23 Novembre 2024

Naufragio di migranti in Grecia, 78 morti e centinaia di dispersi

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Dopo Cutro ancora un naufragio di migranti, questa volta in Grecia. Si teme possa essere una strage di proporzioni maggiori di quella avvenuta in Calabria lo scorso 26 febbraio. Sul barcone, secondo testimonianze di superstiti, erano presenti circa 700 persone. Erano partiti dalla Libia direzione Italia, ma non è chiaro perché i trafficanti abbiano cambiato rotta andando in Grecia.

La strage è avvenuta a Pylos, nel Peloponneso, quando all’improvviso il barcone (in foto) si è rovesciato con tutto il carico umano, uomini, donne e bambini stipati come sardine e pare non avessero nemmeno il salvagente a fronte di un ticket di 10mila dollari a testa. Le autorità greche avrebbero ignorato l’sos, riportano alcuni media.

Continuano le operazioni di soccorso della Guardia costiera greca a sud della città di Pylos, dopo il naufragio del peschereccio: le ricerche sono andate avanti tutta la notte, ma non hanno portato a nuovi sviluppi. Il numero dei superstiti rimane 104, mentre la Guardia costiera ha chiarito questa mattina che sono stati recuperati 78 corpi.

Durante la notte è iniziato il trasferimento dei corpi recuperati in mare dalle imbarcazioni della Guardia costiera ai camion adibiti per il trasporto che attendevano nel porto. L’identificazione delle salme, tramite il prelevamento di campioni di Dna, è attualmente in corso, come riportato dall’agenzia di stampa Ana-Mpa. I superstiti, tutti uomini tra i 16 e i 40 anni, hanno trascorso la notte in un magazzino del porto e rimangono in attesa di essere trasferiti in un centro di accoglienza nell’entroterra, probabilmente a nord di Atene.

“La parte esterna della nave era piena di persone, sospettiamo che lo stesso valga per l’interno” spiega Nikolaos Alexiou, comandante e portavoce della guardia costiera greca, mentre afferma che “non si può dare un numero esatto con certezza, ma certamente il numero è molto alto”. Almeno 400, secondo l’Oim, ma secondo le prime ricostruzioni dei sopravvissuti che erano a bordo dell’imbarcazione “il numero dei passeggeri era di 750” racconta il governatore della regione del Peloponneso, Panagiotis Nikas.

Lo stesso numero fornito da Alarm phone, che già ieri era stata contattata per segnalare un’imbarcazione in difficoltà. Anche un aereo dell’agenzia europea Frontex aveva avvistato il peschereccio intorno a mezzogiorno di ieri e “successivamente da due motovedette, senza richiedere assistenza”, racconta la Guardia costiera greca: i “migranti hanno poi rifiutato qualsiasi assistenza e hanno dichiarato di voler proseguire il viaggio verso l’Italia”, sostengono i greci.

Ma, in un comunicato, Alarm phone smentisce questa ricostruzione sostenendo che la Guardia costiera ellenica era “stata allertata alle 16.53” così come “le autorità greche e le altre europee”. Quindi “erano ben consapevoli di questa imbarcazione sovraffollata e inadeguata” ma – denuncia il centro che si occupa di ricevere le telefonate di soccorso – “non è stata avviata un’operazione di salvataggio”, mentre “la Guardia Costiera ellenica ha iniziato a giustificare il mancato soccorso sostenendo che le persone in difficoltà non volevano essere soccorse in Grecia”. Sarebbero state così perse – è la lettura di Alarm phone – ore cruciali, fino al naufragio, con le operazioni di soccorso ed il recupero di 104 persone portate in salvo a Kalamata dallo yacht Mayan Queen IV, con bandiera delle Cayman. Alexiou spiega che i soccorritori continuano “a operare al largo di Pylos e continueranno a farlo anche di notte, con l’assistenza del C-130 dell’Aeronautica Militare”. Le speranze di trovare superstiti, però, si affievoliscono ogni ora che passa. Secondo le prime informazioni, le persone venivano da Siria, Pakistan, Egitto e tra loro, raccontano i soccorritori, c’erano anche donne e bambini stipati nelle stive.

Stando alle prime testimonianze, nessuna di loro indossava il giubbotto di salvataggio. I vertici dell’Unione europea esprimono il loro cordoglio per la notizia. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è detta “profondamente addolorata” e “molto preoccupata per il numero di persone scomparse”, sottolineando la necessità di “continuare a lavorare insieme, con gli Stati membri e i Paesi terzi, per prevenire queste tragedie”.

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel parla di “un promemoria straziante che dobbiamo porre fine al business senza scrupoli dei trafficanti”, annunciando che “i leader dell’Ue affronteranno la questione al vertice di giugno”. Più duro, invece, il commento della commissaria Ue agli Affari Interni, Ylva Johansson, che spiega come il naufragio “sia il segno del fatto che la nostra politica migratoria non funziona bene al momento”, augurandosi che verrà cambiata con il nuovo Patto di migrazione e asilo. “La situazione di stallo durata sette anni è finita”, ha spiegato Johansson, difendendo il lavoro delle Ong: “Sono diverse tra loro ma in generale fanno un ottimo lavoro e salvano vite”. E chi migra “in cerca di una vita migliore merita sicurezza e dignità”, le fa eco Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu. I viaggi della speranza, però, proseguono. E mentre altri 80 migranti sono stati salvati, sempre in Grecia, a Creta, continuano anche gli sbarchi a Lampedusa dove oggi sono arrivati in 20, fra cui 2 donne, dopo essere stati soccorsi dalla Guardia di Finanza. Sarebbero originari di Guinea, Burkina Faso, Senegal e Mali e sarebbero salpati da Sfax in Tunisia. Altri 23 sono arrivati ad Augusta, in provincia di Siracusa, dopo essere stati alla deriva nel Canale di Sicilia.


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