Sono 23 i fermi eseguiti stamane dalla Polizia di Crotone nellโambito dellโinchiesta della Dda di Catanzaro che ipotizza a carico degli indagati reati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, tentata rapina, incendio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni e illecita concorrenza con minaccia aggravata dal metodo mafioso. Lโoperazione รจ stata chiamata in codice โTisifoneโ.
Gli arresti, disposti dal procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, dallโaggiunto Vincenzo Luberto e dai sostituti Paolo Sirleo e Domenico Guarascio, sono la conseguenza di quanto emerso nel corso di unโarticolata indagine svolta dai poliziotti della Squadra mobile di Crotone e con gli investigatori del Servizio centrale operativo, che ha fatto luce sulle nuove dinamiche criminali operanti sul territorio di Isola di Capo Rizzuto venutesi a creare a seguito delle recenti operazioni di polizia che hanno colpito quel territorio e in particolare lโoperazione Jonny svoltasi lo scorso anno che ha colpito decine di persone riconducibili al locale di โndrangheta degli Arena di Isola di Capo Rizzuto, tra cui gli stessi vertici della cosca.
Lโindagine ha permesso di entrare nel cuore del territorio isolitano disvelando le nuove alleanze, i nuovi equilibri che si sono venuti a creare o che si stavano creando allโinterno del comprensorio isolitano, ma soprattutto ha fatto emergere le nuove tensioni che, dopo i numerosi arresti operati, stavano emergendo dettati dalla volontร di imporre il proprio potere e controllo su Isola.
In particolare sono emersi due fronti contrapposti, da un lato i Capicchiano, con a capo Salvatore Capicchiano, desiderosi di affermare il loro monopolio nella gestione del lucroso settore delle gioco illegale mediante lโimposizione e la gestione delle loro slot machine in diversi bar ed esercizi commerciali, dallโaltro i Nicoscia con al vertice Antonio Nicoscia, figlio di Pasquale Nicoscia (alias Macchietta), i Manfredi e i Gentile non concordi su tale esclusivitร e sulla ascesa totalizzante e non condivisa dei Capicchiano.
La conseguenza di questi attriti รจ stata unโescalation di violenza che ha visto entrambe le parti contrapposte in diverse occasioni ipotizzare pianificare degli omicidi ai danni della fazione opposta sventati dallโintervento della polizia. Infatti, proprio la pianificazione di questi gravissimi reati ha portato allโaccelerazione dellโindagine con lโadozione di un provvedimento di fermo e al conseguente arresto nei confronti dei soggetti sopra elencati.
Lโindagine ha consentito peraltro di documentare anche i rapporti con le diverse famiglie di โndrangheta e in particolare con la cosca Megna di Papanice e con le cosche del petilino. In particolare, si sono documentati non soltanto โaffariโ tra i Nicoscia la cosca Megna ossia lโestorsione e lโimposizione di un servizio di sicurezza e guardiania ai danni di un noto locale sito a Le Castella, ma, cosa assai importante e alquanto preoccupante, anche la celebrazione di diversi riti di affiliazione, finalizzati al rafforzamento delle file della cosca, che hanno visto partecipare o โportare in copiataโ secondo precisi rituali, i vertici (Grande Aracri, Arena, Gentile, Lentini) delle cosche del crotonese, tra cui i Megna, e del petilino.
Lโesecuzione delle catture disposte dalla Procura, che ha visto giร dalle prime ore dellโalba impiegati decine di uomini e donne della Polizia di Stato, ha visto oltre alla Squadra mobile di Crotone e del Servizio centrale operativo anche il supporto della Squadra mobile di Catanzaro, del Reparto prevenzione crimine di Cosenza, Vibo Valentia e Siderno.