PATERNO’ (CATANIA) – Operazione The End. Quattordici persone ritenute appartenenti al clan Assinnata di Paternò, collegato con la “famiglia” Santapaola, sono state arrestate in esecuzione di un ordine di custodia cautelare emesso dal Gip di Catania, su richiesta della locale Dda della Procura. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, estorsione e traffico di droga. Tra i destinatari del provvedimento, eseguito da carabinieri, c’è il padre del ragazzo al quale il 3 dicembre scorso, durante i festeggiamenti di Santa Barbara, Patrona di Paternò, alcuni portatori dei cerei votivi fecero un “inchino reverenziale” davanti la sua abitazione.
Le indagini di militari dell’Arma della compagnia di Paternò hanno permesso di ricostruire le dinamiche criminali che regolavano le condotte del gruppo e le modalità di gestione dei proventi illeciti, definirne la struttura, le posizioni di vertice e i ruoli degli affiliati, nonché di ricostruire il volume degli affari illegali nel settore delle estorsioni.
Il provvedimento è stato eseguito da oltre 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania e dei reparti specializzati quali la Compagnia di Intervento Operativo del XII Battaglione “Sicilia”, il Nucleo Cinofili di Nicolosi (Catania) ed il Nucleo Elicotteri della città etnea. al centro dell’inchiesta il clan Assinnata di Paternò che gli inquirenti ritengono affiliato alla famiglia catanese Santapaola di Cosa nostra.
L’INCHIESTA THE END CONTRO IL CLAN ASSINNATA
Il clan – spiegano gli investigatori -, storicamente sviluppatosi in seno al gruppo mafioso di Paternò facente capo ad Giuseppe Alleruzzo (classe 1935), è stato riorganizzato da Domenico Assinnata (classe 1952) e dal figlio Salvatore (classe 1972) come accertato nelle operazioni Orsa Maggiore, che nel 1993 per la prima volta individua i gruppi dell’hinterland catanese ricollegabili alla famiglia Santapaola, Padrini e Fiori Bianchi che hanno documentato l’operatività del clan sino all’aprile 2010.
I soggetti arrestati rispondono dei reati presunti di associazione di tipo mafioso, estorsione ed associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, commessi dal 2012 al settembre 2013.
Il provvedimento scaturisce da una complessa attività di indagine avviata dalla Compagnia Carabinieri di Paternò, in seguito al rinvenimento di una tanica di benzina con accendino legato da nastro adesivo presso un cantiere di una ditta della provincia di Palermo e alla successiva denuncia presentata dal titolare nei confronti dello sconosciuto autore, poi identificato in Giuseppe Fioretto.
L’attività investigativa ha consentito di documentare come Salvatore Assinnata fosse il promotore dell’organizzazione che gestiva la “cassa” del clan e che si occupava di reinvestire i guadagni nell’acquisto di sostanza stupefacente, avendo rapporti con le altre famiglie mafiose di Catania.
Le indagini hanno delineato una organizzazione mafiosa, di tipo verticistico – piramidale, con una chiara e nitida suddivisione dei compiti, tutti finalizzati al conseguimento di illeciti proventi scaturenti da diversificate attività criminali.
Salvatore Assinnata era coadiuvato dai suoi “fedelissimi”, Giovanni Messina, suo storico braccio destro e tratto in arresto nell’ambito dell’indagine in quanto trovato in possesso di 600 grammi di cocaina purissima, Pietro Puglisi, responsabile di custodire l’arsenale del clan sequestrato nel maggio del 2013, il cognato Andrea Giacoponello, tratto in arresto per la detenzione di una pistola con matricola abrasa, Benedetto Beato, Giuseppe Parenti, Luca Vespucci e Giuseppe Fioretto, con i compiti di gestire le altre attività illecite.
Salvatore Assinnata, afferma l’accusa, utilizzava i soggetti suddetti, unitamente ad altri, come gregari attraverso i quali recapitava messaggi, recuperava somme di denaro, consegnava e spacciava lo stupefacente.
Le indagine hanno consentito di accertare l’esistenza di una “piazza di spaccio” a Piazza Purgatorio di Paternò gestita da Daniele Beato, Giuseppe Fusto, Mario Leonardi e Rosario Oliveri. Altri soggetti, quali Cinzia Pellegriti, i fratelli Angelo e Andrea Di Fazio, erano incaricati dello spaccio dello stupefacente.
Tra le varie azioni estorsive documentate, anche di recupero crediti, particolarmente efferata e sfacciata quella ai danni di un’ottica paternese, ove i sodali, approfittando della minaccia implicita dell’appartenenza al clan, si recavano frequentemente per prelevare costosi occhiali senza versare il corrispettivo.
L’indagine ha anche dimostrato come tutti i accoliti fossero tenuti a versare i proventi delle varie attività illecite in una cd. cassa comune, dalla quale venivano ricavati gli “stipendi degli affiliati” e i costi del mantenimento dei familiari di coloro che erano detenuti.
Emblematico è, a tal proposito, l’episodio in cui Daniele Beato, avendo sentore che da lì a poco gli sarebbe arrivata una condanna definitiva, dialogava con Luca Vespucci al quale diceva che sarebbe dovuto avvenire “il passaggio del testimone” e che “ora doveva iniziare a lavorare al posto suo”.
Singolari le conversazioni captate tra alcuni affiliati relative al ruolo indiscusso di leader di Salvatore Assinnata, “iddu quannu u talii sulu nda facci … pigghi e ti pisci incoddu…minchia… iddu è il top dei top…iddu cumanna è u capu…io sugnu suddatu” e ancora una conversazione che evidenziava la cultura mafiosa degli associati “iu sugnu mafiusu….’mbare iu macari ca m’attaccunu …iu mi fazzu a galera mutu mutu” ed infine una conversazione che testimoniava il nuovo ingresso di un affiliato che confermava di essere entrato a far parte del clan Assinnata: “A: ma gia’ t’associaru?…t’associasti?…ti dichiarasti vero? B:si… A: si?…apposto…”.
E’ uno stesso appartenente all’organizzazione che, in una intercettazione, diceva del proprio capo Salvatore ASSINNATA “ha statu pi sempri” e “lui è il top del top”.
Elenco dei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare
- Salvatore Assinnata, 43enne, di Paternò, già detenuto;
- Benedetto Beato, 33enne di Paternò;
- Daniele Beato, 30enne di Paternò;
- Andrea Di Fazio, 28enne, di Paternò, già detenuto;(domiciliari);
- Angelo Di Fazio, 25enne, di Paternò, già detenuto;
- Giuseppe Fioretto, 34enne, di Paternò, già detenuto;
- Giuseppe Fusto, 49enne, di Paternò, già detenuto;
- Andrea Giacoponello, 43enne, di Paternò, già detenuto;
- Mario Leonardi, 33enne, di Paternò;
- Salvatore Mannino, 29enne, di Paternò;
- Rosario Oliveri, 28enne, di Paternò;
- Giuseppe Parenti, 33enne , di Paternò già detenuto;
- Maria Cinzia Pellegriti, 43enne, di Paternò;
- Luca Vespucci, 32enne, di Paternò.