14 Ottobre 2024

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Egeo, 24 morti in un naufragio. Tra le vittime 11 bambini

Egeo, 24 morti in un naufragio. Tra le vittime 11 bambini
I soccorritori turchi recuperano i cadaveri (Ansa/Epa)

Ancora una strage nel mare Egeo. In due naufragi sono morte complessivamente 35 migranti. Ventiquattro, tra cui 11 bambini, è il bilancio del naufragio di un barcone nella baia turca di Edremit, a poca distanza dall’isola greca di Lesbo. In un altro naufragio al largo della Turchia ci sono 11 morti. Altre 12 persone risultano disperse e le operazioni di soccorso proseguono. Il bilancio potrebbe salire.

Una neonata siriana di un anno è stata trovata morta alla stazione dei bus di Adana, nel sud della Turchia, dove era giunta con la madre dopo un viaggio di oltre 100 km a piedi da Aleppo, in fuga dalla guerra. Secondo i primi rilievi, la piccola Garam sarebbe morta per malnutrizione e freddo.

In Italia prima sentenza sulla tratta di esseri umani, condannati trafficanti.
Il gup di Palermo, Angela Gerardi, ha condannato a pene comprese tra due e sei anni e quattro mesi sei africani accusati di traffico di essere umani: si tratta della prima sentenza italiana che riconosce l’esistenza di un’organizzazione che gestiva il traffico dei migranti. Il processo, celebrato in abbreviato, nasce da un’indagine coordinata dal procuratore aggiunto di Palermo, Maurizio Scalia, e dai pm Gery Ferrara e Claudio Camilleri.

Panic selling in Borsa a Milano: -4,7. Crolla Wall Street

Borsa di Wall StreetNuovo lunedì nero in Borsa a Piazza Affari, dove diversi titoli a elevata capitalizzazione hanno lasciato sul terreno molto valore: il peggiore è stato Saipem che ha perso il 25% a 0,38 euro nell’ambito dell’aumento di capitale, mentre Mps ha chiuso in calo dell’11% a 0,519 euro, vicino al minimo storico. Anche Bper ha accusato un ribasso dell’11,9%, seguita da Ubi e Poste italiane che hanno ceduto entrambe il 10,4%, con Carige il calo del 10,1% mentre Intesa si è mossa con l’indice generale (-4%). Male Fca, in ribasso finale del 9,8%.

Giornata nera per la Borsa di Francoforte, che ha concluso le contrattazioni con l’indice Dax in calo del 3,3% a 8.979 punti. Malissimo Deutsche bank e Commerzbank, in ribasso finale di oltre il 9%.

Prima giornata di settimana pessima per tutte le Borse europee: l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto il 3,5% finale, un calo che equivale a 309 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati in una sola seduta.

Wall Street procede negativa, con lo S&P 500 che scende ai minimi dall’aprile 2014. Il Dow Jones perde il 2,01% a 15.879,30 punti, il Nasdaq cede il 2,48% a 4.255,07 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,05% a 1.841,14 punti.

Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco chiude ai massimi da luglio 2015, salendo a 146 punti base. Il tasso sul decennale del Tesoro è in rialzo all’1,67%. Cresce anche lo spread della Spagna, col divario Bonos-Bund a 153 punti base e col tasso sul titolo iberico a 10 anni all’1,74%. (Ansa)

Bologna, un pesce salva un uomo dal monossido killer

Bologna, un pesce salva un uomo dal monossido killer
Il Lago di Porziola a Sasso Marconi (Bologna), dove è stata sfiorata la tragedia col monossido

Un pesce ha salvato un uomo dal monossido di carbonio killer. E’ successo nel fine settimana nel Bolognese. Due amici si sono recati a pesca sul “Lago di Porziola” di via Gamberi a Sasso Marconi (Bologna), dove si sono accampati per un fine settimana all’insegna del relax.

I due pescatori, dopo aver montato le tende, lanciano le canne con esche e campanelli e si distendono in attesa che qualche pesce abbocchi. Si preparano da mangiare e, calato il tramonto, di sera, accendono le stufette da campo per riscaldarsi.

A questo punto cominciano i guai per uno di loro. Dalla stufa portatile, probabilmente difettosa e senza areazione, comincia a fuoriuscire lento e silenzioso il monossido di carbonio killer. L’uomo, 34 anni, è nella tenda addormentato e gradualmente perde i sensi per l’inalazione del fumo tossico. Il suo amico, un 37enne di Casalecchio di Reno come l’amico, il quale riposava nella tenda accanto, fortunatamente sente nella notte trillare il campanello posto in cima a una delle sue canne. Un pesce era abboccato all’amo.

Il pescatore esce dalla sua tenda e corre per tirare il pesce, ma nota lo strano silenzio del suo amico. Va per svegliarlo e riferirgli della preda abboccata, ma lo trova privo di sensi. Intuisce subito dalla stufetta ancora accesa, che potrebbe avere inalato il veleno. E’ panico. A quel punto, preoccupatissimo, il 37enne lascia subito la canna e apre tutta la tenda per far circolare l’area. Intanto allerta il 112 che invia sul laghetto di Porziola una pattuglia di Carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Bologna Borgo Panigale.

Anche i militari accorsi sul posto si sono accorti immediatamente della possibile tragedia. Chiamano immediatamente i soccorritori del 118  e il 34enne senza sensi viene trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna. L’uomo è stato successivamente trasferito presso il Centro Iperbarico di Ravenna per le cure del caso. La prognosi è riservata. Bisognerà attendere qualche giorno per parlare di storia a lieto fine. Una tragedia sfiorata grazie a un pesce.

Abusi, arrestati 3 vigili a Bagnara Calabra tra cui il comandante

Nei riquadri, dall'alto in basso: Raimondo Cacciola la moglie Giuseppina Luppino e Pasquale Clemente
Nei riquadri, dall’alto in basso: Raimondo Cacciola la moglie Giuseppina Luppino e Pasquale Clemente

BAGNARA CALABRA (REGGIO CALABRIA) – Il comandante della polizia municipale di Bagnara Calabra, Raimondo Cacciola, la moglie Giuseppina Luppino, anche lei vigile urbano, ed un altro appartenente al Corpo, Pasquale Clemente, sono stati arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria con l’accusa, a vario titolo, di favoreggiamento reale e personale, omissione e abuso d’ufficio e danneggiamento.

Secondo l’accusa, i tre, per anni, non avrebbero dato seguito a denunce presentate da cittadini. Nell’inchiesta, coordinata dal pm di Reggio Antonio Cristillo, sono coinvolte altre 12 persone indagate in stato di libertà, fra cui l’ex comandante dei vigili Giuseppe Bellantone, arrestato nel 2013 in un’altra inchiesta per corruzione, tentato peculato e falso, ed un sacerdote, don Santo Donato, che avrebbe fatto realizzare un centro senza avere autorizzazioni. In esecuzione dell’ordinanza del gip Karen Catalano, Cacciola è stato portato in carcere, mentre la moglie e l’altro vigile sono stati condotti agli arresti domiciliari domiciliari.

Tutto è cominciato nel dicembre 2014, quando una cittadina del comune di Bagnara Calabra sporgeva denuncia presso il Comando Stazione dei Carabinieri del predetto Comune.

Avviate immediatamente le indagini dei militari, grazie ad una perquisizione effettuata presso il Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra, l’esame di molta documentazione, nonché la testimonianza degli altri vigili, gli inquirenti hanno potuto fare luce sul presunto sistema di illegalità diffusa imposto, all’interno del Comando di Polizia Municipale di Bagnara Calabra, da Raimondo Cacciola, 60 anni, fino a pochi giorni addietro comandante facente funzione dell’Ufficio, succeduto nell’incarico a Giuseppe Bellantone (anch’egli tratto in arresto il 15 febbraio 2013 in un diverso procedimento, per fatti commessi nell’esercizio delle proprie funzioni).

Durante le indagini, intercorse tra l’ottobre 2013 ed il dicembre 2015, sono emerse varie ipotesi delittuose (contro la pubblica amministrazione, l’amministrazione della giustizia, la fede pubblica, il patrimonio e la libertà personale). Spiegano gli inquirenti che in innumerevoli circostanze Cacciola aveva omesso di riferire alla competente Autorità giudiziaria fatti costituenti reato in materia urbanistica e contro il patrimonio, favorendo i responsabili di tali condotte ad eludere le investigazioni dell’Autorità o ad assicurarsi i profitti del reato ed attestando, altresì, fatti falsi, con abuso delle proprie funzioni.

Con la complicità della moglie, Giuseppina Luppino, vigilessa di anni 56,  Cacciola aveva inoltre formato un registro di protocollo “manuale” inserendo numeri progressivi in bianco, attestando fatti falsi, precisamente la data e la successione nel tempo della ricezione o spedizione di atti da parte del Comando.

Di particolare allarme sociale risultava, infine, l’ultimo episodio delittuoso in ordine di tempo contestato al Cacciola, il quale aveva tentato di farsi corrispondere, ricorrendo a larvate minacce e con la forza intimidatrice dell’uniforme, una parte della somma di denaro liquidata ad un soggetto rimasto coinvolto in un incidente stradale con la propria coniuge Luppino. Proprio in merito a tale sinistro, la moglie ha presentato richiesta di risarcimento all’Inps dichiarando che il sinistro fosse avvenuto in itinere, cioè nel tragitto lavoro-abitazione.

In realtà gli accertamenti delle autorità hanno dimostrato che Luppino, in quella circostanza era libera dal servizio poiché, arbitrariamente, aveva anticipato l’uscita dal posto di lavoro e che pertanto la versione del sinistro (supportata da compiacenti dichiarazioni del coniuge Cacciola e Clemente) era finalizzata ad ottenere indebito risarcimento da parte dello Stato.

Dal coacervo dei fatti delittuosi sopra descritti e dalla loro inquietante ripetizione, gli investigatori hanno desunto la spiccata e specifica pericolosità sociale degli indagati, tale da imporre l’applicazione della custodia cautelare in carcere per Cacciola e degli arresti domiciliari per i due complici appartenenti al Corpo.

Sorpreso con arma e droga, arrestato uomo a Reggio Calabria

Arma e droga, arrestato Vincenzo Bruno a Reggio Calabria
La pistola e la cocaina sequestrata dai carabinieri a Vincenzo Bruno

REGGIO CALABRIA – Ancora un arresto per armi e droga a Reggio Calabria. I militari questa volta hanno arrestato Vincenzo Bruno, disoccupato 48enne, con precedenti per reati contro il patrimonio.

Nello specifico, i Carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia, nel corso di una perquisizione per la ricerca di armi effettuata presso un circolo ricreativo di Reggio Calabria, hanno rinvenuto circa 10 grammi di droga. Inutile è stato il tentativo del Bruno di disfarsi della sostanza stupefacente gettando l’involucro di carta stagnola all’interno del water e tirando successivamente lo sciacquone. I militari dell’Arma, appena intuito l’intento di Bruno sono subito intervenuti recuperando il tutto all’interno del sifone, vanificando il tentativo dell’indagato di procurarsi l’impunità.

Alla luce di quanto rinvenuto e considerato l’atteggiamento di Vincenzo Bruno, i militari decidevano di estendere la perquisizione presso il suo domicilio, dove al termine delle operazioni, veniva rinvenuta una rivoltella calibro 10.35 – illegalmente detenuta e in buono stato di conservazione – sulla quale sono in corso accertamenti più approfonditi per stabilirne l’esatta provenienza. Al terminate le formalità di rito, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Arghillà, a disposizione dell’autorità giudiziaria reggina.

Lamezia Terme, arrestati fratelli Gagliardi per omicidio Torcasio

Lamezia Terme, arrestati fratelli Gagliardi per omicidio TorcasioLAMEZIA TERME (CATANZARO) – La squadra mobile di Catanzaro ha arrestato i fratelli Bruno e Alfredo Gagliardi, indicati come esponenti di spicco delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte, attive a Lamezia Terme. I due sono ritenuti presunti complici di Gennaro Pulice, ora collaboratore, già arrestato con l’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Vincenzo Torcasio avvenuto nel luglio del 2003 nei pressi di un locale notturno di Falerna Marina.

L’arresto è stato disposto dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. Bruno Gagliardi, secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori e da quanto emerso dalle indagini, avrebbe invece studiato le abitudini della vittima pianificandone l’agguato mentre il fratello Alfredo avrebbe avvertito della presenza della vittima nel locale.

GLI SVILUPPI DELL’INCHIESTA – Il fatto di sangue – spiegano gli investigatori – è stato puntualmente delineato, in ogni suo particolare, avendo gli inquirenti raccolto le dichiarazioni di Gennaro Pulice, divenuto collaboratore di giustizia successivamente all’esecuzione, nello scorso maggio, dell’operazione Andromeda, che ha reso informazioni sugli anni trascorsi al servizio dei clan lametini.

Le dichiarazioni di Pulice, hanno aggiunto un tassello ulteriore alle pregresse evenienze d’indagine che già nell’ambito dell’operazione Andromeda avevano consentito l’arresto, per i fatti in questione, di Gennaro Pulice ed Angelo Anzalone, permettendo agli investigatori di ricostruire le presunte responsabilità dei suoi complici nell’azione delittuosa, individuati nei fratelli Gagliardi.

L’odierno provvedimento cautelare, raccogliendo l’insieme dei dati investigativi, ricostruisce il citato evento omicidiario riconoscendo la responsabilità di Pulice quale killer, che si avvaleva della preziosa collaborazione di Bruno Gagliardi, che aveva studiato le abitudini della vittima pianificandone l’agguato e del fratello Alfredo, cui toccò il compito di fare da “specchietto” ai correi avvisandoli della presenza della vittima nel locale. L’omicidio di Vincenzo Torcasio fu l’ennesimo delitto che insanguinò Lamezia Terme e il suo circondario in quegli anni, elemento della strategia di sangue che le cosche federate Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte stavano conducendo attraverso l’eliminazione dei componenti al vertice dell’avversa compagine dei Torcasio.

La serie di omicidi programmata, nell’intenzione dei suoi ideatori doveva vendicare l’uccisione del vecchio capo cosca Giuseppe Cannizzaro, ammazzato a Lamezia Terme nel 1998, della cui morte l’omonima famiglia di mafia riteneva colpevole il clan Torcasio. Il contesto criminale in cui era maturato l’omicidio di Vincenzo Torcasio costituiva quindi la prosecuzione di un programma criminoso che aveva avuto la sua massima espressione nell’uccisione di Nino Torcasio, classe ‘75, da parte di Francesco Cannizzaro classe ‘78, risalente al marzo 2002 e nel contestuale tentativo di eliminare l’intera famiglia dei Torcasio posizionando una bomba occultata in un pacco regalo all’interno della propria abitazione. L’ordinanza custodiale è stata notificata a Bruno Gagliardi presso il carcere di Terni mentre il fratello Alfredo è stato rintracciato presso la propria abitazione.

Crotone, evasione, droga e soldi falsi. Un arresto e denunce

Crotone, evasione, droga e soldi falsi. Un arresto e denunce
Droga e soldi falsi sequestrati dai militari di Crotone
CROTONE – Lo scorso fine settimana, i Carabinieri della Compagnia di Crotone hanno effettuato una serie di controlli e perquisizioni nella periferia della città, segnatamente in località Poggio Pudano: il bilancio è di un arresto, due minorenni segnalati per consumo di sostanze stupefacenti, droga e soldi falsi sequestrati.

I militari del Nucleo Operativo hanno dato luogo ad una serie di attività di perquisizioni d’iniziativa in alcuni caseggiati popolari tra via Carfizzi e via San Luca: qui con l’ausilio di Sambo, il cane – carabiniere in forza alle unità cinofile del Gruppo Operativo Calabria, venivano rinvenuti su un pianerottolo, all’interno di una cassetta di derivazione circa 100 grammi tra eroina, cocaina e hashish oltre a duemila euro in banconote da 50 , perfettamente false.

Il Nucleo Radiomobile ha invece tratto in arresto Pasquale Iorno, classe ’81, sorvegliato speciale: l’uomo è stato sorpreso fuori dalla sua abitazione in violazione delle prescrizioni derivanti dal suo status di sorvegliato speciale.

Inoltre un paio di sedicenni sono stati sorpresi all’interno di una casa abbandonata a consumare spinelli: per loro è scattata la segnalazione all’Ufficio Territoriale del Governo in qualità di assuntori.

Picchiavano i disabili in un centro a Grottaferrata. 10 arresti

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Un frame del video dei Nas con le violenze contro i disabili. 10 arresti a Grottaferrata (Roma)

GROTTAFERRATA (ROMA) – Un vero e proprio lager con i degenti, 16 ragazzi di cui 5 minori di 14 anni, con gravi disabilità che venivano picchiati, ingozzati di cibo a forza, umiliati e insultati. Alcune delle vittime avevano 8 anni. Tre pazienti sono stati segregati e chiusi a chiave nelle loro stanze.

Succedeva di tutto al Centro di Riabilitazione neuropsichiatrico di (Roma), dove stamani i carabinieri del Nas di Roma con quelli di Frascati, hanno eseguito 10 arresti, uno in carcere e 9 ai domiciliari, nei confronti di dipendenti.

VIDEO DELLE VIOLENZE

Le vittime sono disabili, tutti affetti da patologie neuro-psichiatriche e motorie. Gli arresti, emessi dal gip del Tribunale di Velletri Gisberto Muscolo, scaturiscono dalle indagini condotte dai Nas coordinata dalla Procura della Repubblica di Velletri che riguardano numerosi episodi di maltrattamenti subìti dagli ospiti disabili della struttura sanitaria in convenzione con il Servizio sanitario regionale ad opera dello stesso personale che li aveva in custodia.

Il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha auspicato l’approvazione del disegno di legge che aumenta di un terzo la pena per il reato di maltrattamento nei confronti delle persone piu’ fragili.

Napoli, bimbi usati come corrieri di droga. Blitz con 42 arresti

Napoli, retata antidroga. Arresti. Coca trasportata coi bimbi
Alcune foto degli arrestati dai carabinieri su disposizione della Dda Napoli

NAPOLI – I carabinieri del Comando Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, coordinati dai Magistrati della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e al regime degli arresti domiciliari, nei confronti di numerosi soggetti, emessi dal gip presso il Tribunale di Napoli, tutti indagati per il reato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana.

Nel corso dell’attività i carabinieri hanno appurato come lo stupefacente, approvvigionato in provincia di Napoli (Caivano), venisse poi trasportato da corrieri mediante l’occultamento su persona o all’interno di veicoli, anche in presenza di minori (anche nel contenitore delle salviettine per neonati e negli ovetti kinder), utilizzati al fine di eludere i controlli.

Nel dettaglio i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare sono in tutto 42 (19 in carcere e 23 ai domiciliari), alcuni sarebbero irreperibili. Di seguito un elenco provvisorio delle persone arrestate.

Alessandro Mastrantonio , classe ‘89;  Dario Piscitelli , 94;  Luca Piscitelli , ‘94;  Tommaso Anzalone , ‘90;  Luigi Belvedere , ‘92;  Mauro Falcone , ‘95; Donato Di Caprio, ’64;  Domenico Ferrara, ’95;  Raffaele Ferrara , ’77;  Alfonso Giordano , ’94;  Sandro Moronese , ’93;  Ferdinando Palmieri , ’92;  Angelo Prece, ’83;  Giovanna Talamo , ’86; Mario Capitelli,  ’82;  Dario Cipullo , ’86;  Danilo Consolazio , ’92.   Ivan Viggiano,  ’82;  Francesco Caterino,  82;  Francesco Pettrone , ’77;  Giuseppe Iaiunese , ’91;  Andrea Silvestri , ’78;  Antonio Santillo , ’91;  Bruno Sannino , ’94;  Salvatore Natale , ’64;  Francesca Nappa , ’91;  Italia Mottola , ’84;  Umberto Diaferia , ’59;  Daniele Di Gennaro, ’89;  Silvia Del Canto, ’91;  Giovanni Cestrone , ’95;

Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito di un’articolata attività di indagine, condotta tra il mese di settembre 2013 e il febbraio 2015, avente ad oggetto la riorganizzazione della gestione delle piazze di spaccio nel comune di Santa Maria Capua Vetere e comuni limitrofi, conseguente alla disarticolazione del gruppo Fava avvenuta nell’anno 2013.

In particolare a seguito dell’aspro conflitto tra le famiglie Fava e Bellagiò per il controllo del mercato della droga, conflitto che ha determinato anche episodi violenti, quali esplosioni di colpi d’arma da fuoco ed attentati incendiari, le indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere sotto la direzione della DDA di Napoli avevano consentito di trarre in arresto, in esecuzione di fermo del P.M., i vertici del gruppo Fava che decidevano di collaborare con la giustizia.

Gli spunti offerti dalle dichiarazioni dei collaboratori e le ulteriori attività investigative, consistite in attività tecniche di intercettazioni, servizi di Osservazione controllo pedinamento e riscontri consentivano di delineare i nuovi scenari relativi allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, con la formazione di nuove piazze di spaccio, operanti nella città di Santa Maria Capua Vetere che SI approvvigionavano dello stupefacente nella provincia di Napoli.

Come riportato dal Gip nel provvedimento cautelare, le indagini hanno permesso di appurare che i luoghi di appuntamento in Santa Maria Capua Vetere e nella vicina San Prisco, erano Piazza Mazzini, l’Anfiteatro, la Villa comunale, il Liceo classico e le cosiddette ”palazzine”, luoghinei quali alcuni soggetti, già contigui alla famiglia Fava, avevano proseguito in proprio l’attività delittuosa coinvolgendo nuove leve, in particolare giovani, nell’attività di spaccio.

Inoltre, l’approvvigionamento in particolare della cocaina, avveniva oltre che a Caivano, nella zona nota come “Parco Verde” anche nei comuni di Casal di Principe e di Orta di Atella, con diversi soggetti che si dividevano i ruoli di acquisto gestione e spaccio dello stupefacente; mentre la marijuana veniva coltivata nelle campagne tra i comuni di San Tammaro e Santa Maria la Fossa, occultata in campi di tabacco, dove venivano addirittura rinvenute oltre 1000 piante, a riprova del volume dell’attività.

Nelle dinamiche criminali ricostruite vi è anche l’episodio in cui per motivi allo stato non chiari, verosimilmente legati a dinamiche di carattere sentimentale dei rispettivi figli, uno degli indagati compie un attentato nei confronti del negozio di telefonia gestito da un altro indagato in Orta di Atella esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco contro le vetrine.

Circostanza che sottolinea la gravità delle attività delinquenziali è il fatto che il gruppo non esitasse ad impiegare minori nell’attività di spaccio o che addirittura li portasse a seguito al fine di sviare i controlli delle Forze di Polizia .
Sintomatico di tale “modus operandi” è l’episodio in cui uno degli indagati occultava la sostanza stupefacente nelle salviette umidificanti o nel cosiddetto “ovetto kinder” di un minore.

Cosenza, botte da orbi a 15enne. Denunciati 5 bulli minori

Un branco di 15 persone a Cosenza manda in ospedale coetaneoUn gruppo composto da una quindicina di giovani bulli ha aggredito sabato scorso un coetaneo di 15 anni colpendolo con calci, pugni e una bomboletta spry usata per carnevale, in testa causandogli seri danni. Il giovane ha riportato, spiega la Polizia che ha individuato e denunciato 5 minori la Frattura IV Metatarso dx scomposta, ferita lacero contusa alla fronte poi suturata, escoriazioni multiple, con prognosi di 30 giorni. Il 15enne è ricoverato presso il Reparto di Chirurgia pediatrica per essere sottoposto ad intervento chirurgico alla mano destra.

L’aggressione è avvenuta sabato a tarda sera in Corso Mazzini a Cosenza. La vittima è stata individuata dal branco e preso di mira. Prima gli insulti, poi gli spintoni e infine botte da orbi che hanno ridotto il ragazzo in una maschera di sangue. I bulli sono tutti ragazzi coetanei ed erano muniti di bombolette spray solitamente usate per gli scherzi di carnevale.

GUARDA LO SPOT DELLA POLIZIA CONTRO IL BULLISMO

All’esito delle indagini esperite dalla Polizia di Stato di Cosenza, intervenuta subito sul posto, è riuscita a individuare 5 dei minori facenti parte del “branco”. Si tratta di F.S. di 15 anni, F.M. di 17 anni, B.L., L.A. e F.P., i quali verranno deferiti alla competente autorità giudiziaria in concorso tra di loro, per i reati di lesioni personali pluriaggravate. La Polizia di Stato di Cosenza, sta effettuando ulteriori indagini per arrivare all’identificazione di tutti gli autori dell’aggressione di gruppo.

Evasi quasi 5 milioni di ticket all'ospedale di Cosenza

Evasi 4,7 milioni di ticket all'ospedale di CosenzaCOSENZA – In tre anni, dal 2011 al 2014, all’ospedale di Cosenza 150 mila prestazioni di pronto soccorso non urgenti – i codici “bianco” e “verde” – sono state svolte senza il pagamento del ticket, comportando un danno erariale di 4,7 milioni di euro. Ad accertarlo sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Cosenza che hanno segnalato alla Corte dei conti quattro funzionari dell’Azienda.

Secondo le indagini dei finanzieri, che hanno esaminato migliaia di prestazioni e centinaia di migliaia di documenti, solo il 4,3% dei ticket dovuti sono stati pagati. Conclusione che potrebbe essere rivalutata alla luce di eventuali controdeduzioni dell’Azienda.

Complessivamente sono state esaminate oltre 370.000 prestazioni. Dalle indagini è emerso che l’iter seguito dal paziente veniva registrato manualmente il che ha comportato che numerose prestazioni non sono state poi pagate visto che numerosi pazienti, prima delle dimissioni, non hanno riconsegnato la scheda di presentazione al pronto soccorso.

Impatto fatale con una mucca. Muore a Nuoro 31enne

Impatto fatale con una mucca. Muore a Nuoro 31enne
La strada statale 131 Dcn direzione Nuoro all’altezza dello svincolo con la ss 129. A destra l’auto della vittima Fabio Settembrini

NUORO – Un uomo originario di Cosenza, è morto in Sardegna in un incidente stradale. La vittima, Fabio Settembrini, 31 anni,  stava viaggiando a bordo della sua Audi A4 sulla Strada statale 131 Dcn, nel tratto fra Ottana e Nuoro, quando si è scontrato improvvisamente con una mucca che era al centro della carreggiata.

L’incidente è successo di domenica sera verso le 22.30 all’altezza dello svincolo per Macomer e per la strada statale 129. Fabio Settembrini, diretto verso Nuoro, ha tentato disperatamente di frenare per evitare l’impatto, ma nella violenta collisione contro il grosso animale, l’uomo è morto sul colpo.

Le altre due persone che viaggiavano con lui, Maria Teresa Ziratu, di 58, di Magomadas, e Alessio Cuccu, di 35, di Nuoro, sono rimasti feriti e sono stati ricoverati nell’ospedale San Francesco a Nuoro.

Sul posto sono intervenuti i medici del 118, i vigili del fuoco del comando provinciale di Nuoro e le forze dell’ordine per ricostruire la dinamica dello scontro. E’ probabile che la mucca, morta anche sul colpo, per trovarsi sulla strada a quell’ora si era smarrita dopo la giornata di pascolo. Il buio e l’asfalto reso viscido dalla pioggia hanno fatto il resto.

Pozzuoli, marito violento picchia la moglie incinta. In carcere

Oppido Mamertina, violenze sulla moglie, arrestato 36enne | Picchia moglie incinta a PozzuoliPOZZUOLI (NAPOLI) – Picchia la moglie incinta e viene arrestato dai carabinieri. A chiedere l’intervento dei militari una telefonata al 112. Quando i carabinieri della stazione e del Nucleo Radiomobile di Pozzuoli arrivano all’indirizzo della coppia intercettano l’aggressore che si sta dando alla fuga di corsa probabilmente avendo udito le sirene. Ma invece di arrendersi l’uomo prima minaccia e poi aggredisce i militari con un coltello da cucina, ma viene disarmato e immobilizzato.
Si tratta di S.R., 41enne, di Pozzuoli, già noto alle forze dell’ordine. Le accuse nei suoi confronti sono di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Portato in caserma, l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale. I militari hanno ricostruito che le violenze alla moglie e anche ad altri familiari andavano avanti da tempo.

Milano, Giuseppe Sala vince le primarie del centrosinistra

Milano, Giuseppe Sala vince le primarie del centrosinistra
Il vincitore delle primarie a Milano per in centrosinistra, Giuseppe Sala

Sarà Giuseppe Sala il candidato sindaco del centrosinistra a Milano. L’ex commissario di Expo si è imposto sugli altri tre sfidanti – Francesca Balzani, Antonio Iannetta e Pierfrancesco Majorino – alle primarie del centrosinistra che si sono svolte sabato e domenica nel capoluogo lombardo.

“Mi sento felice, è una responsabilità importante”, ha commentato Giuseppe Sala appena appresa la matematica certezza di essere lui a dover guidare la coalizione nel dopo Pisapia.

“Ha vinto Milano – ha detto Sala – con primarie fatte bene, con quattro candidati e tanta gente. Sono felice, da domani si ricomincia”. La percentuale definitiva non è ancora stata resa nota.

Il premier Matteo Renzi, trapela da ambienti dem, è rimasto molto soddisfatto del risultato delle primarie milanesi e della vittoria di Giuseppe Sala. Molti i commenti positivi sull’uomo che si è guadagnato la stima dei vertici Pd per i sei mesi di guida dell’esposizione universale (Expo).

Chiusi i seggi delle primarie del centrosinistra a Milano. Secondo un primo provvisorio exit poll della Statale, Giuseppe Sala, candidato di Renzi, sarebbe avanti con una forbice tra il 39 e il 42%. A inseguire l’ex manager di Expo ci sarebbe Francesca Balzani con una forbice tra il 32/35 percento.

I seggi sono stati aperti fino alle 20 di domenica. E’ la seconda giornata di votazioni per le primarie del centrosinistra a Milano, per la candidatura a sindaco. I seggi – oggi 150 contro i 9 di ieri – sono erano aperti da stamani alle 8.

Nel primo giorno, contrassegnato dalle polemiche sulla presenza degli immigrati, cinesi in particolare,  hanno votato, secondo il Comitato promotore delle consultazioni, 7.750 elettori, dei quali il 4 per cento, quindi poco più di 300, di nazionalità straniera. Complessivamente, sono state 41.420 le persone che fino alle 16 di oggi hanno votato alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco di Milano.

In serata si sapranno i risultati dello spoglio. Per l’occasione è stato messo a disposizione il teatro Elfo Puccini di Milano, dove a spoglio concluso potrebbe arriverà anche il candidato più votato fra i 4 in corsa: Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino e Giuseppe Sala.

Vibo Valentia, aggredisce soldati e carabinieri. Arrestato

Vibo Valentia, aggredisce soldati e carabinieri. Arrestato Salvatore RosetoVIBO VALENTIA – I carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno arrestato Salvatore Roseto, di 57 anni, già noto alle forze dell’ordine, per minaccia, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di coltello.

L’uomo, la notte tra sabato e domenica, è stato visto aggirarsi con fare sospetto in piazza Luigi Razza da due militari dell’Esercito impegnati nel servizio “Strade sicure”. I militari, appartenenti al 24/mo Reggimento artiglieria di Messina, si sono avvicinati e gli hanno intimato l’Alt! per identificarlo.

Salvatore Roseto, in evidente stato d’ebbrezza, dopo aver tentato più volte di allontanarsi, secondo l’accusa, ha estratto dalla tasca dei pantaloni un coltello ed ha minacciato di morte i soldati. Questi hanno chiesto ausilio ai carabinieri che giunti sul posto hanno tentato di calmare Salvatore Roseto che, per tutta risposta, ha continuato a ripetere “lasciatemi andare se no vi ammazzo tutti, faccio una strage”. I carabinieri hanno quindi deciso di intervenire riuscendo a disarmare e bloccare l’uomo.

Reggio Calabria, bomba inesplosa in pieno centro

Reggio Calabria, bomba inesplosa in pieno centro
Corso Garibaldi a Reggio Calabria (Wikipedia)

REGGIO CALABRIA – Un ordigno incendiario inesploso è stato trovato stamani su corso Garibaldi, la strada principale di Reggio Calabria, ad alcune decine di metri dal Museo archeologico che ospita i bronzi di Riace.

La bomba, realizzata con un estintore pieno di liquido infiammabile e collocata nella notte davanti all’entrata di una rosticceria che dovrebbe aprire a giorni, è stata innescata ma ha fatto solo una fiammata senza esplodere. A scoprirla sono stati gli agenti di una volante in tarda mattinata, mentre Corso Garibaldi era pieno di gente per festeggiare il carnevale.

Vedendo l’estintore nessuno dei passanti si era insospettito. I poliziotti hanno immediatamente chiuso il tratto di strada e fatto intervenire gli artificieri che hanno provveduto a rendere inoffensivo ed a rimuovere in sicurezza l’ordigno. Gli investigatori ritengono che all’origine del fallito attentato ci possa essere il racket delle estorsioni.

Giulio Regeni, da autopsia torture e frattura vertebra cervicale

Giulio Regeni, da autopsia torture e frattura vertebra cervicale
La salma di Giulio Regeni giunta sabato 6 febbraio in Italia

L’esame autoptico sul cadavere di Giulio Regeni – disposto dal pm Sergio Colaiocco titolare dell’indagine e al quale ha partecipato anche un consulente medico-legale nominato dalla famiglia del giovane – si è protratto fino a tarda sera di sabato, ma i primi elementi sembrerebbero confermare quanto sospettato fin dall’inizio e, di fatto, escluderebbero definitivamente tutte le bugie raccontate finora dalle autorità egiziane: Giulio è morto per la frattura di una vertebra cervicale provocata da un violento colpo al collo o da una torsione indotta della testa oltre il punto di resistenza. Sul suo corpo ci sono anche i segni di un violento pestaggio e numerose abrasioni e lesioni. Il cadavere è stato sottoposto ad una tac, ad un esame tossicologico e a radiografie. Durante l’autopsia sono stati raccolti numerosi reperti che saranno sottoposti ad analisi specifiche di laboratorio.

Giulio Regeni sarebbe, dunque, morto lentamente dopo esser stato picchiato, probabilmente torturato. Da chi? E perché? Al momento la collaborazione promessa dalle autorità egiziane sembrerebbe essere rimasta sulla carta: il team di investigatori italiani, da due giorni al Cairo, ha potuto fare poco o nulla poiché per ora non ha avuto né accesso agli atti dell’inchiesta né ha incontrato chi sta conducendo gli accertamenti. Contatti ci sono stati, ma solo con funzionari che non si occupano direttamente dell’indagine. Al team è stato anche comunicato che il medico legale ha cominciato oggi “ad esaminare campioni di Dna e di diverse parti del corpo” di Regeni e che i “risultati “definitivi saranno completati alla fine del mese”.

La realtà, dunque, è che il mistero della morte del ricercatore friulano è tutt’altro che vicino ad una soluzione. “A quanto risulta dalle cose che ho sentito sia dall’ambasciata sia dagli investigatori italiani che stanno cominciando a lavorare con le autorità egiziane – non ha potuto che confermare il ministro degli esteri Paolo Gentiloni – siamo lontani dalla verità”. “Ci aspettiamo – ha aggiunto il ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha ricevuto la salma a Fiumicino – che sia raggiunta al più presto la verità e che sia fatta giustizia. Chiediamo piena collaborazione alle autorità egiziane e chiediamo loro di agire con determinazione, trasparenza e rapidità”.

Giulio Regeni è arrivato dentro una bara sabato 6 gennaio con un volo dell’Egypt Air all’aeroporto di Fiumicino e subito è stato trasferito all’istituto di medicina legale della Sapienza per l’autopsia, un passaggio fondamentale dal quale gli inquirenti italiani sperano di ottenere almeno parte di quelle risposte che continuano a non arrivare dall’Egitto. Poi partirà alla volta del Friuli dove in settimana saranno celebrati i funerali. Sul caso indaga la procura di Roma per omicidio volontario.

Camorra, il ministro Alfano: "Manderemo l'esercito a Napoli"

Camorra, il ministro Angelino Alfano: "Manderemo l'esercito a Napoli per zittire pistole e fermare omicidi"La recrudescenza criminale a Napoli preoccupa il Viminale che con il ministro dell’Interno Angelino Alfano fa sapere un impegno straordinario con più mezzi e soldati. Insomma, ci vuole l’esercito “per zittire le pistole”.

“A Napoli – ha spiegato Alfano a Skytg24 – abbiamo ottenuto successi straordinari nel contrasto alla camorra,  ma c’è un dato mi lascia assolutamente insoddisfatto: i reati sono in calo ovunque, ma a Napoli gli omicidi aumentano. Dobbiamo zittire le pistole”, ha sottolineato. Di questo intento il ministro ne ha parlato anche al premier. “L’ho detto anche a Renzi che adesso a Napoli ci vuole l’esercito. Abbiamo il contingente Strade sicure – ha precisato – ma occorre una norma per mandare più soldati a Napoli”.

“Ovviamente la città non va militarizzata, ma vanno diminuiti gli omicidi, e vanno liberate forze dell’ ordine da mettere in strada. Non sono d’accordo con chi sostiene che tanto si ammazzano tra di loro – ha concluso – :noi non possiamo fregarcene e dobbiamo far star zitte le pistole”.

Lamezia Terme, abusi su figlia minore compagna. Fermato

Droga, sette arresti e due denunce nel Cosentino - Cosenza - Corigliano Calabro, Spezzano Albanese e Amantea, Carolei | Lamezia Terme abusi sessuali su minore arrestato rumenoLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Da oltre un anno avrebbe violentato la figlia, ora 14enne, della convivente. Per questo, i carabinieri di Lamezia Terme hanno sottoposto a fermo un cittadino romeno, B.G.C., di 31 anni, con le accuse di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in famiglia.

Le indagini sono partite dopo l’intervento dei militari al pronto soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme dove si era presentata la quattordicenne. Allarmati per la tipologia di intervento necessario per la ragazza, i carabinieri hanno ascoltato testimoni, effettuato una serie di riscontri con certificati medici e interviste con i servizi sociali, e avuti i risultati degli esami clinici svolti nell’ospedale, sono giunti alla conclusione che l’uomo, dai primi mesi del 2015, aveva più volte abusato della ragazza. E’ stato accertato anche che l’uomo aveva messo in atto una ripetuta serie di violenze fisiche e psicologiche ai danni della compagna – sua connazionale e madre dell’adolescente – alcune delle quali denunciate in passato.

Unioni civili, Ncd: "Via dal testo adozioni e matrimoni gay"

Unioni civili, Ncd: "Via dal testo adozioni e matrimoni gay"ROMA – Ancora le unioni civili al centro del dibattito politico. “Sono contrario al metodo della minaccia, sia per stile sia per tattica: dico solo al Pd di fare una scelta di buon senso. Togliete le adozioni e il similmatrimonio e prendetevi le unioni civili”, ha detto il leader del Ncd Angelino Alfano a L’intervista di Maria Latella su SkyTg24. Secondo Alfano, dopo la scelta di Grillo, Renzi “non ha più il paracadute dei voti di Grillo e quindi c’è il rischio o la possibilità o la fortuna, direbbero alcuni che questa legge salti”.

Se il testo del ddl Cirinnà non cambia e continuerà a contenere la stepchild adoption e i “similmatrimoni” per le coppie gay “noi voteremo no decisamente dicendo al pd che è un grandissimo errore”, ha spiegato Alfano. “Io dico al Pd : evitateci le adozioni e l’equivalenza con i matrimoni. Tra l’altro gli italiani sono contrari. Questa è una legge a lungo agognata dalla sinistra, ma sarebbe un po’ troppo chiedere a questo parlamento nato senza un chiaro vincitore di approvarla. Il Pd si fermi varcando la soglia del successo, ma non pretenda di stravincere a dispetto degli alleati e di tre quarti del paese”. “Penso e spero – dice ancora Alfano – che Renzi faccia una valutazione politica rispetto al paese. Il voto m5s è incerto e quello degli alleati arriva solo se togliamo adozioni e similmatrimonio. Dunque non sarebbe prendersi un uovo rispetto alla gallina di domani: sarebbe già un risultato storico”.

“Nessun rischio per il governo dal voto sulle unioni civili: così al Gr2 Rai il capogruppo del partito democratico al Senato Luigi Zanda dopo la svolta di Grillo che ha lasciato liberta’ di coscienza ai suoi parlamentari. “Il Partito Democratico – afferma Zanda – ha un patto di legislatura con il Nuovo Centrodestra che dura fino al 2018. Votiamo insieme la fiducia al Governo e le leggi. Non mi sembra drammatico avere con Ncd un’opinione diversa su ogni singolo articolo”.

Ieri cambio di rotta per i Cinque Ctelle sulle unioni civili. Grillo ha annunciato dal suo blog libertà di coscienza tanto sul nodo della stepchild adoption quanto sul voto finale della legge, nonostante il favore espresso qualche mese fa dalla consultazione rete sul ddl Cirinnà. Il leader si giustifica spiegando che “la decisione è stata presa in seguito alle tante richieste da parte di elettori, iscritti e portavoce M5S”. Il nuovo ordine di scuderia apre un fronte interno al movimento, con una spaccatura che emerge nei commenti sul web, e scombussola il precario assetto politico intorno al disegno di legge Matteo Renzi tiene ferma la linea: l’obiettivo del Pd è portare a casa la legge. (Ansa)

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