14 Ottobre 2024

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Sorpreso con oltre 1,3 kg di droga, 40enne in carcere

Nel pomeriggio di ieri, agenti della Polizia di Stato della Questura di Cosenza, impiegato in specifici servizi ad ampio raggio disposti dal Questore di Cosenza e volti al contrasto di forme di illegalità e del fenomeno dello smercio di droga in città, hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di droga, un quarantenne del posto, con precedenti.

Durante la perquisizione, eseguita presso il domicilio dell’arrestato, è stata rinvenuta e sequestrata sostanza stupefacente che, ad esito delle analisi speditive effettuate da personale della locale Polizia Scientifica, è risultata essere, Cocaina per un totale di 83,75 grammi, Hashish per un totale di 29,077 grammi e Marijuana per un totale di 1.293,49 grammi.

Nella circostanza è stato rinvenuto anche materiale per il confezionamento e per la pesatura nonché denaro contante per un totale di 550 euro in banconote di piccolo taglio, verosimilmente provento dell’attività di spaccio.

Parte della droga, rinvenuta all’interno di un appartamento, non è sfuggita all’infallibile fiuto del cane poliziotto delle Unità cinofile della Questura di Vibo Valentia, che ha segnalato la presenza della sostanza stupefacente all’interno di alcuni arredi presenti nel soggiorno e nella stanza da letto.

In considerazione della considerevole quantità e diversa tipologia di sostanza stupefacente rinvenuta e gli elementi univoci e concordanti che facevano presumere l’attività di spaccio, quali possesso di bilancino, materiale per la pesatura e la somma di denaro contante in piccolo taglio, il quarantenne è stato tratto in arresto per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ed associato alla locale casa circondariale su disposizione dell’autorità giudiziaria.

Molesta e palpeggia una ragazza, senegalese arrestato dai carabinieri

Violenza sessuale. Questa l’accusa con la quale i Carabinieri della Compagnia di Crotone hanno arrestato un cittadino senegalese senza fissa dimora, N.M., nei pressi della stazione ferroviaria della città pitagorica.

Nella mattinata del 27 marzo, i militari in servizio perlustrativo nel centro abitato di Crotone, sono stati attirati dalle urla di una giovane ragazza, la quale pochi istanti prima era stata affiancata dall’immigrato che, approfittando della sua distrazione, la stringeva a sé, palpeggiandole il fondo schiena, cercando poi di scappare.

I carabinieri, quindi, sono riusciti prontamente a bloccarlo poco distante dal luogo dove si sarebbe verificata la vicenda e, accompagnato in caserma si è scoperto che l’uomo non fosse nuovo a reati simili: difatti, si era già reso responsabile di medesime condotte, in altri territori, per le quali era stato denunciato – in stato di libertà – nel 2022.

L’indagato, riconosciuto dalla donna, è stato arrestato e successivamente condotto in carcere in attesa del giudizio per direttissima. Giudizio che si è tenuto ieri pomeriggio, all’esito del quale il giudice del Tribunale di Crotone ha convalidato l’arresto e lo ha condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa.

Verità nascoste sui decessi post-siero, i messaggi Aifa: “Zitti, sennò si uccide il vaccino”

Da Mario Giordano un altro servizio esclusivo sui documenti segreti dei vaccini durante l’ultima puntata di “Fuori dal coro“, andata in onda su Rete4 il 28 marzo. Il servizio di Marianna Canè parte dal gennaio 2022, quando il governo Draghi impose l’obbligo vaccinale agli over 50 e i lavoratori non vaccinati vengono sospesi. Tutti. Il provvedimento, assurdamente, vale anche per coloro che hanno già avuto il Covid e sono guariti, anche se per loro la vaccinazione potrebbe essere pericolosa avendo già avuto la malattia. E infatti anche l’Aifa sa che in quel momento vaccinare i guariti è pericoloso. La giornalista mostra dunque un documento esclusivo dell’Agenzia italiana del farmaco: “Ci sono segnalazioni su eventi avversi post vaccinali in persone già guarite dal Covid”.

Il documento risale al 15 gennaio 2021, quando la campagna vaccinale è appena partita e ci sono già diversi guariti che segnalano eventi avversi in seguito alla vaccinazione obbligatoria. Infatti l’Aifa nei suoi documenti interni scrive che “l’argomento è rilevante“. Tanti medici e tanti scienziati non allineati alla narrazione a senso unico, sottolineavano infatti che i guariti non avrebbero dovuto vaccinarsi. E hanno pagato caro le loro prese di posizione sulla base di chiare evidenze scientifiche. In pubblico, però, l’Aifa continua a tacere, anche se sui loro documenti interni sanno benissimo cosa sta succedendo. “Stanno arrivando anche a me molte richieste di parere su queste questioni, e aumenteranno quando i vaccinati riferiranno varie reazioni di vario tipo e grado quando si presenteranno per la seconda dose”.

“Sicuramente il fatto di aver avuto la malattia deve entrare nella valutazione rischio/beneficio”. Quindi all’Aifa, secondo questi documenti interni sui vaccini, sanno già che gli effetti avversi aumenteranno. Sanno che bisognerebbe considerare il rischio/beneficio della valutazione. Ma non dicono nulla. Perché? A settembre 2022 proprio “Fuori dal coro” chiese a Giovanni Rezza, direttore generale del ministero della Salute, per chiedere spiegazioni sui vaccini ai guariti. E lui rispose: “Ormai ci sono delle novità, per cui questo è un punto sotto revisione”. Ma come novità? Se lo sapevano già da gennaio 2021 come stavano le cose?! Perché allora hanno mentito? Perché hanno obbligato i guariti a vaccinarsi sottoponendoli a questi rischi?

Marianna Canè poi mostra un documento del 15 marzo 2021. In Europa era stato appena sospeso il vaccino Astrazeneca. L’Aifa avvia un’indagine e scrive: “Alla luce di quanto sopra riportato, appare evidente un eccesso di mortalità cardiovascolare per il vaccino Astrazeneca (a prescindere dai singoli lotti)”. Partono altre indagini, si sentono i pareri di altri esperti, poi interviene Nicola Magrini, l’allora direttore generale dell’Aifa, fedelissimo dell’ex ministro della Salute Speranza: “Mi sembra tutto molto, anzi troppa enfasi a eventi non correlati. Sono solo queste le possibilità? Così si uccide questo vaccino”. La preoccupazione del direttore generale dell’Aifa è quella di non uccidere il vaccino, eppure in quei giorni Astrazeneca veniva sospeso in Europa perché uccideva persone per “un eccesso di mortalità cardiovascolare”.

Aifa e i documenti interni: così hanno taciuto la verità
Dati che potevano persino essere sottostimati, come scrive la stessa Aifa nella bozza del quarto rapporto generale sulla sicurezza dei vaccini: “Il limite di tale valutazione ricade nella possibile sottosegnalazione di casi ad esito fatale”. Peccato che questa frase venga cancellata e mai pubblicata, come specificato nella nota a margine: “Ho provato a riformulare, ma sarei dell’idea di togliere”. E infatti nel rapporto pubblicato quella frase non c’è. Insomma, si cancellano i dati, non si considerano effetti avversi sui guariti, si preferisce mettere a tacere verità scomode come i decessi sottostimati. Ma perché tutto questo? Il dubbio viene: in questi anni di campagna vaccinale qual è stata la cosa più importante? Salvare le persone o salvare i vaccini?

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Visita del nuovo Prefetto Franca Ferraro alla Questura di Crotone

Questa mattina, il nuovo Prefetto della provincia di Crotone, Franca Ferraro, ha fatto visita alla Questura di Crotone, accompagnato dal Vicario Francesco D’Alessio.

Il Prefetto è stato accolto dal Questore Marco Giambra, che gli ha presentato alcuni dirigenti e funzionari responsabili di varie articolazioni.

Durante l’incontro, che si è svolto in un clima di grande cordialità, il Prefetto ha evidenziato l’importanza dello stretto e necessario rapporto di collaborazione tra le due istituzioni, Prefettura e Questura, di fondamentale valenza in una realtà territorialeinteressata da diverse problematiche.

Il Questore, dopo aver ringraziato il Prefetto per la visita, ha assicurato e rinnovato la collaborazione da parte del personale della Questura, nonché l’impegno della Polizia di Stato per la salvaguardia dei diritti dei cittadini, che risponde alle esigenze di sicurezza con la quotidiana attività al servizio della collettività.

Controlli del Nas di Catanzaro nelle mense scolastiche: la metà sono irregolari

I Carabinieri del Nas di Catanzaro hanno eseguito delle attività ispettive nelle province di Catanzaro e Vibo Valentia nell’ambito della campagna nazionale di controllo “mense scolastiche”, disposta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma.

Le ispezioni hanno interessato 13 aziende di ristorazione operanti all’interno di mense scolastiche di ogni ordine e grado, dagli asili nido agli istituti superiori, sia pubbliche che private. Il 53% delle ditte controllate ha evidenziato irregolarità.

Tra queste sono scaturite 3 violazioni penali e 7 amministrative, con conseguente irrogazione di sanzioni pecuniarie per un importo totale di 14.000 euro, contestate a causa di violazioni nella gestione degli alimenti in materia di autocontrollo alimentare e, in un caso, nella mancata rispondenza ai requisiti prestabiliti dai capitolati d’appalto. Inoltre, durante uno dei controlli, è stata disposta la sospensione di una cucina all’interno di una scuola materna per mancanza dei requisiti igienico-sanitari e strutturali.

Situazione particolare ha riguardato la denuncia di un gestore dei servizi mensa ritenuto responsabile di inadempienze in pubbliche forniture e di due altri gestori di servizi mensa ritenuti invece responsabili dell’inosservanza delle disposizioni normative sull’igiene e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

La maggior parte delle infrazioni ha riguardato aspetti sanzionatori amministrativi come le carenze strutturali dei locali e la non corretta attuazione del piano di autocontrollo.

Assenteismo, indagata dipendente pubblica insieme ad altri 6. Sequestro

I Finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – emesso dal giudice del Tribunale di Castrovillari su richiesta della locale Procura della Repubblica – a carico di una dipendente pubblica, in servizio presso un poliambulatorio medico di un Comune della provincia di Cosenza.

Le indagini – dirette dalla Procura della Repubblica di Castrovillari – sono state condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Montegiordano ed hanno riguardato ripetute condotte illecite di assenteismo dal servizio, perpetrate dal predetto pubblico dipendente. I Finanzieri hanno ricostruito – nel corso delle giornate di osservazione – numerosi e circostanziati episodi di assenteismo, di illegittimo ed ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza in servizio, da parte del pubblico dipendente, per un totale di circa 125 ore di servizio, di fatto mai effettuate.

Contravvenendo ai propri doveri, l’indagata, infatti, era solito allontanarsi dall’ufficio senza alcuna valida ragione lavorativa per esigenze di carattere personale, come, ad esempio, per recarsi presso un vicino centro commerciale, il proprio istituto di credito o per rientrare deliberatamente presso la propria abitazione nel corso dell’orario di servizio, sovente permanendovi alcune ore e, talvolta, omettendo l’intero turno pomeridiano di rientro.

All’esito dell’attività investigativa, il giudice ha disposto il sequestro delle somme, indebitamente percepite dalla dipendente, a titolo di retribuzione, per le prestazioni lavorative non effettivamente svolte, mentre altri sei soggetti, a vario titolo protagonisti delle condotte sopra descritte, risultano allo stato indagati a piede libero. I reati contestati sono quelli di “truffa aggravata ai danni dello Stato” e di “fraudolenta attestazione della presenza in servizio”, reato che comporta, tra l’altro, il licenziamento per giusta causa per i responsabili delle condotte assenteistiche.

Fallimenti e frodi fiscali nel vibonese: 5 arresti e 10 milioni di beni sequestrati

archivio

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e i Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione, nella mattinata odierna, all’Ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale, su richiesta del Procuratore Camillo Falvo e dei due sostituti che hanno coordinato le indagini in ogni fase, nei confronti di 7 indagati, 5 dei quali destinatari di misura cautelare personale, uno in carcere e 4 agli arresti domiciliari e tutti interdetti per 12 mesi dall’esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

I presunti autori delle condotte illecite sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e di bancarotta fraudolenta. È stato inoltre eseguito il sequestro preventivo di un’azienda attiva nel settore agricolo oltre a denaro e beni per un equivalente di oltre 10 milioni di euro.

Le indagini avviate a seguito del fallimento di una prima società operante in ambito ortofrutticolo e del successivo fallimento di ulteriori cinque attività produttive che, sulla base delle relazioni del curatore, sono state riconosciute come una estensione della prima. La Guardia di Finanza, attraverso accertamenti di natura economico finanziaria e l’utilizzo di esclusive banche dati dedicate e i Carabinieri, che si sono occupati delle attività tecniche per corroborare e riscontrare gli elementi raccolti, hanno raccolto quindi importanti riscontri circa l’esistenza di un sodalizio criminoso che avrebbe utilizzato le società in questione per condurre operazioni fittizie, distrazioni di beni che avrebbero portato al fallimento le stesse allo scopo di frodare l’erario e i creditori.

Nel complesso, la Guardia di Finanza ha stimato un ammontare di fatture per operazioni inesistenti pari a 37 milioni di euro, con un’evasione delle imposte pari a 7,7 milioni di euro
nonché debiti nei confronti dell’erario e dei creditori, per un ammontare di 15,8 milioni di euro.

‘Ndrangheta, depositata relazione Commissione di accesso al Comune di Rende

Il comune di Rende

È stata depositata in Prefettura a Cosenza la relazione della Commissione d’accesso antimafia al Comune di Rende, che aveva il compito di verificare l’eventuale presenza di condizionamenti o infiltrazioni mafiose nella gestione dell’amministrazione comunale.

La Commissione, composta da Antonio Reppucci prefetto a riposo, Giuseppe Zanfini dirigente del Commissariato di Polizia di Paola e Dario Pini comandante del Reparto operativo del Comando provinciale Carabinieri di Cosenza, ha concluso il lavoro avviato lo scorso 30 settembre 2022 a seguito dell’operazione denominata “Reset”, coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, che ha coinvolto, tra gli altri, il sindaco Marcello Manna.

Il prefetto Vittoria Ciaramella nei prossimi giorni convocherà un comitato al quale parteciperanno le Procure di Catanzaro e di Cosenza. Al termine, la prefetta, valutato il contenuto della relazione, invierà una propria relazione al Ministero che poi dovrà determinarsi entro 45 giorni.

Naufragio, trasferite tutte le bare di migranti dal Palamilone

Il Palamilone di Crotone, divenuto camera ardente per le vittime del naufragio del barcone del 26 febbraio a Steccato di Cutro, non ospita più bare.

Il trasferimento delle ultime salme rimaste è stato completato nel tardo pomeriggio. La struttura, così come aveva detto il nuovo prefetto Franca Ferrara è stato così restituito al Comune.

La bara bianca con la sigla KR16M0 che accoglie il corpicino di un neonato è stata portata nel cimitero di Crotone dove verrà tumulata. Due salme sono partite alla volta di Pakistan mentre altre nove sono state portate a Cutro, in due locali del cimitero vecchio.

Legalità, incontro tra Istituto tecnico “Brutium” e l’Arma dei Carabinieri

In data odierna, in Cosenza, presso l’Aula magna del Polo Tecnico scientifico “Brutium”, alla presenza della Dirigente Scolastica Prof.ssa Rosita Paradiso e del Comandante Provinciale Carabinieri di Cosenza, Colonnello Agatino Saverio Spoto, si è tenuto un incontro con gli studenti dell’istituto scolastico focalizzato sulla cultura della legalità costituente parte integrante del più ampio progetto “La Giustizia adotta la Scuola”, diffuso su scala nazionale nell’ambito di un protocollo d’intesa tra l’Arma dei carabinieri e la Fondazione Vittorio Occorsio.

La Fondazione s’ispira ai principi di fedeltà alla Repubblica, di legalità, di onestà, di etica del servizio, di autonomia dell’ordine giudiziario, di eguaglianza di fronte alla legge, di libertà nell’esercizio dei diritti, di diligenza nell’adempimento dei doveri contro ogni forma di sopruso, abuso e sopraffazione: nasce nel ricordo di Vittorio OCCORSIO, magistrato della Repubblica Italiana, medaglia d’oro al valor civile, vittima di un attentato terroristico dell’organizzazione neo-fascista “Ordine Nuovo” avvenuto a Roma il 10 luglio 1976.
L’obiettivo del progetto e insieme il metodo formativo rivolto agli studenti è conoscere la storia degli “Anni di Piombo”, attraverso incontri con esponenti dell’Arma dei carabinieri e della Magistratura, favorendo la riflessione e la rielaborazione concettuale dei temi proposti, da parte degli studenti, attraverso elaborati finali attinenti ai temi proposti.

Il metodo presenta, pertanto, un doppio profilo: quello dell’approfondimento del contesto storico di riferimento, legato alla lotta al terrorismo degli Anni di Piombo, e quello di provenire da uno o più soggetti attori nella repressione del crimine, la cui esperienza diretta è quindi di ulteriore interesse per gli studenti, che possono così apprendere gli esempi di ieri e unire ad essi gli esempi di oggi.

Nel corso dell’incontro i relatori, moderati dalla Prof.ssa Alessandra Caruso, hanno trattato le più importanti e ramificate fenomenologie criminali di carattere eversivo terroristico e connesse con la criminalità organizzata di tipo mafioso. Il Capitano Giovanni Blandino, Ufficiale del ROS, ha tratteggiato la storia dei movimenti eversivi di estrema destra e sinistra con particolare riferimento alla loro evoluzione ed alle indagini che hanno consentito il riconoscimento dei movimenti e la disarticolazione delle loro strutture portanti, evidenziandone le differenze con il terrorismo internazionale di matrice anarchica informale e di tipo “confessionale”.

A seguire, ha preso la parola il Ten. Col. Dario Pini, Comandante del Reparto Operativo Carabinieri di Cosenza esplicitando agli studenti le strutture delle consorterie mafiose più importanti sul piano nazionale, camorra, cosa nostra e ‘ndrangheta, ed evidenziando il metodo investigativo ideato dal Generale C.A. Carlo Alberto Dalla Chiesa ed utilizzato tanto per il contrasto al terrorismo quanto per la lotta al crimine organizzato. Infine il Col. Zavattaro, Comandante del RIS di Messina, ha trattato le più sofisticate attività investigative di carattere tecnico scientifico sul piano dattiloscopico, chimico, biologico e video/fotografico a supporto dei Reparti Investigativi dell’Arma dei Carabinieri e dell’intero comparto giustizia. L’evento si è arricchito con le numerose domande degli oltre 200 studenti partecipanti, i quali hanno dimostrato grande curiosità per le tematiche proposte a testimonianza dell’alto valore riconosciuto al dialogo ed alla formazione scaturita dalla collaborazione inter-istituzionale tra la Scuola, la Fondazione Occorsio e l’Arma dei Carabinieri.

Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Rosita Paradiso, che ha sempre valorizzato ed accolto attività curriculari ed extra curriculari aventi la finalità di arricchire l’offerta formativa dei propri alunni anche nello spirito “educante” promuovendo “riflessioni culturali” dagli ampi contenuti valoriali, in conclusione ha manifestato la sua grande soddisfazione per il significativo contributo offerto dalla Fondazione Vittorio Occorsio e dai referenti dell’Arma dei Carabinieri nell’approfondire le problematiche proposte precisando come “la scuola non può che rivestire un ruolo sempre più centrale nella diffusione trai i giovani della cultura della legalità e del valore della convivenza civile poiché è primaria palestra di esercizio della democrazia, è dialogo e confronto che rende unico e significativo il contributo di ognuno nel costruire orizzonti comuni e decidere sempre in senso democratico”.

Ucraina, Orsini sulle Armi nucleari. “Le mosse di Putin e la cecità colpevole di Nato e Ue”

di Alessandro Orsini

Putin trasferisce testate nucleari in Bielorussia giacché il loro uso richiede quattro condizioni necessarie ancorché insufficienti. La prima condizione è materiale: le testate nucleari devono essere posizionate in un sito vicino all’Ucraina che ne favorisca il lancio. La seconda è giuridica: Putin deve costruire un quadro normativo che giustifichi l’uso delle armi nucleari. A tal fine, ha annesso, oltre alla Crimea, Zaporizhzhia, Kherson, Donetsk e Lugansk. La dottrina russa giustifica l’uso dell’arma nucleare per difendere il territorio nazionale.

La terza condizione è psicologico-sociale. Putin deve ottenere il consenso della popolazione. Da questo punto di vista, l’enorme impegno profuso dalla Nato in Ucraina, la retorica estremista di Stoltenberg che giura che l’Ucraina aderirà alla Nato dopo avere sconfitto la Russia sul campo, la designazione della Russia come Stato sponsor del terrorismo da parte del Parlamento europeo e il mandato di cattura contro Putin spiccato dalla Corte penale internazionale, promuovono la costruzione del clima interno favorevole al gesto estremo.

I media dominanti in Italia rappresentano queste mosse come gesti rivolti soltanto contro Putin, mentre i russi le interpretano come attacchi contro tutti loro. La Nato dichiara di combattere contro Putin, ma i russi ritengono che combatta contro la loro patria. La quarta condizione è la rassicurazione della Casa Bianca, peraltro già incassata, che gli Stati Uniti non replicherebbero con l’arma nucleare contro il territorio russo.

Finora ho elencato le condizioni necessarie per l’uso dell’arma nucleare. Domandiamoci che cosa manchi per arrivare al giorno più tragico della storia d’Europa. Manca che la Russia venga a trovarsi davanti alla prospettiva di una sconfitta certa. La mia tesi è che, ove una simile circostanza si verifichi, la Cina entrerebbe in guerra al fianco della Russia interpretando la guerra in Ucraina e quella eventuale a Taiwan come un’unica guerra contro l’imperialismo americano.

Fino a quando sarà possibile, Putin cercherà di vincere la guerra con le armi convenzionali. Nella logica cinese, gli Stati Uniti non devono vincere contro la Russia affinché non pensino di vincere contro la Cina. Soltanto un’alleanza militare Russia-Cina può bilanciare lo strapotere del blocco occidentale.

I giornalisti italiani che sostengono le politiche della Casa Bianca esortano a non dare credito alle minacce di Putin. A loro dire il trasferimento delle testate nucleari in Bielorussia è un bluff. Il problema è che avevano considerato un bluff anche la minaccia dell’invasione. Ecco la mia conclusione sotto forma di regolarità: il pericolo che il regime russo usi l’arma nucleare è inversamente proporzionale ai suoi successi sul campo. Se i secondi diminuiscono, il primo aumenta e viceversa.

Siccome è solare che Putin userebbe il nucleare in caso di necessità, perché i media dominanti in Italia lo negano? La risposta è semplice: per creare consensi intorno alle politiche di Biden in Ucraina. Gli italiani devono essere rasserenati per ridurre il rischio delle proteste popolari. E se poi la Russia usasse il nucleare? Semplice: Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Foglio, Giornale, Libero e Radio 24 incentrerebbero il dibattito pubblico sulla condanna morale dell’arma nucleare da parte della Russia per impedire di discutere le enormi responsabilità di Ursula vor der Leyen e Roberta Metsola – due spaventose nullità politiche – nella corsa verso la catastrofe.

Il governo stanzia fondi per il caro bollette

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e dei ministri dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e della salute Orazio Schillaci, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese. Ecco il comunicato di Palazzo Chigi

AGEVOLAZIONI IN MATERIA ENERGETICA
Le norme stabiliscono che, per il secondo trimestre dell’anno 2023, le agevolazioni relative alle tariffe per la fornitura di energia elettrica riconosciute ai clienti domestici economicamente svantaggiati ed ai clienti domestici in gravi condizioni di salute e la compensazione per la fornitura di gas naturale per le famiglie economicamente svantaggiate, siano rideterminate dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA), tenendo conto dei risparmi derivanti dall’effettivo utilizzo delle risorse destinate al contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nei settori elettrico e del gas naturale per l’anno 2022.

Si riducono l’IVA (al 5% anziché al 10%) e gli oneri generali nel settore gas per il secondo trimestre dell’anno 2023. Inoltre, a decorrere dal 1° ottobre e fino al 31 dicembre 2023, ai clienti domestici residenti si riconosce un contributo mensile (erogato in quota fissa e differenziato in base alle zone climatiche) laddove il prezzo del gas superi specifiche soglie.

Fino al 30 giugno 2023, si prevede un contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, in favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Qualora il prezzo della componente energetica, calcolato sulla base della media riferita al primo trimestre 2023, al netto delle imposte e degli eventuali sussidi, abbia subito un incremento del costo per kWh superiore al 30 per cento del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019.

Alle imprese a forte consumo di energia elettrica, tale contributo è riconosciuto come credito di imposta in percentuale delle spese sostenute per la componente energetica nel secondo trimestre 2023 (anche nel caso di energia elettrica prodotta e autoconsumata); alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kW, diverse dalle imprese a forte consumo di energia elettrica, il contributo è riconosciuto in misura percentuale della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica, effettivamente utilizzata nel secondo trimetre 2023. Qualora il prezzo di riferimento del gas naturale, calcolato come media, riferita al primo trimestre dell’anno 2023, dei prezzi di riferimento del mercato infragiornaliero (MI-GAS) pubblicati dal Gestore dei mercati energetici, abbia subito un incremento superiore al 30 per cento del corrispondente prezzo medio riferito al medesimo trimestre dell’anno 2019, alle imprese a forte consumo di gas naturale è riconosciuto un contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in percentuale della spesa sostenuta per l’acquisto del gas consumato nel secondo trimestre dell’anno 2023, per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici; alle imprese diverse da quelle a forte consumo di gas naturale il contributo è riconosciuto in percentuale della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, per usi diversi da quelli termoelettrici.

I crediti d’imposta dei quali le imprese possono beneficiare sono utilizzabili esclusivamente in compensazione entro la data del 31 dicembre 2023, non concorrono alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) e sono cumulabili con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’IRAP, non porti al superamento del costo sostenuto. I crediti d’imposta, inoltre, sono cedibili dalle imprese beneficiarie, solo per intero, in favore anche di istituti di credito e altri intermediari finanziari, senza facoltà di successiva cessione (fatta salva la possibilità di due ulteriori cessioni effettuate a favore di banche e intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario ovvero imprese di assicurazione autorizzate ad operare in Italia).

SALUTE
Si introducono disposizioni per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici, con l’istituzione di un fondo presso il Ministero della salute per l’assegnazione di una quota da assegnare a ciascuna regione e provincia autonoma, determinata in proporzione agli importi complessivamente ad esse spettanti per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, da utilizzare per gli equilibri dei servizi sanitari regionali dell’anno 2022. Fermo restando l’obbligo del versamento della quota integrale per il ripiano del superamento del tetto di spesa a favore delle regioni e delle province a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici che non rinunciano al contenzioso attivato, si prevede che le aziende che non abbiano attivato alcun contenzioso o abbiano rinunciato al contenzioso attivato, possano versare entro il 30 giugno 2023, la restante quota nella misura pari ad una percentuale inferiore a quella prevista dalla legislazione vigente dell’importo indicato nei provvedimenti regionali e provinciali. L’IVA indicata nei versamenti effettuati dalle aziende fornitrici di dispositivi medici ai fini del contenimento della spesa dei dispositivi medesimi a carico del Servizio sanitario può essere portata in detrazione scorporando la medesima dall’ammontare dei versamenti effettuati.

Per sopperire alla carenza di organico, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale possono affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici esclusivamente nei servizi di emergenza-urgenza ospedalieri, per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga. Inoltre, non può richiedere la ricostituzione del rapporto di lavoro con il Servizio sanitario nazionale il personale sanitario che interrompa volontariamente il rapporto di lavoro dipendente con una struttura pubblica per prestare la propria attività presso un operatore economico privato che fornisce i servizi medici ed infermieristici alle aziende e gli enti dell’SSN.

Le aziende e gli enti del SSN, per l’anno 2023, possono ricorrere alle cosiddette “prestazioni aggiuntive” (tipologie di attività libero professionale intramuraria) per le quali la tariffa oraria fissata dal CCNL di settore (pari a euro 60,00), può essere aumentata sino a euro 100 lordi, nei limiti delle risorse disponibili, di cui si prevede tuttavia un incremento per ciascuna regione.

Sino al 31 dicembre 2025, si prevede una specifica procedura per l’accesso alla dirigenza medica del SSN nella disciplina di Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per il personale medico che, nel periodo tra il 1° gennaio 2013 e il 30 giugno 2023, abbia maturato, presso i servizi di emergenza-urgenza del SSN, almeno tre anni di servizio, anche non continuativo, o abbia svolto un determinato numero di ore di attività (pari ad almeno tre anni di servizio). Inoltre, si prevede la possibilità per i medici in formazione specialistica di assumere, su base volontaria e al di fuori dall’orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali presso i servizi di emergenza-urgenza ospedalieri del SSN, per un massimo di 8 ore settimanali. Per il personale, dipendente e convenzionato, operante nei servizi di emergenza-urgenza e in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato si prevede la possibilità di chiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da orario pieno a orario ridotto o parziale, in deroga ai contingenti previsti dalle disposizioni vigenti, fino al raggiungimento del limite di età pensionabile.
Infine, si modifica il codice penale inasprendo la sanzione per le lesioni personali quando la persona offesa è esercente una professione sanitaria o sociosanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio.

ADEMPIMENTI FISCALI
Si interviene sulla disciplina dell’adesione agevolata e definizione agevolata degli atti del procedimento di accertamento, prorogando i termini previsti per la definizione in acquiescenza e prevedendo che possano essere definiti in acquiescenza gli atti non impugnati e ancora impugnabili al 1° gennaio 2023, divenuti definitivi per mancata impugnazione nel periodo compreso tra il 2 gennaio e il 31 gennaio.

Si prevede altresì di estendere la conciliazione agevolata introdotta con la legge di bilancio 2023 alle controversie pendenti al 31 gennaio 2023, in luogo del 10 gennaio 2023, innanzi alle corti di giustizia tributaria di primo e di secondo grado. Per gli avvisi di accertamento e gli atti di rettifica e liquidazione definiti in acquiescenza nel periodo tra il 2 gennaio e il 31 gennaio 2023, gli importi dovuti possono essere rideterminati in base alle disposizioni della legge di bilancio su riduzione delle sanzioni e pagamento rateale. Si specifica che la definizione agevolata prevista dalla legge di bilancio, relativamente ai processi verbali di constatazione consegnati entro il 31 marzo 2023, si applica anche all’accertamento con adesione relativo ai provvedimenti impositivi notificati dopo tale data ed emessi sulla base delle risultanze dei predetti processi verbali.

Si disciplina la regolarizzazione degli omessi pagamenti di rate a seguito di acquiescenza, accertamento con adesione, reclamo o mediazione e conciliazione giudiziale. In particolare viene precisato che, per accedere alla regolarizzazione, l’assenza della notifica della cartella di pagamento o dell’avviso di intimazione debba riferirsi alla data di entrata in vigore dell’ultima legge di bilancio, che ha introdotto tale istituto.

Si modificano i termini previsti dalla legge di bilancio per l’accesso ad alcune delle misure definitorie previste; in particolare:

viene rinviato al 31 ottobre 2023, in luogo del 31 marzo 2023, il termine di versamento della prima rata previsto per la regolarizzazione delle violazioni di natura formale;
vengono modificati i termini per l’accesso al cosiddetto “ravvedimento speciale”;
sempre in relazione al ravvedimento speciale, si prevede che la regolarizzazione debba essere perfezionata, in luogo del 31 marzo 2023, entro la data del 30 settembre 2023.
Si modifica anche i termini previsti per la definizione agevolata delle controversie tributarie, la conciliazione agevolata e la rinuncia agevolata dei giudizi tributari pendenti innanzi alla Corte di cassazione.

Si introduce una interpretazione autentica delle norme della legge di bilancio sulla regolarizzazione (ravvedimento speciale) delle dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti: sono escluse dal ravvedimento speciale le violazioni rilevabili in sede di controllo automatico delle dichiarazioni dei redditi e di dichiarazioni IVA, nonché quelle definibili mediante la regolarizzazione delle violazioni formali.

Si prevedono cause speciali di non punibilità di alcuni reati tributari (omesso versamento di ritenute dovute o certificate per importo superiore a 150.000 euro per annualità, omesso versamento di IVA di importo superiore a 250.000 euro per annualità, indebita compensazione di crediti non spettanti superiore a 50.000 euro), in particolare quando le relative violazioni sono correttamente definite e le somme dovute sono versate integralmente dal contribuente secondo le modalità previste.

Si integra la dotazione del fondo destinato alle politiche di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, istituito nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno 2023, di 44 milioni di euro.

Si istituisce il Fondo per le vittime dell’amianto, in favore dei lavoratori – nonché, in caso di decesso, nei confronti dei loro eredi – di società partecipate pubbliche che hanno contratto patologie asbesto-correlate durante l’attività lavorativa prestata presso i cantieri navali per i quali hanno trovato applicazione le disposizioni sul trattamento straordinario di integrazione salariale e sul pensionamento anticipato (lavoratori occupati in imprese che utilizzano ovvero estraggono amianto, impegnate in processi di ristrutturazione e riconversione produttiva).

Esce dal supermarket si accascia e muore, tragedia nel Bergamasco

Un uomo di 49 anni, Domenico Criscuolo, è morto martedì pomeriggio 28 Marzo in seguito a un malore improvviso accusato all’uscita di un market dove era stato a fare compere.
La tragedia è successa in via Giuseppe Verdi, a Canonica d’Adda, nel Bergamasco.

Secondo quanto scrive il quotidiano online “Prima Treviglio”, l’uomo uscendo dal ‘Conad’ si è accasciato in strada all’improvviso. Ad accorgersi di quanto stava accadendo sono stati alcuni passanti che hanno immediatamente chiamato il 112.

Sul posto si sono portate l’automedica e un’ambulanza della Croce bianca di Capriate San Gervasio.

Nonostante i tentativi di rianimare l’uomo, però non c’è stato nulla da fare. La vittima era già deceduta probabilmente per un infarto fulminante. Sul posto oltre ai sanitari, sono intervenuti, per i rilievi del caso, anche i carabinieri della Compagnia di Treviglio.

Va in pizzeria e si accascia a terra, giovane muore a 23 anni

Un ragazzo di 23 anni, Saverio Loiacono, è morto domenica sera in seguito a un malore improvviso mentre era nella pizzeria di famiglia.

Il dramma è successo in Puglia, a Triggiano, centro della città metropolitana di Bari. Secondo quanto raccontano i media locali, il giovane, figlio del proprietario di una pizzeria in loco, era andato nel locale per prendere delle pizze da portare a casa, quando all’improvviso si è accasciato a terra perdendo i sensi.

Allertati i sanitari del 118, i medici accorsi sul posto hanno tentato di rianimarlo ma purtroppo senza successo. Non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Probabilmente il ragazzo è stato stroncato da un infarto.

La Gazzetta del Mezzogiorno scrive che il ragazzo era noto a Triggiano per la sua attività di dj e videomaker. Incredulità viene espressa dagli amici rimasti sconvolti per la scomparsa di Saverio Loiacono. “Non ci sono parole, la vita è ingiusta carissimo Saverio, rimarrai sempre nei nostri cuori, sarai sempre il nostro fotografo”, viene ricordato nei social.

“A 23 anni non si può morire” scrive un altro, che ricorda l’entusiasmo di Saverio e la passione per il suo lavoro. E ancora: “Non ci sono parole per descrivere tutto questo, preferisco tenermi strette tutte le avventure passate insieme. Avevamo ancora tanto da raccontare!”.

La Cassazione francese dice ‘no’ all’estradizione di 10 terroristi ex Br

La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo in Italia.

“La Corte di Cassazione – si legge nel dispositivo annunciato oggi a Parigi sull’estremo ricorso contro il rifiuto di estradare i 10 ex Br in Italia – respinge i ricorsi presentati dal procuratore generale presso la Corte d’Appello di Parigi contro le decisioni della Corte d’Appello, ritenendo che i motivi addotti dai giudici, che discendono dal loro apprezzamento sovrano, sono sufficienti”. La Cassazione conclude che “il parere sfavorevole sulle richieste sfavorevoli alle richieste di estradizione è, in considerazione di ciò, definitivo”.

Il rifiuto di accogliere il ricorso alla Corte di Cassazione sull’estradizione di 10 ex militanti di estrema sinistra italiani, in gran parte ex delle Brigate rosse, rifugiati in Francia dopo gli “anni di piombo”, era atteso.

Per i 10 , di cui 8 uomini fra i quali Giorgio Pietrostefani, condannato per l’omicidio Calabresi, e 2 donne (le ex Br Marina Petrella e Roberta Cappelli), il tribunale francese aveva già negato, il 29 giugno dello scorso anno, l’estradizione chiesta dall’Italia. La presidente della Chambre de l’Instruction aveva motivato il rifiuto con il rispetto della vita privata e familiare e con il diritto a un processo equo, garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, il giorno dopo, aveva però affermato che “quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia”. Di conseguenza, il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rémy Heitz, in rappresentanza del governo, aveva immediatamente presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, ritenendo necessario appurare se gli ex terroristi condannati in Italia in contumacia beneficeranno o meno di un nuovo processo se la Francia li consegnerà. Lo stesso procuratore contestava la decisione del tribunale sulla presunta violazione della vita privata e familiare degli imputati.

“Quanto mi fa godere la Cassazione francese…”. Questo il commento su Facebook di Enrico Galmozzi, fondatore delle Brigate combattenti di Prima Linea, alla decisione dei giudici di Parigi di confermare il rifiuto all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo in Italia. Galmozzi è stato condannato per gli omicidi dell’avvocato Enrico Pedenovi e del poliziotto Giuseppe Ciotta.

REAZIONI CONTRASTANTI NEI PARENTI DELLE VITTIME
“Qual è la mia reazione…? sono dei disgraziati, perché non c’è giustizia così!. E’ tuttavia una decisione che ci aspettavamo dalla Francia”. Così Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso nel 1997 in Veneto ad opera dei Proletari Armati di Cesare Battisti, commenta il rifiuto della Cassazione francese all’estradizione dei 10 ex Br degli anni di piombo. “Ci dicano allora, i giudici, quali sono i colpevoli? Ci sono dei morti sulla coscienza di queste persone”, conclude Sabbadin.

“Ormai sono passati più di 47 anni, la pena in sé mi interessa fino a un certo punto. Trovo anche giusto ciò che ha fatto la Cassazione francese. Bisogna ragionare nei termini di restituire un po’ di verità sulle vicende: la vera partita non è l’estradizione quanto misurare se queste dieci persone daranno un contributo per capire quanto è successo in quegli anni”. Così Alberto Di Cataldo, figlio di Francesco, il maresciallo ucciso a Milano dalle Br il 20 aprile 1978, commenta la sentenza della Cassazione francese che ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei dieci ex Br.

“Era un’illusione aspettarsi qualcosa di diverso e (parere personale) vedere andare in carcere queste persone dopo decenni non ha per noi più senso. Ma c’è un dettaglio fastidioso e ipocrita: la Cassazione scrive che ‘i rifugiati in Francia si sono costruiti da anni una situazione famigliare stabile (…) e quindi l’estradizione avrebbe provocato un danno sproporzionato al loro diritto a una vita privata e famigliare’. Ma pensate al danno sproporzionato che loro hanno fatto uccidendo dei mariti e padri di famiglia. E questo è ancora più vero perché da parte di nessuno di loro c’è mai stata una parola di ravvedimento, di solidarietà o di riparazione. Chissà…”. Così il giornalista Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi assassinato nel ’72, commenta la Cassazione francese che ha confermato il rifiuto all’estradizione dei dieci ex Br.

“È una vergogna che non ha fondamento giuridico. Io e la mia associazione facciamo appello al ministro Nordio affinché la giustizia italiana intervenga. E chiedo alla Francia: se fosse successa la stessa cosa al contrario con le vittime del Bataclan?”. Così Roberto Della Rocca, uno dei sopravvissuti agli attentati delle Brigate rosse, commenta la sentenza della Cassazione francese, che ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei dieci ex Br. Della Rocca, che è anche presidente dell’Associazione nazionale vittime del terrorismo, lavorava per Fincantieri nel 1980 quando fu ferito a Genova durante un attentato delle Br.

NORDIO – “Ho vissuto da pm in prima persona quegli anni drammatici e oggi il mio primo commosso pensiero non può che essere rivolto a tutte le vittime di quella sanguinosa stagione e ai loro familiari, che hanno atteso per anni, insieme all’intero Paese, una risposta dalla giustizia francese. Faccio pertanto mie le parole di Mario Calabresi, figlio del commissario ucciso 51 anni fa, nella speranza che chi allora non esitò ad uccidere ora “senta il bisogno di fare i conti con le proprie responsabilità e abbia il coraggio di contribuire alla verità”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in una nota in cui prende atto della decisione. (Ansa)

Bambina di 6 anni muore per una miocardite fulminante

Una bambina di 6 anni, Maria Isabela Lisaru, di Piacenza, è morta lo scorso fine settimana a causa di una miocardite acuta. Lo ha fatto sapere l’Azienda sanitaria della città emiliana, citata da alcuni media, che ha chiarito come la bambina, nel tardo pomeriggio di venerdì, è stata portata in Pronto soccorso pediatrico a Piacenza, accompagnata dai suoi familiari perché si sentiva molto male.

Viste le condizioni gravi della bambina, è stato disposto il trasferimento all’ospedale Niguarda di Milano, ma ogni tentativo di salvarla è risultato vano. E’ deceduta nella notte tra venerdì e sabato. La bimba, domenica avrebbe dovuto esibirsi con il coro della sua scuola.

La piccola Maria Isabela, era nata a Piacenza ed era figlia di una famiglia di origine romena. In base a quanto è stato riferito dall’Ausl di Piacenza, le condizioni della bambina sono apparse molto critiche, con una funzionalità cardiaca severamente compromessa. I sanitari hanno quindi organizzato un trasporto d’urgenza verso l’ospedale Niguarda di Milano, per sottoporre la bambina a Ecmo (macchinario salvavita, ndr), l’unica tecnica possibile per supportare in casi come questi le funzioni vitali mediante circolazione extracorporea.

Deferita la Reggina calcio per i mancati pagamenti degli stipendi

stadio reggio calabria Granillo

La Reggina Calcio 1914 è stata deferita in relazione al mancato rispetto della scadenza del 16 febbraio per il pagamento delle competenze dovute. È stata la stessa società a darne notizia in un comunicato nel quale si esprime fiducia sulla possibilità che il Club possa, nelle sedi competenti, “dimostrare l’assoluta correttezza del percorso intrapreso già davanti al Tribunale Federale Nazionale della Figc.

Continuiamo – conclude la società amaranto – a operare nel rispetto delle regole per garantire la solidità della società e la trasparenza dello sport”.

Con l’avvento della gestione da parte dell’imprenditore Felice Saladini, la Reggina aveva concordato con il Tribunale di Reggio Calabria, sezione fallimentare, un piano di ristrutturazione dei debiti pregressi. Debiti che la nuova proprietà aveva deciso di affrontare e di accollarsi per dare continuità alla società e chiudere ogni collegamento con il passato.

La Procura Federale ha avviato l’indagine relativa alla Reggina 1914, ed ai legali rappresentanti all’epoca dei fatti Marcello Maria Orione Cardona e Paolo Castaldi, in merito alle segnalazioni Covisoc sul mancato pagamento in favore di diversi tesserati degli emolumenti di novembre e dicembre 2022, previsti entro il termine del 16 febbraio 2023; e al mancato versamento delle ritenute Irpef relative alle stesse mensilità entro lo stesso termine. (ansa)

Cosenza, la Polizia arresta un pusher e un ladro

Questura di Cosenza

Sabato mattina 25 marzo, un 42enne è stato tratto in arresto perché ad un posto di controllo della Polizia cosentina è stato trovato in possesso di sostanza stupefacente.

Ad un posto di blocco, l’uomo ha cercato di  eludere il controllo ma il movimento repentino della sua auto è stato notato dai poliziotti che lo hanno raggiunto dopo un breve inseguimento.

Sottoposto a perquisizione personale, l’uomo è stato trovato in possesso di circa 7 grammi di cocaina, nove grammi di marjuana e  5 grammi di hashish, nonché di tre bilancini di precisione e svariato materiale per il confezionamento dello stupefacente.

Il soggetto, quindi, veniva  tratto in arresto, e su disposizione della Procura della Repubblica di Cosenza è stato posto agli arresti domiciliari.

Arrestato anche un ladro
Venerdì scorso, invece, è stato perpetrato un furto presso un negozio del centro di Cosenza, dove, dopo essere stata infranta la vetrina, sono state sottratte attrezzature professionali, un i-phone, ed i soldi rimasti nella cassa.

A seguito di una segnalazione pervenuta sull’utenza 113, le Volanti della Questura bruzia avviavano le indagini che permettevano di individuare un soggetto, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Gli agenti provvedevano ad effettuare una  perquisizione domiciliare e  personale, trovando tutta la refurtiva.

L’uomo è stato quindi posto agli arresti domiciliari in attesa di giudizio per  direttissima e su, richiesta della locale Procura, sottoposto all’obbligo di firma.

Resti umani trovati nel cimitero di Zumpano. Sindaco: “Fare chiarezza”

Resti umani rinchiusi in un sacco sono stati scoperti nella camera mortuaria del cimitero di Zumpano, piccolo centro alle porte di Cosenza. I resti, si tratta di ossa umane, erano lì da tempo e sono stati rinvenuti da una squadra di operatori che avevano disposizione di ripulire la camera cimiteriale. Allertati i carabinieri di Celico e la Procura di Cosenza.

Il sindaco di Zumpano, Fabrizio Fabiano, vuole fare chiarezza ed invitare alla tranquillità l’intera cittadinanza. “La macabra scoperta – spiega – è avvenuta nei giorni scorsi e ha allarmato tutta la comunità. Chiediamo e pretendiamo massima chiarezza in merito alla vicenda ma, al tempo stesso, voglio invocare tranquillità ai miei cittadini. L’intenzione del comune di Zumpano era quella di fare pulizia all’interno della camera mortuaria: non accadeva da anni”, spiega il primo cittadino.

“Abbiamo previsto una ristrutturazione del luogo – prosegue il sindaco – ma non potevano di certo immaginare il ritrovamento di ossa umane, durante la fase di spazzamento, da parte degli operatori. Potrebbero essere lì da lungo tempo ma fino a ieri nessuno si era accorto della presenza di quel sacco anomalo. Grazie al tempestivo intervento del comandante dei vigili urbani abbiamo subito avvisato il Pm di turno, i Ris e poi i carabinieri della stazione di Celico che, una volta giunti sul posto, hanno preso atto dei resti umani sequestrando il materiale ai fini investigativi. La procura di Cosenza segue il caso con estrema attenzione”, afferma Fabiano.

I carabinieri della stazione di Celico, una volta giunti sul posto, hanno preso atto dei resti umani sequestrando il materiale ai fini investigativi. “La procura di Cosenza – conclude Fabrizio Fabiano – segue il caso con estrema attenzione e noi abbiamo messo a disposizione ciò che gli inquirenti hanno bisogno. Siamo fermamente convinti che la nostra amministrazione abbia intrapreso la strada giusta, sotto ogni aspetto ed in una ottica organizzativa al passo dei tempi. Soprattutto, con trasparenza e rivolta all’intero territorio”, il pensiero rassicurante del sindaco. A breve, saranno annunciate alle stampa diverse iniziative pubbliche: “da qui ripartire”.

Scoperto dalla Polizia laboratorio clandestino di armi, un arresto

Agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Crotone hanno arrestato un crotonese di 54 anni, nella flagranza dei reati di fabbricazione e detenzione di armi clandestine.

Gli agenti delle volanti sono intervenuti in Via dei Gelsomini, chiamati da una donna, la quale aveva segnalato al 113 di essere stata minacciata con una pistola da un suo vicino di casa.

La conseguente perquisizione nell’abitazione dell’uomo ha permesso di scoprire un vero e proprio laboratorio, perfettamente attrezzato, in cui, mediante vari arnesi, l’uomo alterava delle pistole giocattolo, in modo da renderle offensive.

Le cinque pistole giocattolo rinvenute sono state sottoposte a verifica tecnica da parte di personale qualificato, che ne ha accertato la funzionalità, per cui si è proceduto al sequestro delle armi e di vario munizionamento, nonché dell’attrezzatura, comprensiva di un balipedio artigianale utilizzato per la prova delle armi da fuoco.

Alla luce di quanto accertato, l’uomo è stato tratto in arresto, ed associato presso la locale casa circondariale, a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone.

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