Con una sentenza storica la Consulta apre al suicidio assistito. E stabilisce che non è punibile chi agevola il suicidio nei casi come quelli del Dj Fabo, rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale e attaccato ad un sondino per sopravvivere, vittima di atroci sofferenze per la sua patologia, ma pienamente consapevole della sua volontà di considerare quelle condizioni di vita non compatibili con la sua dignità.
La Corte costituzionale tuttavia ribadisce come resti “indispensabile” l’intervento del legislatore, che già aveva sollecitato inutilmente l’anno scorso sospendendo per 11 mesi la sua decisione sulla costituzionalità dell’articolo 580 del codice penale, una norma introdotta 90 anni fa e che pone sullo stesso piano aiuto e istigazione al suicidio, con la reclusione sino a 12 anni.
“Da oggi in Italia siamo tutti più liberi anche quelli che non sono d’accordo – commenta entusiasta Marco Cappato, il tesoriere dell’associazione Coscioni che accompagnò in una clinica svizzera per il suicidio assistito Fabiano Antoniani e che ora sarà certamente assolto nel processo a suo carico a Milano -. Ho aiutato Fabiano perché ho considerato un mio dovere farlo. La Corte costituzionale ha chiarito che era anche un suo diritto costituzionale per non dover subire sofferenze atroci”. Anche il pm di quel processo, Tiziana Siciliano, che già aveva chiesto l’assoluzione per Cappato, parla di un passo molto importante. Tra chi esulta c’è Mina Welby, che ora chiede una “legge per la liberta di decidere fino alla fine”.
Salvini contrario: “Non voterò mai legge per suicidio assistito”
“Il suicidio per legge non lo approverò mai”: lo ha sottolineato Matteo Salvini a margine di un’iniziativa a Passignano sul Trasimeno in vista delle elezioni regionali in Umbria.
“Per quello che mi riguarda – ha detto il segretario della Lega – la vita è sacra e lo Stato che legittima il suicidio, come altri progetti di legge (tipo lo spaccio di droga) non è il mio Stato”.