Il 6 novembre scorso aveva seminato il terrore all’ospedale di Lecce “Vito Fazzi”, sparando a destra e a manca dopo aver “sfilato” la pistola ad un agente di polizia penitenziaria. Bilancio tre feriti. Poi la fuga rocambolesca dell’ergastolano 42enne Fabio Perrone, su di un’auto sottratta a una signora davanti il nosocomio. Come nei telefilm. In ospedale andò per una colonscopia.
Dopo oltre due mesi di caccia all’uomo, la sua latitanza è finita oggi. E’ stato trovato a Trepuzzi (Lecce) da agenti della squadra mobile della Questura di Lecce e da agenti della polizia penitenziaria, in casa di alcuni parenti nel suo paese di origine. E’ stato arrestato anche la persone che ospitava Perrone in casa: si tratta di Stefano Renna, di 32 anni, incensurato.
Fabio Perrone era dunque nascosto nel suo paese natale, ed era vestito e armato, anche con un kalashnikov, pronto a sparare. ha tentato di fuggire ma è stato bloccato sul terrazzo dell’abitazione dove era nascosto, in via 2 giugno.
VIDEO DELL’ARRESTO DEL LATITANTE FABIO PERRONE
La sua è stata una evasione da film con una caccia all’uomo che fino ad oggi ha mobilitato costantemente nella zona polizia, carabinieri e polizia penitenziaria. L’uomo – a quanto si è saputo – è stato costantemente protetto nel corso della sua fuga da numerose persone, anche da insospettabili.
Fabio Perrone era evaso il 6 novembre 2015, dopo aver ferito in maniera lieve tre persone utilizzando una pistola sottratta ad uno degli agenti di polizia penitenziaria che lo avevano condotto al terzo piano dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce – dal carcere di Borgo san Nicola a Lecce – per essere sottoposto ad un esame medico, una colonscopia. L’uomo durante la fuga si era impossessato di una Yaris, sottratta durante la rocambolesca fuga ad una donna alla quale aveva puntato la pistola alla tempia, nel parcheggio dell’ospedale.
Perrone quel giorno avrebbe agito senza premeditazione: infatti sebbene la visita specialistica fosse da tempo fissata, nella casa circondariale di “Borgo San Nicola”, dove era detenuto Perrone, era stato comunicato solo la sera prima che la mattina seguente sarebbe stato condotto in ospedale. L’uomo, quindi, avrebbe agito al momento, approfittando di alcune circostanze e qualcuno lo ha poi aiutato nel periodo di latitanza. Fabio Perrone, vicino alla organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita, nel marzo del 2014 aveva freddato un uomo nel bagno di un bar e per questo stava scontando l’ergastolo.