C’è grande attesa per la sentenza della Corte Costituzionale sull’Italicum. L’esame della legge elettorale è iniziato stamane in udienza pubblica. Quattro i punti che la Consulta dovrà valutare: la legittimità del ballottaggio, del premio di maggioranza, dei capilista bloccati, delle multicandidature con l’opzione del candidato di scegliere in quale collegio essere eletto. I rilievi su questi aspetti sono contenuti in cinque ordinanze giunte dai tribunali di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.
A promuovere i ricorsi un pool di avvocati: tra loro Felice Besostri, che fu già al centro dell’azione contro il Porcellum, poi dichiarato incostituzionale. Tredici i giudici presenti nell’aula della Consulta: relatore è Nicolò Zanon, che illustrerà la causa.
Poi parleranno gli avvocati anti-Italicum e a seguire l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, che difenderà l’Italicum per conto della Presidenza del Consiglio. La decisione sarà presa dopo la camera di consiglio a porte chiuse dei giudici. E’ attesa stasera, ma potrebbe anche slittare a domani.
L’esito è atteso da molti partiti e potrà aprire la strada alle elezioni anticipate, già in primavera, sempre che in Parlamento vi sia la volontà politica di apportare modifiche al testo che uscirà da piazza del Quirinale. Quando il capo dello Stato diede mandato di formare il nuovo governo a Paolo Gentiloni, lo fece anche spinto dalla necessità di rendere omogenee la legge elettorale tra Camera e Senato. Molte forze politiche, invocano elezioni anticipate subito, ma c’è chi in realtà è orientato a tirare fino a scadenza naturale della legislatura, primavera 2018.