Tre bottigliette piene di benzina, che non sono esplose perché non erano accese, sono state lanciate da sconosciuti, nella notte tra venerdì e sabato, sul terrazzino della villetta di Montesardo, frazione di Alessano, dove vive la famiglia di Lucio, il ragazzo di 17 anni reo-confesso dell’omicidio della sua fidanzata, Noemi Durini, di 16 anni, di Specchia.
In quel momento i genitori del ragazzo erano in casa e hanno dato l’allarme. L’abitazione viene ora piantonata notte e giorno dai carabinieri. Sono ora al vaglio degli inquirenti i filmati di alcune telecamere private installate nella zona.
Tra le due famiglie, quella del 17enne reo confesso e quella della vittima, è in atto una “guerra” con accuse reciproche. Su disposizione del Prefetto di Lecce Claudio Palomba si è deciso di potenziare il servizio di sorveglianza anche davanti a casa della famiglia di Noemi, a Specchia.
Il parroco: “Violenza porta altra violenza” – Intanto, dopo avere appreso del gesto delle molotov lanciate contro la casa di Lucio, il parroco di Specchia, don Antonio De Giorgi ha invitato “tutti i cittadini e i parrocchiani di Specchia a mantenere la calma ed il controllo delle parole e delle azioni e a non commettere gesti di cui poi potrebbero pentirsi perché non è con la vendetta che si ottiene giustizia per la povera Noemi”.
“Stiamo vivendo giorni terribili”, ha detto il sacerdote. “La tragedia che ha colpito la nostra comunità e lo choc che ne è seguito ci chiama ad una prova dura e difficile. La violenza porta solo altra violenza in una spirale che alla fine rischia di distruggere anche l’ultimo brandello di umanità”. “La rabbia è tanta ed è comprensibile – aggiunge il parroco -, ma la voglia di farsi giustizia da soli non è la soluzione razionale e giusta. Abbiamo fiducia nella giustizia; nelle sedi opportune la comunità di Specchia avrà modo di far sentire la propria voce e di dare tutto il supporto legale necessario alla famiglia Durini-Rizzo che chiede giustizia per Noemi”.