14 Ottobre 2024

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Molochio, uccide la moglie Annamaria Luci e si costituisce

arresto_carabinieriMOLOCHIO (REGGIO CALABRIA) – Una donna di 55 anni, Annamaria Luci, è stata uccisa a colpi di fucile mentre camminava per strada a Molochio, comune pre-aspromontanto nel reggino. A sparare, secondo le prima indicazioni sarebbe stato il marito che si è allontanato subito dopo. L’uomo, Salvatore Morabito si è presentato spontaneamente ai carabinieri di Taurianova che lo stavano cercando.

L’omicidio, secondo quanto si è appreso successivamente, è avvenuto nell’abitazione dei due, in via Giovanni Alessio a Molochio. Secondo una prima ricostruzione fatta dei carabinieri, tra marito e moglie ci sarebbe stato l’ennesimo litigio per questioni familiari, al culmine del quale l’uomo ha preso un fucile calibro 12 caricato a pallini – detenuto regolarmente – ed ha sparato contro la moglie Annamaria Luci, uccidendola. Quindi si è allontanato per andare poco dopo a consegnarsi ai carabinieri. Adesso si trova in caserma.

Crotone, week end di controlli e perquisizioni: 5 arresti

Crotone, week end di controlli e perquisizioni: 5 arrestiCROTONE – Il fine settimana appena concluso ha visto i Carabinieri della Compagnia di Crotone impegnati in una serie di servizi a largo raggio e perquisizioni d’iniziativa volte a incrementare la sensazione di sicurezza percepita: sono state 5 le persone arrestate dai militari delle varie Stazioni.

La Stazione di Crotone ha eseguito un’ordinanza di pena detentiva nei confronti di Cimino Mario, classe ’83, il quale dovrà scontare 4 anni e mezzo in carcere per una rapina commessi alcuni anni fa nel Reggino. Gli stessi militari ieri mattina hanno inoltre arrestato Siriki Kakoro, classe ’87, cittadino della Costa d‘Avorio, titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari: intorno alle ore 10, la pattuglia della locale Stazione transitando durante un servizio di perlustrazione in via XXV Aprile scorgeva un cittadino italiano discutere molto animatamente con Kokoro, che in quel frangente stava espletando l’attività di parcheggiatore abusivo.

Alla vista dei militari Kokoro ha prima spintonato inopinatamente un Carabiniere per poi cercare di darsi alla fuga tra i vicoli adiacenti al pronto soccorso. Ne è nato quini un complicato inseguimento, a piedi ed in macchina, conclusosi in via Panella ove i militari riuscivano a bloccare il soggetto, il quale continuava a porre una resistenza attiva nei confronti degli operanti. Per lui sono quindi scattate le manette per Resistenza e violenza contro Pubblico Ufficiale.

La Tenenza di Isola Capo Rizzuto ha ammanettato Benito Muto, classe ’76, proprietario di un supermercato, poiché proprio all’interno della sua attività commerciale aveva piazzato un potente magnete sopra il contatore dell’energia elettrica al fine di decurtare del 45% la rendicontazione dei consumi elettrici.; Muto è stato quindi tratto in arresto per furto di energia elettrica con mezzi fraudolenti.

I militari dello stesso reparto hanno poi arrestatto nella notte Giuseppe Costantino, classe ’60, per evasione: Costantino, posto agli arresti domiciliari in relazione ad un omicidio avvenuto ad Isola nel 2014, è stato sorpreso fuori dalla sua abitazione. Da quì le manette ai polsi dell’uomo.

I militari del Nucleo Operativo hanno arrestato lunedi 22 febbraio, Pietro Carnovale, classe ’69, per detenzione di armi clandestine: nel corso di una perquisizione d’iniziativa effettuata presso la sua abitazione di Cutro, unitamente alle Unità cinofile del gruppo operativo Calabria, veniva rinvenuta una Beretta modello 35 calibro 7.65 con matricola abrasa e più di un centinaio di proiettili. A rinvenire il tutto è stato il fiuto di Willy, infallibile Cane-Carabiniere, che ha scovato l’arma occultata abilmente dietro ad un congelatore del garage del Carnovale, il quale su disposizione del Pubblico Ministero, Dott. Riello, veniva associato alla Casa circondariale di Crotone.

Locri, 50 chili di cocaina in auto. Un arresto e una denuncia

Locri, 50 chili di cocaina in auto. Un arresto e una denuncia
I panetti di cocaina sequestrati a Locri da agenti della polizia di Siderno

LOCRI (REGGIO CALABRIA) – Cinquanta chili di cocaina sono stati sequestrati da personale del Commissariato di Siderno della Polizia che ha anche arrestato, per traffico di sostanze stupefacenti, Vincenzo Scarfone, di 35 anni, di Caraffa del Bianco, incensurato, e denunciato in stato di libertà la zia M.P, di 51 anni.

I due sono stati fermati a Locri per un controllo nell’ambito dell’operazione “Focus ‘ndrangheta” mentre viaggiavano a bordo di una Renault Koleos, condotta da Scarfone. L’atteggiamento di nervosismo del conducente ha insospettito gli agenti che hanno perquisito il mezzo trovando 45 panetti di droga nascosti nelle intercapedini realizzate ad arte nella carrozzeria. Scarfone è stato portato nel carcere di Locri.

A3, Renzi promette: “Autostrada s’inaugura il 22 dicembre 2016”

A3, Renzi promette: "Autostrada s'inaugura il 22 dicembre 2016"
RENZI PROMETTE: “A3 pronta il 22 dicembre 2016”

I lavori di riammodernamento dell’A3 Salerno-Reggio Calabria procedono a velocità “spedita” sugli ultimi lotti rimasti, e l’arteria sarà consegnata a dicembre. Il premier Matteo Renzi in una conferenza con la stampa estera ha presentato i risultati dei suoi 2 anni di governo annunciando che l’A3 che collega Campania e Calabria sarà pronta entro fine anno.
“Fatemi fare una pubblicità progresso. Come sembrava impossibile concludere la variante di valico, so che non ci crederete, ma il 22 dicembre 2016 inaugureremo la Salerno Reggio Calabria”, promette il presidente del Consiglio.

Oltre la grande infrastruttura, “eterna incompiuta”, con migliaia di miliardi già spesi per il riammodernamento, il premier traccia un bilancio della sua esperienza al governo del paese. “Siamo a metà, la legislatura finisce nel febbraio 2018”, ha detto ancora. Europa, Stati Uniti, politica estera ma il premier parla anche di riforme e diritti.

“E’ certo – ha detto Renzi – che in due anni molte iniziative stanno andando avanti, l’Italia aveva il segno meno al Pil e ora ha il segno “più”, ancora non sufficiente, così come sull’occupazione, c’era una legge elettorale bloccata che abbiamo fatto così come la riforma della scuola”. “L’Italia c’è ed è forte ma c’è ancora molto da fare ed io ho ancora la fame del primo giorno. Fare il primo ministro in Italia non è facile, ha un passato strepitoso ma è un’esperienza affascinate. Posso dire che il futuro è tornato di casa in questo paese”, aggiunge Renzi rivendicando i risultati di due anni di governo.

Il rapporto dell’Italia con l’Ue – “O l’Europa cambia o rischia di vanificarsi la più grande operazione di costruzione di un istituzione politica. Ora l’Ue non funziona, l’Italia lavora per correggere la rotta non per qualche briciola di compensazione ma per ricostruire l’ideale europeo”, ha proseguito il capo del governo. “I rimpatri vanno fatti come Europa e non come Italia o come singolo paese, abbiamo fatto più rimpatri di tutti, noi non siamo per il lassismo. L’impegno con la Turchia è giusto ma non risolve tutto, noi abbiamo detto sì e abbiamo posto un problema. Ora le spese per la Turchia sono fuori dal patto di stabilità. L’emigrazione è un problema che durerà anni, bisogna essere attrezzati per gestirlo”.

Brexit – “Ho già abbastanza problemi con i politici italiani per mettermi a discutere anche con gli inglesi”, risponde Renzi a una domanda della stampa estera sul “no” annunciato da alcuni politici inglesi al referendum sull’uscita dall’Unione europea. “La partita – sottolinea Renzi – se la giocherà Cameron insieme a tante altre personalità, al leader dei laburisti e agli ex primi ministri, anche con presenza di personalità inglesi e internazionali. Sarà una campagna molto difficile, Cameron è un campione delle campagne elettorali, gli faccio un gigantesco in bocca al lupo. Ma è del tutto naturale che la partita si giocherà nell’opinione pubblica inglese: non credo di essere nelle condizioni di fare un pronostico, spero vincano i sì”.

Spending review – “Il deficit italiano – continua Renzi – è il più basso degli ultimi dieci anni” grazie ad una spending che “è ai livelli più alti di quelli immaginati da Cottarelli: lui stimava 20 miliardi noi l’abbiamo fatta di 25, una cura da cavallo”. Sulla crescita “siamo passati dal meno al più” ed il paradosso della ripresa dei consumi è che è aumentato l’importo dalla Germania e “in virtù di questo il nostro pil è diminuito dell’0,2”.

Usa 2016? Tifo per Hillary Clinton – “Se parlo da presidente del Consiglio, lavoreremo con chiunque sarà presidente della Repubblica degli Usa. Se parlo da cittadino e segretario del Pd, dico che nel rispetto della grande democrazia americana io faccio il tifo per Hillary Clinton”, ha affermato il presidente del Consiglio. Poi scherza: “Non dovevo dirlo?”. E ancora: “Forse vi aspettavate un endorsement per Trump o per Rubio o per Sanders… La cosa bella delle primarie è che dopo un po’ ne restano pochi”.

Referendum – “Il referendum non sarà una passeggiata per nessuno: David l’ha detto con estrema chiarezza dal primo momento e tutti noi sappiamo che il dibattito sarà sui dettagli dell’accordo ma soprattutto su una certa idea di Europa”, ha detto il premier. “Si è raggiunto un ottimo compromesso per tutti ma il cittadino che va a votare al referendum vota sì per un’idea, se l’Europa è ancora è attrattiva o no e questo appeal nel Regno Unito è sempre stato più contrastato che altrove”.

Elezioni 2016. A Cosenza Lucio Presta agita il centrosinistra

Elezioni 2016. A Cosenza Lucio Presta agita il centrosinistra
Il manager dei vip Lucio Presta

Lucio Presta candidato sindaco a Cosenza agita le acque nel centrosinistra. Nella città calabrese scossa dallo scioglimento anticipato dell’amministrazione comunale di centrodestra guidata da Mario Occhiuto (resa possibile dalle dimissioni del collega di Fi Luca Morrone), è polemica sulla scelta di Pd, verdiniani e altre forze politiche di puntare sulla discesa in campo del manager di vip e artisti del calibro di Roberto Benigni per riconquistare Palazzo dei Bruzi.

A mettere in discussione l’ ipotesi di un appoggio unitario a Presta è stato il no di Enzo Paolini, esponente del Partito socialista europeo di cui è stato leader Giacomo Mancini, ma anche le riserve dei centristi del Ncd, a Cosenza guidati dal sottosegretario Antonio Gentile. “La nostra è una posizione responsabile e prudente – spiega -.

Così la coalizione parte male, serve un candidato unitario. Riflettiamo ancora qualche giorno. Ncd è una forza autonoma, se la coalizione si presenta spaccata noi non partecipiamo”. Sospese le primarie che erano già fissate per il 6 marzo, ieri gran parte del centrosinistra cosentino ha scelto di “proporre un’ intesa con il candidato Lucio Presta” che, “alla guida dell’ Alleanza Civica e Progressista, dovrà essere espressione di un progetto di governo finalizzato a valorizzare l’identità storico-culturale e territoriale cittadina ed a promuovere un’ opera di ricostruzione morale, sociale ed economica”.

Decisione siglata con un documento firmato da Pd, verdiniani di Ala, Calabria in rete, Psi, Idm, Centro Democratico, Cosenza nel cuore (il movimento rappresentato dall’ex Fi Luca Morrone), Idv, Psdi, Alleanza Popolare. Ma Paolini non ci sta e oggi ha chiesto ufficialmente al segretario dem di “presentare la propria candidatura per le primarie di coalizione per conto del Pse e di Scelta civica”.

“A sostegno della candidatura di Lucio Presta – hanno voluto precisare oggi i segretari regionali e provinciali del Pd, Ernesto Magorno e Luigi Guglielmelli – si è schierato un ampio arco di forze che va ben oltre i confini del centrosinistra. La convergenza su Presta è stata determinata dalla comune volontà di mettere in campo prima di tutto un progetto di rinascita della città.

A Lucio Presta è affidato il compito di recuperare l’immagine, la dignità e la credibilità dell’ istituzione municipale ma sopratutto di affermare la dimensione di una città capace di offrire opportunità e prospettive di vita alle giovani generazioni”. Presta, hanno aggiunto i vertici dei dem calabresi, guida “un’Alleanza prevalentemente civica, di stampo riformista e progressista” che punta a “garantire una netta discontinuità nella pratica amministrativa” ma anche a “promuovere una nuova e qualificata rappresentanza politica ed istituzionale”.

Cosenza, Giovanna Leonetti fermata per l’omicidio della figlia

Cosenza, Giovanna Leonetti fermata per l'omicidio della figlia
Giovanna Leonetti, presunta omicida della figlia di 7 mesi

E’ stata ufficialmente fermata con l’accusa di omicidio volontario aggravato, Giovanna Leonetti, la biologa 37enne di Cosenza che sabato avrebbe soffocato e ucciso, Marianna Luberto, la sua bambina di appena 7 mesi.

Il decreto di fermo le è stato notificato nella tarda serata di sabato all’ospedale Annuziata di Cosenza, dov’è ricoverata a seguito dell’assunzione di barbiturici. La donna, che probabilmente ha tentato il suicidio, ora è piantonata dalle forze dell’ordine.

Gli inquirenti sono convinti che sia stata lei, al culmine di una crisi di nervi, a zittire per sempre la povera creatura, perché si lamentava e piangeva. La donna, che soffre di depressione post partum, lavora per una struttura di analisi biomediche in città e sabato, da quanto appreso, sarebbe andata via in anticipo motivando che la sua baby sitter aveva dei problemi con la piccola. Tortata a casa, la tragedia che ha sconvolto la famiglia e tutta la città.

Secondo quanto emerso, Giovanna Leonetti, probabilmente spinta da un raptus incontrollabile, ha preso un cuscino sul letto dove era la piccola e, con rabbia, ha premuto forte sul visino di Marianna fino a non farla respirare più.

Sarebbero stati la madre e il marito della donna, l’avvocato Francesco Luberto, ad allertare i soccorritori del 118. Ma la disperata corsa verso l’ospedale non è servita a nulla. La piccola era già morta a casa. L’esame autoptico chiarirà con certezza ora e causa del decesso.

Intervenuti le forze dell’ordine, i militari dell’Arma hanno parlato coi medici intervenuti i quali avrebbero riferito che la piccola non era morta per fattori accidentali ma che riportava sul corpo e sul viso tutti i segni di morte per asfissia, in questo caso provocata da terzi, trattandosi di una infante. I militari hanno informato la procura della Repubblica guidata da Dario Granieri ed è subito scattata l’inchiesta. Nell’appartamento di via Molinella 6, sono giunti carabinieri e il il procuratore aggiunto Marisa Manzini che hanno visitato l’appartamento della donna.

Già nel pomeriggio, a distanza di qualche ora dalla terribile tragedia, la donna era sorvegliata per via del tentato suicidio, ma il fermo è arrivato qualche ora dopo, prima della mezzanotte. L’accusa formulata dagli inquirenti è pesante: omicidio volontario aggravato. I funerali della bimba saranno celebrati appena c’è il nullaosta della procura di Cosenza.

Siderno, incendiata l’auto dell’assessore Federica Roccisano

Mario Oliverio con Federica Roccisano
Da sinistra Mario Oliverio con Federica Roccisano

SIDERNO (REGGIO CALABRIA) – Gravissima intimidazione ad un esponente del governo della Regione Calabria. Ignoti nella notte hanno incendiato a Siderno l’auto dell’assessore regionale al Lavoro, Federica Roccisano.

Sull’atto intimidatorio, indagano i carabinieri del gruppo di Locri. I militari non escludono alcuna pista, ma tutto lascia pensare ad un’azione di natura dolosa. La vettura, una Opel Mokka, intestata all’assessore ma in uso al marito, era parcheggiata davanti all’abitazione dell’assessore regionale a Siderno.

Federica Roccisano, 34 anni, ricercatrice universitaria in materia di politica economica, fa parte della giunta regionale tecnica guidata da Mario Oliverio che è in carica dal luglio scorso. Roccisano oltre a quella del Lavoro ha anche le deleghe alla Scuola, Welfare e Politiche giovanili.

La donna è dirigente del Pd e, nel rimpasto dell’estate 2015, ha preso il posto che fu di Antonino De Gaetano, anche lui Pd, allora arrestato per la vicenda Rimborsopoli per le presunte spese pazze in consiglio regionale nella passata legislatura.

Altra strage delle armi negli Usa. 7 morti nel Michigan

Altra strage delle armi negli Usa. 7 morti in Michigan nella città di Kalamazoo
(Credit EVN)

Michigan (Usa) – Almeno sette persone sono state uccise, tra cui un bimbo, due feriti in modo grave in quella che la polizia descrive come una serie di sparatorie nella città di Kalamazoo, nel Michigan.

Un uomo a bordo di un Suv ha fatto fuoco sui passanti. Il sospetto responsabile della serie di sparatorie è stato arrestato. La polizia è riuscita ad individuarlo grazie alla descrizione di alcuni testimoni oculari e grazie alle immagini di alcune telecamere di sorveglianza: è stato localizzato nel centro della città e la polizia è riuscita a fermarlo senza troppi problemi, scrive nel suo sito online l’emittente tv locale Wwmt, secondo cui non è chiaro se a bordo dell’auto dell’uomo fermato sia stata rinvenuta un’arma.

Il sospetto è stato interrogato dalla polizia. Altre fonti riferscono invece che nell’auto dell’uomo arrestato sono state trovate delle armi. Alla domanda se la persona fermata sia il responsabile delle sparatorie, in cui sono morte almeno sei persone, il portavoce della polizia della contea, Paul Matyas ha risposto che “la minaccia per il pubblico è cessata. Abbiamo il nostro sospettato”.

Schianto nella notte a Torino. Morti tre ragazzi

Katriel Forte morto insieme a Matteo Forte e Luca Olivero a Torino
Uno dei fratelli Forte morti a Torino

TORINO – Tre giovani di 18, 20 e 21 anni sono morti nella notte a Torino in un incidente stradale. Lo schianto è avvenuto poco dopo le 2.30 in piazza Cattaneo, tra corso Orbassano e corso Tazzoli, nel quartiere Mirafiori.

Secondo una prima ricostruzione della Polizia Municipale di Torino, la Fiat Punto su cui viaggiavano in direzione di Beinasco è stata toccata da un’altra Fiat Punto, il conducente ha perso il controllo e l’auto è andata a schiantarsi contro un semaforo. Sull’altra auto viaggiavano un giovane e due ragazze.

Nell’impatto contro il grosso palo in ferro del semaforo, gli occupanti sono stati sbalzati fuori dall’abitacolo. Tre dei quattro ragazzi sono morti sul colpo. Si tratta del conducente Luca Olivero, 20 anni; Matteo Forte, 19anni e il fratello Catriel Forte, di 21 anni, di Orbassano. Il quarto occupante della Punto, un minorenne, è stato trasportato al Cto in codice giallo. Le su condizioni non sono gravi.

Cosenza, uccide la figlia di 7 mesi e tenta il suicidio. “Piangeva”

Giovanna Leonetti
Giovanna Leonetti

COSENZA – Una donna di 37 anni, avrebbe ucciso la figlioletta di 7 mesi perché la notte piangeva e si lamentava. Poi Giovanna Leonetti, biologa, ha chiamato la madre per dirle del gesto e avrebbe tentato il suicidio con una massiccia dose di psicofarmaci. Teatro del dramma, un appartamento di via Molinella, in pieno centro a Cosenza.

“Omicidio”: è questa l’ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri della città bruzia guidati dal colonnello Favio Ottaviani. La donna è stata ricoverata in ospedale dov’è piantonata e sorvegliata a vista.

La bambina, Marianna, è giunta senza vita all’Annunziata, accompagnata da alcuni familiari tra cui appunto la madre. Secondo quanto trapelato, la bambina sarebbe stata soffocata con un cuscino a seguito dei suoi lamenti. A stabilire l’esatta causa della morte sarà tuttavia l’autopsia già disposta dalla procura di Cosenza che sul caso, secondo fonti citate da alcuni media, avrebbe già aperto una inchiesta.

Giovanna Leonetti si lamentava per la stanchezza dovuta al fatto che la notte la bambina non la faceva dormire. É quanto ha riferito all’agenzia Ansa un’amica della donna che aveva raccolto direttamente le lamentele della Leonetti parlando con lei nel laboratorio di analisi cliniche in cui lavorava la donna (che non è un medico ma una biologa). “Sono proprio esasperata”, avrebbe raccontato Giovanna Leonetti all’amica – “perché Marianna non mi fa dormire la notte. Non so come fare per questo”. Secondo ulteriori indiscrezioni, Giovanna Leonetti, avrebbe sofferto di depressione post partum e per questo era in cura da uno psichiatra.

Il marito della biologa, l’avvocato Francesco Luberto, professionista molto conosciuto e stimato in città, sarebbe stato ascoltato dai militari del comando provinciale di Cosenza. I Carabinieri stanno sentendo anche altre persone nel tentativo di raccogliere elementi utili a ricostruire la tragedia. Il riserbo degli inquirenti è massimo. Dai primi esami medico legali sarebbe emerso che si tratterebbe di omicidio e non di morte accidentale. Da quì l’allerta alle forze dell’ordine che hanno subito avviato indagini parlando coi medici del nosocomio e perlustrando l’abitazione della coppia dov’è avvenuto il presunto infanticidio.

E’ morto Umberto Eco

è morto Umberto Eco
Umberto Eco

Lutto nel mondo della cultura per la scomparsa a 84 anni di Umberto Eco. La notizia della morte dello scrittore, filosofo e semiologo è stata data dalla famiglia al quotidiano La Repubblica.

Umberto Eco, nato ad Alessandria il 5 gennaio del 1932, è deceduto alle 22:30 di ieri nella sua abitazione. Tra i suoi maggiori successi letterari “Il nome della rosa” del 1980, che ispirò il film di Jean-Jacques Annaud e “Il pendolo di Foucault” (1988). Il suo ultimo libro, “Numero zero”, è stato pubblicato lo scorso anno da Bompiani. Oltre che di romanzi di successo internazionale, nella sua lunga carriera Eco è stato autore di numerosi saggi di semiotica, estetica medievale, linguistica e filosofia.

Profondo cordoglio per la scomparsa di Umberto Eco è stato espresso ai familiari dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. “Esempio straordinario di intellettuale europeo, univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”, sottolinea Renzi che con lui si era intrattenuto a Milano, a Expo, lo scorso giugno assieme al Presidente francese Francois Hollande, proprio sui temi della identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza. “Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità”, conclude il presidente del consiglio.

Cosenza, inseguimento mozzafiato su A3 tra Polstrada e ladri

Cosenza, inseguimento mozzafiato sull'A3 tra Poltrada e banditi
In alto l’Audi A6, sotto gli arnesi da scasso dei 4 banditi serbi

COSENZA – Alta tensione sulla Salerno Reggio Calabria per un inseguimento mozzafiato a 250 chilometri orari tra auto e mezzi pesanti.

Protagonisti più pattuglie della Polizia di Stato e un’auto a bordo della quale si scopriranno esserci 4 cittadini serbi che hanno seminato il panico tra i veicoli sull’arteria.

Gli agenti della Polstrada, con competenze sul tratto Cosenza-Tarsia, allo svincolo hanno intercettato un’Audi A6 sfrecciare ad altissima velocità. All’Alt imposto da una prima pattuglia, l’auto non si è fermata continuando come un siluro in direzione sud, mettendo in grave pericolo gli altri automobilisti e i camionisti che percorrevano l’asse viario.

Da un primo controllo effettuato durante l’inseguimento, gli agenti avevano scoperto che le targhe del mezzo dei fuggitivi erano state rubate ad una Hunday e regolarmente denunciate il giorno precedente a Napoli.

Scattato il piano d’allarme tra centrali operative, un altro equipaggio del Comando Polstrada di Cosenza Nord si è unita nell’inseguimento della misteriosa Audi A6.

Nel frattempo, un equipaggio del Comando Polstrada di Lamezia Terme, coordinato dal Centro Operativo Autostradale, è giunto allo svincolo di Rogliano bloccando il traffico in direzione sud permettendo così ad altri due equipaggi della Stradale di Cosenza Nord di porre fine alla pazza fuga dei malviventi. Ormai senza vie d’uscita, i fuggitivi sono infatti stati bloccati. A bordo dell’Audi, le forze dell’ordine troveranno 4 cittadini di nazionalità serba tutti con precedenti specifici per furto. Inseguimento terminato e “missione compiuta” da parte degli agenti che hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per bloccare l’auto in fuga. Senza contare la comprensibile tensione dovuta all’indecifrabile volontà criminale dei banditi.

Fatti scendere dal veicolo con le mani in alto, gli agenti hanno effettuato controlli a bordo del veicolo dove è emerso che i quattro avevano attrezzi idonei allo scasso tra cui guanti, un piede di porco, una mazza, dei cacciaviti e altri arnesi.

I quattro cittadini serbi sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per resistenza a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso. Condotti come da prassi in Questura, l’Ufficio Immigrazione si è attivato per verificare la loro regolare presenza sul territorio nazionale al fine di valutare la possibilità di espulsione. L’auto è gli arnesi da scasso sono stati sottoposti a sequestro.

Nel pomeriggio di sabato 20 febbraio il Questore di Cosenza, Luigi Liguori ha adottato per 3 delle 4 persone, il provvedimento di trattenimento in questura per la traduzione presso il centro di identificazione ed espulsioni di Brindisi, a seguito di designazione effettuata dalla Direzione Centrale della Polizia dell’Immigrazione. Si tratta di Denis Matic di 25 anni, Jevic Radosaul di 27 anni e Milos Milencovic di 37 anni, tutti a bordo dell’Audi A6.

La condotta tenuta dai cittadini serbi, con precedenti di polizia per furto e rapina, – spiega la Polizia – a seguito dell’istruttoria effettuata dagli uomini dell’Ufficio immigrazione della questura cosentina, è stata ritenuta pericolosa per l’ordine e la sicurezza pubblica, anche in base alle recenti modifiche introdotte dal decreto de Ministro dell’Interno (art.6 del D.M. 142/15) che consente il trattenimento presso i Centri di Identificazioni ed Espulsioni anche per coloro che hanno avanzato richiesta di Asilo Politico nel nostro Paese. [aggiornamento 20 febbraio 2016 ore 16:37]

Gloria Rosboch “uccisa”. Confessa complice di Gabriele Defilippi. FOTO

Gloria Rosboch "uccisa". Confessa complice di Gabriele Defilippi
Roberto Obert e Gabriele Defilippi

TORINO – E’ stata ritrovata morta, in un bosco di Rivara, nel Canavese, Gloria Rosboch, l’insegnante di 49 anni scomparsa dallo scorso 13 gennaio dalla sua casa di Castellamonte.

Secondo quanto trapelato, la donna sarebbe stata uccisa strangolata. Si attendono gli esiti medico legali. 

Gabriele Defilippi, l’ex allievo di 22 anni, indagato per una truffa di quasi 200mila euro ai danni della donna, è stato fermato dai carabinieri per l’omicidio.

Lo rende noto il legale del giovane, Pierfranco Bertolino, che conferma anche il ritrovamento del cadavere della donna, che era in un bosco a pochi chilometri dal paese dove abitava.

“L’abbiamo strangolata in auto e poi gettata via”. Questa la confessione di Roberto Obert, 54 anni, fermato dai carabinieri per la morte di Gloria Rosboch. Obert, secondo quanto appreso, è amico di Gabriele Defilippi, l’ex allievo dell’insegnante di Castellamonte scomparsa da casa il 13 gennaio e già indagato per una truffa da 187 mila euro ai danni della donna.

Usa in Libia a caccia della mente Isis del Bardo. 41 morti

Raid Usa in Libia a caccia di Noureddine Chouchane. 41 morti
Una immagine di sabratha.gov sul campo distrutto dai raid Usa. Nel riquadro il jihadista Noureddine Chouchane

Un raid americano in Libia ha preso di mira Noureddine Chouchane, la presunta mente delle stragi dello scorso anno in Tunisia, al Museo Bardo e sulla spiaggia di Sousse. Centrato un campo di addestramento dell’Isis a Sabratha, nell’ovest del Paese. Il bilancio è di almeno 41 morti e 6 feriti afferma una nota del consiglio municipale della città, citando fonti mediche. Ancora incerta la sorte di Chouchane.

Secondo la fonte citata dal Nyew York Times, il tunisino Noureddine Chouchane è considerato uno dei più influenti responsabili dell’Isis, ed è stato collegato alla strage del Bardo di marzo 2015, in cui morirono 24 persone tra le quali 4 italiani, e quella sulla spiaggia di Sousse, a giugno, che fece 38 vittime.

Jamal Naji Zubia, responsabile per i media stranieri di Tripoli, ha precisato che il raid americano ha centrato una casa colonica a diversi chilometri da Sabratha. I jihadisti uccisi nel raid sono soprattutto di nazionalità tunisina

Canale di Sicilia, 30 migranti sulla costa. 8 fermi. Si teme naufragio

cadavere-in-mare- CANALE DI SICILIAAGRIGENTO – Due cadaveri in mare al largo di Agrigento sono stati avvistati da un elicottero della Guardia Costiera in perlustrazione. Si tratta di due migranti annegati a causa di un possibile naufragio di un barcone.

Il velivolo della Guardia Costiera è entrato in azione dopo che un gruppo di circa 30 migranti era giunto sulla spiaggia di Torre Salsa, in provincia di Agrigento ed era stato avvistato dai carabinieri.

Otto di loro sono sono stati fermati, mentre gli altri si sono allontanati. Gli otto hanno fornito versioni discordanti riferendo che erano circa 40 ed erano stati trasportati da una imbarcazione che li avrebbe lasciati in mare davanti alla costa. Il racconto, tuttavia, non ha convinto gli investigatori per cui è stata disposta una perlustrazione del tratto di mare da parte della Guardia Costiera, il cui elicottero ha individuato i due cadaveri. Controlli sono dunque in corso nel raggio di qualche chilometro dal punto di avvistamento per individuare se vi siano altri cadaveri in mare.

Una imbarcazione della Guardia Costiera sta raggiungendo le acque segnalate dall’elicottero per recuperare le due persone morte. Si teme un’altra strage di migranti nel Canale di Sicilia.

 

Operazione anti droga a Torino. 20 arresti tra spaccio e latitanti

Operazione anti droga a Torino. 20 arresti tra spaccio e latitantiTorino – I carabinieri di Torino Oltre Dora, San Carlo e Mirafiori hanno eseguito, nelle ultime 24 ore, un’attività antidroga congiunta su tutta la città. Sono stati interessati vari quartieri, in particolare, l’area mercatale di Porta Palazzo, corso Principe Oddone, borgo Aurora, Barriera Milano, San Salvario e Piazza Bengasi.

L’attività ha permesso di arrestare 13 spacciatori africani, tutti dislocati in angoli strategici della città, che forniva la droga a circa 100 clienti alla settimana. Sono state sequestrate oltre 100 dosi di droga, tra eroina, cocaina e hashish.

cilium Bong usata da studenti per fumare droga
Studenti filmati a Torino mentre fumano droga in gruppo

Nella rete dei carabinieri sono finti anche sette latitanti maghrebini, responsabili, a vario titolo, di furti e detenzione di droga. L’attività ha permesso di controllare 239 persone e 190 auto.

A Pinerolo i militari sono riusciti ad arrestare uno spacciatore senegalese di 26 anni, con 19 grammi di hashish in dosi e a denunciare tre italiani per possesso di droga. Diversi studenti sono stati segnalati alla Prefettura di Torino come assuntori di droga. Dopo le lezioni, i ragazzi acquistavano la droga e la consumavano alla stazione prima di prendere il treno per tornare a casa. Cilium giganti per fumare la cannabis – in gruppo – vicino ai binari e sotto gli occhi di tutti.

Corsico (Milano), banda del buco in trasferta da Catania. 2 arresti

Corsico (Milano), banda del buco in trasferta. 2 arrestiCORSICO (MILANO) – Ancora ladri catanesi in trasferta al Nord Italia. Questa volta nel Milanese. Due componenti della banda del buco, “appassionati” di caveau, sono stati arrestati in flagranza dai carabinieri mentre stavano per svaligiare una banca.

Alle due di notte, la centrale operativa della Compagnia Carabinieri di Corsico riceve numerose chiamate da cittadini esasperati per i rumori assordanti che provengono dal piano terra dello stabile. L’operatore, che conosce bene il territorio, realizza immediatamente che in quella zona c’è la filiale della Banca di Asti ed invia subito due pattuglie.

La prontezza del militare e la rapidità dell’intervento dei colleghi hanno consentito di cogliere sul fatto, nel seminterrato del condominio, due pregiudicati che, muniti di grossi cacciaviti, picconi, piedi di porco e  di un trapano demolitore, stavano sfondando la parete che separa lo stabile dal caveau dell’adiacente istituto bancario. I due ladri hanno accennato un tentativo di fuga, ma sono stati immobilizzati dai Carabinieri.

Gli arrestati sono due noti malfattori catanesi, rispettivamente di 45 e 46 anni, in trasferta a Milano. Gli accertamenti hanno sinora consentito di appurare che i due erano giunti sino a Cesano Boscone (Milano) con un’auto noleggiata qualche giorno prima in Sicilia. I due sono stati accompagnati a San Vittore con soddisfazione dei residenti che hanno potuto riprendere il loro sonno.

Sesso alle Poste, arrestato direttore ufficio di Laureana di Borrello

Sesso alle Poste, arrestato direttore ufficio di Laureana di Borrello
Nel riquadro Camillo Renato Giusto

LAUREANA DI BORRELLO (REGGIO CALABRIA) – Il direttore dell’ufficio postale di Laureana di Borrello (Reggio Calabria), Camillo Renato Giusto, di 60 anni, di Rosarno, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di abuso d’ufficio e violenza sessuale.

L’indagine dei militari ha consentito di ricostruire come Giusto, nel 2014, in più circostanze, abusando del proprio ruolo di direttore dell’Ufficio postale, avrebbe con violenza costretto a subire atti sessuali una donna con la quale era in contatto per ragioni professionali.

L’arresto di Camillo Renato Giusto è avvenuto ieri su disposizione del giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palmi (Reggio Calabria) su richiesta del pubblico ministero. A far scattare l’inchiesta sarebbero state le denunce della donna, vittima degli abusi.

Omicidio e rapina a disabile. Due arresti in Calabria

Omicidio e rapina a disabile, arrestati due rumeni a Vibo ValentiaVIVO VALENTIA – Due cittadini romeni, Dorel Varga, e Stela Rezmuves Gyongyi, di 36 e 35 anni, domiciliati uno a Rosarno, l’altro a Nicotera, sono stati arrestati ieri a Vibo Valentia con l’accusa di omicidio e rapina aggravata in concorso.

Ad eseguire l’arresto i Carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia, militari del Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto di stanza a Vibo Marina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta del Pubblico Ministero

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vibo Valentia, concordando con gli esiti raccolti, ha individuato elementi di responsabilità sul conto dei due cittadini romeni in relazione ai reati di omicidio e rapina aggravata in concorso. Secondo l’accusa sarebbero i presunti autori del delitto di Giglio Palmo Ciancio, 79 anni di Pizzoni, e della sola rapina aggravata in danno di Lorenzo Vacatello (50 anni, invalido di Vibo Marina), eventi rispettivamente verificatisi il 5 e il 18 agosto 2015.

I FATTI
Il 6 agosto 2015, nello specchio acqueo antistante la spiaggia di Pizzo, veniva rinvenuto, dai Finanzieri della Stazione Navale di Vibo Valentia e da personale della locale Capitaneria di Porto, il cadavere di Giglio Palmo Ciancio. Il decesso appariva come annegamento. Gli accertamenti finalizzati alla ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima hanno condotto al sospetto che il fatto, riconducibile ad un evento accidentale, fosse in realtà vittima di un violento e brutale omicidio, scaturito da una rapina compiuta secondo una tecnica predatoria di tipo seriale.

In particolare è emerso che Ciancio, adescato dalla Rezmuves con modalità collaudate in precedenti circostanze, si era recato a Pizzo a bordo di una Motoape dove, in località di mare, veniva aggredito da più uomini (tra i quali Dorel Varga), picchiato e rapinato del denaro contante (circa duemila euro) e del proprio telefono cellulare. I suoi aggressori, al fine di simulare un evento accidentale, lo avevano trascinato in acqua per poi farlo annegare.
Analoghe modalità si rilevano anche per la rapina in danno di Lorenzo Vacatello del 18 agosto 2015. L’uomo, un disabile, adescato già qualche giorno prima, veniva chiamato dalla Rezmuves per un incontro presso la Stazione ferroviaria di Vibo Marina e lì aggredito e picchiato sino a rimanervi tramortito.

Il malcapitato, depredato di vistosi monili in oro e denaro per un valore di circa 1.500 euro, veniva abbandonato all’interno di un canneto adiacente alla linea ferrata. Vacatello riprendeva conoscenza il giorno successivo.
Sono in corso verifiche su analoghi episodi, verificatisi nella Calabria settentrionale ma anche in Sicilia, anche al fine di comprendere se possa trattarsi di una vera e propria organizzazione, anche transnazionale, dedita ai reati predatori in danno di fasce deboli.
I particolari saranno resi noti durante la conferenza stampa in programma oggi, 19 febbraio, alle ore 10 presso la Procura di Vibo Valentia, tenuta dal Procuratore Capo, Dott. Mario Spagnuolo.

Motore in fiamme su un aereo Air France. Paura a Caselle

Avro RJ85 dell'Air FranceUn aereo Avro RJ85 dell’Air France, in partenza dall’aeroporto di Torino Caselle per Parigi, è stato evacuato dopo che il motore ha preso fuoco in accensione, prima della fase di decollo. L’incidente è avvenuto alle 6.45. Subito scattato il piano d’emergenza, le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco presenti alla scalo torinese.

Nessuno dei passeggeri è rimasto ferito, ma la paura è stata tanta per chi dai finestrini ha inziato a scorgere le fiamme e il fumo.

A bordo del velivolo francese si trovavano circa cinquanta passeggeri. La maggior parte di loro ripartirà per Parigi con un altro volo in mattinata. I passeggeri che invece avrebbero dovuto fare soltanto scalo a Parigi, perché diretti verso altre destinazioni, sono già stati fatti imbarcare su altri voli.

Ritardi contenuti per gli altri aerei in partenza da Torino Caselle, dovuti alle operazioni di spostamento dell’aereo danneggiato, ma in breve l’operatività dello scalo torinese è tornata completa. Sono ignote al momento le cause delle fiamme al motore. Sull’accaduto indaga la Polizia di Stato.

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