Nonostante la legittimazione della Legge Severino da parte della Corte Costituzionale, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris potrà restare al suo posto di primo cittadino.
L’ex magistrato, insieme al tecnico informatico Gioacchino Genchi sono stati infatti assolti dalla terza sezione penale della Corte di appello di Roma dall’accusa di abuso di ufficio, perchè il fatto non costituisce reato, in relazione all’acquisizione illecita, avvenuta nel 2006 nell’ambito dell’inchiesta calabrese “Why Not”, i tabulati telefonici di alcuni parlamentari senza la necessaria autorizzazione delle Camere di appartenenza. Questo significa che la sospensione non avrà più efficacia poiché, appunto, assolto in appello.
In primo grado, l’ex pm di Catanzaro e il suo consulente erano stati condannati a un anno e tre mesi di reclusione. Condanna che, com’è noto, aveva fatto scattare la sospensione per effetto della Legge Severino con cui vengono interdetti gli amministratori che abbiano subito condanne anche, in primo grado e retroattive, per reati consumati nella sfera della pubblica amministrazione.
“Sono felice. Commento la sentenza domani con i miei avvocati a palazzo San Giacomo”, è il primo commento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris nel Teatro di San Carlo per una manifestazione dell’Istituto per il commercio estero.
In precedenza De Magistris aveva parlato con i suoi avvocati. “Per me è la fine di una profonda sofferenza”. Collegato al telefono, il sindaco di Napoli ha commentato cosi con il suo avvocato Massimo Ciardullo, la notizia dell’assoluzione a conclusione del processo “Why not”. “Sono convinto di avere svolto il mio mestiere di magistrato nel pieno rispetto della Costituzione e della legge”, ha detto De Magistris, molto emozionato.
“Ho lavorato con la massima onestà alla ricerca di una verità difficile – ha aggiunto l’ex pm di Catanzaro -. La notizia dell’assoluzione mi rende veramente felice, è la fine di un incubo e di un lungo periodo di sofferenza per una condanna veramente ingiusta”.
Soddisfatto anche il suo difensore, l’avvocato Ciardullo: “Finalmente è stata fatta giustizia. La sentenza di primo grado era stata profondamente ingiusta perchè si era conclusa con la condanna di un pm che nell’esercizio delle sue funzioni aveva perseguito il primario interesse della giustizia conducendo un’indagine certamente legittima”.
Il sostituto procuratore generale, Pietro Catalani aveva chiesto l’assoluzione dei due imputati per due episodi di abuso d’ufficio (legati ai casi dei parlamentari Pisanu e Pittelli) e la dichiarazione di prescrizione, riferita agli altri sei episodi che avevano riguardato i politici Sandro Gozi, Romano Prodi, Clemente Mastella, Antonio Gentile, Domenico Minniti e Francesco Rutelli.
Ai giudici della terza Corte d’Appello, presieduti da Ernesto Mineo, è bastata un’ora scarsa di camera di consiglio per chiudere la vicenda con una doppia assoluzione.