Sono iniziate stamattina le consultazioni coi partiti del premier incaricato Giuseppe Conte, e nella giornata di domani è probabile che il professore salga al Quirinale per sciogliere la riserva con in mano la lista dei ministri. Ministri che sono stati già concordati con Lega e M5s, partiti che sosterranno il suo governo in Parlamento. Sabato o domenica, salvo slittamenti, potrebbe esserci il giuramento.
Il nodo da sciogliere è sul ministero dell’Economia, appannaggio della Lega alla cui guida Salvini e Di Maio vogliono piazzare Paolo Savona, già ministro di Ciampi da qualche tempo critico con l’Unione europea per le sue politiche austere. Note le posizioni antieuro del professore, che per questa ragione è al centro di veti o comunque prese di distanze da parte dei filo europeisti italiani ed esteri. Lega e Cinquestelle sono comunque orientati a oltranza a proporre lui poiché fa parte dei patti tra Salvini e Di Maio.
Sul fronte parlamentare Conte è entrato nel vivo degli incontri con i partiti, ricevendo un “no, grazie” da LeU, Fdi, Pd e Fi ma mostrando un atteggiamento rassicurante. La giornata di consultazioni si avvia alla fine e culminerà nel primo incontro ufficiale tra il presidente del consiglio incaricato ed i soci di maggioranza Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Nel pomeriggio, dopo aver “incassato” 4 voti in più al Senato dai parlamentari M5S e Maie, Conte si è scontrato con l’opposizione più o meno garbata. “Non conoscevo Conte e ho trovato in lui un modo di trattare i temi in sintonia con il mio, da giurista”, apprezza l’ex presidente del Senato Pietro Grasso che, pur ribadendo la collocazione all’opposizione, ha riconosciuto a Conte di “tener conto dei trattati internazionali”.
No anche da Giorgia Meloni che però precisa che su temi come il controllo dell’immigrazione, l’aiuto per la natalità, la flat tax “ci saremo”. Non lascia margini invece il reggente del Pd Maurizio Martina, schierato “sul fronte alternativo” per un’opposizione “determinata, seria e responsabile”.