In Calabria sindaco discrimina: “Green pass per gli eventi”. Ma è fuorilegge per l’UE

Carlomagno

Nel delirio collettivo, in Calabria il primo che si alza la mattina – tra governatori, uscieri, portaborse e sindaci sceriffi -, emette ordinanze deliranti, palesemente anticostituzionali, oltre che discriminatorie.

L’ultimo caso, in ordine ad una marea di ordinanze sindacali che andrebbero trattate come carta straccia perché ledono i diritti fondamentali sanciti dalla Carta e diventano invece materia penalmente perseguibile, è quella ideata da un sindaco della provincia di Cosenza, tale Alessandro Leonardo Porco, di Italia Viva, primo cittadino di Aprigliano, comune di 2.700 abitanti nella Presila cosentina, che ha introdotto – udite udite – la “certificazione verde Covid-19” per assistere alle manifestazioni di intrattenimento, culturali e sportive in programma durante l’estate ad Aprigliano. Il green pass “sarà obbligatorio l’esibizione da parte degli over 15”.

“Il diritto alla salute dei miei concittadini – ha spiegato Porco citato dall’Ansa – viene prima della libertà individuale dei No-Vax. Ho voluto adottare la presente ordinanza per la tutela della salute della nostra comunità che, in questo momento, è ‘covid free’ anche grazie alla campagna vaccinale che ha dato possibilità a tutti di preservarsi dal contagio”.

Nella sua ordinanza il sindaco richiama formalmente il Dpcm del 17 giugno che cita a sua volta il Regolamento Ue sulle certificazioni verdi 2021/953, nonché “l’allarme” derivante dalla “crescita dei contagi” riconducibile alla presunta variante Delta.

Ignora il sindaco, che il Regolamento Europeo sulla certificazione verde, che chiunque può reperire sul sito dell’Unione europea, al punto 36 recita testualmente: “È imperativo evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate O HANNO SCELTO DI NON ESSERE VACCINATE. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”.

La frase in maiuscolo è stata rettificata perché, a differenza delle altre traduzioni corrette, qualche manina ignota a Bruxelles ha pensato, male, di ometterla. Appena glielo hanno fatto notare è stata subito modificata e corretta (foto della rettifica presente sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue).

Questa manina ignota aveva tentato fraudolentemente di far passare i vaccini anti-covid come obbligatori ma né la Costituzione italiana, né altre leggi o trattati e regolamenti internazionali ne prevedono l’imposizione. Oltretutto, sono abbastanza espliciti due  passaggi fondamentali: La non discriminazione delle persone non vaccinate (quello che invece fa il sindaco di Aprigliano con la certificazione verde per accedere agli eventi); il fatto che il vaccino è “una scelta” e non un obbligo come recita l’ultimo rigo: “Il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati”.

Quindi l’ordinanza del sindaco Porco, non soltanto è illegittima e incostituzionale, ma vìola le leggi italiane ed internazionali sulla discriminazione, che è un reato gravissimo. Non si può essere sindaci di tutti (Porco lo è lo stesso nonostante nel 2019 sia stato eletto con appena 659 voti pari al 37,81%, ndr), e poi fare un’aberrante quanto autoritaria selezione tra cittadini che invece sono e restano tutti sullo stesso piano, vaccinati o no.

Infine, se la vaccinazione protegge davvero come sostiene la cloaca di sedicenti scienziati, perché temere la presenza dei non vaccinati agli eventi pubblici?

Dino Granata