19 Settembre 2024

Open Arms, pm chiede 6 anni di carcere per Salvini: “Ho difeso i confini”

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nave Open Arms Ong spagnola Proactiva

Il Pm ha chiesto sei anni di reclusione per Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, cinque anni fa, lo sbarco dalla Open Arms di 147 migranti a Lampedusa.

Dopo la richiesta si è sollevato un polverone contro i magistrati del pool che indagano sullo sbarco a quel tempo bloccato da Salvini, all’epoca ministro dell’Interno del governo gialloverde. Insorge il centrodestra che parla a più voci di “giustizia anomala” e di un “processo politico” nei confronti dell’attuale vicepremier.

“Grazie a tutti per il sostegno. Arrendermi? Mai. Io non mollo”, afferma il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, pubblicando gli attestati di solidarietà ricevuti dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dall’altro vicepremier Antonio Tajani, dopo la richiesta di condanna nei suoi confronti al processo Open Arms. “Ho difeso i confini e gli italiani”, fa sapere dopo la richiesta aggiungendo: “rifarei tutto per bloccare gli sbarchi”.

Meloni: “Solidarietà a Salvini, ha fatto il suo lavoro”

“È incredibile che un Ministro della Repubblica Italiana rischi 6 anni di carcere per aver svolto il proprio lavoro difendendo i confini della Nazione, così come richiesto dal mandato ricevuto dai cittadini”.

Lo afferma la premier Giorgia Meloni sui social, commentando la condanna chiesta al processo Open Arms per il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

“Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo – aggiunge -. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini”.

Anm: “Sui pm di Palermo accuse gravi, pressione su giudici”

“Sono state rivolte nei confronti di rappresentanti dello Stato nella pubblica accusa insinuazioni di uso politico della giustizia e reazioni scomposte, anche da parte di esponenti politici e di governo.

Sono dichiarazioni gravi, non consone alle funzioni esercitate, in aperta violazione del principio di separazione dei poteri, indifferenti alle regole che disciplinano il processo, che minano la fiducia nelle istituzioni democratiche e che costituiscono indebite forme di pressione sui magistrati giudicanti”.

E’ quanto afferma la giunta esecutiva sezionale di Palermo dell’Associazione nazionale magistrati, che esprime solidarietà a tutti i colleghi impegnati nella trattazione del processo a carico di Matteo Salvini ed in particolare della Procura della Repubblica di Palermo.


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