Si sta aggravando il bilancio dei violenti scontri armati tra milizie a Tripoli, in Libia. Il consiglio presidenziale guidato da Fayez al Sarraj ha proclamato lo stato di emergenza nella capitale, che in queste ore sta vivendo un vero e proprio assedio. La notizia degli scontri appare però sminuita su molti media internazionali.
Il bilancio provvisorio, a otto giorni dall’inizio della guerriglia tra gruppi tribali, sarebbe al momento di 47 morti e 129 feriti. Il leader delle forze della settima Brigata, Abdel Rahim Al Kani, ha dato notizia di un assalto sul quartiere di Abu Salim, a Tripoli.
Le ostilità sarebbero iniziate quando Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti hanno intimato alla Libia di tenere libere elezioni entro dicembre. Un avvertimento che ha molto irritato le milizie locali che si sono divise sulla nuova ingerenza occidentale.
L’ambasciata italiana nella capitale libica, fa sapere la Farnesina, “resta operativa ma con una presenza più flessibile, che si sta valutando sulla base delle esigenze e della situazione di sicurezza”. Sarraj ricorre a Milizia antiterrorismo per organizzare nuovo cessate il fuoco.
“Escludo interventi militari che non risolvono nulla. E questo dovrebbero capirlo anche altri”, afferma il vicepremier e ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, lasciando Palazzo Chigi. “L’Italia – ha aggiunto – deve essere la protagonista della pacificazione in Libia”.
“Le incursioni di altri che hanno altri interessi – spiega – non devono prevalere sul bene comune che è la pace”. “Sono preoccupato. Penso che dietro ci sia qualcuno. Qualcuno – ha aggiunto – che ha fatto una guerra che non si doveva fare, che convoca elezioni senza sentire gli alleati e le fazioni locali, qualcuno che è andato a fare forzature, a esportare la democrazia, cose che non funzionano mai. Spero che il cessate il fuoco arrivi subito”, dice ancora il ministro.
“Sono in contatto diretto con i nostri uomini: militari, diplomatici, addetti dell’Eni che in Libia vivono rischi portati da un intervento militare senza senso”. Lo afferma il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ai microfoni di Radio 24 a proposito della situazione di alta tensione venutasi a creare negli ultimi giorni nel paese nordafricano.
Il governo compatto: “No a intervento militare” – “In relazione ad alcune notizie apparse sulla stampa odierna si smentisce categoricamente – una nota di Palazzo Chigi – la preparazione di un intervento da parte dei corpi speciali italiani in Libia. L’Italia continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione sul terreno e ha già espresso pubblicamente preoccupazione nonché l’invito a cessare immediatamente le ostilità assieme a Stati Uniti, Francia e Regno Unito”.
Il Consiglio Presidenziale del premier Fayez al Sarraj ha dato mandato alla milizia Forza Anti Terrrorismo di Misurata, guidata dal generale Mohammed Al Zain, di entrare nella capitale per organizzare un nuovo cessate il fuoco e far terminare le violenze nella periferia sud della capitale.
Intanto, la polizia libica riferisce che sono circa 400 i detenuti che sono riusciti ad evadere da un carcere alle porte di Tripoli approfittando dei combattimenti in corso da una settimana tra milizie rivali. I detenuti hanno forzato le porte della prigione di Ain Zara, a sud della capitale, e sono fuggiti dopo aver sopraffatto le guardie che cercavano di fermarli.
“Chiediamo a tutte le parti in Libia di cessare immediatamente le ostilità. Non c’è soluzione militare per la situazione in Libia, solo politica”, afferma un portavoce della Commissione europea, che aggiunge: “l’escalation della violenza sta minando una situazione che è già fragile. La violenza porterà solo altra violenza a svantaggio dei libici”.