“I medici mi hanno detto che sono positivo al Covid19. Sto bene ma dovrò rimanere a casa per i prossimi giorni. Da qui continuerò a seguire il lavoro che c’è da fare. Coraggio a tutti e a presto”. Lo dice Nicola Zingaretti su facebook annunciando di essere positivo al coronavirus.
Da protocollo ora i sanitari della Asl stanno procedendo a verifiche sulle persone che sono state più vicine al segretario dem. “Sto bene ed è stato scelto l’isolamento domiciliare”. La sua famiglia, fa sapere Zingaretti “sta seguendo i protocolli previsti”.
Da Salvini auguri di pronta guarigione a Zingaretti
“Al segretario del PD Nicola Zingaretti, positivo al virus, il mio augurio di una pronta guarigione. Non è normale fare polemica quando c’è di mezzo la salute!”, scrive su fb il leader della Lega Matteo Salvini.
Intanto, è stata accolta dal Governo la norma proposta ieri dal governatore Luca Zaia che consente ai medici posti in sorveglianza, ma non positivi al Covid-19, di rientrare al lavoro: rende noto la Regione Veneto, illustrando le disposizioni dell’art.11 del nuovo decreto. Si spiega che la norma sull’isolamento “non si applica agli operatori sanitari e a quelli dei servizi pubblici essenziali che vengono sottoposti a sorveglianza”, aggiungendo che questi “sospendono l’attività nel caso di sintomatoloogia respiratoria o esito positivo al Covid-19”.
La nuovo formulazione – evidenzia la Regione – consentirà nel solo Veneto di far rientrare negli ospedali quasi 700 operatori, bloccati a casa dalla precedente norma (Decreto 23 febbraio) sull’isolamento fiduciario. Era stato proprio Zaia a lanciare l’allarme ieri al Governo, chiedendo la modifica della disposizione nazionale, dato che questa imponeva la quarantena agli operatori sanitari “in perfetta salute”, ma solo perchè venuti in qualche modo a contatto con malati positivi al coronavirus.
Per effetto della diffusione del coronavirus anche la giustizia si ferma: uno stop di due mesi e mezzo, il più lungo deciso finora dal governo. A mettere il sigillo è il decreto del ministro Alfonso Bonafede, che si sta definendo a Palazzo Chigi e che impone restrizioni a tribunali e procure in tutt’Italia.