Tre miliardi di taglio delle tasse sul lavoro nel 2020 e l’ingresso in manovra di un fondo per la famiglia. Sono le novità che spuntano sul tavolo del vertice notturno sulla legge di bilancio a Palazzo Chigi. Ipotesi che mirano a rendere il testo “più ambizioso”, ma anche a ridurre gli attriti tra i partiti.
E’ una vigilia di liti, infatti, quella che precede l’arrivo in Consiglio dei ministri della manovra (previsto per lunedì sera, potrebbe tenersi martedì mattina), con il documento programmatico di bilancio da inviare all’Ue e il decreto fiscale. Sottotraccia duellano M5s e Pd proprio sul taglio del cuneo. Sulla scena, si scontrano Iv e M5s sulla proposta di Matteo Renzi di abolire quota 100, che per Luigi Di Maio è inaccettabile.
A Palazzo Chigi, intorno alle 22, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri accolgono i capi delegazione dei quattro partiti di maggioranza, Di Maio, Dario Franceschini, Roberto Speranza, Teresa Bellanova. C’è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. E i viceministri all’Economia Laura Castelli (M5s) e Antonio Misiani (Pd), la sottosegretaria Maria Cecilia Guerra (Leu), il deputato Luigi Marattin (Iv).
Sono passate le 23 quando la riunione entra nel vivo e attorno all’una di notte, in un clima definito “sereno”, il confronto risulta “ancora in alto mare”. Sono numerosi i nodi da sciogliere: fino all’ultimo mancano coperture, anche perché ciascuna voce richiede una decisione politica.
Si ipotizza di ricavare, ad esempio, circa 400 milioni dai giochi e una cifra più bassa dalla revisione al rialzo delle accise sui tabacchi. Ma poiché quest’ultimo intervento potrebbe far aumentare il prezzo delle sigarette, la scelta viene lasciata ai partiti. E i partiti litigano. Italia Vera e M5s si scontrano su quota 100: Renzi chiede di abolirla, dando risorse alle famiglie, Di Maio risponde di no. Sul tavolo del vertice di maggioranza arriva l’ipotesi intermedia di intervenire sulle finestre di uscita previste con quota 100 nel 2020: farle slittare libererebbe risorse.
Anche in questo caso il no del M5s sembra netto. Ma proprio il ritocco alle finestre di quota 100 potrebbe essere tra le misure decise in extremis per consentire di aumentare la dote per il taglio del cuneo fiscale. Nel Def si era stimato per il 2020 un taglio di 2,7 miliardi: potrebbero salire a 3 miliardi. Su come tagliare, duellano Pd e M5s.
La richiesta del Movimento sarebbe quella di ridurre le tasse in parte ai lavoratori e in parte alle imprese (avviando insieme il salario minimo orario di 9 euro). Ma il Pd, che fin dall’accordo di governo ha chiesto il taglio del cuneo ai lavoratori, non ci sta. La mediazione potrebbe essere destinare per il 2020 (magari da metà anno) tutto al taglio delle buste paga, poi dal 2021 agire sulle imprese. Sotto i riflettori c’è poi l’assegno unico per i figli.
Nella lunga notte della manovra appare assai probabile che entri in legge di bilancio un fondo per la famiglia, che apra la strada all’assegno vero e proprio. In questo fondo confluirebbero le risorse per i servizi alle famiglie, da quelle per lo stop alle rette degli asili nido ad altri bonus. Sarebbe questa la base per creare in un secondo momento l’assegno unico per i figli.
Da discutere fino all’ultimo sono anche due interventi che il Movimento vorrebbe nel decreto fiscale: l’innalzamento delle soglie minime per il carcere agli evasori (il Pd vorrebbe parlarne in una legge collegata alla manovra, lasciando nel decreto fiscale solo la confisca dei beni degli evasori) e le compensazioni dei crediti Inps e Inail. E’ invece accantonata l’idea di abbassare la soglia per il contante, da 3000 a 1000 euro. A seconda delle risorse, si capirà anche se si riuscirà a cancellare, per tutto il 2020 o magari da metà anno, i superticket nella sanità. (Ansa)