15 Ottobre 2024

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Torna l’ora legale. Lancette in avanti e risparmi energetici

Torna ora legale. Lancette in avanti e risparmi energetici
Ora legale. Lancette in avanti dalle 2 alle 3

Alle 2 della scorsa notte le lancette degli orologi sono state portate un’ora avanti: dalle due alle tre. E’ tornata l’ora legale che durerà per i prossimi sette mesi. L’ora solare verrà ripristinata nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2016. L’ora di sonno recuperata stanotte la perderemo al passaggio di ottobre prossimo.

Per effetto dello spostamento delle lancette un’ora in avanti, Terna – la società che gestisce la rete elettrica nazionale – stima un minor consumo di energia elettrica pari a circa 580 milioni di kilowattora, quantitativo corrispondente al fabbisogno medio annuo di oltre 200 mila famiglie.

Considerando che un kilowattora costa in media al cliente finale circa 16,32 centesimi di euro al netto delle imposte – si legge nella nota di Terna -, la stima del risparmio economico per il sistema relativo al minor consumo elettrico nel periodo di ora legale per il 2016 è pari a 94,5 milioni di euro.

Con l’ora legale si dormirà un’ora in più e tarderà l’ora del tramonto, oltre che per il risparmio energetico è un vantaggio per i bambini che potranno giocare nei parchi fino alle 20 di sera.

Tentano rapina a Spendidi e Splendenti a Rosarno. Presi. VIDEO

Tentano rapina a Spendidi e Splendenti a Rosarno. Presi
Da sinistra Antonio Furuli e Salvatore Pisano

I Carabinieri della Tenenza di Rosarno hanno arrestato per tentata rapina il pomeriggio del 24 marzo scorso Antonio Furuli, di 39 anni e Salvatore Pisano di 29.

I militari in servizio di controllo del territorio, nel transitare per la centralissima via Regina Elena, strada che conduce alla Piazza Valarioti, hanno notato due soggetti col volto travisato da passamontagna mentre stavano facendo irruzione all’interno del noto esercizio commerciale “Splendidi & Splendenti”, per commettere l’ennesima rapina in danno di quell’attività.

I militari sono scesi dall’automezzo di servizio e hanno bloccato con tempestività – sull’uscio dell’esercizio commerciale – i malviventi che nel frattempo, accorti della presenza dei Carabinieri, hanno di sfilarsi il passamontagna e darsi alla fuga.

I due soggetti, immobilizzati dai militari, venivano immediatamente ammanettati e tradotti presso la vicina Tenenza. Nel frattempo sopraggiungevano, allertate dalla Centrale Operativa di Gioia Tauro, altre pattuglie sul luogo dell’arresto, dove i militari riuscivano a recuperare un paio di guanti e un ulteriore copricapo utilizzati dai presunti rapinatori che sono stati appunto identificat in Antonio Furuli, nato a Taurianova (Reggio Calabria) nel 1977, residente a Rosarno, disoccupato, pluripregiudicato, anche per reati specifici, ritenuto dagli inquirenti organico alla famiglia di ‘ndrangheta dei Bellocco, egemone nella municipalità di Rosarno; e Salvatore Pisano, nato a Polistena il 1987, residente a Rosarno, disoccupato, pregiudicato, anche per reati specifici.

VIDEO DELLA TENTATA RAPINA

Ad esito di giudizio con rito direttissimo, il Tribunale di Palmi ha convalidato gli arresti operati dai Carabinieri e ha disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere.

L’intensificazione dei servizi esterni di controllo del territorio, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati in concomitanza con l’attuale periodo di festività ha, così, sortito – nell’immediato – gli effetti auspicati, anche grazie alla prontezza operativa dei militari della Tenenza di Rosarno..

L’esercizio “Splendidi & Splendenti” di via Regina Elena nell’ultimo anno era stato vittima di ben 5 rapine: risale all’aprile scorso (25 aprile 2015) l’ultima operazione dei Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro – denominata “Gatta nel Sacco” – con la quale erano tratti in arresto, ad esito di laboriosa attività d’indagine, mandanti ed esecutori di alcuni di queste efferate rapine.

Torino, capannone-discarica. Sequestro di 200 tonnellate di rifiuti

Torino, capannone-discarica. Sequestro di 200 tonnellate di rifiuti
I carabinieri del Noe basiti davanti all’incredibile quantità di rifiuti. Una discarica al “chiuso”

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Torino, nell’ambito di una serie di verifiche in materia ambientale presso aziende attive nel trattamento dei rifiuti per il successivo smaltimento – coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino – hanno proceduto, nel quartiere Vallette di Torino, al sequestro di un capannone di 1700 mq contenente oltre 200 tonnellate di rifiuti di diversa provenienza.

I militari al loro ingresso nella struttura si sono trovati di fronte ad una enorme quantità di rifiuti, stipati all’inverosimile nel capannone fino a raggiungerne il tetto e le grate di contenimento. Un esame più analitico di questa strabordante massa, svolta con l’ausilio di personale tecnico dell’Arpa Piemonte, ha permesso di appurare la presenza di macerie, plastica, raee, stracci, parti di autovetture, mobilio, filtri olio, lane minerali e altri materiali isolanti oltre a numerosi big-bag contenenti rifiuti classificati come pericolosi.

L’attività di indagine immediatamente svolta e l’esame della lacunosa documentazione fornita, ha permesso ai Carabinieri del NOE di ricostruire l’origine di questa vera e propria discarica abusiva: in sostanza la ditta torinese, proprietaria del capannone, ha ricevuto nel tempo diverse tipologie di rifiuti anche pericolosi, con l’impegno di trattarli per poi smaltirli in discariche autorizzate, ma di fatto si è limitata semplicemente ad ammassarli all’interno dell’edificio e nell’area circostante senza effettuare alcuna operazione se non quella di comprimerli all’inverosimile con grave rischio per l’ambiente.

Per questi motivi il titolare della ditta di trattamento dei rifiuti, un 60enne torinese, è stato denunciato per i reati di “gestione illecita di rifiuti” e “attività di gestione dei rifiuti in violazione delle prescrizioni in autorizzazione” e l’area è stata sequestrata al fine di imporre allo stesso le operazioni per un regolare smaltimento.

Disastroso l’embargo alla Russia. In Italia perdite per 3,6 miliardi

Disastroso l'embargo alla Russia. In Italia perdite per 3,6 miliardiE’ totalmente disastroso per l’economia italiana l’embargo alla Russia. A seguito della crisi politico-militare con Ucraina e Crimea, le sanzioni economiche introdotte nel 2014 dall’Unione europea (e Usa) nei confronti della Russia e le conseguenti reazioni di Mosca sono costate al nostro Made in Italy 3,6 miliardi di euro. (-34 per cento). A denunciarlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre.

Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni) sono le regioni che con l’introduzione del blocco alle vendite hanno subito gli effetti negativi più pesanti: oltre il 72 per cento del totale del calo dell’export verso la Russia ha interessato questi tre territori, osserva l’istituto.

Dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 sono ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (-648,3 milioni di euro), l’abbigliamento (-539,2 milioni di euro), gli autoveicoli (-399,1 milioni di euro), le calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro), i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni) sono stati i settori dove i volumi di affari in termini assoluti hanno registrato le contrazioni più importanti.

“Anche alla luce degli attacchi terroristici avvenuti nei giorni scorsi a Bruxelles – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – è giunto il momento che l’Unione europea riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geo-politiche sono completamente cambiate.

Per ripristinare la pace nell’area mediorentale e per combattere le frange terroristiche presenti in Europa, la Russia è un alleato strategico indispensabile per il mondo occidentale. Proseguire con le misure restrittive nei confronti della Russia che, ricordo, scadranno il prossimo mese di luglio, sarebbe poco oculato e controproducente”.

Il quadro tracciato dall’istituto riguarda solo l’Italia. Ma l’embargo voluto dall’Unione europea su input di Whashington ha messo in ginocchio diverse economie europee con perdite di svariate decine di miliardi di euro l’anno.

Attentati Bruxelles, l’uomo col cappello è Faysal Cheffou

Attentati Bruxelles, l'uomo col cappello è Faysal Cheffou
Gli attentatori Bruxelles

E’ stato identificato l’uomo che portava il cappello nero ripreso nel fotogramma del circuito di sorveglianza all’aeroporto Zaventem di Bruxelles. Il suo nome è Faysal Cheffou, il misterioso terzo uomo del commando della strage. Cheffou è un giornalista free lance già segnalato per aver fatto in passato “propaganda filo islamica”. In aeroporto avrebbe abbandonato la valigia con l’esplosivo.

Faysal Cheffou è stato fermato giovedì sera e il suo arresto è stato convalidato ieri dopo un lungo interrogatorio. E’ stato identificato grazie alla testimonianza chiave del tassista che martedì aveva accompagnato il commando a Zaventem.

E’ stata intanto confermata la morte dell’italiana Patricia Rizzo, uccisa nella deflagrazione dell’attentato alla stazione della metropolitana di Maelbeek. I genitori avevano sperato fino alla fine che potesse essere in vita, ma l’esame Dna ha confermato che si tratta della nostra connazionale. Patricia Rizzo è la seconda vittima italiana negli attentati jihadisti. La prima era Valeria Solesin, trucidata al Bataclan di Parigi lo scorso 23 novembre.

Avvolta nel mistero la vicenda accaduta a Charleroi, dove è stata uccisa una guardia della centrale nucleare, e gli è stato rubato il badge di accesso. Nel suo discorso settimanale il presidente Obama assicura: “Noi difendiamo gli amici”. C’è stato un falso allarme bomba nel quartiere di Bascule, a Bruxelles: fatto brillare uno zaino. Mariah Carey annulla il concerto previsto nella capitale belga per timori sulla sicurezza. Infine l’aeroporto Zaventem non riaprirà prima di martedì. Lo scalo è chiuso ai passeggeri dallo scorso martedì, giorno dei tragici attentati

E' Faysal Cheffou l'uomo misterioso col cappello all'aeroporto di Zaventem. Un free lance islamico
E’ Faysal Cheffou l’uomo misterioso col cappello all’aeroporto di Zaventem. Un free lance islamico

Prima Parigi, poi Bruxelles. Stessa cellula terroristica, Stesso obiettivo: fare più morti possibili. Più passano le ore e meglio si definisce una trama del terrore unica, che dal Belgio si estende alla Francia, ma che presto potrebbe arrivare al capitolo finale. Ne è convinto il presidente francese Francois Hollande: la cellula terroristica che ha colpito negli attentati di Parigi e Bruxelles sta per essere “annientata”, anche se potrebbero essercene altre.

Poco importa, forse, che Salah Abdeslam abbia deciso di chiudersi nel silenzio dopo gli attentati di martedì e dopo aver inizialmente collaborato. Le indagini nelle due capitali proseguono, si intrecciano, e continuano a dare frutti. Lo dicono gli arresti delle ultime 24 ore. Ad Argenteuil, nella banlieue parigina, è stato sventato un piano “in fase avanzata” e fermato il suo ideatore, legato a quell’Abbaoud che era la “mente” del 13 novembre, come confermato durante l’interrogatorio di Salah.

A Bruxelles, invece, sono stati arrestati sei sospetti in diversi raid, di cui uno a Schaerbeek durato diverse ore. L’uomo ferito e fermato ieri dalla polizia belga a una fermata del tram di Schaerbeek, a Bruxelles, aveva una sacca contenente “elementi esplosivi”, secondo una notizia rilanciata in serata da vari media belgi, che citano fonti della polizia. Nei filmati che hanno fatto il giro del mondo, l’uomo, disteso a terra su un fianco sulla piattaforma della fermata del tram, tiene con la mano sinistra uno zainetto grigio che penzola dal cordolo della piattaforma. Disteso a terra per la ferita alla gamba, viene avvicinato da un robot sminatore.

Sesto San Giovanni, preso rapinatore seriale a studenti

Sesto San Giovanni, preso rapinatore seriale a studentiSESTO SAN GIOVANNI – Sarebbe il presunto autore seriale di diverse rapine ai danni di studenti. Dopo indagini, nella rete dei carabinieri è finito un palermitano di 33 anni che gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dove sarebbe detenuto per altre cause.

Il modus operandi era ormai collaudato. All’uscita dalle scuole, al termine delle lezioni, il 33enne adocchiava i ragazzi che rincasavano da soli, a piedi. A viso scoperto, li avvicinava con la scusa di una sigaretta e, fatta scattare la lama da 8 cm. del coltello a serramanico, si faceva consegnare il telefono e il contante, comprese le monetine.

Palermitano dell’83 residente a Milano, dopo essere stato bloccato dai Carabinieri della Compagnia di Sesto San Giovanni lo scorso 16 gennaio, in via Nazario Sauro, zona “Rondinella” mentre portava a segno la terza rapina della giornata, è stato dagli inquirenti riconosciuto responsabile di altri 7 episodi analoghi, perpetrati tra il novembre del 2015 ed il gennaio di quest’anno, tutti ai danni di studenti.

A tradirlo è stato un vistoso tatuaggio sul volto, che ha permesso di risalire al malvivente con assoluta certezza.
Concluse le attività d’indagine, i militari dell’Arma hanno provveduto a notificargli, presso il carcere di Bergamo, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza.

Omicidio in Francia. Arrestato 22enne a Montalto Uffugo

Omicidio in Francia. Arrestato 22enne Ben Messai Rachid a Montalto Uffugo
Nel riquadro Ben Messai Rachid

Un giovane algerino di 22 anni presente in Italia, è ritenuto dalle autorità francesi il presunto autore di un omicidio commesso in Francia. Così è stato spiccato un mandato di cattura internazionale. Il ragazzo, Ben Messai Rachid, è stato arrestato in Calabria a Montalto Uffugo (Cosenza), nella serata del 25 marzo dai Carabinieri della locale stazione.

Ben Messai Rachid, celibe, disoccupato, è residente Clemenceaux (Besancon – Francia), ma dimora a Montalto Uffugo, alle porte della città bruzia. Il mandato di arresto europeo, è stato emesso il 22 marzo scorso dal tribunale di Besancon (Francia). L’accusa è pesante: omicidio.

La stazione di Montalto Uffugo è stata contattata dalla “Direzione centrale della polizia criminale – servizio per la Cooperazione internazione di polizia”, per svolgere accertamenti sulla localizzazione di Ben Messai Rachid per l’arresto internazionale ai fini estradizionali. I militari della stazione lo hanno individuato presso l’abitazione di un parente. Il giovane accusato di omicidioè stato ammanettato e condotto presso il carcere di Cosenza. La procedura per l’estradizione di Rachid è stata avviata.

Meteo a Pasqua e Pasquetta. Piogge a Nord, sole al Sud

Meteo a Pasqua e Pasquetta. Piogge a Nord, sole al SudE’ primavera pazza in questo fine settimana pasquale. Sarà un weekend dai due volti: si passerà dal sole alla grandine nel giro di poche ore. Ecco, nel dettaglio, le previsioni degli esperti del sito il meteo.it

PASQUA – Anche se sarà una Pasqua più stabile e mite rispetto agli ultimi aggiornamenti, dal pomeriggio di domenica il tempo tende a peggiorare a partire dal Piemonte e dalla Liguria, con piogge via via più moderate su Piemonte orientale e Lombardia; in serata piogge deboli in arrivo al Nordest e sulle regioni centrali, segnatamente su Toscana e Lazio.

Molte nubi ma niente pioggia sul versante adriatico, soleggiato invece al Sud. Giornata, quindi, dai due volti, con clima piovoso e grigio al Centro-Nord, più asciutto e senza piogge al Sud.

PASQUETTA – Lunedì il tempo tende a migliorare al Nordovest, dopo il debole peggioramento pasquale, con molte nubi tra Liguria e Piemonte ma senza piogge; situazione più dinamica al Nordest, con piogge di debole entità fin dalle prime ore del giorno, in attenuazione dal pomeriggio.

Sulle regioni centrali piogge sparse in mattinata su Toscana,Lazio, Abruzzo, Marche, specie nell’entroterra e sui rilievi; quota neve sopra i 1600 metri in Appennino.

Al Sud – spiegano gli esperti – avremo condizioni di cielo poco nuvoloso, con possibili piogge maggiormente probabili nel corso delle ore pomeridiane sui rilievi Campani e Calabresi in un contesto più asciutto sulla costa; soleggiato altrove, ovunque avremo temperature miti con massime intorno ai 22 gradi.

Il tempo instabile del week end non fermerà comunque le uscite fuori porta. Italiani in fuga dalle città e traffico in aumento sulle maggiori arterie italiane, dal nord al sud. Per Pasqua è previsto il tradizionale pranzo tra amici e parenti sia in casa che in ristoranti e agriturismo.

Vista l’instabilità meteo, l’idea prevalente è quella di “rifugiarsi” nei locali per passare la Pasquetta all’asciutto. Ma in molti casi non è detto che piova. Molte sono le prenotazioni negli alberghi delle località turistiche sia al mare che in montagna. Ma c’è chi si prepara, soprattutto al sud, a fare il tradizionale pic nic all’aperto sfidando possibili pioggerelle di passaggio. Il clima prevede temperature massime di 22 gradi.

Pasqua a Cosenza. Polizia di Stato impegnata nei controlli

Pasqua a Cosenza. Polizia impegnata nei controlliCon l’arrivo delle festività pasquali e la chiusura delle scuole, le piazze e i locali della città si riempiono di ragazzi e la Polizia di Stato si impegna con servizi straordinari per garantire e tutelare la sicurezza dei più giovani nella movida cittadina.

In particolare nelle trascorse serata e nottata, il personale della Squadra Volante e del Nucleo Prevenzione Crimine della Questura di Cosenza ha effettuato numerosi controlli nelle piazze e nei centri della città dove si svolge la vita notturna dei giovani cosentini. Sono stati identificati circa 60 ragazzi, alcuni dei quali con precedenti penali e sono state elevate sanzioni per inosservanza del Codice della Strada nei pressi dei locali notturni.

In tarda serata sono stati inoltre effettuati dei posti di controllo nelle zone interessate per assicurare che i ragazzi tornino alle proprie case in piena sicurezza. Tali servizi verranno ripetuti al fine di garantire l’incolumità di chi vive la movida cosentina e nello stesso tempo per eliminare e contenere i disagi che possono provocarsi agli abitanti delle zone coinvolte.

Nel corso della nottata i controlli della Polizia di Stato sono stati estesi anche ai sottoposti agli obblighi di legge (sorvegliati speciali e arresti domiciliari). Nell’ambito di tale attività sono stati sequestrati circa 10 grammi di sostanza stupefacente del tipo cocaina trovata in possesso di N.K., sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno, il quale è stato denunciato, in stato di libertà, per inosservanza degli obblighi di legge e detenzione di sostanze stupefacenti.

Incidente Minibus Tir: 12 morti a Montbeugny, in Francia

L'incidente avvenuto su una strada a Montbeugny, Francia. Morti 12 portoghesi
L’incidente avvenuto su una strada a Montbeugny, Francia. Morti 12 portoghesi

MONTBEUGNY – E’ di 12 morti il drammatico bilancio di un incidente in Francia dove nella notte un “minibus” (un furgone bianco cabinato) si è schiantato contro un camion.

I passeggeri del mezzo sono morti tutti. Il veicolo proveniva dalla Svizzera ed era diretto in Portogallo. Le vittime erano tutti portoghesi che tornavano nel loro Paese per la Pasqua, mentre i due autisti del camion, entrambi italiani, sono rimasti feriti, ma non sarebbero in pericolo di vita.

L’incidente è avvenuto poco prima della mezzanotte nel comune di Montbeugny, vicino la città di Moulins, nell’Allier lungo la strada statale 79, una strada secondaria ritenuta molto pericolosa.

Per cause ancora da chiarire, il pullmino sarebbe finito fuori strada e ha colpito il camion che proveniva dalla direzione opposta: l’impatto frontale è stato “violentissimo”, hanno riferito le autorità francesi.

Il test per la misurazione alcolemica dell’uomo al volante del minibus è risultato negativo. La strada su cui è avvenuto l’incidente – la statale 79, parte del famoso RCEA (Route Centre Europe Atlantique, che attraversa la Francia da est a ovest) è considerata molto pericolosa.

La strada è “piuttosto monotona, il limite di velocità è di 90km orari”, è stato riferito. “Ci sono quelli impazienti, ma anche quelli che corrono. Gli incidenti sulla strada non sono rari e spesso si tratta di camion che travolgono automobili e incidenti che causano diversi feriti”. Le autorità francesi hanno istituito un numero verde per i parenti delle vittime portoghesi.

Furto e estorsione a Montalto Uffugo. Un arresto dei carabinieri

Luigi Dodaro
Luigi Dodaro

MONTALTO UFFUGO – I carabinieri della stazione di Lattarico (Cosenza), hanno arrestato Luigi Dodaro, classe 1972, pregiudicato, già sorvegliato speciale, in ottemperanza ad un ordine di esecuzione pena del 22 marzo 2016 emesso dal tribunale ordinario di Cosenza – Ufficio esecuzioni penali, sottoponendolo agli arresti domiciliari, dovendo espiare 10 mesi e 21 giorni per furto aggravato di auto, commesso l’8 novembre 2011 a Montalto Uffugo (Cosenza).

A carico dell’uomo c’è anche una estorsione di 1.500 euro, commessa il 9 novembre 11 sempre a Montalto Uffugo, ai danni di abitante a Lattarico col metodo del cavallo di ritorno per riottenere una Ford Fiesta, oggetto del predetto furto, avvenuto nei pressi della chiesa di Taverna di Montalto.

In data 9 novembre 2011 a Montalto Uffugo, i militari della stazione di Montalto Uffugo avevano arrestato Luigi Dodaro e Giuseppe Rocca, classe ‘64,  di Licata ma residente a San Vincenzo La Costa per la predetta estorsione.

Intrecci con la mafia, sequestro beni per 15 milioni a Catania

a Alfio Maria Aiello ed Pasquale OlivaCATANIA – I Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Catania, su richiesta della locale Dda, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di beni mobili ed immobili nonché rapporti bancari direttamente e indirettamente riconducibili ad Alfio Maria Aiello ed Pasquale Oliva. Il valore stimato dei beni posti a sequestro preventivo è di 15 milioni di euro.

Il provvedimento – spiega la Dda che ha coordinato le indagini – trova il suo fondamento nelle risultanze emerse negli ambiti delle investigazioni denominate “Iblis” e “Caronte”, le quali hanno consentito, negli ultimi anni, di disarticolare importanti componenti di cosa nostra operanti a Catania e provincia e riconducibili alla famiglia Santapaola – Ercolano, tra i quali emergono gli stessi Alfio Maria Aiello ed Pasquale Oliva.

Alfio Maria Aiello, condannato in primo grado dal Tribunale di Catania nell’ambito del processo Iblis alla pena di 12 anni e 4 mesi di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e per intestazione fittizia di quote societarie e di immobili, condanna poi confermata in appello, è da ultimo stato tratto in arresto nell’ambito dell’indagine Caronte perché accusato di essersi adoperato, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, unitamente al fratello Vincenzo Maria Aiello e ad Vincenzo Enrico Augusto Ercolano, anch’essi destinatari del medesimo provvedimento cautelare, ad intestare fittiziamente le quote della “Società Servizi Autostrade del Mare” a soggetti terzi.

Il medesimo contesto investigativo Iblis è inoltre alla base del provvedimento eseguito oggi nei confronti di Pasquale Oliva, le cui risultanze, corroborate dalle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia (Ignazio Barbagallo, Santo La Causa, Umberto Di Fazio, Giuseppe Mirabile e Paolo Mirabile), hanno consentito di delinearne il suo ruolo apicale nell’organizzazione mafiosa cosa nostra etnea e, specificatamente, nell’articolazione territoriale di Ramacca.

In considerazione di tali risultanze egli veniva condannato dal Tribunale di Catania – Quarta Sezione Penale – alla pena di anni 18 di reclusione per i reati di partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata.

False assunzioni e truffa all’Inps. Sequestro di oltre 1,1 milioni

False assunzioni e truffa a Inps. Sequestro di oltre 1,1 milioni NAPOLI – Un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare di 1.117.598 euro , è stato emesso dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della locale procura, nei confronti di tre indagati per associazione per delinquere, truffa aggravata in danno degli enti previdenziali, reati finanziari ed impiego di denaro di provenienza illecita.

Il sequestro ha riguardato, in particolare, le quote di partecipazione di 5 società coinvolte a vario titolo nel contesto associativo, 20 conti correnti e libretti postali nonché svariati beni mobili nella piena disponibilità degli indagati.

Le indagini – spiega la procura guidata da Francesco Greco – hanno consentito di ricostruire il programma criminoso e i numerosi reati fine, tra cui centinaia di truffe, attuati da un’articolata associazione il cui scopo era di ideare e realizzare sofisticati meccanismi fraudolenti e, in particolare, truffe ai danni dell’Inps, mediante la simulazione di centinaia di assunzioni e licenziamenti di manodopera fittizia con successive indebite compensazioni con crediti inesistenti e, quindi, reimpiego di denaro di illecita provenienza in attività economiche.

Secondo gli esiti investigativi è emersa la simulazione di oltre 113 rapporti di lavoro nel settore edile Le aziende coinvolte – con cantieri in Campania, Umbria e Lazio – moltiplicavano le commesse ottenute, allo scopo di giustificare l’elevato numero di dipendenti strumentale alla perpetrazione della truffa.

Un ruolo di particolare spicco nell’associazione è stato ricoperto, secondo l’ipotesi accusatoria, da un 38enne di Frignano, gestore di fatto di tre società (aventi inesistenti sedi legali a Caserta, Villa di Briano e Frignano e intestate a prestanome) – che erano utilizzate per simulare assunzioni e licenziamenti di fittizi lavoratori al fine di creare artatamente l’apparenza dei presupposti necessari per l’erogazione di prestazioni previdenziali e assistenziali, indebitamente percepite dai richiedenti.

E’ stato inoltre accertato che all’Inps – che ha partecipato agli accertamenti con propri funzionari della sede di Caserta – è stato arrecato un danno patrimoniale quantificabile in 642.135,48 euro per prestazioni indebitamente percepite.

Ad eseguire il mandato della procura di Napoli Nord, sono stati i Carabinieri del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Napoli (Nucleo di Caserta e Nucleo Operativo di Napoli) – con l’ausilio dei reparti territoriali dell’Arma delle province di Caserta, Napoli e Arezzo.

Attentati Bruxelles, procuratore: “Arrestate 6 persone”

Khalid el Bakraoui, Ibrahim el Bakraoui, Najim Laachhroui gli attentatori di Bruxelles
Da sinistra Khalid el Bakraoui, Ibrahim el Bakraoui, Najim Laachhroui gli attentatori di Bruxelles

Il procuratore belga ha reso noto che sei persone sono arrestate giovedì sera nell’ambito dell’inchiesta sugli attacchi alla metropolitana e all’aeroporto di Bruxelles di martedì.

Tre persone sono state arrestate “davanti alla procura”, che si trova in pieno centro a Bruxelles a fianco del palazzo di giustizia, ha detto un portavoce della procura Eric Van Der Sypt, secondo quanto riferisce Le Soir. Altre due sono stati fermate sul territorio di Bruxelles e una persone a Jette.

La procura ha aggiunto che domani si deciderà se formalizzare gli arresti. Perquisizioni sono state effettuate anche a Schaerbeek, il quartiere dove c’era il covo degli attentatori, ma non è stato effettuato alcun fermo.

Non è chiaro se tra i fermati ci sia l’uomo che era stato ritratto con il cappello insieme ai fratelli Khalid e Ibrahim el Bakraoui.

Intanto “due anni fa, esattamente il 18 marzo 2014, la magistratura belga firmò un mandato di arresto contro Najim Laachhroui, uno degli uomini che si è fatto esplodere all’aeroporto di Zaventem”. Lo rivela il Corriere della Sera con un articolo a firma Fiorenza Sarzanini. “L’artificiere della cellula che ha colpito a Parigi e a Bruxelles, il terrorista che ha confezionato le cinture esplosive utilizzate per compiere le stragi nelle capitali di Francia e Belgio, era dunque conosciuto alle autorità del suo Paese”.

Secondo il Corriere.it “Gli investigatori sapevano che faceva parte di un gruppo fondamentalista, addirittura che era un organizzatore dei viaggi per la Siria, ma anche per chi voleva rientrare in patria. Esattamente come aveva fatto lui. Un foreign fighter che si muoveva con altri giovani della sua età. E che era stato reclutato da due fratelli, personaggi chiave di un’organizzazione ancora attiva…”.

Regeni, l’Egitto: “Uccisa banda che ammazzò studente”

Giulio Regeni
Giulio Regeni

IL CAIRO – “Gli apparati di sicurezza hanno concluso le indagini e informato la parte italiana dei risultati. Il ministero ringrazia la parte italiana per la sua piena cooperazione nella fase precedente che ha contribuito ad ottenere a questo risultato”: lo si dichiara a conclusione del comunicato del ministero dell’Interno egiziano pubblicato ieri sera dall’agenzia Mena sulla banda di sequestratori sgominata e sul rinvenimento dei documenti di Giulio Regeni in casa della sorella del capo della banda.

Egitto uccide banda rapinatori, “legata a morte Regeni” – Una banda specializzata in rapine e sequestri nei confronti di stranieri sgominata ieri al Cairo con la morte di cinque suoi componenti “è dietro all’uccisione dell’italiano Giulio Regeni” e in casa di familiari di un componente della banda è stato trovato il passaporto ed altri documenti del ricercatore friulano. La conferma del ministero dell’Interno egiziano di un collegamento tra la scoperta della banda, annunciata in mattinata, e la morte del giovane ricercatore italiano, arriva in serata dopo che per tutta la giornata c’erano state indiscrezioni di fonte giornalistica sul possibile ruolo della banda nel rapimento e nell’uccisione del ricercatore.

E’ stato il sito del quotidiano filogoverativo Al-Ahram, citando una fonte del ministero dell’Interno egiziano, a scrivere per primo che la banda “è dietro all’uccisione dell’italiano Giulio Regeni”. Subito dopo l’agenzia Mena diffonde un comunicato dello stesso ministero nel quale si precisa che “il passaporto di Giulio Regeni”, assieme ad altri suoi documenti, è stato rinvenuto in un appartamento abitato da familiari di un componente della banda. Il comunicato del ministero riferisce che “i servizi di sicurezza hanno trovato nell’appartamento un ‘handbag’ rosso sul quale è stampata la bandiera italiana e all’interno c’è un portadocumenti di colore marrone nel quale si trova il passaporto recante il nome di Giulio Regeni, nato nel 1988, il suo documento di riconoscimento (ID) dell’università americana con la sua foto sulla quale c’è scritto in lingua inglese ‘assistente ricercatore’, il suo documento di Cambridge, la sua carta” di credito “Visa e due telefoni portatili”.

I servizi di sicurezza “hanno trovato anche un portafogli femminile con la parola ‘love’ nel quale si trovano 5 mila sterline egiziane, un pezzetto di materiale scuro che potrebbero essere 15 grammi di cannabis, un orologio”. Nel comunicato del ministero dell’Interno egiziano si precisa che i documenti di Giulio Regeni sono stati trovati nella casa di una sorella di uno dei banditi uccisi. “La residenza, nel governatorato di Qalyubiyya” nel delta del Nilo, a nord del Cairo, “della sorella del principale accusato, che si chiama Rasha Saad Abdel Fatah, 34 anni, è stata presa di mira perché le indagini hanno dimostrato che lui andava da lei di tanto in tanto”, si legge nel comunicato. Questa mattina, in una nota, il ministero aveva precisato che le forze di sicurezza avevano ucciso alla periferia est del Cairo i componenti di una banda di criminali che, camuffati da poliziotti, “sequestravano” stranieri per derubarli.

“Al momento dell’arresto”, tentato nella zona della “New Cairo-5th Settlement”, c’è stato “uno scontro a fuoco e tutti i componenti della banda sono rimasti uccisi”. Almeno un paio di media egiziani, avevano parlato del sospetto di un legame con la tortura a morte di Giulio Regeni. In un primo tempo il ministero dell’Interno non aveva confermato, ma nemmeno smentito. “Non possiamo dire se sono responsabili della morte di Regeni o meno”, aveva detto all’ANSA una fonte ufficiale del ministero dell’Interno. Si è appreso inoltre che gli investigatori italiani in missione al Cairo sono stati informati dalla polizia egiziana sull’uccisione dei cinque malviventi. Secondo le fonti di El Tahrir, venivano attribuite loro più di 40 rapine e alla “caccia” sfociata nello scontro a fuoco hanno partecipato “forze speciali, formazioni da combattimento ed elementi della sicurezza nazionale”. Foto rimbalzate su internet hanno mostrato il minibus bianco con il parabrezza e muso crivellato da oltre 30 colpi e i corpi insanguinati di due uomini all’interno. (Ansa)

Evade ai domiciliari. Arrestato giovane a Crotone

Costinel Alin Ciocoi evade ai domiciliari. Arrestato giovane a Crotone
Nel riquadro Costinel Alin Ciocoi

CROTONE – Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Crotone guidato dal tenente Giovanni Carlo Porta ha arrestato nel pomeriggio di giovedì, per evasione, Costinel Alin Ciocoi, 23 anni, cittadino rumeno che attualmente dimora a Crotone, dove si dedica a lavori saltuari.

Il ragazzo si era allontanato senza autorizzazione dall’alloggio in cui si trovava agli arresti domiciliari, invocando poi con i Carabinieri problemi legati proprio alla possibilità di permanere in quella casa.

Ciocoi, che non annovera precedenti penali in Italia, si trovava recluso ai domiciliari in quanto colpito da mandato di arresto europeo spiccato nei suoi confronti da un tribunale della Romania per fatti risalenti ai primi giorni dell’agosto del 2010.

Secondo l’accusa Costinel Alin Ciocoi, in concorso con altri soggetti, si era reso responsabile di violazione di domicilio e di rapina perpetrati in un’abitazione locale, con l’appropriazione di denaro e preziosi.

Ne è scaturita una condanna a tre anni di reclusione, provvedimento per il quale l’autorità giudiziaria rumena ha emesso appunto un mandato di arresto e in esecuzione del quale i Carabinieri lo avevano arrestato il 27 febbraio scorso.

Nelle more della definizione della complessa procedura giudiziaria che si instaura in questi casi, il giovane, inizialmente associato alla casa circondariale di Crotone, era stato poi sottoposto ai “domiciliari”.

Stessa misura che è stata applicata dopo l’episodio di quest’oggi, d’intesa con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone (pm di turno Ivan Barlafante), davanti al quale dovrà rispondere del reato di evasione.

Picchiò pazienti. Preso e rinchiuso in clinica, evade. Arrestato

Picchiò pazienti. Preso e rinchiuso in clinica, evade. Arrestato per Evasione Un uomo di 56enne F.M., di Spezzano della Sila (Cocenza), è stato arrestato dai carabinieri della compagnia bruzia per evasione. La scorsa settimana l’uomo si era reso presunto responsabile di atti persecutori e minacce e posto agli arresti domiciliari presso una casa di cura di Mendicino. Il 56enne pur di fuggire, avrebbe aggredito due pazienti del medesimo reparto, sfondando la porta della struttura ed era evaso dalla struttura dileguandosi a piedi.

Le immediate ricerche dei Carabinieri della radiomobile di Cosenza allertati dal personale medico della casa di cura, hanno consentito di scovare, in località “Muoio Piccolo”, l’evaso mentre camminava a piedi vistosamente bagnato e sporco di fango. I militari lo hanno così dichiarato in stato di arresto.

Il provvedimento è stato convalidato nella giornata di giovedì e l’uomo è stato tradotto presso la locale casa circondariale. I due pazienti aggrediti, sono stati invece sottoposti alle cure mediche, riportavando solamente escoriazioni e lesioni lievi.

Deteneva armi e droga. Un arresto a Cosenza

Armi e droga Da sinistra Antonio illuminato a destra il Kalashnikov
Da sinistra Antonio illuminato a destra il Kalashnikov

I Carabinieri della Stazione di Castrolibero hanno eseguito un ordine di carcerazione nei confronti di Antonio Illuminato, di 25 anni, condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione in carcere per detenzione di armi, anche da guerra, e relativo munizionamento nonché detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

In particolare, il 25enne ritenuto vicino alla consorteria “Lanzino”, era stato arrestato dai Carabinieri di Cosenza 21 maggio del 2013 quando, al termine di una articolata attività d’indagine ed a seguito di una perquisizione domiciliare, è stato trovato in possesso di armi: un vero e proprio arsenale tra cui una 357 magnum, un fucile Kalashnikov con silenziatore, numerosi proiettili e oltre 5.000 euro in contanti oltre 5 chili di hashish in panetti.

Antonio Illuminato era presso la sua abitazione dove stava scontando la pena agli arresti domiciliari. Come disposto dal tribunale di Catanzaro, dopo la sentenza di condanna i militari lo hanno prelevato e il giovane è stato portato in carcere.

Fumogeni e petardi in campo. Daspo per 5 tifosi e un calciatore

Daspo cosenza

Il questore di Cosenza, Luigi Liguori, ha emesso sei Daspo nei confronti di cinque tifosi e di un calciatore.  I provvedimenti riguardanti i tifosi sono accaduti a Cosenza nello stadio San Vito tra gennaio scorso ed il mese corrente.

Quattro sono stati determinati dall’utilizzo di fumogeni ed uno da invasione di campo.
Il calciatore sanzionato col Daspo milita nel Cariatis. Il 10 gennaio scorso, dopo essere stato espulso nel corso dell’incontro col Real Terranova da Sibari, disputatosi a Cariati, ha colpito con un pugno al volto il giocatore avversario nei confronti del quale era stato adottato lo stesso provvedimento. Tutti i Daspo emessi dal Questore di Cosenza hanno la durata di un anno.

In relazione ad alcuni episodi – spiega nel dettaglio la Questura – verificatisi in occasione di incontri di calcio, disputatisi presso il locale Stadio San Vito Gigi Marulla, e presso il campo sportivo comunale di Cariati (Cosenza), al termine di attività d’indagine svolte dalla Polizia di Stato, il Questore di Cosenza Luigi Liguori, ha emesso una serie di  provvedimenti Daspo, alcuni già notificati ai destinatari altri in corso di notifica, tesi a precludere l’accesso presso le strutture sportive, nei confronti di talune persone per le quali è stata accertata la personale responsabilità in merito ad alcune situazioni accertate.

In particolare, durante l’incontro di calcio “Cosenza – Catanzaro” disputatosi presso il campo sportivo “San Vito Gigi Marulla” il 14 febbraio 2016, nel settore “curva sud” riservato ai tifosi locali, A.L. di anni 44, deteneva ed utilizzava un fumogeno, pertanto l’8 marzo 2016 veniva emesso provvedimento Daspo della durata di un anno.

Analogo provvedimento, per la durata di un anno, è stato emesso a carico di M.M. di anni 36, il quale, durante la partita “Cosenza-Catanzaro” disputatasi presso lo stadio “San Vito Gigi Marulla” il 14 febbraio 2016, nel “settore curva sud” riservato ai tifosi locali, deteneva ed utilizzava un fumogeno;

Inoltre, sempre nelle stesse circostanze dell’incontro “Cosenza-Catanzaro” del 14.02.2016, nel “settore ospiti” B.W. di anni 44 deteneva, accendeva e lanciava un fumogeno che deflagrava sulla pista di atletica limitrofa al rettangolo di gioco, a carico dello stesso in data 8 marzo 2016 emesso provvedimento di un anno.

Daspo per lo stesso periodo di interdizione è stato emesso il 02 marzo 2016 a carico di S.S. di anni 25, il quale durante la partita “Cosenza-Catania” disputatasi allo stadio “San Vito Gigi Marulla” di Cosenza in data 23.01.2016, nel “settore riservato ai tifosi ospiti” deteneva accendeva e lanciava un fumogeno/petardo, che deflagrava sulla pista di atletica delimitante il rettangolo di gioco.

Altro provvedimento emesso in  data 02.03.2016 a carico di E.F. di anni 27 perché lo stesso, al termine della partita “Cosenza-Como” disputatasi presso lo stadio “San Vito Gigi Marulla”, dal “settore curva sud” riservato ai tifosi locali, scavalcava la recinsione invadendo il rettangolo di gioco.

Provvedimento, della durata di un anno è stato emesso in data 02.03.2016 a carico di B.F. giocatore della squadra “I Cariatis”, il quale durante l’incontro di calcio “I Cariatis-Real Terranova da Sibari”, disputatosi in data 10 gennaio 2016 sul campo sportivo di Cariati, veniva espulso, unitamente ad altro giocatore della squadra ospite, e dopo l’espulsione provocando l’altro giocatore, lo colpiva altresì con un pugno al volto.

Pianeta nano Cerere, scienziati: “Individuata acqua”

Pianeta nano Cerere, scienziati: "Individuata acqua"
Acqua sul pianeta nano Cerere

C’è acqua sulla superficie del pianeta nano Cerere, anche se non si sa se si trovi allo stato liquido o ghiacciato, o imprigionata nelle rocce. A individuare il liquido della vita è stato lo strumento italiano Vir (Visual and Infrared Spectrometer) montato a bordo della sonda Dawn della Nasa e fornito dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), sotto la guida scientifica dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf).

La presenza dell’acqua è stata individuata nel cratere Oxo ed è stata annunciata negli Stati Uniti, nella Lunar and Planetary Science Conference di Woodlands, in Texas.

Lo spettrometro “Vir ha osservato la presenza di acqua all’interno di Oxo, un cratere di recente formazione, con un diametro di circa 9 chilometri e situato nell’emisfero Nord di Cerere”, ha detto Maria Cristina De Sanctis, dell’Istituto di astrofisica e planetologia spaziali dell’Inaf. La scoperta, secondo la ricercatrice, “ribadisce l’importanza di Cerere nel contesto degli scenari di formazione del Sistema solare”.

Grazie ai primi dati dello strumento Grand (Gamma Ray and Neutron Detector) sono state individuate concentrazioni di idrogeno maggiori in prossimita’ dei poli. Poiché l’idrogeno è il principale costituente dell’acqua, questa informazione rafforza lo scenario della presenza di ghiaccio d’acqua in prossimità della superficie nelle regioni polari di Cerere. I prossimi test dovranno confermarlo e dire che in stato si trova l’acqua.

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