Fca finisce sotto accusa negli Usa: l’Agenzia per la Protezione ambientale americana accusa l’azienda di aver usato un software per consentire emissioni diesel sopra i limiti. Secondo quanto riporta la Cnbc, Fca potrebbe andare incontro a sanzioni fino a 4,63 miliardi di dollari. “Pronti a collaborare, ma i limiti sono stati rispettati”, replica la società.
Dopo le indiscrezioni, Fca è affondata a Wall Street: i titoli sono arrivati a perdere il 18,39% a 9,05 dollari per azione. A Piazza Affari ha chiuso in calo del 16% a 8,8 euro. Crollo anche per Exor, il titolo della holding della famiglia Agnelli, che ha chiuso le contrattazioni cedendo il 9,4% a 40 euro.
La reazione di Fca: “I sistemi di controllo delle emissioni rispettano le normative applicabili”, afferma Fca Us. La società – è scritto in un comunicato – intende collaborare con la nuova Amministrazione “per presentare i propri argomenti e risolvere la questione in modo corretto ed equo, rassicurando l’Epa e i clienti di Fca Us sul fatto che i veicoli diesel della società rispettano tutte le normative applicabili”.
L’amministratore delegato, Sergio Marchionne, ha detto in una conferenza stampa che “non c’e’ nulla in comune fra il caso Volkswagen e quello Fca. Dialoghiamo con l’Epa da più di un anno”, ha sottolineato il manager. “Per quanto conosco questa società, posso dire che nessuno è così stupido” da cercare di montare un software illegale. Fca sopravviverà anche se le dovesse essere comminata una multa di 4,6 miliardi di dollari, afferma ancora Marchionne, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg.