6 Ottobre 2024

Israele uccide a Beirut il capo di Hezbollah Hassan Nasrallah

Il capo della milizia islamica libanese ucciso in un raid con bombe Usa. L'assassinio è simile a quella del capo politico di Hamas, Ismail Haniyed, avvenuto le scorse settimane a Teheran, in Iran

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Hassan Nasrallah, capo politico di Hezbollah, la milizia libanese simile ad Hamas, è stato ucciso in un attentato in Libano. Lo confermano le agenzie arabe, che riprendono una nota dell’esercito israeliano (Idf).

Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, è rimasto ucciso nei giorni scorsi nel corso di un massiccio raid aereo israeliano sul quartier generale centrale di Hezbollah a Beirut. L’assassinio è simile a quella del capo politico di Hamas, Ismail Haniyed, avvenuto le scorse settimane a Teheran, in Iran.

La bomba che Israele ha usato per uccidere il capo di Hezbollah, Nasrallah, a Beirut la scorsa settimana era un’arma guidata di fabbricazione americana: lo ha rivelato alla Nbc il senatore democratico Mark Kelly, presidente della sottocommissione Aereonautica del Senato per le forze armate Usa. Secondo Kelly, Israele ha utilizzato una Mark 84 da 900 kg.

Nasrallah, che raggiunse l’apice della sua popolarità dopo la guerra con Israele nel 2006, era visto come un eroe da molti, non solo in Libano ma anche altrove. Affrontare Israele è ciò che ha caratterizzato lui e il suo gruppo sostenuto dall’Iran, Hezbollah, per anni. Ma le cose sono cambiate quando Hezbollah ha inviato combattenti in Siria per reprimere la rivolta che minacciava il governo del presidente Bashar al-Assad.

Nasrallah non era più considerato il leader di un movimento di resistenza, bensì il leader di un partito sciita che lottava per gli interessi iraniani, e fu criticato da molti paesi arabi.

Anche prima del coinvolgimento di Hezbollah nella guerra in Siria, Nasrallah non era riuscito a convincere molti nel mondo arabo musulmano sunnita che il suo movimento non era dietro l’assassinio del 2005 dell’ex primo ministro libanese, Rafik Hariri. Un tribunale internazionale ha incriminato quattro membri del gruppo per l’omicidio e uno è stato successivamente condannato.

Nonostante ciò, Nasrallah continuò a godere del sostegno della sua base leale, costituita principalmente da musulmani sciiti del Libano, che lo veneravano come leader e figura di spicco religiosa.

Israele ha effettuato in nottata un attacco aereo nei pressi dell’incrocio di Kola nel centro di Beirut. Lo riferisce il Guardian precisando che è la prima volta che Israele colpisce Beirut fuori dai sobborghi meridionali dall’inizio della guerra. Il rumore dell’esplosione è stato udito in tutta la città. L’incrocio di Kola è un punto di riferimento popolare a Beirut, dove taxi e bus si riuniscono per raccogliere i passeggeri. Le prime immagini del raid mostrano due piani di un condominio completamente distrutti. Fino ad ora Israele aveva limitato i suoi attacchi sulla capitale del Libano ai suoi sobborghi meridionali. Una fonte della sicurezza libanese ha reso noto che almeno due persone sono morte nel raid. Secondo questa fonte, “sono state uccise nell’attacco israeliano con un drone che ha preso di mira un appartamento appartenente alla Jamaa Islamiya. Questo gruppo islamista libanese sostiene Hezbollah nelle sue operazioni condotte nel nord di Israele.

Il Consiglio della Shura di Hezbollah, l’organismo decisionale centrale del gruppo sciita libanese, ha scelto Hashem Safieddine per sostituire Hassan Nasrallah come leader di Hezbollah. Lo scrive Haaretz e Al Arabya. Safieddine proviene da Deir Qanoun al-Nahr, un villaggio nel Libano meridionale, nato in una prominente famiglia sciita nota per aver prodotto influenti chierici e parlamentari. È cugino di Nasrallah e ha legami familiari con Qassem Soleimani, l’ex comandante della Forza Quds dell’Iran che è stato ucciso in un attacco aereo statunitense in Iraq nel 2020.

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha ordinato all’esercito Usa di rafforzare la propria presenza in Medio Oriente con capacità di supporto aereo “difensive” e ha messo altre forze armate in uno stato di prontezza elevata. Austin “ha aumentato la prontezza di ulteriori forze statunitensi da schierare, elevando la nostra preparazione a rispondere a varie contingenze”, ha detto il Pentagono. “Austin ha chiarito che se l’Iran, i suoi partner o i suoi alleati dovessero usare questo momento per colpire il personale o gli interessi americani nella regione, gli Stati Uniti adotteranno tutte le misure necessarie per difendere il nostro popolo”.

L’esercito israeliano ha effettuato oggi violenti raid contro le roccaforti di Hezbollah in Libano in cui sono morte almeno 105 persone. A tracciare il nuovo bilancio delle vittime è stato in serata il ministero della Salute libanese. I feriti sono 359.

Il report della giornata:

“Chi vuol fare del male allo Stato ebraico pagherà un caro prezzo”. Le parole ripetute da tempo dal premier israeliano, dal suo ministro della Difesa e dal capo dell’esercito, sono diventate realtà: nella notte tra sabato e domenica gli aerei con la stella di David (Iaf) hanno colpito duramente ‘l’anello di fuoco’, la strategia architettata per soffocare lo Stato ebraico dal generale iraniano Soleimani, ucciso dagli Usa nel 2020. Un piano sposato soprattutto da Hassan Nasrallah e perseguito dalle milizie in Libano, Siria, Iraq, Cisgiordania, Gaza e Yemen.

Domenica la reazione contro gli Houthi, attesa da giorni, dopo che nel mese di settembre hanno sparato missili balistici terra-terra e droni. L’esercito (Idf) ha inflitto un nuovo, possente colpo agli alleati di Teheran nello Yemen: decine di aerei hanno volato fino a 1.800 chilometri di distanza dal confine israeliano per colpire i porti di Hodeidah e Ras Issa, usati per il rifornimento di armi e petrolio. L’Iaf ha confermato di aver lanciato raid contro i siti utilizzati dal gruppo per scopi militari nel principale porto sul Mar Rosso e nel vicino terminal di Ras Issa. Quattro morti e feriti secondo le autorità locali. Preso di mira anche l’aeroporto internazionale di Hodeidah, dove i cargo degli ayatollah fanno arrivare carichi di armi. Gli stessi con cui gli Houthi da quasi un anno attaccano le navi commerciali in transito.

Il ministro della Difesa Yoav Gallant ha sottolineato che “nessun posto è troppo lontano per Israele”. E questo è il secondo attacco in Yemen, dopo che il 20 luglio, rispondendo a un drone lanciato su Tel Aviv, che aveva provocato una vittima, Tsahal aveva bombardato lo scalo portuale di Hodeidah che aveva provocato un incendio colossale. La rappresaglia di Benyamin Netanyahu nella giornata è continuata in Libano dove, dal 17 di questo mese, praticamente l’intera leadership di Hezbollah è stata ‘eliminata’. L’Idf ha annunciato che nell’attacco di venerdì al quartier generale di Beirut del gruppo fondamentalista libanese oltre al leader del partito di Dio sono stati uccisi anche 20 comandanti, tra cui Ali Karaki, comandante del fronte meridionale, Ibrahim Hussein Jazini, capo della sicurezza personale di Nasrallah, il consigliere Samir Tawfiq Deeb, Abd al-Amir Muhammad Sablini, responsabile del rafforzamento delle forze militari, Ali Nayef Ayoub, capo della potenza di fuoco di Hezbollah. L’Idf ha pubblicato una mappa dell’area bombardata dove a soli 53 metri c’era una scuola gestita dalle Nazioni Unite. I media libanesi invece hanno mostrato il video con il recupero del cadavere di Nasrallah, ‘intatto’, tirato fuori dal cratere lasciato dalle bombe anti bunker dell’Idf. Non solo: nella notte tra sabato e domenica i caccia israeliani hanno di nuovo preso di mira la roccaforte sciita uccidendo Nabil Kawak, comandante dell’unità di sicurezza dei miliziani e membro del Consiglio centrale esecutivo. I piloti dell’Iaf hanno poi puntato il mirino sulla Siria, a Homs, dove hanno centrato, secondo il Centro di monitoraggio dei diritti umani, un veicolo con milizie irachene filo-iraniane.

Sul fronte di Gaza un nuovo raid ha distrutto con missili di precisione un centro di comando di Hamas in una ex scuola nel nord della Striscia. Intanto il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi è tornato a mettere in guardia dalle “conseguenze pericolose” degli attacchi in Libano. E ha aggiunto: “Il regime israeliano non troverà mai pace e tranquillità”. Alle minacce di Teheran hanno risposto indirettamente gli Usa con la loro posizione: “Il sostegno alla sicurezza di Israele è incrollabile e questo non cambierà”, ha detto il portavoce della sicurezza nazionale John Kirby, ribadendo il diritto dell’alleato a difendersi “da attacchi quotidiani”. “Biden e Netanyahu si conoscono da 40 anni, non sono d’accordo mai su nulla ma su una cosa concordano: la sicurezza di Israele”, ha aggiunto. Intanto funzionari statunitensi hanno dichiarato ad Abc News che operazioni “su scala ridotta ” dell’Idf in territorio libanese “potrebbero essere iniziate al confine con il Libano, o potrebbero essere sul punto di iniziare” per eliminare le posizioni di Hezbollah. Israele tuttavia sembra non aver preso ancora nessuna decisione su una eventuale invasione di terra. Ma se dovesse decidere di muovere le suo truppe oltreconfine, secondo gli Usa “la portata sarà probabilmente limitata”.


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