La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris contro la legge Severino. “Il ricorso è infondato”, ha sentenziato la Consulta che ha ritenuto la norma “scaccia amministratori” legittima e costituzionale.
Ora, dopo le vittorie al Tar non solo del sindaco di Napoli, ma anche del governatore della Campania, Vincenzo De Luca potrebbero presentarsi orizzonti cupi, con lo spettro della sospensione dalle cariche dietro l’angolo.
Il ricorso di De Magistris ruotava attorno alla retroattività dei fatti contestati e per cui veniva sospeso: il primo cittadino di Napoli nel 2014 era stato condannato in primo grado a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio nell’ambito del processo “Why Not”, per fatti accaduti prima che venisse promulgata la legge Severino.
Il Tar campano e poi la Cassazione in una sorta di ping pong tecnico-amministrativo avevano rimandato tutto alla Corte Costituzionale chiamata a mettere un sigillo definitivo sulla legittimità o meno della norma varata il 2013 dal governo Monti.
La Consulta, con questa decisione sancisce la legittimità dell’applicazione retroattiva dei provvedimenti di sospensione, anche se le condanne riportate non siano definitive per amministratori accusati e condannati per reati contro la pubblica amministrazione.
Adesso, sia il sindaco che il governatore della Campania (uscito per due volte vittorioso al Tar) sono in bilico. Il primo attenderà le motivazioni della Corte, ma nel frattenpo potrebbero essere (ri)sospesi. Per entrambe le vicende, in ogni caso, non cadranno né giunte né consigli comunali e regionali. In una eventuale sospensione (18 mesi) sia De Magistris che De Luca avranno i loro “vice” che faranno le loro veci “facente funzioni”. Poi si dovrà attendere l’appello. Nel caso di assoluzione, gli amministratori torneranno al loro posto.
Il sindaco di Napoli finora non ha rilasciato commenti. I suoi legali stanno vagliando ancora il dispositivo. Il presidente della Regione Campania, De Luca ha fatto invece sapere che la decisione della Consulta “non ha alcun rilievo giuridico. Sono ben più numerosi e di diverso spessore giuridico i rilievi di costituzionalità che la Corte sarà chiamata a valutare su remissione del tribunale civile di Napoli”.
“E’ penoso e propagandistico – ha spiegato De Luca – il tentativo di fare confusione fra le due distinte vicende (la sua e quella del sindaco di Napoli, ndr). “Sono ben numerosi i dubbi di costituzionalità della legge Severino e la decisione odierna ne ha ritenuto infondato solo uno, peraltro non fra i più rilevanti”.
Dunque, aggiunge il governatore della Campania “fino alla pronuncia della Corte costituzionale sul suo specifico caso” (e si è ancora in attesa della fissazione dell’udienza), De Luca continuerà “ad esercitare regolarmente e legittimamente le sue funzioni”, ha chiarito De Luca. Insomma sarà ancora battaglia.