciante agricolo, ed il figlio Antonio Circosta, di 29 anni, di Melicucco, nullafacente, entrambi già noti alle forze dell’ordine. L’accusa è detenzione di armi e munizionamento comuni da sparo e detenzione di armi clandestine.

L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, coadiuvati dallo squadrone eliportato cacciatori, nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio, espletato in tutta la piana di Gioia Tauro attraverso il rastrellamento delle aree rurali ed il controllo di diverse masserie e caseggiati.

In particolare i militari, a conclusione di prolungata attività di controllo e perquisizione che ha interessato una masseria e le sue pertinenze occupata dai due indagati, hanno rinvenuto, abilmente occultati, tre pistole di vario calibro ed un fucile calibro 12, tutti con matricola abrasa, quattro caricatori per armi corte, 13 chili di pallini di piombo utilizzati per ricaricare le cartucce e circa quattrocento cartucce di vario calibro per armi corte e lunghe.

Tutto il materiale rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e sarà oggetto di approfondimenti investigativi e tecnici al fine di chiarirne la provenienza e l’eventuale utilizzo in eventi delittuosi, mentre gli arrestati, al termine degli adempimenti di rito, sono stati tradotti presso la casa circondariale di Palmi (Reggio Calabria).

I Nas scoprono mega truffa all’Ue. 12 arresti. VIDEO

Milano, I Nas scoprono mega truffa all’Ue. 12 arresti
Parte della frutta sequestrata dai Nas

MILANO – Dalle prime luci di questa mattina, oltre 150 carabinieri dei Nas di tutto il territorio nazionale, stanno eseguendo 12 misure cautelari e 50 perquisizioni nei confronti di alcuni soggetti indagati per associazione per delinquere dedita alla truffa. L’indagine è coordinata dalla procura di Milano.

Gli indagati avrebbero distratto 13.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli acquistati con i contributi della Comunità europea e destinati alla gratuita distribuzione nel settore socio – assistenziale, guadagnando illecitamente oltre 4 milioni di euro. L’indagine ha consentito di accertare che gli alimenti finivano sugli scaffali dei market anziché essere destinati ai poveri.

Ulteriori dettagli sulla presunta truffa saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 10.30 presso la sede del gruppo carabinieri per la tutela della salute di Milano, in via della Moscova, 2.

Equitalia gli manda cartella da 100mila euro e si suicida

equitalia suicidi imprendoriGENOVA – Un ex imprenditore di 51 anni, attualmente disoccupato, si è ucciso dopo aver ricevuto una cartella esattoriale da parte di Equitalia di 100 mila euro. L’uomo nel pomeriggio di lunedì si è lanciato da un ponte di corso Europa, una delle arterie viaria principali della città.

Il corpo è finito nel torrente Sturla dopo un volo di diversi metri. L’uomo è morto all’istante. Il gesto è stato notato da alcuni passanti che hanno dato l’allarme. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e i medici del 118.

L’ex imprenditore lascia la moglie e un figlio di 15 anni. A ricostruire la vicenda sono stati i militari della compagnia dei carabinieri di San Martino. L’ex imprenditore avrebbe accumulato il debito negli anni a causa delle difficoltà incontrate sul lavoro.

L’uomo avrebbe cercato di superare le difficoltà economiche chiudendo l’attività in crisi per aprirne di nuove. Ma gli affari non sono andati beni e l’ex imprenditore non sarebbe stato in grado di recuperare i soldi per fermare i debiti con l’esattoria che invece sono lievitati. E’ l’ennesimo suicidio legato a debiti verso Equitalia.

Neve e blocchi sull'A3. Indagati cinque funzionari Anas

Blocchi in autostrada, Armani commissaria l'A3. Indaga la Procura di Cosenza
Un’automobilista riprende il disagio di martedì sull’A3. Armani commissaria Anas Calabria (Ansa)

Cinque funzionari dell’Anas sono indagati dalla Procura della Repubblica di Cosenza in relazione al blocco della circolazione che si è determinato il 19 gennaio scorso sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria in seguito ad una forte nevicata.

Nell’occasione, centinaia di persone rimasero intrappolate per una decina d’ore nel tratto compreso tra Cosenza ed Altilia Grimaldi a causa di mezzi che si sono intraversati sull’asfalto.

All’iscrizione dei cinque nel registro degli indagati la Procura è giunta sulla base di una serie di documenti acquisiti dai carabinieri del reparto operativo di Cosenza e delle testimonianze di automobilisti rimasti bloccati.

All’indomani del fatto, alcuni viaggiatori avevano lamentato la mancanza di filtraggio agli svincoli di ingresso dell’autostrada che aveva permesso la circolazione di mezzi privi di catene o pneumatici invernali favorendo la perdita di controllo dei mezzi e il blocco. La Procura sta procedendo per i reati di interruzione di pubblico servizio e omissione di atti di ufficio.

Anche il presidente dell’Anas, Gianni Vittorio Armani, aveva espresso aspre critiche all’operato dell’ente regionale, che è stato commissariato poche ore dopo gli estremi disagi patiti dagli automobilisti.

Belvedere Marittimo, tentano rapina in banca con motosega

Belvedere Marittimo, tentano rapina in banca con motosega
La porta d’ingresso della banca. Dietro la sega circolare lasciata dai rapinatori

BELVEDERE MARITTIMO (COSENZA) – Hanno tentato di rapinare una banca utilizzando una sega circolare per forzare la porta blindata, che però ha resistito, e sono stati costretti alla fuga.

E’ accaduto a Belvedere Marittimo, nel cosentino dove due uomini, con il volto coperto da caschi integrali, hanno cercato di scardinare la porta d’ingresso dell’agenzia di Banca Carime. I due, dopo essersi avvicinati all’ingresso della banca, hanno azionato una moto sega circolare di tipo professionale.

Il personale all’interno dei locali, resosi conto di quanto stava accadendo, dopo avere accompagnato in un locale più riparato i due clienti che si trovavano in banca, ha immediatamente allertato i carabinieri.

I due banditi, probabilmente a causa del troppo tempo necessario a frantumare i vetri blindati, si sono dati alla fuga lasciando la sega circolare all’ingresso della banca e facendo perdere le loro tracce. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Belvedere e della compagnia di Scalea, che hanno avviato le indagini.

Reggio Calabria, arrestata una coppia per armi e droga

Reggio Calabria, arrestata una coppia per armi e droga
Antonino Marra

I carabinieri della compagnia di Reggio Calabria hanno arrestato una coppia di reggini S.D., disoccupata 26enne reggina, e il compagno convivente, Antonino Marra, nullafacente di 32 anni, già noto alle forze dell’ordine in atto sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. L’accusa è detenzione di armi e droga.

I carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Reggio Calabria, nel corso di una perquisizione per la ricerca di armi effettuata presso il domicilio della coppia, hanno rinvenuto una pistola semi-automatica, con matricola abrasa completa di caricatore con 5 cartucce e circa 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina suddivisa in 2 involucri.

Oltre all’arma clandestina e allo stupefacente i militari hanno rinvenuto e sequestrato un bilancino elettronico di precisione, del materiale utile al confezionamento della sostanza e un passamontagna.

Alla luce del materiale posto sotto sequestro e in considerazione dei pregiudizi penali del Marra, gli inquirenti stanno svolgendo accurate indagini tese ad appurare se l’arma sia stata utilizzata nel corso di qualche rapina, consumatasi di recente. Terminate le formalità di rito, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Arghillà, mentre la donna è stata sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Pozzuoli, Carla Caiazzo sempre grave. Bimba sta bene.

Pozzuoli, dà fuoco alla compagna incinta. Arrestato Paolo Pietropaolo | Carla Caiazzo
Carla Caiazzo

POZZUOLI (NAPOLI) – Restano molto gravi le condizioni di Carla Caiazzo, la donna di 38 anni che ieri, a Pozzuoli (Napoli) il suo compagno ha tentato di uccidere dandole fuoco. La donna, che al momento della violenta aggressione era incinta, grazie ad un taglio cesareo ha dato alla luce la piccola Giulia Pia, dopo 34 settimane di gestazione. La piccola sta bene ma sono le condizioni di Carla Caiazzo, ustioni sul 40% del corpo, che destano forti preoccupazioni.

Resta, invece, in carcere il compagno Paolo Pietropaolo, di 40 anni, fermato ieri dai carabinieri nei pressi di Formia dove, durante la fuga, è andato a sbattere con la sua auto contro un guardrail. Intanto  Pozzuoli si sta preparando una fiaccolata contro la violenza sulle donne. Su facebook un tam tam per la partecipazione e dare forza a Carla Caiazzo, vittima dell’ennesimo femminicidio.

Un uomo, di 40 anni, Paolo Pietropaolo, ha dato fuoco alla compagna incinta all’ottavo mese di gravidanza. Il folle gesto è stato commesso a Pozzuoli, Napoli, al culmine di una lite. L’uomo, che dopo averla cosparsa con liquido infiammabile l’ha incendiata, è scappato ma è stato arrestato a Formia (Latina) dove l’aggressore ha avuto un incidente stradale: ai carabinieri avrebbe confessato il tentato omicidio.

La donna di 38 anni, Carla Caiazzo, è stata soccorsa e trasportata dal 118 nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Cardarelli di Napoli. I medici hanno deciso di farla partorire: la neonata, sebbene prematura, starebbe bene. La donna ha ustioni sul 40 per cento del corpo, la prognosi per lei è riservata.

L’episodio si è verificato davanti all’abitazione dei due che si trova in un parco residenziale, in via Vecchia delle Vigne, al civico 68, a Pozzuoli. Dopo aver dato fuoco alla compagna l’uomo è salito a bordo dell’auto di famiglia ed è fuggito mentre le fiamme divampavano sul corpo della donna incinta. A soccorrerla è stato un vicino di casa che ha spento le fiamme poi il soccorritore ha chiamato il 118.

Paolo Pietropaolo è già noto alle forze dell’ordine per reati di droga. I carabinieri lo hanno portato nella caserma di Formia dove è stato sottoposto ad interrogatorio da parte del magistrato di turno della procura della Repubblica di Cassino.

Chieti, in auto con 2,2 chili di cocaina. Arrestato "corriere"

Chieti, in auto con 2,2 chili di cocaina. Arrestato "corriere"
Nel riquadro Felice Arrigoni, arrestato dai cc di Chieti

CHIETI – Due chili e 200 grammi di cocaina nascosti in una intercapedine ricavata sotto i sedili posteriori dell’auto. Il recupero della droga è avvenuto sabato sera nel corso di uno dei tanti servizi di controllo sul territorio eseguiti dalle pattuglie dei carabinieri di Chieti.

In manette è finito un “corriere” di 68 anni, Felice Arrigoni, di Abbiategrasso (Milano), incappato in uno dei servizi predisposti per contrastare la commissione di reati quali furti, rapine e spaccio di stupefacenti. I militari del nucleo investigativo del reparto operativo di Chieti, notata una Skoda S.W. guidata dall’uomo mentre usciva da un casello autostradale di Chieti, si sono insospettiti e dopo aver richiesto il rinforzo di un’altra pattuglia, gli hanno intimato l’Alt.

Il 68enne, noto alle forze dell’ordine, alla vista dei carabinieri è apparso molto nervoso a tal punto da alimentare i sospetti dei carabinieri che hanno deciso di effettuare ulteriori accertamenti.

Sospetti che, poche ore dopo, sono risultati fondati dal momento che da un sottofondo ricavato sotto i sedili posteriori della Skoda S.W. sono saltati fuori due panetti di cocaina che, dato l’elevato indice di purezza, una volta immessi sul mercato, avrebbero fruttato guadagni pari a circa mezzo milione di euro.
Tratto in arresto con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti Felice Arrigoni, su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato associato alla casa circondariale di Chieti.

Cirò Marina (Crotone), i carabinieri denunciano un tombarolo

Cirò Marina (Crotone), i carabinieri denunciano un tombarolo
i Carabinieri di Cirò Marina sull’area dei “furti” archeologici

Andava a “caccia” di monili e reperti antichi. Ma è stato sorpreso e denunciato dai carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Cirò Marina (Crotone), per violazione delle norme che regolano le ricerche archeologiche.

Nel corso di un servizio di prevenzione, i militari hanno notato nei pressi del Faro, una persona che perlustrava la spiaggia tenendo in mano un metal detector.

Poiché la zona è nota per la vicina presenza dei resti del tempio dedicato ad Apollo Aleo, i carabinieri hanno proceduto ad un controllo approfondito, ritrovando P.G., queste le iniziali, in possesso di zappe, pale ed altri strumenti, oltre ad alcuni bottoni antichi.

Gli uomini dell’Arma hanno quindi deciso di perquisire la sua abitazione dove hanno rinvenuto altri bottoni, alcune monete antiche, ciondoli, anelli ed anfore antiche in terracotta.

I militari hanno sottoposto a sequestro quanto ritrovato ed i materiali utilizzati per le ricerche dal presunto tombarolo – un disoccupato 55enne di Cirò Marina – che è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazione dell’art. 175 del d.lgs 42/2004 che regolamenta le ricerche archeologiche.

Toronto, ucciso il boss di 'ndrangheta Rocco Zito. VIDEO

Toronto (Canada), ucciso dal genero il boss di 'ndrangheta Rocco Zito
Da sinistra il boss ucciso Rocco Zito e il presunto omicida Domenico Scopelliti

Rocco Zito, anziano boss 87enne della ‘ndrangheta trapiantata in Canada, è stato ucciso venerdì pomeriggio a Toronto, in Canada. Ad essere arrestato per il delitto, è il genero Domenico Scopelliti.

La polizia canadese intervenuta nell’abitazione di Zito lo ha trovato riverso sul pavimento con diverse ferite di arma da fuoco. Ogni tentativo di rianimarlo è risultato vano. Su Scopelliti, 51 anni, si sono subito concentrati i sospetti degli investigatori, che lo hanno arrestato sabato notte, riferisce la polizia. L’uomo è stato incriminato con l’accusa di omicidio di primo grado.

L’omicidio è avvenuto venerdì pomeriggio al 160 Playfair Aveneu. La polizia ha detto che c’erano altre persone in casa quando il boss è stato ucciso.

Antonio Nicaso, esperto di ‘ndrangheta e scrittore che vive in Canada (è fra l’altro coautore di alcuni libri col magistrato antimafia Nicola Gratteri, ndr), ha detto alla CBC News che Zito era noto per avere collegamenti con la ‘ndrangheta calabrese. “Zito – ha aggiunto Nicaso – era un uomo molto violento quando era giovane. Era un pezzo grosso” della ‘ndrangheta nord americana, molto rispettato dalle ‘ndrine italiane.

Rocco Zito era nato a Fiumara, in Calabria, nel 1928 ed emigrò in Canada a metà degli anni Cinquanta. Per gli investigatori italiani e canadesi, Zito aveva legami con la ‘ndrangheta di New York, Montreal nonché quella italiana e calabrese, i cui rapporti gli fecero accumulare potere e denaro grazie al gioco d’azzardo, contrabbando e traffico di droga.

Nel 1986, Rocco Zito fu condannato a 4 anni per il macabro omicidio dell’usuraio Rosario Sciarrino, il cui corpo venne ritrovato congelato, fatto a pezzi e diviso in sacchetti dell’immondizia.

Locri, distrutti 14 autobus della società Federico. "Natura dolosa"

Locri, distrutti 14 autobus della società "Federico". Indagini
Un autobus incendiato (archivio)

Quattordici autobus sono stati distrutti a Locri da un incendio di vaste proporzioni scoppiato poco dopo la mezzanotte all’interno del deposito dell’azienda di autolinee Federico. La natura potrebbe essere dolosa.

Sul luogo dell’incendio, infatti, è stata trovata una tanica del tipo di quelle utilizzate per contenere liquido infiammabile, in parte bruciata. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri che sono intervenuti nell’immediatezza del fatto.

Le fiamme, sviluppatesi da un primo autobus si sono propagate in brevissimo tempo a tutti gli altri mezzi in sosta nelle immediate vicinanze. Sul posto sono intervenute tre squadre di vigili del fuoco con quattro autobotti, che hanno lavorato per quattro ore riuscendo a salvare solo uno dei 15 mezzi parcheggiati all’ interno del piazzale, in contrada Riposo di Locri.

Gli autobus sono utilizzati per il servizio di trasporto di studenti e pendolari in tutta la costa jonica reggina. L’azienda reggina di autolinee ha già subito in passato incendi e danneggiamenti di propri automezzi, a scopo intimidatorio, nel febbraio del 2013 a Satriano e nel maggio dello stesso anno a Santa Caterina dello Jonio. Nel 2014, a gennaio, un nuovo episodio si era verificato sempre a Santa Caterina dello Jonio.

Indagini sono in corso indagini dei carabinieri di Locri per risalire ad eventuali responsabili.

Pavullo (Modena), botte ai bimbi dell'asilo. Arrestata maestra

Pavullo (Modena), botte ai bimbi dell'asilo. Arrestata maestraPAVULLO (MODENA) – Avrebbe dato ai bambini botte e punizioni eccessive, accompagnate da insulti e bestemmie, al punto che i bimbi tra i 3 e i 5 anni, terrorizzati, non volevano più andare all’asilo per paura di lei, M.G., 52enne, una maestra che è stata arrestata con l’accusa di maltrattamenti aggravati.

L’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, è stata eseguita dai carabinieri della compagnia di Pavullo, nel Frignano, (Modena) ed è stata emessa dal gip di Modena, Eleonora De Marco.

Secondo quanto è emerso dall’attività investigativa, coordinata dal Pm Marco Imperato, l’insegnante, coordinatrice di una scuola per l’infanzia, abusando delle proprie qualità e violando i doveri di equilibrio e correttezza, con condotte sistematiche e reiterate, avrebbe maltrattato fisicamente e psicologicamente i piccoli durante l’orario scolastico.

Con schiaffi, spintoni, strattonamenti. E insulti del tipo: “Sei brutta”, “stordita”, “li mortacci vostri”, “sei pesante”, “sei una pecora”, “hai finito di ridere”, “ti do una microfonata in faccia”.

Nell’ordinanza il gip scrive che “l’ira (della maestra) si scatena all’improvviso, anche di fronte a situazioni normali (un bambino deve fare la pipi, un bambino non gradisce il cibo). E’ stato quindi necessario porre fine ai rapporti che la stessa intratteneva con i minori, per non pregiudicare ancora di più la loro crescita intellettuale e fisica”. In un caso, una bimba per punizione è stata presa di forza e portata fuori al freddo, a 700 metri sull’Appennino modenese.

L’inchiesta è stata avviata dopo l’esposto di alcuni genitori che vedevano i propri figli rientrare a casa impauriti e sotto choc per le presunte condotte dell’insegnate.

Gabriel Garko dimesso dall'ospedale. Morta proprietaria della villa

Gabriel Garko esplode Villa Sanremo
La villa dove è avvenuta l’esplosione a Sanremo. Nel riquadro l’attore Gabriel Garko

Paura per il celebre attore Gabriel Garko. Lunedì mattina è avvenuta una forte esplosione che ha provocato il crollo di una parte della villa e sventrato il resto dell’abitazione dove il vip risiede temporaneamente a Sanremo. Nello scoppio è morta, sotto le macerie, un’anziana signora mentre Garko è stato trasportato in ospedale “sotto choc”.

L’attore ha riportato un lieve trauma cranio ed escoriazioni diffuse. Garko è stato già dimesso ma la prognosi è di 10 giorni. L’anziana che è morta si chiamava Maria Grazia Gugliermetti, ed era la madre del proprietario dell’immobile.

L’esplosione è avvenuta alle intorno alle 9 in villa della Rosa, nel quartiere residenziale del Solaro. L’attore stava vivendo lì come sistemazione temporanea in vista della preparazione del Festival della canzone italiana, a Sanremo.

Gabriel Garko, secondo i carabinieri, avrebbe riportato solo escoriazioni, ma è rimasto sotto choc per l’esplosione. Garko è stato trasportato in ospedale a Sanremo da una ambulanza. I soccorritori hanno raccontato che l’attore è salito da solo. L’esplosione è avvenuta al secondo piano della villa. L’attore si trovava al primo piano. Non sono ancora chiare le cause che hanno provocato l’esplosione. Sul posto i vigili del fuoco e le forze dell’Ordine che stanno cercando di accertare i motivi dello scoppio.

"Terroristi Isis tra i barconi in Italia". L'allarme della Francia

Il Times svela il piano segreto dell'Ue per rimpatriare 400mila migrantiL’Isis potrebbe infiltrare i propri miliziani nei barconi di migranti che partono dalla Libia e approdano sulle coste del sud Italia. Per il ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian questo rappresenta “un grande rischio” per l’Europa.

Le Drian ha detto che c’è il bisogno “urgente” di una soluzione politica in Libia dove “Daesh si sta stabilendo… la Libia mi preoccupa dal settembre 2014. Sono lì, a 300 km dalla costa europea, e si stanno espandendo”.

Le Drian, sottolineando che Lampedusa è a 350 chilometri dalle coste della Libia, ha osservato che “quando sul Mediterraneo c’è bel tempo, c’è il rischio che (i miliziani dell’Isis) possano fare la traversata, mescolandosi ai migranti. E’ un grande rischio”, ha detto il ministro francese.

“Tutti sono consapevoli del pericolo che il conflitto in Siria ed Iraq, dove stiamo vedendo alcuni risultati positivi, si trasferisca in un nuovo conflitto in Libia”, ha aggiunto, ribadendo che la soluzione politica “è il solo modo di sradicare il problema”. “Ci deve essere un governo di unità nazionale. C’è un serio processo politico in corso, sostenuto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. E’ urgente”, ha concluso.

Intanto, in Siria, in diversi attentati kamikaze dell’Isis, sono morte 60 persone sciite.

Arezzo. Guida ubriaco, sbanda e uccide madre e figlia

Arezzo. Guida ubriaco, sbanda e uccide madre e figlia - Immagine repertorioAREZZO – Un ubriaco alla guida di una minicar ha investito e ucciso una donna e sua figlia di 10 anni. E’ successo domenica a Montione, alle porte di Arezzo.

L’autore del duplice omicidio è un cittadino romeno trovato in stato di ebbrezza alcolica. L’uomo ha rischiato di essere linciato dai passanti che hanno assistito alla scena. Le vittime sono Barbara Fiacchini, 50 anni, di origine polacca, sposata con un italiano e residente ad Arezzo, e la sua bambina di 10 anni.

Secondo le prime ricostruzioni della polizia municipale intervenuta sul posto, mamma e figlia stavano camminando, probabilmente sul marciapiede, quando l’auto è sbandata ed è piombata loro addosso. L’impatto è stato violentissimo. La donna è stata soccorsa dal 118 e trasferita in ospedale.

La piccola è stata invece assistita sul luogo dell’incidente vista la gravità delle sue condizioni: i sanitari hanno praticato lunghe manovre di rianimazione alla bambina ma purtroppo non c’è stato niente da fare. La donna è poi morta in ospedale: per lei era stato disposto il trasferimento con l’elicottero Pegaso a Firenze.

Ma anche lei non ce l’ha fatta. Il conducente romeno della minicar è stato estratto dall’abitacolo della minicar dai vigili del fuoco e trasportato in ospedale, piantonato dalla polizia municipale. Secondo quanto emerge l’uomo sarebbe stato alla guida in condizioni psicofisiche alterate dall’alcol.

Il tasso alcolico rilevato sarebbe di quattro volte superiore al limite consentito. L’uomo è stato poi arrestato per omicidio colposo aggravato dal fatto di essere stato alla guida ubriaco. Sul luogo dell’incidente sono stati soccorsi anche il padre della bimba e un’operatrice del 118 colpiti da malore.

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