22 Novembre 2024

Forte maltempo in Spagna, 95 vittime spazzate via dal tornado. Ritardi nell’allerta

Si tratta di un bilancio provvisorio, destinato ad aggravarsi, dal momento che sono numerose le persone ancora disperse. Valencia la più colpita dal tornado Dana. Paura a Barcellona. Ed è polemica sul governatore di Valencia che avrebbe dato l'alert con molte ore di ritardo.

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95 persone sono morte a causa delle inondazioni nella provincia di Valencia, sulla costa centro-orientale in Spagna, come confermato questa mattina dal Centro di Coordinamento Operativo Integrato del Ministero degli Interni, citato da El Pais, che raccoglie informazioni da diversi organismi di sicurezza e di emergenza. Il bilancio è provvisorio. Molti sono infatti i dispersi. I danni sono incalcolabili e come in ogni tragedia di queste proporzioni non mancano le polemiche per i ritardi nel comunicare le allerte meteo.

Inizialmente, il presidente della Generalitat valenciana, Carlos Mazón, aveva parlato di “molteplici vittime”, senza però poter confermare con certezza quante. Inoltre, una donna di 88 anni è morta nella città di Mira, a Cuenca, e si teme per la vita di sei persone scomparse da ieri a Letur (Albacete). Decine di persone hanno trascorso la notte a Valencia sopra camion o automobili, sui tetti di negozi o distributori di benzina, o intrappolate nei loro veicoli su strade intasate finché non sono state soccorse.

Molti di loro sono ancora in attesa dei soccorsi dei servizi di emergenza, che in molti casi non possono arrivare a causa dello stato delle strade e delle infrastrutture. Nella Comunità Valenciana, le piogge sono state particolarmente intense nell’interno della provincia di Valencia , dove diverse strade sono chiuse – anche a Teruel, Andalusia e Castilla-La Mancha – e il servizio ferroviario è sospeso. Il temporale di forte pioggia si è spostato questa mattina verso il nord della comunità, soprattutto verso le province di Castellón, Cuenca e Teruel.

Anche bambini tra le vittime

Almeno quattro delle prime vittime recuperate sono bambini, secondo quanto ha confermato la Guardia civile. I corpi sono stati recuperati nelle località di Torrent, Chiva, Cheste, Alfafar e Alcudia, le più colpite dalle piogge torrenziali, secondo i servizi di emergenza citati dall’agenzia Efe. Intanto, unità dell’esercito stanno partecipando ai soccorsi. Almeno 38.000 persone sono rimaste senza luce, segnala la compagnia elettrica Ibedrola, che sta cercando di ripristinare i servizi elettrici.

 

La devastazione portata dal fenomeno della Dana, i precedenti

Amet, il servizio meteorologico statale, sui canali social segnala che il fenomeno della Dana, con piogge torrenziali e tornado, è paragonabile a due grandi temporali degli anni Ottanta – dell’ottobre 1982 e del novembre 1987 – che causarono decine di vittime e ingenti danni. In questa ondata di maltempo – fanno sapere le autorità – sono caduti oltre 200 litri d’acqua per metro quadrato.

Bufera sul governatore di Valencia, allerta con 11 ore di ritardo

Si aggrava di ora in ora il bilancio dei morti e scoppia la polemica politica sulla gestione dell’emergenza da parte del presidente della regione di Valencia, il popolare Carlos Mazón, accusato di aver sottovalutato la portata dell’alluvione per tutta la giornata. Al centro della polemica i ritardi dell’amministrazione nel comunicare alla popolazione cosa fare per mettersi in salvo. Un primo allarme ‘rosso’ è stato lanciato ieri alle 7 da parte dell’autorità meteo nazionale (Aemet). Ma solo 11 ore dopo, esattamente alle 20,03, quando tutta la zona era già travolta dell’inondazione, è arrivata sui cellulari dei residenti l’invito urgente della Protezione civile a non muoversi in tutta la provincia. E dire che il primo messaggio era già chiarissimo: il meteo parlava di un rischio meteorologico estremo con “fenomeni non abituali di intensità eccezionale e un rischio molto alto per la popolazione”. Parole del tutto ignorate. In quel momento, Monzon, era a una iniziativa di promozione turistica. Sulla zona, in poche ore è caduta la pioggia di un anno.

La sua prima reazione è stata quella di invitare sui social alla prudenza sulle strade. Quindi ha detto di essere convinto che i temporali sarebbero calati di intensità nel pomeriggio. Invece la pioggia continuava a scendere abbondantissima, tanto che alle 11,50, ad esempio, l’Università di Valencia mandava un messaggio ai suoi dipendenti invitandoli a restare a casa, come misura precauzionale. Alle 12 le prime segnalazioni delle esondazioni a Barxeta, a Ribera Alta, di fiumi come il Magro e Jucar. Poi dalle 16 è scattato il panico: i centralini del 112, il servizio di emergenza, hanno cominciato a ricevere sempre più richieste di aiuto, da chi si trovava isolato per strada, chi nelle case alluvionate, chi nelle residenze per anziani. Ma Monzon è sotto accusa non solo per i ritardi di ieri. Tanti in queste ore gli stanno rinfacciando la decisione di eliminare, appena 4 mesi dopo la sua elezione, l’Unità di emergenza valenziana, uno strumento di risposta e di soccorso rapido in caso di catastrofe.

Nella dichiarazione rilasciata dal Centro di Coordinamento Operativo di Valencia (CECOPI), citato dalle agenzie, è stato riferito che i corpi di almeno 51 persone sono stati ritrovati nei distretti della regione a causa di forti piogge, inondazioni e inondazioni.

Nella dichiarazione si afferma che è iniziata la rimozione dei corpi e che le procedure di identificazione stanno continuando, così come le attività di ricerca e salvataggio.

Le autorità hanno dichiarato che le condizioni meteorologiche avverse nelle regioni orientali e meridionali del paese, dove in alcune località sono cadute fino a 500 litri di pioggia per metro quadrato, hanno causato gravi danni, aree agricole allagate, centinaia di veicoli danneggiati, alberi caduti, strade e sono crollati i ponti e si sono verificati gravi problemi nel trasporto terrestre e ferroviario Ha affermato che ci sono stati disagi.

Una testimone a Valencia: “Il fiume straripato, uno tsunami”

Una donna, insegnante di 37 anni di Algemesí, un paese nella regione di Valencia, racconta l’angoscia vissuta la scorsa notte. “All’inizio era normale come quando piove molto, ma all’improvviso, quando il fiume è uscito, per strada è stato uno tsunami. Ho preso tutto quello che potevo, le macchine erano come barche e l’acqua è entrata nel nostro garage come una cascata. L’acqua era unita al fango, era tutto fango e ancora fango”, racconta a El Pais. “Alle 3 del mattino è stato terribile, poi per fortuna la tempesta si è abbassata – ha aggiunto – è una catastrofe: fango, acqua, tutto galleggiava per le strade”.

L’allerta meteo a Cadice è stata impostata sul rosso

L’Agenzia Meteorologica Statale (Aemet) ha alzato il livello di allerta da arancione a rosso a Cadice a causa del pericolo che nelle campagne si accumulino precipitazioni di 120 litri per metro quadrato in 12 ore, con maggiore probabilità di colpire il nord-ovest della regione. Sarà attivo fino a mezzanotte. Ieri c’erano già avvisi rossi a Malaga e Valencia. Paura per l’allerta anche a Barcellona.

 


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