13 Ottobre 2024

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‘Ndrangheta, il comunicato della Dda di Reggio sull’operazione Eureka

In data odierna il ROS e il Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria – con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma, Cagliari, degli Squadroni Eliportati Cacciatori di Calabria, Puglia e Sicilia, nonché del 8° Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia – hanno dato esecuzione a quattro collegati provvedimenti cautelari emessi dall’Ufficio GIP del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Dott. Giovanni Bombardieri, nei confronti di 108 soggetti (in relazione a 4 dei quali con misura cautelare rinnovata dall’Ufficio GIP  del Tribunale di Locri su richiesta della Procura della Repubblica di Locri), indagati, tra gli altri, a vario titolo per associazione di tipo mafioso (imputazione a carico di 5 soggetti), concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti (con l’aggravante della transnazionalità e dell’ingente quantità), produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, detenzione/traffico di armi anche da guerra, riciclaggio, favoreggiamento, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di valori e altri reati. Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro preventivo di società commerciali, beni mobili e immobili del valore di circa  euro 25 milioni, localizzati in Italia, Portogallo, Germania e Francia.

Nello stesso ambito di indagine,  ed a seguito dello stretto coordinamento investigativo con la Procura della  Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Roberto Di Palma,  è stata data esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di due soggetti minorenni  all’epoca dei fatti.

L’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo diretta dal Procuratore  dott. Giovanni Melillo,   si è sviluppata nell’ambito di due Squadre Investigative Comuni, una intercorsa tra la DDA di Reggio  e le Procure tedesche di Monaco I, Coblenza, Saarbrücken e Düsseldorf e l’altra tra la DDA di Reggio Calabria, l’Ufficio del Giudice Istruttore presso il Tribunale di Limburg ed il Procuratore Federale di Bruxelles, che  sono state costantemente e per un lungo arco temporale,  coordinate da Eurojust.

Eurojust ha assicurato il massimo supporto operativo, attraverso il membro nazionale italiano dott. F. Spiezia, grazie ad  un costante raccordo operativo con le altre Autorità giudiziarie straniere coinvolte, e, oltre che mediante la costituzione delle squadre investigative istituite nel procedimento penale, anche attraverso numerose riunioni di coordinamento internazionale.

Importantissimo si è rivelato lo strumento delle Squadre Investigative Comuni che, anche grazie alla autorevolezza  ed alla fiducia verso la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria in ambito europeo, ha consentito di svolgere contemporaneamente ed in collegamento le indagini nei vari Paesi, con acquisizione in tempo reale degli elementi indiziari risultanti nelle distinte indagini.

Ed infatti, in contemporanea all’operazione EUREKA – che si caratterizza per la particolare ampiezza dell’azione investigativa e l’intensa cooperazione giudiziaria e di polizia che ha riguardato numerosi Paesi europei ed extraeuropei – le autorità giudiziarie belghe e tedesche hanno in esecuzione rispettivamente 15 e 24 provvedimenti restrittivi, emessi dalle locali autorità, a carico di ulteriori indagati per reati in materia di narcotraffico e riciclaggio.

Nel medesimo ambito, a seguito di convergenze investigative tra l’indagine EUREKA della DDA di Reggio Calabria e altre indagini delle Direzioni Distrettuali Antimafia di Genova, diretta  dal Procuratore dott. Nicola Piacente, e Milano, diretta dal Procuratore dott. Marcello Viola, sempre grazie al puntuale ed efficace coordinamento promosso dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il ROS di Genova, la DIA  di Genova e la Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito due ulteriori provvedimenti cautelari emessi rispettivamente dagli Uffici GIP del Tribunale di Genova, per n. 15 indagati,  e  del Tribunale di Milano, per n. 38 indagati.

L’indagine condotta dall’Autorità Giudiziaria reggina è stata avviata nel giugno 2019 a seguito di raccordi tra l’Arma e la Polizia federale belga che stava investigando su alcuni soggetti  riferibili alla cosca “NIRTA” di San Luca (RC) attiva a Genk (BE), dedita, tra l’altro, al narcotraffico internazionale.

Le attività dell’Arma – inizialmente orientate verso la famiglia “STRANGIO fracascia” di San Luca (RC), riconducibili ai citati “NIRTA” – sono state progressivamente estese a diverse famiglie del medesimo centro aspromontano, interessando anche la locale di ‘ndrangheta di Bianco, nel cui ambito sono stati ricostruiti gli assetti interni, numerose condotte relative ad acquisto di cospicue quantità di cocaina per il mercato locale (non concretizzatesi per mancanza di accordo con i fornitori), di detenzione e porto di armi da guerra, rese clandestine, di reinvestimento di capitali illeciti in attività imprenditoriali – sia in Italia che all’estero – in particolare nei settori della ristorazione, del turismo e immobiliare.

È stato inoltre approfondito il contesto criminale riguardante MORABITO Rocco detto “Tamunga”,  già latitante di massima pericolosità inserito nel programma speciale di ricerca del Ministero dell’Interno, tratto in arresto dall’Arma in Brasile nel maggio 2021, unitamente a PASQUINO Vincenzo, all’epoca latitante per la DDA di Torino.  Anche in tale circostanza le investigazioni si sono avvalse di un’ampia collaborazione internazionale, tra gli altri, con la Polizia Federale Brasiliana, FBI, DEA e Interpol.

Nel corso delle indagini finalizzate alla cattura del Morabito e ad accertare nuove organizzazioni dedite al narcotraffico internazionale allo stesso riferibili,  è, così,  emerso che il gruppo riconducibile, appunto, al latitante MORABITO Rocco era attivo, oltre che nel narcotraffico, anche nella compravendita di armi. Le acquisizioni, allo stato degli atti  di indagine, e fatte salve le successive valutazioni nel merito, hanno evidenziato che la consorteria aveva offerto un container di armi da guerra, da approvvigionarsi tramite non meglio identificati soggetti pakistani, a un’organizzazione paramilitare brasiliana che, in cambio, avrebbe spedito ingenti quantità di stupefacente presso il porto di Gioia Tauro (RC).

È stata fatta luce, altresì e sempre allo stato degli atti,  sul circuito di favoreggiatori che – tra il 2019 e il 2021 – hanno garantito il sostegno logistico ed economico della latitanza del citato MORABITO.

Quanto al traffico internazionale di stupefacenti è emersa l’operatività di tre associazioni contigue  alle maggiori cosche del mandamento jonico reggino, con basi operative in Calabria e ramificazioni in varie regioni italiane e all’estero.

Le tre consorterie, anche in sinergia tra loro, si rifornivano direttamente da organizzazioni colombiane, ecuadoregne, panamensi e brasiliane, risultando in grado di gestire un canale di importazione del narcotico dal Sud America all’Australia, ove il prezzo di vendita dello stupefacente risulta sensibilmente più alto rispetto al mercato europeo.

Sono stati registrati contatti con esponenti del clan del golfo, preminente organizzazione paramilitare Colombiana impegnata nel narcotraffico internazionale.

Numerosi sono stati gli episodi di importazione via mare censiti (nei porti Gioia Tauro, Anversa e Colon), che hanno permesso di accertare che, tra maggio 2020 e gennaio 2022, sono stati movimentati oltre 6.000 kg di cocaina, dei quali più di 3.000 kg oggetto di sequestro: i flussi di denaro riconducibili alle compravendite dello stupefacente venivano gestiti da organizzazioni composte da soggetti di nazionalità straniere, specializzati nel pick-up money, o da spalloni che spostavano denaro contante sul territorio europeo. Le movimentazioni di denaro hanno interessato Panama, Colombia, Brasile, Ecuador, Belgio e Olanda.

Sono circa euro 22.3 milioni,  le somme spostate con tali modalità, parte dei quali reimpiegati nell’acquisto di auto e beni di lusso, nonché utilizzati per avviare/finanziare attività commerciali in Francia, Portogallo e Germania, ove venivano anche riciclati sfruttando attività di autolavaggio.

Le attività investigative, coordinate grazie anche alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e da Eurojust, sono state condotte in cooperazione con diverse polizie estere e supportate dalla DCSA, da Interpol- progetto I-CAN, da Europol, dalla rete @ON e dalla US-DEA.

Gli indagati sono da considerarsi non colpevoli fino a sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

Agguato a Cassano, obiettivo dei killer era marito della vittima

Sarebbe stato il marito della vittima, Salvatore Maritato, l’obiettivo dell’agguato in cui, nella tarda serata di ieri, a Sibari, frazione di Cassano allo Ionio, è stata uccisa Antonella Lopardo, di 49 anni.

La vittima è stata colpita dalla tempesta di colpi sparati dagli assassini, che erano in due, nel momento in cui ha aperto la porta di casa, in una zona isolata di contrada “Ciccotonno” di Cassano.

I carabinieri, che stanno svolgendo le indagini sotto le direttive della Procura antimafia di Catanzaro, stanno valutando concretamente l’ipotesi che Antonella Lopardo, che ha aperto la porta di casa nel momento in cui è squillato il campanello, sia stata vittima dell’agguato per errore e che il reale obiettivo dei killer fosse Salvatore Maritato, presunto esponente della cosca Forastefano della ‘ndrangheta, già coinvolto nell’inchiesta “Omnia” condotta dlla stessa Dda di Catanzaro.

Nella mattinata di oggi, secondo quanto si è appreso, la Procura conferirà l’incarico al medico legale per l’effettuazione dell’autopsia sul corpo della donna.

Nulla si sa, al momento, sulle dichiarazioni rese ai carabinieri da Maritato, che era in casa insieme alla moglie nel momento in cui è stato commesso l’omicidio, mentre la figlia della coppia si trovava fuori.

Maritato, citato dall’Ansa, avrebbe riferito di non avere visto in faccia gli assassini, anche a causa dell’oscurità che regnava nella zona, e non avrebbe fornito indicazioni sui possibili motivi dell’agguato.

‘Ndrangheta, blitz dei Carabinieri del Ros: 108 arresti

I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Reggio Calabria hanno arrestato 108 persone – 85 in carcere – in esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip su richiesta della Dda reggina.

Gli indagati sono accusati a vario titolo d’associazione mafiosa; concorso esterno e traffico internazionale di droga con l’aggravante di transnazionalità e di ingente quantità; traffico di armi, anche da guerra; riciclaggio; favoreggiamento; trasferimento fraudolento e procurata inosservanza di pena.

L’operazione, denominata ‘Eureka’, ha colpito in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo.

Coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dai pm Diego Capece Minutolo e Giovanni Calamita, l’operazione è scattata non solo in provincia di Reggio. Il blitz, infatti, ha visto impegnati i carabinieri pure nelle zone di Catanzaro, Vibo Valentia, Pescara, Milano, Salerno, Catania, Savona, Bologna, Vicenza, L’Aquila, Ancona, Roma e Cagliari. A firmare le ordinanze sono stati i gip Karin Catalano, Claudio Treglia, Vincenzo Quaranta e Valerio Trovato.

Scoperto un laboratorio per produrre droga, 2 arresti. Sequestrati 34 kg di cocaina

Nei giorni scorsi agenti della Polizia di Stato di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto, nella flagranza di reato, due persone – un italiano di 60 anni e un cittadino di nazionalità colombiana di 41 anni – accusate di detenzione e produzione illecita di sostanza stupefacente, aggravati dall’ingente quantità.

Nello specifico, personale della Squadra mobile, nell’ambito della consueta attività info investigativa, è venuta a conoscenza che presso l’abitazione dell’italiano, sita nelle campagne di Ardore (Reggio Calabria), era stato predisposto un laboratorio atto alla produzione, taglio e confezionamento di cocaina.

I successivi approfondimenti – riferisce una nota della Questura – hanno portato a raccogliere diversi elementi a conferma della notizia e, pertanto, il 27 aprile scorso, una volta che veniva notato l’italiano scendere dalla propria autovettura mentre trasportava delle pesanti buste della spesa, precedentemente prelevate dalla sua autovettura, gli investigatori della Mobile facevano irruzione all’interno della casa trovando i due intenti a tagliare e confezionare in pani un ingente quantitativo di cocaina evidentemente destinato ad essere immesso da lì a poco sul mercato.

Per come emerso dalla successiva perquisizione, la casa era stata trasformata in un vero e proprio laboratorio destinato al taglio della cocaina attraverso un complicato processo di miscelazione tra la sostanza stupefacente con un altissimo grado di purezza e sostanza da taglio, per poi realizzare panetti del peso di un kilogrammo ciascuno.

Per realizzare tale processo all’interno dello stabile era stata installata una pressa idraulica, erano presenti frullatori, un forno a microonde, bilance e tutta un’altra serie di attrezzi funzionali a realizzare le predette operazioni.

Al termine dell’operazione venivano complessivamente sequestrati circa 34 kg di cocaina, oltre 11 kg di sostanza da taglio e un grosso quantitativo di acetone.

Sulla scorta degli elementi probatori sopra descritti i due soggetti venivano tratti in arresto, trattandosi di un’ipotesi di arresto obbligatorio, per il reato di detenzione e produzione illecita di sostanza stupefacente – aggravati dall’ingente quantità.
L’intera operazione è stata coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Locri.
Successivamente all’arresto, ai due, su richiesta del Pubblico ministero titolare delle indagini, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Locri, applicava la misura cautelare della custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistenti gravi indizi di reato.

Omicidio nel Cosentino, uccisa una donna

carabinieri notte

Una donna è stata uccisa ieri sera a colpi d’arma da fuoco in contrada Ciccotonno di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza.

La donna, Antonella Lopardo, di 49 anni, sarebbe stata uccisa con un’arma lunga e non è escluso possa essere stato usato un fucile kalashnikov.

Secondo una prima ricostruzione riportata dall’Ansa, la vittima era a casa insieme al marito, già noto alle forze dell’ordine, quando qualcuno ha suonato al campanello.

La vittima è andata ad aprire e non appena aperta la porta è stata colpita da più proiettili. Al momento gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, compresa quella del delitto di ‘ndrangheta.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio e quelli del Comando provinciale di Cosenza che hanno avviato le indagini. Gli investigatori stanno adesso cercando di ricostruire la dinamica dei fatti e di chiarire quale possa essere la matrice del delitto.

Al momento non sarebbe neanche esclusa l’ipotesi, qualora si tratti di un omicidio legato alla criminalità organizzata, che l’obiettivo del sicario – o dei sicari, su questo non ci sono ancora certezze – potesse essere il marito della vittima.

Nausfragio, superstite: “Scafisti ci hanno sequestrato i cellulari”

(Ansa)

Gli scafisti del caicco naufragato a Steccato di Cutro con 94 vittime accertate, avevano preso ai migranti i cellulari al momento dell’imbarco e li avevano poi restituiti senza scheda. A dirlo uno dei superstiti nell’incidente probatorio in corso a Crotone.

“Non potevamo chiamare e non c’era neppure la linea per chiedere soccorso” ha detto in aula il sopravvissuto. Nel corso dell’udienza, uno dei testi ha ripercorso le tappe del viaggio. “I primi giorni – ha detto Muhammad Shah, pakistano di 26 anni – abbiamo viaggiato al buio, vedevamo la luce da un buco nel soffitto e capivamo se era giorno o notte. Solo dopo tre giorni i capitani ci hanno dato il permesso di salire in coperta”.

Dei quattro presunti scafisti, due, il turco Sami Fuat di 50 anni, e il pakistano Khalid Arslan di 25 anni, erano presenti in aula; collegato dal carcere di Tolmezzo (Udine) c’era Gun Ufuk, il turco di 28 anni arrestato in Austria ed estradato il 28 aprile scorso in Italia. Assente invece il quarto indagato, Hafab Hussnain 21 anni pakistano (che era stato inizialmente indicato come minorenne) che non ha preso parte all’udienza.

La testimonianza di Shah, insieme a quella di Rehman Khalil, 23 anni pakistano (entrambi assistiti dall’avvocato Francesco Sicilia), è servita a ribadire le varie fasi del viaggio. I due testimoni hanno confermato al pm Pasquale Festa, che l’organizzatore del viaggio è stato un pakistano che loro conoscono come Ali Hassan. Rehmam ha riconosciuto tra gli indagati solo Sami Fuat come componente dell’equipaggio.

Fuat e Ufuk sono stati riconosciuti come componenti dell’equipaggio da Muhammad Shah: Il giovane ha anche indicato un quinto scafista che si occupava del timone: si tratta di un siriano che è deceduto nel naufragio. Entrambi i testi hanno ribadito il ruolo di traduttori dei due pakistani indagati spiegando che Arslan e Hussnain “mangiavano e dormivano con i viaggiatori” e “quando abbiamo scoperto dopo qualche giorno dalla partenza della barca che parlavano turco gli abbiamo chiesto di fare da traduttori con i capitani e quindi i capitani li hanno fatti restare sopra per portare nostre richieste”.

Ucraina, Belenkin: “Conflitto non ha indebolito l’immagine di Putin, anzi vincerà”

“Il conflitto non ha indebolito l’immagine di Putin. Anzi, credo che il prosieguo a lungo della guerra ha convinto il mondo che Putin è forte e comunque vincerà e quindi bisogna fare la pace, ma una pace che stia bene alla Russia e dare a lui la vittoria finale”. Lo ha detto Boris Belenkin, direttore dalla fondazione nel 1990 della biblioteca Memorial, ong russa insignita con il Nobel per la Pace 2022, e che oggi vive esule nella Repubblica Ceca partecipando oggi, a Rende, all’Università della Calabria, ad un seminario organizzato dal corso di Scienze politiche e dai docenti Marco Clementi e Francesco Raniolo.

“Cosa diversa – ha spiegato il dissidente Boris Belenkin – è la percezione della sua forza agli occhi del popolo russo e speriamo che si stia accumulando, all’interno della massa popolare, un’avversione nei confronti del regime che poi possa sfociare in una rivoluzione”.

“Da storico posso dire – ha aggiunto Belenkin – che questo, generalmente, è ciò che accade. Come storico ritengo che un regime muore quando muore il suo dittatore e quel momento, in genere, diventa il momento del riscatto per il popolo soppresso. La guerra, secondo me, terminerà quando Putin otterrà il riconoscimento dei territori finora conquistati nel corso del conflitto. Il problema è convincere i Paesi della Nato e Kiev di questo, ma nessuno vuole Putin come vicino”, ha concluso.

Donna trovata con una pistola clandestina, arrestata

A Mendicino, i Carabinieri della Compagnia di Cosenza, durante un servizio di controllo straordinario del territorio, hanno arrestato, in flagranza di reato, una donna 54enne del posto per detenzione illegale di un’arma comune da sparo clandestina.

In particolare, a seguito di perquisizione personale e domiciliare, la donna è stata trovata in possesso di una pistola calibro 6.35, con matricola abrasa completa di serbatoio con 6 cartucce.

Su disposizione del magistrato di turno della Procura della Repubblica di Cosenza, l’indagata è stato sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione in attesa dell’udienza convalida.

Arrivata a Reggio nave con quasi 500 migranti

Archivio

È arrivata nel porto di Reggio Calabria la nave “Vega” della Marina militare con a bordo 491 migranti provenienti da Lampedusa. Inizialmente l’arrivo era previsto per ieri, nel tardo pomeriggio, poi è slittato a stamani.

Attraccata la nave, è già in corso lo sbarco dei migranti tra i quali vi sono 363 uomini, 104 donne e 24 bambini. Gran parte di loro non sono stati identificati a Lampedusa per cui il gli agenti dell’Ufficio immigrazione della Questura di Reggio dovranno effettuare il fotosegnalamento appena si concluderanno le operazioni di accoglienza coordinate dalla Prefettura.

Mentre i migranti già identificati saranno presto trasferiti fuori regione, circa 300 saranno ospitati, almeno per questa notte, nel centro di primissima accoglienza allestito nella palestra della scuola media “Boccioni” nella periferia nord della città.

Comunali di Maggio, in campo Italia del Meridione. Alfano: “Abbiamo idee e progetti per territori”

“Il 14 e 15 maggio si andrà al voto in quindici comuni della provincia di Cosenza. Da Segretario provinciale esprimo grande soddisfazione per le candidature avanzate da Italia del Meridione nelle comunità chiamate ad eleggere i propri rappresentanti in consiglio comunale”. E’ quanto scrive in una nota Annalisa Alfano, Segretario provinciale di Italia del Meridione.

Alfano spiega che “a Castrolibero, a Marano Marchesato e a Paterno Calabro tre candidati a Sindaco di Italia del Meridione: rispettivamente Orlandino Greco, Vicesindaco e leader di IdM, Eduardo Vivacqua e Lucia Papaianni, sindaci uscenti, che chiedono ancora fiducia per dare seguito alla visione politica ed il proficuo lavoro intrapresi a servizio delle proprie comunità”.

“Le numerose candidature espresse da Italia del Meridione nei quindici comuni della provincia cosentina – prosegue il segretario provinciale – sono il frutto dell’impegno e del coordinamento costante dei vari referenti territoriali oltre che dell’attenzione che il nascente partito, sin dalla sue origini di movimento politico, ha dedicato, incessantemente, ai territori”.

“La formazione di nuova classe dirigente politica – sottolinea – è una delle missioni principali del nostro partito in quanto solo con le giuste e dovute competenze si può amministrare, costruendo le soluzioni necessarie alla crescita e valorizzazione dei luoghi vissuti. Suscitare interesse, motivazione e passione nei giovani verso la politica è sempre più difficile perché, ormai, la politica ha dimenticato completamente la funzione principale di formazione, crescita valoriale e culturale.

“Segreterie e sezioni di partito, quali fucine di idee e progetti politici, sono quasi diventate solo un ricordo di quando la Politica era passione e fermento ma noi di Italia del Meridione continuiamo, imperterriti, seguendo la nostra vocazione nel segno della militanza, territorialità e competenza.
Buona campagna elettorale a tutti i candidati di Italia del Meridione e che i valori fondamentali e imprescindibili dell’agire umano, e poi, politico accompagnino sempre il cammino intrapreso da chi, con determinazione, coraggio e speranza, desidera lasciare una traccia precisa e riconoscibile del proprio passaggio”, conclude Annalisa Alfano.

Inventore Intelligenza artificiale lascia Google e avverte: “Ci sono grossi pericoli”

Geoffrey Hinton, 75 anni, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale” ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell’IA.

“Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli”, ha detto in un tweet dopo che ieri il New York Times ha dato la notizia.

“Google ha agito in modo molto responsabile”, aggiunge lo scienziato informatico.ll lavoro pionieristico di Hinton sulle reti neurali ha modellato i sistemi di IA che alimentano molti dei prodotti odierni.

“In questo momento, non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. Ma penso che presto potrebbero esserlo”, ha spiegato Hinton.

Hinton ha lavorato part-time presso Google per un decennio sugli sforzi per lo sviluppo dell’IA del gigante tecnologico ma da allora ha iniziato a nutrire preoccupazioni per la tecnologia e il suo ruolo nel farla progredire. “Mi consolo con la solita scusa: se non l’avessi fatto io, l’avrebbe fatto qualcun altro”, ha detto Hinton al New York Times. Lo psicologo cognitivo e scienziato informatico britannico-canadese ha dichiarato alla Bbc che il chatbot potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano.

“In questo momento, quello che stiamo vedendo è che cose come GPT-4 oscurano una persona nella quantità di conoscenza generale che ha e la oscura di gran lunga. In termini di ragionamento, non è così buono, ma fa già un semplice ragionamento. E dato il ritmo dei progressi, ci aspettiamo che le cose migliorino abbastanza velocemente. Quindi dobbiamo preoccuparcene”, ha spiegato alla Bbc. (Ansa)

Incidente stradale nel Cosentino, un morto e 4 feriti

Un giovane di 23 anni è morto e quattro persone sono rimaste ferite in un incidente stradale avvenuto ieri sera in contrada Mangacastagna, al confine tra i comuni di San Marco Argentano e Mongrassano.

Due le vetture coinvolte, una Mercedes Classe C ed una Ford Fiesta. Ad avere la peggio il giovane conducente della Fiesta. I quattro feriti, estratti dalle vetture dai Vigili del fuoco, sono stati affidati al personale sanitario del Suem118 per le cure del caso e successivo trasporto presso struttura ospedaliera di Cosenza.

Oltre ai vigili del fuoco ed ai sanitari sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Mongrassano per i rilievi.

Trattore si ribalta, muore un settantenne

Archivio

Un agricoltore di 70 anni, Filippo Rubino, è morto dopo essere stato travolto dal trattore che stava conducendo su un terreno agricolo.

Il fatto è accaduto in contrada Zufò di Vibo Valentia, nelle vicinanze del 501 Hotel.

L’uomo stava eseguendo dei lavori su un fondo quando, per cause in corso di accertamento, il mezzo di cui era alla guida si è ribaltato finendo in un terreno sottostante.

L’agricoltore è rimasto sotto il mezzo. Tempestivi i soccorsi sanitari del servizio 118, gestiti dalla Centrale operativa di Vibo ma quando la squadra di sanitari è giunta sul posto ma non ha potuto far altro che constatare il decesso del settantenne. Sul posto anche le forze dell’ordine per i rilievi necessari a ricostruire la dinamica dell’incidente mortale.

Lutto nella politica calabrese, è morto Gabriele Limido, un uomo con la schiena dritta

Gabriele Limido

E’ morto Gabriele Limido, storico esponente della Destra italiana, laziale e calabrese. L’esponente politico, originario di Cropalati, centro del cosentino, è morto improvvisamente nella sua abitazione in provincia di Rieti. Aveva 77 anni.

La militanza a destra di Limido comincia da giovanissimo nelle fila del Movimento sociale italiano. Negli anni ’70, nei difficili anni della contestazione e delle dure contrapposizioni politiche destra-sinistra, iniziò a farsi strada entrando nella direzione del partito allora guidato da Almirante. Era punto di riferimento di varie sezioni missine romane.

Negli anni ’90, dopo Fiuggi, con Alleanza nazionale, Gabriele Limido divenne consigliere regionale del Lazio, periodo in cui venne nominato da Fini coordinatore provinciale del partito a Cosenza.
Note le sue battaglie contro l’amministrazione comunale cosentina guidata allora dal sindaco Giacomo Mancini. In un corteo aennino su Corso Mazzini sbucò su un’auto in testa alla “marcia” con un cannocchiale per guardare Palazzo dei Bruzi per simboleggiare una futura conquista. La manifestazione era stata autorizzata a circa 500 metri dal comune. A stretto giro il leader socialista replicò che Limido il comune poteva vederlo solo col binocolo. Era un periodo contrassegnato da forti divisioni, soprattutto a destra.

Nella “Federazione” An di via Miceli era sempre attorniato da fedelissimi, facendo presa col suo carisma su tanti giovani che lo seguivano dappertutto. Non disdegnava mai un saluto cameratesco a chi lo incontrava. Lui, a differenza di altri, non si era mai “pentito” delle sue origini politiche e delle sue idee che professava liberamente anche dopo il “bagno” di ripudio a Fiuggi. Non si vergognava di essere un camerata e anzi ne faceva un vanto.

Limido era stato anche eletto consigliere regionale della Calabria, subentrato come primo dei non eletti, nell’VIII legislatura, ma poi aderì al gruppo Misto.

Deluso dalle politiche di Fini, di cui Limido era un suo fedelissimo, passò alla Destra di Storace, movimento che abbandonò nel 2013 per avvicinanarsi a Fratelli d’Italia, partito fondato dalla Meloni pochi mesi prima, nel dicembre 2012.

Gabriele Limido

Numerosi i messaggi di cordoglio che giungono alla famiglia Limido via social. La Destra perde un militante da tutti definito coerente, battagliero e con la schiena dritta.

Il Primo Maggio i funerali a Roma

“Per chi volesse dare l’ultimo saluto a papá, i funerali si terranno Lunedì 1 Maggio alle ore 10.30 presso la Chiesa Gesù di Nazareth (Via Igino Giordani 5 Roma)”. Lo scrive sui social Valerio Benito Limido, figlio di Gabriele.

La scomparsa di Limido avviene qualche ora dopo la morte prematura di Andrea Augello, 62 anni, senatore di Fratelli d’Italia e anch’egli storico militante e dirigente della destra italiana.

Sbarco migranti a Crotone, fermati due scafisti

archivio

Unità navali della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto della città Pitagorica nelle prime ore del 26 aprile scorso hanno intercettato e messo in sicurezza una imbarcazione a vela con a bordo 40 migranti, rinvenuta a largo di Torre Melissa.

Le attività di soccorso, avvenute sotto il coordinamento dell’Autorità Marittima, sono state rese complicate dalle difficili condizioni meteo-marine; l’imbarcazione con il suo carico umano è stata condotta nel porto di Crotone, dove le due forze operanti hanno consegnato i migranti alle Autorità preposte all’accoglienza, già allertate e pronte, procedendo nel contempo, al sequestro della barca mettendola a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Le successive ricerche e le concomitanti attività di polizia giudiziaria finalizzate all’individuazione dei responsabili, condotte dai militari della Guardia di Finanza sotto la direzione e lo stretto coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone, hanno permesso di individuare e sottoporre a fermo due presunti trafficanti di persone di stanza in Turchia, provenienti dal Turkmenistan e dall’Uzbekistan, che si erano spacciati per afgani nel tentativo di eludere l’attenzione degli investigatori, inscenando che gli scafisti erano fuggiti a bordo di un tender.

Naufragio, arrestato il quinto presunto scafista

Si è chiuso stamattina presso la frontiera di Tarvisio il capitolo relativo all’arresto del quinto dei presunti scafisti individuati come responsabili del viaggio dei migranti terminato con la strage avvenuta a Steccato di Cutro lo scorso 26 febbraio nella quale hanno perso la vita 94 persone.

Il cittadino turco 27enne, identificato nei giorni successivi al naufragio, grazie alle immediate attività d’indagine condotte dalla Squadra Mobile di Crotone e dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di finanza di Crotone è stato arrestato il 7 marzo nei pressi di Graz grazie alla collaborazione con l’Unità F.A.S.T. (Fugitive Active Search team) del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale che hanno dato esecuzione al mandato di arresto europeo emesso dall’A.G. crotonese.

L’uomo verrà infatti consegnato dalle Autorità Austriache a quelle italiane presso il posto di frontiera di Arnoldstein/ThorlMaglern/Tarvisio.

Dopo la rituale notifica del provvedimento cautelare l’arrestato verrà scortato dalla Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Udine da dove, dopo le prime propedeutiche attività, verrà poi trasferito a Crotone a disposizione della Procura pitagorica.

In auto con mezzo chilo di droga, arrestate tre persone

Tre persone sono state arrestate a Pizzo dalla Polizia e poste ai domiciliari dopo essere state trovate in possesso di mezzo chilo di marijuana.

Personale della Squadra mobile nel corso di controlli, transitando in una via del centro storico hanno notato due veicoli avvicinarsi ad un condominio dove un terzo soggetto sembrava attenderli, con fare sospetto.

Agenti in borghese hanno monitorato l’evolversi della scena notando il trio incontrarsi e, sospettando fosse in corso un traffico illecito, sono intervenuti controllando e perquisendo i tre e le due autovetture. All’interno di una delle auto è stato trovato mezzo chilo di marijuana, oltre a 600 euro in banconote da 50 euro.

Le modalità di conservazione della sostanza stupefacente, l’ingente quantità, nonché il denaro trovato, hanno portato gli investigatori a sospettare che la detenzione fosse destinata allo spaccio. Pertanto a conclusione delle indagini, dirette dalla Procura di Vibo Valentia, i tre sono stati arrestati per detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il provvedimento è stato convalidato.

Incidenti mortali in autostrada, assolti dirigenti Anas

La galleria di Mileto incriminata
La galleria di Mileto incriminata

Si è concluso con una sentenza di assoluzione il processo per la morte di cinque ragazzi avvenuta in due differenti momenti a seguito di altrettanti distinti incidenti stradali lungo l’autostrada del Mediterraneo nel tratto compreso tra gli svincoli di Serre e Mileto, nel Vibonese.

Le vittime si chiamavano Domenico Napoli, 19enne di Cinquefrondi, deceduto il 22 novembre del 2015, e Fortunato Calderazzo (22 anni), Marzio Canerossi (22), Giuseppe Speranza (24) e Francesco Carrozza (22), tutti di Gioia Tauro, spirati la notte dell’1 marzo dell’anno successivo.

Il tribunale monocratico di Vibo Valentia ha assolto i sette imputati, sei dei quali dirigenti dell’Anas, accusati a vario titolo di non avere predisposto idonei presidi di protezione di un montante della galleria San Rocco in prossimità dello sbocco di Mileto necessari alla protezione dei veicoli che uscivano dalla strada.

Per il conducente del camion che investì l’auto con le quattro vittime a bordo dopo che questa si scontrò contro il muro della galleria, accusato di omicidio colposo, la procura di Vibo aveva chiesto l’assoluzione. Per gli altri invece erano state formulate le richieste di pena, tutte della stessa entità: 5 anni a testa.

Si trattava di Giovanni Fiordaliso (44 anni, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione; l’omonimo Giovanni Fiordaliso (53 anni, di Reggio Calabria), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto; Franco Forni (65 anni, di Napoli), Salvatore Scoppetta (67 anni, di Roma), Antonio Grimaldi (77 anni, di Roma) e Salvatore Esposito (62 anni, di Roma), progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma).

L’unica richiesta assolutoria ha riguardato invece il conducente del camion che investì l’auto dei quattro ragazzi di Gioia Tauro dopo che la loro macchina, una Fiat 500 L, andò ad impattare contro una parete di una galleria: Antonio Capomolla, 56 anni, di Soriano Calabro.

Droga, due persone sorprese con cocaina, arrestate

carabinieri catanzaro notte

Due persone, rispettivamente di 41 e 31 anni, sono state arrestate e poste ai domiciliari dai carabinieri a Squillace con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I due, durante una perquisizione personale e domiciliare, sono stati trovati in possesso di circa 30 grammi di cocaina, un bilancino e materiale per la pesatura e il confezionamento delle dosi.

La sostanza stupefacente e tutto il materiale trovato sono stati posti sotto sequestro.

Si diede fuoco davanti alla moglie, morto uomo 50enne

E’ morto nel Centro grandi ustioni dell’ospedale di Catania, il cinquantenne di origini romene che lo scorso 25 aprile si era dato fuoco davanti alla moglie nella frazione Calabrò di Mileto, in provincia di Vibo Valentia.

L’uomo nell’immediatezza era stato soccorso e trasportato nell’ospedale di Catanzaro da dove poi era stato trasferito in elicottero nel reparto specializzato di Catania dove, a distanza di due giorni è deceduto a causa delle gravi ferite riportate al collo, al torace e agli arti. L’uomo lascia moglie e figli. Non sono chiari i motivi alla base del gesto.

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