19 Settembre 2024

Manovra, Di Maio-Savini rassicurano: “Non c’è aumento dell’Iva”

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Manovra, Di Maio-Savini rassicurano: 'Non c'è aumento dell'Iva'
Ansa

Bene aver evitato la procedura di infrazione ma l’Europa deve cambiare. E’ la linea del governo il giorno dopo lo stop di Bruxelles alle procedure per il debito italiano con l’intesa sulla manovra.

Intanto dai vicepremier arrivano rassicurazioni sul fronte dell’Iva dopo la notizia che nel maxi-emendamento del governo che recepisce l’accordo con l’Ue sulla manovra sono previsti aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022 qualora non si dovessero raggiungere gli obiettivi dell’esecutivo.

“Non c’è un aumento dell’Iva quest’anno e non ci sarà nei prossimi anni. Come abbiamo dimezzato quest’anno le clausole le dimezzeremo nei prossimi anni”, ha detto Luigi Di Maio. “Smentisco il fatto che abbiamo tagliato 4 miliardi di investimenti. Gli investimenti restano, alcuni vanno in flessibilità perché sono sul dissesto idrogeologico. La maggior parte degli investimenti che mettiamo sono legati al dissesto. La manovra per quanto riguarda gli investimenti resta ambiziosa”, ha detto inoltre.

“No, non l’abbiamo aumentata quest’anno e non l’aumenteremo nei prossimi anni”, ha detto Matteo Salvini arrivando all’ospedale Fatebenefratelli di Milano per la firma del protocollo d’intesa per la nascita di un laboratorio di genetica forense della Polizia di Stato.

“Anche questo modo di fare contabilità pubblica deve cambiare. Il fatto di aver evitato la procedura di infrazione – ha detto il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital – mi rende molto contento, ma questa Europa deve cambiare e il 2019 con le elezioni europee deve essere l’occasione per eliminare una serie di convenzioni legate alla austerity che richiederanno nei prossimi anni un cambiamento epocale”. Così il vice premier Luigi Di Maio a Radio capital. “Va bene aver superato la procedura di infrazione, ma questa occasione ci continua a richiamare all’idea di dover cambiare l’Ue” spiega.

“Attraversare una procedura di infrazione – ha detto anche il premier Conte in una intervista al Corriere – che avrebbe messo sotto controllo i conti dell’Italia per sette anni, inutile negarlo, avrebbe avuto un costo politico molto elevato, e forse non del tutto prevedibile”, dice il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera, riflettendo sulla possibilità che con un ‘no’ della Commissione si sarebbe riaperta la discussione sulla permanenza dell’Italia in Ue e nell’euro. Questo però, precisa, “non è né sarà mai un obiettivo politico di questo governo”.


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