“Non conosco le indagini in Sicilia, ma i contatti tra trafficanti e Ong ci sono stati. Il mio collega di Catania Zuccaro lo aveva detto molto tempo prima ed è stato aggredito perché ha detto che il re è nudo. Naturalmente non dobbiamo generalizzare, ma chi lo ha attaccato allora ora dovrebbe chiedergli scusa”. Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri in una intervista al Fatto Quotidiano in cui parla dell’emergenza migranti e sulle polemiche sorte attorno al ruolo delle Ong.
Dopo la firma del codice del Viminale da parte di alcune Ong e le relative sanzioni, per Gratteri “si sta tentando di bloccare le partenze dalla Libia ma serve solo a rallentare la soluzione. Il 98% dei migranti parte da 4 Stati del centro Africa, prima di discutere del Mediterraneo bisogna parlare del deserto”.
L’arrivo sulle coste libiche “è solo un tappo, in cui, peraltro, i migranti vengono rinchiusi come schiavi, picchiati e violentati. E qui deve intervenire l’Europa: ignorare il problema non mi pare il ragionamento di una civiltà occidentale, invece quando l’Italia strilla l’Europa gli dà un po’ di soldi per scaricarsi la coscienza. Ma noi non siamo la Turchia, tutto ciò mi sembra umiliante”.
“Penso – ha aggiunto Gratteri – che se vogliamo capire meglio cosa accade a bordo delle navi è doveroso che l’Italia chieda alle Ong di far salire ufficiali di polizia giudiziaria. Servono a capire chi contattano, con chi si relazionano, cosa accade davvero in occasione degli interventi. Del resto, se non hanno nulla da nascondere non vedo perché non debbano aderire” al codice messo a punto dal ministero dell’Interno.
“Comprendo la questione ideologica, ma qui si tratta della sicurezza nazionale: l’ideologia mettiamola da parte”, ha detto ancora il procuratore che mostra perplessità sui finanziamenti alle Ong. “È ovvio che nei momenti in cui queste navi attraccano in un porto italiano la Procura può fare accertamenti e chiedere i bilanci e capire se sono veri o meno: basta calcolare quanto costa una nave e ci si accorge che i finanziamenti sono molto più elevati dei costi”, ha concluso il capo della Dda di Catanzaro.
Intanto, scrive in apertura il Fatto di oggi in edicola, vi sarebbe una inchiesta sulla Ong Save the Children, in cui vi sarebbero anche indagati. Indagine che si somma a quella della stessa procura di Trapani che ha portato al sequestro nei giorni scorsi della nave Iuventa della Ong Jugend Rettet.
Dalle carte del sequestro emerge non solo il coinvolgimento di alcuni componenti dell’equipaggio in contatto coi trafficanti, ma anche la “collusione della Guardia Costiera Libica” che assisterebbe inerme al trasbordo dei migranti dalle imbarcazioni degli scafisti sulle navi delle Ong.