28 Novembre 2024

Emorragia di parlamentari dal M5s, Di Maio a un passo dalle dimissioni?

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Dalle elezioni politiche del 2018 ad oggi sono 31 i parlamentari del M5s che sono passati in altri gruppi o sono stati espulsi. Una vera emorragia che ha decretato lo stato di emergenza tra i vertici pentastellati. Gli ultimi fuoriusciti dono due deputati passati al Misto. Sotto accusa c’è il capo politico dei Cinquestelle Luigi Di Maio che secondo voci insistenti, potrebbe lasciare la guida del Movimento.

I “malpancisti”, su tutto, criticano i vertici per via delle rendicontazioni. I parlamentari devono lasciare una quota dei loro stipendi nelle casse di Grillo e Casaleggio. Nei giorni scorsi ha fatto molto rumore l’espulsione del senatore Paragone cacciato perché aveva votato contro la legge di bilancio, ma sulla questione delle rendicontazioni la Parlamentare calabrese Dalila Nesci aveva fatto un attacco durissimo: “Di Maio, Grillo e Casaleggio pensano solo ai soldi”.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio stamane è arrivato a Palazzo Chigi per vedere la squadra di governo M5S, ovvero ministri e viceministri pentastellati. Nella riunione, convocata dallo stesso Di Maio, potrebbe arrivare il passo indietro da capo politico del M5s.

Conte: “Se Di Maio lascia guida rispetterò sua decisione”
“A parte che non mi piace commentare le indiscrezioni”, credo che “Di Maio sia stato tirato per la giacchetta in questi giorni. Aspettiamo che lui assuma iniziative in questa direzione e poi commenterò”, dice ai microfoni di Rtl il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a proposito delle indiscrezioni secondo cui Luigi Di Maio sarebbe pronto a lasciare la leadership del Movimento 5 Stelle. “Se questa fosse la sua decisione – prosegue il premier – lo rispetterò. Se dovesse maturare questa decisione, lo farà col massimo senso di responsabilità. E sicuramente mi dispiacerà sul piano personale”.

Parlando poi delle regionali di domenica in Emilia Romagna e Calabria, il premier dice che “sono due appuntamenti elettorali importanti, due regioni che hanno rilievo anche nell’economia complessiva del Paese, non possiamo sottovalutare questo voto ma dire che è un voto sul governo è sbagliato”. “Non credo – osserva – che possa arrivare un effetto di fibrillazione sul governo” dalle prossime regionali.

“Un mio partito? Non ci penso affatto… non solo perché non ho velleità, ma proprio perché sarebbe profondamente sbagliato. Sarebbe un retropensiero – spiega – che potrebbe distrarmi da quello che sto facendo”.


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