6 Ottobre 2024

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Rimpasto di Occhiuto in Calabria, nominati un nuovo vice e due assessori

Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto – dopo un “positivo e approfondito” confronto con i vertici nazionali e locali dei partiti che sostengono la sua maggioranza – ha firmato questa mattina i decreti con i quali viene in parte ridisegnata la Giunta regionale.

Il governatore, nel procedere all’assegnazione di nuove deleghe e alla nomina di nuovi assessori, ha deciso di alleggerirsi di alcuni dossier. L’assessore Filippo Pietropaolo diventa il nuovo vice presidente della Giunta regionale.

Avrà le deleghe all’organizzazione, alle risorse umane e transizione digitale, alla sicurezza e legalità e valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

L’assessore Giovanni Calabrese avrà le competenze di indirizzo politico in materia di lavoro e formazione professionale, Its e alta formazione, tutela dell’ambiente, e turismo. Caterina Capponi viene nominata assessore con deleghe alle politiche sociali, alla cultura, allo sport e politiche giovanili, alle infrastrutture sportive, e alle pari opportunità. Maria Stefania Caracciolo viene nominata assessore con deleghe ai lavori pubblici, all’istruzione, all’edilizia scolastica, all’area dello Stretto e città metropolitana di Reggio Calabria, ai fenomeni migratori, all’urbanistica. Sono loro i due volti nuovi della giunta.

L’assessore Gianluca Gallo seguirà l’agricoltura, le risorse agroalimentari e la forestazione, le aree interne e le minoranze linguistiche, i servizi di mobilità sostenibile e il trasporto pubblico locale. L’assessore Marcello Minenna avrà le deleghe economia e finanze, programmazione strategica e indirizzi per l’attuazione degli interventi finanziati con fondi nazionali e comunitari. L’assessore Rosario Varì avrá le competenze di indirizzo politico in materia di sviluppo economico e internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e Zes.

Saranno di diretta competenza del presidente: rapporti con l’Unione europea; iniziativa legislativa; tutela della salute e politiche socio-sanitarie e socio-assistenziali; indirizzi sugli enti strumentali, fondazioni e società partecipate; marketing territoriale e promozione degli asset strategici; aeroporti e trasporto aereo; protezione civile; ogni altra materia non espressamente attribuita alla competenza di un assessore.

Il governatore Roberto Occhiuto “augura buon lavoro a tutti i componenti della Giunta, certo che il nuovo assetto potrà dare rinnovato impulso all’azione del suo governo regionale”.

Il presidente, allo stesso tempo, ringrazia la vice presidente uscente Giusi Princi, eletta all’europarlamento, e l’assessore uscente Emma Staine “per quanto di positivo fatto in questi anni di proficua collaborazione”.

Truffano e raggirano una anziana disabile, arrestata coppia di insegnanti

I Finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare che dispone gli arresti domiciliari nei confronti di due coniugi insegnanti di un paese della provincia di Reggio Calabria.

Eseguito anche il sequestro preventivo per oltre 95mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta da
Emanuele Crescenti.

La coppia di insegnanti è indagata a vario titolo per truffa ai danni dello Stato, circonvenzione di incapace, indebito utilizzo di strumenti di pagamento, nonché di falso in atto pubblico.

Il provvedimento costituisce l’epilogo di una indagine svolta dalle Fiamme gialle del Gruppo di Gioia Tauro, scaturite dalla segnalazione di un istituto scolastico della Provincia di Roma, ove l’uomo avrebbe dovuto prestare servizio come docente.

Secondo tale segnalazione, l’insegnante avrebbe avanzato richieste di congedo straordinario per l’assistenza di
un’anziana donna gravemente malata, asseritamente sua parente e convivente.

Gli accertamenti svolti hanno consentito di accertare – secondo l’accusa – come nessuna assistenza fosse stata in realtà fornita all’anziana donna che addirittura, era domiciliata da tempo in una casa di riposo fuori regione nel periodo in cui l’uomo fruiva delle assenze ai sensi della legge 104/92.

Sempre secondo gli inquirenti, i coniugi inoltre avrebbero inopinatamente abusato dello stato di isolamento affettivo della donna, inducendola a mettere a loro disposizione la sua pensione, compresa quella di invalidità, – fino all’azzeramento del saldo di conto corrente – comunque senza fornire alcuna forma di supporto e assistenza per le gravi patologie sofferte dalla donna.

Il denaro dell’anziana sarebbe stato poi utilizzato, al netto del pagamento di parte delle rette di soggiorno per la
casa di riposo – ove sarebbe maturato un ingente debito a carico dell’anziana donna – per il soddisfacimento di
esigenze personali e familiari dei coniugi, nonché per l’acquisto di beni di lusso, carburante e spese di
parrucchiere per oltre 90.520 euro in soli 4 anni.

Tra la copiosa documentazione acquisita, i militari hanno anche riscontrato come i due coniugi avrebbero contraffatto e formato dichiarazioni sostitutive di certificazione e di notorietà in cui sarebbe stata artatamente falsificata la firma dell’anziana per l’ottenimento di contrassegni personali alla mobilità per disabili.

Concorsi e falso, condannato a 1 anno e 4 mesi l’infettivologo Galli

Il tribunale di Milano ha condannato a 1 anno e 4 mesi il professor Massimo Galli per falso, nel processo sui presunti concorsi pilotati per professori e ricercatori dell’Università Statale di Milano, a vantaggio del suo collaboratore Agostino Riva (assolto per non aver commesso il fatto) e svantaggiando il primario del Niguarda, Massimo Puoti.

L’infettivologo, ex primario dell’ospedale Sacco in pensione e tra i professori più noti durante la pandemia Covid, è stato invece assolto dalle accuse (alternative) di turbativa d’asta e abuso d’ufficio sui concorsi perché il fatto non sussiste. Motivazioni in 90 giorni.

La condanna riguarda una singola “falsità”, ha detto il collegio in aula, di un singolo verbale del 14 febbraio 2020. “Ho dimenticato di correggere una data”, ha detto a caldo Galli.

Il processo è nato da uno dei filoni dell’inchiesta ‘concorsopoli’ dei pm di Milano Carlo Scalas ed Eugenia Baj Macario sulle presunte selezioni pilotate per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale di Milano.

La commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020, oltre a essere membro dell’Università interessata dal posto bandito, avrebbe preferito Riva a Puoti con un punteggio di 69,9 contro 67,4. I pubblici ministeri avevano chiesto di condannare il 73enne a 1 anno e 10 mesi e il suo collaboratore Riva a 1 anno e 6 mesi.

Massimo Galli, “Io condannato per una dimenticanza”
Il collegio dei giudici Bertoja-Cantù Rajnoldi-Taricco, dopo la camera di consiglio, ha concesso a Galli le attenuanti generiche ma dichiarato la “falsità” del verbale numero 2 di gara del 14 febbraio 2020. Un ‘falso’ che in aula l’infettivologo 73enne, sentito durante l’esame nel processo, aveva provato a spiegare con la pandemia Covid appena scoppiata nel mondo. “Il 14 febbraio 2020 stavo licenziando un lavoro che è stato accettato 4 giorni dopo a una rivista internazionale con la prima datazione sulle sequenze del virus e la penetrazione umana del coronavirus”. “Sono finito in questa storia per un’intercettazione di due persone a me ostili in cui mi si attribuiva l’intenzione di falsare concorsi”, ha detto dopo la lettura del dispositivo dicendosi sicuro di poter dimostrare la propria innocenza nei gradi successivi di giudizio.

“Sul falso l’unica cosa che mi sento di ammettere è di aver dimenticato di correggere un orario”. Il professore, che ha detto di essere “assolutamente sereno”, ha aggiunto: “se per chiudere la questione bisognava avere una condanna per qualcosa, evidentemente restava solo la possibilità del falso”. L’infettivologo ha annunciato che presenterà ricorso in appello.

Terremoto giudiziario a Venezia, in manette assessore. Indagato il sindaco Brugnaro

Un terremoto giudiziario si è abbattuto sul Comune di Venezia. In un’inchiesta per corruzione, legata alla vendita di aree pubbliche e di palazzi comunali, è stato indagato il sindaco della città, Luigi Brugnaro, assieme a due funzionari del suo gabinetto, Morris Ceron, e Derek Donadini.

Nella stessa inchiesta della Guardia di Finanza, ma in un filone diverso, è stato arrestato l’assessore comunale alla mobilità Renato Boraso. In cella anche l’imprenditore edile Fabrizio Ormenese.

Agli arresti domiciliari sono finiti invece altri 7 funzionari comunali e di partecipate pubbliche, tra le quali l’azienda dei trasporti comunale Actv. Per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici. In tutto gli indagati sono 18; tra essi anche il direttore generale dell’Actv, Giovanni Seno, e il responsabile del settore appalti, Fabio Cacco. Una bufera, per proporzioni e portata politica, seconda solo all’inchiesta sugli appalti del Mose, che 10 anni fece scattare 35 arresti in laguna.

A Boraso, ex Forza Italia transitato sotto le insegne della ‘lista Brugnaro’ e in Coraggio Italia – movimento fondato da Brugnaro assieme a Giovanni Toti – la Procura di Venezia contesta 11 episodi di corruzione, concussione e autoriciclaggio: vicende dal 2015 a oggi tra cui la vendita al ribasso di Palazzo Papadopoli, che vede coinvolti in un altro filone anche il sindaco Luigi Brugnaro e il suo capo di gabinetto Morris Ceron. Per l’accusa Boraso, all’epoca assessore al Patrimonio, si sarebbe fatto consegnare 73.200 euro dagli emissari del magnate di Singapore Chiat Kwong Ching, con fatture alla sua società “Stella consulting” per consulenze inesistenti, nel 2017 e nel 2018; cifre poi girate ad altre due sue aziende. “Ha sistematicamente mercificato la propria pubblica funzione, svendendola agli interessi privati”, dice il gip. E in un’intercettazione il sindaco lo mette in guardia: “Tu non mi ascolti, tu non capisci un c… Mi stanno domandando che tu domandi soldi, tu non ti rendi conto, rischi troppo… Se io ti dico di stare attento, ti devi controllare”.

Per Brugnaro, Ceron e Donadini, la vicenda oggetto d’indagine è quella dell’area dei Pili, comprata dall’imprenditore di ‘Umana’ quando non era ancora in politica, a soli 5 milioni, poi zona di lottizzazione, per la quale Brugnaro aveva avviato una trattativa (poi fallita) sempre con Chiat Kwong Ching. Quattro ettari e mezzo di terreni, inquinati dalle lavorazioni di Marghera, finiti sotto il controllo di ‘Porta di Venezia’, facente sempre capo a Brugnaro, ma con “gestore di fatto” – scrive la Procura – il vice capo di gabinetto in Comune Derek Donadini. Dal 2017 anch’essa in mano al blind trust di diritto newyorkese creato dal sindaco per parare le accuse di conflitto di interessi. E’ proprio sui meccanismi del blind trust indaga la Gdf. Brugnaro, Ceron e Donadini, è scritto nell’ordinanza, “concordavano con Ching il versamento di un prezzo di 150 milioni di euro in cambio della promessa di far approvare il raddoppio dell’edificabilità e l’adozione delle varianti urbanistiche necessarie per l’approvazione del progetto edilizio”.

Brugnaro si dice “esterrefatto” e aggiunge: “so di aver sempre svolto e di continuare a svolgere l’incarico di sindaco come un servizio alla comunità, gratuitamente, anteponendo sempre gli interessi pubblici”. E sui Pili precisa: “Quella è un’area già edificabile da prima della mia amministrazione”.

Tuttavia, secondo i magistrati, gli stessi Brugnaro, Ceron e Donadini, in un incontro a Venezia “concordavano con Ching la cessione dell’immobile comunale Palazzo Papadopoli al prezzo di oltre 10 milioni di euro, inferiore al valore di 14 milioni… e ciò al fine di facilitare le trattative con Ching per la cessione del terreni dei Pili, di proprietà del Brugnaro”.
Riduzione del valore dell’immobile effettivamente avvenuta, tramite “atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere da Brugnaro, da Ceron e Donadini, che agivano per conto del primo”.

Due gemellini neonati trovati chiusi in un armadio, choc in Calabria

Due gemellini neonati sono stati rinvenuti senza vita all’interno di un armadio chiuso, avvolti in un lenzuolo. È successo a Reggio Calabria. A fare l’agghiacciante scoperta è stata una donna che, nella tarda serata di ieri, ha subito chiamato la polizia.

A partorire i due gemellini sarebbe stata la figlia della donna che li ha scoperti, una ragazza di 24 anni che si trovava da alcuni giorni ricoverata nel Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, dove si era recata per un malore senza fornire ulteriori spiegazioni ai sanitari del reparto di Ostetricia e ginecologia. Proprio mentre il personale medico stava studiando il caso sotto l’aspetto clinico, trovandosi, tra l’altro, di fronte al rifiuto da parte della giovane di sottoporsi a visita ginecologica, è scoppiato il caso giudiziario.

Una vicenda che ha suscitato profondo sconcerto a Reggio Calabria. Tra i mille interrogativi suscitati dalla vicenda, c’è solo una certezza: l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Reggio Calabria, diretta da Giovanni Bombardieri, a carico della ragazza, che risulta indagata per duplice infanticidio ma nei confronti della quale, almeno per il momento, non é stato adottato alcun provvedimento restrittivo.

Residente a Pellaro, nella zona sud della città, la giovane vive assieme ai genitori in un contesto familiare che gli inquirenti definiscono normale, senza alcun disagio particolare che possa spiegare la vicenda.
La giovane aveva un fidanzato, individuato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che sta conducendo le indagini. Nelle ultime ore il giovane é stato sentito come persona informata sui fatti, ma sul contenuto delle sue dichiarazioni vige il massimo riserbo. Ciò che sta emergendo, piuttosto, dalle prime indagini, è che i genitori della 24enne, pur essendo sotto choc per il ritrovamento dei due feti all’interno dell’armadio della loro abitazione, stanno collaborando con gli inquirenti essendo interessati a fare piena luce sull’accaduto.

Oltre al fidanzato, la polizia sta sentendo altri familiari e conoscenti della ragazza, per quale la Procura ha nominato un avvocato d’ufficio. La giovane è ancora ricoverata in ospedale, ma non è escluso che possa essere dimessa entro stasera stessa, dato che le sue condizioni non destano preoccupazioni. Finora la 24enne si è trincerata in un silenzio assoluto, decidendo di non rispondere alle domande degli investigatori, il cui obiettivo è capire chi fosse a conoscenza della gravidanza, come la ragazza sia riuscita a nasconderla addirittura ai suoi genitori e se qualcuno abbia avuto un ruolo diretto o indiretto nella vicenda.

Dal taglio del cordone ombelicale all’espulsione dei feti è inverosimile, infatti, che la giovane abbia potuto fare tutto da sola. Non se lo spiegano altrimenti i magistrati, per i quali qualche elemento utile alle indagini potrebbe emergere dall’esame del cellulare della ragazza, che è stato sequestrato. Non è escluso, infatti, che la 24enne si sia confidata con un’amica o che abbia chiesto aiuto a qualcuno.

Nel tentativo di ricostruire le circostanze del parto, inoltre, il sostituto procuratore Chiara Greco, titolare del fascicolo aperto sulla vicenda, ha disposto l’autopsia sui corpi dei due gemellini. Il medico legale dovrà stabilire innanzitutto se siano frutto di un parto spontaneo o di un aborto e, in quest’ultimo caso, se sia stato naturale o provocato.

L’esame autoptico, inoltre, dovrà servire a chiarire se i gemelli erano già morti nel momento della nascita o se siano deceduti successivamente. E anche quale fosse la loro età gestazionale nel momento del ritrovamento. Da un primo esame esterno i due corpicini sembrerebbero “completamente formati”, ma solo un’analisi approfondita, inclusa la docimasia polmonare, l’esame che permette di accertare la presenza di aria nei polmoni, potrà confermare se i feti abbiano respirato prima di essere avvolti in un lenzuolo e nascosti dentro l’armadio in cui sono stati trovati.
Solo dopo tutti questo accertamenti il quadro sarà più chiaro per gli inquirenti, che, al momento, salvo possibili sviluppi investigativi, hanno deciso soltanto di iscrivere la 24enne nel registro degli indagati.

Agguato a Reggio, ferito un uomo di 51 anni. È grave

Un uomo di 51 anni, Massimiliano Sinisi, è stato ferito a colpi d’arma da fuoco la scorsa notte a Reggio Calabria, nella periferia sud della città.

La vittima, un manovale già noto alle forze dell’ordine, è stato colpito all’addome mentre si trovava in via Pio XI. A sparare ignoti che si sono poi dileguati.

Le sue condizioni sarebbero gravi. Sul posto sono intervenute le volanti della Questura e la Squadra mobile che ha avviato le indagini coordinate dal sostituto procuratore Chiara Greco. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire la dinamica della sparatoria attraverso le telecamere presenti nella zona.

In queste ore, inoltre, la mobile sta interrogando familiari e conoscenti della vittima che è stata trasportata al Gom di Reggio Calabria dove è stata ricoverata. Disposte alcune perquisizioni nei confronti di pregiudicati della zona. Al momento le notizie sono frammentarie, ma non si esclude che il tentato omicidio sia maturato negli ambienti della criminalità locale.

In particolare, secondo quanto si è appreso, Massimiliano Sinisi è noto per fatti legati a percosse, minacce e violazioni alla legge sulle armi. Non risulta affiliato a cosche di ‘ndrangheta anche se il suo nome compare in alcuni atti giudiziari riguardanti le cosche della zona sud di Reggio.

Sulla vicenda è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Reggio Calabria e la Squadra mobile sta cercando di ricostruire la dinamica dell’agguato e il contesto in cui è maturato il tentato omicidio.

Mosca, declassificati documenti della Nato negli anni ’90. “Non un pollice verso Est”

Il portavoce del leader russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha detto di aver letto gli archivi declassificati pubblicati sui negoziati tra la leadership russa e la NATO negli anni ’90. Lo ha detto Peskov in un’intervista al giornalista Pavel Zarubin.

Il portavoce del Cremlino ha detto di aver letto le registrazioni delle conversazioni di cui il leader russo Vladimir Putin ha parlato molto tempo fa, sei o sette anni fa: cosa è stato promesso alla Russia, cosa è stato discusso e cosa è successo alla fine.

Come risulta da documenti declassificati dell’Archivio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il primo presidente russo Boris Eltsin, in una conversazione telefonica con il suo collega americano Bill Clinton, ha definito l’inizio del bombardamento della Jugoslavia un grosso errore da parte della NATO. Le promesse della Nato erano, secondo quanto trapela, che l’organizzazione atlantica secondo gli accordi presi al tempo, non avrebbe dovuto estendersi di un pollice verso Est.

Attualmente la Russia è totalmente accerchiata di basi militari dell’alleanza atlantica che, a parere di alcuni osservatori, andava “sciolta” contestualmente al Patto di Varsavia, anch’essa creata dopo gli accordi di spartizione di Yalta a opera dei vincitori della Seconda guerra mondiale.

Ex agente esercito Usa: “007 sono stati sospettosamente lenti nel proteggere Trump”

“I servizi segreti sono stati sorprendentemente – se non sospettosamente – lenti nel proteggere il presidente, proprio come furono lenti nel proteggere il presidente John F. Kennedy quando gli spararono in Texas”. Lo ha detto l’ex ufficiale dell’esercito americano Scott Bennett in una conversazione con RT in merito all’attentato a Donald Trump.

Un testimone oculare aveva detto in precedenza che cinque minuti prima della sparatoria aveva raccontato alla polizia di una persona sospetta, ma era stato ignorato.

Come ha osservato il giornalista investigativo Ben Swann su RT, la sinistra, l’establishment di Washington, lo “Stato profondo” e il complesso militare-industriale americano sono inorriditi dalla prospettiva del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.

L’FBI ha già preso l’iniziativa delle indagini sulla sparatoria avvenuta durante una manifestazione di Trump in Pennsylvania. L’ex presidente è stato ferito da arma da fuoco all’orecchio destro.

Secondo le autorità di sicurezza statunitensi, a seguito della sparatoria avvenuta durante la manifestazione, una persona è stata uccisa e altre due sono rimaste ferite in condizioni critiche. Secondo i media, un uomo di 20 anni ha sparato all’ex presidente.

In un video girato dai presenti nei momenti concitati viene mostrato un cecchino su un tetto a debita distanza dal luogo del comizio di Trump ma l’area è vuota, senza alcuna protezione.

E Bennet non è il solo a condannare di uno scarso impegno (sospetto) nella protezione del 45′ presidente Usa. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, commentando la dichiarazione del figlio di Robert Kennedy Jr. Bobby Kennedy sull’incapacità dei servizi segreti americani di proteggere il candidato presidenziale prima durante e dopo dopo l’attentato a Donald Trump. Zakharova ha suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero dirigere fondi alla Polizia invece di finanziare le Forze Armate dell’Ucraina.

Attentato a Trump, l’ex presidente: “Combattiamo, non permetteremo al male di vincere”

“Grazie a tutti per i vostri pensieri e le vostre preghiere di ieri, poiché è stato Dio solo a impedire che accadesse l’impensabile. Non avremo paura, ma rimarremo invece resilienti nella nostra Fede e ribelli di fronte alla Malvagità”. Lo scrive su Truth social Donald Trump, ferito sabato pomeriggio (1.30 di domenica in Italia) dopo l’attentato subìto durante un comizio in Pennsylvania a opera di un cecchino poi neutralizzato.

“Il nostro affetto – spiega l’ex presidente degli Stati Uniti – va alle altre vittime e alle loro famiglie. Preghiamo per la guarigione dei feriti e conserviamo nei nostri cuori il ricordo del cittadino così orribilmente ucciso. In questo momento, è più importante che mai restare uniti e mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere. Amo davvero il nostro Paese e amo tutti voi e non vedo l’ora di parlare alla nostra Grande Nazione questa settimana dal Wisconsin”, ha concluso.

Agghiacciante negli Usa, Trump ferito in un attentato durante un comizio

Un attentato è stato compiuto durante un comizio di Donald Trump in Pennsylvania. L’ex presidente, in corsa per le presidenziali di novembre, è stato ferito a un orecchio da spari provenienti da un tetto. Le forze di sicurezza hanno ucciso l’attentatore cecchino. Nella sparatoria è stata uccisa un’altra persona che assisteva al comizio. Ci sarebbero anche alcuni feriti, di cui uno in gravi condizioni.

Tutto è successo nel giro di pochi minuti, nel pomeriggio di sabato, in Pennsylvania, circa l’1.30 di notte in Italia. Trump stava parlando alla folla quando l’attentatore da un tetto ha cominciato a sparare all’impazzata verso il palco di Trump e sui sostenitori dell’ex presidente degli Stati Uniti. Un proiettile ha colpito il tycoon all’orecchio destro, vistosamente sanguinante. La sua scorta l’ha trascinato via con lui che salutava con il pugno a significare il suo slogan “Make America Great Again” e “vinceremo”

“Mi hanno perforato la parte superiore dell’orecchio, incredibile che accada negli Usa”, ha commentato l’ex presidente Usa sul suo social Truth. Il portavoce di Trump ha fatto sapere che “sta bene ed è al sicuro”. Circa una decina i colpi uditi. “Lottiamo, lottiamo”, ha detto l’ex presidente poco dopo essere stato ferito. “Sono grato di sapere che è salvo e sta bene. Non c’è posto per la violenza in America”, ha commentato Biden. “Ho parlato al telefono con mio padre ed è di ottimo umore”, afferma Trump Jr.

IL VIDEO DELL’ATTENTATO: IL COMIZIO POI GLI SPARI 

Il tutto accede quando l’America è nel caos per via della decisione di Biden, affetto da demenza senile, di correre lo stesso verso un improbabile bis alla Casa Bianca attorno a cui si è formato un clima torbido e di grande subbuglio tra i democratici e media progressisti che dopo le continue gaffe del comandante in capo, ne chiede il ritiro immediato per far spazio ad un altro candidato dem più competitivo. Stante le cose, al di là delle circostanze, l’unico modo per fermare la valanga di Trump è una cruenta iniziativa del genere, che per la verità era già nell’aria. Con i progressisti senza alternative valide non è escluso che si ripetano follie di questo tipo, anche con cani sciolti come probabilmente era il cecchino poi ammazzato dal servizi segreti.

Grande apprensione e preoccupazione per Donald Trump che nonostante la ferita all’orecchio si è comunque rialzato rassicurando i suoi sostenitori. Ora è ricoverato in ospedale. Rafforzata la sicurezza per lui, la sua famiglia e alla Trump Tower e in tutte le residenze dell’ex presidente, il più favorito per l’elezione di novembre.

TRUMP FERITO SI RIALZA E URLA: “LOTTIAMO, LOTTIAMO…”

Procuratore: l’attentatore di Trump ha sparato da un tetto
Il procuratore della Contea di Butler, Richard Goldinger, ha detto che l’attentatore al comizio di Donald Trump si trovava sul tetto di un edificio adiacente, fuori dall’area dell’evento. “Era necessario un fucile per compiere l’attentato perché era a diverse centinaia di metri di distanza”, ha detto il procuratore.

Elon Musk “Appoggio pienamente il presidente Trump e spero in una sua rapida ripresa”

Biden: non c’è posto per la violenza in America
“Io e Jill siamo grati al Secret Service per averlo portato in salvo. Non c’è posto per questo tipo di violenza in America. Dobbiamo unirci come un’unica nazione per condannarla”: così Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo l’attentato a Donald Trump. “Sono grato – ha aggiunto Biden – di sapere che è salvo e sta bene. Prego per lui, la sua famiglia e per tutti coloro che erano presenti alla manifestazione, in attesa di ulteriori informazioni”: così Joe Biden in una nota diffusa dalla Casa Bianca.

Trump dopo essere stato ferito: “Lottiamo, lottiamo”
“Lottiamo, lottiamo, lottiamo”. Queste sono state le parole di Donald Trump dopo essere stato ferito ad un comizio in Pennsylvania, mentre il Secret Service lo stava portando via dal palco.

Le autorità statunitensi non hanno ancora informazioni sull’identità dell’attentatore che ha aperto il fuoco durante una manifestazione del candidato presidenziale americano Donald Trump in Pennsylvania., ha riferito la CNN  con riferimento al procuratore della contea di Butler Richard Goldinger. Secondo lui, le autorità non hanno informazioni nemmeno sul numero esatto delle persone che si trovano attualmente sul luogo dell’incidente. “È davvero pazzesco in questo momento”, ha detto Goldinger.

In precedenza è stato notato che diverse persone potrebbero essere rimaste ferite durante la sparatoria alla manifestazione di Trump.

Ci sono state anche segnalazioni secondo cui l’assassino del raduno di Trump era probabilmente morto. Si indaga sul movente del gesto. Ovvero che ha portato (ed armato) il killer al comizio di Trump. Non è remota l’ipotesi che l’uomo, di cui non si conosce l’identità, avesse l’intenzioni di compiere una strage, uccidendo anche l’ex presidente. Il colpo al presidente era ad altezza d’uomo ed è solo un miracolo che durante lo spostamento del capo il proiettile ha centrato l’orecchio.

Il video del cecchino sul tetto si muove indisturbato: Commentatore: “Come diavolo sia stato possibile che una linea visiva così evidente non fosse vigilata?”

Tutti i leader politici del mondo in queste ore stanno rivolgendo parole di cordoglio al presidente Trump.

Reazione nel mondo

L’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, e il presidente messicano Andrés Manuel Lopez Obrador hanno condannato l’incidente.

L’ufficio del presidente argentino Javier Miley ha definito l’incidente un attacco alla democrazia.

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha espresso il suo sostegno a Trump.

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha definito l’incidente inaccettabile.

L’FBI ha aperto un’indagine sull’attentato alla vita del candidato presidenziale americano Donald Trump durante una manifestazione in Pennsylvania. Lo scrive il New York Times.

“Questo è un segnale importante che il dipartimento sta trattando la sparatoria non come un atto di violenza isolato, ma come un tentato omicidio con implicazioni per la sicurezza nazionale”, si legge nel comunicato.

Un fucile in stile AR era stato precedentemente trovato sulla scena di una sparatoria in Pennsylvania. La NBC ha anche affermato che l’assassino del raduno di Trump non ha alcun legame con l’estero .

Trump: “E’ incredibile che ciò possa succedere negli Stati Uniti. Dio benedica l’America”

“Voglio ringraziare i servizi segreti degli Stati Uniti e tutte le forze dell’ordine per la loro rapida risposta alla sparatoria appena avvenuta a Butler, in Pennsylvania. Soprattutto, desidero porgere le mie condoglianze alla famiglia della persona uccisa al Rally e anche alla famiglia di un’altra persona gravemente ferita. È incredibile che un atto del genere possa avvenire nel nostro Paese. Non si sa al momento nulla dell’uomo che ha sparato, che ora è morto. Mi hanno sparato un proiettile che mi ha perforato la parte superiore dell’orecchio destro. Ho capito subito che qualcosa non andava in quanto ho sentito un sibilo, degli spari e subito ho sentito il proiettile squarciare la pelle. Si è verificata una forte emorragia, quindi ho capito cosa stava succedendo. DIO BENEDICA L’AMERICA!”

Nuovo orribile massacro israeliano a Gaza, cento morti e centinaia di feriti

Nuovo massacro delle forze di occupazione israeliane nella Striscia di Gaza con decine di vittime e centinaia di feriti. Nella mattinata di sabato gli aerei da guerra di Tel Aviv hanno lanciato massicci attacchi aerei contro la zona densamente popolata di Al-Mawasi, che ospita sfollati provenienti da tutta la Striscia di Gaza.

Il numero dei martiri del massacro di Al-Mawasi è salito a 90 morti e 300 feriti, annuncia il Ministero della Sanità palestinese citato dai media arabi

Le autorità sanitarie locali hanno confermato che il bilancio delle vittime palestinesi dell’assalto israeliano dal 7 ottobre è salito a 38.443 vittime segnalate, con ulteriori 88.481 feriti. La maggior parte delle vittime sono donne e bambini.

Il bilancio delle vittime dell’orribile massacro israeliano nella zona di Al-Mawasi è aumentato vertiginosamente, con quasi cento morti e circa trecento feriti, tra cui molti in condizioni critiche.

Le ambulanze non sono ancora in grado di raggiungere le numerose vittime e i cadaveri intrappolati sotto le macerie o sparsi sulle strade dell’enclave devastata dalla guerra, poiché le forze di occupazione israeliane continuano a ostacolare il movimento delle ambulanze e degli equipaggi della protezione civile, scrive l’agenzia Wafa.

Intanto, un altro attacco è stato commesso dai carri armati e dall’artiglieria israeliana: almeno 17 civili sono stati uccisi e decine sono rimasti feriti venerdì pomeriggio nel campo profughi di al-Shati, a ovest della città di Gaza.

Fonti locali citati dai media arabi hanno riferito che gli aerei d’occupazione hanno preso di mira una sala di preghiera nei pressi della Moschea Bianca nel campo, uccidendo almeno 17 civili e ferendone altri, tra cui bambini e donne.

Incendi, in fiamme uno stabilimento di gomma. E’ allarme inquinamento nel reggino

Un incendio di vaste proporzioni è scoppiato all’interno di uno stabilimento utilizzato in passato come deposito di rifiuti e materiale plastico in contrada Torre Vecchia di Palmi, nel reggino.

Le fiamme hanno sprigionato un’alta colonna di fumo nero e denso visibile anche a lunga distanza da diversi centri della Piana di Gioia Tauro. Sul posto sono intervenuti uomini e mezzi dei vigili del fuoco dei distaccamenti di Gioia Tauro, Polistena, Palmi e da altre zone della provincia.

Intervenuto anche l’elicottero Drago VF54 del Reparto Volo di Lamezia Terme. Sul posto è stato inviato anche un canadair. Gli operatori stanno lavorando per avere ragione del rogo che sta interessando anche parti delle campagne circostanti la struttura.

Secondo quanto si è appreso la Prefettura di Reggio Calabria sta contattando i sindaci della zona interessata dal transito della nube per fare emettere delle ordinanze urgenti invitando la popolazione ad evitare di uscire di casa. Nel reggino i pompieri sono stati impegnati in diversi incendi tra i quali si segnalano quello che ha interessato terreni incolti.

Nel cosentino uomo sbanda con la moto e muore

ambulanza

Un motociclista è morto in un incidente stradale autonomo avvenuto sulla statale 660 ad Acri, in provincia di Cosenza.

L’uomo, che era alla guida del mezzo, per cause in corso di accertamento, ne avrebbe perso il controllo. Gravi le ferite riportate nella caduta e che ne hanno provocato il decesso. A causa dell’accaduto la carreggiata, in direzione svincolo SS177 (località Varrise) della statale è rimasta temporaneamente chiusa al traffico.

Sul posto sono intervenute le squadre dell’Anas, i sanitari del 118 che hanno constatato il decesso del centauro e le forze dell’ordine per la gestione del traffico in piena sicurezza e per consentire il ripristino della regolare viabilità nel più breve tempo possibile.

Ucraina, superata la linea rossa tra Nato e Russia. Con Biden fuori controllo

C’è aria di escalation tra l’Occidente e la Russia, un clima da guerra (ad avviso di molti osservatori ‘poco fredda’) che coinvolge un’altra potenza nucleare: la Cina, che è dichiaratamente schierata con Mosca e non ama armi occidentali nel suo vicinato, come il Giappone, che ha fatto richieste in tal senso. Con il summit della Nato a Washington è stato deciso lo stanziamento di ulteriori armamenti e denaro all’Ucraina di Zelensky.

Tutto questo mentre negli Usa, azionista di maggioranza nell’Alleanza atlantica, c’è un presidente, Joe Biden, che ha mostrato tutti i suoi limiti nell’amministrazione, tant’è che i democratici Usa e i media di progressisti chiedono il ritiro della sua corsa alle presidenziali di Novembre contro Trump. Poi c’è qualche qualche parlamentare americano che invoca l’adozione del 25esimo emendamento della Costituzione per rimuovere il presidente in casi di impedimento fisico e mentale (è il caso di Biden), ma senza risultati. L’Occidente vuole lo scontro frontale con la Russia di Putin, che per ora mantiene “calma e gesso” di fronte alle provocazione degli Usa e dei suoi satelliti Ue.

Gli ultimi sviluppi sono il trasferimento di caccia F-16 Nato in Ucraina, confermato dal capo del Consiglio di sicurezza americano Sullivan. L’altro è il piazzamento di missili Nato a lungo raggio in Germania (dal 2026), con paesi dell’est europeo disposti ad ospitare armamenti contro Mosca. Insomma, tra i due blocchi si sta raggiungendo il punto di non ritorno. La reazione di Mosca è stata dura. Il capo della sicurezza russa Dmitri Medvedev ha fatto sapere su X che “la Dichiarazione del summit di Washington del 10 luglio menziona “il percorso irreversibile dell’Ucraina” verso la NATO. Per la Russia, sono accettabili 2 possibili modi in cui questo percorso finirà: o l’Ucraina scompare, oppure la NATO. Ancora meglio, entrambi”. Una durissima posizione che fa tremare il mondo.

La decisione degli Stati Uniti di schierare armi a lungo raggio in Germania porta ad una guerra fredda, ha detto il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov in una conversazione con Pavel Zarubin, il cui video è stato pubblicato sul canale Telegram del giornalista. “Stiamo facendo passi fiduciosi…Tutto questo è già accaduto. Tutti gli attributi della Guerra Fredda stanno tornando con lo scontro, con lo scontro diretto”, ha detto Peskov citato dai media russi sottolineando che “anche la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna sono direttamente coinvolte nel conflitto in Ucraina”.

Mercoledì, il Pentagono aveva annunciato che, a partire dal 2026, gli Stati Uniti avrebbero iniziato a schierare in Germania sistemi di attacco a lungo raggio che supererebbero significativamente quelli attualmente disponibili in Europa. Secondo la pubblicazione della FAZ, i ministri della Difesa di Germania, Francia, Italia e Polonia hanno già firmato una dichiarazione di intenti per lo sviluppo di missili da crociera con una gittata di oltre mille chilometri, che “potrebbero colpire obiettivi in ​​Russia dal territorio tedesco”.

Questa informazione è stata confermata dal cancelliere Olaf Scholz. Come ha notato il vice capo del ministero degli Esteri russo Sergei Ryabkov, Mosca svilupperà una risposta militare a tali piani in modo calmo, senza nervosismo.

I documenti firmati al recente summit NATO negli Stati Uniti dimostrano che l’Occidente non sostiene il dialogo e che l’alleanza stessa è uno strumento di confronto, ha ancora affermato giovedì il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov. “Vediamo che i nostri oppositori in Europa e negli Stati Uniti non sono favorevoli al dialogo”, ha osservato.

“A giudicare dai documenti firmati al vertice della NATO, non sono sostenitori della pace”, ha affermato il portavoce del Cremlino, aggiungendo che “l’Alleanza del Nord Atlantico è uno strumento di confronto e non uno strumento per garantire la sicurezza”. Peskov ha anche sottolineato che l’India condivide pienamente la posizione della Russia sulla sua disponibilità ad avviare un dialogo sulla risoluzione del conflitto.

“L’India sostiene la pace, l’India è a favore del dialogo. È pienamente conforme alla nostra visione [della situazione], al nostro approccio. Stiamo anche sostenendo la pace e siamo a favore del dialogo”, ha aggiunto Peskov.

All’inizio di questa settimana, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha fatto una visita ufficiale di due giorni nella capitale russa di Mosca. Ha tenuto colloqui sostanziali con il Presidente russo Vladimir Putin, prima presso la residenza del leader russo a Novo-Ogaryovo e poi al Cremlino.

Ucraina, l’Occidente si spinge oltre e schiera F-16 nel paese di Zelensky

I caccia F-16 che l’Occidente trasferirà a Kiev saranno basati all’interno dell’Ucraina, ha detto ai giornalisti il ​​consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan. “Gli F-16 saranno basati in Ucraina”, ha affermato citato dalla Tass.

Il funzionario non ha fornito dettagli quando gli è stato chiesto se gli F-16 in possesso dell’Ucraina decolleranno dalle basi NATO quando opereranno contro le forze russe. Sullivan si è rifiutato di dire quanti aerei da combattimento saranno trasferiti complessivamente a Kiev, né quando esattamente potranno iniziare le missioni di combattimento.

“Queste sono solo cose che non posso condividere per motivi operativi. Ciò che abbiamo detto è che il trasferimento è in corso e che i piloti ucraini opereranno in teatro questa estate a bordo degli F-16”, ha detto.

Secondo il funzionario, questa attrezzatura aiuterà Kiev a “difendere le forze in prima linea e anche ad aiutare l’Ucraina nel suo tentativo futuro di riconquistare territorio”.

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che le consegne di nuove armi, tra cui gli F-16, all’Ucraina non cambieranno la situazione sul campo di battaglia, ma porteranno a un prolungamento della situazione. Il presidente russo ha anche osservato che i jet da combattimento, se l’Ucraina arriverà a utilizzarli, bruceranno proprio come qualsiasi altro equipaggiamento militare occidentale tanto pubblicizzato.

Il Csm nomina Bombardieri procuratore di Torino

Giovanni Bombardieri è il nuovo Procuratore della Repubblica di Torino. La proposta di nomina dell’attuale Procuratore di Reggio Calabria, fatta all’unanimità nello scorso mese di aprile dalla Commissione incarichi direttivi del Csm, è stata ratificata dal plenum, con l’astensione di un solo consigliere.

Originario di Riace, 61 anni, Bombardieri guidava dal 2018 la procura di Reggio Calabria dopo essere stato procuratore aggiunto a Catanzaro. Entrato in magistratura nel 1989, è stato giudice del tribunale di Locri dal 1990 al 1995 e poi sostituto procuratore a Roma fino al 2012, anno in cui è stato destinato a Catanzaro.

Quindi, nel 2018, la nomina a procuratore di Reggio Calabria. A Torino Bombardieri subentrerà, come capo della procura, ad Anna Maria Loreto, andata in pensione poco più di un anno fa.

Utilizzo illecito click day sui migranti, decine di arresti e altre misure

Mercoledì mattina la guardia di finanza di Salerno, su delega della Dda, ha eseguito, nelle province di Salerno, Napoli, Caserta, Potenza, Matera, Cosenza, Sassari, L’Aquila e Pesaro-Urbino, un’ordinanza di custodia cautelare, in carcere, ai domiciliari nonché di divieto di esercizio dall’attività professionale emessa dal gip del tribunale di Salerno nei confronti di 47 persone indagate per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, riciclaggio ed utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Contestualmente appartenenti al comando carabinieri per la tutela del lavoro e della guardia di finanza di Salerno hanno eseguito un provvedimento di fermo di indiziati di reato nei confronti di 7 indagati per la violazione delle disposizioni contro l’immigrazione clandestina. Entrambi i provvedimenti sono collegati all’illecito utilizzo del cosiddetto click day legato al decreto flussi, a partire dal 2020.

I fermi – spiega una nota degli inquirenti – sono motivati perché alcuni indagati stavano progettando un trasferimento di immigrati in paesi nord africani, in cui avevano basi logistiche, е che gli altri, аі primi evidentemente collegati, avrebbero potuto essere indotti ad analoghe iniziative per effetto dell’esecuzione dell’ordinanza cautelare.

Entrambi i provvedimenti restrittivi costituiscono sviluppo investigativo del medesimo filone di indagine relativo al fenomeno lucrativo connesso all’illecito utilizzo del cosiddetto “Click Day“, legato аі Decreti Flussi, а far data dal 2020 аі giorni odierni, finalizzato all’ottenimento da parte di cittadini extracomunitari del nulla osta per l’ingresso in Italia per motivi di lavoro.

Le attività investigative, che si sono svolte in coordinamento con il Procuratore Nazionale Antimafia, hanno consentito di ricostruire l’intero sistema illecito, а partire dalla costituzione di società ad hoc ovvero dalla fraudolenta utilizzazione della identità digitale di imprenditori ignari il cui unico scopo era quello di consentire l’inserimento delle istanze per l’ottenimento del nulla osta all’ingresso sul territorio nazionale nonché di individuare una rete di persone composta da imprenditori, addetti аі patronati е liberi professionisti, che previa corresponsione di denaro da parte di cittadini extra-comunitari interessati predisponeva ed effettuava l’inserimento nonché curava le successive pratiche burocratiche ed infine un gruppo di soggetti, taluni dei quali già condannati per i reati di associazione mafiosa, con riferimento alla organizzazione camorristica denominata clan Cesarano, operante in Pompei е Castellammare di Stabia, con consolidate е datate propaggini nella provincia di Salermo, che, riciclavano gli ingenti proventi derivanti dalla predetta attività illecita.

Allo stato delle indagini, che sono in fase iniziale, е stato riscontrato l’inoltro, verso diverse prefetture di tutta Italia, di circa 2.500 istanze strumentali all’ingresso fraudolento di cittadini extracomunitari sul teпitorio nazionale, istanze basate su dati inesistenti о falsificati; il carattere estremamente lucrativo di tale attività е desumibile dalla circostanza che ogni cittadino extracomunitario avrebbe coпisposto per ogni istanza inoltrata durante i “click day” 1.000 euro; 2mila per ogni nulla osta, kit е visto rilasciato previo altri 2.000 euro ed, infine, eventualmente, per ogni fittizio contratto di lavoro firmato, ulteriori   2.000 euro.

Contestualmente è stato eseguito il sequestro preventivo di un teпeno, sito а Battipaglia, е di disponibilità finanziarie е di beni per complessivi 6 milioni di euro circa, beni ritenuti provento dell’attività illecita.

Nel corso delle operazioni di perquisizione contestuali alla esecuzione delle misure cautelari sono stati trovati finora nella disponibilità degli indagati, circa 300.000 euro in contanti nonché un libro mastro delle operazioni fittizie.

Attraversa lo Stretto di Messina su una corda, impresa storica per atleta estone

Jaan Roose ha tecnicamente concluso la traversata dello Stretto di Messina su una fune, ma la sua impresa non può essere inserita nel Guinness dei Primati. L’atleta della Red Bull ha effettivamente superato il record del mondo in vigore, ma è caduto prima dell’arrivo, quando mancavano circa 80 metri, e quindi non è stato possibile registrarlo.

Roose ha poi ripreso la prova, portandola a conclusione, ma il regolamento prevede che sia compiuto un percorso netto fino al termine. Pur avendo percorso più di un chilometro rispetto al record precedente, resta quindi ancora in vigore quello registrato sulle Alpi francesi nell’agosto del 2022.

Jaan Roose ha comunque compiuto un’impresa: è il primo uomo ad attraversare lo Stretto di Messina su una slackline (una corda a fettuccia) larga appena 1,9 cm e tesa per oltre 3,6 chilometri a oltre 200 metri di altezza tra due ex elettrodi di Santa Tadra in Calabria e Torre Faro in Sicilia, tra Scilla e Cariddi.

Per circa tre ore ha dimostrato una maestria esemplare e una forza mentale fuori dal comune, completando una straordinaria impresa, mai realizzata prima. Queste le sue parole ‘a caldo’, subito dopo essere arrivato sul pilone messinese: “Mi sento ‘jaantastic’ – ha detto – sono super contento, un po’ stanco e provato… ma ragazzi, ho fatto la storia, ho camminato per 3,6 km sullo Stretto di Messina! È stata una lunga camminata, piena di sorprese dall’inizio alla fine, ho avuto qualche difficoltà, ma il tempo è stato buono, mi aspettavo più vento. Non è stato tremendo, non spirava con la forza che temevo. Il problema è stato invece come cambiava rapidamente e in continuazione intensità e direzione. In tanti anni non avevo mai affrontato una sfida del genere, il livello di difficoltà è stato pazzesco”.

Pazzesco è stato anche seguirlo dal vivo, come hanno fatto in tanti sulle due coste, dove c’era anche chi si era attrezzarlo di binocolo per poterlo vedere al meglio: lui, piccolo punto che camminava oscillando su una ‘fettuccia’ di pochi centimetri, mentre decine di barche lo seguivano in mare nello Stretto di Messina. Lui è stato bravo a resistere anche alle ‘strappate’ del vento, ma è caduto a poco meno di 80 metri dal pilone di Torre Faro a Messina, quando mancavano pochi minuti a compiere il percorso netto. Si è ‘risollevato’, è risalito sulla ‘fettuccia’ ed ha concluso la traversata tra gli applausi conscio di “avere comunque fatto la storia”.

A Roose sono arrivati i complimenti dell’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci: “Non mancherà, nel prossimo futuro -ha detto- l’occasione per tentare nuovamente di stabilire il suo record, noi sappiamo bene quanto sia complesso attraversare stabilmente lo Stretto!”.

Arrestato iraniano sbarcato con altri migranti, era ricercato nel suo paese

migranti scafisti polizia

Era sbarcato nella serata dello scorso 7 luglio assieme ad altri 90 migranti di varia nazionalità, ma su di lui pendeva un mandato di arresto per una presunta maxi truffa nel paese d’origine.

Un cittadino iraniano di 47 anni è stato arrestato dalla Squadra mobile di Crotone. A seguito degli accertamenti svolti dal personale dell’Ufficio Immigrazione e della Polizia scientifica della Questura di Crotone è emerso infatti che le autorità iraniane avevano emesso un provvedimento a suo carico dallo scorso mese di aprile.

Secondo le accuse mosse nei suoi confronti, l’uomo, amministratore di un’organizzazione governativa iraniana, con la complicità di altri soggetti avrebbe trasferito ingenti somme di denaro su conti correnti a lui riferibili, causando un danno equivalente a circa 10 milioni di euro.

Al 47enne, grazie alla collaborazione del Servizio per la cooperazione internazionale di Polizia – Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, è stato notificato, dopo avere informato la Corte d’Appello di Catanzaro che è l’autorità giudiziaria competente, un provvedimento di carcerazione che è stato immediatamente eseguito.

Violenta lite tra fratelli per interessi, aggredito e ferito Gregorio Odoardi

ospedale Lamezia Terme

Aggredito nella tarda serata di martedì il proprietario delle note cantine calabresi Odoardi. Gregorio Odoardi, 61 anni, è stato preso a sassate ed è stato trasportato in ospedale. E’ accaduto attorno alle 22.

L’imprenditore nato a Lamezia Terme, ma residente a Cosenza, si trovava all’interno della sua azienda agricola a Nocera Terinese, quando all’improvviso – secondo quanto è stato riferito ai carabinieri poi giunti sul posto – il fratello avrebbe tentato di investirlo con una Bmw. Gregorio è stato spinto a terra da un dipendente dell’azienda per evitare il pericolo. Ma a quel punto, un altro fratello della vittima avrebbe iniziato a prenderlo a sassate colpendolo alla testa. I due aggressori, vista la presenza di diversi testimoni tra i quali i dipendenti dell’azienda, si sono dati alla fuga.

Immediatamente sono giunti i carabinieri della locale stazione e Gregorio Odoardi è stato immediatamente portato in ospedale per le cure del caso avendo riportato diverse ferite alla testa. La vittima, attraverso i suoi legali gli avvocati Ferdinando Palumbo e Antonio Iaconetti, ha presentato denuncia ai carabinieri per l’aggressione.

Da quanto si è appreso, è in corso da anni un’aspra contesa della proprietà dell’azienda da parte dei tre fratelli Odoardi caratterizzata da litigi e denunce. L’ultima, nei giorni scorsi, riguardava la presenza di un cumulo di terreno che sarebbe stato messo dalla vittima come “confine” per evitare le continue invasioni dei familiari. In corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione.

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