14 Ottobre 2024

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Nascondeva la droga nel giardino di casa, giovane in manette

I Carabinieri di Sellia Marina (Catanzaro), nel corso di controlli antidroga, nei giorni scorsi hanno arrestato in flagranza di reato un 20enne del posto, trovato in possesso di sostanza stupefacente occultata all’interno del giardino della propria abitazione.

I militari dell’Arma infatti, avendo notato nei giorni precedenti, la presenza di assuntori di stupefacenti nei pressi dell’abitazione del giovane, hanno deciso di effettuare un’accurata perquisizione domiciliare con l’ausilio anche delle unità cinofili antidroga dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.

Nel corso del controllo, il cane antidroga ha immediatamente segnalato alcuni punti nel giardino dell’abitazione dove, insieme alla spazzatura domestica, erano depositate delle buste in cellophane vuote, intrise di odore di cannabis. Poco dopo l’unità cinofila ha concentrato la sua attenzione su uno specifico punto del giardino ed ha iniziato a scavare consentendo il recupero di due barattoli in latta sotterrati, contenenti complessivamente 91 grammi di marijuana e 240 grammi di hashish suddivisi in 32 confezioni termosigillate.

Il 20enne, che fino a quel momento aveva dichiarato di non avere nulla di illegale in casa, ha consegnato agli operanti ulteriore materiale atto al confezionamento delle dosi ed una macchina per il sottovuoto.

In considerazione della ingente quantità di sostanza detenuta, e della modalità di confezionamento frazionato, l’uomo è stato dichiarato in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’arrestato, condotto presso i locali della caserma per le formalità di rito, è stato successivamente sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

Contrabbando sigarette elettroniche, maxi sequestro a Crotone

I finanzieri del Comando Provinciale di Crotone, nell’ambito delle ordinarie attività di tipo preventivo svolte a contrasto dei traffici illeciti, hanno effettuato una mirata attività di lotta al contrabbando delle sigarette elettroniche monouso, meglio note come “e-cig”.

Il loro fenomeno di vendita è in rapida ascesa: da qualche tempo, esse rappresentano una vera e propria moda e con grande facilità, anche attraverso l’impiego di market virtuali, riescono ad entrare nel mercato legale, dove vengono vendute direttamente ai giovani consumatori che così fanno un uso eccessivo di nicotina.

In particolare, le Fiamme Gialle della Tenenza di Cirò Marina hanno ispezionato diversi esercizi pubblici di commercio al dettaglio di prodotti per fumatori e di generi di monopolio, ubicati nel territorio cirotano.

I diversi controlli hanno consentito di sottoporre a sequestro penale e amministrativo, in relazione alla quantità di nicotina di volta in volta riscontrata, oltre 220.000 pezzi, tra sigarette elettroniche, filtri e cartine, posti in vendita in assenza della prescritta autorizzazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

L’assenza del previsto contrassegno di Stato ed il quantitativo di nicotina riscontrato nelle e-cig sequestrate hanno determinato l’applicabilità della disciplina sanzionatoria penale prevista dal Testo Unico delle Leggi Doganali per contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Infatti, la normativa speciale di settore prevede l’integrazione dell’illecito penale nel caso in cui le condotte di detenzione e vendita interessino un quantitativo superiore ai 10 chilogrammi.

Per tale ragione, i finanzieri hanno proceduto alla denuncia di un soggetto alla Procura della Repubblica di Crotone per il reato di contrabbando e vendita di generi di monopolio senza autorizzazione, nonché alla segnalazione di due rivenditori all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per l’applicazione di sanzioni amministrative fino ad un massimo di 450.000 euro e la sospensione della licenza di 2 esercizi commerciali per un periodo non inferiore a 5 giorni e non superiore ad un mese.

Mosca: “Usa, Germania, GB e Francia non possono mediare la pace: Sono coinvolti in conflitto”

Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Francia non possono rivendicare il ruolo di mediatori nella risoluzione della situazione in Ucraina, poiché sono già coinvolti nel conflitto con la Russia. Lo ha fatto sapere il ministero degli Esteri russo, citato dai media locali. Il dicastero diplomatico ha osservato che questi paesi forniscono armi e intelligence al regime di Kiev, oltre ad addestrare combattenti e inviare i loro mercenari nella zona dell’operazione militare speciale. Inoltre, sostengono le iniziative di pseudo-pace di Volodymyr Zelensky.

Secondo i diplomatici russi, una soluzione equa e duratura del conflitto è possibile solo con la completa cessazione delle ostilità, l’interruzione della fornitura di armi occidentali, nonché il riconoscimento di nuovi territori, la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, viene ribadito dal ministero guidato da Sergej Lavrov.

Il ministero degli Esteri russo ha commentato l’appello dell’ex capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Wolfgang Ischinger, ad avviare un “processo di pace” per l’Ucraina. In particolare, ha auspicato la creazione di un gruppo di contatto, che proponesse di includere Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania come mediatori per la pace.

“Questi paesi sostengono le iniziative di pseudo-pace di Zelensky, che sono richieste di ultimatum per la resa del nostro paese, avulse dalla realtà”, ha sottolineato il ministero degli Esteri russo. “Non sono interessati a risolvere la crisi e stanno facendo di tutto per prolungare il più possibile il confronto”.

Da piazza Smolenskaya, a Mosca, dove ha sede il ministero degli Esteri, è stato sottolineato che una soluzione globale, equa e sostenibile del conflitto in Ucraina è possibile solo con la cessazione delle ostilità e la fornitura di armi occidentali, il riconoscimento di nuove realtà territoriali, la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina, la conferma del suo status neutrale e non di blocco, la revoca delle sanzioni, il ritiro delle azioni legali contro la Federazione russa, il ripristino dello status della lingua russa, i diritti delle minoranze nazionali e le relazioni amichevoli con la Russia e altri vicini dell’Ucraina.

In precedenza, il portavoce del presidente della Russia, Dmitry Peskov, ha sottolineato l’assenza di prerequisiti affinché la situazione in Ucraina si muova in una direzione pacifica. E da Berlino arriva l’alert del cancelliere Olaf Scholz che ha fatto sapere che il conflitto durerà ancora a lungo.

Intanto, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, citato da Tass, ha messo in guardia i paesi della NATO dall’intraprendere un conflitto diretto con la Russia a seguito di un incontro con il segretario generale del blocco Jens Stoltenberg martedì a Bruxelles.

“Secondo l’attuale accordo, la NATO non è impegnata nella guerra nelle nostre vicinanze. Ecco com’è ora. Un conflitto diretto tra NATO e Russia porterebbe a un’altra guerra mondiale”, ha scritto Szijjarto su Facebook (vietato in Russia perché è di proprietà di Meta Corporation designata come social estremista dalle autorità russe).

Il governo ungherese ha dichiarato dopo l’inizio del conflitto in Ucraina che non avrebbe inviato armi a Kiev e ha anche chiesto di risolvere la questione esclusivamente con mezzi pacifici. Lunedì, Szijjarto ha ribadito questa posizione in una riunione dei ministri degli Esteri dell’UE a Bruxelles. Ha aggiunto che l’Ungheria ha rifiutato di partecipare al finanziamento congiunto delle forniture di munizioni all’esercito ucraino.

Prosegue nel frattempo la visita di Stato in Russia del leader cinese Xi Jinping che lunedì è giunto a Mosca per parlare con Vladimir Putin. La sua visita si concluderà mercoledì 22 Marzo. Putin e Xi hanno parlato per oltre quattro ore a porte chiuse. Le uniche dichiarazioni pubbliche sono state quelle di una forte partnership tra Russia e Cina, paesi amici che vogliono rafforzare la cooperazione tra i due paesi. Pechino nelle scorse settimane aveva proposto un piano di pace composto da dodici punti, che Mosca si è detta disponibile a valutarlo.

Naufragio, ritrovato il cadavere di un adulto. I morti accertati sono 88

Il cadavere di un uomo dell’età apparente di circa 30 anni, è stato rinvenuto in mare intorno alle 9.30 di stamane a qualche decina di metri al largo dalla spiaggia di Steccato di Cutro, dove lo scorso 26 Febbraio si è consumato il tragico naufragio di immigrati.

Ad avvistare e recuperare il corpo gli specialisti dei Vigili del fuoco che hanno perlustrato l’area a bordo dei quad acquatici. Con l’ultimo ritrovamento il bilancio dei morti accertati sale a 88.

Don Ciotti: “Vero problema non sono solo scafisti ma i mandanti che fanno affari”

“Il problema non sono solo gli scafisti che hanno delle gravi responsabilità, il vero problema sono i mandanti, sono quelli che fanno gli affari, che gestiscono questo potere. Queste persone sono dei criminali, sono delle persone che commettono dei crimini”. Così il presidente e fondatore di Libera, don Luigi Ciotti, al corteo milanese in memoria delle vittime innocenti delle mafie, parlando del naufragio di Cutro, i cui defunti verranno ricordati oggi con la lettura dei nomi.

“Tutti questi morti sono vittime di questa violenza criminale che ha facce e volti diversi. È giusto che noi ricordiamo tutte queste vittime, anche di Cutro, ma con loro tante altre vittime di questa forma di violenza. Fuggono dalle guerre, dai conflitti, dalla siccità, dalla povertà e noi li respingiamo.

Sono deportazioni indotte – ha sottolineato don Ciotti -, non dimentichiamocelo. Abbiamo una responsabilità verso questi migranti e chi fa tutto questo non sono gli scafisti, ci sono i poteri forti con delle grandi responsabilità”.

Extracomunitario espulso rientra in Italia illegalmente, arrestato

Un extracomunitario di origine egiziana di 34 anni, sbarcato presso il porto di Crotone lo scorso 11 marzo, unitamente ad altri 486 migranti, è stato arrestato dalla Squadra Mobile, per reingresso irregolare nel territorio nazionale.

Grazie al rilevamento delle impronte digitali, ed alla conseguente comparazione con le precedenti acquisizioni dattiloscopiche presenti nella Banca Dati, procedura cui vengono sottoposti, a cura della Polizia Scientifica, tutti gli extracomunitari che giungono sul territorio, è stato possibile accertare che l’uomo, nel giugno del 2022, era stato colpito da decreto di espulsione emesso dal Prefetto di Torino.

Alla luce delle risultanze degli accertamenti, atteso che il cittadino extracomunitario ha fatto rientro sul territorio nazionale prima del previsto termine di 3 anni, come emerso dalle attività dell’Ufficio immigrazione, è stato tratto in arresto, ed associato preso la locale casa circondariale, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

Xi Jinping a colloquio con Putin per oltre 4 ore: “Russia e Cina amici e partner affidabili”

Pechino e Mosca sono amici vicini e partner affidabili, ha dichiarato lunedì il presidente cinese Xi Jinping al suo arrivo nella capitale russa in visita di stato.

“È per me un grande piacere mettere piede ancora una volta sul suolo della Russia, nostro vicino amico, e fare una visita di Stato nella Federazione Russa su invito del presidente Vladimir Putin”, ha detto il leader cinese citato dalla Tass.

“A nome del governo e del popolo cinese, desidero porgere calorosi saluti e auguri al governo e al popolo russo”, ha aggiunto. “Cina e Russia sono vicini amichevoli e partner affidabili collegati da montagne e fiumi condivisi”, ha sottolineato Xi Jinping.

“Dieci anni fa, ho fatto la mia prima visita di stato in Russia come presidente cinese e, insieme al presidente Putin, ho aperto un nuovo capitolo nello sviluppo a tutto tondo delle relazioni Cina-Russia”, ha detto il presidente.

“Negli ultimi dieci anni, i nostri due paesi hanno consolidato e ampliato le relazioni bilaterali sulla base della non alleanza, del non confronto e del non prendere di mira terze parti, e hanno dato un ottimo esempio per lo sviluppo di un nuovo modello di relazioni tra i principali paesi caratterizzato da rispetto reciproco, convivenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti”, ha proseguito Xi.

I due paesi hanno approfondito la reciproca fiducia politica, ampliato la cooperazione pratica e continuano una stretta ed efficiente cooperazione nell’arena globale, ha proseguito il leader cinese.

Cina e Russia hanno “stretto un’amicizia di lunga data” tra i loro popoli”, ha sottolineato Xi. “La crescita delle relazioni Cina-Russia non solo ha portato benefici tangibili alle popolazioni dei nostri due Paesi, ma ha anche dato importanti contributi allo sviluppo e al progresso del mondo”, ha detto Xi a Mosca.

Stesse parole di stima reciproca da parte del presidente della Federazione russa Vladimir Putin nei confronti del suo omologo russo. L’incontro tra i due leader è durato quasi quattro ore e mezza, con una “finestra” iniziale di pochi minuti per concedersi a cameramen e fotografi, poi il meeting è proseguito a porte chiuse. Secondo indiscrezioni i due hanno parlato del conflitto della Russia in Ucraina e discusso del piano di pace proposto da Pechino, poi hanno toccato i punti di cooperazione tra i due giganti orientali.

L’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping si è poi concluso nel tardo pomeriggio. Il leader cinese ha lasciato il Cremlino. In serata vi sarà una serata di gala al Cremlino con una cena tra pochi invitati. 

Il giorno principale dei negoziati russo-cinesi sarà martedì 21 marzo, quando ai leader si uniranno i membri delle loro delegazioni. Martedì mattina Xi Jinping incontrerà anche il primo ministro russo Mikhail Mishustin.

Francia, la riforma pensioni è legge: esplode la protesta, decine di fermi a Parigi

La riforma delle pensioni in Francia “è considerata come adottata”, ed è quindi legge. E’ quanto ha affermato la presidente dell’Assemblea Nazionale, dopo che è stata respinta anche la seconda mozione di censura, quella presentata da Rn, che ha avuto 94 voti. La prima mozione di censura contro il governo francese di Elisabeth Borne non è passata, invece, per soli 9 voti in meno della maggioranza assoluta richiesta per essere adottata, 287. I deputati si sono espressi sul testo del partito Liot che ha raccolto 278 voti. Le mozioni di sfiducia erano state convocate in seguito alle proteste contro la riforma che prevede l’aumento dell’età pensionabile statale da 62 a 64 anni.

Dopo la bocciatura delle mozioni di censura al Parlamento e l’adozione della riforma delle pensioni, la premier francese Elisabeth Borne si è detta, riferiscono i media francesi che citano una sua dichiarazione all’Afp, “determinata a continuare a portare avanti le trasformazioni necessarie”.

La premier francese riunirà questa sera a Matignon, residenza ufficiale del primo ministro, i capogruppo dei partiti della maggioranza. L’incontro si svolgerà alle 21, rende noto Bfmtv.

Domani il presidente francese Emmanuel Macron avrà all’Eliseo una serie di incontri, che culmineranno con quello con i capigruppo di Camera e Senato della maggioranza alle 19.30. Al mattino, il capo dello Stato inizierà la sua giornata con un incontro con la premier Borne, con il presidente dell’Assemblea Nazionale Yael Braun-Pivet e con i ministri interessati dalla riforma delle pensioni: Olivier Dussopt, Gérald Darmanin, Bruno Le Maire, Gabriel Attal e Franck Riester. Lo riferisce Le Figaro.

ESPLODE LA PROTESTA: MANIFESTAZIONI E TENSIONI IN STRADA
Dopo la bocciatura delle mozioni di censura è esplosa la protesta nel Paese, con i primi disordini e tensioni a Parigi. Secondo quanto riferiscono i media francesi, sono stati dati alle fiamme alcuni cassonetti a Place Vauban, mentre la polizia sta usando lacrimogeni per disperdere i manifestanti, poi caricati. 142 i fermati nella città secondo fonti di polizia citate dai media francesi, secondo cui gli ultimi manifestanti si trovano ancora a place de la Bastille. Circa duemila gli agenti dispiegati nella città.

Una manifestazione spontanea è iniziata nella città di Strasburgo, sulla piazza Kléber, dopo il voto in Assemblea nazionale. Manifestazioni spontanee si segnalano anche a Lione, Tolosa e Lille, dove si registra il lancio di lacrimogeni da parte della polizia per disperdere la folla.

Iraq 20 anni dopo. Gli Usa invasero il paese e uccisero Saddam. Oltre un milione di morti

Venti anni fa, il 20 marzo 2003, gli americani e i loro alleati, con un pretesto fittizio, hanno lanciato l’operazione militare “Iraq Freedom”. Le ostilità attive si sono concluse in meno di un mese con la presa di Baghdad e il rovesciamento del legittimo presidente Saddam Hussein.

Il bilancio fu di dimensioni bibliche: oltre un milione di morti, un paese devastato e in balia di organizzazioni terroristiche, con gli Stati Uniti e molti paesi occidentali che hanno saccheggiato e fanno ancora oggi incetta di materie prime come petrolio e altre risorse energetiche. Nessuna corte penale, come quella dell’Aja, mosse un dito per emettere mandati di arresto per gli artefici di quel genocidio impunito e di quella guerra illegale nei confronti di un paese sovrano.

Nel 1991, quando le truppe di Hussein entrarono in Kuwait, la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti rispose all’aggressione con un blitz di Usa, Uk e Ue. Già a quel tempo, alcuni analisti americani credevano che i paesi occidentali cercassero non tanto di liberare le terre kuwaitiane occupate quanto di indebolire l’influenza irachena in quella regione, ricca di petrolio e altre materie energetiche.

La Guerra del Golfo si concluse nel 1991 con la vittoria su Hussein, presidente Usa era George Bush senior. Furono state imposte durissime sanzioni all’Iraq, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha inviato una commissione speciale nel paese per sovrintendere all’eliminazione delle presunte armi di distruzione di massa.

Tuttavia, sette anni dopo Baghdad rifiutò di collaborare con gli ispettori. Nel 1998, gli americani e gli inglesi bombardarono l’Iraq per alcuni giorni per privare Hussein – questa era la narrazione ufficiale occidentale – della capacità di produrre armi di distruzione di massa.

Queste armi furono il falso pretesto per una nuova invasione occidentale, nel 2003, presidente americano George Bush junior che col pretesto dell’attentato alle Torri gemelle l’11 Settembre 2001, invasero l’Afghanistan provocando centinaia di migliaia di morti tra i civili. L’obiettivo era stanare Osama bin Laden, ricco sceicco che con l’occidente aveva sempre fatto affari, considerato a quei tempi il mandante dell’attentato alle Twin towers. Non riuscirono a prenderlo, compiendo “l’impresa” anni dopo. Il corpo di Osama morto, le cui foto furono fatte circolare nei media, fu fatto scivolare in mare da una nave americana ben distante dagli obiettivi di cameramen e fotografi, senza mai far vedere al pubblico se quella bara conteneva davvero il cadavere di Bin Laden…

Per mettere in piedi la farsa dell’invasione in Iraq, il generale Colin Powell, allora segretario di Stato Usa aveva mostrato al Consiglio di sicurezza dell’Onu una fialetta con le presunte “prove” della presenza di armi chimiche da parte di Hussein in Iraq. Nel 2006 Saddam venne spodestato, processato in modo sommario e ucciso.

Qualche tempo dopo Colin Powell ammise la verità affermando che gli Usa avevano fabbricato prove false pur di invadere il paese. “L’Iraq non aveva mai posseduto armi di distruzioni di massa”. Per quella farsa morirono oltre un milione di iracheni, tra soldati e civili, e il paese – fino a quei tempi sotto il controllo del civile e moderato Hussein -, finì in malora. Una guerra di invasione illegale tutt’ora impunita.

Questo per quanto riguarda l’Iraq. Dodici anni fa, invece, seguendo lo stesso disegno criminale, la Nato affermò che stava invadendo la Libia per scopi “umanitari”, trasformando un paese che aveva il più alto tenore di vita in Africa in uno stato dilaniato dalla guerra civile e fatto fallire con mercanti di schiavi all’aperto e trafficanti di esseri umani. Il leader libico Gheddafi, fino a quel momento un leader riconosciuto all’estero per essere un mediatore tra le innumerevoli tribù e mantenere il paese in pace, nel 2011 col pretesto degli “scopi umanitari” venne fatto catturare e ucciso dai ribelli con una soffiata dei francesi. Centinaia di migliaia le vittime anche in Libia. Erano le Primavere arabe, dette anche “rivoluzioni colorate”. Anche in quel caso zero sanzioni, e zero mandati d’arresto da parte dell’Aja nei confronti degli autori di quel massacro. Come per dire, un unico copione recitato sotto un’unica regia…

Badante deruba un’anziana insieme al suo compagno, arrestati

archivio

Domenica, personale del Commissariato di Polizia di Corigliano-Rossano ha arrestato due persone del luogo, gravemente indiziati di una rapina aggravata ai danni di un’anziana.

Nel primo pomeriggio di ieri è giunta al 113 una telefonata da parte di una donna di nazionalità italiana che, mostrandosi agitata, ha riferito di essere stata vittima insieme all’anziana che assisteva, di una aggressione sfociata in rapina.

L’assistente della signora ha raccontato che una persona, entrata all’interno dell’abitazione, dove vi erano le due donne, le aveva aggredite fisicamente al fine di appropriarsi della somma di denaro di 1.250 euro strappando anche la catenina d’oro che l’anziana aveva allacciata al collo.

Gli agenti del Commissariato, raccolti i primari elementi di indagine, percependo numerose incongruenze sul racconto della donna, hanno approfondito le dichiarazioni acquisendo ulteriori riscontri utili alle indagini.

Le attività poste in essere hanno permesso di delineare un quadro dal quale sono emersi gravi indizi nei confronti della badante che, aiutata da un uomo, successivamente identificato nel compagno dell’assistente, avrebbe posto in essere la condotta sopra indicata.

Acclarata questa versione, i poliziotti hanno proceduto a perquisizione domiciliare presso l’abitazione della coppia dove è stata rinvenuta, abilmente celata in un vaso coperto da terriccio, una maglietta con cui era stata avvolta la somma di denaro asportata, il tutto sottoposto a sequestro.

Attese le citate risultanze investigative, la Polizia ha informato il pm di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, il quale ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari. Gli indagati potranno fornire la propria versione dei fatti al giudice in sede di udienza di convalida.

Sequestrati 3,3 milioni di sacchetti in plastica non biodegradabile. Maxi sanzione

I finanzieri del Comando Provinciale Cosenza, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di prevenzione generale e controllo economico del territorio, con particolare attenzione agli illeciti ambientali, hanno eseguito specifici controlli che hanno portato al sequestro di 3,3 milioni di sacchetti in plastica non biodegradabile, il cui commercio è oramai vietato da diversi anni, elevando sanzioni amministrative, visto l’ingente quantitativo, per 100.000 euro.

Nell’area urbana di Rossano, l’individuazione di un’impresa che commercializzava shoppers non conformi alla normativa vigente ha consentito alle fiamme gialle della Compagnia di Corigliano-Rossano di sottoporre a sequestro oltre 14,6 tonnellate di materiale plastico, per un valore stimato di circa 60.000 euro.

Il commercio di buste di plastica irregolari, oltre a costituire un business molto redditizio, considerati i costi ridotti (fino ad un decimo rispetto alle buste realizzate con materiali biodegradabili), rappresenta una forte minaccia per la salute, atteso che l’immissione nell’ambiente di materiale plastico proveniente da shoppers illegali è un grave ed annoso problema che può compromettere l’integrità di diversi ecosistemi (si pensi agli enormi danni della plastica in mare) e della catena alimentare.

Le attività di indagine proseguono per individuare la filiera di produzione e distribuzione dei sacchetti non a norma.

E’ iniziata la visita del presidente cinese a Mosca. Xi Jinping incontrerà Vladimir Putin

Il presidente cinese Xi Jinping ha iniziato lunedì 20 Marzo la sua prima visita ufficiale in Russia dall’inizio dell’operazione militare speciale della Federazione russa in Ucraina. L’aereo del leader cinese è atterrato all’aeroporto di Mosca Vnukovo intorno alle 12:59 ora di Mosca, fa sapere l’agenzia Tass.

Per Xi Jinping è il suo primo viaggio all’estero da quando è stato rieletto presidente della Cina. La visita dovrebbe durare fino al 22 Marzo. Secondo il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov, i leader di Russia e Cina firmeranno una dichiarazione congiunta sull’approfondimento del partenariato tra i due paesi, nonché una dichiarazione congiunta su un piano per sviluppare aree chiave della cooperazione economica russo-cinese fino al 2030. Secondo gli esperti intervistati da Vedomosti, la visita è una dimostrazione dei forti legami tra Russia e Cina e potrebbe portare a dichiarazioni congiunte sul conflitto.

Complessivamente, durante la visita è prevista la firma di “oltre dieci” documenti su vari ambiti di cooperazione. Le parti si scambieranno inoltre opinioni sulla soluzione del conflitto ucraino, compresi i “12 punti” del cosiddetto piano di pace di Pechino, che la Cina ha presentato a fine febbraio.

Il viaggio di Xi Jinping ha “un significato importante”, ha detto a Vedomosti Yana Leksyutina, professoressa all’Università statale di San Pietroburgo. “Questa è una dimostrazione della forza delle relazioni russo-cinesi”, ritiene l’esperta.

I leader di Russia e Cina dovrebbero discutere di questioni politiche e internazionali, compreso il conflitto in Ucraina, ha osservato il capo della HSE School of Oriental Studies Andrey Karneev. Inoltre, l’esperto non esclude una dichiarazione congiunta Putin-Xi sulla situazione in Ucraina. Il direttore del Centro per gli studi europei e internazionali completi presso l’Università HSE Vasily Kashin ha aggiunto che non c’è nulla nella posizione della Cina sull’Ucraina che possa essere considerata inaccettabile per la Russia.

Calcio, con 5 giornate di anticipo il Catanzaro torna in Serie B dopo 17 anni

Festeggiamenti dei tifosi del Catanzaro promossa in serie B

Con la vittoria fuori casa per 2-0 contro la Gelbison, sul neutro di Salerno, il Catanzaro ottiene con cinque giornate di anticipo la promozione in serie B. La squadra di Vincenzo Vivarini torna così nella serie cadetta dopo 17 anni, dove mancava dal 2006.

Grande entusiasmo per i quasi diecimila tifosi che hanno accompagnato la formazione giallorossa nella trasferta di Salerno e che hanno sostenuto la squadra con cori incessanti per tutta la partita.

In città, tappezzata da alcuni giorni di bandiere giallorosse, sono già cominciati i caroselli dei tifosi, che si preparano anche a festeggiare la squadra stasera al suo rientro da Salerno.

Il club giallorosso ha ottenuto finora 86 punti contro il Crotone che al momento ne ha 70. Domenica i rossoblù hanno vinto allo Scida 3-2 contro la Viterbese.

In Serie C1, dove ci sono tre gironi, è prevista la promozione diretta in Serie B solo per la prima classificata di ogni girone, mentre le squadre piazzate dal 2º al 5º posto si giocano la seconda promozione nei play-off, affrontandosi in semifinali con partite di andata e ritorno.

Il Catanzaro nella prossima stagione affronterà certamente la Reggina, se dovesse salvarsi il Cosenza e se dovesse vincere i play-off anche il Crotone. Tre squadre calabresi, tre derby.

Dopo la Crimea Putin visita a sorpresa il Donbass. E’ la prima volta

Il presidente russo Vladimir Putin sabato sera ha visitato, a sorpresa, la regione del Donbass per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina, arrivando dalla Crimea in occasione del nono anniversario dell’adesione della penisola alla Russia.

La visita del capo della Federazione russa in Crimea e nel Donbass arriva il giorno dopo la pronuncia della Corte penale internazionale con cui ha emesso un mandato d’arresto contro il presidente russo. Un mandato non riconosciuto da Mosca che ha fatto sapere di non riconoscere la giurisdizione di questa Corte. La Russia non ha aderito formalmente all’organismo, così come del resto gli Stati Uniti e Cina. “Un atto nullo, che vale quanto la carta igienica” aveva twittato Dmitry Medvedev, con la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha bollato il mandato come “nullo dal punto di vista legale”.

Putin ha visitato Mariupol e ha girato per la città, ispezionando almeno sei siti, compreso l’aeroporto locale. Gli esperti hanno detto che il viaggio aveva lo scopo di segnalare l’approfondimento dei processi di integrazione delle nuove regioni nello spazio legale, politico, economico e sociale della Russia.

Il presidente russo Vladimir Putin ha fornito istruzioni per risolvere i problemi dei residenti di Mariupol di cui gli è stato parlato, ha detto domenica alls Tass il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

“Parlando con il presidente Mariupol, i residenti hanno sollevato questioni relative ai salari, alla registrazione della cittadinanza russa e ai passaporti russi. Il presidente darà istruzioni per affrontare tali questioni”, ha affermato.

Domenica scorsa il Cremlino ha affermato che il leader russo ha effettuato una visita di lavoro a Mariupol nella Repubblica popolare di Donetsk (DPR) per ispezionare una serie di luoghi della città e parlare con i residenti locali. Putin si è recato a Mariupol in elicottero poi ha guidato personalmente l’auto. È stata la prima visita in assoluto del presidente russo nel Donbass.

Il presidente russo Vladimir Putin ha promesso che in futuro continueranno a essere costruiti nuovi confortevoli quartieri residenziali a Mariupol, parlando con un residente locale che ha definito il luogo “un piccolo angolo di paradiso”. “Lo estenderemo”, ha detto Putin.

Mariupol, la più grande città sulle rive del Mar d’Azov, è uno dei principali centri di produzione dell’acciaio nel Donbass e un importante porto marittimo. La battaglia per Mariupol è iniziata il 25 febbraio 2022. Il 21 aprile 2022 il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha dichiarato al presidente che la città era stata liberata dall’esercito russo e dalle forze della milizia popolare della DPR.

Il regime di Kiev ha definito “cinica” la visita di Putin nelle repubbliche annesse dalla Russia dopo il referendum che ha sancito la vittoria dei russofoni e ha dato il pretesto a Putin di avviare l’operazione militare speciale.

Putin visita la Crimea per inaugurare una Scuola d’arte per bambini

Il presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Sebastopoli nel giorno del nono anniversario della riunificazione della Crimea con la Russia al volante di un’auto, ha detto il governatore di Sebastopoli Mikhail Razvozhayev sul suo canale Telegram.

“Il nostro presidente sa sorprendere. In senso buono. Oggi dovevamo inaugurare una scuola d’arte per bambini. Tutto era pronto per una videoconferenza e una relazione al presidente tramite un apposito link di comunicazione. Alla fine è arrivato il presidente personalmente. In macchina. Era lui stesso al volante. In un giorno così storico, il presidente è sempre con Sebastopoli e la gente di Sebastopoli. Il nostro paese ha un leader incredibile”, ha scritto Razvozhayev.

Insieme al presidente del Consiglio patriarcale per la cultura, il metropolita Tikhon (Shevkunov) di Pskov e Porkhov, ha mostrato a Putin una nuova scuola d’arte per bambini e il centro per bambini Korsun. Si tratta della prima parte di un progetto su larga scala del Parco storico e archeologico del Chersoneso Taurico.

“Questa idea, proposta dal metropolita Tikhon, di Pskov e Porkhov, che è stata sostenuta dal presidente, viene attuata a un ritmo incredibile grazie agli sforzi dei costruttori militari”, ha detto Razvozhayev.

In precedenza è stato riferito che il centro artistico ed estetico per bambini e la scuola Korsun sarebbero entrati a far parte di un grande sito culturale ed educativo: la riserva museale storica e archeologica Tauric Chersonese. Su un’area di 24 ettari ci sarà un museo dell’antichità e di Bisanzio, un centro archeologico internazionale, un anfiteatro, un quartiere ricostruito della città antica, tra cui musei ed esposizioni archeologiche, negozi di souvenir, caffè, un museo della Crimea, un museo archeologico parco paesaggistico, un centro turistico, un museo della cristianità, un centro umanitario Korsun, un parcheggio per 1.380 auto e altre strutture.

La costruzione della riserva museale Tauric Chersonese è stata eseguita da specialisti del Ministero della Difesa russo su istruzione del presidente Vladimir Putin.

Putin partecipa tradizionalmente agli eventi festivi il 18 marzo. Ha partecipato ripetutamente a concerti di gala dedicati a questa data allo stadio Luzhniki di Mosca, ha tenuto incontri speciali con il pubblico e ha visitato personalmente la Crimea.

L’ultima volta che Putin ha visitato la penisola è nel luglio 2020. Ha ispezionato il cantiere navale Zaliv nella città di Kerch per prendere parte a una cerimonia di posa della chiglia per diverse navi militari. Nel dicembre 2022 ha visitato il ponte di Crimea, che era in riparazione dopo un attacco terroristico.

Il presidente ha inaugurato queste scuole e siti culturali il giorno dopo che la Corte penale internazionale dell’Aia ha emesso un mandato d’arresto nei confronti di Putin per il presunto rapimento di bambini dall’Ucraina. Una mossa simbolica quella del capo di Stato russo.

‘Ndrangheta, Polizia trova armi, munizioni e droga in una cantina di Rho

La Polizia di Stato di Milano ha sequestrato ieri, a seguito di una perquisizione delegata dalla locale Direzione distrettuale antimafia, delle armi e delle munizioni rinvenute all’interno di una cantina a Rho, considerate riconducibili alla famiglia Bandiera della omonima locale di ‘ndrangheta.

Lo scorso novembre, nel corso dell’operazione denominata “Vico Raudo” – che inflisse un duro colpo alla Locale di ‘ndrangheta di Rho – svolta dai poliziotti della Squadra mobile milanese sotto il coordinamento della Dda, furono arrestate 49 persone accusate, a vario titolo, dei reati associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, minacce, violenza privata, incendio, detenzione e porto illegale di armi aggravati dal metodo e dalla finalità mafiosa nonché per il reato di intestazione fittizia di beni.

In particolare, le indagini, allora svolte, consentirono di poter affermare come a Rho, su cui in passato era stata acclarata la presenza di una struttura di ‘ndrangheta denominata “Locale di Rho”, già riconosciuta come struttura mafiosa, si stesse nuovamente ricostituendo l’organizzazione, ad opera del capo della Locale, Gaetano Bandiera, condannato in via definitiva per associazione di tipo mafioso il quale, una volta scontata la sua pena, con la collaborazione dei membri della sua famiglia e di altri soggetti, stava cercando di reimporre sua presenza sul territorio.

Nel corso delle indagini, a dimostrare la pericolosità e l’operatività dell’organizzazione, furono effettuati numerosi riscontri in termini di sequestri di droga e di armi. In una circostanza fu rinvenuto e sequestrato, un vero e proprio arsenale composto da armi comuni da sparo, anche clandestine, armi da guerra e relativo munizionamento, a disposizione dell’associazione.

A seguito di ulteriori investigazioni era emersa la possibilità che all’interno di una cantina, ubicata nello stabile di uno degli indagati, ancorché non direttamente a lui riferibile, potessero essere occultate ulteriori armi e dello stupefacente.

Ieri pomeriggio gli agenti della Squadra Mobile hanno effettuato una perquisizione presso la cantina che ha consentito di rinvenire 150 grammi di cocaina suddivisa in 6 sacchetti, una bilancia elettronica con tracce di polvere bianca, un fucile a canne mozze calibro 12, un revolver calibro 22 carica con 5 cartucce, 818 cartucce di varia tipologia (munizioni per pistola e munizioni per fucile di vario calibro).

Il materiale è stato sequestrato per permettere al personale specializzato della Polizia scientifica di effettuare tutti gli accertamenti del caso sulla provenienza e utilizzo di tali armi.

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In possesso di quasi mezzo kg di droga, arrestato

I Carabinieri della Stazione di Sellia Marina (Catanzaro), nel corso di un mirato servizio di controllo del territorio finalizzato alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno arrestato in flagranza di reato un uomo del posto, di 35 anni, sorpreso in possesso di 469 grammi di marijuana, 105 euro in contanti, materiale atto al confezionamento ed un bilancino di precisione.

I militari dell’Arma, insospettiti dal transito di un’autovettura, in orario notturno, in un’area particolarmente isolata di Sellia Marina, hanno deciso di procedere al relativo controllo, accorgendosi immediatamente di un forte odore di cannabis proveniente dall’abitacolo.

La perquisizione personale e veicolare effettuata, ha consentito di rinvenire nel marsupio del conducente, oltre al contante, un barattolo in plastica contenente circa 9 grammi di marijuana.

I militari hanno quindi deciso di estendere la perquisizione anche a casa dell’uomo, dove, occultati nel comò della sua camera da letto, sono stati rinvenuti ulteriori 460 grammi del medesimo stupefacente divisi in 8 buste termosigillate.

In considerazione della ingente quantità di sostanza detenuta e delle modalità di confezionamento frazionato, l’uomo è stato dichiarato in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’arrestato, condotto presso i locali della caserma per le formalità di rito, è stato successivamente sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida. Nello stesso giorno, il Tribunale di Catanzaro ha convalidato l’arresto e sottoposto il 35enne alla misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza.

Naufragio, rinvenuto il corpo di un uomo. 87 morti accertati

sommozzatori vigili del fuoco
Archivio

Sale ad 87 il numero delle vittime del naufragio del caicco carico di migranti avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro.

A quasi tre settimane dalla tragedia, stamattina è stato recuperato il corpo di un uomo di circa 40 anni.

Il cadavere è stato avvistato da alcuni pescatori. Il recupero è stato effettuato dai sommozzatori della Capitaneria di porto di Crotone.

Estorsione e violenza privata, arrestate a Cosenza tre persone

Questura di Cosenza

Agenti della Polizia di Stato di Cosenza hanno arrestato e posto ai domiciliari una coppia di coniugi e un terzo soggetto, ritenuti responsabili, a vario titolo in concorso, di violenza privata aggravata, estorsione nonché intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, ai danni di un quarantenne cosentino.

I provvedimenti cautelari, emessi dal giudice del Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Mario Spagnuolo, sono stati disposti a seguito delle indagini svolte dalla Squadra mobile.

Le attività d’indagine si sono sviluppate con preliminari acquisizioni in sede info- investigativa, che hanno portato, successivamente, la parte offesa a formulare generiche dichiarazioni a carico degli indagati.

Tali acquisizioni sono state successivamente suffragate dall’attività tecnica svolta nonché da numerosi riscontri documentali e testimoniali. Dalle indagini è emerso che gli indagati, con minacce e violenze di ogni genere, avrebbero costretto il quarantenne a cedere somme di denaro, provento di alcune vendite immobiliari nonché dal reddito di cittadinanza dallo stesso percepito.

Inoltre, lo stato di soggiacenza della parte offesa e la conseguente difficoltà economica in cui era costretto a versare, hanno indotto la vittima ad accettare di effettuare attività lavorativa per numerose ore giornaliere, a fronte di un irrilevante corrispettivo pari a soli 30 euro settimanali.

E’ stato inoltre accertato, che gli indagati avevano anche tentato, con minacce e violenze fisiche, di costringere l’uomo anche alla vendita della propria abitazione familiare, sempre con l’intento di appropriarsi del ricavato.

Tali evenienze hanno determinato l’autorità giudiziaria a disporre, nei confronti dei coniugi arrestati anche il sequestro di una consistente somma di denaro, ritenuta provento delle estorsioni citate.

‘Ndrangheta, sequestrati beni per 3 milioni a condannato in processo “Epicentro”

A Reggio Calabria, i Carabinieri del Comando Provinciale, hanno eseguito un provvedimento di sequestro patrimoniale di beni, per un totale complessivo di circa 3 milioni di euro, a carico di Santo Germanò, imputato e condannato in primo grado a 2 anni e 8 mesi di carcere nel processo “Epicentro” per trasferimento fraudolento di valori. Reato aggravato dall’aver favorito la ‘ndrangheta e in particolare le cosche Condello e Rugolino.

La misura patrimoniale, è stato emessa dal Tribunale del capoluogo – sezione Misure di Prevenzione – diretta dalla presidente Natina Pratticò, a conclusione di approfondimenti patrimoniali coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, scaturiti dalle risultanze emerse nell’operazione “Metameria”, eseguita nel febbraio 2021.

L’attività nel suo complesso, sulla base di meticolosi accertamenti di natura patrimoniale compiuti dai militari dell’Arma, avrebbe consentito di dimostrare la “pericolosità sociale” e l’illecita accumulazione patrimoniale posta in essere da Germanò, considerato responsabile di intestazione fittizia delle quote sociali di una società, nel capoluogo reggino, funzionale ad occultare l’infiltrazione della cosca “Condello”, “Rugolino” e delle altre cosche operanti nella città di Reggio Calabria nel settore delle imprese dedite ai servizi di pulizia e manutenzione delle reti fognarie.

L’operazione di “Metameria”, ha determinato nel febbraio 2021 l’emissione di 28 provvedimenti cautelari, permettendo – tra l’altro – di ricostruire i rapporti della cosca Condello di Archi con imprenditori ritenuti come asserviti totalmente alla ‘ndrangheta. L’inchiesta è confluita a sua volta nel processo “Epicentro”, nel cui contesto l’odierno indagato è stato condannato a 2 anni e 8 mesi.

Nel suo complesso, l’indagine ha consentito, sulla base della stretta correlazione tra gli elementi acquisiti nel procedimento penale, di accertare tutti i beni illecitamente ottenuti dai soggetti investigati, e sequestrare diverse imprese operanti nei settori dell’edilizia ed impianti elettrici, officine meccaniche per mezzi pesanti, onoranze funebri e distribuzione di carburanti per autotrazione, oltre 200 tra beni mobili e immobili siti nelle province di Reggio Calabria, Cosenza e Messina, 19 quote societarie, nonché disponibilità finanziarie pari a oltre 3 milioni di euro, per un valore complessivo stimato di oltre 23 milioni di euro.

‘Ndrangheta, è tornato in libertà l’ex parlamentare di FI Giancarlo Pittelli

Giancarlo Pittelli

Dopo oltre tre anni di detenzione, prima in carcere e poi ai domiciliari, torna libero l’ex parlamentare di Forza Italia Giancarlo Pittelli, 70 anni, avvocato, arrestato nel dicembre 2019 nell’ambito dell’operazione “Rinascita Scott”, condotta dalla Dda di Catanzaro, e coinvolto successivamente nell’inchiesta “Mala pigna” della Dda di Reggio Calabria.

Nella prima inchiesta Pittelli è stato accusato di essere stato in rapporti con le cosche di ‘ndrangheta del Vibonese ed il relativo processo a carico dell’ex parlamentare, dopo il rinvio a giudizio, è in corso davanti al Tribunale di Vibo Valentia nell’aula bunker di Lamezia Terme. Nel secondo procedimento a Pittelli vengono contestati presunti rapporti con la cosca Piromalli di Gioia Tauro.

Per quanto riguarda l’inchiesta “Rinascita scott”, per Pittelli era stata già disposta la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare e dell’obbligo di dimora. L’ex parlamentare era però ancora ai domiciliari in relazione al procedimento “Mala Pigna”.

Adesso è arrivata la pronuncia favorevole per Pittelli, anche per questa seconda inchiesta, del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, al quale avevano fatto appello i difensori dell’ex parlamentare, gli avvocati Salvatore Staiano, Gian Domenico Caiazza e Guido Contestabile, chiedendone la rimessione in libertà.

Il Tribunale del Riesame, presieduto da Antonino Francesco Genovese, ha accolto la richiesta, disponendo per Pittelli la sostituzione degli arresti domiciliari con il divieto di esercitare per un anno la professione di avvocato. (ansa)

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