Scontri a Napoli contro il lockdown. Circa duemila persone, tra cittadini comuni e commercianti, stanno protestando a Napoli contro le decisioni del presidente Vincenzo De Luca che ha imposto misure più restrittive in tutta la regione quali il “coprifuoco”, giustificato dal fatto di contenere la diffusione del virus. Non solo. Lo “sceriffo”, come viene definito, ha chiesto al governo un lockdown totale in tutta Italia.
I manifestanti si sono recati a centinaia sotto Palazzo Santa Lucia, violando l’ordinanza del governatore e forzando i cordoni di protezione. Al grido “libertà-libertà” i gruppi – riporta Napoli today – hanno letteralmente invaso l’area circostante il palazzo della Giunta regionale e hanno bloccato anche il lungomare. I manifestanti sono arrivati sia dal lungomare stesso che dal centro storico.
In particolare qualche centinaio si era dato appuntamento nei pressi dell’Orientale per poi incamminarsi e raggiungere a piedi il palazzo della Giunta. Dal centro storico hanno attraversato piazza Bovio, piazza Municipio e sono poi arrivati a Palazzo Santa Lucia e sul lungomare. Il palazzo è protetto dalle forze dell’ordine in assetto anti-sommossa. La tensione è alle stelle.
“La gente morirà di fame, non di virus”.
Tra gli slogan e i cartelli esposti: “Tu ci chiudi, tu ci paghi”, si scandisce negli slogan contro il governatore De Luca e il governo Conte. Sono anche stati accesi dei fumogeni. “A salute è a prima cosa ma senza soldi non si cantano messe”, recita un altro grande striscione. I manifestanti stanno per partire in corteo per le vie del centro, ma i cortei sono attualmente vietati dall’ordinanza della Regione Campania. Ma loro insistono e gridano: “La gente morirà di fame, non di virus”.
Gli scontri con le forze dell’ordine
Scontri si stanno verificando con esplosione di petardi e lancio di oggetti contro gli uomini in divisa. Le forze dell’ordine hanno lanciato la carica con lancio di lacrimogeni. Secondo le prime informazioni ci sarebbe anche un carabiniere ferito dopo essere stato accerchiato da sei o sette manifestanti.
Il traffico è stato completamente bloccato dalle persone in corteo tra le auto che non hanno ancora lasciato la zona. Aggrediti i giornalisti e picchiata in diretta la troupe di Sky. I manifestanti hanno forzato il blocco e sono riusciti ad avvicinarsi sotto la sede della Regione.
Intanto il malessere sociale aumenta in tutto il Paese per il crescente allarmismo sul covid. Dopo le manifestazioni a Milano, anche i commercianti, i ristoratori, gli operatori del turismo e gli albergatori napoletani sono scesi in piazza per protestare di fronte la sede della Regione Campania, gridando “vergogna” e “libertà”.
“La ristorazione e il turismo, riporta Byoblu, sono l’ultima industria in mano alla gente semplice e questo dà fastidio a chi detiene il potere”. “Non è giusto far chiudere un settore che rappresenta il 30% del Pil della nazione”. “Aiutateci, altrimenti non riusciremo più a pagare le tasse”. Sono alcune delle voci che si sono levate durante la protesta destinata a crescere nei prossimi giorni. Questa sera, 23 ottobre, i commercianti partenopei si sono dati appuntamento sul lungomare Mergellina alle ore 21, due ore prima dell’inizio del coprifuoco. Una misura violata al grido di “Libertà, libertà”.