Il tribunale della Galizia, regione autonoma nel nord-ovest della Spagna, ha bocciato il Green pass, la certificazione verde vaccinale oggi in vigore in Italia e Francia per poter accedere in bar, ristoranti, musei e altri locali al chiuso.
La regione spagnola arriva dopo le precedenti decisioni negative dei tribunali di altri territori come l’Andalusia e la Cantabria, in cui i governi regionali avevano tentato di applicare l’obbligo, ma i giudici l’hanno bocciata poiché ritenuta incostituzionale, limitava le libertà e i diritti individuali ed è fortemente discriminante.
In sostanza in tutta la Spagna il cosiddetto Green pass non bisogna esibirlo per entrare in ristoranti al chiuso, e in palestre, piscine e altri esercizi. Con la sua sentenza, l’obbligo del Green pass rimane infatti escluso in tutte le regioni della Spagna.
Intanto in Italia, ad una settimana dall’entrata in vigore dell’obbligo del Green pass, non si placano le polemiche. Dopo le proteste dei giorni scorsi nelle principali città italiane contro la “dittatura sanitaria”, nei prossimi giorni il popolo del “no Green Pass” tornerà di nuovo in piazza, così come gli attivisti del movimento ‘Io Apro’, movimento di ristoratori e baristi che prima manifestavano il proprio dissenso contro le chiusure indiscriminate (e senza ristori) dei loro esercizi e oggi sono contrari all’obbligo del certificato.
Il Governo Draghi, Lega di Salvini compresa, ha approvato in Consiglio dei ministri un decreto legge che ha reso obbligatoria la certificazione vaccinale per accedere in determinati luoghi che è appunto fortemente discriminante e vìola non solo diversi articoli della nostra Costituzione, come nota l’Osservatorio di Magistratura democratica, ma anche diverse norme internazionali ed europee, su tutti il regolamento Ue sul green pass sulla libera circolazione che al punto 36 recita che non bisogna in alcun modo discriminare i non vaccinati e che il vaccino non è obbligatorio, bensì una scelta libera e volontaria.
Secondo molti osservatori l’obiettivo del Green pass introdotto dal governo italiano non serve a limitare i contagi di covid e presunte varianti, ma una sorta di coercizione o ricatto per spingere i cittadini a vaccinarsi, rendendo nei fatti le punture del farmaco sperimentale obbligatorio.
Nel frattempo in Israele, stato con il più alto tasso di vaccinazioni al mondo, si contano migliaia di morti dall’inizio dell’anno, in particolare giovani, tutti vaccinati. Così come a migliaia si contano ricontagi e ricoveri post puntura.
In uno studio del prof. Retsef Levi (School of Management presso la MIT University in Boston, Ph.D. in Performance Research presso la Cornell University), al momento disponibile solo in ebraico, si evidenzia come nei primi cinque mesi dell’anno (1 gennaio – 31 maggio 2021) vi sia stato in Israele un aumento del 25% degli arresti cardiaci e degli infarti nella fascia di età 16-29 anni, con un aumento degli infarti nelle donne nella fascia 20-29 anni dell’83,6%.
Un dato, va precisato, che però contiene solo numeri ufficiali come per esempio le trasmissioni dei decessi correlati al vaccino da parte dei medici alle agenzie del farmaco, non i decessi che vengono considerati “senza nesso”, sebbene la morte sia sopraggiunta dopo qualche giorno o settimana dalla somministrazione.
Per quanto riguarda i giovani, anche il Dott. Roger Hodkinson, medico specialista in patologia, chiede che tutte le vaccinazioni mRNA di bambini e ragazzi si interrompano immediatamente poiché causano gravi effetti collaterali. Definisce le vaccinazioni di massa autorizzate dallo stato “abusi sui minori”.
“La linea di fondo è semplicemente questa: c’è un’isteria pubblica assolutamente infondata, guidata dai media e dai politici. È scandaloso. Questa è la più grande bufala mai perpetrata su un pubblico ignaro. Non c’è assolutamente nulla che si possa fare per contenere questo virus, se non proteggere le persone anziane e più vulnerabili. Dovrebbe essere pensato come nient’altro che una brutta stagione influenzale. Questo non è Ebola; non è SARS. È la politica che gioca alla medicina, ed è un gioco molto pericoloso”.
Dott. Roger Hodkinson è l’ex presidente del comitato del Royal College of Physicians and Surgeons di Ottawa, in Canada. Hodkinson è l’amministratore delegato di Western Medical Assessments ed è stato direttore medico dell’azienda per oltre 20 anni. Ha conseguito la laurea in medicina generale presso l’Università di Cambridge (Regno Unito). È un medico specialista in patologia, che include la virologia.