15 Ottobre 2024

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Rossano: molesta donne e picchia agenti, arrestato e liberato

Rossano: molesta donne e picchia agenti, arrestato e liberatoAvrebbe importunato con apprezzamenti “volgari” alcune donne clienti di un noto discount di Rossano, dove si era piazzato per chiedere denaro anche in modo pressante. Segnalato al 113, gli agenti lo hanno redarguito per il suo comportamento invitandolo ad allontanarsi. Ma uscito di senno, ha prima inveito contro i poliziotti disconoscendo la loro autorità, fino ad aggredirli con calci e pugni.

Così, un giovane senegalese, Badembo Cisse, classe 1990, residente a Crotone, con permesso di soggiorno per motivi umanitari, è stato arrestato in flagranza con l’accusa di resistenza, oltraggio e lesioni personali a pubblico (due agenti in ospedale). Informata l’autorità giudiziaria, l’aggressore è stato immediatamente rilasciato in base a una norma del codice di procedura penale

I fatti si sono svolti nella serata del 7 marzo. Il senegalese si era messo davanti al market di viale Sant’Angelo per chiedere dei quattrini, evidentemente con modi poco consoni e forse anche aggressivi. Le donne che entravano e uscivano venivano importunate con frasi volgari fino a che qualche cliente, disturbata e offesa ha allertato la Polizia.

Giunti sul posto gli operatori della Polizia di Stato si sono avvicinati a Badembo Cisse per invitarlo a ragionare, ma non c’è stato verso. Il soggetto, secondo quanto ricostruito dagli agenti, inveiva in lingua senegalese, nei confronti degli operatori di Polizia con frasi e parole incomprensibili.

Vani risultavano i tentativi di riportare alla calma il soggetto, che in lingua italiana ribadiva agli agenti di Polizia il suo diritto di stare sul luogo, non riconoscendo l’autorità degli stessi ed arrivando al punto di scagliarsi violentemente contro di loro con calci e pugni. Il cittadino straniero veniva immobilizzato con non poca difficoltà, messo in sicurezza ed accompagnato presso gli Uffici del Commissariato di polizia a Rossano e, una volta identificato, è stato ammanettato per resistenza, oltraggio e lesioni personali a pubblico ufficiale.

Ai due operatori della Polizia di Stato sono stati diagnosticati, da parte dei sanitari del pronto soccorso dell’Ospedale di Rossano, traumi contusivi ed amatomi vari sulle spalle, braccia e mani, con prognosi rispettivamente di 15 e 10 giorni di guarigione.

Dell’arresto è stata data notizia al magistrato di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Castrovillari, il quale ha disposto la remissione in libertà ai sensi dell’art. 121, norme di attuazione al codice di procedura penale.

Bomba carta davanti al Caf di Catanzaro Lido. Indagini

bomba carta davanti a Caf di Catanzaro LidoCATANZARO  – Una bomba carta è stata trovata stamane davanti alla porta d’ingresso di un Caf a Catanzaro Lido. Il rudimentale ordigno è stato trovato dai dipendenti del patronato sindacale che hanno provveduto a denunciare l’accaduto ai carabinieri.

La bomba carta è stata rimossa dai carabinieri. Sono in corso le indagini sull’accaduto. Il ritrovamento dell’ordigno al Caf a Catanzaro Lido è la terza intimidazione in due giorni compiuta nel quartiere lido di Catanzaro. Nei giorni scorsi alcuni sconosciuti hanno sparato dei colpi di pistola contro la porta d’ingresso di un bar e successivamente contro un’automobile.

Due detenuti tentano evasione da carcere minorile di Catanzaro

penitenziario carcere minorile catanzaroCATANZARO – Due detenuti magrebini nel carcere minorile di Catanzaro hanno tentato la fuga, ma sono stati bloccati subito dopo essere usciti dagli agenti della polizia penitenziaria.

Lo rendono noto Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Damiano Bellucci, segretario nazionale. I due, uno dei quali maggiorenne, mentre venivano accompagnati nella sala per svolgere le attività previste, hanno spinto l’agente che era con loro e sono fuggiti.

Quindi sono riusciti a scavalcare il muro e ad uscire fuori dal carcere minorile, ma subito dopo sono stati bloccati dagli agenti. “Agli operatori – affermano Durante e Bellucci – va il nostro plauso, sia per come si sono comportati sia per l’operazione della scorsa settimana quando hanno sequestrato droga occultata in un pacco destinato ad un detenuto. Tutto questo dimostra la pericolosità di molti ristretti anche nelle carceri minorili, dove, tra l’altro, possono permanere fino a 25 anni; un assurdo giuridico, frutto di un provvedimento recente”.

Reggio Calabria, arrestati tre presunti rapinatori

Da sinistra i tre presunti rapinatori: Giuseppe Gallo, Domenico Scandinaro e Antonio Barrese
Da sinistra i tre presunti rapinatori: Giuseppe Gallo, Domenico Scandinaro e Antonio Barrese

La settimana scorsa i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, in contrada Arangarella del Comune di Laureana di Borrello (Reggio Calabria), hanno fermato tre persone con l’accusa di rapina aggravata in concorso. Ora il gip ha convalidato l’arresto.

Si tratta di Antonio Barrese, classe ’88; Giuseppe Gallo, classe ’78 e Domenico Scandinaro, classe ’84. Tutti e tre sono di Rosarno e con precedenti di polizia.

I tre rosarnesi avevano appena portato a termine due cruente rapine in serie: la prima in Candidoni (Reggio Calabria) ai danni di un malcapitato pensionato, mentre la seconda ai danni di un piccolo supermarket in Plaesano, frazione di Feroleto della Chiesa, centri che distano appena 11 chilometri l’uno dall’altro.

La tempestività con cui sono state allertate le pattuglie della Benemerita sul territorio e la loro relativa capacità di conoscerlo, spiegano gli inquirenti, sono stati determinanti. Gli indagati, che viaggiavano in una Contrada secondaria della giurisdizione, buia e poco trafficata e pensavano ormai di averla fatta franca sono stati intercettati da una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile e repentinamente hanno provato a disfarsi di alcuni indumenti (guanti e berretti) che avrebbero potuto ulteriormente ricollegarli agli eventi delittuosi commessi; vano è stato il loro gesto poiché i militari, successivamente, sono riusciti a recuperarli nella fitta vegetazione ai lati della carreggiata.

L’auto su cui viaggiavano, intestata ad un parente dei tre, è stata perquisita da cima a fondo e, secondo gli inquirenti, sono state rinvenute tracce che ineludibilmente riconducevano alla reità dei soggetti a bordo. Parte della refurtiva era, infatti, ancora, addosso ai malviventi.

Importante è stata, anche, la collaborazione fornita – nell’immediato – dalle vittime che ha consentito di tracciare un primo ma decisivo identikit dei tre presunti rapinatori indirizzando così da subito nel verso giusto le attività di ricerca.

L’attività d’indagine prosegue ed i Carabinieri stanno svolgendo un paziente lavoro di analisi e verifica poiché non si può escludere, visti anche i precedenti specifici ed il curriculum vantato dai tre fermati, il loro coinvolgimento in altri recenti analoghi episodi delittuosi registrati in zona.

Il Fermo di Polizia Giudiziaria è stato convalidato dal Gip competente del Tribunale di Palmi e per i tre indagati è stata confermata la custodia cautelare in Carcere (presso la Casa Circondariale di Palmi, dove erano stati condotti a seguito del fermo) così come richiesto dal pubblico ministero.

Arrestato a Fiumicino il latitante narcos Antonio Vottari

Antonio Vottari
nel riquadro il latitante arrestato Antonio Vottari

LOCRI (REGGIO CALABRIA) – I Carabinieri del Gruppo di Locri, al termine di complessa ed articolata attività info-investigativa svolta direttamente anche dai militari della Stazione di San Luca (Reggio Calabria), hanno tratto in arresto – presso l’aeroporto di Roma Fiumicino, ove era giunto poco prima con un volo internazionale proveniente dall’Australia – il latitante Antonio Vottari, classe 1985.

L’uomo, condannato il 30 settembre 2015 alla pena definitiva di anni 7 e mesi 6 di reclusione, è ritenuto responsabile di aver partecipato ad una associazione finalizzata al traffico internazionale di ingenti quantitativi di “cocaina”, operante tra il Sudamerica, Olanda, Belgio, Germania e Italia, gestita dalle ‘ndrine di San Luca.
Antonio Vottari, già condannato nel 2004 per reati in materia di stupefacenti, era ricercato dal 2011 poiché colpito dall’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria per traffico internazionale di sostanze stupefacenti; nei suoi confronti era stato altresì emesso un mandato di cattura europeo.

Al vertice dell’organizzazione di cui faceva parte il latitante, vi era Bruno Pizzata classe ‘59, anch’egli di San Luca – intercettato per diversi anni dalle forze di polizia italiane, dal Bka (Polizia Criminale Tedesca) e dalla Polizia Federale Olandese – noto per essere stato condannato alla pena complessiva di anni 30 di reclusione, in quanto ritenuto responsabile di aver promosso e capeggiato varie associazioni finalizzate al traffico internazionale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti tra il Sudamerica e l’Europa.

Quest’ultimo, tra il 2010 ed il 2013, è stato destinatario di provvedimenti cautelari emessi nell’ambito delle operazioni antidroga convenzionalmente denominate “Overloading”, “Imelda”, “Revolution”, “Dionisio” e “Cicala” condotte dalle Direzioni Distrettuali Antimafia presso le Procure della Repubblica di Catanzaro e Reggio Calabria, nel corso delle quali sono stati sequestrati centinaia di chili di cocaina importata dal Centro e dal Sudamerica.

Caserta, acquisti per 2,5 milioni con carte di credito clonate. 26 misure

carabinieri caserta
I carabinieri di Caserta mostrano il materiale sequestrato

CASERTA – Clonavano carte di credito intestate a stranieri acquisendone i dati attraverso siti web illegali, e poi effettuavano acquisti di valore on-line o in negozi compiacenti: i Carabinieri di Caserta, coordinati dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli, hanno messo fine a un giro d’affari stimato in circa 2,5 milioni di euro.

Eseguiti 26 provvedimenti cautelari (2 in carcere, 6 agli arresti domiciliari e 18 obblighi di dimora), emessi dal GIP presso il Tribunale di Napoli nei confronti dei componenti di un sodalizio criminoso finalizzato alla ricettazione, frode informatica ed utilizzo indebito di titoli di pagamento.nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata alla ricettazione, alla frode informatica e all’utilizzo indebito di titoli di pagamento.

I militari dell’Arma hanno notificando i provvedimenti nelle province di Caserta, Napoli, Avellino, Benevento e Milano. Eseguite, contestualmente, perquisizioni domiciliari e notificato l’avviso di conclusione indagine ad altri 19 indagati.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA
L’indagine è stata avviata sulla base della denuncia presentata da Istituto di Credito con sede in Caserta relativa a transazioni sospette eseguite dalla titolare di un esercizio commerciale di Caserta attraverso l’utilizzo di una carta di credito statunitense, ritenuta clonata dal servizio antifrode dell’istituto. L’attività investigativa, – spiega la procura – ha permesso di individuare un sodalizio criminale, composto prevalentemente da cittadini italiani dimoranti tra le province di Napoli e Caserta, dediti alla clonazione di carte di credito intestate a stranieri, dei cui dati anagrafici riuscivano ad impossessarsi tramite siti internet illegali.

E’ stato, inoltre, possibile accertare come alcuni degli indagati, al fine di ottenere il rilascio di POS e carte di credito, avevano avviato attività commerciali utilizzate esclusivan1ente per effettuare transazioni in frode di ingenti somme di denaro.

Nel corso delle indagini è stato documentato come i promotori del sodalizio, soggetti con elevate competenze informatiche e disponibilità finanziarie, riuscivano ad iscriversi a siti internet illegali aventi domini russi o rumeni, previo versamento di somme di denaro in dollari americani su conti Liqpay, riconducibili ad una Banca ucraina, per acquisire i codici identificativi di carte di credito straniere.

Successivamente, attraverso apparecchiature elettroniche denominate skimmer, gli appartenenti al gruppo criminale riuscivano a duplicare carte di credito, prepagate o carte “fedeltà” munite di banda magnetica, con le quali effettuavano acquisti presso almeno trenta esercizi commerciali compiacenti o attraverso i POS assegnati a ditte appositamente costituite per porre in essere tali operazioni illecite.

Particolarmente rilevante è risultata l’organizzazione adottata dal gruppo, che in alcune circostanze, oltre ad avvalersi della collaborazione di un commercialista per la produzione di fatture false utili a giustificare le operazioni di pagamento cautelativamente bloccate dagli istituti di credito e di un dipendente bancario infedele che agevolava l’installazione dei POS presso esercizi commerciali o ditte di fatto non operative, si serviva anche di intermediari e procacciatori per l’individuazione di esercizi commerciali compiacenti. A questi ultimi, che offrivano i loro POS per l’esecuzione delle finte transazioni, andava fino al 40% dell’importo prelevato dalle carte clonate; mentre all’intermediario veniva assicurato il 20% ed il restante 40% al gruppo criminale.

In alcuni delle occasioni contestate i membri dell’associazione ottenevano, quale corrispettivo per la transazione fraudolenta, beni di lusso presenti all’interno degli stessi esercizi commerciali (gioielli, orologi, pellicce e prodotti tecnologici), a volte rivenduti sottocosto a terzi. Il voluminoso giro d’affari realizzato nel periodo d’indagine è stato quantificato in circa 2.500.000 di euro e sono state sequestrate decine di carte di credito clonate, alcuni POS ed un lettore di bande magnetiche o “skimmer”.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari è stato eseguito un decreto di perquisizione domiciliare nei confronti di ulteriori 19 indagati, deferiti in stato di libertà per i medesimi reati.

Crotone, borseggiatrici in rosa rubano anche a parenti. 3 arresti

Crotone, borseggiatrici in rosa arrestateCROTONE – Fingendosi clienti sfilavano i portafogli dalle borse delle vittime, tutte donne, dopo averle distratte: questo il modus operandi di un terzetto di ladre specializzate in borseggi nei negozi di lingerie, boutique di moda, gioiellerie e parrucchiere della provincia di Crotone.

La banda di borseggiatrici in “rosa” è stata fermata dai Carabinieri della città pitagorica con l’accusa di concorso in furto aggravato. Due donne sono state arrestate e poste ai domiciliari. Si tratta di Desirèe Sculco, di 37 anni, di Torre Melissa; mentre una terza, Francesca Barone (44), di Cirò Marina, ma domiciliata a San Pietro Apostolo, è stata sottoposta all’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.

Le tre presunte borseggiatrici sono accusate di quattro furti compiuti uno a Torre Melissa, due a Cirò Marina e uno a Crotone. Nel caso dei furti a Cirò, le vittime sono parenti di due delle indagate.

Duplice omicidio Pordenone, arrestati Ruotolo e Patrone

Giosuè Ruotolo con la fidanzata Rosaria Patrone omicidio Pordenone
Giosuè Ruotolo con la fidanzata Rosaria Patrone

Giosué Ruotolo, il militare campano accusato del duplice omicidio dei fidanzati di Pordenone, è stato arrestato oggi. Lo riporta l’Ansa citando fonti investigative dell’Arma dei carabinieri. Anche la sua fidanzata, Rosaria Patrone, è stata arrestata, si trova agli arresti domiciliari.

Ruotolo è stato arrestato dai carabinieri che sono andati a prenderlo nella caserma Mittica della Brigata Ariete dove presta servizio. Caporalmaggiore dell’ Esercito, di Somma Vesuviana (Napoli), di 26 anni, è stato commilitone di Trifone Ragone, ucciso insieme con la fidanzata Teresa Costanza la sera del 17 marzo scorso davanti al Palazzetto dello Sport di Pordenone.

Giosuè Ruotolo è il sospettato numero uno del duplice omicidio. Mesi di indagini, deposizioni e molte incongruenze tra le versioni fornite agli inquirenti. Sin da subito i sospetti sono ricaduti su commilitone di Trifone. Dapprima persona informata sui fatti, poi indagato. Qualche mese più tardi, il 21 dicembre la notizia dell’iscrizione sul registro degli indagati della compagna di Ruotolo. Estranea direttamente all’omicidio in quanto si trovava in Campania, Rosaria Patrone era stata indagata da pm di Pordenone per favoreggiamento e false attestazioni.

Più complicata la situazione per Giosuè Ruotolo che è sospettato di essere il presunto autore materiale del duplice delitto. A seguito di indagini, i sommozzatori trovarono nel parco San Valentino l’arma che sarà ritenuta simile all’arma del delitto. Più volte ascoltato dai pm, aveva prima riferito che all’ora del delitto si trovava a casa ma poi venne smentito dalle telecamere di sorveglianza, che ripresero la sua auto passare sulla strada che dal luogo dell’omicidio porta al parco San Valentino dove, secondo l’accusa, avrebbe gettato nel laghetto l’arma del del crimine.

Luca Varani ucciso per il piacere di vederlo morto

Luca Varani ucciso per il piacere di vederlo morto
Il povero Luca Varani ucciso per il gusto di vedere l’effetto della morte

ROMA – “Volevamo uccidere qualcuno solo per vedere che effetto fa”. Luca Varani è rimasto ucciso per il gusto e il capriccio dei suoi carnefici che volevano vedere l’affetto della morte. C’è del macabro nella confessione resa agli inquirenti da uno dei suoi assassini. L’ammissione è stata fatta da Manuel Foffo al pm Francesco Scavo in relazione all’omicidio avvenuto a Roma nel corso di un festino a base di droga e alcol. La Procura di Roma contesta ai due presunti assassini il reato di omicidio premeditato aggravato dalla crudeltà.

“Eravamo usciti in macchina la sera prima – ha detto Foffo – sperando di incontrare qualcuno. Poi abbiamo pensato a Varani che il mio amico (Marco Prato ndr) conosceva”. Il trentenne ha spiegato, inoltre, di avere seviziato e torturato la vittima in modo tale che non morisse subito. Poi è stato finito con coltellate e martellate. Foffo e Prato dopo, averlo ucciso, avrebbero tentato di “ripulire” la scena del delitto.

La morte di Luca Varani è avvenuta venerdì ma il corpo è stato trovato dai carabinieri sabato sera. Il pm inoltrerà oggi al gip la richiesta di convalida del fermo per concorso in omicidio volontario con la contestuale emissione di un’ordinanza di custodia cautelare.

LA RICOSTRUZIONE
Il delitto di Luca Varani è scaturito durante un festino a base di alcol e cocaina in un’abitazione al decimo piano di un palazzo di via Igino Giordani 2, nel quartiere Collatino. Il corpo del giovane, 23 anni, è stato trovato sabato sera dai carabinieri, molte ore dopo la morte.

Il ragazzo era nudo in camera da letto con numerose ferite sul corpo. L’allarme è scattato quando il proprietario di casa, Manuel Foffo, un 29enne iscritto alla facoltà di Giurisprudenza e figlio di ristoratori, preso dal rimorso ha raccontato tutto al padre che ha contattato il 112.

E’ stato proprio il giovane a condurre gli investigatori sul luogo del delitto. I militari della compagnia piazza Dante e del Nucleo Investigativo di via In Selci, lo hanno ascoltato per tutta la notte e hanno rintracciato il complice 30enne, Marco Prato, anche lui un universitario, che si era rifugiato in un albergo nella zona di piazza Bologna dove ha tentando il suicidio ingerendo barbiturici.

Il ragazzo, salvato grazie a una lavanda gastrica, è ora piantonato in ospedale. “Non so perché lo abbiamo fatto”, avrebbe detto tra le lacrime uno dei ragazzi fermati. Nell’abitazione i militari hanno sequestrato due coltelli da cucina e un martello utilizzati probabilmente per il delitto.

Sul corpo del 23enne sarà eseguita l’autopsia che chiarirà esattamente il numero delle ferite e l’orario del decesso, avvenuto presumibilmente la notte prima del ritrovamento. A quanto ricostruito finora, gli studenti fermati erano amici e hanno agito sotto l’effetto di alcol e cocaina, durante un festino che andava avanti da due giorni. Conoscevano da poco tempo il 23enne e venerdì sera lo avevano invitato a casa.

Sequestrato chiosco abusivo sul lungomare a Reggio Calabria

Guardia Costiera e Fiamme gialle sequestrano chiosco a Galico, Reggio Calabria
Guardia Costiera, Fiamme gialle e carabinieri sequestrano chiosco a Galico, Reggio Calabria

REGGIO CALABRIA – Militari della Guardia costiera, della Guardia di finanza e Carabinieri, hanno sequestrato, a Reggio Calabria, una struttura balneare sul lungomare di Gallico.

Dai controlli effettuati è emerso che la titolare aveva mantenuto sul lungomare, senza autorizzazione, il chiosco adibito a locale cucina, deposito e bar, per un ingombro complessivo di circa 170 metri quadrati. La stessa ditta era stata già controllata nella scorsa estate ed in quella occasione erano emerse violazioni alle norme demaniali e paesaggistico-ambientali.

Inoltre, nel dicembre scorso, nei confronti della ditta era stato emesso un provvedimento di decadenza dal titolo concessorio. Nonostante questo, la struttura era stata mantenuta attiva. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal gip del Tribunale su richiesta della Procura di Reggio Calabria.

Tangenti, arrestato sindaco di Maddaloni, Rosa De Lucia (Fi)

Il sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia
Il sindaco di Maddaloni Rosa De Lucia

CASERTA – Il sindaco di Maddaloni (Caserta), Rosa De Lucia (Forza Italia), è stata arrestata insieme ad altre 4 persone perché ritenuti responsabili, a vario titolo, di corruzione, tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso.

Gli arresti, (2 in carcere e 3 agli arresti domiciliari), sono stati eseguiti dai militari della Compagnia di Maddaloni su disposizione del Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che ha condiviso l’esito delle indagini coordinate dalla locale procura. Nei guai altri appartenenti all’amministrazione comunale, consiglieri ed un imprenditore.

In carcere insieme al sindaco Rosa De Lucia, ci va Alberto Di Nardi, imprenditore titolare della ditta DHI – Di Nardi. Ai domiciliari Cecilia D’anna, assessore alla Cultura del comune di Maddaloni; Giancarlo Vigliotta,   consigliere comunale; Giuseppina Pascarella, consigliere comunale.

Non è stato, invece, raggiunto da misura cautelare l’indagato Bartolomeo Vinciguerra, Comandante della Polizia municipale di Maddaloni che ha ricevuto un avviso per peculato insieme a un consigliere di maggioranza, indagato per corruzione.

I carabinieri stanno procedendo anche al sequestro preventivo di un importo di circa un milione di euro di euro a carico dell’imprenditore destinatario del provvedimento cautelare.

L’indagine, avviata nel mese di giugno 2015, è stata incentrata sulle anomalie legate al servizio raccolta rifiuti effettuato nel Comune di Maddaloni, affidato dall’anno 2011 senza alcuna procedura di gara, alla ditta DHI srl di Pastorano (Caserta).

L’attività investigativa ha preso l’avvio dalla denuncia sporta presso il Comando Stazione Carabinieri di Maddaloni da un imprenditore, attivo nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, integrata dalle successive dichiarazioni da lui rese.

L’INCHIESTA DELLA PROCURA 
L’indagine, spiega la procura, si è tuttavia arricchita di molteplici altri elementi, quali attività intercettative, esiti di attività di osservazione e pedinamento, che hanno consentito di ricostruire le molteplici vicende oggetto di contestazione e di confennare l’attendibilità delle dichiarazioni rese dall’imprenditore. Nucleo essenziale dell’indagine è costituito dal rapporto eorruttivo instauratosi fra il sindaco De Lucia e l’imprenditore Di Nardi, che ha poi intessuto rapporti anche con i massimi esponenti dell’amministrazione comunale maddalonese.

Il principale interesse che ha legato il sindaco e l’imprenditore è costituito dalle vicende relative alla proroga dell’affidamento diretto del servizio di raccolta di rifiuti alla DHI Holding Industriale s.p.a di Alberto Di Nardi che, già affidataria dello stesso servizio presso il comune di Maddaloni sin dal 19.10.2011, otteneva, nell’arco temporale dal 27.6.2013 fino al 1.10.2015, l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali dei lucrativi affidamenti diretti del servizio di igiene urbana ( comportanti un impegno di spesa di €.423.766,20 mensili), in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti eccezionale ed urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi, proroghe a cui è seguita l’illecita predisposizione del redigendo bando di gara quinquennale.

L’attività d’indagine ha documentato l’esistenza di frequentazioni quasi quotidiane fra il sindaco e l’imprenditore, con incontri in luoghi riservati e hanno dimostrato come il Di Nardi sia stato una sorta di “bancomat” della De Lucia, cui costantemente e senza alcuna costrizione ma addirittura delle volte anticipando egli stesso la richiesta, elargiva alla bisogna somme di denaro e altre utilità, pur di continuare a gestire il servizio di igiene urbana, che gli ha consentito di acquisire un ingente guadagno economico.
Sono risultate pertanto riscontrate le dichiarazioni rese dall’imprenditore denunciante, che ha riferito di una somma percepita mensilmente dal sindaco dell’importo di circa 10/15 mila euro al mese, nonché della pattuizione di un tangente dell’ammontare di l milione e 200mila euro, con riferimento all’affidamento quinquennale del servizio. Ma non solo i vantaggi erogati dal Di Nardi sono consistiti nella corresponsione, in più soluzioni, delle predette somme di denaro (in ciascuna occasione, per un importo variabile fra i 2000 euro e 5.000 euro), ma anche in ulteriori attività.

E’ stato infatti dimostrato, spiega ancora la procura, che il Di Nardi, su richiesta del sindaco, abbia erogato anche altre utilità ed, in particolare abbia proceduto all’assunzione, presso la Intergair spa (società controllata dal Di Nardi Alberto), del fratello di un consigliere comunale di Maddaloni, nonché al pagamento di un viaggio effettuato dal sindaco ad Antibes unitamente a Cecilia D’Anna, si sia altresì accollato la spesa occorrente per l’arredamento dell’abitazione del sindaco ed, infine, abbia erogato anche benefici sul piano politico ed elettorale, concretatisi in sponsorizzazioni di vario tipo ed importo, tra le quali 500 euro per la manifestazione “stopfemminicidio”, e circa 5.000 euro per la realizzazione di 600 metri di luminarie in Via Napoli di Maddaloni per l’anno 2015, per dare copertura economica ad attività patrocinate dal Comune e dal sindaco in persona.

Al fine di garantire al Di Nardi gli indebiti vantaggi, il sindaco, coadiuvato dall’assessore alla Pubblica Istruzione ed edilizia scolastica, si sarebbe occupato personalmente ed in maniera “egemone” dell’affidamento dei lavori pubblici, attraverso un capillare controllo dell’intero apparato amministrativo. Di fatto, il sindaco è intervenuto presso il responsabile del settore finanziario del Comune, affinchè i pagamenti in favore del Di Nardi avvenissero tempestivamente; si è, inoltre, attivato presso l’architetto Cerreto Arturo, responsabile del servizio Ambiente ed Ecologia, per ottenere l’annullamento di alcune sanzioni irrogate alla DHI per inadempimenti contrattuali, per un importo complessivamente superiore a euro 15 mila, evitando che Ile somme venissero detratte dagli oneri mensili corrisposti dal Comune alla ditta.

Ancora. Ancora, ha assicurato al Di Nardi la rimozione del Cerreto dal predetto ufficio che, in ossequio ai compiti a lui affidati, aveva chiesto al Di Nardi di realizzare un’uscita secondaria d’emergenza all’interno dd deposito dei veicoli utilizzati per la raccolta dei rifiuti sito alla Via Viviani in Maddaloni.

Infine, quanto alla gara avente ad oggetto l’affidamento pluriennale del servizio di igiene urbana (oggetto di delibera di Giunta n. 87 del 24.3.2015), il sindaco faceva sì che gli atti del bando fossero predisposti secondo le volontà del Di Nardi, adoperandosi perché il disciplinare di gara già predisposto fosse modificato e perché venisse inserito il criterio della scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa in luogo di quello del massimo ribasso. Tali risultati venivano ottenuti attraverso pressioni sul responsabile dell’ufficio tecnico, che cedeva a dette pressioni ed utilizzando, quale pretesto e su suggerimento del Di Nardi, un parere dell’ANAC, al fine di giustificare la modifica dei criteri di scelta da inserire nel bando di gara.

Affinchè il rapporto corruttivo potesse proseguire nel tempo, il Di Nardi ha fornito altresì ausilio al sindaco perché questi potesse sanare i dissidi politici interni alla maggioranza consiliare, ed assicurarsi la prosecuzione dell’attività consiliare e quindi del suo mandato di sindaco. Ciò è stato realizzato mediante la creazione di flussi finanziari illegali utilizzati per alimentare un ramificato sistema corruttiva in favore soprattutto dei protagonisti della vita politica ed amministrativa di Maddaloni. Anzitutto, l’intervento del Di Nardi è stato essenziale per risolvere dei dissidi tra i vari consiglieri comunali ed in particolare tra il consigliere Giusy Pascarella ed il sindaco De Lucia, mediante l’erogazione da parte di quest’ultima di diverse somme di denaro al consigliere.

Questo, secondo i pm, è stato possibile mediante la consegna da parte del Di Nardi, in aggiunta alla somma di denaro versata mensilmente pari a 10/15.000 euro, di un’ulteriore somma da utilizzare ai fini predetti. In pratica, Di Nardi ha ricevuto due assegni dell’importo di 4.000 euro cadauno, da parte del padre del consigliere Pascarella, senza che venissero posti all’incasso, versando in cambio, circa due giorni dopo, il corrispettivo monetario al sindaco De Lucia, che poi a sua volta elargiva la somma alla Pascarella per “comprare” il suo benestare all’interno del consiglio comunale ed ottenere il suo voto favorevole in occasione dell’approvazione della delibera consiliare n. 35 del 23.7.2014, avente ad oggetto approvazione del bilancio “stabilmente riequilibrato 2012, relazione revisionale e programmatica e del bilancio pluriennale del triennio 201212014″.

Ancora, ulteriore episodio illecito si sarebbe verificato in occasione dell’approvazione del bilancio di revisione per l ‘esercizio 2015-2017 di Variazione al bilancio di previsione esercizio finanziario 2015 tenutosi nel consiglio comunale del 16.12.2015, che costituiva un atto fondamentale per la vita della consiliatura, tenuto conto che la sua mancata approvazione avrebbe comportato la nomina di un commissario e lo scioglimento del consiglio stesso. Nel corso della fondamentale intercettazione ambientale del 24.11.2015, presso l’abitazione della madre della De Lucia, si è parlato della necessità di corrispondere, in favore di alcuni consiglieri comunali riottosi o problematici (allo stato non meglio individuati), la somma di 7.000 euro ciascuno per assicurarsi l’approvazione del bilancio, con un meccanismo che ha previsto l’erogazione di 3500 euro prima e 3.500 euro dopo l’approvazione in consiglio comunale.

La condotta posta in essere dal sindaco con la complicità di Di Nardi ha consentito di conseguire il risultato desiderato, atteso che in data 16.12.2015 sono state approvate ” le variazioni urgenti al bilancio di previsione 2015/2017″. Le somme da elargire: ai vari consiglieri comunali, secondo l’accordo preso il 24.11.2015 a casa della De Lucia, sono state poi versate dal Di Nardi in data 14.12.2015 alle ore 11.00 nel corso di un incontro svoltosi con la De Lucia presso il Centro Culturale di Cecilia D’Anna anche in presenza di quest’ultima, tant’è che subito dopo il sindaco contattava quattro consiglieri comunali.

Analogo incontro è avvenuto il 17 dicembre 2015 dopo l’approvazione del bilancio da parte del consiglio comunale finalizzato a portare denaro contante alla De Lucia per poi distribuirlo ai vari consiglieri. Dalle conversazioni intercettate, è risultato che il Di Nardi si rendeva disponibile a portare il denaro al sindaco già in giornata, avendolo già prelevato. Veniva pertanto svolto, in data 17.12.2015, servizio di pedinamento e controllo del Di Nardi e della De Lucia al fine di verificare lo svolgimento di un eventuale incontro tra gli stessi finalizzato alla dazione del denaro in parola, così come preannunciato il giorno precedente. In particolare: Di Nardi, sottoposto a perquisizione, veniva trovato in possesso della somma di 5.000 euro, che teneva nella tasca del cappotto in banconote da 50 euro tenute da un elastico e che l’indagato dichiarava dovere utilizzare per pagare delle bollette. Egli faceva ingresso poi al Centro Calatia, ove nel frattempo era sopraggiunta la De Lucia in compagnia di D’Anna Cecilia. Quando ne usciva, il Di Nardi veniva nuovamente perquisito e trovato non più in possesso dei 5000 euro, pertanto consegnati, con tutta evidenza, alla De Lucia Rosa e alla D’Anna.

Ancora, ulteriori condotte illecite riguardano due diversi tentativi d’induzione indebita a dare o promettere utilità poste in essere nei confronti dell’imprenditore che ha sporto denuncia da parte del sindaco De Lucia che, prospettando all’imprenditore la possibilità di condizionare le valutazioni tecniche della SUA in merito alla gara di appalto pluriennale in via di pubblicazione ed avente per oggetto il servizio integrato di igiene urbana nel Comune di Maddaloni, tentava di ottenere dal medesimo denaro nella misura del 10% dell’importo a base di appalto, pari a circa 24 milioni di euro. Nei confronti del medesimo imprenditore, analoga attività illecita vemva posta in essere dal consigliere Giancarlo Vigliotta, che prospettava anch’egli all’imprenditore la possibilità di condizionare l’operato della SUA, con riferimento alla medesima gara d’appalto.

Nell’ambito della stessa indagine, infine, è emersa una condotta di peculato posta in essere dal comandante della Polizia Locale Bartolomeo Vinciguerra , in concorso con il sindaco ed il consigliere Vigliotta, essendo stato accertato che il comandante, su indicazione del sindaco, con auto di servizio, si sia recato in Calabria per prelevare il Vigliotta ed accompagnarlo presso il municipio, al fine di garantire la sua presenza ad un’importante seduta consiliare.

Contestualmente all’esecuzione delle misure coercitive, si è proceduto al sequestro preventivo di un importo pari a 609.128 euro su beni appartenenti al Di Nardi,. somma corrispondente all’ammontare del profitto (calcolato dalla differenza fra i ricavi ottenuti dalla DHI ed il costi sostenuti) derivante dall’affidamento diretto del servizio raccolta rifiuti per il comune di Maddaloni, ottenuto attraverso il metodo corruttiva sopra descritto.

Sorvegliato speciale in giro armato. Un arresto a Cosenza

Sorvegliato speciale in giro armato. Arrestato dai carabinieri
Nel riquadro Francesco Patitucci

I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Rende hanno arrestato, in viale Cosmai Francesco Patitucci, di 55 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno. pregiudicato, già condannato per associazione mafiosa perché ritenuto affiliato al clan Ruà/Lanzino.

L’arresto è avvenuto poiché l’uomo è stato trovato in possesso di una pistola marca North American Arms inc., modello Long rifle, calibro 22, con 5 cartucce ed è stato trovato alla guida, con patente revocata, di una Toyota Iq di proprietà un giovane di Paola.

L’indagato è stato associato presso casa circondariale Cosenza su disposizione della procura di procura Cosenza nella persona del pm Domenico Frascino. Ireati contestati sono porto abusivo di arma comune da sparo e violazioni della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno

A seguito dell’arresto di Francesco Patitucci i militari hanno svolto indagini sull’arma, accertando che la pistola illegalmente detenuta da Patitucci è da considerarsi arma clandestina, in quanto priva di punzone del banco di prova di Gardone Val Trompia (Brescia). Pertanto, spiegano i carabinieri, all’indagato verrà contestato il reato pù’ grave di porto di arma clandestina, punito con reclusione da due a otto anni con ulteriore aggravamento per aver commesso il fatto quale sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno.

Fiera San Giuseppe: scuole chiuse a Cosenza da 16 a 19 marzo

Fiera San Giuseppe: scuole chiuse a Cosenza da 16 a 19 marzo
Fiera San Guseppe a Cosenza

In occasione della Fiera di San Giuseppe, resteranno chiuse, dal 16 al 19 marzo, le scuole di ogni ordine e grado.
Lo ha stabilito un’ordinanza contingibile ed urgente emanata dal Commissario straordinario, Prefetto Angelo Carbone.

Faranno eccezione i nidi d’infanzia che resteranno aperti, così come saranno esclusi dalla chiusura gli istituti di alta formazione come il Conservatorio di musica.

Il provvedimento del Commissario straordinario è stato adottato in considerazione del fatto che, in occasione della Fiera di San Giuseppe, si verifica puntualmente un fortissimo incremento del traffico veicolare proveniente da tutta la provincia, ma anche per gli ostacoli alla circolazione derivanti dalla presenza in città di numerosi cantieri stradali aperti, anche in esecuzione delle misure di protezione civile adottate in seguito agli eventi metereologici di domenica 28 febbraio.

La decisione di chiudere le scuole è stata disposta, inoltre, anche in considerazione del fatto che la chiusura al traffico di un’importante arteria stradale come Viale Mancini, sede dell’evento fieristico, ostacola – si legge nel provvedimento del Commissario -l’ordinaria circolazione veicolare e rende estremamente difficoltoso raggiungere le scuole cittadine.

Con il provvedimento di chiusura delle scuole il Commissario straordinario ha, inoltre, rilevato la necessità di adottare misure finalizzate a rendere più agevole e sicura, nel periodo della Fiera, la circolazione dei veicoli sul territorio comunale.

Calabria, terremoto 3.9 nella Locride. Paura ma nessun danno

sismografo terremoto in calabriaREGGIO CALABRIA – Un terremoto di magnitudo 3.9 è stato registrato oggi dalla Sala Sismica dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Roma con epicentro nel mare Ionio ad alcune decine di chilometri dalla costa, tra Locri e Roccella Ionica, in Calabria.

Secondo le rilevazioni, il sisma è stato registrato ad una profondità di 36 chilometri. Non si segnalano danni a persone o cose. La scossa di terremoto è stata avvertita ai piani alti e intermedi delle abitazioni dei centri abitati.

Numerose sono state le chiamate ai numeri di emergenza. Alcune famiglie sono scese in strada allarmate dalla forte scossa di terremoto. Paura ma, fortunatamente, al momento, non si registrano danni né a cose né a persone.

Lotta allo spaccio di droga, 48 arresti a Milano in 72 ore

Lotta allo spaccio di droga, 48 arresti a Milano in 72 ore
La droga sequestrata a Milano

Milano – Il contrasto allo spaccio diffuso delle sostanze stupefacenti rimane uno dei principali obiettivi dell’Arma. Al riguardo, il Comando Provinciale Carabinieri di Milano ha disposto, attraverso un’attenta pianificazione dei servizi, una serie di mirate attività che hanno portato, nelle ultime 72 ore, complessivamente, all’arresto di 48 pusher ed al sequestro di 5 kg di hashish, 2,5 kg di marijuana, 1 kg di cocaina e di eroina nonché decine di dosi ketamina e di mdma. Il denaro sequestrato ammonta a 70.000 euro. Sono invece 27 le persone segnalate alle competenti Autorità amministrative quali consumatrici di droghe.

Tra gli interventi di maggiore rilievo spicca l’operazione condotta nel “Parco delle Groane” , svolta dai Carabinieri della Stazione di Solaro che, dopo essersi appostati in zona boschiva, hanno osservato e filmato ripetute cessioni di eroina e cocaina ad opera di tre giovani spacciatori del luogo.

Il gruppo, composto da un italiano e da due marocchini, rispettivamente di 20, 21 e 23 anni, sfruttava il parco ove raggiungeva gli acquirenti cui distribuiva le dosi. In alcune circostanze, è stato documentato il pagamento delle “bustine” con generi alimentari, un vero e proprio baratto. Gli acquirenti, sia uomini che donne, di categorie sociali diverse, affluivano nell’area da tutta la Brianza.

Roma Collatino. Lite durante festino, 23enne ucciso dagli amici

omicidio collatino roma via igino giordani ucciso Luca VaraniUn ragazzo italiano di 23, Luca Varani, anni è stato ucciso a coltellate ieri sera in un appartamento di via Igino Giordani, nel quartiere Collatino, alla periferia di Roma. Sul caso indagano gli uomini della Compagnia dei carabinieri di Piazza Dante e i militari del nucleo investigativo di Via In Selci.

Secondo quanto si è appreso, il corpo di Luca Varani è stato trovato seminudo nella tarda serata di ieri e presentava ferite da arma da taglio e colpi di oggetto contundente, forse un martello. Gli uomini dell’Arma hanno fermato due persone sospettate di essere i presunti autori del delitto.

Secondo quanto trapela, sabato sera i tre, compresa la vittima si sono dati appuntamento a casa di uno dei due fermati per un serata insieme. Non è certo se accompagnata da alcool e droga. E’ probabile che tra i tre sia scoppiata una lite poi finita nel sangue.

I due indiziati, Marco P., e Manuel F.  di 29 e 30 anni, amici di Luca Varani, sono stati interrogati per tutta la notte dai carabinieri del nucleo investigativo e della compagnia di piazza Dante e, sulla scorta degli elementi emersi, è scattato il fermo. Al momento sono sconosciuti dinamica e movente che ha scatenato la furia omicida. I carabinieri sono al lavoro per ricostruire le ore precedenti al delitto.

Il 29enne è figlio di ristoratori, proprietario dell’abitazione dove è avvenuto il delitto. Il 30enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato rintracciato dai carabinieri in un albergo della Capitale, dove ha tentato il suicidio con un mix di alcol e barbiturici. Il giovane è stato ricoverato in ospedale, dove è piantonato, e non sarebbe in pericolo di vita.

Rientrati in Italia i tecnici rapiti in Libia. Finisce un incubo

In Italia i tecnici rapiti Gino Pollicardo e Filippo Calcagno
I due tecnici a Ciampino, Gino Pollicardo e Filippo Calcagno (giacche azzurre) accolti dal ministro Paolo Gentiloni e il comandante del Ros (Ansa/Di Meo)

Sono rientrati domenica mattina in Italia Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, i due tecnici italiani rapiti lo scorso luglio in Libia e liberati due giorni fa. L’aereo ha toccato la pista dell’aeroporto di Cimpino dopo circa 1,5 di volo da Mitiga a Tripoli.

Ad attenderli il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il generale Giuseppe Governale, comandante del Ros dei carabinieri e i familiari che li hanno abbracciati. E’ finito un incubo durato circa 7 mesi.

Un grande e caloroso abbraccio con i familiari: la moglie di Pollicardo, Ema Orellana, e i figli Gino junior e Jasmine; emozionatissimi anche Maria Concetta Arena, moglie di Calcagno, giunta a Ciampino insieme a i figli Cristina e Gianluca. Sbarbati, stanchi e visibilmente provati, i due tecnici hanno a stento trattenuto le lacrime.

Secondo la prassi, Pollicardo e Calcagno dovrebbero incontrare nelle prossime ore il pm di Roma, Sergio Colaiocco, che indaga sul caso del rapimento. Molti ancora i punti oscuri di tutta la vicenda – che ha subito una drammatica accelerazione negli ultimi giorni dopo mesi di silenzio -, a partire dall’identità dei rapitori, dalle modalità della liberazione, fino alla morte dei loro colleghi rimasti uccisi Salvatore Failla e Fausto Piano. Non è ancora chiaro quando le loro salme rientreranno in Italia, al momento ancora in Libia, presumibilmente a Sabrata.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio ai familiari di Salvatore Failla e Fausto Piano per far pervenire loro il suo profondo cordoglio per la tragica morte dei loro congiunti in Libia. Il Presidente Mattarella ha inoltre espresso grande sollievo per il rientro in patria degli altri due ostaggi, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, finalmente ricongiunti alle proprie famiglie.

Primarie, a Roma e Napoli vincono Giachetti e Valente

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I candidati della primarie a Roma e Napoli. Nella capitale vince Roberto Giachetti, a Napoli Valeria Valente

Roberto Giachetti a Roma, Valeria Valente a Napoli, Roberto Cosolini a Trieste. Questa volta nessuno ‘sgambetto’ dai gazebo delle primarie: vincono i candidati della maggioranza Pd, i ‘renziani’, e sconfiggono nella capitale Roberto Morassut, sostenuto dalla sinistra Dem, e nel capoluogo partenopeo l’ex sindaco Antonio Bassolino. “Siamo molto soddisfatti: c’è stato un bel segnale di partecipazione e passione. Ora andiamo a vincere”, dichiara il vicesegretario Lorenzo Guerini.

Chiusi i seggi delle primarie per la candidatura a sindaco in sei città tra cui Roma e Napoli. Nel capoluogo campano i seggi si sono chiusi alle 21 e dallo staff di Valeria Valente arriva un primo dato sulla base di 4.000 schede. Secondo i primi dati la Valente sarebbe in vantaggio con il 46,7% dei voti su Antonio Bassolino, che è al 41,1%. Al terzo posto, secondo i dati, c’è Marco Sarracino con il 9,8%, seguito da Antonio Marfella con il 2,3%.

A Roma l’affluenza ai gazebo è stata inferiore alle speranze, mentre nelle altre città dove si sceglievano i candidati sindaci la partecipazione è stata decisamente soddisfacente, in alcuni casi superiore alle precedenti primarie.

“A Napoli risultato di affluenza molto positivo: 30.000 votanti contro i 16.500 dello scorso anno per le regionali, un bel segnale di partecipazione e passione. A Roma un ottimo risultato dopo tutto quello che è successo”. Lo annuncia il vicesegretario Lorenzo Guerini, interpellato al telefono al termine delle votazioni delle primarie.

Nella capitale ci sono stati episodi di intolleranza e addirittura di vandalismo verso alcuni seggi. In alcuni gazebo sono stati rubati di notte tavoli e sedie, mentre al circolo Pd di Tor Bella Monaca è stato inserito del silicone nella serratura per impedire l’apertura. A largo Appio Claudio i centri sociali hanno compiuto un blitz con foto di Carminati e Buzzi, protagonisti dell’inchiesta su Mafia Capitale. Ma i gazebo sono stati comunque tutti aperti, come ha sottolineato Matteo Orfini, presidente del Pd e commissario del Partito a Roma. “In un ora ci sono stati più votanti che alle Comunarie” di M5s, ha detto polemico.

Le primarie del centrosinistra sono iniziate domenica mattina in sei città per scegliere il candidato sindaco di giugno. Gazebo a Roma, Napoli, Trieste, Bolzano, Benevento e Grosseto. Nell’altra grande città, Milano, le primarie si sono svolte lo scorso 7 febbraio con vincitore il renziano Giuseppe Sala.

La consultazione complessiva vede impegnati oltre mille volontari e gli elettori di centrosinistra potranno votare esibendo un documento di identità, con foto e indirizzo di residenza, e il certificato elettorale. Chi vota dovrà versare almeno due euro per concorrere alle spese organizzative e sottoscrivere le “Linee guida del centrosinistra per Roma”. Sono meno di un migliaio gli immigrati e i ragazzi dai 16 ai 18 anni che potranno votare presso i sedici seggi speciali dove si sono preregistrati. La preregistrazione è un meccanismo messo a punto dagli organizzatori per evitare abusi.

Atti vandalici durante la notte ai gazebo allestiti a Roma per le primarie del centrosinistra. A denunciarlo il commissario del Pd a Roma, Matteo Orfini. “Hanno rubato alcuni gazebo, in altri casi solo il contenuto, come sedie e tavoli. Altri li hanno danneggiati. In ogni caso abbiamo riallestito tutto”, ha detto il commissario.

A Roma corrono Chiara Ferraro, Roberto Giachetti, Gianfranco Mascia, Roberto Morassut, Stefano Pedica e Domenico Rossi. Il vincitore correrà alla poltrona di sindaco di Roma per la coalizione. Si vota in quasi 200 seggi, dalle 8 alle 22.

A Napoli Si voterà oggi dalle 8 alle 21. Si sceglie tra quattro nomi nei 78 seggi allestiti nelle dieci municipalità. Quattro i candidati in corsa: Antonio Bassolino, Valeria Valente e Marco Sarracino del Pd ed Antonio Marfella, indipendente del Psi.

Alle primarie di Napoli potranno votare tutti i cittadini napoletani (e non solo gli iscritti al Pd) che abbiano compiuto 16 anni alla data del 6 marzo, nonché tutti i cittadini Ue residenti in città. Gli immigrati Ue e sedicenni potranno votare solo se hanno fatto la preiscrizione sul sito web; si sono iscritti 147 (127 under 18 e 20 stranieri).

Dalla Fifa via libera alla moviola in campo

moviola in campo in incontro calcioUn passo storico verso la moviola in campo da parte della Fifa. L’Ifab (International Football Association Board), in occasione della 130° assemblea generale a Cardiff, in Galles, ha dato il via libera alla sperimentazione della video-assistenza per gli arbitri nel calcio. “Abbiamo preso una decisione storica per il calcio. Adesso Ifab e Fifa porteranno avanti il dibattito e non hanno intenzione di fermarsi”, ha commentato il presidente della Fifa, Gianni Infantino.

“Abbiamo dimostrato che ascoltiamo il mondo del calcio e che applichiamo il buon senso – ha aggiunto il neo presidente della Fifa Infantino – Dobbiamo essere prudenti ma dobbiamo fare dei passi concreti per dimostrare che è iniziata una nuova era all’interno della Fifa e dell’Ifab”.

Non c’è ancora una data certa su quando partira la sperimentazione della moviola in campo ma al più tardi avverrà con la stagione 2017-2018. E comunque l’utilizzo dello strumento televisivo a supporto del direttore di gara non riguarderà indistintamente episodi in campo ma solo quelli la cui decisione arbitrale potrebbe essere tale da condizionare le situazioni di gioco, come i gol, i calci di rigore, il cartellino rosso diretto e gli errori sul responsabile, ovvero quando un fallo e un cartellino viene attribuito ad un giocatore anziché a quello che effettivamente ha commesso il fallo da sanzionare. Sarà possibile anche rivedere le immagini su richiesta dell’arbitro oppure dopo segnalazioni degli assistenti al direttore di gara che potrebbe non essersi accorto di un episodio da valutare.

Nel giorno in cui l’Ifab ha dato il via libera alla sperimentazione della video-assistenza per gli arbitri, si è parlato anche dell’annosa questione della “tripla punizione”, ovvero espulsione, rigore e squalifica per un fallo in area nel caso di chiara occasione da gol. Su proposta della Uefa, l’Ifab (International Board) ha approvato una nuova formulazione della norma prevedendo un periodo di prova di due anni prima del via libera definitivo.

“Se il portiere o il difensore, nel cercare di prendere la palla effettua un contrasto in modo corretto ma fa fallo, non ci sara’ nessuna espulsione ma solo un giallo – ha annunciato il presidente della Fifa, Gianni Infantino – In tutti gli altri casi, come il gioco violento o un gol negato, ci sara’ il cartellino rosso. Questa norma entrera’ in vigore dall’1 giugno, in tempo per gli Europei e la Coppa America del Centenario”.

Tornando alla riunione dell’Ifab – spiega l’Agi -, luce verde anche per la sperimentazione di una quarta sostituzione da consentire durante i supplementari per capire se porta benefici alla salute del calciatore, se prevale l’aspetto tattico e se l’uso di tutte e quattro le sostituzioni durante i supplementari, cambiando cosi’ piu’ di un terzo della squadra, abbia un impatto non corretto.

Nel corso della riunione di oggi, oltre la moviola, c’è stata anche una revisione generale delle norme del calcio sulla base del progetto portato avanti negli ultimi 18 mesi da una sottocommissione dell’Ifab guidata dall’ex arbitro inglese David Elleray. In tutto 94 modifiche, volte soprattutto a migliorare la struttura e la fraseologia, combinando le norme con l’interpretazione e dimezzando le parole usate.

Ma non solo: alcune delle modifiche fanno si’ che le norme del gioco siano più vicine al calcio moderno e al buon senso: per esempio, al calcio d’inizio, il pallone potrà muoversi in qualsiasi direzione e non più necessariamente in avanti mentre un giocatore infortunato potrà essere soccorso velocemente sul campo anzichè uscire e lasciare la sua squadra in inferiorita’ numerica. Si tratta della piu’ grossa revisione delle norme del calcio in 130 anni di storia. La prossima assemblea generale e’ prevista fra un anno, il 4 marzo 2017, a Londra.

Incidente con suicidio sull’A1: due morti

Incidente con suicidio su A1: due mortiModena – Sono avvenuti a quattro chilometri di distanza l’incidente, che ha coinvolto quattro Tir e ha provocato la morte di un autista, e il suicidio di un uomo che si è lanciato dal cavalcavia dell’autostrada.

Ma a quanto sembra due fatti avvenuti sull’autostrada A1 nel tratto tra l’uscita Modena nord e Modena sud in direzione di Bologna che a una prima ricostruzione sembravano l’uno conseguenza dell’altro, sarebbero legati comunque perché il tamponamento tra i Tir sarebbe avvenuto nella cosa che si è formata per il suicidio.

Il corpo dell’uomo sull’asfalto – che sarebbe stato travolto da alcune auto – ha infatti provocato dei rallentamenti. Il tratto di autostrada è stato chiuso alle 6.30, poi la riapertura intorno alle nove. Nel tamponamento tra i Tir, al chilometro 162, è morto un autista greco di circa 50 anni.

Il suicidio, quattro chilometri prima, è di un uomo di circa 30 anni residente nei pressi del luogo in cui si è suicidato. (Ansa)

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