Omicidio Luca Bruni, ergastolo per Maurizio Rango

Carlomagno
Maurizio Rango
Maurizio Rango

Ergastolo. E’ pesantissima la condanna per Maurizio Rango, esponente alย vertice dell’omonimo clan “Rango-Zingari”, consorteria di Cosenza e provincia tirrenica messa sotto processo dalla Dda di Catanzaro per l’omicidio di Luca Bruni – โ€œreggenteโ€ delย clanย Bella Bella –ย avvenuto nel gennaio del 2012, nonchรจ per altri reati.

Il carcere a vita per Rango era stato chiesto dal pm antimafia Pierpaolo Bruni nella sua requisitoria ed รจ stato confermato dal collegio giudicante in sede di rito abbreviato.

Il gup distrettuale, Tiziana Macrรฌ, ha condannato complessivamente 33 imputati appartenenti alla consorteria criminale. Assolti Mario Mignolo e Roberto Pastore.

Per tutti ha retto l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Oltre all’ergastolo inflitto a Maurizio Rango altre pesanti condanne: Antonio Abbruzzese e Ettore Sottile sono stati condannati a 16 anni di carcere. 14 anni per Antonio Intrieri e Domenico Mignolo; 12 anni per Celestino Bevilacqua e Rocco Bevacqua e Gennaro Presta.

10 anni per Attilio Chianello; Danilo Bevilacqua; Antonio Imbroinise, Luca Maddalena detto “Stellino” e per Francesco Ciancio; 8 anni per Giuseppe Curioso detto “Bartolo”, Alfonso Raimondo detto “Cochino”, Francesco Vivacqua, Alberto Ruffolo, Gianluca Barone, Fabio Calabria e Gianluca Arlia; 7 anni per Luciano Impieri.

6 anni per Giovanni Iannuzzi detto “Mario”; 6 anni per Adolfo Foggetti (pena aumentata per il collaboratore di giustizia per il quale erano stati chiesti 4 anni e sei mesi), 5 anni per Leonardo Bevilacqua, Cosimo Bevilacqua, Mario Perri, Andrea Greco, Domenico Cafiero, Giuseppe Esposito; 4 anni e sei mesi anni per Simone Santoro; 2 anni e sei mesi per il collaboratore di giustizia Giuseppe Montemurro; 2 anni e 8 mesi per Antonio Abbruzzese e Francesca Abbruzzese.

Tra le accuse contestate in questo procedimento l’associazione di stampo mafioso, l’estorsione e la tentata estorsione, l’omicidio di Luca Bruni (al vertice dell’omonimo clan denominato “Bella Bella” scomparso per lupara bianca e poi ritrovato dopo le rivelazioni del pentito.

Altre accuse sono l’associazione dedita al narcotraffico, violazione del domicilio al fine di appropriarsi di alloggi popolari e la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.