E’ morto a Roma, all’età di 89 anni, lo storico dirigente del Pci, Armando Cossutta. L’uomo era ricoverato da tempo all’Ospedale San Camillo nella capitale.
La sua morte ha suscitato commozione nella Sinistra italiana di cui Armando Cossutta, fu protagonista sin dal 1943, anno in cui si iscrisse al Pci, partecipando come partigiano delle Brigate Garibaldi alla Resistenza antifascista e antinazista. Venne arrestato dai nazifascisti e detenuto per un certo periodo nel carcere di San Vittore a Milano.
Dopo la Liberazione, ha vissuto una lunga carriera politica e parlamentare costellata da successi e posizioni di rilievo nel partito. Fu, tra l’altro, segretario del Pci di Milano e della Lombardia. Dopo lo tsunami Tangentopoli, Cossutta fu contrario allo scioglimento del Pci e nel febbraio 1991 fondòinsieme ad altri, il Movimento per la Rifondazione comunista di cui divenne presidente.
In seguito alle elezioni politiche del 1996, Rifondazione fece parte della maggioranza che sosteneva il primo governo Prodi. Nel 1998 Fausto Bertinotti, allora segretario del partito, ritirò la fiducia al governo. Azione che trovò in dissenso Armando Cossutta che lasciò Rifondazione per fondare un nuovo soggetto politico.
Nacque il Partito dei Comunisti Italiani (Pdci), con Oliviero Diliberto e Marco Rizzo. Il Pdci partecipò al successivo governo D’Alema del 1999; contestualmente Cossutta fu eletto presidente dei Comunisti italiani.
Dal 1999 al 2004 l’esponente politico è stato eletto deputato al Parlamento europeo. Alle elezioni politiche del 2006 venne eletto senatore per la lista “Insieme con l’Unione”.
A giugno del 2006, in dissenso con la linea politica del segretario Oliviero Diliberto, diventato intanto guardasigilli con Prodi, Armando Cossutta si dimette dalla carica di presidente del partito. Il 21 aprile 2007 ha presentato le dimissioni dal partito e non ha più rinnovato la tessera di alcun partito, lasciando la politica attiva. Scrisse anche una sua autobiografia.