Grazie alla sentenza dell’ Alta Corte, il Governo della Nuova Zelanda ha modificato la legge sulla distribuzione del vaccino Pfizer-BioNTech. Nella sentenza viene affermato che l’accesso al vaccino era illegale e in violazione del “Medicines Act”, in quanto ancora sperimentale.
La Nga ‘Kaitiaki Tuku Ihu’ (Società di azione medica) si era rivolta all’Alta Corte sostenendo che il vaccino Pfizer non avesse completato la sua fase di sperimentazione clinica e non dovesse essere reso disponibile alla popolazione più ampia in conformità con la sezione 23 dell’atto.
Infatti il vaccino è stato approvato per più di due terzi della popolazione della Nuova Zelanda, nonostante la sperimentazione clinica primaria per il vaccino ancora da completare è prevista per aprile 2023.
La società Kaitiaki ha rilasciato una lettera aperta firmata da 43 medici neozelandesi che delinea il caso e ha espresso preoccupazione per la promozione del vaccino nonostante la mancanza di prove che ne dimostrino la sicurezza.
Dalla lettera si evince che “Nessuno al momento sa quanto sia sicura o efficace questa nuova tecnologia di mRNA a medio e lungo termine. Esperti medici altamente credibili in tutto il mondo, e persino alcuni stessi sviluppatori di vaccini, prevedono problemi e sollevano preoccupazioni urgenti da segnalare.
Obbligare pazienti o lavoratori a ricevere farmaci, medicine o vaccini che sono ancora in fase di sperimentazione costituirebbe un significativo precedente medico, che sarebbe in contrasto con tutti i codici internazionali di etica medica dal Codice di Norimberga del 1947 e dalla Dichiarazione di Helsinki del 1952”.
L’Alta Corte si è pronunciata a favore di KTI e l’atto ha ricevuto un emendamento immediato, infatti a stretto giro è stata introdotta e approvata la legge di modifica.
La sezione 23 (1) della legge sui medicinali stabiliva inizialmente che il consenso provvisorio dato dal ministro della Salute alla fornitura di un nuovo medicinale doveva essere utilizzato su base limitata e solo per il trattamento di un numero limitato di pazienti.