‘Ndrangheta, sequestrati beni per 1,2 milioni a uomo vicino a clan

Carlomagno

I militari dei comandi provinciali della Guardia di Finanza di Catanzaro e Cosenza hanno dato esecuzione al Decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione, su richiesta della Procura di Catanzaro – Direzione Distrettuale Antimafia, con cui è stato disposto il sequestro di due unità immobiliari e due imprese con
relativi patrimoni aziendali, comprendenti numerosi appezzamenti di terreno, motoslitte, quad e rapporti bancari, per un valore complessivo di oltre 1,2 milioni di euro, riconducibili ad un soggetto ipotizzato come contiguo al gruppo mafioso “Patitucci”, e che rientrerebbe nella categoria dei soggetti connotati da “pericolosità qualificata”, come previsto dalla norma, in quanto indiziato di appartenere all’associazione di cui all’articolo 416-bis.

Ciò in considerazione – spiega una nota della Dda – del suo coinvolgimento nei procedimenti penali, convenzionalmente denominati “Reset”, che ha riguardato la citata organizzazione operante a Cosenza e territori limitrofi, e “Gentleman II”, che ha interessato un sodalizio dedito al narcotraffico operante nella Sibaritide, nei quali, rispettivamente, sono stati ipotizzati i reati di partecipazione ad associazione mafiosa e di cessione di sostanze stupefacenti nel periodo compreso tra l’anno 2012 e il 2022.

I predetti procedimenti, anche a carico del soggetto destinatario dell’odierno decreto, sono attualmente nella fase del giudizio, e in particolare, il procedimento penale cosiddetto “Gentleman II”, nel quale l’attività di indagine è stata caratterizzata dall’utilizzazione degli strumenti della cooperazione internazionale, pende in fase dibattimentale davanti al Tribunale di Castrovillari; il procedimento penale “Reset” pende in fase di trattazione del giudizio abbreviato davanti al G.U.P. di Catanzaro.

Si tratta di provvedimento di natura cautelare, adottato dal Tribunale di Catanzaro – Seconda Sezione Penale – Ufficio Misure di Prevenzione nell’ambito del procedimento di prevenzione, sulla base delle articolate indagini economico – patrimoniali coordinate dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – D.D.A. ed eseguite dagli specialisti della Sezione Misure di Prevenzione – Gruppo investigazione criminalità organizzata (Gico) del Nucleo di polizia economico finanziaria di Catanzaro e dei colleghi Pef di Cosenza, con la collaborazione del Servizio Centrale I.C.O., con riguardo alla posizione reddituale del destinatario, e dei familiari, volte a verificare la effettiva disponibilità, la provenienza dei beni e la sproporzione del relativo valore rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

Il provvedimento è stato disposto in via anticipata, in attesa del contraddittorio che avrà luogo dinanzi al Tribunale di Catanzaro – Sezione per l’applicazione delle Misure di Prevenzione nel procedimento di prevenzione, volto alla verifica della sussistenza dei presupposti per la confisca dei beni, che è ancora in corso.