Dopo la nomina di ieri, da parte della commissione di vigilanza dei 7 membri che comporranno il nuovo Cda Rai tocca all’assemblea degli azionisti dell’azienda ratificare la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, compreso il presidente. La riunione, in programma alle 10 Viale Mazzini, da quanto appreso dall’Ansa, è stata aggiornata al pomeriggio di mercoledi.
Martedi è stata fumata bianca per il Cda Rai. La commissione di Vigilanza ha infatti eletto i sette nuovi membri che comporranno i vertici aziendali nella tradizionale suddivisione politica. Si tratta di Rita Borioni, Guelfo Guelfi, Franco Siddi, Paolo Messa, Carlo Freccero, Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca. Freccero era stato proposto da Beppe Grillo e sostenuto da Sel. Il Pd aveva proposto Franco Siddi, Rita Borioni, Guelfo Guelfi. Paolo Messa era sostenuto da Ap.
Carlo Freccero (ex direttore di testata Rai) ha ottenuto 6 voti, da M5S e Sel; Guelfo Guelfi, candidato della maggioranza Pd ha ottenuto 6 voti, Rita Borioni, l’altra maggioranza Pd, 5. Cinque voti anche per Franco Siddi (Segretario nazionale della Fnsi), maggioranza Pd e centro; 5 voti per il giornalista Arturo Diaconale votato da Forza Italia, mentre il candidato di Ap Paolo Messa ne ha ottenuti 4, come Giancarlo Mazzuca espressione del Centrodestra. Hanno ottenuti voti, ma non risultano eletti, l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, indicato dalla minoranza Pd; Giovanni Galoppi; Roberto Briglia e G. Briglia. De Bortoli, giornalista e scrittore di grande spessore culturale, si può ritenere il grande escluso di questa “competizione” dove evidentemente sono prevalse altri criteri di scelta.
Si svolgerà comunque domani sera la riunione della commissione di Vigilanza per la ratifica a maggioranza dei due terzi sul presidente della Rai. E’ quanto deciso – si apprende – in ufficio di presidenza, anticipando di un giorno la riunione, in previsione di un possibile accordo.
“Domani mattina – sottolinea il premier – il governo indicherà i nomi di dg e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia”. “E’ evidente – ha aggiunto – che la nostra scommessa sulla tv pubblica è di grande respiro”.
Il premier non si è inoltre risparmiato una stoccata alla minoranza Pd con la quale c’è tensione sul fronte riforme. “Le polemiche quotidiane della minoranza, – ha detto – che è una parte della minoranza di un anno fa e che nonostante i numeri non ha impedito di approvare le riforme, lasciano il tempo che trovano. Il Parlamento sta lavorando come mai dal ’48. Basta vedere dove stavamo un anno fa, con l’economia in discesa, e dove siamo ora”.
“La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti. Si è presentata con un nome secco. Quello di De Bortoli che è un nome autorevole ma è curioso che sia venuto dalla minoranza Pd”, ha commentato il presidente del Pd Matteo Orfini, all’uscita dalla Vigilanza. Il Pd, in totale ha indicato quattro nomi, di cui tre eletti con 16 voti complessivi.
Freccero, informazione e fiction per ridarle centralità – “Informazione e fiction”: passa per il potenziamento di questi due macro-generi il futuro della Rai secondo Carlo Freccero, neo eletto in consiglio di amministrazione dalla Vigilanza dopo una lunga storia prima a Mediaset e poi a Viale Mazzini. “Non sono del Movimento Cinque Stelle – dice Freccero all’ANSA – e la cosa più interessante stamattina è stata proprio leggere sul blog di Beppe Grillo che nessun filo mi ha legato e mai mi legherà a M5S. L’idea che la Rai debba uscire dalle pastoie dei partiti corrisponde proprio alla mia visione”.
“E mi ha fatto piacere l’appoggio di Fratoianni, che appartiene a un’area vicina alla mia sensibilità”. Freccero rivendica la sua “indipendenza, pagata anche a caro prezzo: Berlusconi mi ha fatto fuori la prima volta il 5 maggio del’92, poi in Rai ho dovuto affrontare il caso Luttazzi e quando governava il centrosinistra mi ha mandato sul satellite”. Ora però, sottolinea, “mi hanno chiamato per un lavoro che penso saper fare: ridare centralità al servizio pubblico”, più che mai nell’era della tv multipiattaforma, con Netflix alle porte. “Oggi il vero problema è far sì che questa tv generalista che rischia di fare la fine della scuola pubblica, diventando in qualche modo un ghetto privo di soldi, sia più vivace, libera, tornando al centro del dibattito dei media. Una sfida che si può vincere”. Una spinta in questo senso può arrivare anche dalla possibile nomina di Antonio Campo Dall’Orto alla dg? ”Vedremo. Mi auguro solo che non abbia paura degli editti che arriveranno dai partiti. E comunque sono curioso di vedere anche chi sarà il presidente”.
Siddi: grande onore, transizione nel segno rinnovamento – Emozionato sorpreso, perché dice di averlo saputo solo poco prima del voto, Franco Siddi parla dalla Sardegna al telefono con l’Ansa, subito dopo la scelta del suo nome nel Cda della Rai da parte della Vigilanza. E’ stato votato dal Pd ma anche dal centro, ed ha ottenuto cinque voti. ”Mi fa piacere, sono stato votato dal parlamento, e questo è sempre un onore”, dice Siddi. “Credo di essermi speso in tutta la mia vita di impegno sociale, per promuovere e riqualificare il valore della Rai, per il suo rinnovamento, e la valorizzazione delle professionalità, soprattutto quelle interne”, aggiunge Siddi. “Ho chiesto più volte che fosse una vera azienda, perchè è la principale azienda culturale italiana. Ora ci aspettiamo la riforma generale, il percorso è avviato. Mentre parlamento e governo completano il loro lavoro, ci deve essere – è il nostro compito – una transizione comunque fortemente proiettata sul rinnovamento”.
Fico (M5S): “Cda Rai politicizzato” – ”Ancora una volta è dimostrato in modo chiaro e lampante, che quelle del governo sono parole al vento, visto che avevano promesso una Rai lontana dai partiti. Il presidente del Consiglio si comporta da emerito buffone, dice una cosa e ne fa un’altra”. Lo ha detto Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza, nella conferenza stampa del M5s dove, insieme a Alberto Airola e Mirella Liuzzi, ha commentato le nuove nomine del cda della Rai. ”Nel momento in cui dici che vuoi una Rai indipendente, non costringi i tuoi parlamentari a votare tutte persone all’interno del partito”, ha aggiunto Fico. I nominati, per il presidente della Commissione, ”sono delle appendici ai partiti, non c’è competenza, non c’è professionalità, il quadro complessivo è desolante”. Tra i nuovi membri del cda, ci sono solo ”assistenti parlamentari, spin doctor, amici di famiglia”, che ”devono rispondere a un preciso interesse. Con queste nomine è iniziata la campagna elettorale, per blindare la tv pubblica con future nomine di canali e di testate. Questo perché il movimento è forte e fa paura”.