14 Ottobre 2024

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Naufragio, trovato il corpo di una donna. 89 vittime e ancora 11 dispersi

Salgono ad 89 le vittime accertate del naufragio del barcone carico di migranti avvenuto il 26 febbraio scorso a Steccato di Cutro, nel Crotonese. Stamattina è stato trovato in mare il corpo di una donna di circa 30 anni.

Ad avvistare il cadavere, al largo di località Praialonga di Isola Capo Rizzuto, è stato l’equipaggio di un peschereccio che ha avvertito la Guardia costiera, una motovedetta della quale ha poi provveduto al recupero.

Il corpo è stato poi portato nel porto di “Le Castella”, sempre ad Isola Capo Rizzuto. Al momento, quindi, secondo i dati forniti dall’Ufficio immigrazione della Questura di Crotone, i dispersi del naufragio sarebbero 11, sei dei quali minori.

Muore una sedicenne per il solito malore improvviso

Una ragazza di appena 16 anni, Assunta Russo, di San Marcellino (Caserta) è morta nei giorni scorsi in seguito all’ennesimo malore improvviso che negli ultimi due anni sta colpendo migliaia di giovani e bambini in tutta Italia, oltre a persone di mezza età.


Stando a quanto riportano i media campani, l’adolescente nella giornata di domenica 19 marzo si era recata all’ospedale Moscati di Aversa perché accusava un leggero malessere.

Secondo quanto scrive Casertace, dopo accertamenti di routine (controllo della pressione sanguigna e dell’ossigenazione), è stata dimessa dai medici affermando di sentirsi meglio.

La giovane Assunta Russo è tornata a casa ed ha cominciato a sentirsi nuovamente male, peggiorando sempre più. Il decesso è sopraggiunto dopo qualche ore. Gli zii, che accudivano la giovane dopo la morte di entrambi i genitori di lei, hanno allertato il 118 ma l’intervento dei medici non è servito. Al loro arrivo il cuore di Assunta aveva già smesso di battere.


Reddito, scoperti altri “furbetti” a Isola Capo Rizzuto

reddito di cittadinanza

Dieci persone sono state denunciate in stato di libertà dai carabinieri ad Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, con l’accusa di truffa per avere percepito indebitamente il Reddito di cittadinanza.

Secondo quanto è emerso dalle indagini, condotte dai militari con la collaborazione ed il supporto nelle attività di analisi dei colleghi del Nucleo ispettorato del lavoro, avrebbero comunicato, allo scopo di ottenere il beneficio, dati falsi o avrebbero omesso di riferire la loro reale posizione lavorativa.

Ne sarebbero derivati introiti illeciti per oltre 110 mila euro. Tra le persone denunciate ce ne sono alcune già destinatarie in passato di provvedimenti restrittivi.

Così Aifa insabbiava i dati dei sieri su anziani e fragili: “Non ci sono studi su efficacia, ma non ditelo”

Martedì sera c’è stata un’altra puntata di “Fuori dal Coro“, il programma su Rete4 condotto da Mario Giordano, con una inchiesta giornalistica esplosiva sugli eventi avversi da vaccino e di come questi siano stati in sostanza insabbiati dai vertici dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la più importante istituzione regolatoria in Italia che dipende dal ministero della Salute.


Non sono le carte dell’inchiesta Covid di Bergamo, ma una fitta corrispondenza interna tra gli uffici dell’Agenzia magistralmente scovata dalla brava giornalista Marianna Canè che ha mostrato in esclusiva email compromettenti. E ci sono elementi, come nell’altra inchiesta di martedì scorso, che fanno rabbrividire in confronto alla narrativa “ufficiale” che ci hanno raccontato e che ha sempre fatto acqua da tutte le parti.

L’ex direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini, licenziato poco tempo fa dal governo, circa due anni fa fece rimuovere da un report la frase che “la probabilità di decesso in un anziano vaccinato è elevata”. E sulla sicurezza dei sieri un funzionario avvertiva: “I fragili rientrano nelle popolazioni non studiate”, un alert che venne ignorato ma che se fosse stato preso in considerazione avrebbe potuto salvare migliaia di vite.


In quel periodo, ricordiamo come autorità, virostar, conduttori e giornalisti invitavano alla vaccinazione. Era la “moda” dettata dalla fiducia nella “scienza”. Come per dire: “Se vuoi restituita la libertà devi sierarti, punto!”. E negli hub di tutta Italia si presentavano in massa anziani, fragili (fra cui giovani immuno-despressi e persone di mezza età), ma anche – in virtù di una vergognosa propaganda mediatica -, bambini e adolescenti che col Covid non avevano mai avuto problemi. In circa due anni, dati Iss, sono decedute poco più di una trentina di persone tra zero e 19 anni (foto in basso).

Una percentuale insignificante in cui con ogni probabilità vi erano persone con malattie rare, ma che avevano un tampone positivo, ergo decessi attribuiti al virus. E su questa percentuale zero virgola zero zero, la cricca citata ha eretto la falsa emergenza dei minori che potevano infettare i nonni.  Ricordiamo tutti, vero? Poi si entrò nella fase degli obblighi vaccinali con l’infame e discriminatorio certificato verde e i ricatti paramafiosi (esclusi dal lavoro centinaia di migliaia di cittadini senza stipendio eccetera) che non consentivano ai bambini di salire neanche su un bus per andare a scuola, nonostante per loro non ci fosse alcun “obbligo” a sierarsi. Ma se desideravano andare al Mec o in pizzeria, dal parrucchiere o in disco, non potevano entrare. Erano gli “untori”.


“Se non ti vaccini ti ammali e muori, e fai morire”, disse all’epoca Draghi. “Col Green pass sei certo di stare con persone che non contagiano…”, era l’altra colossale menzogna svelata da decine di studi scientifici. In realtà abbiamo scoperto che era l’opposto, e che i numerosi decessi per morti improvvise sono stati sempre bollati da sedicenti e assoldati fakt-cecker con la formula “nessun nesso” o “nessuna correlazione”. Difficile dimenticare. Difficile dimenticare gli abusi e le angherie di uno Stato che invece di difendere e tutelare la salute dei suoi cittadini li ha di fatto sacrificati sull’altare dei grandi cartelli farmaceutici ovvero di ristretti circoli èlitari.

Il tasso di mortalità complessivo da febbraio 2020 al 5 ottobre 2021 (Fonte ISS)

Tornando a prima, citiamo un esempio su Porta a Porta, quando Vespa, con in studio il grande campione di calcio Gianni Rivera (oggi 79enne) gli chiese se si fosse vaccinato. La risposta fu secca: “Non ci penso proprio a farlo. Vengo a sapere di certe cose in giro…”, disse il campione in riferimento agli eventi avversi da vaccino. Il Bruno nazionale obiettò spalleggiato da altri vaccinisti in studio: “Ma no, non è vero…”.
(Dino Granata)

Riproponiamo parte dell’inchiesta della cronista Mediaset ripresa dal quotidiano diretto da Belpietro.

di Marianna Canè per La Verità

Il muro di bugie raccontate durante questi tre anni di campagna vaccinale inizia a perdere pezzi, che crollano come macigni dirompenti portando alla luce la verità, quella verità che fa male proprio ai nostri anziani, i primi che dovevano essere protetti dal contagio del Covid-19. Eppure quando era partita la campagna per vaccinare soprattutto i fragili, non si aveva nessuna prova della reale efficacia di quelle punture.

Ieri sera a Fuori dal Coro, su Rete4, sono stati mostrati dei documenti esclusivi, alcuni riguardavano proprio l’efficacia dei vaccini contro il Covid per i soggetti fragili: gli anziani e gli immunodepressi. Per i più deboli la vaccinazione è sempre stata fortemente raccomandata più e più volte anche in tv da note virostar come Bassetti, Crisanti e Burioni che quasi perdevano la voce per decantare la capacità di proteggere e la sicurezza di quei sieri. Peccato però che i documenti esclusivi interni dell’Aifa mostrano un quadro completamente diverso.


A gennaio 2021, quando le vaccinazioni erano iniziate da una manciata di settimane, arriva una notizia preoccupante dalla Norvegia: 23 anziani muoiono dopo la dose di vaccino (su Secondo Piano News, nello stesso periodo, avevamo scritto di un’altra strage con 21 decessi anomali in una Rsa italiana subito dopo il vaccino, ndr).

Alla nostra Agenzia del farmaco si scatena il panico, c’è chi comincia a fare domande sulla pericolosità della puntura e così gli alti funzionari si interrogano sulla necessità di dover pubblicare delle risposte per tranquillizzare proprio quegli anziani che in quelle ore stavano facendo la fila per la dose, fidandosi della scienza e degli appelli. E così un funzionario scrive: «Sarebbe necessaria una Faq sui decessi. Cerchiamo di mettere qualcosa insieme».


Una Faq, ossia una risposta, una spiegazione di quelle morti in Norvegia, da pubblicare sul sito dell’Agenzia, in cui non ci deve essere nulla di allarmante. Inizia uno scambio di note
in cui si cerca di far passare il messaggio nella maniera più tranquillizzante possibile.

Uno degli esperti ad un certo punto si lascia candidamente scappare, questa frase: «La probabilità di osservare un decesso in un anziano vaccinato da poco è elevata». Una frase troppo forte e decisamente molto esplicita che irrita proprio l’allora direttore generale Nicola Magrini che risponde piccato a pochi minuti di distanza riscrivendo la frase e commentando: «A me ancora genera un po’ di ansia e nervosismo leggerlo… quindi suggerirei di renderlo impeccabile nell’arco delle prossime 48-72 ore».

Insomma non si può dire che gli anziani vaccinati possono morire, la linea da seguire ad ogni costo, anche ignorando palesemente la realtà, è che i vaccini sono molto sicuri. E proprio collegandosi alla sicurezza dei sieri, un altro esperto propone la frase: «Nella sua fase iniziale la campagna di vaccinazione ha l’obiettivo di proteggere, oltre agli operatori sanitari, proprio le persone più anziani e i soggetti fragili per condizioni di salute nei confronti delle quali i vaccini in uso hanno dimostrato una elevata efficacia».

Ma quella frase non corrisponde alla realtà e viene cancellata. L’elevata efficacia per i soggetti fragili non esiste, perché non esistono gli studi che la dimostrano. Nel documento interno dell’Aifa del 15 gennaio 2021, mostrato ieri sera in esclusiva nel programma condotto da Mario Giordano, si vede chiaramente la frase cancellata, ma vi è di più. L’esperto dell’Agenzia spiega il motivo di quel depennamento, scrivendo persino la frase in rosso: «Attenzione! I pazienti fragili rientrano nelle popolazioni non studiate». Ed allega a riprova della sua affermazione una parte dello studio Pfizer, quello con cui la casa farmaceutica ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio, in cui si legge chiaramente nella sezione dedicata alla sicurezza: «Informazioni mancanti: uso nei pazienti fragili con co-morbilità come diabete, problemi cardiovascolari, problemi neurologici; uso in pazienti con malattie autoimmuni o infiammatorie».


Questa è la verità, all’Aifa erano consapevoli che si stavano vaccinando i soggetti più fragili, quelli più ad alto rischio, senza avere alcuna certezza dell’efficacia e della sicurezza dei vaccini. Ma non vogliono e non possono dirlo.

Per cui alla fine prendono questa decisione che non lascia spazio ad interpretazioni: «Non conviene stuzzicare il can che dorme e quindi per ora non si esce con niente». E infatti quel documento non sarà mai pubblicato. Dunque sembra che la nostra Agenzia del Farmaco agisca in questa maniera: per tranquillizzare nasconde le informazioni, preferisce mettere tutto a tacere.

Anche perché lo fa in un altro caso clamoroso, mostrato ieri sera in prima serata su Rete4. Vi ricordate le rassicurazioni sugli effetti avversi? Le virostar minimizzavano costantemente la presenza di danni da vaccino con frasi come: «Sono pochissimi, una minima parte». Come se il fatto che l’essere pochi togliesse la legittimazione e il diritto alla cura. Peccato che anche i dati che venivano pubblicati erano filtrati per evitare di dare dei segnali preoccupanti […] Continua a leggere quì.


La Russia ha aperto un’inchiesta penale contro i giudici della Corte dell’Aja

Le autorità russe hanno avviato un procedimento penale contro il pubblico ministero e i giudici della Corte penale internazionale che nei giorni scorsi hanno emesso un mandato di arresto per il presidente della Federazione russa Vladimir Putin e la commissaria per l’infanzia presso il Cremlino per presunte “deportazioni” di bambini dal Donbass verso la Russia. Lo fa sapere l’Ambasciata russa in Italia. Mosca non riconosce la giurisdizione della Corte e sul piano legale lo definisce nullo.

A deciderlo è stato il Comitato Investigativo russo che ha aperto una inchiesta penale nei confronti del Procuratore della Corte dell’Aja Karim Ahmad Khan e i giudici Tomoko Akane, Rosario Salvatore Aitala e Sergio Gerardo Ugalde Godinez.

“Il 22 febbraio 2023 – si legge in una nota -, il Procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Ahmad Khan, nell’ambito di un’indagine penale, ha inviato una petizione alla Seconda Camera Preliminare della Corte penale Internazionale per ottenere un mandato di arresto per cittadini della Federazione Russa.

Sulla base di questa petizione, i suddetti giudici della Corte Penale Internazionale hanno emesso decisioni illegali per arrestare il Presidente della Federazione Russa e la Commissaria per i Diritti dei Bambini della Federazione Russa presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa. L’azione è ovviamente illegale, poiché non sussistono motivi di responsabilità penale.

In conformità con la Convenzione del 14-12-1973 sulla prevenzione e repressione dei reati contro persone che godono di protezione internazionale, i Capi di Stato godono di assoluta immunità rispetto alla giurisdizione di Stati stranieri.

Le azioni del procuratore della Corte Penale Internazionale presentano elementi criminosi ai sensi del comma 2 dell’art. 299, del comma 1 dell’art. 30, del comma 2 dell’art. 360 del Codice Penale della Federazione Russa, ovvero non è legale imputare a una persona palesemente innocente una responsabilità penale, accusandola inoltre illegalmente di aver commesso un crimine grave o particolarmente grave, così come è illegale predisporre un attacco a un rappresentante di uno Stato straniero che ha diritto alla protezione internazionale con l’obiettivo di creare tensioni nelle relazioni internazionali.

Le azioni intraprese dai giudici della Corte Penale Internazionale presentano elementi criminosi ai sensi del comma 2 dell’art. 301, comma 1 dell’art. 30, comma 2 dell’art. 360 del Codice Penale della Federazione Russa, ovvero commettono un atto consapevolmente illegale di custodia cautelare, nonché intraprendono un attacco a un rappresentante di uno Stato straniero che ha diritto alla protezione internazionale al fine di creare tensioni nelle relazioni internazionali”, conclude l’ambasciata russa in Italia.

Ucraina, la Russia esorta gli Stati Uniti a non continuare sulla strada dell’escalation

La Russia esorta gli Stati Uniti a non continuare sulla strada dell’escalation, ha detto mercoledì ai giornalisti il ​​viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov, commentando gli appelli del Congresso degli Stati Uniti a fornire a Kiev munizioni a grappolo. “Chiediamo agli Stati Uniti di non intensificare”, ha detto, rispondendo a una domanda della Tass.

L’alto diplomatico ha anche sottolineato che gli Stati Uniti hanno dimostrato ancora una volta il loro coinvolgimento diretto nella crisi ucraina fornendo a Kiev armi sempre più letali.

“Considerano di fornire al regime di Kiev sistemi sofisticati moderni, ancora più letali, a più lungo raggio. Pertanto, gli Stati Uniti si mostrano ancora una volta come una parte direttamente coinvolta nel conflitto”, ha affermato il diplomatico.

Ryabkov ha sottolineato che il Congresso degli Stati Uniti non si è nemmeno reso conto “quali conseguenze potrebbe portare una simile iniziativa per la sicurezza della NATO guidata dagli Stati Uniti e per qualsiasi possibilità di normalizzare potenzialmente le relazioni con Washington”.

Il quotidiano ‘Politico’ ha riferito in precedenza che quattro repubblicani di alto rango al Senato degli Stati Uniti e alla Camera dei rappresentanti hanno inviato una lettera al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, esortando il leader americano a fornire all’Ucraina munizioni a grappolo.

Dodicenne gioca a Basket e muore per un malore improvviso

Un ragazzino di 12 anni è morto mentre giocava a basket nella palestra dell’istituto comprensivo “Guarino”, di via Capitano Basile, a Favara, in provincia di Agrigento.

Il piccolo, Davide Licata, è stato colto da un improvviso malore e s’è accasciato a terra, perdendo i sensi. Nonostante l’intervento di due ambulanze del 118 e dei sanitari che hanno cercato di rianimarlo, il bimbo è spirato.

La salma è stata portata in ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Il sindaco, Antonio Palumbo, appresa la notizia, ha annunciato il lutto cittadino nel giorno del funerale.

“A nome dell’amministrazione e della collettività che rappresento, manifesto la mia vicinanza istituzionale e personale alla famiglia del 12enne morto, forse per un malore improvviso, mentre giocava a basket nella palestra della scuola Guarino. Un fatto terribile, un dolore immenso che spezza le parole in gola”, ha detto il primo cittadino citato dal Giornale di Sicilia.

Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Agrigento. Sul corpo del piccolo Davide sarà effettuata l’autopsia per accertare le cause dell’improvviso decesso.

Aggredisce i familiari ed è stato trovato con fucili clandestini, arrestato

I Carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido durante un servizio di controllo del territorio nei giorni scorsi hanno proceduto all’arresto in flagranza di un 77enne del posto per maltrattamenti in famiglia e detenzione illegale di armi.

I carabinieri sono intervenuti dopo una segnalazione pervenuta sul numero unico d’emergenza per una lite in famiglia. Giunti presso l’abitazione hanno trovato l’uomo in evidente stato di agitazione mentre inveiva contro i familiari.

Durante il controllo eseguito dai militari operanti l’uomo è stato inoltre trovato in possesso di due fucili da caccia calibro 12 illegalmente detenuti e posti sotto sequestro dai militari. Dopo le formalità di rito l’indagato è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo disposto dall’autorità giudiziaria.

Intimidazioni e traffici di armi e droga, arrestati 11 giovani

blitz carabinieri reggio

All’alba di stamane, nelle province di Reggio Calabria e Latina, i Carabinieri della Compagnia di Palmi, nell’ambito dell’operazione denominata “Nuove Leve”, hanno dato esecuzione a due correlate ordinanze di misure cautelari personali, emesse dal gip presso il Tribunale di Palmi e dal giudice presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria, nei confronti di 11 soggetti – di cui 7 in carcere e 4 agli arresti domiciliari – ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di danneggiamento aggravato, detenzione abusiva di armi e munizionamento, comuni e da guerra, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Palmi, diretta da Emanuele Crescenti, dalla Procura dei minori di Reggio Calabria, guidata da Roberto Placido Di Palma,scaturisce dall’attività investigativa condotta dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Palmi da novembre 2021 ad agosto 2022, avviata a seguito di un danneggiamento con colpi di arma da fuoco avvenuto presso l’abitazione di una privata cittadina.

Nella specifica circostanza, due individui con indosso delle tute bianche e volti travisati, avevano esploso 18 colpi di pistola al portone di ingresso e al garage dell’abitazione della donna, rimasta illesa probabilmente solo perché considerata l’ora tarda in cui era stato commesso il fatto, fortunatamente si trovava già in camera da letto. A seguire una breve ricostruzione della dinamica della vicenda.

“Sono gli ultimi giorni di ottobre 2021 quando i Carabinieri della Stazione di Seminara a seguito di un’aggressione avvenuta nei confronti di un residente del posto e dei 2 figli minorenni, hanno avviato i successivi accertamenti che hanno consentito di denunciare all’autorità giudiziaria un gruppo di ragazzi, la cui individuazione è stata resa possibile soprattutto grazie alla collaborazione di una signora del posto, che era stata testimone dell’aggressione avvenuta proprio sotto la sua abitazione, in grado di riconoscerne gli autori e di fornire i filmati della sua videosorveglianza. Durante la commissione dell’evento criminoso, la donna avrebbe anche cercato verbalmente di convincere gli aggressori a desistere, ricevendo però chiare minacce da parte di alcuni di loro.

È stato solo pochi giorni dopo, agli inizi di novembre, che si verificò il danneggiamento a colpi di arma da fuoco presso l’abitazione della stessa donna e da lì le immediate indagini poste in essere alla ricerca degli autori dai militari dell’Arma volte ad accertare anche il presunto collegamento con il precedente fatto delittuoso.

Le successive attività investigative, hanno permesso oltre che di individuare i due giovani responsabili del danneggiamento, anche di ricostruire la fitta rete di comunicazioni intorno agli stessi di un nutrito gruppo di soggetti, per lo più tra i 19 e i 30 anni, capaci di condotte delittuose gravi, potendo contare anche sull’appoggio di loro conoscenti e parenti di rilievo criminale, in grado di reperire armi e droga con estrema facilità, successivamente identificati negli odierni indagati”.

Presa a Venezia una ‘schiavista’ di immigrati già condannata. Condotta in casa lavoro

I Carabinieri della Compagnia di Cosenza, con il supporto dei colleghi del Nucleo natanti di Venezia, hanno dato esecuzione alla misura di sicurezza detentiva presso la Casa di lavoro di Venezia-Giudecca, disposta lo scorso 16 marzo dal magistrato di Sorveglianza di Cosenza, nei confronti di una 43enne pregiudicata di nazionalità nigeriana.

La donna era stata rintracciata dai militari della Stazione Carabinieri di Cosenza Principale, nel corso di predisposto servizio di controllo del territorio, nel centro urbano di Cosenza, corrispondente all’area dell’autostazione.

La donna era, in particolare, ricercata per il segnalato provvedimento giudiziario, scaturito dalla valutazione di attuale pericolosità sociale in relazione alla sentenza di condanna della Corte di Assise di Appello di Palermo, alla pena – espiata – di 8 anni di reclusione, in quanto riconosciuta capo e promotrice di un sodalizio criminale transnazionale attivo, a Lampedusa, Agrigento ed altre città italiane, nei delitti di tratta di persone, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Xi Jinping lascia il Cremlino, firmati importanti accordi con Putin. “Opporsi a egemonia straniera”

Sancita la storica alleanza tra Russia e Cina, tra le prime grandi potenze economiche e militari al mondo. Si marcia spediti verso un mondo multipolare, dove le nazioni sono sovrane e indipendenti, che poi è lo spirito dei Brics, allargati ad altri numerosi paesi che non fanno parte del blocco euro-atlantico. I due leader hanno siglato patti per difendere reciprocamente la sicurezza e l’integrità dei due paesi, oltre a sviluppare una forte cooperazione.

Dopo due giorni intensi il presidente cinese Xi Jinping ha lasciato il Cremlino martedì intorno alle 21, ora di Mosca, dopo una seconda giornata di colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. L’incontro è durato circa sei ore, fa sapere la Tass.

Putin e Xi Jinping hanno tenuto negoziati sia all’interno della cerchia ristretta che di quella allargata, firmando dichiarazioni congiunte sullo sviluppo della cooperazione tra i paesi e hanno rilasciato dichiarazioni per i media. Il programma si è concluso con una cena di Stato e brindisi finale.

Mosca e Pechino si aiuteranno a vicenda a difendere i loro interessi fondamentali, come l’integrità territoriale e la sicurezza, hanno affermato le due nazioni in una dichiarazione congiunta, pubblicata martedì dal Cremlino, riporta ancora l’agenzia.

Secondo il documento, Russia e Cina sono pronte a “fornirsi un risoluto sostegno reciproco per quanto riguarda le questioni di difesa reciproca degli interessi fondamentali, in primo luogo la sovranità, l’integrità territoriale, la sicurezza e lo sviluppo”.

Russia e Cina ribadiscono il loro impegno a difendere il sistema di affari internazionali incentrato sulle Nazioni Unite, hanno affermato i i leader dei due paesi in una dichiarazione congiunta, pubblicata martedì dal Cremlino.

“Le parti ribadiscono il loro impegno a difendere risolutamente il sistema degli affari internazionali incentrato sulle Nazioni Unite, l’ordine mondiale basato sul diritto internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali che derivano dagli obiettivi e dai principi della Carta delle Nazioni Unite”, si legge nella dichiarazione.

Mosca e Pechino hanno detto di “opporsi a ogni forma di egemonia, di approccio unilaterale e di politica di forza, così come alla mentalità da guerra fredda, allo scontro di blocco e alla creazione di gruppi diretti contro alcuni Paesi”.

Le relazioni sino-russe, si legge in un altro lancio Tass, “non rappresentano una minaccia per i paesi terzi, portano pace e stabilità”, ha detto il ministro degli Esteri cinese Qin Gang in un’intervista sul canale televisivo Rossiya-1.

“Consideriamo le nostre relazioni bilaterali come una forza che porterà pace e stabilità globali. Le nostre relazioni non rappresentano una minaccia per nessun paese terzo, nessuna minaccia di confronto per nessuno”, ha detto Qin Gang dopo i colloqui tra i leader dei due paesi.

Londra vuole dare a Kiev armi a uranio impoverito. Ira di Mosca: “Finirà male per inglesi”

Il Regno Unito intende fornire all’Ucraina anche munizioni anticarro perforanti ad alto potenziale contenenti uranio impoverito. La rivelazione è stata fatta ieri dalla baronessa Annabel Goldie, viceministro della Difesa nel governo Tory di Rishi Sunak, durante un’audizione di secondaria importanza alla Camera non elettiva dei Lord, passata del tutto sotto silenzio sull’isola, fino a che oggi non è rimbalzata dai media ucraini.

Replicando a un’interrogazione presentata su questo specifico punto dall’ultranovantenne lord Hylton, veterano dell’assemblea, aristocratico, ex soldato e filantropo impegnato da tempo in iniziative di pace, la baronessa Goldie – come si legge dallo stenogramma del sito del Parlamento di Westminster citato dall’Ansa – ha rivendicato la cosa in riferimento alle ultime forniture belliche britanniche messe a disposizione di Kiev: “Assieme a uno squadrone di carri armati pesanti da combattimento Challenger 2 – ha detto – manderemo anche le relative munizioni: inclusi proiettili perforanti che contengono uranio impoverito”. “Tali proiettili – ha rimarcato poi Goldie in risposta al tono allarmato di lord Hylton – sono altamente efficaci per neutralizzare tank e blindati moderni” russi.

Putin: “L’Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari”

Immediata la reazione di Mosca. La Russia sarà costretta a reagire alle forniture occidentali di munizioni all’uranio, ha detto il presidente Vladimir Putin. “Stanno cercando di combattere questo conflitto non solo in teoria fino all’ultimo ucraino ma anche in pratica: l’Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari”, ha sottolineato.

Da parte sua, il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha detto che se la Gran Bretagna dovesse fornire munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina, “non c’è dubbio che finirà male” per Londra.

“Non sarei sorpreso da questo sviluppo, se questa (consegna) avvenisse effettivamente, ma non c’è dubbio che finirà male per loro”, ha detto Lavrov. Di queste forniture “non ne ho sentito parlare, ma non sarei sorpreso da nulla, perché hanno completamente perso il senso dell’orientamento riguardo alle loro azioni e al modo in cui minano la stabilità strategica in tutto il mondo”, ha affermato.

Ministro della Difesa russa: “Lo scontro nucleare è a pochi passi”

E dopo le dichiarazioni della Gran Bretagna sulle forniture di munizioni all’uranio impoverito all’Ucraina, lo scontro nucleare è “a pochi passi”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, citato dalla Tass.

“Le forniture di proiettili all’uranio impoverito a Kiev – aggiunge Shoigu – costringeranno Mosca a riflettere su come può rispondere. Questo ci porta a pensare seriamente all’ulteriore corso degli sviluppi e a come possiamo rispondere a questo. Il ministro della Difesa russo ha anche osservato che la NATO aveva già utilizzato tali munizioni “in Kosovo e in Serbia (ma anche in Iraq e Somalia, ndr), dove hanno bombardato massicciamente città pacifiche”, distruggendole e uccidendo migliaia di persone, senza che vi sia stata alcuna sanzione.

L’ambasciata russa nel Regno Unito mette in guardia Londra: “Gesto molto pericoloso. Alle porte un’escalation del conflitto”

L’ambasciata russa nel Regno Unito ha messo in guardia Londra dal spedire proiettili con uranio impoverito a Kiev. Secondo il commento dell’ambasciata, ottenuto dalla Tass, questo passaggio potrebbe causare un’escalation del conflitto e l’uso di tali munizioni potrebbe influire sulla salute della popolazione locale.

“Consideriamo i piani del Regno Unito, confermati ufficialmente dal Ministero della Difesa, di spedire proiettili con uranio impoverito in Ucraina come un passo che potrebbe causare un’escalation del conflitto. La radioattività, l’elevata tossicità e la minaccia cancerogena di tali armi sono ben conosciuti”, dice il documento. “Mettiamo in guardia Londra dal superare un’altra linea pericolosa nella sua maniacale aspirazione a ottenere la ‘sconfitta della Russia’”, ha sottolineato l’ambasciata russa a Londra.

Forte terremoto in Afghanistan, magnitudo 6.8

Un terremoto di magnitudo 6.8 ha colpito martedì sera il nord est dell’Afghanistan. Lo rende noto il Centro sismologico mediterraneo europeo (Emsc), insieme ad altri istituti nel mondo. La scossa si è verificata alle 21:17 ora locale di Kabul (le 17:17 ora italiana).

L’epicentro si trova a 48 chilometri a sud-ovest della città di Ishkashim, con una popolazione di oltre 12.000 abitanti, e a circa duecento km da Kabul. Il sisma, secondo i dati testimoniali, è stato avvertito in un ampio raggio, anche nei paesi vicini come il Tagikistan e Pakistan, di pochi chilometri al confine con il paese afghano.

Il sisma si è verificato ad alta profondità, oltre 170 km sotto la crosta terrestre. Al momento non si hanno notizie di eventuali danni a cose o persone.

Naufragio, testimone: Scafisti hanno cambiato rotta per poi sbattere su secca

Arrivati vicino alla costa, gli scafisti, visto che le condizioni del mare erano peggiorate, hanno iniziato a fare salire sulla plancia i migranti per prepararli allo sbarco ed hanno puntato verso la spiaggia.

Poi hanno visto delle luci a riva e pensando fosse la polizia hanno fatto una manovra repentina. Le onde alte però hanno fatto inclinare la barca che è andata a sbattere sulla secca. Lo ha raccontato al gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro uno dei superstiti al naufragio di Steccato di Cutro, Rohullah Kabiry, deponendo nell’incidente probatorio nell’inchiesta sul presunto scafista 17enne.

L’uomo, un cittadino afghano, ha raccontato che l’obiettivo degli scafisti era arrivare di notte per eludere i controlli delle forze dell’ordine, tant’è che il sabato si sono fermati al largo per riprendere la navigazione e arrivare nella notte di domenica 26 febbraio.

“Noi dicevamo di non ritardare – ha detto il teste – perché volevamo arrivare ma loro volevano arrivare la notte”. Inoltre ha riferito che gli scafisti avevano tolto a tutti i migranti i telefonini al momento dell’imbarco. “Ce li hanno restituiti in vista dello sbarco, ma non funzionavano perché gli scafisti avevano un dispositivo per disturbare le frequenze” ha aggiunto. I migranti, inoltre, più volte hanno chiesto agli scafisti di chiamare i soccorsi, anche in prossimità della costa, ma loro gli hanno risposto che non era necessario. “Non li hanno voluti chiamare neanche vicino alla costa”.

Una volta caduto in mare Kabiry ha detto di avere nuotato 20-30 minuti e di avere trovato a terra i carabinieri “che aiutavano le persone che uscivano dall’acqua a sedere”.

L’avv. Francesco Verri, del pool legale che assiste i familiari delle vittime, a conclusione dell’udienza ha definito significativo il particolare riferito dal superstite relativo alla volontà degli scafisti di arrivare di notte “perché, così come gli scafisti sanno che arrivando di notte si rendono meno riconoscibili, l’attenzione delle autorità di notte deve essere maggiore per la stessa speculare ragione”. (Ansa)

Naufragio, dopo tragedia superstiti hanno pagato viaggio della morte a trafficanti

Dopo la tragedia di Steccato di Cutro alcuni migranti sopravvissuti al naufragio avrebbero pagato l’organizzazione criminale con sede in Turchia il viaggio sul ‘caicco’ da Smirne fino alla Calabria, quindi dopo giorni dall’avvenuta strage.

E’ quanto emerge dalla deposizione in incidente probatorio di un naufrago che ha riferito che i sopravvissuti, si sono fotografati o sono stati fotografati dai familiari – su questo la testimonianza non sarebbe stata chiara – nel Cara di Isola Capo Rizzuto e “così i trafficanti hanno saputo chi era vivo” e che doveva pagare.

L’uomo ha detto di avere pagato per il viaggio 8.300 dollari vincolati: in caso di arrivo li avrebbero ricevuti tramite Money transfer.

 

 

Inaugurato murales a Diamante dedicato al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa

Inaugurato, questa mattina a Diamante (Cosenza), il murales realizzato dall’artista Agostino Cirimele e dedicato al Generale dei Carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, ucciso dalla mafia a Palermo nel lontano 3 settembre 1982. A scoprire il murales sono stati il comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale Pietro Salsano, il Prefetto di Cosenza, Vittoria Ciaramella e il Sindaco di Diamante, Ernesto Magorno.

Presenti le massime rappresentanze delle Forze dell’ordine, il presidente della Commissione anti ‘ndrangheta del Consiglio regionale, Pietro Molinaro, numerosi sindaci, autorità religiose, rappresentanti dell’Associazione nazionale carabinieri, altre associazioni e cittadini.

Per l’Amministrazione Comunale, – è scritto in una nota – oltre al sindaco, erano presenti il vicesindaco, Giuseppe Pascale; gli assessori Francesca Amoroso e Franco Suriano; il Consigliere comunale Ornella Perrone. La mattinata è proseguita al Cineteatro Vittoria, dove con grande successo si è esibita la Fanfara dei Carabinieri del 10° Reggimento Campania, magistralmente diretta dal maestro Luogotenente Luca Berardo e accompagnata da numerosi applausi.

A introdurre i temi dell’iniziativa e presentare l’iniziativa è stata la giornalista Marianna De Luca. È una giornata di cambiamento e di crescita – ha detto il sindaco Magorno – nel ringraziare e salutare i presenti – voluta affinché si rafforzi l’ideale ponte tra i cittadini e le istituzioni. Nella ricorrenza della ventottesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti – ha sottolineato il Prefetto Vittoria Ciaramella – è stato importante omaggiare attraverso l’arte e in un luogo simbolo chi come il Generale dalla Chiesa ha sacrificato la vita per combattere il malaffare.

Anche Il Generale Salsano, ha voluto ricordare la figura di Carlo Alberto dalla Chiesa e ringraziare la Città di Diamante, per l’omaggio che ha riservato alla memoria dell’indimenticato Generale dell’Arma e per l’accoglienza ricevuta oggi.

Particolarmente toccanti ed applauditi dal pubblico i contributi offerti dagli studenti dell’Istituto Comprensivo e dell’I.I.S.S. seguiti dai docenti Claudia Perrone e Anna Storelli: canzoni e riflessioni dedicate al tema della giornata e al ricordo generale dalla Chiesa.

Al termine targhe ricordo della giornata sono state consegnate al Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Divisione Pietro Salsano; al Prefetto di Cosenza, Dott.ssa Vittoria Ciaramella; alla Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri “Campania”; al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, Col. Giuseppe dell’Anna; al Questore di Cosenza, Michele Maria Spina; al Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Agatino Saverio Spoto; all’artista Agostino Cirimele; all’Istituto Comprensivo e all’I.I.S.S. di Diamante, rappresentate dalle Prof.sse Cinzia Campitelli e Anna Storelli.

Violenta rissa durante gara di calcio, Daspo fino a tre anni per 11 calciatori

Un momento della rissa in campo tra la “Virtus Rosarno” e il “Real Pizzo”

Sono undici i provvedimento di Daspo (Divieto di accesso a manifestazioni sportive), emessi dal Questore della Provincia di Reggio Calabria Bruno Megale, in occasione dell’incontro di calcio per il campionato di prima categoria girone C tra la squadra del “Virtus Rosarno” e quella del “Real Pizzo”, disputatosi lo scorso 27 novembre presso lo Stadio Comunale “Razza” di Rosarno.

Durante la partita, diversi calciatori di entrambe le società calcistiche hanno iniziato una violenta rissa in campo che ha costretto l’arbitro a sospendere temporaneamente l’incontro.

L’attività condotta nell’immediato dai poliziotti del Commissariato di Gioia Tauro, presenti allo stadio al momento dei disordini, e successivamente sviluppata attraverso l’analisi dei filmati e l’acquisizione delle dichiarazioni dei presenti al momento dei fatti, ha consentito di individuare i responsabili delle condotte violente in campo.

Al fine di scongiurare il perpetrarsi di episodi analoghi, in stretta collaborazione con la Divisione anticrimine della Questura di Reggio Calabria, sono stati emanati i provvedimenti di daspo, notificati nei giorni scorsi a otto giocatori della squadra di calcio “Virtus Rosarno”, per una durata da 1 a 3 anni ed a tre giocatori del “Real Pizzo”, per una durata da 1 a 2 anni.

“Con i provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive adottati, la Polizia di Stato ribadisce, ancora una volta, la ferma volontà – è scritto in una nota – di bandire, da tutte le manifestazioni sportive, ogni forma di violenza, reprimendo con fermezza ogni situazione di turbativa al mantenimento dell’ordine pubblico, con l’intento di educare tutti al rispetto dei valori del vivere civile e di recuperare la dimensione sociale dello sport da vivere come passione e divertimento”.

In 4 aggredirono a sprangate un tifoso della Paolana, arrestati dalla Polizia

Quattro persone sono state identificate e arrestate stamane dalla Polizia del Commissariato di Lamezia Terme perché ritenute responsabili del brutale pestaggio consumatosi lo scorso 11 febbraio ai danni di un tifoso della squadra di calcio della Paolana, al termine dell’incontro con la Promosport. Si tratta di 4 lametini di età compresa fra i 23 ed i 32 anni, di cui uno con precedenti e un daspo risalente al 2016. I reati contestati sono di lesioni, rapina aggravata dal fatto di essere commessa da più persone e dall’uso di armi.

In quell’occasione un sostenitore della squadra ospite, di 35 anni, al termine della gara, quando si apprestava, in compagnia di alcuni amici, a raggiungere la propria autovettura nel parcheggio antistante lo stadio, per far ritorno a casa, era stato accerchiato da un gruppo di persone ed aggredito al capo con una spranga e delle bottiglie.

Nella circostanza uno degli aggressori mordeva ad una mano il tifoso, per rapinarlo del proprio zaino, in cui custodiva, oltre al portafogli contenente denaro e documenti, uno striscione e la sciarpetta della squadra del cuore, probabilmente notati dagli stessi aggressori nel corso della partita.

Sul luogo dell’aggressione, nei pressi dello stadio “Rocco Riga”, erano intervenuti i poliziotti del Commissariato di pubblica sicurezza di Lamezia Terme per avviare le indagini anche attraverso le dichiarazioni della vittima, che intanto era stata trasportata in ospedale a causa del trauma cranico riportato.

La ricostruzione investigativa effettuata dagli agenti è stata condivisa dalla locale Procura della Repubblica che ha richiesto e ottenuto dal giudice presso il Tribunale di Lamezia Terme l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti degli indagati per i reati contestati.

Provincia di Cosenza, un anno di lavoro della presidente Succurro: “Guardiamo al futuro”

“In una gremita Sala degli Specchi, di fronte a un pubblico interessato e attento, la Presidente Rosaria Succurro ha tracciato un bilancio positivo del suo primo anno di mandato alla guida della Provincia di Cosenza”. Lo riporta una nota dell’Ufficio stampa della Provincia dopo la manifestazione per celebrare un anno dall’elezione alla presidenza della Provincia dell’attuale sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro.

«È passato un anno, ben 365 giorni dal 21 marzo 2022 in cui abbiamo iniziato questa bellissima esperienza. Era un giorno di primavera così come lo è oggi, l’inizio della rinascita – della bellezza, che è ciò con cui vogliamo attenzionare sempre le azioni che mettiamo in campo. In questo anno siamo riusciti a raggiungere tanti obiettivi, grazie ai miei consiglieri di maggioranza, ai dirigenti che ho scelto in autonomia, ai dipendenti che hanno risposto alle nostre sollecitazioni con impegno e passione. Grazie a voi tutti. Abbiamo dimostrato che la Provincia c’è e dà delle risposte, raggiunge dei risultati importanti».

Questo l’incipit di Rosaria Succurro, che ha anche ringraziato la stampa che con la sua presenza costante alle iniziative istituzionali dell’Ente consente ai cittadini di essere informati sulle iniziative e sui traguardi raggiunti.

Iniziative e traguardi importanti, ma anche progetti futuri per il «definitivo rilancio di un Ente che ha l’ambizione di tornare ad essere punto di riferimento per i Comuni e per i cittadini, e per dare un’immagine diversa della Provincia e delle risposte diverse- ha aggiunto la Presidente – attraverso tanti progetti importanti che riguardano la valorizzazione dei borghi e i giovani».

Questi i numeri presentati da Rosaria Succurro: sulla viabilità, 20 milioni di euro sono le risorse spese per offrire una rete stradale diversa e moderna: due milioni e mezzo per la manutenzione ordinaria; diciassette milioni e mezzo per la manutenzione straordinaria. Ben 180 milioni di euro per l’edilizia scolastica, per offrire ai nostri giovani scuole più sicure e luoghi dove possano crescere lontani dalle devianze: un obiettivo importante, di vera e propria ripartenza per il futuro, raggiunto in questo primo anno di attività. Inoltre, messo in campo un fondo di progettazione per il PNRR di 500mila euro, che avrà una ricaduta pari a 455 milioni di euro sulla nostra provincia.

«Risultati che sono andati oltre le più rosee previsioni e che sono stati possibili grazie a un’attenta interlocuzione con tutti gli attori politici, istituzionali e sociali del territorio», ha rimarcato la Presidente.

Un bilancio concreto, orientato a rilanciare un Ente che i cittadini sentono nuovamente vicino e che sanno che c’è: «una provincia bella come la nostra meritava grande attenzione, soprattutto in termini di valorizzazione e di turismo e tuttavia non si può parlare di turismo senza dare uno sguardo attento all’ambiente. Per questo attraverso i nostri uffici abbiamo lavorato anche in sinergia con il Presidente della Regione Calabria per rendere più sicuri i nostri mari, mettendo a disposizione la Polizia provinciale per il controllo delle foci dei fiumi e dei depuratori.
Il nostro impegno è stato ed è costante ed assiduo – ha così concluso i lavori la Presidente Succurro – ed immaginiamo anche di avere altre deleghe e quindi altre risorse. Sono convinta che dal Parlamento arriveranno risposte positive sulle necessità di restituire alle Province il ruolo che da sempre gli appartiene, ma nel frattempo continueremo a lavorare a testa bassa per lo sviluppo del nostro territorio».

Nascondeva la droga nel giardino di casa, giovane in manette

I Carabinieri di Sellia Marina (Catanzaro), nel corso di controlli antidroga, nei giorni scorsi hanno arrestato in flagranza di reato un 20enne del posto, trovato in possesso di sostanza stupefacente occultata all’interno del giardino della propria abitazione.

I militari dell’Arma infatti, avendo notato nei giorni precedenti, la presenza di assuntori di stupefacenti nei pressi dell’abitazione del giovane, hanno deciso di effettuare un’accurata perquisizione domiciliare con l’ausilio anche delle unità cinofili antidroga dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”.

Nel corso del controllo, il cane antidroga ha immediatamente segnalato alcuni punti nel giardino dell’abitazione dove, insieme alla spazzatura domestica, erano depositate delle buste in cellophane vuote, intrise di odore di cannabis. Poco dopo l’unità cinofila ha concentrato la sua attenzione su uno specifico punto del giardino ed ha iniziato a scavare consentendo il recupero di due barattoli in latta sotterrati, contenenti complessivamente 91 grammi di marijuana e 240 grammi di hashish suddivisi in 32 confezioni termosigillate.

Il 20enne, che fino a quel momento aveva dichiarato di non avere nulla di illegale in casa, ha consegnato agli operanti ulteriore materiale atto al confezionamento delle dosi ed una macchina per il sottovuoto.

In considerazione della ingente quantità di sostanza detenuta, e della modalità di confezionamento frazionato, l’uomo è stato dichiarato in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’arrestato, condotto presso i locali della caserma per le formalità di rito, è stato successivamente sottoposto agli arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

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