15 Ottobre 2024

Home Blog Pagina 1122

Mutui, Renzi “regala” case alle banche. M5S: “Dittatore”

pignoramento casa da banca mutuiChi è in estrema difficoltà economica e non riesce a pagare le rate del mutuo si vedrà scippare la propria casa dalla banca dopo 18 rate non pagate. Anche se si tratta della prima casa, bene riconosciuto essenziale. Il via libera a maggioranza su questa norma, ancora una volta pro-banche, c’è stato ieri in Commissione Finanze alla Camera al parere sul decreto attuativo della direttiva Ue sui mutui, in cui si chiede che la clausola che consente di far passare alla banca la casa senza andare in Tribunale dopo il periodo su indicato. Poche concessioni al proprietario di casa. In sostanza si dovrà essere “indigenti” per vedersi concessa una “moratoria”. Andranno in fumo anni di sacrifici di migliaia di famiglie italiane che dopo aver pagato magari tre quarti di mutuo, arrivati agli sgoccioli si vedranno l’appartamento pignorato se i partner non riesco più a far fronte ai ratei.

Ha votare a favore del testo messo a punto dal relatore Giovanni Sanga (Pd) e i partiti di maggioranza, Pd e Ncd. Contrari la Lega Nord Sinistra italiana e il Movimento 5 stelle che mercoledì mattina hanno protestato con un sit-in davanti a palazzo Chigi.

La banca si deve impegnare “a valorizzare l’immobile al miglior prezzo di realizzo possibile, indipendentemente dall’ammontare del debito residuo”. E’ una delle ultime condizioni inserite nel parere approvato dalla commissione Finanze della Camera. Il governo, ha detto il relatore Giovanni Sanga, ha dato “parere favorevole al parere proposto dal relatore perché rafforza lo schema del decreto” che già, aveva precisato il viceministro dell’Economia Enrico Morando, interveniva in maniera “importante” in favore dei mutuatari.

M5S, maggioranza “dittatoriale”, ora “guerra totale” – In commissione Finanze il dibattito sul decreto attuativo della direttiva Ue sui mutui è stato “inesistente”, il governo “ha parlato e poi se ne è andato senza la possibilità di controreplica e il presidente in maniera dittatoriale ha autorizzato la votazione. Ora basta, sarà guerra totale su tutti i fronti”. Così Alessio Villarosa, deputato del Movimento 5 Stelle, al termine della seduta della commissione, che ha dato via libera a maggioranza al parere sul decreto. “Così – aggiunge – è come si discute in questo Parlamento quando si parla della casa degli italiani”.

Padoan, in norme grado tolleranza prima di esecuzione – Le norme sui mutui nel decreto attuativo che recepiscono la direttiva europea prevedono che il finanziatore “è chiamato ad adottare procedure apposite per i consumatori in difficoltà” e di “esercitare “ragionevole grado di tolleranza prima di avviare le procedure” di pignoramento e le esecuzioni forzate dell’immobile. Lo ha detto il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan al question time della Camera che ha ricordato come le norme attuali consentano “la sospensione per 18 mesi delle rate dei mutui” in caso di alcune condizioni del debitore (moratoria) e “il finanziatore non vi si può opporre”.

A fronte dei miliardi di euro regalati alle banche negli anni passati e recenti, il fardello della crisi economica, provocato da bolle finanziarie e dalle stesse banche, rimarrà sempre e solo sui poveri cristi. Le banche, infatti, dal 2007, a livello planetario, chiudono i loro bilanci sempre in attivo. Mentre famiglie e imprese tirano le cuoia…

‘Ndrangheta, 34 fermi contro “Locale” di Gioiosa Jonica. I NOMI

operazione anti 'ndrangheta clan Gioiosa Ionica Reggio CalabriaUna vasta operazione anti ‘ndrangheta è scattata stamane in provincia di Reggio Calabria nei confronti di un gruppo di 34 persone fermate con l’accusa a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura ed esercizio abusivo del credito, con l’aggravante del metodo mafioso, operanti nella Locride ed, in particolare, nei Comuni di Siderno, Gioiosa Jonica e Marina di Gioiosa Jonica.

L’operazione, denominata “Acero bis”, ha impegnato oltre 400 militari tra Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, dello SCICO di Roma, Carabinieri del ROS, Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Cacciatori di Calabria”.

L’indagine, coordinata dalla Dda presso la procura di Reggio Calabria, è culminata con un decreto di fermo a carico di 34 persone, alcune delle quali ritenute affiliate alla locale della ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria). Effettuate perquisizioni nei confronti di numerosi indagati e sono stati posti in essere ingenti sequestri patrimoniali per un valore stimato in 15,5 milioni di euro.

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Reggio Calabria guidata da Federico Cafiero de Raho.

Elenco persone sottoposte a Fermo di indiziato di delitto 

Nicola Agostino (classe 1969 – alias “U Scaccia”), residente a Gioiosa Jonica; Francesco Barbiero, classe 1966, residente a Marina di Gioiosa Jonica; Filippo Benci, classe 1979, residente a Gioiosa Jonica (RC); Francesco Caruso, classe 1979, residente a Soverato (CZ); Caterina Cherubino, classe 1986, residente a Gioiosa Jonica (RC); Luigi Cherubino, classe 1962, residente a Gioiosa Jonica (RC); Massimiliano Fortunio, classe 1971, residente a Gioiosa Jonica (RC); Rocco Fortunio, classe 1939, residente a Gioiosa Jonica (RC); Corrado Franze’, classe 1967, residente a Gioiosa Jonica (RC) [irreperibile]; Carlo Ierino’, classe 1970, residente a Gioiosa Jonica (RC); Giuseppe Vincenzo Infusini, classe 1977, residente a Siderno (RC) [irreperibile]; Domenico Antonio Jerino’, classe 1963, residente a Gioiosa Jonica; Maria Jerino’, classe 1961, residente a Torino; Giuseppe Loccisano, classe 1973, residente a Gioiosa Ionica (RC); Giuseppe Lupoi, classe 1944, residente a Gioiosa Ionica (RC);  Rocco Macri’, classe 1967, residente a Gioiosa Jonica (RC); Antonio Salvatore Malfone, classe 1962, residente a Gioiosa Jonica; Vincenzo Mesiti, classe 1967, residente a Gioiosa Jonica (RC); Armando Napoli, classe 1969, residente a Gioiosa Jonica (RC); Rocco Oppedisano, classe 1931, residente a Gioiosa Jonica (RC); Teresa Oppedisano, classe 1960, residente a Gioiosa Jonica (RC); Roberto Prologo, classe 1972, residente a Marina di Gioiosa Jonica; Nicola Prota, classe 1959, residente a Gioiosa Jonica (RC); Rocco Prota, classe 1990, residente a Gioiosa Jonica (RC); Salvatore Prota, classe 1983, residente a Gioiosa Jonica (RC); Teresa Prota, classe 1970, residente a Gioiosa Jonica (RC); Luigi Racco, classe 1973, residente a Gioiosa Jonica (RC); Rocco Rodino’, classe 1952, residente a Gioiosa Jonica (RC); Salvatore Rodino’, classe 1976, residente a Gioiosa Jonica (RC); Vincenzo Sainato, classe 1981, residente a Gioiosa Ionica (RC);  Pasquale Scali, classe 1966, residente a Marina di Gioiosa Jonica (RC); Santa Ursini, classe 1942, residente a Gioiosa Jonica (RC); Giuliana Zavaglia, classe 1966 res. Gioiosa Jonica; Pasquale Zavaglia, classe 1953, residente a Gioiosa Jonica (RC);

Gli indagati,  tranne i 2 irreperibili, sono stati tutti associati al carcere,

L’INCHIESTA DELLA PROCURA

L’indagine, condotta sotto la direzione della Dda di Reggio Calabria, prende le mosse dalla denuncia di un imprenditore operante nel settore tipografico, ora residente unitamente al suo nucleo familiare in località protetta, il quale ha delineato una complessa attività di usura posta in essere ai suoi danni da soggetti contigui alle cosche di ‘ndrangheta operanti nei Comuni della fascia Jonica della Locride, gli “Ursino–Macrì” e “Jerinò” di Gioiosa Jonica, i “Rumbo–Galea–Figliomeni” di Siderno, i “Bruzzese” di Grotteria, i “Mazzaferro” di Marina di Gioiosa Jonica.

Le successive indagini, anche di natura tecnica, avviate dalla Guardia di Finanza su delega della Dda della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, corroborate dalle autonome investigazioni dei Carabinieri del ROS sulle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, hanno permesso di ricostruire la struttura della locale della ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica, riconducibile alle famiglie Ursino – Macrì – Jerinò e individuare un consistente giro di usura ai danni di oltre 50 soggetti ai quali le cosche applicavano interessi usurari oscillanti tra il 50% ed il 500% annuale.

Le indagini – spiega la Dda reggina – hanno evidenziato che quando la vittima di usura non poteva far fronte agli interessi mensili con il denaro veniva costretta, in alcuni casi, ad emettere fatture false a favore di società riconducibili e/o vicine agli usurai, al fine di far figurare costi mai sostenuti da queste ultime ed abbattere così la base imponibile ai fini della successiva tassazione.

Molti dei componenti della locale di Gioiosa Ionica sono già detenuti in quanto coinvolti in varie operazioni di polizia giudiziaria e colpiti da condanne, pertanto il provvedimento di fermo è stato emesso a carico degli affiliati in stato di libertà, sul conto dei quali sono emersi concreti elementi a suffragio della sussistenza del pericolo di fuga all’estero, in considerazione degli strettissimi legami tra la ‘ndrangheta di Gioiosa Ionica e la criminalità organizzata di matrice calabrese operante in Canada che, come accertato, tra l’altro nei processi “Crimine” e “Morsa sugli appalti”, costituisce una diretta emanazione della stessa “società” gioiosana.

L’esistenza della cosca Ursino di Gioiosa Ionica è stata sancita con sentenza passata in giudicato nel luglio 2014 a conclusione del procedimento penale relativo all’operazione “Mistero” della Dda di Reggio Calabria, scaturito dall’omicidio di Simari Pasquale [classe 1965, ucciso nel luglio 2005] che ha portato alla condanna, fra gli altri, di Antonio Ursino per associazione mafiosa. Più di recente, l’operazione “New Bridge”, conclusa nel febbraio 2014, ha evidenziato il coinvolgimento degli Ursino nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, in connessione con la famiglia mafiosa siciliana dei “Gambino” di New York.

Oltre ai 34 fermi operati da Carabinieri e Finanzieri, le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 15,5 milioni di euro in esito a indagini patrimoniali che hanno consentito di individuare abitazioni, ville, attività commerciali, automezzi e conti correnti bancari illecitamente accumulati e quindi sequestrati ai sensi della normativa antimafia.

Elenco dei beni sottoposti a sequestro preventivo a cura della Guardia di Finanza per un valore stimato di 15,5 milioni di euro.

Sequestro al Nucleo familiare di BARBIERO Francesco

a) BARBIERO Francesco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 08.06.1966:

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale BARBIERO Francesco, esercente attività di commercio ambulante a posteggio fisso di tessuti ed abbigliamento a Marina di Gioiosa Jonica (RC) in Via dei Giardini nr. 166.

b) NOVEMBRE Tiziana, nata a Locri (RC) il 25.02.1972:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Audi A3 SB 2.0 TDI, anno 2008

Autoveicolo Mercedes Classe E 200, anno 2004

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

25% della società “BMB MONTAGGI ED ARREDAMENTI di Mazzaferro Rocco & C. Sas”, esercente l’attività di altri servizi di sostegno alle imprese, posa in opera di infissi e arredi, con sede a Gioiosa Jonica (RC) in contrada Santa Tecla

Risultanze finanziarie

Nr. 1 polizza ramo vita

c) BARBIERO Davide, nato a Cinquefrondi (RC) il 27.01.1992:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Motociclo Aprilia Scarabeo 100, anno 2002

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

25% della società “BMB MONTAGGI ED ARREDAMENTI di Mazzaferro Rocco & C. Sas”, esercente l’attività di altri servizi di sostegno alle imprese, posa in opera di infissi e arredi, con sede a Gioiosa Jonica (RC) in contrada Santa Tecla

Sequestro al Nucleo familiare di BUTTIGLIERI Salvatore

a) BUTTIGLIERI Salvatore, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 16.03.1948:

Possidenze immobiliari

100% della piena disponibilità del terreno di complessivi m² 940, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Sant’Antonio, che lo utilizza come deposito connesso ad attività commerciale propria e/o familiare con insegna “BUTTIGLIERI CERAMICHE”

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Mini Cooper 1.6, anno 2003

b) CAVALLARO Assunta, nata a Serra San Bruno (VV) il 15.08.1957:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato m² 198, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Ciciarello;

100% della proprietà del terreno tipo agrumeto di complessivi m² 680, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Citroen C3 1.4 HDI, anno 2007

Autoveicolo Jeep Cherokee 2.5 CRD, anno 2004

Autoveicolo autocarro Iveco Daily, anno 2011

Autoveicolo autocarro Ford Transit 150, anno 1998

Autoveicolo Fiat Panda, anno 1989

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale CERAMICHE BUTTIGLIERI di Cavallaro Assunta, esercente attività di commercio all’ingrosso di altri materiali da costruzione, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Ciciarello

c) BUTTIGLIERI Natalino, nato a Catanzaro (CZ) il 3.1.1977:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Peugeot 307 1.6 16V, anno 2001

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

33% della società FMB SRL, esercente attività di alberghi e motel, con ristorante, a Stignano (RC) in contrada Favaco SS 106 Km 126,500

100% dell’impresa individuale BUTTIGLIERI Natalino, esercente attività di commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari, a Gioiosa Jonica (RC) in contrada Ciciarello

d) BUTTIGLIERI Brunella, nata a Catanzaro (CZ) il 12.09.1978

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato cat. A7, classe U, vani 11, censito al foglio di mappa 32, particella 1170, sub 1 del Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Bugella

e) BUTTIGLIERI Alessandra, nata a Catanzaro (CZ) il 19.08.1991:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato cat. A7, classe U, vani 16, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Bugella

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda, anno 2014

Sequestro al Nucleo familiare di CHERUBINO Luigi

a) CHERUBINO Luigi, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 08.05.1962:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato m² 97, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Ciciarello

100% della proprietà del fabbricato, vani 7, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Abate Alì

100% della proprietà del fabbricato m² 93, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Via Lazio, 47/A

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda, anno 1989

Motociclo Honda Pantheon 125, anno 1999

Autoveicolo Fiat Scudo, anno 1996

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

15% dell’impresa denominata “IL MILLEPIEDI SHOES & SPORTWEAR SRL”, esercente attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Abate Alì

b) ZAVAGLIA Giuliana, nata a Gioiosa Jonica (RC) il 08.03.1966:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato m² 16, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Varano

100% della proprietà del fabbricato vani 5,5, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Varano

100% della proprietà del fabbricato vani 3, nel Comune di Grotteria (RC), sito in contrada Grotteria Mare

100% della proprietà del fabbricato vani 6,5, nel Comune di Grotteria (RC), sito in contrada Grotteria Mare

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat 500 1.3 MJT 16V, anno 2008

Autoveicolo Peugeot 107 1.0 12V, anno 2011

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

35% dell’impresa denominata “IL MILLEPIEDI SHOES & SPORTWEAR SRL”, esercente attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Abate Alì

c) CHERUBINO Caterina, nata a Siderno (RC) il 10.09.1986:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 7,5, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Maratà, 31

100% della proprietà del fabbricato m² 87, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Maratà, 32/33

100% della proprietà del terreno tipo agrumeto di complessivi m² 112, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

100% della proprietà del terreno tipo agrumeto di complessivi m² 101, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Bravo 1.6 MJT 16V 5P, anno 2012

d) CHERUBINO Roberta, nata a Rossano (CS) il 06.09.1989 (vedasi quanto già elencato nel nucleo familiare di BARBIERO Domenico al precedente punto 4.1.):

Sequestro al Nucleo familiare di DEMASI Rocco

a) DEMASI Rocco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 15.03.1954:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Zimbario, 10/C

100% della proprietà del fabbricato m² 140, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Cardusa

100% della proprietà del fabbricato m² 67, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Zimbario, 10/C

100% della proprietà del fabbricato vani 8, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Zimbario, 10/C

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 340, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Motociclo Honda SH 300, anno 2008

Autoveicolo Fiat autocarro, anno 1983

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale denominata “Azienda agricola Silipi di DEMASI Rocco, esercente attività di allevamento di bovini e bufalini di carne, a Gioiosa Jonica (RC) in contrada Zimbario nr. 10/C

b) FUDA Anna Maria, nata a Grotteria (RC) il 11.01.1964:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Librandi

100% della proprietà del fabbricato m² 226, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Librandi, 37/B

100% della proprietà del fabbricato, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Librandi

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Mercedes Classe A 180, anno 2011

Autoveicolo Fiat Panda 1.3 MJT 16V 5P, anno 2010

Autoveicolo Fiat Panda 1.3 MJT 16V 4×4 5P, anno 2010

Autoveicolo Toyota Yaris 1.4 D-4D 3P, anno 2006

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’Impresa individuale FUDA Anna Maria, esercente attività di commercio al dettaglio di ferramenta, a Gioiosa Jonica (RC) in contrada Librandi

c) DEMASI Maria Teresa, nata a Locri (RC) il 16.12.1984:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 8, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Librandi

d) DEMASI Giuseppe, nato a Locri (RC) il 09.10.1986:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Motociclo Honda SH 300, anno 2010

Sequestro al Nucleo familiare di FRANZE’ Corrado

a) FRANZE’ Corrado, nato a Locri (RC) il 23.05.1967:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 13,5, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Elisabetta

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Grande Punto 1.3 MJT 5P, anno 2005

Motociclo Yamaha T-MAX 500, anno 2008,

b) JASZCZ Boguslawa Zofia, nata in Polonia (EE) il 24.03.1969:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Renault Scenic 1.5 DCI, anno 2009

Sequestro al Nucleo familiare di INFUSINI Giuseppe Vincenzo

a) INFUSINI Giuseppe Vincenzo, nato a Etobicoke (Canada) il 09.07.1977:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Audi Q5 2.0 TDI QUATTRO, anno 2013

100% dell’impresa individuale INFUSINI Giuseppe Vincenzo esercente attività delle concessionarie pubblicitarie, a Siderno (RC) in Corso Garibaldi nr. 84

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Smart Fortwo CDI, anno 2003

b) CONDARCURI Carmela, nata a Locri (RC) il 20.09.1958:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 4,5, nel Comune di Siderno (RC), sito in contrada Lamia, 65

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Opel Adam 1.4 GPL, anno 2013

a) BRUZZESE Maria Luisa, nata a Locri (RC) il 30.01.1974:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato m² 54, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Via Piero Gobetti

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda Van, anno 2010

Autoveicolo Fiat Seicento 1.1, anno 2001

Sequestro al Nucleo familiare di MACRI’ Rocco

a) MACRI’ Rocco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 16.08.1967:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 8, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Abate Alì

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Bravo 1.6 MJT 16V anno 2012

Autoveicolo Fiat 500 1.2, anno 2010

Motociclo Piaggio Vespa LX 125, anno 2006

Autoveicolo BMW Serie 320D, anno 2005

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

25% dell’impresa denominata “IL MILLEPIEDI SHOES & SPORTWEAR SRL”, esercente attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Abate Alì

b) NAPOLI Santa, nata a Locri (RC) il 01.11.1970:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Abate Alì

100% della proprietà del terreno tipo agrumeto di complessivi m² 375, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Miccio o Abate Alì

100% della proprietà del terreno tipo agrumeto di complessivi m² 120, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

25% dell’impresa denominata “IL MILLEPIEDI SHOES & SPORTWEAR SRL”, esercente attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Abate Alì

Sequestro al Nucleo familiare di MALFONE Antonio Salvatore

a) MALFONE Antonio Salvatore, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 21.06.1962:

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale MALFONE Antonio esercente attività di servizi dei saloni di parrucchiere, a Gioiosa Jonica (RC) in Viale Rimembranze

b) COMMISSO Carmela, nata a Locri (RC) il 20.10.1968:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Mercedes Classe A 160 CDI, anno 2009

Autoveicolo Smart Fortwo 800 CDI Business, anno 2003

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale COMMISSO Carmela esercente attività di commercio al dettaglio di confezioni per adulti, a Marina di Gioiosa Jonica (RC) in Piazza Zaleuco nr. 3/A

Sequestro al Nucleo familiare di MESITI Vincenzo

a) MESITI Vincenzo, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 14.08.1967:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Rione Europa

100% della proprietà del fabbricato nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Rione Europa

100% della proprietà del fabbricato m² 90, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Rione Europa

b) PARISI Carmen, nata a Locri (RC) il 19.06.1973:

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale denominata FASHION CENTER di PARISI Carmen, esercente attività di servizi dei saloni di barbiere e parrucchiere, in Gioiosa Jonica (RC) in Via Abate Alì

Sequestro al Nucleo familiare di PROLOGO Roberto

a) PROLOGO Roberto, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 31.05.1972:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Punto 1.3 MJ, anno 2005

b) SAINATO Rosa, nata a Gioiosa Jonica (RC) il 10.07.1934:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda 1.2 5P, anno 2013

Autoveicolo Fiat Idea 1.3 MJT 16V, anno 2005

Sequestro al Nucleo familiare di PROTA Nicola

a) PROTA Nicola, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 28.06.1959:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda 1.2 5P, anno 2007

b) OPPEDISANO Teresa, nata a Gioiosa Jonica (RC) il 27.02.1960:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Fiat Seicento 1.1, anno 2000

Sequestro al Nucleo familiare di RODINO’ Rocco

a) RODINO’ Rocco, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 04.02.1952:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Motociclo Aprilia Scarabeo 150, anno 1999

b) COMMISSO Teresa, nata a Gioiosa Jonica (RC) il 28.03.1954

Possidenze immobiliari

50% della proprietà del fabbricato vani 1, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Via Amaduri, 14

c) RODINO’ Enza, nata a Catanzaro (CZ) il 24.03.1981:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 4,5, nel Comune di Marina di Gioiosa Jonica (RC), sito in Via Europa

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Citroen C3 1.1, anno 2003

Sequestro al Nucleo familiare di RODINO’ Salvatore

a) RODINO’ Salvatore, nato a Siderno (RC) il 10.08.1976:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 6,5, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Vico Telesio, 20

100% della proprietà del fabbricato vani 9, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in Vicolo Telesio, 14

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda 1.2 5P, targato CW072KJ, immatricolato in data 07.06.2005

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale RODINO’ Salvatore esercente attività di commercio al dettaglio di calzature e accessori, a Gioiosa Jonica (RC) in Via Cavour

Sequestro al Nucleo familiare di SCALI Pasquale

a) SCALI Pasquale, nato a Marina di Gioiosa Jonica (RC) il 20.02.1966:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Motociclo Aprilia Habana 125, anno 2000

b) COMMISSO Germana, nata a Marina di Gioiosa Jonica (RC) il 06.08.1967:

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 2730, nel Comune di Marina di Gioiosa Jonica (RC)

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)

Autoveicolo Fiat Panda 1.3 MJT 16V 5P, anno 2006

c) SCALI Raffaele, nato a Locri (RC) il 03.03.1989:

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazione, etc.)
Autoveicolo Fiat Cinquecento 900, anno 1997

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale NOBILGAS di Raffaele SCALI esercente attività di commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico, in Marina di Gioiosa Jonica (RC) in Strada Lenza nr. 51/C.

Sequestro al Nucleo familiare di URSINI Santa

a) URSINI Santa, nata a Gioiosa Jonica (RC) il 09.07.1942:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 7,5, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Pontigliara

100% della proprietà del terreno tipo uliveto di complessivi m² 3240, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 2440, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC)

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 1330, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del fabbricato rurale di complessivi m² 110, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno tipo seminativo di complessivi m² 1890, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 2760, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 5980, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno tipo uliveto di complessivi m² 1180, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno tipo uliveto di complessivi m² 900, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno di complessivi m² 7070, nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno nel Comune di Mammola (RC)

100% della proprietà del terreno tipo uliveto di complessivi m² 640, nel Comune di Mammola (RC)

Possidenze mobiliari (autovetture, imbarcazioni, etc.)

Autoveicolo Suzuki Grand Vitara 1.9, anno 2009

Motociclo Honda SH 150, anno 2005

Attività economiche (società, ditte individuali, etc.)

100% dell’impresa individuale URSINI Santa esercente attività di allevamento di ovini e caprini, in Gioiosa Jonica (RC) in contrada Pontagliara

Risultanze finanziarie

Nr. 2 polizze assicurative ramo vita

b) MACRI’ Vincenzo, nato a Gioiosa Jonica (RC) il 20.07.1962, deceduto il 30.04.1993:

Possidenze immobiliari

100% della proprietà del fabbricato vani 12, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Palma
100% della proprietà del fabbricato m² 266, nel Comune di Gioiosa Jonica (RC), sito in contrada Palma.

Arrestato a Valentia il latitante di ‘ndrangheta Antonio Gallace

Arrestato a Valentia il latitante di 'ndrangheta Antonio Gallace
L’arresto a Valentia, in Spagna, di Antonio Gallace

ROMA – La Polizia di Stato della squadra mobile di Roma, del servizio centrale operativo e personale della polizia iberica, hanno arrestato, all’aeroporto spagnolo di Valencia, il latitante 46enne Antonio Gallace, irreperibile da 4 anni e appartenente all’omonima famiglia di ‘ndrangheta calabrese.

Antonio Gallace è considerato tra i vertici dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta originaria di Guardavalle e da molti anni operante nel litorale meridionale romano. Nel 2012 era stato condannato in via definitiva alla pena di cinque anni di detenzione dal Tribunale di Milano per estorsione e detenzione illegale di armi e da quell’anno era latitante. A suo carico la Procura Generale della Repubblica presso il Tribunale di Milano, su impulso della Squadra Mobile di Roma, aveva emesso un mandato di arresto europeo.

Le indagini, in corso da mesi, hanno consentito di accertare che il latitante aveva lasciato il territorio nazionale per rifugiarsi all’estero, in particolare nella penisola iberica. La festa di compleanno, prevista per giovedì 10 marzo, è saltata ma Antonio Gallace non la dimenticherà mai. Perchè quando la polizia lo ha intercettato, all’interno dell’aeroporto, era appena arrivato per prendere i suoi familiari, in arrivo dall’Italia proprio per partecipare a quella festa.

L’uomo, in passato, era stato già al centro di un’inchiesta sulle proiezioni della ‘ndrangheta nell’entroterra milanese dedita, in particolare, al commercio di ingenti quantitativi di droga proveniente dalla Spagna e dal Sud America e alla realizzazione di altre condotte illecite collegate a numerosi incendi dolosi, verificatisi nel corso del 2010 e del 2011, ai danni di attività produttive e commerciali nel comune di Pieve Emanuele (Milano). Le indagini, coordinate dai magistrati della Dda di Roma e condotte dalla Sezione Criminalità organizzata della Squadra mobile e dal Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, hanno consentito di scoprire che il latitante aveva lasciato l’Italia per rifugiarsi all’estero, in particolare in Spagna.

Ed è stato monitorando i familiari di Gallace che è emerso come questi ultimi stavano per recarsi in Spagna per festeggiare il compleanno del congiunto: il programma della trasferta prevedeva proprio per ieri la partenza dall’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, con il volo delle 19,20. Una volta accertato che erano effettivamente saliti a bordo, ne è stata data segnalazione agli investigatori romani presenti a Valencia con i colleghi della Polizia locale. Immediati scattavano i servizi di osservazione nella zona e intorno alle 20,30 veniva individuato un soggetto somigliante al ricercato giungere in aeroporto a bordo di una Land Rover. Una volta bloccato, Gallace non ha opposto resistenza, confermando la sua identità e congratulandosi con gli agenti. Con sè aveva un documento intestato ad un’altra persona, sul quale sono in corso accertamenti.

Omicidio Varani, scambio di accuse Manuel Foffo e Marco Prato

Marco Prato
Marco Prato

Scambio di accuse tra i due arrestati per l’omicidio di Luca Varani, avvenuto nel quartiere Collatino a Roma, durante l’interrogatorio di garanzia che si è svolto nel pomeriggio nel carcere di Regina Coeli.

“Manuel (Foffo) ha detto anche oggi che è stato Marco Prato a dare il colpo finale a Luca Varani. Lo ha ribadito oggi con dovizia di particolari”. Lo ha detto l’avvocato Michele Andreano, difensore di Manuel Foffo in merito all’interrogatorio di garanzia.

“Foffo ha confermato al Gip – ha proseguito il penalista – che ad usare il coltello è stato Prato”. Ma l’avvocato Pasquale Bartolo, difensore di Marco Prato ha sostenuto che il suo assistito ha rigettato la ricostruzione fatta da Foffo davanti al gip: “Non è stato Marco Prato ad infliggere il colpo finale, la coltellata al cuore a Luca Varani.

Abbiamo reso l’interrogatorio e chiarito quale è stato il ruolo di Marco Prato nella vicenda che è – ha aggiunto l’avvocato – del tutto diverso da quello che ci è stato attribuito fino ad ora”.

Messi alle strette, dopo il brutale omicidio, i due reo confessi si scaricano a vicenda le responsabilità sulla morte del povero Luca Varani. Un giovane di appena 23 anni ucciso solo per il piacere di vedere “che effetto fa la morte”.

Rapiti in Libia, Gentiloni: “Non abbiamo pagato nessun riscatto”

Rapiti in Libia, Gentiloni: "Non abbiamo pagato nessun riscatto"
Il ministro Gentiloni con Gino Pollicardo e Filippo Clcagno (Ansa/Di Meo)

Nel sequestro dei 4 italiani in Libia “non sono mai emersi elementi di riconducibilità di formazioni di Daesh in Libia. Non è mai giunta alcuna rivendicazione. L’ipotesi più accreditata è quella di un gruppo criminale filo-islamico operante tra Mellita, Zuwara e Sabrata”, ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni al Senato. Per i quattro italiani rapiti in Libia “non è stato pagato alcun riscatto”, ha precisato.

“Il sequestro e le modalità penose del rientro dei nostri connazionali – spiega Gentiloni – ripropone all’attenzione la pericolosità e la criticità della situazione in Libia”. Ma il ministro assicura che “il governo non si farà trascinare in avventure inutili e perfino pericolose per la nostra sicurezza nazionale. Non è sensibile al rullar di tamburi e a radiose giornate interventiste ma interverrà se e quando possibile su richiesta di un governo legittimo”. Gentiloni aggiunge che bisogna “combinare fermezza, prudenza e responsabilità”. “Lavoriamo per rispondere ad eventuali richieste di sicurezza del governo libico, niente di più niente di meno, nel rispetto della Costituzione e solo dopo il via libera del Parlamento” italiano.

L’informativa di Gentiloni è cominciato con un messaggio “di cordoglio e vicinanza alle famiglie” dei due italiani uccisi in Libia, Salvatore Failla e Fausto Piano. L’Aula del Senato ha tributato un applauso unanime al ricordo dei due connazionali.

Una fonte ufficiale della Procura generale di Tripoli ha riferito che, alla presenza di un “medico legale italiano”, è in corso un’ “autopsia” sui corpi di Failla e Piano, i due italiani compagni di Gino Pollicardo e Filippo Calcagno rimasti uccisi. Il direttore dell’Ufficio inchieste presso la Procura generale di Tripoli, Sidikj Al-Sour, ha confermato all’Ansa che le salme “sicuramente saranno rimpatriate oggi”. L’arrivo per questo pomeriggio era stato preannunciato ieri da un portavoce del governo di Tripoli. Ieri il trasferimento delle salme dei nostri connazionali era slittato.

Messina, ragazzina investita e uccisa da ubriaco in Bmw

investita uccisa a messinaUna ragazza di 14 anni è morta la scorsa notte in un incidente stradale sulla statale 114 nel villaggio di Militare, a Messina. Lo riporta la Gazzetta del Sud che racconta che la giovane stava camminando sul ciglio della strada con il padre e la zia per raggiungere la loro auto posteggiata quando è sopraggiunta una Bmw 1 condotta da un uomo di 32 anni che l’ha centrata in pieno.

L’adolescente è morta sul colpo, mentre il padre e la zia sono rimasti illesi. L’automobilista sottoposto al alcol test è risultato positivo. Dai primi accertamenti sembra che la Bmw procedesse ad alta velocità.

Per il conducente potrebbe non scattare l’omicidio stradale, diventato legge la scorsa settimana dopo l’approvazione definitiva al Senato. Per diventare a tutti gli effetti legge dello Stato dopo la promulgazione del capo dello Stato, devono trascorrere 15 giorni dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Spariscono oro e cocaina da tribunale. Arrestato cancelliere

Spariscono da tribunale oro e cocaina. Arrestato cancelliere caserta tribunale santa maria capua vetereSANTA MARIA CAPUA VETERE (CASERTA) – Due dipendenti del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il commesso di 61 anni Donato Longallo e il cancelliere di 48 anni Vincenzo Garzone, sono stati arrestati dai carabinieri perché accusati a vario titolo di essersi appropriati di oltre 13 kg di cocaina e lingotti in oro custoditi presso l’ufficio corpi di reato del locale Palazzo di giustizia, e di aver falsificato gli atti necessari a simulare la consegna dei beni, tra cui i provvedimenti di un gip.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone, sono partite nel settembre 2015 in seguito ad una verifica della tenuta dei corpi di reato custoditi presso l’apposito ufficio del tribunale, da cui sono emerse gravi anomalie in relazione alla consegna di alcuni reperti di valore, tra cui oltre 13 kg di cocaina (13,756 chilogrammi), lingotti in oro e altri preziosi, avvenuto nel maggio precedente.

Trascina con auto l’ex convivente della compagna. Arrestato

strongoli crotone tenta uccidere ex compagno convivente
L’uomo cerchiato in rosso mentre è arrampicato sull’auto a Strongoli (Crotone)

STRONGOLI (CROTONE) – Ha percorso undici chilometri sulla statale 106 trascinando sul cofano anteriore della sua auto l’ex convivente della sua attuale compagna. Un uomo di 54 anni, del quale non è stato fornito il nome, è stato arrestato a Strongoli dai carabinieri per tentato omicidio.

L’uomo, assieme alla compagna, ha incontrato l’ex convivente della donna per parlare di alcune questioni familiari. La discussione si è animata e l’ex fidanzato della donna, secondo quanto riferito dai carabinieri, si è scagliato contro la vettura della coppia per impedirne la fuga.

Nella concitazione la mano dell’uomo è rimasta incastrata tra lo sportello e il montante dell’auto facendolo rimanere intrappolato sul cofano. La corsa della vettura è proseguita per undici chilometri fino a quando la donna ha chiamato i carabinieri, che hanno arrestato il conducente del mezzo. All’ex, soccorso e portato in ospedale, sono stati diagnosticati dieci giorni di prognosi.

Terrore nella notte a San Fili (Cs). Banda assalta villa di medici

Terrore nella notte a San Fili (Cs). Banda assalta villa di medici SAN FILI (COSENZA) – Quattro banditi armati hanno fatto irruzione questa notte in una villa di San Fili di proprietà del medico Eugenio Mirabelli, responsabile del poliambulatorio di Rende. In casa, insieme all’uomo, c’erano la moglie, medico dell’Asp, e il figlio.

I quattro banditi sono entrati in casa mentre la famiglia dormiva. Una volta svegliati è iniziato l’incubo. La famiglia si è vista puntare la pistola in faccia con la minaccia di aprire la cassaforte e consegnare preziosi, contanti e altri oggetti di valore.

Il medico, comprensibilmente terrorizzato, capito il pericolo per la sua incolumità e quella dei familiari non ha opposto resistenza e ha assecondato i criminali consegnando loro il contenuto della cassaforte, il cui valore è in fase di stima.

Appena scappati i banditi, la famiglia – ancora in preda al terrore – hanno chiamato i carabinieri. Sul posto sono giunti i militari di Rende che hanno fatto i rilievi del caso. Secondo la Benemerita citata da il Quotidiano del Sud, non si esclude che la banda fosse formata da uomini di origine slava, almeno da quanto raccontato dalle vittime della brutale aggressione che agli inquirenti hanno riferito dell’accento tipico della penisola balcanica.

Professionisti specializzati in rapine in ville che potrebbero aver colpito anche in altre regioni del Nord Italia. E’ probabile che la banda abbia avuto un basista del posto che ha indicato ai quattro malviventi la presenza in casa della famiglia e dato l’input per l’irruzione. Sono in corso indagini serrate. E’ caccia aperta ai rapinatori.

Pilotavano ricorsi a Roma. Blitz della Gdf. Arresti

guardia di finanza roma ricorsi pilotatiLa Guardia di Finanza sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di diversi soggetti accusati di far parte di una cricca in grado di pilotare i ricorsi tributari e far ottenere facili sgravi fiscali, dietro il pagamento di un compenso. Oltre cento uomini delle Fiamme Gialle sono impegnati in arresti e perquisizioni che riguardano, tra l’altro, anche alcuni giudici tributari.

L’operazione, denominata “Pactum sceleris”, è coordinata dalla procura di Roma che ipotizza nei confronti dei soggetti coinvolti nell’inchiesta le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla concussione e corruzione anche in atti giudiziari.

Dalle indagini sarebbe emerso che gli arrestati avrebbero costituito una vera e propria cricca, un’organizzazione criminale in grado di garantire ai contribuenti colpiti dagli accertamenti del Fisco di uscire vittoriosi nei ricorsi presentati alle diverse Commissioni tributarie. O, ancora, di ottenere consistenti sgravi di imposte dagli uffici finanziari.

Il tutto, ovviamente, avveniva dietro il pagamento agli appartenenti alla cricca di lauti compensi da parte dei contribuenti interessati. Nell’indagine sono coinvolti, oltre ad alcuni giudici tributari, anche dipendenti e pensionati dell’amministrazione finanziaria, avvocati, consulenti e commercialisti.

Confiscati 45 milioni di euro di beni a un imprenditore

Confiscati 45 milioni di beni all'imprenditore Armando Raso

CATANZARO – Beni per 45 milioni, tra aziende, società, immobili, autoveicoli e rapporti finanziari, sono stati confiscati ad un imprenditore calabrese dagli uomini della Dia di Reggio Calabria e del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Firenze e Pistoia. Il provvedimento è stato emesso dalla Dda di Reggio Calabria.

Dalle indagini è emerso che l’imprenditore operava, in maniera occulta, nel settori della sanità privata calabrese, gestendo case di cura e centri riabilitativi, e in quello immobiliare, attraverso imprese attive sia in Toscana che in Calabria.

L’uomo, è ritenuto vicino alla cosca Molè già al centro di altre inchieste giudiziarie. I sequestri sono stati effettuati anche in provincia di Catanzaro, dove risultano interessate le strutture di Gizzeria Lido e di Sellia Marina.

Maggiori dettagli saranno forniti in una conferenza stampa che si terrà questa mattina nella sede della Procura della Repubblica di Reggio Calabria alla presenza del Procuratore della Repubblica Federico Cafiero De Raho, del capo centro Dia e del comandante provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria.

Carinaro (Caserta). Bimba travolta e uccisa da uno scuolabus

Carinaro (Caserta). Bimba Rosa Di Biase travolta e uccisa da uno scuolabus
Uno scuolabus (foto repertorio)

Avrebbe compiuto tre anni il prossimo 16 aprile la piccola Rosa Di Biase, investita e uccisa a Carinaro, nel Casertano, dallo scuolabus che ieri pomeriggio era venuto a riportare a casa il fratellino di poco più grande.

La tragedia ha sconvolto il paese, che si è stretto attorno alla famiglia della bimba; la giunta comunale guidata dal sindaco Marianno Dell’Aprovitola ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, che saranno celebrati non appena la salma sarà riconsegnata ai familiari.

Al momento la Procura di Napoli Nord non ha ancora deciso se effettuare autopsia. Il dramma si è consumato in pochi istanti intorno alle ore 16.30. La madre della bambina, da una prima ricostruzione effettuata dai carabinieri di Marcianise, è uscita in strada dalla sua abitazione, in via Nino Bixio, perché era arrivato lo scuolabus con il figlio; subito dopo anche la piccola è sbucata senza che la madre se ne accorgesse.

Così, mentre la donna prendeva in consegna il figlio di quasi 6 anni alle porte di uscita del mezzo, poste al centro della fiancata laterale, a pochi metri la bimba scendeva dal marciapiede fermandosi proprio davanti al pullman; il conducente ha chiuso la porta ed ignaro di ciò che stava accadendo è ripartito prendendo in pieno la bimba.

L’urto ha fatto sobbalzare il mezzo. “Abbiamo preso una grossa pietra” ha esclamato una collaboratrice scolastica che era nel pullman, mentre intanto la madre della bimba si è accorta della tragedia iniziando a urlare a squarciagola. A quel punto l’autista ha fermato il mezzo; la piccola Rosa Di Biase, è stata immediatamente soccorsa e trasportata con un’auto privata all’ospedale San Giuseppe Moscati di Aversa in condizioni disperate.

I medici del pronto soccorso hanno provato in tutti i modi a rianimarla ma è stato tutto inutile. A Carinaro il conducente, che da anni, fanno sapere dal Comune, svolge servizio di scuolabus, è stato condotto in stato di choc dai vigili urbani al locale Comando e poco dopo interrogato dai carabinieri della Compagnia di Marcianise, delegati alle indagini che procederanno a denunciarlo per omicidio colposo; i militari hanno sequestrato il pullman e sentito vari testimoni.

Su Facebook intanto è iniziato il tam tam di vicinanza alla famiglia. Ogni giorno la piccola, di pomeriggio, andava ad una ludoteca, ma oggi non c’era andata. Rosa Di Biase aveva una sorella di 10 anni e un fratellino di cinque.

Napoli, ucciso a Ponticelli un vigile urbano

Il vigile urbano ucciso a Ponticelli Manlio Barometro
Il vigile urbano ucciso Manlio Barometro

Scorre ancora sangue a Napoli. Questa volta i killer hanno alzato il tiro. A finire sotto i colpi di pistola, un agente della Polizia Municipale, Manlio Barometro, di 58 che ieri sera è stato ucciso in un agguato a Napoli, nel quartiere periferico di Ponticelli.

Manlio Barometro, 58 anni, detto Mariolino, era in servizio all’Ufficio dei giudici di Pace di Napoli. L’agente della Polizia Municipale è stato colpito da quattro o cinque colpi di arma da fuoco all’addome in via Fratelli Grimm, nei pressi di un esercizio commerciale. I sicari, sarebbero poi fuggiti in sella a una moto.

Barometro è stato trasportato in gravissime condizioni nella Clinica Villa Betania da un’ambulanza del 118, ma all’arrivo delle Volanti della Polizia era già morto. La dinamica dell’agguato non è ancora stata ricostruita.

A indagare sull’omicidio, gli uomini della squadra mobile e gli agenti della sezione omicidi della Polizia di Stato di Napoli. Al momento tutte le piste sono aperte. Interrogatori sono in corso sul gravissimo fatto di sangue.

Napoli, Giovanni Sarno, fratello di un pentito ucciso nel letto

Un uomo è stato ucciso con due colpi di pistola alla testa nel suo letto, la scorsa notte, a Napoli: si tratta di Giovanni Sarno, 54 anni, fratello di Carmine Sarno, collaboratore di giustizia. Il fatto è avvenuto in un’abitazione di via Angelo Camillo de Meis, nella zona di Gianturco. Il corpo è stato trovato da una nipote, intorno alle 4.

I parenti sono stati avvertiti da un anonimo che, nel cuore della notte, ha citofonato. L’uomo aveva precedenti per associazione a delinquere, porto abusivo di armi, omicidio, rapina. Sull’accaduto indaga la Squadra Mobile della Questura di Napoli.

Contro Giovanni Sarno sono stati sparati 4-5 colpi di pistola, sicuramente un revolver, visto che a terra non sono stati trovati bossoli. Due proiettili lo hanno raggiunto alla testa. L’uomo, invalido, viveva in un “basso” del quartiere Ponticelli (e non Gianturco, come riferito in precedenza) di Napoli, con la porta sempre aperta e in condizioni di indigenza.

I fratelli, elementi di vertice del clan Sarno, hanno iniziato a collaborare con la giustizia nel 2009 e gli investigatori non escludono che l’omicidio possa ricondursi a una vendetta o a un regolamento di conti. Molto probabilmente l’uomo stava dormendo quando chi lo ha ucciso è entrato in azione.

Attacco terroristico a Jaffa: ucciso turista Usa. 10 feriti

Turista Usa ucciso a Jaffa. Attacco concentrico. Ferite 10 persone
Un’immagine dell’attacco a Jaffa (jpost.com)

Un turista americano è stato ucciso e la moglie gravemente ferita a coltellate a Jaffa, in Israele. L’aggressore è un giovane palestinese che, secondo notizie dei media locali, avrebbe ferito altri nove civili. “Gridava e pugnalava i passanti”, hanno detto testimoni scampati alla furia omicida.

L’aggressione multipla è avvenuta martedì sera nei pressi del porto della città. Secondo Israele, l’aggressore è stato identificato come un 22enne proveniente dal villaggio palestinese di Kalandiya, in Cisgiordania.

Secondo i quotidiani locali, il giovane avrebbe continuato a pugnalare i passanti in almeno due posti diversi mentre vagava attraverso il lungomare della città israeliana, fino al porto.

La rabbia assassina dell’omicida è stata però interrotta dalle forze di sicurezza israeliane. In un blitz è stato abbattuto su una banchina del porto. Da quanto riportato da alcuni giornali online, sembra che l’aggressore non fosse solo. In altre città sarebbero stati segnalate aggressioni analoghe. Si tratterebbe di gruppi organizzati. Non è chiaro se siano organici a Daesh. Tuttavia l’intelligence israeliana avrebbe escluso che il killer di Jaffa avesse complici.

Mediatrade: Pg chiede 3 anni e 2 mesi per Piersilvio Berlusconi

Mediatrade: Pg chiede 3 anni e 2 mesi per Piersilvio Berlusconi
Piersilvio Berlusconi

Il pm di Milano, Fabio De Pasquale, con il ruolo di Procuratore generale al processo in appello per il caso Mediatrade ha chiesto alla Corte di condannare a 3 anni e 2 mesi e a 3 anni e 4 mesi di carcere Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, accusati di frode fiscale al processo di secondo grado sul caso Mediatrade.

Il Pg ha inoltre chiesto di condannare gli altri imputati a pene che vanno dai 3 anni ai 5 anni di carcere. Le pene sono le stesse proposte nel processo di primo grado. Tutti gli imputati furono assolti nel luglio 2014.

Il Pg ha chiesto quindi di condannare il produttore statunitense Frank Agrama a 3 anni e 8 mesi di carcere, gli ex manager Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano e Gabriella Ballabio rispettivamente a 4 anni di carcere e dieci mila euro di multa, 3 anni e 2 mesi e 3 anni. Inoltre per due cittadine di Hong Kong, Paddy Chan Mei-You e Catherine Hsu May-Chun, ha chiesto rispettivamente pene di 5 e 4 anni di carcere e per entrambe una multa di 12 mila euro.

Il rappresentante della pubblica accusa ha chiesto, infine, la confisca di circa 140 milioni di euro sequestrati ai tempi dell’indagine e depositati su un conto svizzero intestato alle due donne accusate di riciclaggio. La vicenda riguarda “il giro dei diritti tv gonfiati” in Mediatrade in cui il presidente e il vicepresidente di Mediaset rispondono di una frode e gli altri imputati rispondono a vario titolo di frode fiscale aggravata dalla transnazionalità per circa 8 milioni in relazione al bilancio consolidato di Mediaset per gli anni 2006, 2007 e 2008. (Ansa)

Primarie taroccate a Napoli. Bocciato ricorso Bassolino

scambio di soldi per voto primarie napoli
Un frame del video di fanpage.it

Scontro nel Pd sulle primarie del centrosinistra a Napoli. La commissione di garanzia si è conclusa con la bocciatura del ricorso presentato da Antonio Bassolino respinto con 8 voti a 1. L’unico voto contrario è stato di Fabio Benincasa, rappresentante di Centro Democratico.  “Abbiamo verificato i verbali e abbiamo ufficialmente proclamato Valeria Valente quale vincitrice delle primarie a Napoli”, ha detto Giovanni Iacone, presidente della commissione:  “Valente è quindi la candidata della coalizione di centrosinistra”. Attacca l’ex sindaco: “Invece di riflettere e discutere il PD chiude gli occhi. E’ un colpo di spugna che offende le primarie e la città”

Poco prima della bocciatura, Vincenzo Serio e Antonio Giordano, i due rappresentanti nella commissione di garanzia vicini alle posizioni di Antonio Bassolino, hanno lasciato polemicamente la riunione della commissione di garanzia. “Ci troviamo di fronte a una sentenza preconfezionata sul ricorso e non ci prestiamo a una farsa”, hanno affermato parlando con i giornalisti all’esterno della stanza. “Non lo discutiamo inutilmente per poi farcelo dichiarare illegittimo, perché sarebbe arrivato dopo i termini, per un cavillo, insomma”, ha detto Serio, che ieri aveva presentato il ricorso di Bassolino contro le primarie. Ed ha aggiunto: “Noi ci rifiutiamo di partecipare a una discussione formale davanti a un disastro che si sta verificando in questa città”, ha aggiunto Serio.

Pier Luigi Bersani critica le prese di posizione contro il ricorso di Bassolino sull’esito delle primarie di Napoli: “E’ irrituale che ci siano stati pronunciamenti di esponenti dell’esecutivo del partito prima della commissione di garanzia. A prescindere dagli esiti, non ci dovrebbero essere queste sgrammaticature e bisogna entrare nel merito perchè c’è un problema politico gravissimo: il disagio dei nostri elettori”.

E’ bufera sul Pd dopo la presunta compravendita di voti alle primarie di Napoli. Un video reportage di Fanpage.it ha svelato l’inganno delle primarie tutta “democrazia e partecipazione”, da cui è uscita vittoriosa Valeria Valente. In realtà, dal video emerge tutt’altro. Consiglieri comunali e municipali, addetti e altre persone davanti ai seggi che distribuivano soldi per far votare la Valente. C’è chi parla di “casi isolati”, ma a fronte dei brogli documentati, “sarebbe bene ripetere le primarie a Napoli”, dice qualcuno sui social.

La parte lesa in tutta questa storia è l’ex governatore della Campania Antonio Bassolino, che ha presentato ricorso agli organi del partito competenti. “Rispettare la libertà e la dignità delle persone è un requisito irrinunciabile della democrazia. Per questo ho presentato un ricorso sui gravi episodi avvenuti nelle primarie di domenica”, ha annunciato Antonio Bassolino su Facebook.

Intanto la procura di Napoli ha aperto un fascicolo sulle circostanze emerse dal video sul voto per le primarie in alcuni seggi. A quanto apprende l’Ansa, si tratta di una indagine conoscitiva in cui non si formulano per ora ipotesi di reato. Il fascicolo è affidato alla seconda sezione, che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. E’ probabile che tra gli atti preliminari vi sia l’acquisizione del video e delle successive notizie di stampa.

Nel pomeriggio, da parte di Antonio Bassolino e del suo staff, nessun commento era stato fatto sull’ipotesi di presentare un ricorso dopo quanto documentato dal video di Fanpage sullo svolgimento del voto per le primarie in alcuni seggi della periferia di Napoli. Stamane l’ex governatore era impegnato a Roma, in un convegno sul Mezzogiorno con Borgomeo, Abete e De Mita. Nelle prossime ore discuterà della situazione con i suoi più stretti collaboratori.

Lo staff di Bassolino ha ricevuto moltissimi messaggi sui social dopo la pubblicazione del video, i suoi sostenitori gli chiedono di presentare un ricorso. Ipotesi che ha preso ancora più forza sia dopo il forte commento di Bassolino su quanto documentato dal video (“sono disgustato”) sia dopo la dichiarazione del presidente della commissione di garanzia sulle primarie, Giovanni Iacone, il quale stamane ha spiegato all’Ansa che l’organismo, convocato per domani pomeriggio, prenderebbe in esame il video di Fanpage solo se venisse presentato un ricorso.

“Sono disgustato dalle immagini del video di Fanpage.it ed anche dalle ridicole interpretazioni che ne sono state date – dice Bassolino -. Questo mercimonio è una ferita profonda per tutti quelli che hanno creduto nelle primarie come libera partecipazione democratica”.

“Dati soldi fuori dai seggi a Napoli” – Persone all’esterno dei seggi che distribuiscono monete da un euro per portare i cittadini a votare. E tra loro anche consiglieri comunali e consiglieri municipali. É un video di Fanpage.it girato tra i seggi dei quartieri Scampia, Piscinola, San Giovanni a Teduccio a scuotere il Pd all’indomani delle primarie vinte a Napoli a Valeria Valente. Tra le persone che distribuiscono le monete si riconosce anche Antonio Borriello, consigliere comunale del Pd ed ex bassoliniano di ferro, tanto che, da consigliere comunale, celebrò il matrimonio tra l’ex governatore e la senatrice Annamaria Carloni. Borriello in queste primarie ha firmato la candidatura di Bassolino per poi cambiare idea, sostenendo la Valente e nella sua zona d’elezione, San Giovanni a Teduccio, dove la candidata ha vinto nettamente, surclassando Bassolino. “L’ho fatto – commenta Borriello – per non essere scortese come partito. Faceva freddo, erano venuti lì, non avevano l’euro e così gliel’ho dato io, ma l’ho fatto davanti a tutti, mica di nascosto”.

Sul video arriva anche il commento del segretario del Pd di Napoli, Venanzio Carpentieri: “Credo si sia trattato di episodi da condannare senza mezzi termini ma isolati e che non hanno influito sulla regolarità complessiva del voto”.

Accoltella vicino di casa. Arrestata donna a Lamezia Terme

Accoltella coinquilino. Arrestata donna Lamezia TermeLAMEZIA TERME – Una donna di 41 anni avrebbe aggredito il coinquilino al culmine di una lite per futili motivi, colpendolo anche con alcune coltellate. Per questo motivo i carabinieri della Compagnia di Lamezia Terme hanno arrestato, a Falerna Scalo, Giovanna Fazio per lesioni gravissime.

I militari, dopo una telefonata al 112, sono intervenuti per una lite in un’abitazione. Sentendo gridare, i carabinieri sono entrati ed hanno trovato l’uomo riverso a terra in una pozza di sangue con evidenti segni di percosse e profonde ferite da taglio su più parti del corpo. Portato in ospedale è ricoverato in prognosi riservata. Alla donna, Giovanna Fazio, sono stati concessi i domiciliari. Oscuri al momento i motivi della lite che hanno causato la quasi la tragedia.

‘Ndrangheta in Svizzera, 12 arresti nella “Locale di Frauenfeld”

'Ndrangheta in Svizzera, 12 arresti nella "Locale di Frauenfeld" La Polizia Cantonale Svizzera, su ordine del locale Ufficio Federale di Giustizia, ha arrestato 12 presunti appartenenti alla ‘ndrangheta, accusati di associazione di tipo mafioso. Si tratta, in particolare, di soggetti già destinatari di decreto di fermo emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 18 affiliati alla ‘ndrangheta nell’ambito dell’operazione denominata “Helvetia”, condotta Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, di cui già 2 catturati dagli stessi militari il 22 agosto 2014.

Tutti gli indagati sono tutti ritenuti componenti dell’articolazione territoriale denominata “Società di Frauenfeld (Svizzera)” – dipendente dal “Crimine di Polsi” con collegamenti alla “Società di Rosarno” ed alla “Locale di Fabrizia (Vibo Valentia)” – presunti responsabili di associazione di tipo mafioso, aggravata dalla transnazionalità in quanto commesso in Italia e Svizzera da un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività criminali in più di uno stato.

Le indagini – spiegano gli inquirenti – avviate dai Carabinieri di Reggio Calabria nel gennaio del 2012, hanno consentito di confermare l’esistenza e l’operatività – già dagli anni Settanta – della “Locale” di Frauenfeld, al cui vertice vi sarebbe Antonio Nesci, e di individuarne gli associati, i ruoli e le cariche e soprattutto di verificarne la dipendenza al “Crimine” calabrese, per il tramite di Giuseppe Antonio Primerano, la cui figura era stata riconosciuta sia in Calabria, ove era “accreditato” presso il “Crimine” sia all’estero, in Germania e in Svizzera.

Secondo la Dda, significativa della funzione baricentrica di Primerano erano poi i contatti pregressi, già registrati durante l’attività d’indagine conosciuta come “Il Crimine” dalle quali emergeva il ruolo apicale di Primerano e la sua influenza nella risoluzione delle controversie criminali, anche internazionali; proprio Giuseppe Antonio Primerano si rivelava personaggio cui Antonio Nesci doveva far riferimento per ottenere l’autorizzazione ad estendere il dominio territoriale oltre che in Svizzera anche in altre località tra cui Singen – comune tedesco del Baden – Wuttemberg.

Primerano, nel luglio 2013 è stato condannato alla pena di 13 anni di reclusione poiché ritenuto colpevole del delitto di associazione di tipo mafioso proprio a seguito dell’operazione “Il Crimine” venendo valutate a suo carico innanzitutto la posizione direttiva rivestita in seno all’organizzazione, la sua frequentazione con Domenico Oppedisano classe 1930, con il quale si intratteneva durante il summit di Polsi nonché il ruolo ricoperto in seno alla compagine di appartenenza che lo rendeva – come detto – diretto referente anche delle locali radicate in Germania.

Antonio Nesci il 23 ottobre 2015 è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Reggio Calabria alla pena di 14 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, mentre la pena comminata a Raffaele Albanese è di 12 anni di reclusione.

L’analisi complessiva delle risultanze investigative ha consentito per la prima volta in assoluto, di apprendere dettagli e caratteristiche del contesto criminale elvetico con riguardo alla struttura di ‘ndrangheta in quel territorio. Il dato essenziale appurato – sino ad ora inedito – riguarda la piena operatività da circa 40 anni dell’articolazione di ‘ndrangheta insediata in territorio elvetico ed in particolare nella città svizzera di Frauenfeld (“… la nostra società è formata da 40 anni …”) con la piena e diretta rispondenza alla terra d’origine degli affiliati (“… Gli ho detto…gli ho detto che il “locale” è da 40 anni che “risponde” a Fabrizia …”).

Le investigazioni dei Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria si sono avvalse del contributo dell’Ufficio Federale di Polizia della Confederazione Svizzera, in relazione alle attività svolte in territorio elvetico, per l’utilizzo delle quali, il 17 aprile 2013, veniva siglato a Milano, presso gli uffici del Comando Provinciale Carabinieri, un “accordo su indagini collegate tra il Ministero Pubblico della Confederazione Svizzera – Divisione Protezione dello Stato – Reati Speciali e Criminalità Organizzata e la Procura della Repubblica Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria”.

In ordine agli odierni provvedimenti restrittivi eseguiti in Svizzera, l’Ufficio federale di giustizia (Ufg) ha ordinato gli arresti sulla base delle richieste d’estradizione presentate dalle autorità italiane, da cui risulta che gli indagati, domiciliati in maggioranza nel Canton Turgovia, siano indiziati di appartenere alla “locale” di Frauenfeld della ‘ndrangheta. Sulla scorta delle risultanze investigative assunte, l’Ufg è giunto alla conclusione che i fatti esposti nelle richieste siano punibili a priori anche in Svizzera secondo l’articolo 260ter CP (organizzazione criminale) e che quindi è adempiuta la condizione d’estradizione della doppia punibilità. Per quanto riguarda la procedura di estradizione, in linea di massima, il procedimento del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) per lo stesso reato avrebbe la precedenza rispetto ad un’estradizione.

Tuttavia la legge sull’assistenza internazionale in materia penale consente – tra l’altro per motivi di economia processuale – di derogare a tale regola e di autorizzare l’estradizione in determinati casi. I reati perseguiti in Svizzera si sono rivelati rientrare nel quadro di indagini più ampie condotte dalle autorità italiane. Anche in ragione delle due richiamate condanne comminate a carico di Nesci ed Albanese, il MPC ha pertanto invitato l’Ufg a privilegiare l’estradizione.

Martedì, su ordine dell’Ufficio elvetico, le autorità svizzere sentiranno le persone arrestate per conoscerne il parere in merito alle richieste d’estradizione. Il consenso all’estradizione immediata comporterà la procedura semplificata: l’Ufg potrà autorizzare senza indugio l’estradizione all’Italia e disporne l’esecuzione. Se invece l’interessato si dovesse opporre all’estradizione, l’Ufg deciderà in merito, fondandosi sulla richiesta italiana e il parere dell’estradando. Contro la decisione di estradizione dell’Ufg è possibile ricorrere al Tribunale penale federale, la cui decisione è impugnabile dinanzi al Tribunale federale soltanto in casi particolari – segnatamente se sussistono indizi di gravi vizi procedurali all’estero.
Oltre agli arrestati sono stati convocati per un interrogatorio altri due indagati. Essendo questi ultimi naturalizzati, non è stato possibile arrestarli in attesa di estradizione. In quanto cittadini svizzeri non possono infatti essere estradati in Italia senza il loro consenso.

Gli arrestati sono:
Rocco Antonio Cirillo, nato a Fabrizia (Vibo Valentia) il 09.01.1955; Giovanni Demasi, nato a Fabrizia (Vv) il 07.04.1977; Nazareno Salvatore Demasi, nato a Fabrizia (Vv) il 19.09.1963; Antonio Salvatore Greco, nato a Fabrizia (Vv) il 21.11.1942; Sandro Iacopetta, nato a Frauenfeld il 25.05.1978; Cosimo Laporta, nato a San Marzano il 25.04.1959: Francesco Lombardo, nato a Frauenfeld il 27.09.1972; Cosimo Montagnese, nato a Fabrizia (Vv) il 22.05.1955; Raffaele Monteleone, nato a Fabrizia (Vv) il 10.07.1962; Brunello Nesci, nato a Fabrizia (Vv) il 29.04.1966; Giulio Nesci, nato a Fabrizia (Vv) il 09.12.1967; Angelo Rullo, nato a Fabrizia (Vv) il 06.01.1959;

Sempre questa mattina, investigatori del Servizio Centrale Operativo e delle Squadre Mobili di Torino e Verbania, coadiuvati dal Servizio per la Cooperazione internazionale, hanno operato in territorio elvetico, procedendo alla localizzazione e cattura di Antonio Nucera, detto “Ntonaci”, di anni 60, e Francesco Nucera, di anni 34, ritenuti esponenti di vertice della omonima cosca di Condofuri (Reggio Calabria), latitanti dal 2013 ed indagati per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza illecita dalla Dda di Reggio Calabria, poi condannati in primo grado all’esito del giudizio abbreviato per il reato di associazione per delinquere ex art. 416 bis.

Nel corso dell’operazione, condotta insieme agli organismi della Polizia Federale svizzera e a quella cantonale dell’Oberwallis (Canton Vallese), sono state effettuate anche diverse perquisizioni nelle località elvetiche di Visp, Stalden e Saas-Grund, presso immobili riferibili al sodalizio indagato ovvero ai presunti favoreggiatori dei latitanti. L’inchiesta – coordinata dalla Dda di Reggio Calabria – è stata condotta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta reggina nell’Alto Piemonte, con ramificazioni in territorio svizzero.

In tale contesto, è stata accertata la presenza dei latitanti in argomento, appartenenti alla criminalità organizzata calabrese, operante nel Canton Vallese della Confederazione elvetica. La presenza dei Nucera in Svizzera è stata riscontrata grazie ad attività investigative congiunte, sviluppate nell’ambito di attività rogatoriali promosse dall’autorità giudiziaria reggina, d’intesa con la Procura Federale e il Ministero della Giustizia elvetico.

Lamezia Terme, beni per 11 milioni sequestrati a imprenditore

Guardia di FinanzaLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Quattro lussuose ville, un complesso alberghiero, due gioiellerie, un ristorante, 7 fabbricati, 13 appezzamenti di terreno, 13 aziende operanti, tra l’altro, nel settore immobiliare e dell’edilizia, auto anche di lusso e disponibilità finanziarie: sono i beni, per un valore di 11 milioni di euro, sequestrati dai finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme all’imprenditore Giuliano Caruso, ritenuto un presunto usuraio.

Alla base dell’operazione, secondo quanto riferito dal procuratore della Repubblica di Lamezia Domenico Prestinenzi, le indagini avrebbero evidenziato “una sproporzione abnorme tra i beni dichiarati e quelli posseduti”.

La Procura ha ravvisato “la sussistenza delle ipotesi di reato di usura ed esercizio abusivo del credito a danno di tre vittime le quali avrebbero corrisposto interessi variabili dal 51,58% al 93,31% annuo”. All’incontro hanno partecipato il comandante provinciale della Guardia di finanza Davide Rametta ed il comandante del Gruppo di Lamezia Fabio Bianco.

NOTIZIE DALLA CALABRIA

ITALIA E MONDO